CRONACA- Pagina 1258

Segnalavano su Whatsapp i posti di blocco

I social sono spesso un’arma a doppio taglio. Se è vero che sovente sono utilissimi per comunicare con il mondo in tempo reale, talvolta un cattivo utilizzo può anche comportare guai con la giustizia.

Ciò è quanto accaduto a 23 persone della provincia di Asti, per lo più giovani, che sono stati denunciati a piede libero dai carabinieri della stazione di Mombercelli alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Asti per il reato di interruzione di pubblico servizio in concorso. L’imputazione è arrivata, al termine di indagini approfondite, per la loro partecipazione attiva ad una ‘chat’ di whatsapp, chiamata ‘Posti di blocco’, composta da circa 300 membri, residenti in comuni della provincia astigiana. Qui venivano segnalate le posizioni delle pattuglie delle forze di polizia presenti sul territorio per poter eludere i controlli. L’accesso a questa chat avveniva esclusivamente su invito dei promotori o degli altri partecipanti già accreditati, con l’obiettivo di comunicare, in tempo reale, il luogo dove le pattuglie stavano effettuando i controlli di polizia vanificando, in parte, le attività di prevenzione e repressione dei reati. Un membro della chat, comprendendo il danno sociale che provocavano tali illecite comunicazioni, che potenzialmente diminuivano l’efficacia del dispositivo di prevenzione sul territorio delle Forze dell’Ordine, decideva di informare i Carabinieri di Mombercelli di quanto stava avvenendo, fornendo utili indicazioni ai militari per portare a termine l’attività d’indagine.

Massimo Iaretti

Coniugi vendono barca e li pagano con 100 mila franchi svizzeri (falsi)

I poliziotti della Squadra Mobile di Torino hanno arrestato per il reato di truffa aggravata  due cittadini stranieri, un 31enne francese e un 38enne serbo. L’operazione trae origine dalla messa in vendita, nello scorso mese di novembre, di una barca su un sito internet al costo di 67 mila franchi svizzeri (59198 euro) da parte di un cittadino elvetico e di sua moglie. L’uomo, nei giorni successivi, veniva contattato più volte da una donna presentatasi come segretaria di un uomo interessato all’acquisto.Dopo il primo incontro conoscitivo sono susseguite diverse telefonate fino all’appuntamento conclusivo avvenuto sabato pomeriggio presso la sala congressi, debitamente prenotata, di un albergo del centro di Torino.I truffatori erano riusciti a convincere i coniugi che dalla vendita dell’imbarcazione avrebbero realizzato un guadagno superiore rispetto a quello inizialmente previsto: i venditori, infatti, avrebbero dovuto consegnare 60 mila euro in contanti in cambio di 100 mila franchi svizzeri, equivalenti a 88355 euro. Avrebbero avuto, così, per sé una somma a garanzia della vendita (28355 euro) per poi essere saldati con successivo bonifico bancario di 53400 euro (cifra complessiva di vendita 81.755€).Nel pomeriggio di sabato, come da accordi,  avveniva lo scambio presso l’albergo: 60 mila euro in contanti in cambio di 100 mila franchi svizzeri (falsi). I coniugi avevano anche acquistato una apparecchiatura in grado di rilevare le banconote false, ma i truffatori si erano già premurati di fare un conteggio fraudolento del denaro mediante un loro dispositivo, vanificando così le precauzioni dei venditori della barca.All’atto della firma del contratto, gli acquirenti hanno riferito di voler prima provvedere al deposito in banca dei 60000 €, pertanto, chiedevano ai venditori di attendere una loro telefonata, allontanandosi con questa scusa dalla struttura. Personale della Squadra Mobile aveva notato i due stranieri entrare all’interno dell’Hotel, per uscirne poco dopo a passo sostenuto, dirigendosi verso corso Vittorio. Insospettiti, hanno fermato i due per un controllo. All’interno di un trolley detenevano la macchinetta conta soldi e una  mazzetta da 10 banconote da 1000 franchi svizzeri, oltre ai 60 mila euro in contanti, riposti nella tasca interna della giacca. I poliziotti hanno fatto ingresso nell’Hotel ed hanno immediatamente individuato le vittime, ancora ignare di quanto accaduto, alle quali hanno spiegato di essere state truffate. Difatti, gli operatori facevano notare ai coniugi che sulle banconote ricevute poc’anzi dai malviventi vi era addirittura la scritta FAC-SIMILE.

