CRONACA- Pagina 1296

Sui sedili del bus le targhette: “Riservato al presidente della Camera”

Sull’autobus 56 sono apparse targhette sui sedili: “Riservato a invalidi di guerra e presidenti della Camera un  evidente e ironico riferimento al viaggio in bus del presidente Roberto Fico al suo primo giorno a Montecitorio. Le immagini delle scritte sono state inviate al neo consigliere regionale Pd Luca Cassiani, che le ha postate su Facebook e che la scorsa settimana è entrato a Palazzo Lascaris subentrando a suoi colleghi di partito eletti deputati. Lui stesso il giorno di insediamento a Palazzo Lascaris aveva ironizzato imitando Fico e facendosi un selfie mentre andava in bus alla sua prima seduta del Consiglio regionale.

Un software che verifica lo stato di coscienza in stato vegetativo

Inventato un software in grado di verificare la presenza di uno stato di coscienza in pazienti in stato vegetativo o comatoso, grazie ad una interfaccia cervello – computer che possa permettere ai medici di diagnosticare la presenza di uno stato di coscienza in pazienti non responsivi, cioè in quei pazienti che usciti dal coma sembrano non rispondere più agli stimoli esterni. L’obiettivo di sviluppare un’interfaccia che permetta di rilevare le intenzioni motorie dei pazienti senza considerare i movimenti più o meno visibili. Ha preso il via il progetto scientifico “Interfaccia Neurale per valutare il livello di coscienza dei pazienti non responsivi e favorirne la comunicazione con l’esterno”, coordinato dal Centro Puzzle e cofinanziato dalla Fondazione Cassa Risparmio di Torino (CRT). Il progetto ha l’obiettivo di sviluppare un software in grado di verificare la presenza di uno stato di coscienza in pazienti post-coma che non riescono a comunicare. La strumentazione della ditta EB Neuro è stata fornita dalla ditta piemontese Viglia s.r.l.. Il gruppo di ricerca del Centro Puzzle (che collabora con l’ospedale Cto e l’Unità Spinale Unipolare della Città della Salute di Torino), grazie ad un cofinanziamento della Cassa di Risparmio di Torino, sotto la guida della dottoressa Marina Zettin, ha iniziato a sviluppare un’interfaccia cervello-computer per permettere ai medici di diagnosticare la presenza di coscienza in pazienti non responsivi, cioè in quei pazienti che, usciti dal coma, sembrano non rispondere più ad alcuno stimolo. Il progetto è stato ideato dal dottor Vito De Feo ed è svolto in collaborazione con il Neural Computation Laboratory dell’Istituto Italiano di Tecnologia a Rovereto (diretto dal professor Stefano Panzeri), con il Dipartimento di Automatica e Informatica del Politecnico di Torino, che partecipa tramite il gruppo di ricerca della professoressa Gabriella Olmo, e con il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino, che partecipa tramite il gruppo di ricerca diretto dal professor Giuliano Geminiani.

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A seguito di importanti eventi traumatici (per il 40% incidenti stradali), vascolari (es.: ictus o emorragia cerebrale), anossici o infettivi, il cervello può andare incontro a severi danni, che spesso conducono al coma. Duecentociquantamila persone ogni anno entrano in coma a seguito di incidenti, intossicazioni o malattie. Il coma, tuttavia, rappresenta solo una condizione transitoria. Alcuni pazienti non riescono a superare la fase acuta e muoiono. Altri, invece, dopo alcuni giorni o qualche settimana, si risvegliano. I più fortunati, circa un soggetto ogni tre, recuperano completamente lo stato di coscienza. Gli altri pazienti, invece, passano dal coma ad una serie di condizioni cliniche identificate come Stato Vegetativo (SV), in cui la coscienza è totalmente assente, e Stato di minima coscienza (SMC), dove, invece, c’è uno stato emergente di coscienza, spesso molto difficile da diagnosticare. Mentre i pazienti in coma non riescono a svegliarsi, i pazienti in SV e SMC recuperano la vigilanza, ovvero riaprono gli occhi e alcuni riflessi involontari. Fino a qualche anno fa si riteneva che tutti i pazienti usciti dal coma, che non erano responsivi, fossero in SV, privi totalmente di consapevolezza di sé e dell’ambiente circostante. Negli ultimi anni, tuttavia, si sono accumulate le evidenze di presenza di coscienza anche in pazienti non responsivi, rivelando una elevata incidenza di errore diagnostico. Alcuni studi, infatti, suggeriscono che ben il 43% dei pazienti oggi diagnosticati come SV, pur avendo recuperato lo stato di coscienza, non riescano a manifestare alcun segno di presenza di coscienza durante i test diagnostici. Il motivo è che questi test si basano unicamente su risposte motorie a comandi verbali e i pazienti in SV, spesso soffrono di una totale paralisi che include anche il battito palpebrale ed i movimenti oculari.

