Spaccio di droga, carabinieri arrestano due corrieri e due pusher. La sostanza è ottenuta spruzzando metadone ed eroina sulla marijuana
Nell’ambito dei servizi di controllo antidroga del territorio, i carabinieri hanno arrestato 4 persone, tre italiani e un senegalese, per detenzione di droga.
A Caselle, i carabinieri hanno sequestrato oltre 2,2 kg di Amnèsia, la nuova droga ottenuta spruzzando metadone ed eroina sulla marijuana.
I carabinieri della Tenenza di Ciriè l’hanno sequestrata a una coppia, uomo italiano di 34 anni e la sua compagna italiana di 23 anni, residenti a San Maurizio Canavese. In auto della coppia, i carabinieri hanno trovato 2,2 kg di Amnèsia, in due confezioni termosaldate. Nella loro abitazione a San Maurizio Canavese sono stati trovati altri 300 grammi di hashish e 1000 euro in contanti. I militari che li hanno fermati nei pressi dell’Aeroporto di Caselle Torinese, durante uno dei controlli stradali intensificati in queste settimane, sospettano che si tratti di due corrieri della pericolosa sostanza che crea rapida dipendenza e pericolose amnesie, da cui il nome Amnèsia. Stanno proseguendo le indagini per verificare la provenienza e soprattutto la destinazione della nuova droga.
A Torino, i carabinieri del Nucleo Radiomobile hanno arrestato per detenzione di droga un italiano di 24 anni, di Torino. Controllato in Via Mittone (Quartiere Parella) e perquisito, i militari hanno sequestrato 20 grammi di marijuana. Nell’abitazione del giovane, i carabinieri hanno trovato altri 50 grammi della stessa sostanza occultati all’interno di un cassetto della stanza da letto. L’uomo è stato collocato ai domiciliari
Sempre a Torino, in via Pelosa (Quartiere Cenisia), i carabinieri del Nucleo Radiomobile hanno arrestato per detenzione di droga e resistenza a pubblico ufficiale un senegalese di 36 anni, senza fissa dimora, irregolare sul territorio italiano.
Per sottrarsi al controllo e all’arresto, l’uomo ha deglutito gli ovuli nascosti in bocca e poi ha tentato la fuga a piedi scalzi. Poco dopo è stato bloccato ma ha colpito i carabinieri con calci e pugni nel tentativo di divincolarsi.
L’africano è stato bloccato e arrestato.
Ha completato il suo percorso con un periodo formativo a New York, presso il Manhattan Eye, Ear and Throat Hospital, il Columbia University Presbyterian Hospital e la New York University School of Medicine. Dal 2006 ha assunto l’incarico di ricercatore e successivamente il ruolo di professore associato presso la Clinica oculistica dell’Università di Catania.
Da marzo 2020 Professore ordinario in Oftalmologia presso l’Università degli Studi di Torino.
Considerato un opinion leader nel campo della retina medica, è membro dei principali gruppi di studio internazionali sulle terapie intravitreali con steroidi e sostanze anti-VEGF.
Ha maturato una vasta esperienza nella microchirugia oculare del segmento anteriore e posteriore dell’occhio, in particolare su complessi interventi di vitrectomia, che ha gli consentito di divenire un punto di riferimento nel trattamento chirurgico delle patologie vitreo-retiniche.
Nel contempo sono stati nominati Direttori di Struttura, in quanto in precedenza temporaneamente in qualità di facente funzione, il professor Mario Bo Direttore di Geriatria universitaria e la professoressa Paola Rocca Direttore di Psichiatria universitaria della Città della Salute di Torino.
Arrestati dai carabinieri i gemelli della droga
Produzione e spaccio marijuana e hashish, i carabinieri arrestano due fratelli gemelli e un corriere e denunciano padre e figlio
Un controllo alla circolazione stradale ha permesso ai carabinieri di scoprire una serra per la coltivazione della marijuana e di arrestare un giovane che deteneva in casa lo stupefacente. In particolare, i carabinieri della Stazione di Leini hanno fermato a Bosconero, una macchina con quattro persone a bordo. Aleggiava un profumo di marijuana in macchina e pertanto i militari dell’Arma hanno perquisito sia la macchina sia gli occupanti. Il conducente e proprietario della vettura, un italiano di 26 anni, di Bosconero, è stato arrestato perché nel bagagliaio, i carabinieri hanno trovato 600 grammi di marijuana in sacchetti di plastica e sottovuoto. I carabinieri hanno anche trovato diversi spinelli nelle tasche di due passeggeri, due 20enni di Bosconero, che sono stati segnalati alla Prefettura di Torino come consumatori di cannabis. Il quarto passeggero sembrava quello più tranquillo, ma a casa sua i carabinieri hanno trovato una serra per la coltivazione della marijuana in cantina. Una produzione casalinga di cannabis avviata con la complicità del padre. Sequestrate lampade che riproducevano la luce necessaria alla crescita delle piante, un impianto di aerazione, necessario all’abbattimento della temperatura interna, diversi flaconi di fertilizzante e concime, necessari al nutrimento del terreno e delle radici delle piante. Nella serra sono state inoltre trovate e poste sotto sequestro anche una decina di piante di marijuana alte un metro e mezzo. Padre e figlio, di 45 e 19 anni, sono stati denunciati per produzione e possesso di droga
A Rivalta, i carabinieri della Stazione di Orbassano hanno arrestato due fratelli gemelli, di 19 anni, abitanti a Beinasco, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Fermati in macchina durante un posto di controllo, i due fratelli sono apparsi nervosi e poco collaborativi con i carabinieri. In auto nascondevano circa 40 grammi di droga, tra hashish e marijuana, e a casa i carabinieri hanno trovato altri 120 grammi delle stesse sostanze. I due fratelli sono stati arrestati e collocati ai domiciliari.