Massimo Iaretti

 

 

Giovedì autopsia per Marisa, la donna rimasta tetraplegica dopo piazza San Carlo

Giovedì sarà effettuata l’autopsia sul corpo di Marisa Amato, la donna di 65 anni diventata tetraplegica a seguito dei traumi dovuti alla calca del 3 giugno 2017 a Torino, vicino a piazza San Carlo, dove si scatenò il panico durante la proiezione su maxi schermo della partita della Juventus . La donna è morta venerdì scorso per un’infezione alle vie respiratorie. La procura della Repubblica di Torino intende  conoscere se ci sia stato un legame tra l’incidente del 2017 e il decesso. Sono due le inchieste, con ipotesi di reato di omicidio colposo per la morte della donna, sui presunti responsabili organizzativi e amministrativi della serata di Champions,  che vede interessati la sindaca Appendino, l’ex questore Sanna e altre 13 persone ora nella fase dell’udienza preliminare. E’ poi coinvolto il gruppo di quattro giovani rapinatori dello spray al peperoncino, che sono indagati per omicidio preterintenzionale.

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LA SALA ROSSA HA RICORDATO MARISA AMATO

In apertura di seduta, il Consiglio comunale si è raccolto in un minuto di silenzio in memoria di Marisa Amato, scomparsa venerdì 25 gennaio al CTO di Torino all’età di 65 anni. Il 3 giugno 2017 la donna fu travolta dalla folla in fuga quando in piazza San Carlo, durante la proiezione della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid, si scatenò il panico; a seguito delle lesioni riportate la donna era rimasta tetraplegica.

AL REGINA MARGHERITA IL PRIMO PROGETTO DI OSPEDALIZZAZIONE PEDIATRICA A DOMICILIO

“Voglio stare a casa… Vieni tu”, rivolto ai pazienti affetti da patologia oncologica e oncoematologica

Ridurre i disagi psicologici e sociali per i piccoli pazienti e per le loro famiglie attraverso l’ospedalizzazione a domicilio. Garantire un insieme di prestazioni mediche secondo piani individuali, in base ai singoli bisogni ma in piena sicurezza, diminuendo il numero di accessi e il tempo trascorso in ospedale e rendendo così anche più efficiente l’attività ambulatoriale.Sono gli obiettivi del progetto “Voglio stare a casa… Vieni tu”, rivolto ai pazienti affetti da patologia oncologica e oncoematologica in età pediatrica, realizzato grazie all’accordo di collaborazione stipulato fra l’azienda ospedaliera universitaria Città della Salute di Torino, il Dipartimento di Pediatria e Specialità pediatriche dell’ospedale Regina Margherita, Casa Ugi e l’associazione Apl Ail.Il progetto è stato presentato questa mattina in Regione Piemonte dal presidente della Giunta regionale Sergio Chiamparino, dall’assessore alla Sanità Antonio Saitta, dal direttore generale della Città della Salute Silvio Falco, dalla direttrice del Dipartimento di Pediatria e Specialità pediatriche del Regina Margherita Franca Fagioli, dal presidente di Casa Ugi Enrico Pira, dalla presidente dell’Associazione Apl Ail Federica Galleano.Si tratta del primo esempio di ospedalizzazione pediatrica a domicilio. Questo nuovo approccio, che si inserisce nel sempre più importante percorso di umanizzazione delle cure, permetterà ai piccoli pazienti affetti da patologia oncologica e oncoematologica di effettuare a domicilio i prelievi ematici e le medicazioni necessarie, programmando la visita medica in ospedale solo in caso di necessità. La visita, qualora necessaria, verrebbe comunque effettuata il giorno stesso o il giorno successivo all’esame.“Da parte nostra c’è il pieno sostegno e il pieno apprezzamento per l’iniziativa, tanto che questo progetto verrà esteso e inserito all’interno del sistema sanitario piemontese – sottolinea il presidente Chiamparino -. È anche la dimostrazione di come nella medicina dei prossimi anni, più che il numero dei posti letto conterà come questi verranno messi in relazione con il territorio e con la rete dei servizi. La vera sfida sarà rafforzare questa continuità fra ospedale e territorio, rendendola organica nella nostra sanità”.“Mi assumo l’impegno – aggiunge l’assessore Saitta – di organizzare entro il mese di febbraio un incontro con i direttori generali delle aziende sanitarie e con i professionisti che operano nella Pediatria per programmare l’estensione di questo progetto a tutto il Piemonte, anche mettendo a disposizione risorse dedicate. È d’altronde nostra intenzione strutturare una forte rete di pediatria sul territorio regionale, rafforzando la messa a sistema delle competenze per aumentare la qualità delle prestazioni offerte ai pazienti”.Il progetto pilota del Regina Margherita, in questa fase iniziale, si occuperà di 10 pazienti al giorno, residenti a Torino o nei Comuni limitrofi oppure ospitati nelle strutture di accoglienza che collaborano con l’ospedale.Attraverso questo nuovo modello verranno personalizzate le cure in base alle esigenze dei bambini e delle famiglie, offrendo allo stesso tempo un livello di sicurezza pari a quello ospedaliero e riducendo le conseguenze emotive negative dovute ai ricoveri, nell’immediato e a lungo termine.

