CRONACA- Pagina 1147

Identificato ragazzo morto anni fa. I resti saranno sepolti accanto alla madre

Valter Rainero era un ragazzo di 37 anni che per motivi di salute nel 2002 fu ricoverato in una struttura sanitaria a Cavagnolo (TO). Valter, alto 180, il 22 ottobre probabilmente si allontanò da quella struttura

 

Le ricerche furono attivate nell’immediatezza ma senza risultato.

 

Dopo 11 anni il 19 gennaio del 2013 a Cavagnolo in località Maiaris, un cacciatore nel corso di una battuta di caccia al cinghiale, rinvenì dei resti scheletrici. Al tempo non fu possibile dare un nome alle ossa ritrovate in quanto troppo deteriorate, fu quindi disposta la conservazione in un loculo del Cimitero Comunale di Cavagnolo.

 

Nel 2018 la Procura di Torino ha incaricato l’Unità Analisi del Crimine Violento del Gabinetto Interregionale della Polizia Scientifica di Torino, ufficio specializzato nell’identificazione dei cadaveri sconosciuti, per provare a dare un nome ai resti scheletrici. Sono stati così acquisiti gli atti investigativi e la relazione autoptica. Si è proceduto poi a richiedere una nuova autorizzazione al prelievo di un campione osseo per l’estrazione del profilo genetico che, dopo un pre-trattamento presso i laboratori del Servizio Centrale di Roma, è stato analizzato presso il laboratorio di Genetica Forense della Polizia Scientifica di Torino utilizzando dei Kit di nuova generazione più performanti rispetto a quelli utilizzati precedentemente. Dopo svariati tentativi si è così riusciti ad estrarre un profilo genetico autosomico parziale e un profilo genetico del cromosoma Y completo. Tale profilo viene trasmesso in maniera inalterata in tutti i soggetti maschi imparentati per via paterna, pertanto è stato comparato con quello del fratello di Valter. La comparazione ha dato esito positivo.

 

Ora la salma verrà tumulata presso il Cimitero in cui si trova la madre.

Braccati dai carabinieri, come nel film cambiano colore all’auto

Intercettata e fermata vettura  con “scrigno segreto” per nascondere la refurtiva

Ispirandosi al film The Jackal, remake del più noto ‘Il giorno dello sciacallo’,  cambiano colore all’auto perché braccati dai carabinieri

 Nuovi particolari emergono dalle indagini dei carabinieri di Chieri in relazione all’arresto effettuato ieri di 2 sinti, di 40 e 46 anni, residenti a Nichelino, che dopo un lungo e rocambolesco inseguimento, sono andati a sbattere contro una recinzione di un’abitazione a Trofarello. Come nel film The Jackal, i due fuggitivi hanno cambiato il colore originale dell’auto con  una pellicola di colore nero.
Dopo un’accurata ispezione del veicolo i carabinieri hanno scoperto che all’interno dell’abitacolo della vettura in uso ai fuggitivi, sotto la plancia posta di fronte al sedile anteriore del lato passeggero, era stato ricavato un vano nascosto, probabilmente per nascondere la refurtiva o  gli arnesi da scasso
Nel corso della perquisizione i Carabinieri hanno rinvenuto:
–          2 apparati radio  rx/tx con auricolare/microfono;
–          1 flessibile a corrente dotato di nr. 12 dischi per tagliare metalli;
–          2 cacciaviti;
–          2 cappellini con visiera;
–          2 scaldacolli;
–          2 paia di guanti in neoprene di colore nero;
–          1 prolunga elettrica di colore nero,
dei quali i due soggetti arrestati non hanno saputo dare una giustificazione e che pochi dubbi lasciano sulle reali intenzioni dei due pregiudicati arrestati ieri.
Anche il giorno prima sempre i carabinieri di Chieri avevano denunciato per  “uso di atto falso e possesso ingiustificato di grimaldelli” altri 2 sinti 30enni, di Asti e Carmagnola, controllati a bordo di una Fiat Panda che presentava entrambe le targhe modificate ( per la precisione una lettera e un numero), mediante l’applicazione di adesivi, alterando la targa originaria; anche in questo caso la perquisizione effettuata dai Carabinieri  consentiva di rinvenire:
–          2 apparati radio rx/tx con auricolare/microfono;
–          2 paia di guanti;
–         2 fasce elastiche/bandana;
–          1 cacciavite;
–          1 metal detector marca “meet”;
–          1 cappello di colore nero.
l’attività di prevenzione dei furti e le indagini dei Carabinieri continuano massicciamente in tutta la provincia, e si invitano i cittadini a segnalare persone, veicoli o situazioni sospette.

