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Coronavirus, a Volpiano chiuse le aree pubbliche e il cimitero


Per evitare assembramenti, come previsto dai provvedimenti in vigore

Il Comune di Volpiano ha provveduto a chiudere tutte le aree pubbliche, come giardini e parchi, dando esecuzione a quanto previsto dalle norme emanate dal governo per l’emergenza sanitaria da Coronavirus che stabiliscono di impedire gli assembramenti di persone; in base al medesimo principio è interdetto l’accesso al cimitero, salvo che per i servizi funebri. Si comunica inoltre che è variato l’orario dell’ufficio postale, adesso aperto esclusivamente al mattino nei giorni di martedìgiovedì e sabato.

Continuano nel frattempo i controlli delle forze dell’ordine finalizzati al rispetto delle norme che limitano gli spostamenti delle persone e prevedono la sospensione delle attività commerciali di beni non essenziali, ed è attivo il Centro operativo comunale per le attività di protezione civile, anche in sinergia con le strutture sanitarie del territorio; tra i servizi presenti a Volpiano, «Anziani non più soli», rafforzato in questo periodo per fornire beni di prima necessità (info 011.9954511), e la consegna della spesa a domicilio da parte di alcuni negozi (elenco disponibile sul sito web del comune nella sezione «Emergenza Coronavirus»).

Il Siulp scrive a Cirio: “Tamponi per le forze dell’ordine”

Pubblichiamo, di seguito, la lettera che il segretario del sindacato di Polizia Siulp, Eugenio Bravo, ha inviato al governatore del Piemonte

 

Ill.mo Sig. Presidente Regione Piemonte Alberto CIRIO,

      in questi giorni di grande emergenza Coronavirus apprendiamo dagli organi di stampa che Lei ha riposto una grande attenzione nei confronti del personale sanitario della Regione Piemonte ed ha accolto il grido d’allarme, disponendo l’esecuzione del tampone di verifica a tutti i dipendenti del settore, a prescindere dalla loro sintomatologia.

Il SIULP, Sindacato di riferimento dei Poliziotti, nell’esprimere la più sentita vicinanza al personale sanitario che in questi giorni è sottoposto ad uno sforzo più che lodevole, non può che apprezzare tale iniziativa.

Vorremmo altresì sottoporre alla Sua attenzione la delicata situazione nella quale si trovano ad operare le forze dell’ordine della provincia di Torino e della regione, impiegate costantemente nell’affrontare l’emergenza sotto l’aspetto contenitivo.

E’ di tutta evidenza che gli operatori si trovano a contatto, sul territorio, con una moltitudine di persone, verso le quali devono, non solo dimostrare, ma anche apparire rispettosi della profilassi disposta dalle Autorità sanitarie e dal Governo. Un senso di abnegazione e di appartenenza degli Operatori delle Forze dell’Ordine, che si può porre in parallelo, a quello del personale sanitario.

Come prestabilito, anche agli operatori delle Forze dell’Ordine, così come avviene per la comune cittadinanza, il tampone viene eseguito solo se gli stessi manifestano evidenti sintomatologie o sia accertato il contatto con soggetti contagiati. Tuttavia la mission istituzionale delle forze dell’ordine  sovraespone necessariamente i propri operatori al contatto quotidiano con la cittadinanza e, pur operando con le  precauzioni necessarie, l’elevata possibilità di trasmettere o ricevere il coronavirus è innegabile. Al riguardo si aggiunga come la carenza di DPI e mascherine in particolar modo, non consentendo agli operatori di agire perseguendo adeguatamente le esigenze di profilassi richieste, aumentano l’indice di pericolosità per tutti.

  Il triste paradosso di questa tragica condizione si evince soprattutto durante la fase dei controlli operati dalle forze dell’ordine dirette al contenimento del contagio e, nella quale, si è soliti ravvisare cittadini premuniti di mascherine, che vengono in contatto con gli operatori sprovvisti delle stesse.  Il sospetto o il timore che si posa trasmettere il contagio non è purtroppo solo teorico.

E’ oltretutto chiaro che diverrebbe molto difficile risalire al tutore dell’ordine, nel caso in cui un cittadino venisse contagiato, così come sarebbe difficile risalire al possibile utente positivo, nel caso opposto.