 

Pierpaolo Berra

 

 

 

 

 

 

 

 

Un altro caso di minaccia con ascia

Nel primo pomeriggio di sabato, militari  del NOR e delle Stazioni Carabinieri di Casale  e Ticineto Po (AL)  intervenivano presso una abitazione di Frassineto Po, dove era stata segnalata la presenza di un cittadino straniero che stava minacciando due persone che si trovavano all’interno di una abitazione. Giunti sul posto i militari trovavano un nigeriano 26enne, regolare sul territorio nazionale, armato di un martello e un’ascia, che stava effettivamente minacciando i richiedenti e successivamente i militari. A seguito di vari tentativi di calmare lo straniero e dopo che il medesimo aveva colpito con l’ascia la porta dell’abitazione dei richiedenti, si rendeva necessaria da parte dei militari l’uso dello “spray” in dotazione, che permetteva di immobilizzare il nigeriano e consentirne il trasporto presso l’Ospedale di Casale Monferrato, dove veniva ricoverato nel Reparto di Psichiatria, senza che nessuno rimanesse ferito. Lo straniero veniva denunciato per violenza e minaccia a pubblico ufficiale e porto abusivo di armi ed oggetti atti ad offendere.

Massimo Iaretti

Pirata della strada abbandona due ragazzine ferite e fugge

Viaggiava  in corso Toscana verso  via Borgaro, quando all’altezza di corso Potenza l’auto  si è schiantata contro una banchina. L’automobilista, dopo lo schianto, ha abbandonato in strada due ragazze 17enni che erano a bordo e sono rimaste ferite, ed è fuggito. Sono state trasportate al Maria Vittoria in ambulanza, e per una delle due la prognosi è riservata. La polizia municipale è impegnata ora a rintracciare l’uomo in fuga.

 

(foto archivio – il Torinese)

Sgominata la banda dei ladri di carte di credito

I Carabinieri della Stazione di Gattinara hanno arrestato, in Lozzolo (Vercelli), A.D., 38enne, anagraficamente residente a Broni (Pavia), pregiudicato per reati contro il patrimonio, perché ritenuto responsabile di concorso in furto aggravato e indebito utilizzo di carte di credito. L’arresto è avvenuto ieri pomeriggio, in esecuzione di un’Ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Procura della Repubblica di Tempio Pausania nei confronti dell’uomo e di due donne S.B., 47enne di Fidenza (Parma) e J.B., 32enne di Lucca, anch’esse con precedenti per reati contro il patrimonio, complici nella commissione di numerosi furti commessi tra luglio ed agosto scorsi in più negozi di comuni della Costa Smeralda: Palau, Porto Cervo, Baja Sardinia, Cannigione, Abbiadori, San Pantaleo e Porto San Paolo.  I tre, tutti appartenenti a famiglie di nomadi, agivano all’interno di esercizi commerciali dove, secondo un copione consolidato, uno dei tre fingeva interesse per un prodotto (dall’abbigliamento, alle calzature o a borse di valore) distraendo l’attenzione della commessa di turno dall’azione furtiva dei complici che, nel frattempo, mettevano a segno il colpo, sottraendo portafogli, denaro, bancomat, carte di credito o borse griffate. Attraverso le indagini, condotte in collaborazione tra i Carabinieri di Porto Cervo, Arzachena, Palau, Porto Rotondo, Golfo Aranci e Porto San Paolo, coordinate dalla Procura della Repubblica di Tempio Pausania, i tre sono stati identificati e colpiti da provvedimenti restrittivi. Il coordinamento tra i Reparti dell’Arma dei Carabinieri ha consentito, in sole poche ore, di individuare i destinatari delle misure in territori lontani dall’isola. In particolare, i Carabinieri di Gattinara si sono attivati sul territorio, dove era stata segnalata la presenza dell’uomo e, dopo un paziente servizio di ricerca ed osservazione, sono riusciti ad individuare il 38enne a Lozzolo, non lontano dal domicilio di alcuni parenti, pur non essendovi mai stato residente e sconosciuto ai militari che potevano solo contare su una sua immagine.  In contemporaneità con i Carabinieri di Lucca, che nel frattempo avevano individuato le due donne in località Nozzano San Pietro, i tre complici sono stati bloccati ed arrestati. Il 38enne, è stato associato alla Casa Circondariale di Vercelli, mentre le due donne sono state rispettivamente associate alla Casa Circondariale di Firenze e agli arresti domiciliari, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria

