CRONACA- Pagina 1300

Non paga le consumazioni e minaccia la barista

Arrestato per rapina dalla Polizia di Stato
Un cittadino marocchino di 31 anni è stato arrestato nella notte di martedì per rapina dagli
agenti della Squadra Volante.
L’uomo dopo aver fatto ingresso in un bar di via Belfiore ha consumato diverse birre per poi
allontanarsi senza pagare. Circa un’ora dopo, è tornato nel locale e con fare prepotente ha
chiesto una nuova birra. Al diniego della barista, l’uomo ha prelevato una bottiglia dal frigo.
Quando la donna gli ha chiesto d pagare quanto consumato in precedenza, lo straniero ha
preso un coltello dal bancone e brandendolo ha minacciato la barista. Quest’ultima, però,
nel frattempo stava comunicando via chat con il proprio compagno, il quale, alla luce dei
messaggi ricevuti, ha contattato la polizia, cosa che ha permesso agli agenti di arrivare sul
posto e bloccare il trentunenne.
A seguito di accertamenti, è emerso che il cittadino marocchino oltre ad essere irregolare
sul Territorio Nazionale aveva precedenti di polizia dello stesso tipo a carico.

La Guardia di Finanza sequestra migliaia di jeans contraffatti

Apre la sua azienda tessile in Tunisia, ottiene progetti, design e loghi del capo pregiato e riproduce illecitamente, per poi rivenderli, migliaia di capi contraffatti.

È quello che ha scoperto nei giorni scorsi la Guardia di Finanza di Torino nel corso di un’indagine che ha portato al sequestro di migliaia di jeans di un noto brand nazionale contraffatto.

Contraffazione marchi, fabbricazione e commercio di beni realizzati usurpando titoli di proprietà industriale, frode in commercio e ricettazione, questi gli addebiti in capo a tre imprenditori italiani che hanno illegalmente introdotto nel territorio nazionale 7.000 jeans falsi.

Le indagini dei Finanzieri del Gruppo Pronto Impiego Torino, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, sono partite proprio dal capoluogo piemontese tramite il monitoraggio di siti di e-commerce nel settore del fashion-style, dove è stato possibile individuare dei prezzi di vendita non corrispondenti al valore corrente di mercato; basti pensare che i pantaloni pagati al produttore circa 5 euro venivano rivenduti ad oltre 120 euro ovviamente accompagnati da packaging, loghi, etichette e imballi riportanti il noto brand, tutto rigorosamente contraffatto.

Gli sviluppi delle indagini hanno portato i “Baschi Verdi” sino a Roma dove presso un’area logistica della capitale sono stati sequestrati alcuni container appena giunti dal nord Africa con all’interno migliaia di pantaloni falsi ed illecitamente introdotti in Italia.

I container, come ricordato, provenivano dalla Tunisia, paese questo emergente nel settore del confezionamento di tessuti. Queste, in sintesi, le dinamiche della vicenda: a Monastir, un imprenditore italiano apre il suo opificio e, dopo aver ottenuto progetti, design e loghi del capo pregiato, ne riproduce illecitamente un grosso quantitativo rivendendolo poi ad un collega di origini campane con la sua azienda a Prato. Quest’ultimo, a sua volta, tramite un’azienda romana era pronto a distribuire la falsa merce anche tramite piattaforme web, in Italia ed all’estero.

L’azienda titolare del diritto di privativa industriale internazionale del noto brand, dopo aver appreso dei fatti, ha fornito alla Guarda di Finanza torinese un significativo supporto per interrompere l’illecita filiera produttiva e distributiva.

Le indagini a questo punto cercheranno di ricostruire eventuali precedenti forniture illegali che potrebbero interessare ulteriori noti marchi.

I tre imprenditori, tutti italiani, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Torino. Un milione di euro l’ammontare della frode.

Duplice, anche questa volta, la finalità dell’operazione della Guardia di Finanza di Torino che, oltre ad arginare un fenomeno distorsivo del mercato, vedrà la merce sequestrata devoluta ad enti caritatevoli per la successiva consegna a persone bisognose.

