“Voglio tranquillizzare e ringraziare chi si è preoccupato, dovrò annullare gli impegni dei prossimi giorni, ma saranno riprogrammati presto”. Dopo l’incidente stradale che lo ha coinvolto a Orbetello è lo stesso Piero Fassino, che ha riportato la frattura dello sterno, con venti giorni di prognosi, a rassicurare gli amici su Facebook. “A parte il forte dolore causato dalla frattura – scrive sul social – sto bene”.
(Foto: il Torinese)
“Voglio tranquillizzare e ringraziare chi si è preoccupato, dovrò annullare gli impegni dei prossimi giorni, ma saranno riprogrammati presto”. Dopo l’incidente stradale che lo ha coinvolto a Orbetello è lo stesso Piero Fassino, che ha riportato la frattura dello sterno, con venti giorni di prognosi, a rassicurare gli amici su Facebook. “A parte il forte dolore causato dalla frattura – scrive sul social – sto bene”.
(Foto: il Torinese)
Attività illegali all’interno dell’ex MOI
Sono anni che cerchiamo di far capire l’urgenza di sgomberare gli edifici dell’ex MOI. I reati che potevano essere orditi all’interno di questi locali era ben più che un semplice sospetto dichiara Eugenio Bravo. Oggi grazie alla grande professionalità dei poliziotti della Squadra Mobile di Torino e grazie all’ impeccabile attività di indagine svolta, si è potuto dimostrare che i sospetti di attività illegali erano più che semplici congetture. Un grande plauso va ai nostri colleghi per l’eccellente operazione compiuta, continua il Segretario del Siulp, ma dalla quale emerge la forte esigenza di liberare l’area dell’ex MOI da queste inquietanti presenze. Spiace soltanto che sia stato necessario far trascorrere molto tempo e si è dovuto sopportare le critiche e le molte contestazioni da parte di chi, come al solito, intriso dal pregiudizio, vede tutti gli extracomunitario, sempre solo come vittime, sempre e solo soggetti deboli e sempre degni di attenzione, considerazione e giustificazione. Grazie alla polizia di Torino può iniziare quell’ opera di risanamento dell’ex MOI recuperando il senso di sicurezza e di giustizia e non solo per i cittadini residenti e da tempo preoccupati delle attività illegali messe in atto da molti occupanti dell’ex NOI, ma anche per gli extracomunitari vittime, questi sì, di trafficanti senza scrupoli.
Il Segretario Generale Siulp Torino Eugenio Bravo
Attività illegali all’interno dell’ex MOI
Sono anni che cerchiamo di far capire l’urgenza di sgomberare gli edifici dell’ex MOI. I reati che potevano essere orditi all’interno di questi locali era ben più che un semplice sospetto dichiara Eugenio Bravo. Oggi grazie alla grande professionalità dei poliziotti della Squadra Mobile di Torino e grazie all’ impeccabile attività di indagine svolta, si è potuto dimostrare che i sospetti di attività illegali erano più che semplici congetture. Un grande plauso va ai nostri colleghi per l’eccellente operazione compiuta, continua il Segretario del Siulp, ma dalla quale emerge la forte esigenza di liberare l’area dell’ex MOI da queste inquietanti presenze. Spiace soltanto che sia stato necessario far trascorrere molto tempo e si è dovuto sopportare le critiche e le molte contestazioni da parte di chi, come al solito, intriso dal pregiudizio, vede tutti gli extracomunitario, sempre solo come vittime, sempre e solo soggetti deboli e sempre degni di attenzione, considerazione e giustificazione. Grazie alla polizia di Torino può iniziare quell’ opera di risanamento dell’ex MOI recuperando il senso di sicurezza e di giustizia e non solo per i cittadini residenti e da tempo preoccupati delle attività illegali messe in atto da molti occupanti dell’ex NOI, ma anche per gli extracomunitari vittime, questi sì, di trafficanti senza scrupoli.