Sappiamo quanto abbia a cuore lo spirito con il quale le forze dell’ordine stanno affrontando questa pandemia. Siamo consapevoli come questa sia una lotta contro il tempo e con l’adozione di misure stringenti che comportano disagi e sofferenza per tutti. Proprio in virtù di queste esigenze di profilassi, Le chiedo di considerare la necessità di ricorrere al “tampone”  per tutti gli operatori delle forze dell’ordine, quand’anche asintomatici, atteso l’alto rischio di contagio e di trasmissibilità derivante dal loro lavoro.

I  poliziotti seguono il protocollo, uscendo di casa solamente per necessità e per svolgere il loro servizio e sperano, al loro rientro, di non essere veicolo di contagio per chi sta loro vicino.

Ecco quindi che, ringraziandoLa per la Sua consueta attenzione verso le forze di polizia, Le chiedo di attivarsi nel dare la possibilità a tutti gli operatori delle forze dell’ordine di Torino e del Piemonte, di poter eseguire, il prima possibile, il “tampone”,  limitando l’epidemia e salvaguardando la salute dei nostri  famigliari e dei nostri concittadini.

Le coop e la tutela dei lavoratori socio-sanitari

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato unitario delle Centrali Cooperative e Organizzazioni Sindacali del Piemonte a tutela dei lavoratori dei servizi socio sanitari, socio assistenziali, servizi ausiliari impegnati in servizi essenziali e attività produttive finalizzate all’inserimento lavorativo

In queste ore drammatiche centinaia di operatori degli Enti Locali, delle organizzazioni del Terzo Settore e delle Cooperative Sociali sono impegnate quotidianamente nel difficile compito di garantire l’erogazione di numerosi servizi di assistenza, cura, accoglienza delle persone più fragili, nell’espletamento di sevizi ausiliari quali pulizie e sanificazioni e in attività produttive finalizzate all’inserimento lavorativo.

Sono le lavoratrici e i lavoratori che garantiscono il funzionamento dei servizi di segretariato sociale, delle
comunità di accoglienza (per minori, disabili, anziani, tossicodipendenti, persone con problemi di Salute
Mentale, persone malate di HIV), delle RSA, dei servizi domiciliari infermieristici e socioassistenziali, dei
dormitori per persone senza dimora, dei servizi di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati, dei consultori
familiari, a sanificare e pulire ambulatori, ospedali, uffici pubblici, zone comuni quali atri e scale di edifici
condominiali, a percorsi di inserimento lavorativo di persone fragili.

Sono colleghi che ogni giorno svolgono un compito delicato ed importante per consentire alle persone
affidate di continuare a vivere “normalmente” in questi frangenti così difficili.

Sono lavoratrici e lavoratori per i quali è indispensabile avere i DPI (mascherine, guanti, occhiali protettivi,
termometri, camici etc) che attualmente è quasi impossibile reperire sul mercato.

Per questo chiediamo alle Prefetture Piemontesi, alla Regione Piemonte, alla Protezione Civile ed alle
Istituzioni tutte di garantire a coloro che operano in questi settori i DPI necessari, a seconda delle diverse
necessità derivanti dai singoli servizi, per continuare ad operare in sicurezza per loro stessi e per le persone
fragili cui prestano cura, per dare continuità e la sicurezza a tutti quelli che operano in comparti che
continuano a fornire un servizio indispensabile e che non possono fermarsi.

In qualità di Associazioni di Rappresentanza delle Imprese Cooperative e di Organizzazioni Sindacali,
siamo disponibili ad organizzare forme di raccordo e di distribuzione alle organizzazioni impegnate in questi
compiti dei DPI che si rendessero disponibili. L’esposizione ai rischi di questi operatori è spesso pari a quella
degli operatori ospedalieri, per questo chiediamo vengano ad essi assimilati nell’accesso ai dispositivi di
protezione.

Siamo convinti come non mai che solo nella collaborazione tra tutte le parti in causa risiede la possibilità
di fare fronte a questa emergenza e pertanto contiamo sulla sensibilità ed attenzione a questo nostro
appello.