Fallimento Borsalino, la GdF chiude le indagini

Dal Piemonte / Alessandria CRONACA

Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Alessandria ha
recentemente concluso una complessa indagine in materia di reati fallimentari sotto la
direzione del Procuratore Aggiunto della Repubblica di Alessandria, Dott. Tiziano MASINI,
concernente il fallimento della BORSALINO GIUSEPPE & FRATELLO S.p.A.

La vicenda inizia nel 2008, quando la società BORSALINO, a causa della situazione
finanziaria in cui versava, vende all’istituto MEDIOCREDITO ITALIANO S.p.A. il proprio
marchio prendendolo in lease back dal medesimo istituto di credito; successivamente, nel
2015, l’azienda viene data in locazione alla HAERES EQUITA s.r.l. unitamente al diritto
di utilizzo del marchio.

Alla fine del 2016, dopo il diniego di concordato preventivo da parte del Tribunale di
Alessandria, la HAERES smette di corrispondere i pagamenti dei canoni di leasing per
l’uso del marchio, provocando così la revoca del contratto. Tuttavia, dopo pochi giorni, la
stessa HAERES provvedeva all’acquisto del bene direttamente da MEDIOCREDITO, il
quale corrispondeva alla BORSALINO (locataria del marchio) un importo assai inferiore
al suo valore residuo. Nonostante gli amministratori di BORSALINO fossero a conoscenza
degli omessi pagamenti, non esercitavano le azioni necessarie a tutelare i diritti di credito
della società contribuendo, in tal modo, a creare le condizioni determinanti la risoluzione
del contratto di leasing ed il successivo acquisto del brand.
Il trasferimento della proprietà del marchio con queste modalità consentiva l’aggiramento
della procedura competitiva prevista dalla legge fallimentare – cessione del bene al miglior
offerente – con grave danno patrimoniale per i creditori della BORSALINO che, intervenuto
il fallimento, pativa un gravissimo depauperamento economico.

Gli accertamenti condotti dalle Fiamme Gialle – oltre a disvelare i dettagli della complessa
vicenda – hanno consentito la contestazione per diversi soggetti di più reati fallimentari,
tra cui la bancarotta fraudolenta preferenziale, conseguenza dei rapporti economicofinanziari venutisi a creare tra la BORSALINO e la HAERES EQUITA S.r.l.. L’operazione
di vendita del marchio BORSALINO, da MEDIOCREDITO ITALIANO S.P.A. alla HAERES
EQUITA S.R.L. riqualificata durante le indagini esperite come distrazione di uno dei
maggiori asset dell’azienda, è stata punto nevralgico delle attività ispettive.
Il marchio BORSALINO, per un valore di 17.500.000 di euro circa è stato sequestrato dai
finanzieri del Comando Provinciale nel febbraio 2018, in esecuzione di ordinanza emessa
dal G.I.P. del Tribunale Alessandria, ed è stato restituito nel giugno dello stesso a seguito
di accordo transattivo tra le parti.
Le indagini svolte, durate circa due anni, dai militari del Nucleo di Polizia EconomicoFinanziaria della Guardia di Finanza (anche attraverso accertamenti
tecnici, sviluppo di segnalazioni di operazioni sospette, esame della ponderosa
documentazione acquisita agli atti ed audizione di persone informate sui fatti) hanno
consentito di ben delineare le strategie aziendali fraudolente delle società oggetto di
indagine.
Così l’attività della Guardia di Finanza  a tutela del mercato dei capitali
prosegue attraverso una continua azione volta ad individuare tali illeciti e a contrastarne i
molteplici effetti negativi, quali l’ostacolo alla normale concorrenza tra le imprese, il
danneggiamento delle risorse economiche dello Stato.

In casa teneva Kit per i furti in appartamento

Si aggirava da solo in orario notturno vicino ad alcune abitazioni isolate e negozi di Bussoleno e per questo ha attirato l’attenzione dei Carabinieri della Compagnia di Susa

L’uomo, un 53enne residente a Caserta e con numerosi precedenti per reati contro il patrimonio, è stato trovato in possesso di un vero e proprio kit per effettuare furti in appartamento. I carabinieri hanno sequestrato una ventina di chiavi di abitazioni e di saracinesche di cui non sapeva provare la provenienza e chiavi alterate per forzare le serrature delle abitazioni, oltre ad altri oggetti atti allo scasso. I carabinieri ritengono che l’uomo avesse in animo di svaligiare negozi o appartamenti della zona. Gli oggetti sono stati sequestrati  e la persona è stata denunciata per possesso di chiavi alterate e grimaldelli.