Il Segretario Generale Siulp Torino Eugenio Bravo
Sono circa 150mila gli abitanti del Piemonte che ad oggi non riescono a ricevere il segnale Rai Piemonte, circa il 13% della popolazione regionale considerata nell’indagine. Una cifra che sale al 19% per le aree montane e collinari
Questo il dato emerso dall’ultimo monitoraggio promosso dal Corecom Piemonte e al quale hanno risposto 423 Comuni, in rappresentanza di 1.157.237 abitanti. L’indagine rivela inoltre che le aree più critiche sono rappresentate dal Cuneese (in particolare l’Alta langa), la Valle Elvo (nel Biellese) e le Valli del Monviso. “Il Corecom, anche attraverso monitoraggi periodici, continua ad essere il punto di riferimento per i cittadini e per gli enti locali che lamentano la mancanza di un servizio pubblico fondamentale. L’incontro di oggi vuole essere quindi l’occasione per confrontarci con la Rai e i rappresentanti del territorio allo scopo di trovare possibili soluzioni”. Questo il punto di partenza per il presidente del Comitato regionale per le Comunicazioni (Corecom) del Piemonte Alessandro De Cillis, anche vice presidente nazionale Corecom e delegato al tavolo Tv 4.0 presso il Mise, aprendo a Palazzo Lascaris la conferenza stampa “Segnale Rai: segnali di speranza?” in merito alla terza indagine sulla qualità percepita del segnale Rai in Piemonte. “In una epoca in cui siamo costantemente impegnati sul fronte della lotta alle fake news – spiega De Cillis – il servizio giornalistico di qualità garantita diventa un punto di riferimento necessario. La rai sul territorio rappresenta una sentinella della corretta informazione” Un problema importante sottolineato anche dal presidente del Consiglio regionale Nino Boeti, che ritiene “incomprensibile come nel mondo interconnesso di oggi a livello globale esistano ancora dei territori che non riescono a vedere le trasmissioni Rai regionali”. I dati illustrati riguardano il terzo monitoraggio condotto dal Corecom con l’obiettivo di conoscere le aree del territorio con problemi di ricezione del segnale Rai, in particolare quelle legate alla ricezione dei canali diffusi dagli impianti
multiplex della televisione digitale terrestre (Mux 1) che permettono di trasmettere Rai 1, Rai 2, Rai 3 – Piemonte, Rai News. Dalla ricerca emerge che gli impianti di diffusione comprendenti l’offerta completa dislocati sul territorio sono ventotto, centodieci quelli che diffondono il segnale regionale. Gli impianti gestiti da Comuni e Unioni di Comuni dedicati esclusivamente alla diffusione del segnale regionale ammontano a centocinquantanove. Obiettivo finale della ricerca è stato quello di fornire una mappatura pubblica delle zone di copertura del segnale e degli impianti proponendo in sinergia a Regione, Enti locali e Rai un piano di interventi volto ad ampliare la copertura del segnale. Filippo Lucci, presidente coordinamento nazionale dei Corecom e del CorecomAbruzzo, ha ricordato come la tematica riguardi la democrazia di un Paese e la possibilità di sviluppo di un territorio e ha ribadito: “siamo in una fase sociale nella quale l’informazione è il fondamento su cui costruire la democrazia – ha spiegato Lucci, presidente coordinamento nazionale dei Corecom e del Corecom Abruzzo – La centralità dell’informazione qualificata rende sempre più necessario il ruolo di una emittente autorevole, ma non è secondaria la necessità di individuare le risorse, anche a livello regionale, per sostenere i Comuni nella sostituzione o nel rinnovo degli impianti.” Roberto Serafini, Arturo Baglioni e Valerio Santoro (servizi broadcast e gestione frequenze Rai) hanno invece confermato che entro il 2020 le coperture del segnale Rai regionale sono destinate a migliorare grazie al passaggio al digitale terrestre. Hanno inoltre partecipato all’incontro Roberto Colombero (Uncem Piemonte), Alberto Avetta (Anci Piemonte) ed Ezio Torasso (Ray Way). A conclusione della conferenza è intervenuto il consigliere regionale segretario Gabriele Molinari che si è detto pronto ad accogliere le istanze provenienti dal territorio ma ha rilevato anche come la crescita tecnologica non abbia ancora trovato una equivalente risposta sul piano normativo.
(foto: il Torinese)
Sparatoria nel Torinese. Un morto e un ferito
Questa sera a Carmagnola nel corso di una sparatoria è morto un uomo di origine indiana. Si trovava in compagnia di un amico, quando due persone hanno fatto fuoco e sono fuggite su un’auto. Le gravi ferite all’addome e al torace non hanno consentito di salvarlo, mentre l’amico è stato trasportato al Cto di Torino dal 118 con una ferita alla mano. I carabinieri hanno allestito posti di blocco.
