Un 48enne di Valenza che raggirava i commercianti spacciandosi per Andrea Pirlo, ex calciatore della Juve è stato smascherato dalla polizia e denunciato per truffa e sostituzione di persona. Il truffatore telefonava ai negozianti ordinando abiti per migliaia di euro e chiedendo anche un po’ di sconto. La compagna si spacciava come collaboratrice e passava a ritirare gli i capi di abbigliamento. E’ stato lo stesso Andrea Pirlo (quello vero) a presentare querela dopo avere ricevuto una numerosi solleciti per acquisti che non aveva mai fatto.
CHIEDE UN PRESTITO MA VIENE TRUFFATO
La settimana scorsa la Polizia di Stato ha denunciato cinque persone per il reato di truffa
Nello specifico, pochi giorni prima, si era presentato all’Ufficio denunce della Questura di Vercelli un uomo che aveva dichiarato che, ad Ottobre 2018, avendo la necessità di affrontare cure mediche molto costose, aveva iniziato la ricerca di un prestito di denaro on line della cifra di euro 40000.
Pochi giorni dopo l’inizio della ricerca, veniva contattato telefonicamente da un uomo che, presentandosi come un intermediario finanziario francese, gli proponeva il prestito dell’intera somma da lui richiesta ad un tasso d’interesse molto conveniente.
Per sbloccare il prestito l’uomo avrebbe dovuto effettuare una ricarica su postepay di alcune centinaia di euro, ottenendo la promessa che nel giro di 24 ore dall’operazione di ricarica avrebbe ricevuto il bonifico della cifra di cui necessitava.
Per convincerlo della bontà dell’operazione “l’intermediario francese” inviava sulla mail personale dell’uomo la modulistica necessaria per l’attivazione del prestito e, dopo averla regolarmente compilata, quest’ultimo la rispediva all’indirizzo email da cui era stata spedita; dopodiché, convinto della genuinità della proposta, effettuava la ricarica postepay per alcune centinaia di euro.
Nei giorni successivi però l’uomo riceveva altre email dal presunto intermediario francese con le quali quest’ultimo chiedeva il pagamento di altre cifre di denaro, sempre da effettuarsi a mezzo ricariche postepay, necessarie per le spese burocratiche, quali notaio ed assicurazione.
Essendoci stati anche frequenti contatti telefonici tra “l’intermediario” e l’uomo, quest’ultimo sempre più convinto della bontà dell’operazione, effettuava tutti i bonifici richiesti; all’atto della denuncia, erano stati versati circa euro 9.500 (novemilacinquecento).Solo dopo svariati pagamenti senza mai ricevere la cifra richiesta come prestito, l’uomo, capendo di essere stato truffato, decideva di contattare la Polizia di Stato e sporgere regolare denuncia. A questo punto gli uomini della Trattazione Atti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico iniziavano un’attività di indagine lampo che permetteva di identificare cinque persone, intestatarie delle carte postepay e dei numeri di telefono dai quali l’uomo veniva contattato, e di deferirle in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria per il reato di truffa.
Nel contesto di attività info-investigative, gli agenti del Commissariato “Dora Vanchiglia” hanno individuato due cittadini italiani, un trentottenne e un cinquantenne, responsabili distintamente del reato di produzione, traffico e detenzione di sostanza stupefacente
Sabato mattina i poliziotti hanno effettuato una perquisizione domiciliare in corso Casale. Qui hanno trovato circa 25 grammi di hashish e marijuana custoditi all’interno di due barattoli in vetro, un coltello con tracce di stupefacente e un bilancino di precisione.
Il controllo, esteso al box di pertinenza del trentottenne, ha permesso agli operatori di scoprire che il proprietario nascondeva nel seminterrato un armadio in tela coibentata con all’interno un piccolo ventilatore, una lampada alogena con portalampada in metallo riflettente, un estrattore con filtro di spurgo e una ventola di immissione aria, il tutto era collegato ad un trasformatore con temporizzazione e un termostato per il controllo della temperatura e dell’umidità.
Con molta probabilità la piccola serra artigianale è stata utilizzata dal 38enne per produrre la marijuana, ma, il forte odore diffuso lo ha fatto desistere dal proseguire la produzione.
All’interno della rimessa è stata trovata anche un’altra lampada a led con 4 riflettori, una bicicletta del bike sharing priva di blocco di sicurezza e un altro barottolo in vetro con 100 grammi di marijuana.
Il responsabile è stato denunciato in stato di libertà per produzione, traffico e detenzione di sostanza stupefacente nonché per il reato di ricettazione.
Nei giorni precedenti invece, gli agenti dell’ufficio Investigativo hanno sequestrato In via Giulia di Barolo altri 150 grammi di eroina in pietra, materiale per il confezionamento dello stupefacente, un bilancino di precisione, due coltelli con tracce di droga, 3 telefoni cellulari e oltre 800 euro in denaro contante.
I poliziotti, coadiuvati dall’Unità Cinofila, hanno scoperto che il cinquantenne nascondeva nel bagno di casa gran parte dello stupefacente, in una cassaforte posta dietro alcune piastrelle ad attacco magnetico. la restante parte è stata rinvenuta nei pressi dell’ingresso all’interno di una scatola di cartone e sulle mensole della cucina. L’uomo è stato arrestato per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.