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A livello nazionale si stima che le persone che giacciono in stato di non responsività siano alcune migliaia e che tale numero sia inesorabilmente destinato a crescere, sia in considerazione dell’accresciuta precocità ed estensione sul territorio della medicina d’emergenza, che alla prolungata sopravvivenza. Appare quindi chiaro che i criteri e gli strumenti ad oggi utilizzati per fare diagnosi differenziale tra pazienti in stato vegetativo e pazienti in condizione di minima coscienza non-responsiva siano insufficienti. La valutazione clinica, infatti, allo stato attuale non è in grado di distinguere oggettivamente tra riflessi motori che potrebbero celare, in realtà, tentativi malriusciti di esecuzione intenzionale di movimenti, e riflessi automatici privi di intenzionalità di alcun genere. Per avere un’idea dell’entità del fenomeno, basta considerare che, in Italia, una persona ogni tre che si trova in coma, ha un’età compresa tra 0 e 15 anni e circa 700 bambini si trovano attualmente in SV. La dottoressa Zettin ed il suo gruppo di ricerca, tra cui il dottor Danilo Dimitri, vogliono rispondere all’esigenza di riuscire a sviluppare un’interfaccia cervello-computer che permetta di rilevare, grazie a misurazioni non invasive, come quelle elettroencefaliche ed elettromiografiche, le intenzioni motorie di questi pazienti indipendentemente dal fatto che producano o meno un movimento visibile all’esaminatore. L’ipotesi progettuale presuppone che le persone con basso grado di coscienza siano in grado di pianificare i movimenti richiesti dall’esterno, ma non siano in grado di eseguirli correttamente. Grazie ad un innovativo metodo di analisi di questi segnali elettrofisiologici, cercheranno di isolare e classificare i cosiddetti potenziali elettrici di prontezza, usati per la prima volta in pazienti non responsivi. L’analisi di questi segnali permetterebbe di distinguere tra movimenti totalmente inconsapevoli (es. riflessi) e movimenti intenzionali rivelando la presenza di intenzione e coscienza. L’obiettivo principale è quello di sviluppare un’interfaccia cervello-computer in grado di fornire ulteriori dettagli diagnostici che possano rilevare gradi di coscienza in pazienti non responsivi, attraverso la realizzazione di un software dedicato. Il programma computerizzato consentirà l’analisi di specifici parametri elettrofisiologici (Elettroencefalografia, EEG) ed elettromiografici (Elettromiografia, EMG), per distinguere i movimenti intenzionali da quelli riflessi. L’interfaccia progettata, non solo permetterebbe una migliore diagnosi nelle realtà cliniche, ma consentirebbe anche ai pazienti stessi di comunicare semplici intenzioni (es. “sì”, “no”) al personale medico, aumentando considerevolmente la loro qualità di vita e l’efficacia delle terapie neuro-riabilitative. Attualmente sono state concluse le operazioni di creazione del paradigma sperimentale e del software, mentre l’applicazione sperimentale è in corso di svolgimento presso il Centro Puzzle.

