CRONACA- Pagina 1147

Scontro tra auto e moto, grave ragazzo di 19 anni

È’ rimasto gravemente ferito e ora si trova al Cto in prognosi riservata il giovane motociclista 19enne che ieri si è scontrato con un’auto.

L’incidente è avvenuto in piazza Massaua intorno alle 21,30. Ferita anche la donna che si trovava in sella alla motocicletta con il ragazzo. La dinamica dell’incidente è al vaglio della polizia municipale.

Confagricoltura Torino dice no all’impianto di biometano di Caluso

Riceviamo e pubblichiamo / Confagricoltura Torino esprime posizione contraria alla costruzione dell’impianto di biometano che dovrebbe sorgere nel territorio di Caluso. Si tratta, in base alle informazioni disponibili, di un centro per il recupero dei rifiuti organici domestici, con una capacità di circa 55.000 tonnellate all’anno, pari alla metà della quantità prodotta dall’intera Città Metropolitana di Torino.

Considerando che la frazione organica del rifiuto solido urbano (Forsu) prodotta dall’intero territorio torinese è di circa 133.000 tonnellate all’anno e che la maggior parte viene acquisita dall’Acea di Pinerolo, che tra l’altro aumenterà la sua capacità a 90.000 tonnellate all’anno, e che sul territorio sono presenti altri impianti simili, appare evidente come i rifiuti trattati dal nuovo impianto proverranno prevalentemente da altre province o da altre regioni italiane.
Confagricoltura – dichiara il direttore dell’organizzazione Ercole Zuccaro – ha effettuato un’analisi tecnica della situazione con gli agricoltori del territorio, confrontandosi con le popolazioni locali e con le amministrazioni comunali della zona: pur riconoscendo la validità della soluzione, che punta alla valorizzazione del rifiuto, siamo contrari all’individuazione del sito in quanto presenta una serie di fattori estremamente negativi per il territorio, l’attività agricola e l’ambiente rurale”.
tecnici di zona di Confagricoltura rilevano che le acque reflue dell’impianto potrebbero essere versate nella roggia limitrofa, utilizzate dalle aziende agricole della zona, alcune delle quali indirizzate alla produzione biologica, per irrigare prati e seminativi. Inoltre per l’impianto transiteranno circa 100 autotreni ogni giorno per il trasporto dei rifiuti e per il ritiro del biometano: attualmente la strada ha una larghezza ridotta tale da rendere impossibile il passaggio simultaneo di un camion e di un mezzo agricolo.
Alle istituzioni vogliamo far rilevare – sottolinea il presidente di Confagricoltura Torino Tommaso Visca – che l’impianto progettato occuperà una superficie di 30.000 metri quadrati, di cui 26.000 in area agricola, con un importante consumo di suolo. Confagricoltura ritiene che non si debba ulteriormente penalizzare un territorio già attraversato dall’autostrada Torino – Milano e nel quale sono presenti altri impianti per lo smaltimento dei rifiuti. “Per questi motivi – conclude il presidente di Confagricoltura Torino Tommaso Visca – saremo al fianco del mondo agricolo e delle popolazioni rurali per contrastare l’attivazione dell’impianto, invitando le amministrazioni competenti a individuare altri siti dove allocarlo, possibilmente in aree industriali che sicuramente nel Torinese non mancano”.

Per sfuggire al caldo fanno il bagno nella fontana del Po

FRECCIATE   Un bagno in pieno centro, in piazza Cln.  Un gruppo di ragazzi giovanissimi ha pensato bene di fare quattro bracciate nella fontana dedicata  al fiume Po, sotto gli sguardi dei passanti. Per fortuna a scuola sarà reintrodotta l’ora di educazione civica.

