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Una marea di domande di rimborso degli abbonamenti Gtt

Sarebbero già quasi diecimila le richieste degli abbonati a Gtt che vogliono vedersi rimborsare gli abbonamenti per i mezzi pubblici.

Il lockdown, il lavoro agile e il timore dei contagi hanno letteralmente decimato le presenze di utenti su bus, tram e metropolitana.

Molti passeggeri si sono così rivolti alle associazioni consumatori per ottenere il risarcimento del periodo in cui non hanno utilizzato il trasporto pubblico. O, perlomeno, il prolungamento del titolo di viaggio annuale pari allo stesso periodo di non utilizzo. Da quanto trapela dalla sede del Gruppo torinese trasporti non sarebbe ancora stata trovata una soluzione, ma non vi sarebbe contrarietà in questo senso.

Tre chiodi nella rosetta, multa salata al panettiere

Nel pane consegnato per la vendita, in una pagnotta, nello specifico, c’erano tre chiodi.

Un  panettiere torinese di 50 anni anni ha dovuto pagare una multa di duemila euro per violazione della legge del 1963 sulla sicurezza degli alimenti. La  Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità dell’ultimo ricorso del commerciante e ha convalidato la sentenza del  tribunale del  4 giugno 2019. I carabinieri dei Nas avevano fatto visita al panettiere e  i giudici hanno stabilito che il commerciante non aveva seguito adeguate procedure di controllo qualità delle  fasi della panificazione.

Ora è al sicuro la donna incinta aggredita dal marito

“Mio marito mi picchia alla pancia, sono in gravidanza! Ha picchiato anche i bambini!” Queste le prime parole di aiuto che una cittadina straniera, maghrebina, rivolge sconvolta all’operatore del 112 NUE la sera del 7 maggio: il marito l’ha appena aggredita, in casa, noncurante dello stato interessante della donna.

“Sono al quarto mese” dice la vittima mentre, su consiglio dell’operatore radio, si rifugia in
bagno e chiude a chiave la porta. Una telefonata di aiuto durata circa 10 minuti, il tempo
necessario affinché la pattuglia della Squadra Volante raggiunga l’indirizzo di casa, nel
quartiere Borgo Vittoria. I due bambini della coppia (si sentono le loro voci nell’audio)
hanno intanto trovato rifugio nella camera da letto di mamma e papà, ma l’appartamento è
piccolo e quando i poliziotti riescono a entrare, richiamati dalle grida della mamma che
chiede aiuto, li trovano in lacrime. Solo allora la donna esce dal bagno, rassicurata dalla
presenza in casa degli agenti, che portano il marito in un’altra stanza in modo tale che non
possa più nuocerle. Il racconto della vittima è molto duro: è sposata da diversi anni e le
violenze sono iniziate ben presto, già nel paese d’origine. Tornati in Italia, aveva accettato
passivamente altre violenze e le minacce da parte del marito di farle perdere la
cittadinanza in quanto priva di lavoro. L’uomo la minaccia addirittura di portarle via i figli e
di ucciderla.
Quella sera, un banale scherzo della loro bimba piccola innesca una reazione spropositata
del marito. Quando la mamma interviene a protezione della ragazzina, viene colpita
proprio all’addome e poi afferrata per il collo. Con grande sforzo, la vittima riesce a
divincolarsi e a prendere il telefono per chiamare il 118. Da qui la telefonata con l’operatore
di polizia, che le indica di rifugiarsi all’interno del bagno in attesa dell’arrivo dei poliziotti e
non la lascia sola un istante.
L’uomo è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia aggravati in quanto commessi ai
danni di donna in stato di gravidanza ed alla presenza di minori.

Coltivava marijuana sul balcone di casa

Nei giorni scorsi  gli agenti delle Pegaso controllano un cittadino italiano di 41 anni presso la propria abitazione in un condominio di via Delle Pervinche.

C’era stata una segnalazione in merito ad un’attività di spaccio. L’uomo è nel cortile e, alla vista degli agenti, si mostra palesemente agitato. Dopo poco, l’uomo ammette di aver occultato droga nella cantina. Riposti su uno scaffale diversi sacchetti in cellophane ed un barattolo in vetro, al cui interno sono conservati oltre 80 grammi di marijuana. Ritrovati nel locale anche una bilancia elettronica, un bilancino di precisione ed una centrifuga manuale, utilizzata per raffinare le foglie di marijuana ed estrarre la sostanza stupefacente. Nella stanza da letto viene trovato un barattolo contenente 9 “datteri” di hashish per un peso di circa 90 grammi. Sul balcone dell’appartamento scoperte invece 5 piantine di marijuana ed una scatola contenente alcuni semi della stessa sostanza stupefacente. Per il quarantunenne, con precedenti specifici di Polizia, scattate nuovamente le manette per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.
(foto archivio)

Multati due fidanzati che si baciavano per strada

Si baciavano  alle 2 di notte in strada i fidanzati finiti tra i 2.200 denunciati per violazione delle norme anti Coronavirus  a Torino.