 

L’Esercito alla Sandhurst di West Point

Si è appena conclusa la competizione militare internazionale denominata Sandhurst 2018 presso la United States Military Academy (USMA) di West Point – New York – U.S.A alla quale ha partecipato una rappresentativa di Ufficiali frequentatori del 195° corso del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito di Torino. La Sandhurst, aperta agli ufficiali allievi delle accademie militari mondiali, ha visto la partecipazione di 64 squadre provenienti da: America, Australia, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Corea del Sud, Germania, Giappone, Lettonia, Messico, Polonia e Regno Unito.  Le gare si sono svolte tra il 13 ed il 14 aprile , nel comprensorio militare di West Point su un percorso complessivo di circa 50 km. La competizione si è sviluppata in un arco temporale di 36 ore continuative, nel quale ogni squadra è stata sottoposta ad esercizi valutativi quali percorsi di functional fitness, tiri con armi portatili (pistola M9 e fucile M4), assalto di squadra, navigazione notturna, primo soccorso ed esfiltrazione di ferito, superamento di un percorso ad ostacoli ed attivazione NBC, impiego messaggistica NATO e superamento di  un corso d’acqua con gommone. La partecipazione alla gara ha richiesto elevati standard addestrativi, le squadre sono state valutate sulla capacità di operare in condizioni di criticità ed in team, sulla capacità di leadership, di orientamento e navigazione topografica diurna e notturna. La rappresentativa italiana, alla sua prima partecipazione, ha ottenuto un risultato di tutto rispetto, ottenendo la Bronze Standard Patches. La gara, nata nel 1967 con l’intento di confrontare le capacità addestrative dei cadetti di Regno Unito e Stati Uniti, con il passare del tempo ha visto un incremento delle Nazioni partecipanti. L’esperienza addestrativa, dall’alto valore formativo, ha permesso ai nostri ufficiali di potersi confrontare con i vari colleghi non solo dal punto di vista tecnico professionale, ma anche dal quello umano, potendo operare sinergicamente, scambiare opinioni ed approcci nei confronti delle varie situazioni proposte.

Imparare la Storia con Radetzky’s march

STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
Ultimi giorni per rendere fattivo il progetto di Sergio Schiavi. Interessante ed istruttivo incontrarlo. Mi si è aperto un mondo per me totalmente sconosciuto.  Un sogno che si concretizza anche grazie al web. Presentandosi mi descrive cosa ha  “inventato”. Cartografo tecnico e disegnatore informatico, collaboratore di storici del calibro del professore Alessandro Barbero, diventa imprenditore per realizzare il suo sogno di “fare”, ideando progettando e finanziando la sua “creatura” Radetzky’s march, simulazione della battaglia di Novara del 1848 tra piemontesi ed austriaci. Ci sentiamo telefonicamente e capisco l’urgenza ma non il perché. Capirò dopo.Spiegarmi non e stato facile e Sergio pazientemente è ritornato indietro e mi ha reso edotto. Prima realizza a tavolino disegnando e stabilendo regole del gioco. Per finanziare e produrre l’idea si rivolge ad una piattaforma che raccoglie fondi.Piattaforma che ha sede negli Usa. Qui la prima prova da superare. Si chiama Kickstarter. Già raccolti 4 milioni di euro per musica, cultura, storia e giochi. Non accettano chiunque, verificando requisiti etici della proposta e del proponente. 15 giorni di lavoro. Proposta accettata. Si mette in moto il meccanismo, obiettivo: in 45 giorni raccogliere sui 9000 euro. Si sottoscrivono quote da 33 euro che daranno poi diritto a un gioco da tavolo. Si paga con carta di credito. La cifra viene accreditata solo se è  raggiunto l’obiettivo dei 9000 euro e la piattaforma si retribuirà con  l’8% del raccolto. Se non si raggiunge la cifra nulla è dovuto e la  quota ritorna ai sottoscrittori. Giorni cruciali per raggiungere la cifra, poi la produzione. Si sono già offerti dei rivenditori. Manca poco. All’inizio ha reagito positivamente il mercato anglo americano. Poi gli italiani sono accorsi in massa. Nel mentre mi spiega anche di storia risorgimentale. In particolare come un generale austriaco di 84 anni riesce a sconfiggere l’esercito piemontese tre volte più numeroso e gli austriaci più organizzati, direi come al solito. E  il professor Alessandro Barbero testa il Gioco nel suo profilo Facebook. Sergio Schiavi è persona eclettica.Gli chiedo: quante ore stai davanti al video? “Anche 10. Ne vale la pena. Ma non disdegno viaggiare. Andare sul posto per rendersi conto”. Questa raccolta di fondi mi sembra una specie di azionariato diffuso. “Si, Patrizio, molto diffuso nel mondo anglosassone. Cosa “portano a casa” nel sottoscrivere”? Partecipare ad un progetto…e non è poco. Dai,  Sergio, ci riuscirai. Da parte mia ho sottoscritto chiedendo ad amici e conoscenti di farlo.In bocca al Lupo. 

