CRONACA- Pagina 1318

Armato di pistola da’ appuntamento alla ex

Arrestato dai Carabinieri

i carabinieri della Tenenza Carabinieri di Nichelino sono intervenuti nel parcheggio del centro commerciale “Decathlon” di Moncalieri, nel torinese, ove una donna di Nichelino aveva segnalato la presenza pericolosa dell’ex convivente, un 48enne del luogo, ex guardia giurata, che le aveva inviato numerosi messaggi telefonici nei quali richiedeva la sua presenza , altrimenti avrebbe fatto qualche atto inconsulto.
All’appuntamento si sono invece presentati i militari dell’Arma, che giunti sul posto, hanno repentinamente bloccato l’uomo, ben descritto in precedenza dalla donna, e dopo una breve colluttazione lo hanno disarmato di una pistola beretta cal.9, compresa di caricatore con 15 colpi inseriti, rubata poco prima dall’armadietto di un ex collega di lavoro presso un istituto di vigilanza di Torino, dove lo stesso lavorava.
L’ex guardia giurata, che aveva perduto il posto di lavoro proprio per le continue minacce di morte nei confronti della compagna, dovra’ ora rispondere di porto e detenzione illegale di arma da fuoco, resistenza a PU e ricettazione.

Una spedizione punitiva con mazze di ferro e cocci di bottiglia

I carabinieri arrestano gli autori di un violento raid a negozio cinese

Torino, 17 luglio I Carabinieri della Compagnia Torino Oltre Dora stanno eseguendo un’ ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal GIP su richiesta della Procura di Torino nei confronti degli autori di un raid punitivo con mazze di ferro e cocci di bottiglia, tutti domiciliati nel campo nomadi di Via Germagnano. 5 persone sono ritenute responsabili di rapina aggravata e lesioni personali in danno dei titolari e dipendenti di un esercizio commerciale di abbigliamento gestito da cinesi, nel quartiere La Falchera

Il provvedimento trae origine da un’indagine della Stazione Torino Borgata La Falchera che ha consentito di ricostruire compiutamente la dinamica dei fatti.

Il 6 marzo scorso due degli indagati sono entrati nello store per “rubare e svuotare il negozio”. “Non siamo venuti per comprare ma per rubare tutto. Vi ammazziamo e bruciamo tutto il negozio”, hanno detto i due rapinatori ai titolari, ma la loro pronta reazione li ha fatti desistere. Poco dopo sono tornati con i complici – di cui uno evaso dagli arresti domiciliari e, armati di bottiglie di vetro rotte e mazze di ferro, hanno attuato un raid punitivo iniziato con la devastazione e il saccheggio del negozio di ulteriore merce per un valore di 5100 € e conclusosi con il tentativo di un solo membro del branco, di investire con la propria autovettura due membri dello staff. Al termine della spedizione due dipendenti sono dovuti ricorrere alla cure mediche.

80 carabinieri hanno effettuato varie perquisizioni all’interno del campo nomadi di via Germagnano con il supporto di un elicottero del Nucleo elicotteri di Volpiano

Ragazzo di 19 anni cade dalle scale e muore

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Cronache italiane

Era  ipovedente il giovane di 19 anni morto a Genova cadendo dalla tromba delle scale del palazzo dove abitava, un condominio  di Sampierdarena. Il ragazzo aveva anche problemi motori. Ieri ha preceduto sulle scale la mamma, con cui stava uscendo, per chiamare l’ascensore ma quando la donna è arrivata era ormai precipitato per diversi metri. Inutili i soccorsi per quella che è stata una tragica fatalità.