TRUFFA AI DANNI DELLO STATO PER 140 MILA EURO
“Truffa aggravata”. Questa è l’accusa nei confronti dei componenti del consorzio di sviluppo agrosilvopastorale “Frè – Pian Gioè” di Balme, comune del torinese delle Valli di Lanzo
I soggetti coinvolti, secondo la ricostruzione dei Finanzieri della Tenenza di Lanzo Torinese, avrebbero precostituito una situazione di apparente possesso, da parte del consorzio, dei requisiti essenziali per l’erogazione di un contributo regionale per la realizzazione di una strada forestale, ma che in realtà l’ente non possedeva.
Da una serie di approfondimenti dei Finanzieri sono emerse diverse anomalie sui flussi di pagamento intercorsi tra un imprenditore incaricato dei lavori, ed i membri del consorzio stesso, il tutto finalizzato appunto, ad ottenere, senza averne i requisiti, i contributi pubblici.
La truffa, che ha visto i sodali incassare oltre 140.000 euro di soldi pubblici, ha coinvolto come detto un imprenditore edile locale, i componenti del consorzio “Frè – Pian Gioè” ed un altro soggetto. Sette le persone denunciate alla Procura della Repubblica di Ivrea per “truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche”; rischiano sino a sette anni di carcere.
Il fatto è stato segnalato alla Procura Regionale della Corte dei Conti di Torino.
La tutela delle risorse dello Stato e degli altri Enti pubblici ed il contrasto alle frodi alla pubblica amministrazione sono compiti prioritari per la Guardia di Finanza, che ricorda come tali comportamenti, che danneggiano tutti i cittadini, contribuiscono a far aumentare i costi dei servizi pubblici.
I Carabinieri della Compagnia di Ivrea proseguono nell’incessante attività di contrasto teso a contenere il delicato fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti tra i giovani del Canavese
Nel corso di specifici servizi predisposti nella giurisdizione di competenza, i militari della Stazione di Rivarolo Canavese, coadiuvati dal Nucleo Carabinieri Cinofili di Volpiano, hanno infatti tratto in arresto, per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente Giuseppe COCCO, di anni 66, residente a Rivarolo, con precedenti specifici, deferendo al contempo in stato di libertà la convivente I.T., di anni 26, per la medesima ipotesi di reato.
In particolare, i Carabinieri della Stazione di Rivarolo Canavese, a seguito di un predisposto servizio di osservazione e controllo nell’ambito di quel territorio, procedevano ad accurata perquisizione domiciliare all’interno dell’abitazione del COCCO, rinvenendo un bilancino di precisione e del danaro contante (circa 600€ in banconote di diverso taglio) di cui l’uomo faceva fatica a documentare la provenienza.
Nella circostanza, gli operanti, avendo fondati motivi per ritenere che all’interno dell’appartamento fosse comunque celata della sostanza stupefacente non desistevano nella ricerca, ricorrendo all’intervento di due speciali unità del Nucleo Carabinieri Cinofili per le ulteriori verifiche.
I sospetti dei Carabinieri si rivelavano infatti ben presto fondati, laddove i due animali, non appena entrati nell’alloggio, si lanciavano immediatamente in direzione di una intercapedine posta nel soggiorno a ridosso della caldaia, rinvenendo un barattolo di vetro, chiuso ermeticamente, al cui interno erano celati ben 38 grammi di purissima sostanza tipo “cocaina“, di cui 7 grammi già suddivisi in dosi e pronti per esser smerciati a terzi.
I due cani, Jecky e Johnny, rispettivamente di anni 3 e 4, non sono affatto nuovi a tali risultati, avendo già rinvenuto, tra il 2018 e il 2019 oltre 120 kg di sostanza stupefacente, tra eroina cocaina e hashish.
Su disposizione della Procura di Ivrea l’uomo veniva sottoposto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione e l’A.G. adita, a seguito dell’avvenuta convalida, confermava il provvedimento restrittivo degli arresti domiciliari a carico del soggetto.
(foto archivio)
Arrestato anziano spacciatore
Un 66enne pregiudicato, residente a Rivarolo Canavese è stato arrestato dai carabinieri della stazione di Rivarolo, coadiuvati dal Nucleo carabinieri cinofili di Volpiano, mentre la sua convivente di 26 anni è stata denunciata a piede libero. L’accusa è quella di detenzione ai fini dello spaccio di sostanza stupefacente. I militari dell’Arma, durante la perquisizione domiciliare hanno rinvenuto un bilancino di precisione e 6000 euro dei quali l’uomo ha fatto fatica a giustificare la provenienza. Una successiva perquisizione con le unità cinofile, che appena entrate nell’alloggio si sono lanciate immediatamente in direzione di un’intercapedine a ridosso della caldaia, ha consentito di rinvenire un barattolo di vetro con 38 grammi di cocaina purissima, 7 dei quali già suddivisi in dosi e pronti ad essere ‘commercializzati’. Pertanto, l’uomo, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ivrea, è stato posto agli arresti domiciliari, provvedimento che in seguito alla convalida dell’arresto, è stato confermato dal Gip del Tribunale eporediese.