L’ARCIERE

Addio a Giulia Crespi, signora del Fai

Numerose le iniziative che organizzò nelle dimore storiche a Torino e in Piemonte

Merate, 6 giugno 1923  Milano, 19 luglio 2020 / La scomparsa di Giulia Maria Crespi, fondatrice e Presidente Onoraria del FAI – Fondo Ambiente Italiano segna un momento cruciale nella storia della Fondazione, e vena di infinita tristezza l’animo del Consiglio di Amministrazione, del Comitato dei Garanti, della struttura operativa e delle Delegazioni del FAI che lei con unanime riconoscenza dedicano il più commosso tributo. La chiarezza del suo insegnamento, il solco tracciato, lo stile e l’entusiasmo infuso in qualsiasi cosa facesse indicano senza incertezze la strada che il FAI è chiamato a seguire per il Bene del Paese, fissata nella missione che lei stessa contribuì a definire.

Le idee, le emozioni, lo stile e i fatti che hanno segnato la lunga e operosa vita di Giulia Maria Crespi sono contenuti nella sua autobiografia Il mio filo rosso pubblicata da Einaudi nel 2015.

Dopo aver fondato il FAI nel 1975 con Renato Bazzoni, Segretario Generale fino al 1996, ne è stata fino all’ultimo l’anima ispiratrice pur essendo stata affiancata, prima come Presidente fino al 2009 e poi come Presidente Onoraria fino aoggi, da figure via via divenute fondamentali nello sviluppo della Fondazione, come, dal 1985, Marco Magnifico oggi Vicepresidente Esecutivo, da Ilaria Borletti Buitoni Presidente dal 2010 al 2013, da Angelo Maramai Direttore Generale dal 2009 e infine da Andrea Carandini, Presidente dal 2013, oltreché da una struttura operativa e di volontariato che ha ormai raggiunto, per dimensioni e professionalità, il livello di una grande impresa culturale no-profit nazionale.

Essendo stata educata secondo i sani e severi principi della borghesia lombarda in base ai quali «chi ha avuto molto, deve dare molto», frase che Giulia Maria amava ripetere, conosceva, apprezzava e stimolava – da sempre praticandolo in prima persona – il ruolo che il volontariato svolge nella Società civile, sostenendo e incoraggiando l’importante azione che le Delegazioni del FAI hanno svolto e svolgono, a fianco della struttura operativa, per la maturazione e la crescita della Fondazione.

Pur essendo di carattere forte e imperativo Giulia Maria Crespi ha sempre fortissimamente creduto nel lavoro di squadra come unica possibilità per ottenere risultati seri e duraturi. 

Una creatività inesauribile, una riluttanza per i compromessi, una passione per il dialogo, una singolare unità di ideali e concretezza, una noncuranza per le difficoltà – tanto più stimolanti quanto ardue – e una mai incrinata perseveranza ne hanno fatto una figura impegnativa per chiunque avesse a che fare con lei, ma al tempo stesso un esempio inimitabile e senza sfumature di ideali civici e di passione per la vita, per la cultura e per l’ambiente.

La cura e la salute della Terra come fondamento per la salute dell’Uomo, lo strenuo impegno per una agricoltura senza veleni, insegnata e praticata nella sua grande azienda agricola della Zelata sulle rive del Ticino (è stata tra i fondatori dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica) e la passione per la tutela dell’Ambiente, inteso nel suo inscindibile legame con la Storia, sono stati i temi che, insieme alla grande attenzione per il mondo della scuola, hanno guidato la sua attività, come sempre instancabile e generosa, nell’ultimo decennio della sua vita.

«Il FAI soffre per la scomparsa della fondatrice Giulia Maria Crespi. Rassicurata dallo sviluppo della Fondazione in tema di beni gestiti, paesaggio e patrimonio, si era riservata la delega per l’Ambiente, preoccupata per la salute della natura e dell’uomo. Il FAI ha tradotto le sue indicazioni in pratiche virtuose nei Beni e nell’educazione al costume della sostenibilità e sempre avvertirà ai suoi fianchi questo suo ultimo sprone».

Andrea Carandini

Presidente FAI – Fondo Ambiente Italiano

I funerali si svolgeranno in forma strettamente privata.