Palazzo Lascaris si è tinto di arancione
Ieri, 17 settembre, il Consiglio regionale ha ricordato la Giornata nazionale per la sicurezza delle cure e della persona assistita con un gesto simbolico, illuminando di arancione la facciata di Palazzo Lascaris, aderendo così all’invito dell’Organizzazione mondiale della Sanità allo scopo di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sul tema, particolarmente sentito nel contesto dell’attuale emergenza pandemica.
L’iniziativa è il primo dei progetti che il Consiglio regionale, attraverso l’attività degli Stati generali dello sport e del benessere, intende promuovere e realizzare sulla salute pubblica, con l’intenzione di sensibilizzare la cittadinanza sulla prevenzione delle patologie e sul contributo che ciascuno può dare alla salvaguardia della salute di tutti.
“Questa giornata deve essere l’occasione per un confronto tra tutti coloro che operano in ambito sanitario sullo specifico tema della gestione del rischio clinico e per consolidare la collaborazione fra cittadini e aziende sanitarie nel processo di miglioramento della qualità e della sicurezza delle cure”, ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia . “Solo attraverso la promozione e la crescita di una cultura della salute più attenta e vicina al paziente e agli operatori si potranno avere significativi cambiamenti nell’ambito della sicurezza delle cure e della persona assistita”.
Lo stesso giorno ricorre anche la Giornata mondiale per la sicurezza dei pazienti (World patient safety day), che l’Oms ha scelto di dedicare quest’anno proprio all’interrelazione fra sicurezza degli operatori sanitari e dei pazienti con lo slogan “Operatori sanitari sicuri, pazienti sicuri”.
Riceviamo e pubblichiamo / In pochi anni ci saranno 20.000 poliziotti in meno in organico, nonostante negli ultimi anni molti Uffici della polizia di Stato della città di Torino, abbiano già subito il 40% di riduzione del personale
Non è più una mera supposizione ritenere che la sicurezza interna del nostro Paese potrebbe intraprendere una china pericolosa in fondo alla quale le esigenze di sicurezza dei cittadini potrebbero non ricevere più risposte adeguate.
Quello che realisticamente si potrebbe profilare, se le assunzioni in Polizia seguiranno i tempi del Covid 19, sono 20 mila poliziotti in meno entro il 2025 reintegrati, forse, da poche migliaia di poliziotti. La differenza potrebbe significare ben oltre 14.000 poliziotti in meno nel nostro Paese entro il 2025 e i restanti poliziotti in servizio avranno un’età media oltre i 48 anni.
Non è il solito grido di allarme che si leva dalle file dei sindacati, ma un’autentica e seria preoccupazione per il futuro della sicurezza dei cittadini.
RENDERE OPERATIVI I CONCORSI O PROCEDERE CON LO SCORRIMENTO DEL CONCORSO PREGRESSO È UNA NECESSITÀ IMPROROGABILE.
Il crimine non arretra e soprattutto non aspetta i rinforzi delle forze dell’ordine. Men che meno sembra arrestarsi l’immigrazione irregolare che spesso si trasforma in mano d’opera a basso costo per la criminalità organizzata e per la criminalità predatoria, aumentando lo spaccio di droga e, nondimeno, il degrado urbano in molte periferie. I Centri di Permanenza e Rimpatrio (C.P.R.) che sarebbe utile prevedere in ogni capoluogo di Regione, saranno sorvegliati con sempre maggiore difficoltà e le rivolte saranno contenute con grandi sforzi. Se a queste legittime preoccupazioni sulla sicurezza si aggiungono le gravose condizioni sociali ed economiche al massimo storico, è oggettivamente incontrovertibile constatare l’insufficienza numerica dei poliziotti, necessari per assolvere assiduamente agli impegni legati all’ordine pubblico, al controllo del territorio, all’attività info-investigativa, amministrativa e a tutte quelle materie, inerenti le diverse specialità di polizia.