Sfonda vetrina con un tombino per tentare un furto

Attività preventiva dei carabinieri contro furti rapine 

I carabinieri della Tenenza di Nichelino hanno arrestato un marocchino di quarant’anni senza fissa dimora per tentato furto aggravato.
Nell’ambito dei servizi contro i furti e le rapine, i militari hanno sorpreso il marocchino mentre sfondava la vetrina di un negozio con un tombino. L’uomo ha cercato di nascondersi e poi  scappare  ma è stato fermato  e bloccato dai carabinieri. E’ accaduto la notte scorsa in Piazza Camandona a Nichelino.

Con Paolo Macchi Cacherano scompare un colto e umile “dottor Sottile”

Paolo Macchi Cacherano di Bricherasio era il discendente di una nobile e grande famiglia  piemontese,  benemerita verso il Piemonte e l’ Italia

Il generale Cacherano era il condottiero vincitore della battaglia dell’ Assietta, quella in  cui venne coniato il motto “bugia nen” Un altro suo avo era stato il vero fondatore della Fiat a cui Giovanni Agnelli soffiò il primato, annettendosi la proprietà  un modo non limpido.
Era un giovane universitario della facoltà di Filosofia, quando lo conobbi nel 1968 e fondammo insieme il Centro Pannunzio, ad Arrigo Olivetti e Mario Soldati. Eravamo giovani, ma eravamo contro la contestazione distruttiva e violenta  destinata a sfociare nel terrorismo. Una comune lettura fu “L’Atlante ideologico” di Alberto Ronchey che ci preservo’ dai fanatismi ideologici.
Paolo era anche nipote di un astro nascente della Dc, il Conte Edoardo Calleri di Sala, che nel 1970 divenne il primo presidente della Regione Piemonte. Io non ero amico di Calleri, anzi sentivo una distanza abissale da  un ras democristiano di cui coglievo l’arroganza, senza capirne la statura politica. Anni dopo mi fece capire il livello politico di Calleri  che fu  un vero leader rispetto a tanti affaristi democristiani e no. Paolo abitava con la nonna  e la sorella in via Maria Vittoria 35, nell’edificio liberty destinato a divenire sede del Centro Pannunzio dal 1988.
Lui, dal ‘68 in poi, era destinato a diventare le mente pensante del Centro Pannunzio, il vero e proprio  dottor Sottile, molto stimato da Arrigo Olivetti.Paolo parlava poco,ma quando parlava sembrava un libro stampato. Parlammo intere serate a discutere fino a tarda ora, ma l’ultima parola era sempre la sua. Passammo tante ore a parlare di etica e politica ,lui con una cultura molto ricca ed aperta ,io quasi accartocciato tra Machiavelli, Croce e le banalità che ci  ammanniva Firpo. Parlavamo di Weber e di Bobbio , di cultura e politica , dimenticando di essere nel clima della banalizzazione sessantottina che distruggeva la cultura della distinzioni che Croce ci aveva insegnato. Paolo diffidava come me dal facile sociologismo ,dalle ubriacature ideologiche che distruggevano i pilastri della cultura e del vivere civile.  Lui era un aristocratico dell’intelligenza in un mondo becero che imponeva un egualitarismo senza meriti e senza storia.
Fini ‘ di non volersi laureare  in una università massificata diventata un esamificio di massa in cui il diritto alla laurea aveva sostituito il diritto allo studio. In questo fu un vero aristocratico . Paolo che leggeva libri su libri non poteva abbassarsi a fare esami più o meno di gruppo con esami più o meno concordati su Marx , Gramsci e dintorni. Non volle neppure sostenere l’esame con me.  Andava a sentire le lezioni dei docenti più significativi come Franco Venturi, ma non volle laurearsi. E continuò a studiare sempre, a leggere tantissimi libri  e a mantenere la capacità di pensare autonomamente come si deve,per dirla con Pascal ,un autore che amava.
Non so se fosse credente  o no,di religione non abbiamo mai parlato perché tra di noi valeva lo spirito laico,come diceva Bobbio, che non è di per sé irreligioso, ma mantiene nella sfera più profonda della coscienza ogni scelta di fede. Dopo il 1976 ci perdemmo, salvo poi ritrovarci, come se gli anni non fossero passati, nel 2016 quando venne al Circolo della Stampa al ricevimento per il centenario di mia madre. Negli ultimi anni avevamo ripreso a frequentarci a Torino e a Cavour, alla Locanda della Posta dove andavamo da giovani.