Quinto sabato di Libero Scambio in Canale Molassi, in barba alla delibera di Giunta. Ma questa volta c’è un salto di qualità: falò accesi dalle prime luci dell’alba, espansione territoriale del mercato e attenzione da parte degli anarchici. ViviBalon non riesce a mantenere il controllo
Il suk non lascia: anzi, raddoppia. Metafora televisiva dal sapore d’antan per esprimere un concetto molto concreto e attuale: non solo, per il quinto sabato consecutivo, il suk resta in Canale Molassi (con buona pace della delibera di Giunta), ma – secondo quanto riferiscono più voci e fonti – si allarga, forte di nuovi operatori in arrivo da fuori. La zona, d’altronde, è appetibile: garantisce ottimi affari in assenza di controlli. Falò e fuochi bruciano dalle prime ore del mattino, accesi con materiale forse tossico, e l’odore di plastica bruciata si sente a distanza, denunciano alcuni cittadini. I media vicini agli antagonisti lanciano parole d’ordine e convocano assemblee al Cortile del Maglio. Ai Carabinieri è arrivata, in mattinata, una telefonata che segnalava la presenza di un ordigno (poi non rinvenuto). Un eventuale, e da più parti già indicato come reale e attivo, sostegno dei militanti anarchici agli operatori del suk, e un tam tam tra aspiranti operatori (probabilmente già in atto) costituirebbero i due ingredienti finali per innescare la bomba a orologeria. La mia preoccupazione è massima. Non mi pare che l’Associazione ViviBalon sia ancora in grado di mantenere il controllo della situazione. Si sono già registrati i primi momenti di tensione tra operatori e facinorosi. Accade spesso, in simili situazioni. Abusivismo, degrado e illegalità imperversano in tutto Borgo Dora. Ora la Procura proceda al sequestro dell’area nelle giornate di sabato. Ne va della sicurezza di tutti.
Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.
Quinto sabato di Libero Scambio in Canale Molassi, in barba alla delibera di Giunta. Ma questa volta c’è un salto di qualità: falò accesi dalle prime luci dell’alba, espansione territoriale del mercato e attenzione da parte degli anarchici. ViviBalon non riesce a mantenere il controllo
Il suk non lascia: anzi, raddoppia. Metafora televisiva dal sapore d’antan per esprimere un concetto molto concreto e attuale: non solo, per il quinto sabato consecutivo, il suk resta in Canale Molassi (con buona pace della delibera di Giunta), ma – secondo quanto riferiscono più voci e fonti – si allarga, forte di nuovi operatori in arrivo da fuori. La zona, d’altronde, è appetibile: garantisce ottimi affari in assenza di controlli. Falò e fuochi bruciano dalle prime ore del mattino, accesi con materiale forse tossico, e l’odore di plastica bruciata si sente a distanza, denunciano alcuni cittadini. I media vicini agli antagonisti lanciano parole d’ordine e convocano assemblee al Cortile del Maglio. Ai Carabinieri è arrivata, in mattinata, una telefonata che segnalava la presenza di un ordigno (poi non rinvenuto). Un eventuale, e da più parti già indicato come reale e attivo, sostegno dei militanti anarchici agli operatori del suk, e un tam tam tra aspiranti operatori (probabilmente già in atto) costituirebbero i due ingredienti finali per innescare la bomba a orologeria. La mia preoccupazione è massima. Non mi pare che l’Associazione ViviBalon sia ancora in grado di mantenere il controllo della situazione. Si sono già registrati i primi momenti di tensione tra operatori e facinorosi. Accade spesso, in simili situazioni. Abusivismo, degrado e illegalità imperversano in tutto Borgo Dora. Ora la Procura proceda al sequestro dell’area nelle giornate di sabato. Ne va della sicurezza di tutti.
Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.
I Carabinieri di San Damiano d’Asti hanno dato esecuzione all’ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Sorveglianza di Torino per l’espiazione della pena di 1 anno e 8 mesi di reclusione in regime di arresti domiciliari a carico di un 60enne pluripregiudicato locale, condannato per i reati di violazione degli obblighi di assistenza familiare, maltrattamenti in famiglia, minacce e detenzione illegale di armi. Nel 2010 aveva lasciato la moglie e i figli per iniziare una convivenza in un paese vicino con una donna di 16 anni più giovane con la quale ebbe anche un figlio. La relazione durata circa 3 anni si era però rivelata un calvario per la nuova compagna: l’uomo, spesso ubriaco o sotto l’influsso di sostanze stupefacenti, picchiava la donna anche in presenza del figlio di pochi mesi e addirittura in una occasione sparò un colpo d’arma da fuoco in casa, mentre la convivente stava allattando il piccolo, minacciando di utilizzare gli altri proiettili per ucciderla. Solo dopo tre anni di abusi e violenze e dopo che il pregiudicato aveva deciso di far ritorno presso il domicilio della moglie da cui non si era mai legalmente separato, la ex convivente aveva trovato il coraggio di rivolgersi ai Carabinieri della Stazione di San Damiano, i quali avviarono le indagini da cui è scaturita la condanna definitiva della Corte di Appello di Torino nel marzo 2018.
M.I.