Il fatto è avvenuto lo scorso marzo, quando si trattava di “inosservanza di un provvedimento dell’autorità” (articolo 650 del codice penale) punito con l’arresto fino a tre mesi. Successivamente il  nuovo decreto del governo ha previsto solo sanzioni amministrative. I giovani erano stati notati da un residente, “sceriffo da balcone”,  che aveva avvisato la polizia per segnalare il comportamento illecito.

Si vuole costituire senza aver (ancora) commesso alcun reato

Cittadino straniero si autodenuncia

Singolare intervento lo scorso sabato sera per una pattuglia dell’Ufficio Prevenzione Generale: sulla linea di emergenza arriva, infatti, la telefonata di un quarantenne moldavo che riferisce di volersi costituire per fatti delittuosi non meglio specificati.

I poliziotti raggiungono in poco tempo l’abitazione dell’uomo e, adottando le opportune cautele del caso, lo incontrano. Il soggetto inizialmente dà in escandescenze, riferendo di non riconoscere l’autorità degli agenti e di non dover fornire loro alcun documento, poi acconsente. Si tratta di una persona con precedenti di Polizia per reati contro la persona ma con nulla in pendenza. Riportato alla calma, l’uomo asserisce di voler essere arrestato in quanto persona pericolosa: minaccia gli agenti di commettere una strage se non lo fanno. A nulla valgono i tentativi dei poliziotti di convincerlo sulla improcedibilità nei suoi confronti. Infatti, dopo circa 20 minuti di colloquio, durante i quali il cittadino moldavo viene invitato più volte a far rientro nella sua abitazione, si scaglia contro uno dei poliziotti, che sta risalendo sulla volante, per impedirgli di andare via. Questa volta gli agenti lo arrestano per resistenza a pubblico ufficiale. aggravata.

Sequestrano cliente moroso e chiedono riscatto alla sorella

I carabinieri arrestano coppia di spacciatori Inviano foto vittima alla sorella e chiedono un riscatto per la liberazione

Torino, 13 maggio Un 28enne del Burkina Faso è andato a Torino a casa dei suoi fornitori di crack e dopo aver ricevuto e consumato la sua dose ha detto di non avere i soldi per pagare. I padroni  di casa non l’hanno presa molto bene e hanno pestato a sangue il cliente moroso. E’ accaduto questa notte a Torino a casa di un maliano di 21 anni e di un italiano di 45 anni, quest’ultimo in compagnia della fidanzata brasiliana di 38 anni.
Per riavere il loro denaro, l’italiano e il maliano hanno sequestrato il cliente e gli hanno scattato alcune foto al volto tumefatto e tramite WhatsApp le hanno mandate alla sorella chiedendole il riscatto di 300 € per riavere il fratello.
La donna si è rivolta ai carabinieri di Veneria che hanno organizzato un servizio e hanno accompagnato la donna sotto casa dei due sequestratori per la consegna del riscatto.
Una volta arrivati sotto casa del loro appartamento, i Carabinieri li hanno fermati e hanno liberato il 28enne.
Il maliano per evitare l’arresto ha ingaggiato una breve colluttazione con i carabinieri ma è stato bloccato e arrestato. Il cliente è stato trasportato dal 118 all’ospedale Maria Vittoria, dove si trova tuttora ricoverato in osservazione. Il maliano e l’italiano sono stati arrestati, a vario tutolo, per spaccio di sostanze stupefacenti, sequestro di persona ed estorsione, mentre la donna brasiliana è stata denunciata per sequestro di persona ed estorsione poiché uno dei telefoni di utilizzati per inviare le foto denaro è stato trovato in suo possesso.

Ieri sera, l’attività antidroga dei carabinieri della Stazione Torino Le Vallette ha permesso di individuare un pusher molto attivo in Lungo Dora Siena che spacciava cocaina ed eroina. Si tratta di un senegalese di 24 anni, sorpreso a spacciare in strada. Sequestrate diverse dosi di stupefacente. L’uomo è stato arrestato.
A Collegno, sempre ieri sera, durante un servizio finalizzato alla repressione dei reati in materia di stupefacenti, i carabinieri hanno fermato un italiano di 55 anni che durante il controllo ha cercato di disfarsi di un pacchetto contenente circa 26 grammi di cocaina. L’uomo è stato arrestato per possesso di stupefacente.