Arrestati i rapinatori mascherati

I carabinieri della Stazione Torino La Falchera hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a carico di due torinesi di 58 e 48 anni, già noti alle forze dell’ordine, per più rapine aggravate in concorso. La coppia, ritenuta responsabile di due colpi  a mano armata con il volto coperto  da maschere di lattice, risponde  a vario titolo di una rapina a un  supermercato e alla  reception di un hotel,  cui si riferiscono le immagini, entrambi  del quartiere Barriera Milano. Rispettivamente il 26 novembre e i 21 dicembre scorsi.  L’analisi delle immagini di videosorveglianza e le testimonianze raccolte dai carabinieri hanno permesso di identificare i due rapinatori, già arrestati in flagranza il 27 dicembre scorso quando avevano derubato la titolare della tabaccheria di via Montebello 9, di 800 euro in contanti, dopo averla sequestrata rinchiudendola nel retro del negozio. Nell’occasione i carabinieri avevano sequestrato una pistola scenica, priva di tappo rosso e canna forata, completa di caricatore, un passamontagna, un paio di guanti in lattice,  una maschera in lattice e una bomba a mano inattiva.

Maxi sequestro di giocattoli pericolosi

Erano già imballati e pronti per essere immessi sul mercato i 2,6 milioni di giocattoli, potenzialmente pericolosi, sequestrati, nel corso di un’operazione, dalla Guardia di Finanza di Torino.

I Finanzieri della Compagnia di Susa, che hanno effettuato l’ingente sequestro, hanno rinvenuto il materiale in due grossi depositi gestiti da due imprenditori di origine cinese, importatori e distributori, per la Lombardia ed il Piemonte, dei giocattoli.

Certificazioni di conformità qualitative e composizione dei giocattoli: tutto rigorosamente falso. Così come è dubbia anche la provenienza dei giocattoli visto che non è stata rinvenuta alcuna indicazione certa circa l’origine.

Tra gli articoli sequestrati, migliaia di braccialetti e brillantini potenzialmente tossici e nocivi in quanto sprovvisti di una qualsivoglia indicazioni circa la loro composizione, il tutto con evidenti e gravi rischi per la salute dei piccoli consumatori, visto che questi prodotti vengono utilizzati, direttamente a contatto con la pelle, da soggetti minori di età.

L’operazione dei Finanzieri ha visto coinvolti, come detto, due imprenditori sessantenni, di origine cinese, titolari delle aziende, ubicate in Lombardia, a Monza e Sesto San Giovanni e a Beinasco nel torinese, che si occupavano dell’importazione e della successiva distribuzione dei prodotti illegali.

Oltre 2,6 milioni i giocattoli sequestrati per un valore di mercato di circa 4 milioni di euro.

Frode in commercio, questa l’accusa nei confronti dei due 2 imprenditori denunciati alla Procura della Repubblica di Torino. Rischiano sino a due anni di carcere. Irrogate sanzioni per oltre 100.000 euro.

L’operazione rientra nel quadro delle attività svolte dalla Guardia di Finanza a tutela dell’economia legale finalizzate a preservare il mercato dalla diffusione di prodotti non conformi rispetto agli standard di sicurezza imposti dalla normativa nazionale e dell’Unione Europea, oltre che alla repressione degli illeciti di natura fiscale, a tutela degli imprenditori onesti.

 

La polizia sequestra arsenale di armi da guerra

Nei giorni scorsi, la DIGOS della Questura di Torino, a seguito di un’articolata indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica e diretta dalla Polizia di Prevenzione (UCIGOS), ha eseguito diverse perquisizioni delegate con la collaborazione degli omologhi uffici di Varese, Pavia, Novara e Forlì, traendo in arresto (convalidato il 12 luglio con applicazione della misura cautelare in carcere) il cittadino italiano DEL BERGIOLO Fabio, di anni 60, per la detenzione, presso la propria abitazione di Gallarate (VA), di un ingente quantitativo di armi da guerra (tra cui fucili di assalto e mitra) e di armi comuni da sparo, di provenienza perlopiù austriaca, tedesca e statunitense.