Via Germagnano: demolite due casette del campo nomadi

In base al nuovo regolamento che prevede la ricollocazione delle persone che vivono nel campo, i tecnici del Comune di Torino coadiuvati dal Reparto informativo minoranze etniche della polizia municipale, hanno abbattuto due casette del campo nomadi di via Germagnano. Erano inagibili e non abitate e considerate pericolose per la sicurezza.  Il comandante della polizia municipale di Torino, Emiliano Bezzon ha spiegato che questi interventi sono possibili anche grazie alla presenza di pattuglie miste di militari e forze di polizia dello stato, fortemente volute dal prefetto.

INTERCONNESSIONE ITALIA – FRANCIA: TERNA AVVIA LA POSA DEL CAVO SULLA A32

La Società impegnata a mitigare i disagi alla viabilità

In questi giorni è in fase di apertura il cantiere lungo l’autostrada del Frejus, la A32, che dall’altezza di Condove proseguirà fino a Borgone. Tali lavori si protrarranno fino alla fine di giugno, garantendo la percorribilità dell’arteria in entrambi i sensi di marcia, anche se una corsia resterà chiusa per consentire le opere di scavo e la posa dei cavi. Successivamente, i lavori coinvolgeranno altre tratte dell’A32 e saranno preventivamente comunicati. I disagi saranno inevitabili ma Terna, coordinata con gli enti coinvolti, metterà in campo tutti gli accorgimenti necessari per limitare l’impatto sulla viabilità autostradale.I cantieri, operativi h24 per favorire una durata limitata delle attività, saranno chiusi nei periodi festivi e in quelli di maggior afflusso turistico. Terna provvederà, inoltre, a garantire una comunicazione continuativa delle attività di cantiere, per fornire ai cittadini delle aree coinvolte tutte le informazioni su tempi e modalità di avanzamento dei lavori.L’interconnessione Italia-Francia è un progetto unico al mondo per soluzioni ingegneristiche, tecnologiche e ambientali utilizzate: 190 km di linea (95 in Italia e 95 in Francia) per collegare le stazioni elettriche di Piossasco e Grand’Ile. Un collegamento “invisibile”, poiché completamente in cavo interrato, che consentirà di aumentare del 60 per cento la capacità di scambio di energia elettrica tra Francia e Italia garantendo maggiore sicurezza, decongestionamento della rete, riduzione del costo dell’energia.

(foto archivio)

 

E’ MORTO CLAUDIO RIVOIRA STORICO VICEPRESIDENTE DI CIA TORINO

Lo ricorda il presidente Roberto Barbero: «Era un vero agricoltore, saggio e pragmatico»

E’ improvvisamente deceduto questa mattina all’età di 55 anni, Claudio Rivoira, viticoltore e allevatore di Bricherasio, figura storica della Confederazione italiana agricoltori di Torino. «Claudio era una persona molto generosa e amata da tutti – lo ricorda il presidente di Cia Torino, Roberto Barbero -, alla nostra organizzazione ha dato molto, ricoprendo ruoli direttivi fin dalla metà degli Anni Ottanta. Era un vero agricoltore, saggio e pragmatico». In particolare, Rivoira è stato vicepresidente vicario di Cia Torino dalla fine degli Anni Novanta al 2012 e poi vicepresidente con delega alla Montagna e al Vitivinicolo fino al 2017. Attualmente era vicepresidente di Condifesa Torino, consigliere di amministrazione del Gal Escarton e valli Valdesi e consigliere di amministrazione della Vignaioli Piemontesi. E’ stato anche presidente della Cantina sociale di Bricherasio. Lascia la moglie Marinella Lausarot e tre figli.