Arrestato al supermercato con sette pezzi di parmigiano nella camicia

Un italiano recidivo per furto nei negozi
Sabato sera personale del supermercato Carrefour in corso Monte Cucco richiede l’intervento di
una Volante presso il punto vendita. Un cittadino italiano di 66 anni è trattenuto dal personale di
vigilanza. L’uomo, poco prima, viene visto asportare 7 pezzi di parmigiano da uno scaffale ed
occultarli sotto la camicia, sistemata all’interno del pantalone ad uso “tasca portaoggetti”. Arrivato
in cassa, il sessantaseienne porge alla cassiera una bottiglia di vino ed una carta prepagata,
consapevole di non aver alcun credito all’interno. Non andando a buon fine il pagamento, il reo
riferisce alla dipendente di non essere più interessato ad acquistare l’articolo e si dirige verso
l’uscita. L’escamotage non gli permette però di eludere il controllo della sorveglianza, che
immediatamente lo blocca.
Il cittadino italiano, non era nuovo a questo genere di attività: nel 2019, infatti, era stato sorpreso a
derubare due diversi supermercati. I beni asportati lungi dall’essere di prima necessità. Si tratta di
generi alimentari facilmente rivendibili sul mercato nero, elemento questo oggetto di riscontro.
L’uomo è stato arrestato per tentato furto e denunciato in quanto trovato fuori dal proprio comune
di residenza.

Estate ai Murazzi? Potrebbe tornare la spiaggia sul Po

L’associazione Murazzi del Po, che riunisce i gestori delle storiche arcate lungo il fiume, ha proposto al Comune di allestire per la prossima estate una spiaggia  sulle banchine nel tratto compreso tra corso Vittorio Emanuele e piazza Vittorio Veneto.

Per far riprendere il turismo qualcosa bisognerà pur inventare. a dire il vero la spiaggia torinese, già sperimentata nel 2104, complice il maltempo di allora, non aveva avuto molto successo. La sabbia, a causa della pioggia, era finita tutta nel Po, rovinando il progetto.

Ma, in attesa di disposizioni più precise da parte di Governo e Regione sugli stabilimenti balneari, l’ipotesi di replicare il progetto è da tenere in considerazione. Se si farà si dovranno prendere le dovute precauzioni: distanziamento di ombrelloni e “bagnanti”, percorsi di accesso e così via. Un po’ come in metropolitana. Si attende dunque la risposta di Palazzo Civico.

(foto Laura Pati)

Operazione “angeli e demoni”, sgominata la banda delle truffe ai sacerdoti

Stamattina la Squadra Mobile della Questura di Vercelli, diretta dal Commissario Capo dott. Gianluca Tuccillo, ha dato esecuzione a cinque ordinanze di misure cautelari degli arresti domiciliari nei confronti di altrettante persone ritenute responsabili, a vario titolo, di molteplici furti e truffe ai danni di anziani sacerdoti. Inoltre, sono state denunciate altre cinque persone per i reati di ricettazione e riciclaggio.

Dai primi giorni del dicembre scorso, gli uomini della Polizia di Stato, a seguito di una rapina perpetrata all’interno di una Chiesa di Casale Monferrato (AL) in cui era stato sottratto un portafoglio ad un’anziana signora, erano impegnati in una laboriosa attività d’indagine finalizzata ad identificare un gruppo di soggetti, poi rivelatisi specializzati nel commettere reati predatori ai danni di sacerdoti che svolgono le funzioni di parroco nelle chiese piemontesi.

Nel corso dell’attività investigativa, era emerso un primo episodio criminale in cui quattro soggetti, facenti parte del gruppo criminale in questione, si erano resi responsabili di un furto in abitazione ai danni del Parroco, ottantaduenne, di una Chiesa della Provincia di Cuneo. Dopo aver rubato la chiave dell’abitazione del prelato, il gruppo si era introdotto all’interno dell’appartamento impossessandosi, staccandoli dalla matrice, di numerosi assegni, poi falsamente compilati e cambiati.

Dall’attività svolta, risultava, inoltre, la responsabilità del figlio, incensurato, di uno dei componenti della banda il quale aveva provveduto al riciclaggio di parte dei proventi del furto cambiando alcuni assegni e versandoli sul proprio conto corrente bancario.

Il valore degli assegni rubati, falsamente compilati ed incassati, risultava ammontare a circa 60.000 euro.