CGIL FP, Elena Palumbo Confcooperative Federsolidarietà, Enrico Pesce
CISL FP, Tiziana Tripodi Legacoopsociali, Anna Di Mascio
CISL FISASCAT, Cristiano Montagnini AGCI Solidarietà, Giuseppe D’Anna
UIL FPL , Nicolino Conconi
UIL TuCS, Luigi Gambale

In giro senza motivo distrugge un distributore di alimenti

Arrestato dagli agenti del commissariato Centro

Martedì mattina, intorno alle 6, gli agenti del Commissariato Centro sono intervenuti in corso Regina Margherita angolo via Rossini per la segnalazione di un uomo che stava scassinando alcuni distributori automatici. Ricevute le descrizioni del reo, gli agenti si sono diretti sul posto e hanno intercettato l’uomo, un cittadino marocchino di 33 anni il quale, quando si è visto raggiunto, per guadagnarsi la fuga, ha gettato per terra i prodotti asportati.

I poliziotti hanno poi riscontrato il danneggiamento del distributore che presentava anche la presenza di tracce ematiche. Macchie di sangue trovate anche sugli indumenti del trentatreenneil quale presentava ferite alle mani. Il vetro del distributore era stato infranto con dei sassi trovati sul posto.

Alla luce dei fatti, lo straniero, con precedenti di polizia a carico, è stato arrestato per furto aggravato e denunciato in stato di libertà poiché circolava a piedi  senza comprovati motivi come previsto dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri

A Torino riapre la mensa dei poveri

E lancia un appello per aiutare gli indigenti e i senza tetto della città. Nonostante il coronavirus, dal 17 Marzo, nel rispetto delle prescrizioni governative e sanitarie, ha riaperto a Torino la ‘Mensa dei Poveri’ in Via Belfiore 12, nel cuore del difficile quartiere San Salvario

La realtà caritatevole, che sforna circa 8.000 pasti caldi al mese, fondata da Don Adriano Gennari, sacerdote di San Giuseppe Benedetto Cottolengo raccogliendo nel 2008 l’invito alla carità dell’Arcivescovo di Torino Monsignor Cesare Nosiglia, ha bisogno di aiuto.

“In questo momento difficile, in cui consegniamo all’esterno quotidianamente una media di 240 sacchetti-pasto a sera ai meno abbienti in fila a distanza di sicurezza, necessitiamo di cibo e viveri con cui sfamare i poveri e i senzatetto della città”, spiega Don Gennari.

“Per chi volesse contribuire alla raccolta alimentare, è attivo il numero di telefono 375 6188246 cui comunicare la propria disponibilità sia con chiamate che messaggi Whatsapp”, conclude Don Adriano Gennari, animatore del ‘Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione Onlus’ che gestisce la mensa.

Per maggiori informazioni, è disponibile anche il sito www.cenacoloeucaristico.it.

La clinica “Città di Alessandria” diventa Hospital Covid-19

Dalla partnership tra il Policlinico di Monza e l’Azienda Sanitaria Locale di Alessandria diventa operativo l’ospedale privato dedicato ai pazienti affetti da Covid-19. Dopo Pinna Pintor a Torino, questa è la seconda struttura privata in Piemonte interamente convertita alle cure Covid

L’ASL di Alessandria, con il benestare dell’Unità di Crisi Regionale, ha raggiunto l’accordo con il Policlinico di Monza per l’apertura ad Alessandria di un Covid-19 Hospital in una struttura privata. Si tratta della clinica “Città di Alessandria”, nella quale da oggi sono disponibili: 14 posti letto di terapia intensiva, 19 di terapia sub-intensiva, 25 a bassa intensità. Ulteriori 30 letti saranno attivati successivamente e il loro utilizzo sarà destinato sulla base dell’andamento dell’epidemia. Come per tutti i Covid Hospital, i ricoveri saranno gestiti dall’Unità di Crisi Regionale di Torino.

Parallelamente la Clinica Salus, istituto ad alta specializzazione dell’alessandrino anch’esso di proprietà del Gruppo Policlinico di Monza, si occuperà di casi di area medica no Covid.