Massimo Iaretti

 

La musica dell'Olocausto nel tascabile del Consiglio regionale

Nei campi di prigionia e nei lager non c’era solo il silenzio rotto, di tanto in tanto, dal lamento degli internati o dalle grida delle guardie. C’era tanta musica e di ogni genere: classica, da ballo, jazz, inni, opere liriche, canzonette, cabaret

E anche molta musica sacra appartenente alla tradizione ebraica, cattolica e protestante. A fornirne un’agile panoramica è “La musica dell’Olocausto. Suoni e canzoni dai lager”, il nuovo volumetto della collana “I tascabili di Palazzo Lascaris”, appena pubblicato. La musica dell’Olocausto fu composta nei ghetti, nei campi di concentramento, tra i rifugiati o nella clandestinità, come espressione del dolore e dello sgomento, del senso di rivolta e di speranza di coloro che erano vittime delle persecuzioni politiche e razziali messe in atto dalla Germania nazista e dai suoi alleati tra il 1933 e il 1945. Tra i loro nomi figurano quelli del poeta e musicista Shmaryahu “Shmerke” Kaczerginski, della musicista e cantante Esther Béjarano, del pianista, compositore e direttore d’orchestra Victor Ullmann, del cantante e intrattenitore Willy Rosen, della studiosa di musica ebraica Johanna Spector, del compositore Carlo Taube e delle autrici di poesie Selma Meerbaum Eisinger e Ilse Weber. La pubblicazione – scrive il presidente del Consiglio regionale e del Comitato Resistenza e Costituzione Nino Boeti nella presentazione – è frutto della consapevolezza che, “come sostiene il pianista e compositore italiano Francesco Lotoro, che da oltre trent’anni cerca, archivia ed esegue la musica composta nei campi di prigionia e di concentramento, ‘se questa musica non viene fatta conoscere al mondo, è come se non fosse mai uscita dal lager. E suonarla anche solo una volta significa riscattarla e ottenere quella giustizia che non è stata concessa al compositore’”. Il tascabile, distribuito gratuitamente attraverso gli Uffici relazioni con il pubblico del Consiglio e della Giunta regionale, è consultabile anche on line all’indirizzo www.cr.piemonte.it/dwd/pubblicazioni/tascabili/tascabile_79.pdf

La musica dell’Olocausto nel tascabile del Consiglio regionale

Nei campi di prigionia e nei lager non c’era solo il silenzio rotto, di tanto in tanto, dal lamento degli internati o dalle grida delle guardie. C’era tanta musica e di ogni genere: classica, da ballo, jazz, inni, opere liriche, canzonette, cabaret

E anche molta musica sacra appartenente alla tradizione ebraica, cattolica e protestante. A fornirne un’agile panoramica è “La musica dell’Olocausto. Suoni e canzoni dai lager”, il nuovo volumetto della collana “I tascabili di Palazzo Lascaris”, appena pubblicato. La musica dell’Olocausto fu composta nei ghetti, nei campi di concentramento, tra i rifugiati o nella clandestinità, come espressione del dolore e dello sgomento, del senso di rivolta e di speranza di coloro che erano vittime delle persecuzioni politiche e razziali messe in atto dalla Germania nazista e dai suoi alleati tra il 1933 e il 1945. Tra i loro nomi figurano quelli del poeta e musicista Shmaryahu “Shmerke” Kaczerginski, della musicista e cantante Esther Béjarano, del pianista, compositore e direttore d’orchestra Victor Ullmann, del cantante e intrattenitore Willy Rosen, della studiosa di musica ebraica Johanna Spector, del compositore Carlo Taube e delle autrici di poesie Selma Meerbaum Eisinger e Ilse Weber. La pubblicazione – scrive il presidente del Consiglio regionale e del Comitato Resistenza e Costituzione Nino Boeti nella presentazione – è frutto della consapevolezza che, “come sostiene il pianista e compositore italiano Francesco Lotoro, che da oltre trent’anni cerca, archivia ed esegue la musica composta nei campi di prigionia e di concentramento, ‘se questa musica non viene fatta conoscere al mondo, è come se non fosse mai uscita dal lager. E suonarla anche solo una volta significa riscattarla e ottenere quella giustizia che non è stata concessa al compositore’”. Il tascabile, distribuito gratuitamente attraverso gli Uffici relazioni con il pubblico del Consiglio e della Giunta regionale, è consultabile anche on line all’indirizzo www.cr.piemonte.it/dwd/pubblicazioni/tascabili/tascabile_79.pdf