Fino a settembre ci vedemmo con piacere e poi venne  anche a Pinerolo alla presentazione del mio libro su Soldati  su cui fece un intervento magistrale.   Non accettò il mio invito a  cena con una scusa. Oggi comprendo che era già gravemente ammalato per un fulminante cancro al fegato e venne egualmente, per amicizia, ad una banale presentazione del mio libro, un estremo dono di amicizia  di cui non dimenticherò mai il valore.
Paolo fu per anni la mia bussola intellettuale e tornò ad esserlo negli ultimi anni. Rinunciò ad una brillante carriera universitaria perché Paolo aveva intelligenza e cultura per arrivare alla cattedra. Forse non ha lasciato scritto nulla perché ha dissipato la sua intelligenza, restando refrattario ai titoli e alle lauree. Accademico di niuna accademia, per dirla con Giordano a Bruno.
Ma la sua cultura, la sua libera intelligenza restano a dimostrare come negli anni delle lauree facili ci furono anche persone che seppero fare il gran rifiuto con dignità ed orgoglio. I poveretti cercarono  di approfittare dell’occasione del declino dell’ Università per diventare dottori, Paolo non si piegò e con ironia e con distacco aristocratico fece la sua scelta. La nonna Calleri di Sala mi esortava a convincere Paolo a fare esami, ma lui era una spanna ed oltre al di sopra di  tutti noi: sapeva distinguere la cultura vera dalla demagogia sessantottina legata al titolo di studio.ù
Dopo la morte crudele di Paolo sarò più solo perché mi mancherà un interlocutore importante e disinteressato ,a modo suo ,un vero monaco del sapere,un maestro, pur essendo noi coetanei. Non ho mai saputo se Paolo abbia mai amato perché non parlammo mai di donne, malgrado la nostra fraterna confidenza. Il rispetto reciproco  non ci consentì  mai di parlare di cose personali, malgrado l’amicizia.
Io mi auguro che sia stato felice. Ne avrebbe avuto diritto. Era un sapiente, un savio come intendeva Platone, anche se non ha mai creduto nella repubblica dei savi ,perché corazzato di una forte cultura storicista che vedeva in Machiavelli un suo riferimento . Forse fu proprio anche  il forte interesse per Machiavelli ad attivare la nostra amicizia, destinata a dura una vita intera. Fu un’eccezione perché era  l’unico amico della mia giovinezza rimasto.
Senza il tuo consiglio, senza la tua parola, caro Paolo, sarà difficile continuare a vivere come prima. Che Dio ci assista, caro Paolo. Spero che anche tu mi assista dai Campi Elisi  in cui vivi una nuova vita. Croce diceva che la vita intera e’ preparazione alla morte, un’affermazione che la tua esistenza riservata, sobria ed umile  dimostra  di essere vera. Tra I tanti mediocri che ci circondano  tu hai dimostrato, ,senza mai ostentarlo, di essere un vero uomo di cultura, un vero chierico che, non ha tradito, come avrebbe detto il nostro Julien Bend, ,una lettura che ci ha reso amici tanti anni fa quando Bobbio ci indicava la strada del confronto civile, della pacatezza, della circospezione di cui anche tu sei stato maestro ineguagliabile.
Da quando tua sorella mi ha comunicato della tua morte questi sono i pensieri disordinati che hanno occupato la mia mente e i miei sentimenti  e che continueranno nel tempo perché la tua  amicizia e’ bene prezioso destinato a restare, di cui sentirò via via sempre di più la mancanza.
.
Pier Franco Quaglieni
.
(nella foto: da sinistra il prof. Quaglieni e Paolo Macchi Cacherano di Bricherasio)

Sequestrato locale notturno senza uscite di sicurezza

All’interno del locale si trovavano una quarantina di persone

Agenti del Reparto di Polizia Commerciale della Polizia Municipale sono intervenuti nella serata di sabato 11 gennaio in via Chanoux a seguito di numerose lamentele circa il disturbo provocato dalla musica ad alto volume diffusa da un locale notturno

Il locale è risultato non dotato di uscite di sicurezza, se non una sola porta, quella utilizzata per l’ingresso, ma che non è segnalata con cartelli né illuminata.

In tutto il locale numerosi cavi elettrici con collegamenti “volanti” e scatole di derivazione prive delle coperture e con cavi a vista.