Nel medesimo contesto operativo la Polizia di Stato hasottoposto a Fermo di Indiziato di Delitto il cittadino svizzeroMONTI Alessandro Michele Aloise, di anni 42, e il cittadino italiano BERNARDI Fabio Amalio, di anni 51, entrambi responsabili di detenzione e messa in commercio di unmissile aria/aria MATRA in utilizzo alle forze armate del Qatar.    

L’attività di polizia giudiziaria, iniziata nel luglio 2018 anche con l’attivazione di intercettazioni telefoniche e telematiche, trae origine dalle attività di alcuni combattenti italiani con ideologie oltranziste evidenziatisi in passato per aver preso parte al conflitto armato nella regione ucraina del Donbass.

Nell’ambito di tale attività, sono stati riscontrati diversi contatti tra uno dei predetti miliziani ed un esperto di armi che proponeva l’acquisto, per conto terzi, di un missile del quale venivano trasmesse anche alcune foto tramite la messaggistica whatsapp.

Gli ulteriori riscontri investigativi hanno consentito di individuare, successivamente, il vero intermediario della vendita, nel citato DEL BERGIOLO Fabio, con precedenti di polizia, che, dopo un’intensa attività investigativa anche con pedinamenti, è stato sottoposto a perquisizione e tratto inarresto a seguito del rinvenimento all’interno della propria abitazione di un vero e proprio arsenale di armi da guerra e comuni da sparo illegalmente detenute costituito da:  

N.9 fucili da guerra cd. carabine d’assalto
N.1 pistola mitragliatrice da guerra Scorpion
3 fucili da caccia
7 pistole
6 parti di armi da guerra (otturatori, caricatori, canne, fusti)
20 baionette
306 parti di armi da sparo (caricatori, canne, otturatori, silenziatori, ottiche)
831 munizionamento di vario calibro

All’interno dell’abitazione del predetto sono stati rinvenuti anche diversi stemmi e cartelli con simbologie naziste (tra cui svastiche e riferimenti alle Waffen-SS).

Subito dopo la perquisizione dell’abitazione di DEL BERGIOLO (ex funzionario doganale, evidenziatosi nel 1998 tra i fondatori dell’ex movimento “M.A.C., Movimento di azione confederata” che promuoveva la libera vendita delle armi e candidatosi alle elezioni al Senato del 2001 nelle fila di “Forza Nuova”), la Polizia di Stato di Torino si è recata nei pressi dell’aeroporto di Rivanazzano Terme (PV) dove, all’interno di un grande deposito, rinveniva un involucro cilindrico di circa 4 metri contenente un missile aria/aria mod. MATRA MP EM F20 S530 di fabbricazione francese, della lunghezza di 3,54 metri con indicazioni circa la provenienza dalle forze forze armate del Qatar.

Si metteva pertanto in sicurezza tutta l’area circostante al fine di consentire, con le dovute precauzioni e cautele, l’intervento di personale altamente specializzato dell’Esercito Italiano che ha costatato trattarsi di un missile aria-aria privodi carica esplosiva ma riarmabile da persone specializzate nel settore.

Grazie ad alcuni approfondimenti investigativi è stata accertata la materiale disponibilità del missile e dell’intero deposito in capo a MONTI Alessandro Michele Aloise e BERNARDI Fabio Amalio, entrambi con precedenti di polizia, i quali sono stati immediatamente localizzati in un Hotel adiacente l’aeroporto di Forlì e sottoposti a Fermo di Indiziato di Delitto da parte di personale della DIGOS di Torino, in collaborazione con l’omologo ufficio della Questura di Forlì.

Il Deposito, contenente numerosissimo materiale militare, tra cui due contenitori lanciarazzi, è stato sottoposto a sequestro al fine di una più approfondita analisi delle strumentazioni ivi contenute.  

L’operazione della Polizia di Stato coordinata dalla Procura di Torino ha interessato le Procure di Forlì, Novara, Busto Arsizio, Pavia e le locali DIGOS delle Questure che sono state dirette dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione-UCIGOS. Le indagini sono ancora in corso.