"Un grazie per lo sgombero dell'Asilo"
La lettera del Comitato spontaneo “INSIEME PER AURORA” inviata a Prefetto, questore, sindaco di Torino e autorità
Siamo il comitato spontaneo di cittadini Insieme per Aurora. Tutti noi risiediamo evidentemente nel “Quartiere Aurora” nella circoscrizione 7 e molti di noi risiedono a poche centinaia di metri dall’asilo sgomberato. Anche per questo motivo ci sentiamo particolarmente motivati e in dovere di esprimere un enorme ringraziamento sia all’Amministrazione Comunale che alle Forze dell’Ordine compresa la Procura della Repubblica. All’amministrazione comunale perché ha avuto il coraggio politico, e non solo, per affrontare seriamente e onestamente il problema, onorando gli impegni presi con i cittadini del quartiere e dopo 25 anni giungere finalmente allo sgombero tanto atteso e sperato in tutti questi anni dai noi residenti. Decisione presa con coraggio anche personale tanto è che la Sindaca è stata dotata di una scorta, cosa mai verificatasi a Torino. Alle Forze dell’Ordine per la fatica di tutti questi giorni, il grande sangue freddo dimostrato a non
cadere nelle pesanti provocazioni di questi 30 pseudorivoluzionari da quattro soldi e per aver
contrastato tanta inutile violenza con ferma consapevolezza limitando i danni e non innestando
meccanismi di guerriglia urbana. Così come vi siete mossi avete messo in evidenza, di fronte a tutti, la povertà culturale sociale e progettuale di costoro, pericolosi e violenti detti “antagonisti” Vorremmo poi, come residenti del quartiere, prendere una posizione entusiasta a favore dello sgombero!! In questi giorni sui media c’è una sorta di revisione, in chiave critica, di questa decisione. Ci sono voci che parlano in difesa di culture alternative, di commercianti che non si accorgevano della loro presenza, di taluni che si interrogano dicendo “ma che fastidio davano?”, di altri che commentano “ma se sono sempre stati li potevano rimanere” ecc. ecc.
Bene tutto ciò non corrisponde a verità! Lo possiamo dire con precisione, senza appello, noi residenti e “vicini di casa” che questa realtà, quotidianamente, da anni abbiamo dovuto subirla!!
Per iniziare la “cultura alternativa”, a cui qualcuno fa riferimento, è alternativa o meglio antagonista solo alla democrazia, infatti questi soggetti in tutti questi anni non hanno mai aperto quel luogo ad un dibattito/ incontro /scontro/scambio con il quartiere (peraltro proprietario insieme alla città di quello spazio) ma anzi si sono blindati al suo interno. La “comunicazione” l’hanno fatta imbrattando continuamente tutto il quartiere, e dico TUTTO!, con scritte oscene dove si esprime la volontà di portare degrado nel medesimo o inneggianti alla morte di poliziotti e carabinieri. Sui muri della scuola Parini frequentata dai bambini delle elementari il comune o i volontari non fanno in tempo a rimuoverle che notte tempo ricompaiono e pensate al messaggio dato a quei bambini. La cultura alternativa alla democrazia, di tali soggetti, li spinge a fare scritte minatorie sotto casa di alcuni di noi (la consigliera di circoscrizione Alessi e il senatore Airola)
La cultura alternativa di costoro li spinge con metodi squadristi ad organizzare azioni di “disturbo”
fatta di molotov ad incendiare cassonetti e bombe carta per spaventare presso il polo Lavazza reo di portare riqualificazione nel disastrato panorama economico e commerciale del quartiere.
I commercianti che poi non notano la loro presenza, li capiamo, non possono dire altro, loro ci
mettono la faccia e la loro attività ma basta guardare fuori dai loro negozi o sulle loro saracinesche imbrattati come tutto il resto per capire che risulta difficile credere che non si accorgano della loro presenza. Oltre a queste edificanti campagne di comunicazione/intimidazione, gli alternativamente democratici si sono distinti negli ultimi tempi nella protezione degli spacciatori arrivando a circondare più volte le volanti intervenute per eseguire arresti di trafficanti di morte e riuscendo spesso ad impedirlo!!! Da questo si evince la loro posizione sulla droga e sui trafficanti di morte che nel nostro quartiere sono già abbondantemente presenti e operanti e rappresentano un forte pericolo basta andarsi a leggere tutte le vicende del Giardino Alimonda e Madre Teresa di Calcutta (luoghi scelti come centrali di spaccio), giardini e aree verdi deliziose che spesso sono infrequentabili ai più. Si impegnano violentemente contro l’ esecuzione degli sfratti e promuovono attivamente l’occupazione abusiva di immobili, basta dare un occhiata agli immobili in questione per capire se è più debole lo sfrattato o l’esecutore del medesimo. Praticano il loro concetto di democrazia impedendo/disturbando le assemblee aperte ai cittadini nella sede della circoscrizione 7 in particolare quando con tutte le componenti sociali del quartiere si cerca di discutere/progettare riqualificazione. Queste sono alcune delle cose che noi residenti per anni abbiamo dovuto subire senza essere ascoltati ed ora non permetteremo a nessuno di travisare la verità
vera !!
Comitato Spontaneo “Insieme per Aurora”