Denunciato un minore per possesso di marijuana

Ivrea: controlli della Polizia di Stato in occasione dell’inizio dell’anno scolastico
Ieri mattina, in occasione dei primi giorni dell’anno scolastico, nell’ambito dei servizi
straordinari di controllo del territorio disposti con la finalità di prevenire la criminalità
diffusa e, in particolare lo spaccio di stupefacenti anche in contesti scolastici, come previsto
dal progetto scuole sicure, personale della Polizia di Stato del Commissariato di P.S. di Ivrea,
coadiuvato da operatori del Reparto Prevenzione Crimine e da unità cinofile, ha effettuato
servizi presso la Stazione ferroviaria di Ivrea, il Terminal dei pullman e il Movicentro.
Successivamente l’attività di controllo ha interessato la zona del Colle Bellavista, in
prossimità dell’ITIS Olivetti. Complessivamente sono state controllate oltre 150 persone.
Grazie al fiuto del cane poliziotto Buster è stato individuato un giovane di 17 anni che
deteneva 5 dosi di marijuana che per presentazione e confezionamento erano destinate
allo spaccio verosimilmente tra i coetanei. Il minore, pertanto, è stato denunciato in stato
di libertà per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio

Agenti del Commissariato Dora Vanchiglia arrestano pusher

Operazione degli agenti del Commissariato Barriera Milano
A seguito di un’operazione di polizia condotta dagli agenti del Commissariato Dora
Vanchiglia è stato tratto in arresto un cittadino marocchino di 27 anni per detenzione di
sostanza stupefacente ai fini di spaccio.
L’uomo è stato fermato nei pressi dei giardini “Toro” e trovato in possesso di sostanza
stupefacente. Con sé oltre a denaro contante aveva una chiave che ha permesso l’accesso
in un’abitazione di uno stabile di via Bra. Qui i poliziotti hanno trovato un involucro
contenente 25 grammi di cocaina e un panetto di hashish del peso di 220 grammi.
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Stop ai mozziconi gettati a terra

Iniziativa in Borgo Vittoria che vale per tutta la città
Ancora mozziconi abbandonati a migliaia tra gli alberi e le panchine di piazzetta Chiesa della Salute dove si affaccia il Santuario.
Legambiente Metropolitano e Volontari di Protezione Civile della Comunità di Scientology hanno collaborato domenica 8 settembre, durante la Festa di Borgo Vittoria, raccogliendo circa 3500 cicche.
Una quantità notevole, raccolta in poco tempo in un’area piccola che fa subito immaginare a quanti se ne raccoglierebbero in un solo giorno nell’intera città.
“Anche questa è una fonte di inquinamento non trascurabile – sottolinea Beppe Tesio – Non vogliamo additare i fumatori, ma sensibilizzare tutta la cittadinanza sul fatto che un piccolo gesto, come lasciar cadere a terra una gomma da masticare, una cartaccia, una bottiglia, un pacchetto o i resti di sigarette, incide negativamente su tutto il territorio cittadino e non solo. Basta veramente poco da parte di tutti per proteggere e migliorare l’ambiente in cui tutti viviamo. Il nostro è un invito a compiere piccoli gesti di attenzione quotidiana evitando di sporcare. Aumenteremo le iniziative e la comunicazione per coinvolgere la città intera.”

Furti a Porta Nuova, arrestata ladra

Nel primo pomeriggio di sabato 7 settembre, durante un servizio di controllo all’interno dello Scalo Ferroviario di Torino Porta Nuova, personale del Settore Operativo veniva contattato da una dipendente di un negozio. Quest’ultima riferiva di aver subito il furto, all’interno dell’esercizio commerciale, di una banconota del valore di 50 euro custodita nella propria borsa e forniva agli operatori un’accurata descrizione dell’autrice.

Immediatamente la pattuglia si attivava nelle ricerche della responsabile, la quale veniva intercettata sulle panchine site all’interno dello scalo.

La predetta, una 45enne dell’est Europa, veniva trovata in possesso della banconota e veniva accompagnata presso gli uffici Polfer per procedere ad ulteriori riscontri.

Durante gli accertamenti si presentavano, presso i suddetti uffici, diversi dipendenti di attività commerciali siti all’interno dello scalo ferroviario, per denunciare i numerosi tentativi di furto avvenuti nelle ore precedenti.

Questi ultimi, riconoscevano l’autrice nella persona fermata; questa vistasi alle strette, dava in escandescenza, inveendo contro gli operatori e aggredendoli fisicamente.

Visti i fatti descritti e i numerosi pregiudizi di polizia, tra cui diversi furti e finanche un tentato omicidio, su disposizione della competente A.G., veniva tratta in arresto.

Arresto convalidato in data odierna, nell’udienza per direttissima.

 

(foto: Potito Amarena)

Incidente in autostrada, feriti bambino e mamma

Questa mattina sull’autostrada Torino-Milano in direzione Torino una  Fiat 500 e una Hyundai si sono scontrate  nei pressi dello svincolo di Chivasso centro. L’urto è stato molto forte, a bordo  della Hyundai un bambino,  ferito  con la mamma e il conducente della 500. I tre sono stati trasportati all’ospedale di Chivasso dopo essere stati liberati dalle lamiere delle vetture dai vigili del fuoco.

Scoperto a rubare in ospedale si finge elettricista

Quando è stato colto sul fatto ha detto di essere un elettricista, cosa che però non gli ha evitato di essere arrestato.