Città di Alessandria si integra col Tortona Covid Hospital per gestire l’emergenza sanitaria che stiamo affrontando – dichiara Luigi Vercellino, direttore amministrativo della ASL di Alessandria -. Apprezziamo vivamente la disponibilità del Gruppo Policlinico di Monza che in questa fase critica offre il suo concreto sostegno attraverso le strutture operative nella nostra città”.

“La provincia di Alessandria è la più colpita dal virus nella nostra regione – dichiara Giancarlo Perla, direttore generale del Policlinico di Monza -. Per decongestionare l’Ospedale di Tortona e arginare la crescente richiesta di ricoveri, dopo Pinna Pintor a Torino, abbiamo deciso di mettere a disposizione della sanità pubblica la nostra clinica più grande e meglio attrezzata, sospendendo l’attività programmata e destinandola totalmente ai pazienti affetti da Covid 19”.

Girava con una pistola nel cruscotto

Fermato dagli agenti del commissariato Madonna di Campagna

Due donne. Un uomo. Una pistola. Non si tratta del prologo di un romanzo noir ma è quanto
accaduto nella serata di martedì scorso durante un controllo del territorio effettuato dagli agenti
del commissariato Madonna di Campagna. I poliziotti, transitando lungo Strada Lanzo, notano un
soggetto colpire con un calcio un’autovettura parcheggiata. Si tratta di un cittadino italiano di 32
anni, già noto agli operatori per precedenti di Polizia. Alla vista dei poliziotti, l’uomo inverte la
propria direzione di marcia e si allontana. Insospettiti da tale atteggiamento, gli agenti fermano il
trentaduenne, che motiva lo scatto d’ira avuto poco istanti prima dichiarando di aver appena avuto
una discussione a causa di una relazione clandestina scoperta dalla propria compagna. Seguono
poi gli accertamenti di rito dove i poliziotti rinvengono, all’interno del vano porta oggetti del
cruscotto, una pistola con matricola abrasa. L’uomo non è in grado di giustificarne il possesso. Il
trentaduenne è stato fermato per detenzione illegale di arma da sparo.

Mettiamoci la testa, rispettiamo le regole

A proposito di emergenza sanitaria, qualche sbavatura a Torino c’è. Siamo in Barriera di Milano.  Al fondo di corso Palermo, quasi via Baltea. Le immagini sono eloquenti. Non sono rispettate le norme

Non cambia naturalmente  l’ordinaria delinquenza: arrestati degli spacciatori, non si hanno notizie sui possibili clienti, e anche un malvivente albanese viene riarrestato. Ma un classico di questi giorni sono mamma e figlia che si presentano orgogliose della loro libertà. In due  per far la spesa al supermercato. Cortesemente gli fai notare l’ incongruenza, mantenendo le distanze. La loro risposta è perentoria. Noi abbiamo letto i decreto. Ne dubito.

Ovviamente la guardia alla porta non li fa entrare. Poi ci sono gli stacanovisti dello sport. Ciclisti e amanti della corsa. Anche qui se si è soli ed a 10 minuti da casa funziona. Se in gruppo e nei parchi per scambiare due parole non funziona. Draconiano il sindaco di Grugliasco che vieta  l’accesso ai parchi e giardini sul territorio. In Piemonte e a Torino aumentano contagi e morti. Si stanno potenziando le strutture ospedaliere, la nottata non è passata. Anzi non si intravede neppure l’ alba di queste brutte settimane. Gli esperti si aspettano il picco dal 24 al 27 marzo. Ma se se si continua ad uscire si vanifica tutto. Mettiamoci la testa. Forse è una eccessiva richiesta? Non mi pare. E giusto per non farci mancare nulla a Nichelino una piccola tangentopoli, in tema di coronavirus. Imprenditore corrompe impiegato del comune utilizzando  l’emergenza sanitaria. O , se volete,  impiegato taglieggia imprenditori per estendere un’appalto di pulizie. Cambiando gli addendi il risultato non cambia. Pusillanimi. Non c è da stare allegri. Il pessimismo non finisce qui. Disastri in tutti paesi Europei. Compresa la Gran Bretagna che non ha voluto essere più Europea, dove la situazione si è notevolmente complicata. Come si sa i virus non sanno cosa sono i confini. Con il coronavirus è sufficiente non rispettare un metro di distanza e la frittata è fatta. Tutte, ma proprio tutte le categorie sono esposte. Una sorta di tragica eguaglianza. E non mi sembra realistico fare il tampone a tutta la popolazione: dunque, ad una situazione eccezionale  comportamenti eccezionali. Anche il tempo della soluzione all’emergenza dipende da noi. Come dipende dai nostri singoli comportamenti il destino un po’ di tutti. Si rimane a casa per noi stessi e per gli altri.