Nel prosieguo dell’attività d’indagine, si è scoperto che, tra l’anno 2018 e l’anno 2019, i componenti del gruppo criminale avevano perpetrato un furto all’interno dell’abitazione del Parroco, ottantaseienne, di una Chiesa della Provincia di Alessandria dove avevano asportato numerosi assegni in bianco.

A seguito di falsa compilazione, gli assegno erano stati riciclati oltre che dagli stessi, anche dalla moglie di uno dei componenti della banda e da un altro soggetto; i due, entrambi incensurati, venivano denunciati per il reato di riciclaggio.

Il valore degli assegni rubati, falsamente compilati ed incassati, in questo caso ammontava a circa 35.000 euro. Il terzo crimine contestato è l’ennesimo furto in abitazione commesso ai danni di un Parroco, settantanovenne, di una Chiesa della Provincia di Alessandria in cui, dopo aver forzato la porta d’ingresso, i soggetti asportavano alcuni monili in oro, anche di consistente valore, che venivano poi venduti a due ricettatori.

 

 

Il predetto reato fruttava al gruppo circa 5.000 euro. I due ricettatori, entrambi pluripregiudicati, venivano successivamente identificati e segnalati all’Autorità Giudiziaria per il reato di ricettazione.

Proseguendo l’attività d’indagine gli uomini della Squadra Mobile riuscivano a scoprire un quarto episodio.

Nello specifico, i delinquenti erano riusciti a porre in essere una truffa aggravata ed un furto in abitazione ai danni di un Parroco, novantenne, di una Chiesa della Provincia di Biella. In particolare, con astuti raggiri, riuscivano a truffare il Sacerdote vendendogli, ad un prezzo fuori mercato, una finta strumentazione per la prevenzione antincendio della Chiesa.

Durante l’azione criminosa, facendosi accompagnare a turno dal sacerdote, con una banale scusa, in un’altra stanza, i ladri riuscivano a rubare alcuni assegni in bianco che venivano poi falsamente compilati e consegnati ad un altro soggetto, pluripregiudicato, per il successivo riciclaggio. Quest’ultimo è stato identificato e denunciato all’Autorità Giudiziaria. Il provento del furto si aggirava intorno ai 10.000 euro.

Infine, i componenti della banda, dopo aver ideato un piano complesso, realizzavano nei confronti di un Parroco, ottantacinquenne, di una Chiesa di Ivrea (TO) una truffa aggravata approfittando della sua minorata difesa dovuta all’età.

Nello specifico, gli stessi, presentandosi al Sacerdote come appartenenti ad un organizzazione religiosa, riuscivano a farsi consegnare dal prelato una cospicua somma di denaro con la scusa di dover commissionare la fabbricazione di una targa commemorativa in oro zecchino destinata ad un Monsignore per l’impegno da questi profuso negli anni.

I proventi del gruppo criminale, operante nell’intero territorio piemontese ed in particolare nelle Province di Vercelli, Torino, Alessandria, Biella e Cuneo, sono risultati ammontare ad oltre 100.000 (centomila) euro.

Tutta l’attività di indagine è stata coordinata e seguita dalla Procura della Repubblica di Vercelli.

Dopo aver raccolto gli indizi di colpevolezza da parte della Polizia Giudiziaria, il G.I.P. presso il Tribunale di Vercelli, su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha emesso cinque ordinanze di misure cautelari.

All’alba di stamattina i quattro componenti della banda, tre uomini ed una donna, tutti italiani pluripregiudicati, e uno dei riciclatori, anch’egli italiano con numerosi pregiudizi penali, sono stati raggiunti dagli agenti della Terza Sezione della Squadra Mobile della Questura di Vercelli che hanno dato esecuzione alle ordinanze degli arresti domiciliari e denunciato a piede libero gli altri cinque ricettatori e riciclatori.

Nel corso delle perquisizioni domiciliari effettuate, presso l’abitazione di uno dei ricettatori sono state rinvenute, oltre a molteplici monili in oro e orologi di pregio, abilmente celati all’interno di un comodino della camera da letto, numerose mazzette di denaro contante, con banconote in taglio da 100 e 200 Euro, per un totale di oltre 100.000 (centomila) Euro. Gli oggetti preziosi e l’ingente somma di denaro, provento dell’attività delittuosa, sono stati immediatamente sequestrati dagli investigatori.

Sono in corso ulteriori indagini per verificare se i malviventi si siano resi responsabili di altri episodi delittuosi oltre a quelli descritti. Sono, inoltre, pendenti altri procedimenti penali presso le Autorità Giudiziarie di questa regione, nei luoghi dove si sono consumati gli altri reati.