Venerdì pomeriggio, intorno alle 16, il cinquantaseienne, italiano, è entrato in un locale del reparto di Neurochirurgia dell’ospedale Martini ed ha iniziato a rovistare in un armadietto personale di un dipendente del reparto. Quest’ultimo, però, è rientrato nella stanza ed ha colto sul fatto il reo che ha tentato di giustificarsi millantando di essere un elettricista. La vittima non ha creduto all’uomo anche per il suo abbigliamento non proprio compatibile con la professione dichiarata. Vistosi scoperto, l’uomo si è dato alla fuga ma è stato raggiunto dalla vittima e da un suo collega sulla scalinata. Con una scusa, il ladro ha tentato una nuova fuga utilizzando una finestrella del bagno e l’impalcatura esterna. Anche questo tentativo è risultato però vano visto che l’uomo è stato fermato da due addetti alla sicurezza. Gli agenti della Squadra Volante, nel frattempo intervenuti, hanno poi arrestato l’uomo per il tentato furto.

Ladre senza identità

La banda delle donne senza identità. Lanciano zaino con refurtiva dalla macchina, tre ragazze arrestate Ieri pomeriggio, a Nichelino, viene segnalata la presenza di tre donne che scavalcano la recinzione di una villetta in via Cecchi. All’arrivo della pattuglia dei Carabinieri però, le tre si davano a una spericolata fuga per le vie di Nichelino e Moncalieri a bordo di un’Audi di grossa cilindrata, intestata a un prestanome, provando a far perdere le proprie tracce. Durante la folle corsa, che non ha risparmiato sorpassi azzardati e strade prese in contromano, le tre hanno lanciato dall’auto uno zaino che conteneva tutta la refurtiva appena trafugata nella casa “visitata”. I Carabinieri sono però riusciti a recuperare lo zaino e bloccarle ai confini con Torino.
I militari si sono trovati di fronte tre ragazze nomadi rom prive di documenti, che asserivano di avere all’incirca dodici anni. Le tre non hanno nemmeno voluto indicare la loro residenza o le generalità dei genitori. Questo piccolo escamotage non ha però impedito ai militari dell’Arma di effettuare accertamenti di natura medico legale che hanno confermato per tutte e tre un’età compatibile con i 17 anni.
Ora le tre giovani devono rispondere di furto aggravato in concorso, oltre al danneggiamento di alcune auto in sosta e resistenza a Pubblico Ufficiale.
Le tre ladre non erano nuove a queste esperienze e risultavano essersi già allontanate da una comunità di Roma dove avevano fornito generalità completamente differenti.

Tubo digerente come nascondiglio di droghe. Fenomeno in crescita

“L’ingegno umano, quando si tratta di ricavare denaro, non ha limiti, neppure quando tali attività, oltre ad essere illegali, possono rappresentare un serio rischio per la salute”.
Così, nel lontano 1973, Deitel e Syed descrissero per la prima volta l’utilizzo del tubo digerente come mezzo di trasporto di droghe. Il fenomeno, denominato “body stuffing”, riguarda il trasporto illegale di droga (cocaina ma anche eroina) mediante occultamento nel corpo. Molto spesso i body stuffer, detti anche “mini packer”, sono piccoli trafficanti o consumatori che, temendo di essere scoperti dalla polizia, impulsivamente ingoiano gli involucri di stupefacente pronti per lo smercio al dettaglio. Obiettivo: evitare l’arresto da parte delle forze dell’ordine.  Tale pratica ha ormai raggiunto una elevata percentuale di successo; sempre più spesso, gli operatori di polizia sul territorio, durante i controlli antispaccio nelle zone della movida, si imbattono in pusher, per lo più di provenienza straniera che, alla loro vista, deglutiscono frettolosamente decine di ovuli pur di sottrarsi all’arresto. La scorsa settimana, 3 ventenni di provenienza extracomunitaria (rispettivamente dalla Nigeria, Gabon e Burkina Fasu) sono stati sorpresi, in due diverse circostanze, da personale della Squadra Volante mentre parlavano a bassa voce con dei cittadini italiani che si erano affiancati a loro con fare circospetto, ricevendo poi qualcosa in cambio di denaro. Avvicinati per essere sottoposti a controllo, i tre, che hanno tutti precedenti specifici per tale tipologia di reato, con mossa fulminea hanno portato alla bocca ed ingoiato diversi involucri termosaldati contenenti stupefacente. In considerazione della pericolosità di tale pratica (è infatti possibile che il body stuffer vada incontro anche a gravi complicazioni, quali l’occlusione intestinale e l’intossicazione acuta per rottura degli involucri), gli arrestati, prima di essere tradotti in carcere, sono stati sottoposti a controllo medico ospedaliero, che ha confermato la presenza di corpi estranei nella loro cavità gastrica.