Se poi, a queste pesanti condizioni, aggiungiamo lo stress psicofisico a cui andrebbero incontro gli operatori di polizia, la questione diventa terribilmente seria e richiede interventi straordinari, che solo un ottuso pressapochismo istituzionale e politico potrebbe non capire.
Se dal Governo non si provvederà al più presto con misure eccezionali ad arruolare poliziotti, evitando i lunghi anni di attesa, una città come Torino (ma non solo), subirà un inesorabile tracollo delle funzioni di polizia e non saranno sufficienti i doppi turni di lavoro, già oggi assolti con grande sacrificio dai poliziotti. Ministro dell’Interno e Amministrazione sembrano limitare lo sforzo delle assunzioni a standard ordinari mentre i parametri di riferimento dovrebbero essere connotati dall’eccezionalità.
La paura di una mancanza di sicurezza è già adesso palpabile. Non è lontano il momento in cui si dovrà scendere al compromesso con i valori sociali e individuali scegliendo quale standard di sicurezza operativo sarà più conforme e applicabile per soddisfare le richieste minimali di sicurezza dei cittadini; quali compiti istituzionali saranno prevalentemente ritenuti ineludibili e a cui destinare prioritariamente gli operatori di polizia: nel controllo del territorio e quindi nell’attività preventiva, sacrificando in buona parte quella giudiziaria, investigativa e amministrativa, o viceversa ridurre l’azione preventiva per agire sul piano repressivo, non meno essenziale per la lotta alla criminalità e per la sicurezza dei cittadini.
Non occorre essere un criminologo per intuire che con numeri di operatori così limitati l’allarme sicurezza lanciato dai sindacati è purtroppo più che attendibile.
La presenza qualificata e sostanziale delle forze dell’ordine non può essere un optional soggiogata dal Covid 19 o soggetta alla contabilità pubblica. È proprio a causa di questa nefasta contabilità che ha bloccato per anni il turnover delle forze dell’ordine se oggi ci troviamo in questa preoccupante prospettiva, che non potrà essere certo superata con poche migliaia di assunzioni.
Le chiacchiere e le buone intenzioni o le pianificazioni di là a divenire, non saranno in grado di tutelare sufficientemente i nostri figli, gli anziani, le famiglie e, la furia delinquenziale potrebbe ritagliarsi ulteriori spazi nevralgici dove l’illegalità inciderà negativamente sulla serena convivenza civile.
La questione non è quella di andare incontro alle esigenze dei poliziotti, o meglio non è solo questa, atteso che negli ultimi anni la forbice dei tagli ha ridotto quasi del 40% il personale in quasi tutti gli uffici di polizia, ma è soprattutto quella di comprendere, numeri alla mano, quale livello di sicurezza dei cittadini si è disposti a sacrificare nel prossimo futuro.
Se vogliamo trasformare la nostra città e non solo, in un luogo in cui la criminalità ha “campo libero” è sufficiente continuare con queste politiche “suicide” della sicurezza. E nessuno si illuda che sarà sufficiente trasferire attività amministrative, oggi di competenza della polizia di stato, ai comuni: i numeri recuperabili sarebbero comunque insufficienti.
I sindacati di polizia non chiuderanno gli occhi facendo finta di niente, non si presteranno ai giochetti politici; sarebbe da irresponsabili fingere che tutto vada bene, e attendere magari tra qualche anno, l’arrivo di qualche solone, in vena di propaganda, che farà notare lo scellerato abbandono delle nostre città. È una responsabilità troppo grande per favorire la politica dello struzzo e nessuno può chiamarsi fuori.
Solo una presa di coscienza generale può richiamare l’attenzione di chi, forse anche a causa della complessa e complicata contingente situazione del nostro Paese si è troppo distratto, non accorgendosi di quello che potrà accadere nei prossimi anni.
È il momento che la politica si prenda le sue responsabilità. E sono soprattutto alcuni pezzi della politica che hanno da sempre avversato le Forze dell’Ordine, facendole apparire come delle forze esclusivamente repressive, che devono comprendere il loro insostituibile compito, esercitato nell’interesse del cittadino, a garanzia della convivenza civile. Sarebbe un errore gravissimo speculare su sporadici esempi negativi, riconducibili a qualche appartenente delle forze dell’ordine, per destabilizzare il sistema di sicurezza Nazionale
Bisogna agire subito e adesso perché domani sarà troppo tardi e nessuno, proprio nessuno, potrà nascondersi dietro un dito, giurando di non avere mai saputo in quali condizioni verteva la sicurezza pubblica del Paese.
ADESSO È IL MOMENTO DELLA RESPONSABILITÀ E NON DELLE CHIACCHIERE.