 

 

La sua vita

Quando Giulia Maria Crespi fondò il FAI nel 1975 era soprattutto nota per essere stata, fino all’anno prima, la proprietaria del «Corriere della Sera».

Figlia unica, proveniva da una delle principali famiglie industriali lombarde, fu educata in casa, dove ebbe la fortuna di avere tra i suoi insegnanti Fernanda Wittgens, la grande Soprintendente che fece risorgere Brera dopo la Seconda guerra mondiale. Da lei apprese l’amore per l’arte e per l’Italia dell’arte, a cui univa il suo amore per la natura come fonte di rigenerazione spirituale. Una madre ambiziosa le fece frequentare tutto il bel mondo di quegli anni ma, come scrisse nell’autobiografia Il mio filo rosso (Einaudi, 2015),il suo temperamento ribelle le fece compiere scelte anticonvenzionali. Sposò in prime nozze Marco Paravicini, già comandante partigiano, da cui ebbe due gemelli: Luca e Aldo, prematuramente scomparso due mesi fa. La tragica morte del marito in un incidente stradale la lasciò giovane vedova, ma con l’idea di avere un destino da compiere. Nel 1965 sposò in seconde nozze l’architetto Guglielmo Mozzoni. 

Insistendo con l’amatissimo padre Aldo, entrò nel 1962 nella gerenza del «Corriere della Sera», giornale che contribuì a rinnovare attraverso le direzioni Spadolini ma soprattutto Ottone. A collaborare furono chiamati scrittori e giornalisti come Pier Paolo Pasolini e Goffredo Parise. Fu lei a chiamare personalmente Antonio Cederna per occuparsi dei neonati temi ambientali. 

Già dalla fine degli anni Cinquanta era iscritta a Italia Nostra, dove conobbe Renato Bazzoni che aiutò a organizzare, nel 1967, Italia da salvare, una grande mostra fotografica che per prima denunciava il degrado urbanistico e ambientale dell’Italia del boom. Divergenze con i vertici di Italia Nostra la spinsero a fondare nel 1968, su spinta di Elena Croce, l’Associazione Alessandro Manzoni, avendo come modello il National Trust inglese. Il progetto non decollò ma l’occasione si ripresentò nel 1975 quando, insieme a Renato Bazzoni, Alberto Predieri e Franco Russoli fece nascere il FAI – Fondo Ambiente Italiano. Fu lei a dotarlo dei 500 milioni di lire iniziali e a versare il denaro per acquistare, e donare immediatamente al FAI, il Monastero romano-longobardo di Torba (VA) nel 1976, il primo Bene importante del Fondo e la manifestazione concreta che non solo in Inghilterra un’associazione di privati poteva gestire un bene destinato alla fruizione pubblica. Giulia Maria Crespi ha spesso affermato che nei primi anni di vita non credeva nel FAI, ma fu la donazione dell’Abbazia e del borgo di San Fruttuoso (GE) da parte dei principi Doria Pamphilj a convincerla di essere sulla buona strada e ad assecondare l’entusiasmo contagioso di Bazzoni. Arrivarono, nel corso degli anni Ottanta, altri Beni di rilievo come il Castello della Manta (CN), la Villa del Balbianello sul lago di Como e Villa Della Porta Bozzolo a Casalzuigno (VA). 