Trapianto di protesi aortica con paziente sveglio

Per la prima volta in Italia impiantata una protesi aortica attraverso la carotide con paziente sveglio, presso l’ospedale Molinette di Torino

Per la prima volta in Italia nei giorni scorsi è stata impiantata una protesi aortica con un intervento innovativo attraverso la carotide su un uomo di 53 anni. Da venti doveva andare in ospedale tre volte a settimana per sottoporsi a dialisi per una malattia congenita. Dopo tanta attesa ecco finalmente la possibilità di essere trapiantato di rene ed avere finalmente una vita normale. Durante gli esami preliminari si riscontra però una grave malattia cardiaca che non permette l’inserimento in lista per il trapianto. Un cuore molto stanco, la valvola aortica quasi chiusa e l’impossibilità di operare il paziente a cuore aperto per un rischio troppo elevato.

La stenosi aortica è una patologia che determina la chiusura della valvola che permette il passaggio del sangue dal cuore al resto del corpo. L’unica cura è un intervento di sostituzione della valvola malata. Già da alcuni anni è possibile impiantare delle protesi attraverso le arterie della gamba con una tecnica che prende il nome di TAVI.

Si pensa pertanto di operare l’uomo con una TAVI, ossia impiantando una valvola aortica passando attraverso l’arteria femorale della gamba, tecnica ormai diventata tradizionale. Ma i tanti anni di dialisi hanno rovinato le arterie periferiche e l’aorta, rendendo impossibile l’intervento con gli accessi normalmente utilizzati.

Grazie però al lavoro di squadra dell’Heart Team tra cardiochirurghi, cardiologi, cardioanestesisti, chirurghi vascolari è stato possibile, per la prima volta in Italia, eseguire l’intervento passando dal collo, attraverso l’arteria carotide, e con il paziente sveglio grazie all’anestesia locoregionale.

Tutto questo è stato possibile anche grazie alla tecnologia fornita dalla nuova Sala ibrida dell’ospedale Molinette di Torino.

L’intervento è stato effettuato dalle équipe coordinate dal professor Mauro Rinaldi (Direttore di Cardiochirurgia universitaria) e dal professor Gaetano Maria De Ferrari (neo Direttore della Cardiologia universitaria, appena arrivato dal Policlinico di Pavia) dell’ospedale Molinette, in particolare dai cardiochirugi, dottor Stefano Salizzoni e dottor Michele La Torre; dai cardiologi interventisti, dottor Maurizio D’Amico e dottor Federico Conrotto, e dal chirurgo vascolare professor Fabio Verzini.

Il paziente, dopo 50 minuti di intervento, è stato subito trasferito in reparto senza passaggio in terapia intensiva e dopo tre giorni, dimesso a casa, dove ora finalmente può aspettare un rene nuovo.

Questo innovativo intervento, inventato recentemente a Lille in Francia, apre nuove strade verso il trattamento delle patologie cardiache e vascolari e permetterà di poter curare sempre più pazienti. Infatti da un recente articolo i risultati della TAVI trans-carotidea comportano meno ictus e meno complicanze vascolari rispetto alla tecnica tradizionale.

Controlli dei prodotti alimentari trasportati sui camion

Nei giorni scorsi si sono svolti dei controlli sulla Tangenziale di Torino per verificare il corretto trasporto delle merci alimentari, tra queste anche e soprattutto quelle vincolate al rispetto della “Catena del Freddo”

Le alte temperature del periodo estivo, infatti, incidono in modo importante sulla salubrità dei prodotti poi destinate alle nostre tavole.

Diversi veicoli controllati sono risultati in ordine con le temperature di trasporto e con la normativa di settore relativa all’igiene; in un caso invece, si è dovuto procedere al sequestro dell’intero carico di surgelati e congelati, una tonnellata e centottanta chili di merce, in quanto le apparecchiature di controllo utilizzate misuravano una temperatura di oltre 10° sotto la soglia di tolleranza consentita.