I SINDACATI DI POLIZIA SONO PRONTI A FARSI PORTAVOCE DI QUESTA IMPELLENTE ESIGENZA DI VITA:
LA NOSTRA SICUREZZA.
SIULP SAP FED. COISP-MOSAP FSP Polizia di Stato
BRAVO PERNA CAMPISI PANTANELLA
In carcere la portavoce No Tav
E’ stata arrestata Dana Lauriola, la 38enne portavoce del movimento No Tav attivista del centro sociale Askatasuna.
Il tribunale di Torino aveva respinto la richiesta di misure alternative alla carcerazione: era stata condannata in via definitiva a due anni per un episodio del 2012. Allora circa 300 persone bloccarono il casello di Avigliana della Torino-Bardonecchia permettendo alle vetture di passare senza pagare il pedaggio. Momenti di tensioni si sono registrati durante l’attesto avvenuto nella casa dove la donna vive a Bussoleno.
Nei giorni scorsi, gli agenti del Commissariato Dora Vanchiglia con la collaborazione del Reparto Prevenzione Crimine “Piemonte”, delle unità cinofile e della Polizia Locale hanno effettuato un controllo di diverse aree del quartiere Aurora.
Dopo aver controllato l’area di piazza della Repubblica, l’attività, finalizzata al contrasto dello spaccio, si è concentrata sull’area di Lungo Dora Firenze, nel tratto compreso tra corso Giulio Cesare e via Aosta. Qui, un cittadino nigeriano di 21 anni, è stato sorpreso mentre consegnava a un acquirente una dose di marijuana dopo averla prelevata da una bottiglia occultata nella vegetazione attigua alla sponda del fiume. Dopo aver arrestato il pusher, gli agenti hanno recuperato la bottiglia in plastica al cui interno c’erano 19 involucri contenenti stupefacente, per un peso complessivo lordo di 100 grammi.
Un’altra cessione di marijuana è stata notata dagli agenti nei pressi di una panchina, sempre in Lungo Dora Firenze. In questo caso è stato arrestato un trentaduenne ghanese e sono stati sequestrati una trentina di grammi di stupefacente. Da accertamenti, è emerso che l’uomo aveva un obbligo di presentazione alla P.G. in provincia e un divieto di dimora a Torino.
Nel corso del servizio sono stati sequestrati altri 45 grammi di marijuana, anche questi occultati tra la vegetazione prossima al fiume Dora. Un ventiduenne maliano, invece, è stato denunciato in stato di libertà per resistenza a P.U. per il comportamento tenuto durante le fasi del controllo.
Viaggiava a bordo di un autobus, partito dalla Francia e diretto a Venezia, il trentacinquenne arrestato dalla Guardia di Finanza di Torino perché trovato in possesso di oltre cento ovuli di cocaina ed eroina
È quanto accaduto presso il terminal degli autobus di Corso Vittorio Emanuele II del capoluogo piemontese.
Le squadre cinofile del Gruppo Pronto Impiego Torino hanno controllato i passeggeri di una nota linea di autobus low cost provenienti dalla capitale Transalpina.
Nel corso dello sbarco dei viaggiatori un trentacinquenne di origini nigeriane ha attirato le attenzioni di Joy e Ebron, i cani antidroga delle Fiamme Gialle.
Ad un primo controllo sembrava tutto in ordine ma l’atteggiamento particolarmente nervoso dell’uomo ha indotto i Finanzieri ad approfondire il controllo, accompagnando il nigeriano presso l’ospedale Molinette di Torino.
I sospetti hanno trovato conferma poco dopo: la radiografia ha evidenziato la presenza nello stomaco di circa un centinaio di ovuli contenenti cocaina ed eroina purissima.
L’uomo è stato arrestato e condotto presso la Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Dovrà rispondere di traffico di sostanze stupefacenti.
Quello degli “ovulatori” è un fenomeno ormai diffuso da anni. Questi ovuli sono fatti di plastica e cera e vengono “ingoiati” dai corrieri della droga, nel tentativo di evitare i controlli di frontiera. Una volta a destinazione, con l’aiuto di lassativi vari, provvedono al recupero della merce. In questo modo grosse quantità di cocaina possono viaggiare anche di continente in continente. Può capitare però che questi ovuli, se non confezionati nel modo corretto, si aprano nello stomaco dei corrieri generando morte improvvisa.
I controlli delle Guardia di Finanza di Torino, nelle aree cosiddette sensibili, quali Terminal degli autobus, stazioni ferroviarie e della metropolitana, scaturiti anche grazie alle numerose segnalazioni dei cittadini al numero di pubblica utilità “117” della Guardia di Finanza, si inseriscono nel quadro della costante azione di controllo del territorio, svolta nei principali punti di aggregazione della città, finalizzata a tenere alto il livello di attenzione sulla diffusione e sul consumo di droghe.