A fronte di una ‘crisi di crescita’ Crespi ebbe l’idea di fondare un gruppo di sostegno, 200 del FAI, e chiamò a presiederlo l’amica Marella Agnelli. Fu in quegli anni che, per sostenere lo sviluppo, volle, accanto a Bazzoni, Marco Magnifico, allora poco più che trentenne. Fu ancora il suo spirito pioneristico che le fece accettare la scommessa di acquistare il Castello di Masino (TO), una delle più importanti regge piemontesi, che allora versava in uno stato di rovina, contribuendo ancora in prima persona. Nel frattempo nascevano le Giornate FAI di Primavera e altre manifestazioni che resero popolare il FAI, facendogli perdere lo spirito un po’ elitario delle origini, e orientarono la missione della Fondazione nella difesa e nella promozione del nostro patrimonio artistico e ambientale a fianco dello Stato. Così, dopo la morte di Bazzoni (1996), Crespi non ebbe dubbi nel proseguire la strada intrapresa, con la gestione del Giardino della Kolymbethra ad Agrigento, in concessione dalla Regione Sicilia, e del Parco Villa Gregoriana a Tivoli, concesso in comodato dallo Stato. Tutte prove della credibilità raggiunta dal FAI ma anche del personale carisma della Crespi, sempre pronta ad alzare il telefono per chiamare ministri, sovrintendenti, finanziatori. 

Anche se il FAI è stato preponderante nella seconda parte della sua vita, la Crespi è stata anche colei che ha introdotto l’agricoltura biodinamica in Italia ed è sempre stata un punto di riferimento nelle grandi battaglie ambientaliste del nostro Paese. Nel 2010divenne Presidente Onoraria del FAI, lasciando il suo posto a Ilaria Borletti Buitoni, cosi come più tardi approvò la scelta e sostenne l’opera di Andrea Carandini, attuale e terzo Presidente della Fondazione. Il FAI nel frattempo aveva raggiunto icentomila iscritti, poi i duecentomila, i Beni erano divenuti oltre sessanta, allargando il campo delle sue esperienze e dei suoi impegni. La Crespi continuò a partecipare alla vita del FAI, occupandosi della formazione delle nuove generazioni e accogliendo ogni mese di dicembre il sempre più grande mondo del FAI nella sua casa di corso Venezia a Milano, con un discorso mai d’occasione, il cui senso era di non cullarsi sui risultati raggiunti e di continuare a puntare lo sguardo al futuro come lei aveva sempre fatto.

Azzolina: “la scuola riapre per tutti il 14 settembre”

La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, in occasione di un incontro con il tavolo regionale sulla riapertura oggi al Liceo D’Azeglio di Torino ha detto: 

“Il 14 settembre la scuola riapre e riapre per tutti: gli organici e le risorse ci sono. Nel  decreto Rilancio ci sono 1,6 miliardi, un altro miliardo lo  stiamo trovando. E voglio rassicurare non solo le famiglie e gli studenti ma anche tutto il personale scolastico”.

Bimbo di due anni perde sette dita sotto il tagliaerba

Un bambino di due anni e mezzo è finito  sotto il  trattore tagliaerba guidato dal padre e ha perso sette dita delle mani.

L’incidente è accaduto a Mezzi Po, frazione di Settimo. Il piccolo si trovava  con il genitore nella cascina quando, per cause all’esame  dei carabinieri, è finito sotto al  trattore. Ha perso le falangi di tre dita della mano destra e quattro della  sinistra.  E’ stato trasportato in elicottero all’ospedale Regina Margherita.

Olio esausto conservato nella friggitrice. Titolare sanzionato 

Nella giornata di mercoledì personale del commissariato Barriera Nizza, coadiuvato da personale dell’ASL-S.I.A.N., ha sanzionato amministrativamente un esercizio commerciale situato in via Biglieri.

La verifica dei locali del laboratorio e del deposito ha evidenziato da subito la presenza di numerosi infestanti, sia vivi che morti, oltre ad una diffusa sporcizia accumulata nel tempo.

Ulteriori controlli ha permesso agli agenti di scoprire un ingente quantitativo di olio esausto all’interno di una grossa friggitrice. Nel corso degli accertamenti emerge come il titolare non avesse mai avuto alcun contatto con il consorzio incaricato per la raccolta degli oli vegetali esausti.

Per le violazioni inerenti l’attività di gestione dei rifiuti ed in materia ambientale, il titolare è stato sanzionato per un totale di 516,17 euro.