Patrizio Tosetto

Telecamere e cani per difendere il fortino della droga

Il fortino della droga, quattro cani e telecamere per proteggere lo spaccio: carabinieri arrestano un pusher e sequestrano 12 kg di marijuana

L’uomo aveva blindato la sua abitazione, tra cani e telecamere

Torino, 18 marzo Quattro cani e varie telecamere a proteggere un giro di spaccio casalingo: erano questi gli accorgimenti di unospacciatore che aveva dato vita a una florida vendita di marijuana nel suo appartamento a Val della Torre.

I carabinieri della Compagnia di Rivoli, in collaborazione con i colleghi dei forestali, intervenuti per la probabile presenza di cani all’interno della casa, hanno bussato alla porta dell’uomo con un decreto di perquisizione allo scopo di verificare la regolarità dell’impianto di videosorveglianza ma l’obiettivo dei militari era un altro: entrare nel fortino della droga.

Il proprietario, un uomo di 25 anni con piccoli precedenti penali, teneva in casa tre pitbull e un Jack Russel, per proteggere la sua attività illegale e forse anche per intimorire gli acquirenti, a cui probabilmente vendeva le dosi.

Quando i carabinieri hanno bussato alla sua porta, l’uomo ha aperto senza alcun problema ma i suoi cani hanno impedito l’accesso ai militari in casa;  dopo una breve trattativa il proprietario ha messo in sicurezza gli animali e i carabinieri hanno iniziato la perquisizione.

Nell’appartamento i militari dell’Arma hanno sequestrato quasi 12 kg di marijuana, bilancini e bustine in cellophane, atte al confezionamento della droga. Nella stanza da letto i carabinieri hanno poi trovato anche una pistola Sturm Rugercalibro 357 Magnum, con 2 cartucce dello stesso calibro e 10 proiettili calibro 38.

All’arrestato è stata quindi contestata la detenzione illegale dell’arma e delle munizioni, non avendo alcun titolo a possedere la pistola.

Quest’ultima, in passato, era appartenuta a un uomo deceduto nel 2000, per questo motivo i militari faranno altri accertamenti per capire in che modo il giovane ne sia venuto in possesso.

Denunciato per bar e scommesse in attività nonostante i divieti

Nonostante il decreto, il gestore aveva lasciato “libero accesso” alla clientela al Centro scommesse e al bar.  Il personale, sorpreso a consentire le scommesse: “…non conoscevamo il contenuto del Decreto, facciamo ciò che ci dice il titolare…”.

La Guardia di Finanza di Torino ha sorpreso una rivendita di tabacchi, autorizzata alla sola vendita dei prodotti da fumo, che continuava la raccolta di scommesse attraverso 9 apparecchi “touch-screen”, messi a disposizione degli avventori, nonostante il divieto imposto dal decreto contro la diffusione del coronavirus.

Il titolare del locale è stato denunciato dai Finanzieri del Gruppo Torino, alla Procura della Repubblica del capoluogo piemontese per il mancato rispetto dei Decreti emanati recentemente.

Il gestore, autorizzato a restare aperto in quanto anche rivenditore di tabacchi, come detto, continuava a raccogliere scommesse attraverso gli apparecchi telematici pienamente in funzione e nella disponibilità della clientela.

Il servizio di scommesse, è bene ricordare, non essendo di natura essenziale, non fa altro che aumentare il rischio di assembramenti e di possibili contagi in quanto richiede la permanenza dei clienti all’interno dei locali.

Il titolare è stato denunciato per l’inosservanza dei provvedimenti dell’autorità e segnalato in Prefettura per l’eventuale chiusura del locale.