 

Naufragio di Valentino e Valentina, colpa dei puntoni sganciati?

Al Palazzo di giustizia di Torino è stata discussa la perizia ordinata dal tribunale per capire le cause del  naufragio, avvenuto con la piena del 25 novembre 2016, dei battelli turistici sul Po  Valentino e valentina. Per la vicenda sono  indagati  quattro dirigenti  GTT. In base alla perizia uno dei due battelli si sarebbe  messo di traverso alla corrente dopo lo sganciamento dei puntoni di appoggio, non riuscendo così a resistere alla forte  pressione della massa d’acqua. Le cime hanno ceduto e il battello  ha trascinato  anche l’altro.

 

(foto: Mihai Bursuc)

Piazza San Carlo e il terrorismo sociale

STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto

Le due notizie viaggiano parallele. Due notizie che  partono dai tragici fatti di Piazza San Carlo. I possibili rinvii a giudizio della Sindachessa e dei funzionari pubblici per le mancate preventive norme di sicurezza. L’arresto di giovani magrebini che avrebbero causato disordini per compiere le loro rapine. Toccherà alla magistratura decidere se i fatti essendo reati siano da tradurre in condanne. Noi in Italia, magari a fatica, siamo in uno stato di diritto  democratico basato sulla divisione dei poteri. Certo che (credo) il magistrato che chiederà al Gip il rinvio a giudizio non lo farà a cuor leggero ed abbia le relative prove. Non é una anticipazione del verdetto. Che i pentastellati siano stai intempestivi in questi anni nel denunciare le magagne di altri e  nel condannare seduta stante è un fatto. A mia memoria Chiara Appendino é forse la prima Sindachessa che verrebbe rinviata a giudizio .Triste primato. Siamo curiosi nell’eventualità, di quali saranno le reazioni pentastellate. Vale sempre il detto di non fare agli altri ciò che non si vuole che venga fatto a se stessi. Sugli arrestati innanzitutto complimenti alle forze dell ordine. Presumo che le indagini siano state difficili, articolate e svolte con dedizione in ambienti ostili, magrebini della seconda generazione.Nati nel nostro paese. Complimenti per il riserbo sulle indagini. La digos è intervenuta, forse anche l’antiterrorismo .Ed anche qui non penso che gli arresti siano stati fatti con leggerezza. Non mi intendo più di tanto di diritto penale, ma creare il panico é un atto terroristico. La morte di una persona e i 1500 feriti testimoniano questi giudizi. Tragicamente vari fattori si sono intersecati producendo la disgrazia che poteva essere una tragedia. Evoluzioni? Vedremo.  Sta di fatto che siamo di fronte ad un atto terroristico .Possibile che gli arrestati non sapessero valutare le conseguenze? Si sono addirittura vantati via web. Qualcuno ha confessato. Pochi dubbi sulla loro consapevolezza. Seconda generazione. Ho subito pensato a Parigi e alle sue periferie, d’ istinto all’immigrazione e alla convivenza. Siamo ad una nuova categoria del fenomeno, un salto di qualità non militare ma sociale e comportamentale .Mediatori culturali, forze politiche e forze di polizia possono solo collaborare tra loro per capire, limitare e reprimere il fenomeno. Rassegnarsi nel convivere con il problema ma non rassegnarsi nel contrastarlo e vincerlo.

 

 

(foto: il Torinese)

Auto finisce nei campi, tre giovani in ospedale

Un incidente stradale sull’autostrada A5 Torino-Aosta avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi.  Una vettura è uscita fuori strada e tre giovani di Pont Saint Martin, di 22, 24 e 25 anni, sono rimasti feriti  all’altezza del Comune di Foglizzo. Viaggiavano su una Ford Fiesta che è finita nei campi a lato delle corsie in direzione Torino. E’ possibile che il conducente abbia  sterzato per evitare un altro veicolo ma ha perso il controllo della vettura. I tre ragazzi sono stati ricoverati all’ospedale di Chivasso e non sono in pericolo di vita.