Altri 10000 euro di sanzioni sono state elevate dal personale dell’ASL-S.I.A.N. che, alla luce delle carenze igienico sanitarie, ha intimato l’immediata chiusura dell’attività fino al completo ripristino degli ambienti.

Assistenza pastorale nelle stazioni. Anche a Torino

È stata siglata la Convenzione fra Conferenza Episcopale Italiana (CEI) e Ferrovie dello Stato Italiane che garantisce la presenza dei cappellani per l’assistenza pastorale del personale ferroviario, delle loro famiglie e dei fedeli che frequentano le chiese nelle stazioni.

La Convenzione, firmata da Gianfranco Battisti, Amministratore Delegato e Direttore Generale del Gruppo FS Italiane, e dal Card. Gualtiero Bassetti, Presidente della CEI, evidenzia l’importanza del servizio religioso, morale e formativo svolto dai cappellani e dai loro collaboratori, chiamati a farsi prossimi a quanti lavorano nel comparto ferroviario e a quanti viaggiano attraverso la presenza, ma anche con ritiri spirituali, pellegrinaggi, cerimonie, incontri di formazione e di confronto su questioni organizzative, metodologiche e pastorali.

FS Italiane si impegna ad assicurare la manutenzione delle chiese negli impianti ferroviari, favorire la libera partecipazione dei dipendenti a celebrazioni e manifestazioni religiose, autorizzare l’allestimento del presepio aziendale nella sede centrale e sul territorio.

Attualmente sono 36 i luoghi destinati al culto ubicati nelle stazioni. Cappelle più o meno grandi si trovano infatti ad Acireale, Agrigento, Alessandria, Ancona, Avellino, Bari, Bologna Centrale, Cagliari, Caltanissetta Centrale, Canicattì, Catania Centrale, Ceprano-Falvaterra, Cosenza, Enna, Firenze, Foggia, Foligno, Formia-Gaeta, Genova, Messina Centrale e Marittima, Milano, Napoli, Palermo Centrale e Palermo Notarbartolo, Reggio Calabria Centrale, Roma Termini e Roma Tiburtina, Taranto, Terni, Torino, Torre Annunziata Centrale, Trieste Centrale, Udine, Verona, Villa Literno, Villa San Giovanni. 

Donna uccide il figlio a coltellate

DAL PIEMONTE / E ‘ successo a Pallanzeno, piccolo centro nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola. Un uomo è stato ucciso a coltellate dalla madre mentre si trovavano nella loro casa nel centro del paese. Un amico di famiglia ha chiamato la polizia. Tra  madre e figlio c’è stata una violenta lite. I due pochi giorni dopo l’improvvisa morte del padre e marito erano rimasti a vivere in casa insieme. Sul posto è intervenuta la polizia.

Perseguita l’ex implorando “un ultimo confronto”

Arrestato dagli agenti del commissariato Centro

Non riesce ad arrendersi alla fine della loro relazione, così inizia a seguire l’ex fidanzata, nella speranza di convincerla a tornare insieme.

Venerdì scorso gli agenti del commissariato Centro hanno arrestato un cittadino marocchino di 31 anni per atti persecutori.

L’uomo si era fatto trovare all’esterno dell’abitazione della ragazza e, dopo averle chiesto con insistenza un confronto, l’aveva afferrata con forza per un braccio, provocandole lividi ed escoriazioni, intenzionato a condurla in una zona isolata. La vittima, spaventata, aveva allora chiesto aiuto al padre, in quel momento presente in casa, che era riuscito a convincere lo straniero ad allontanarsi.

Poco dopo, una volta arrivata in corso Brescia, la donna si era trovata nuovamente davanti l’ex, che continuava a non desistere dalle sue intenzioni. Impaurita, decideva questa volta di allertare il 112 NUE. Lo straniero aveva allora tentato la fuga, terminata sotto un’aiuola in corso Giulio Cesare.

Con numerosi precedenti di Polizia, il trentunenne è stato inoltre denunciato per inottemperanza all’ordine del Questore di lasciare il paese.