La titolare del locale, cittadina italiana, è stata denunciata all’Autorità Giudiziaria per apertura di luogo pubblico di trattenimento e spettacolo senza la prescritta autorizzazione e senza la preventiva verifica della Commissione Tecnica sull’agibilità dei locali.

Il locale è stato posto sotto sequestro giudiziario.

Ambulanze senza assicurazione sequestrate dalla polizia municipale

Agenti del Reparto Radiomobile della Polizia Municipale hanno effettuato un controllo congiunto con personale Asl dell’Igiene Edilizia Urbana in via Orbetello nella sede di una ditta di servizi sanitari. Durante i controlli di competenza della Polizia Municipale sono state poste sotto sequestro, in quanto non assicurate, cinque ambulanze e un’autovettura.

Stalker 19enne perseguita una ragazza: arrestato

Tutto ha avuto inizio con dei commenti, da parte dello stalker, di fotografie pubblicate sul profilo Instagram della vittima

Commenti che si erano fatti sempre più pressanti e assillanti, con la richiesta anche di incontrarsi almeno una volta.

Vista l’insistenza, la giovane aveva anche “bloccato” lo stalker, cosa che non era comunque servita poiché il ragazzo aveva iniziato a farle numerose videochiamate a diverse ore del giorno e della notte. Non pago, il diciannovenne italiano aveva anche contattato più volte un’amica della vittima in modo che la convincesse a incontralo. Cosa che poi era accaduta. La ragazza, infatti, aveva acconsentito pur di vedere interrotte le molestie nei suoi confronti. Dopo alcune settimane di silenzio, però, il giovane aveva ripreso a contattare la sua vittima, tramite un profilo social falso. Più volte si era presentato sotto casa sua citofonandole. Fatto che aveva anche cambiato le abitudini della giovane, condizionata dall’idea di incontrare il suo stalker per strada, costringendola spesso a uscire di casa accompagnata da altri. Nei giorni scorsi, avendo visto, poco prima della mezzanotte, il suo stalker sotto casa, la donna ha chiamato la Polizia. Gli agenti della Squadra Volante intervenuti hanno fermato il ragazzo mentre era seduto in un dehor di un locale del quartiere San Salvario, ubicato in prossimità dell’abitazione della persona perseguitata.
Alla luce dei fatti, il diciannovenne, già denunciato in stato di libertà nei giorni precedenti per lo stesso reato, è stato arrestato per atti persecutori.

Sequestrate sigarette elettroniche con tracce di marijuana

Nell’ambito dell’attività svolta dai “Falchi” della Squadra Mobile, mirata a verificare ed approfondire le informazioni raccolte negli ambienti della microcriminalità circa i luoghi clandestini deputati alla preparazione delle droghe “alternative”, è stato individuato un laboratorio artigianale per la lavorazione della marijuana

Già in due precedenti operazioni, in Via Randaccio e, di recente, in Via Leinì, gli operatori della Squadra Mobile avevano individuato due laboratori attrezzati per la preparazione di “ostie” di crack.
Lo scorso 9 gennaio in via Camillo Riccio è stato trovato un terzo laboratorio, questa volta attrezzato con strumentazione idonea all’estrazione dalle infiorescenze di marijuana, di sostanza liquida ricca di tetraidrocannabinolo, principio attivo meglio noto come THC. La sostanza, così ricavata, veniva utilizzata nelle sigarette elettroniche in sostituzione della nicotina liquida, con una dissimulazione ad arte del classico “spinello”.

M.C., di 33 anni, autore dell’illecita attività di produzione di sostanze stupefacenti, è stato tratto in arresto. A seguito della perquisizione domiciliare, oltre al ritrovamento del kit per la preparazione della “marijuana liquida”, corredato da un tubo in metallo con relativi filtri per l’estrazione di oli e resine, da un flacone di Glicole Propilenico, un flacone di Glicerina Vegetale, 5 filtri-bocchini nuovi per sigarette elettroniche, sono stati sequestrati anche circa 400 grammi di marijuana, 25 “datteri” di hashish per 250 grammi, un bilancino elettronico di precisione ed oltre 1000 euro in contanti. Per tale motivo il trentatreenne è stato tratto in arresto anche per il reato di detenzione di marijuana e hashish.

Sono in corso approfondimenti investigativi volti a risalire alla filiera dell’illecita produzione della sostanza stupefacente liquida ed agli eventuali coinvolgimenti di gruppi criminali organizzati.