Massimo Iaretti
Denunciato 53enne per procurato allarme
Un utente della strada di 53 anni richiedeva l’intervento dei Carabinieri al numero di emergenza 112 riferendo di essere rimasto coinvolto poco prima in un sinistro stradale con un animale selvatico, riportando gravi conseguenze alla propria autovettura
Sul luogo dell’incidente, accaduto in zona Castelnuovo Don Bosco, interveniva una pattuglia della Stazione di Montechiaro d’asti che effettuava i primi rilievi e raccoglieva la testimonianza dell’interessato.
In relazione al fatto che l’animale coinvolto non veniva reperito nei pressi dell’incidente e che raramente questi sinistri avvengono in ore diurne, venivano effettuati ulteriori accertamenti che permettevano di appurare che i fatti si erano verificati alcuni giorni addietro, motivo per cui l’aver distolto dall’attività preventiva la pattuglia dei Carabinieri per un fatto non urgente ma con il solo scopo di ottenere l’indennizzo assicurativo, comportava al conducente del veicolo una denuncia in stato di libertà per procurato allarme.
Sicurezza, controlli in zona San Secondo
Lo scorso venerdì pomeriggio è stato effettuato un controllo del territorio nel quartiere San Secondo da Agenti della Polizia di Stato del Commissariato di zona, coadiuvati da personale appartenente al Reparto Prevenzione Crimine, al Nucleo Cinofili della Polizia di Stato e da Agenti della Polizia Municipale di Torino, Circoscrizione I.
Nell’arco del servizio congiunto sono state identificate circa 50 persone ed effettuati dei posti di blocco che hanno interessato 10 autoveicoli.
5 gli esercizi commerciali controllati, ubicati nelle vie San Secondo, Camerana e Sebastopoli.
Presso 2 minimarket in via San Secondo sono state elevate, da personale della Polizia Municipale e dell’ASL, sanzioni amministrative per irregolarità inerenti alla raccolta rifiuti ed alle condizioni di igiene e manutenzioni locali, per un ammontare di oltre 5000 €.
Un cittadino straniero, di origini pakistane, con precedenti di polizia ed irregolarmente residente in Italia, è stato accompagnato in Questura ove sono state avviate le pratiche volte alla sua espulsione dal territorio nazionale.
Durante il servizio, le pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine hanno anche effettuato attività di prevenzione e controllo del territorio nella zona adiacente alla stazione “Porta Nuova”, con servizi di pattugliamento appiedato sotto i portici.
M.Iar.
Incendio al ristorante giapponese
Stroncato dalla polizia il maxi deposito di spaccio
La nuova strategia del Questore di Torino mira a colpire il traffico di stupefacenti, più che lo spaccio al dettaglio, con lo scopo di risalire ai fornitori di droga
L’ultima operazione della Squadra Mobile ha intercettato un vero e proprio deposito destinato a rifornire le piazze di spaccio di Torino, con conseguente incidenza sulla quantità di stupefacente in circolazione e quindi sull’attività dei pusher.
L’indagine ha avuto inizio lo scorso 11 Giugno quando personale della Polizia di Stato appartenente alla Squadra Volante della Questura di Torino ha proceduto, in corso Dante angolo via Nizza, al controllo ed all’arresto dei cittadini albanesi di trentadue anni, e 19 anni, responsabili, in concorso, dell’illecita detenzione di oltre 25 Kg di Marijuana. La sostanza stupefacente era stipata a bordo del veicolo su cui viaggiavano i due, una FIAT 500L presa a noleggio. Era evidente che i due avessero prelevato l’ingente quantitativo di stupefacente da un deposito e che stessero per effettuare una consegna a Torino. Gli accertamenti esperiti sulle utenze telefoniche in loro possesso hanno consentito di risalire a ritroso al viaggio effettuato dagli stessi fino alla provincia di Pesaro-Urbino. Nella giornata del 14.giugno, lavorando in stretto raccordo operativo con la Squadra Mobile di Pesaro-Urbino, si raggiungeva la città di Gabicce Monte (PU). Svolgendo gli accertamenti nelle vie adiacenti alla Strada Panoramica, veniva individuato il cittadino albanese L.A., del 1982. Nei sui veniva effettuata una perquisizione domiciliare ai sensi dell’art.103 D.P.R. 309/90, che dava esito positivo: nell’alloggio e nella mansarda dell’abitazione venivano rinvenuti, infatti, numerosi involucri imballati con del cellophane, contenenti complessivamente quasi 500 kg di MARIJUANA e 40 grammi di COCAINA. Il numero degli arresti per spaccio di stupefacenti nei servizi di controllo del territorio è anch’esso in costante aumento, a conferma dell’impegno del personale della Polizia di Stato nel contrasto del fenomeno. Solo negli ultimi 3 giorni, sono state infatti arrestate, dal personale della Squadra Volanti e dei commissariati cittadini, 6 persone per reati connessi al commercio ed al traffico di droga.
M.Iar.