Gli alimenti in questione, dovevano essere trasportati ad una temperatura di almeno -15°c, mentre i termometri dei tecnici dell’ASL rilevavano in diversi punti del carico -4,8°c.

Il conducente dell’autocarro, di nazionalità italiana, è stato indagato in stato di libertà e la merce immediatamente sequestrata per la successiva distruzione, evitando così che la stessa, indirizzata a diversi esercizi commerciali della provincia, potesse arrivare a questi e quindi venduta o somministrata ai cittadini.

I controlli venivano svolti da un gruppo di multidisciplinare formato da componenti della Polizia Stradale, del Reparto della Tutela Agro-Alimentare dei Carabinieri e da tecnici e veterinari l’ASL Città di Torino; la sperimentazione della presenza contemporanea di organismi di controllo a diversa competenza, ha permesso di svolgere controlli approfonditi nell’ambito di tutte le normative che regolano i trasporti su strada delle merci deperibili, in modo da non perdere di vista nulla di ciò che disciplina la sicurezza di questo delicato settore.

L’operazione “Freddo Sicuro”, divenuta oramai un’attività costante nel periodo estivo, proseguirà nei mesi a seguire in modo da garantire alla collettività la sicurezza dei cibi e degli alimenti che giungono sulle loro tavole.

Massimo Iaretti

Si tuffa nel laghetto e annega

A 34 anni è morto annegato, ieri sera,  nel  laghetto Bechis, in strada Aeroporto, nel quartiere della Falchera

L’uomo, di origine romena, era domiciliato in un campo nomadi. E’ successo ieri sera.  In compagnia di alcuni amici, si è tuffato nel laghetto ma non è più riemerso, forse  colto da un malore ed è annegato. Gli amici hanno chiamato i soccorsi.

Recuperato Rolex dimenticato (e rubato) ai varchi aeroportuali

Nei giorni scorsi la Polaria di Torino Caselle ha recuperato un Rolex Datejust in acciaio oro e brillanti (del valore di circa 8.000 euro) e un bracciale modello Tiffany (del valore di circa 1.000 euro) – trafugati nei giorni precedenti al varco di sicurezza dell’aeroporto di Torino – a seguito di perquisizione presso l’abitazione di una donna, amministratrice delegata di un’azienda del nord-ovest

L’attività di indagine, coordinata dalla locale Procura, è partita quando una passeggera torinese, diretta in Sardegna con la famiglia, composta da figlia e marito, dimenticava il prezioso orologio e il bracciale nella vaschetta porta oggetti dei controlli, pensando che gli oggetti fossero stati ritirati dal marito. La passeggera in fila dietro la proprietaria dei gioielli, accortasi di quanto era rimasto nella cassetta, dopo essersi guardata intorno per controllare che nessuno la osservasse, prendeva gli oggetti e immediatamente li indossava per poi recarsi ai gate di imbarco.
L’identificazione dell’autrice del furto è stata possibile attraverso l’uso dell’avanzato sistema di telecamere di sicurezza installato presso l’aeroporto di Torino, dotato di moderni sistemi di sicurezza. Grazie all’attività di analisi, scattata immediatamente dopo la denuncia del furto, i poliziotti, mediante una capillare attività di osservazione delle immagini, sono riusciti a seguire tutto il percorso della signora fino all’imbarco del gate del suo volo. A quel punto, non conoscendone l’identità, utilizzando le informazioni contenute nelle banche dati relative ai controlli passeggeri ed i riscontri incrociati sul web, gli investigatori sono riusciti ad identificare la probabile autrice del furto.

Successivamente la perquisizione presso l’abitazione dell’autrice del furto, permetteva di recuperare il prezioso orologio e il bracciale che venivano restituiti alla legittima proprietaria. La donna è stata denunciata in stato di libertà per furto aggravato.