ilTorinese

Con il contratto Anas arrivano i fondi per le strade piemontesi

Risorse per le varianti di Demonte e Re, la tangenziale di Mondovì, il collegamento sud-ovest di Asti, la superstrada Novara-Vercelli, oltre alla conferma di 384 milioni per la Pedemontana piemontese.

Il Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile) ha approvato oggi il contratto di programma tra Governo e Anas che assegna al Piemonte quasi 900 milioni per una serie di opere strategiche.

Alla seduta ha partecipato in videocollegamento l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Gabusi.

Nel contratto di programma approvato tra Anas e Ministero delle Infrastrutture sono state inserite molte opere attese da anni e per le quali è finalmente delineato un percorso concreto di realizzazione:

– conferma delle risorse per il completamento della Pedemontana piemontese per 384 milioni di euro;

– finanziamento della variante di Re e del ponte Ribellasca, nel Verbano-Cusio-Ossola, per 138 milioni;

– finanziamento della variante di Demonte (CN) per 85 milioni;

– 70 milioni per i lavori del terzo lotto della tangenziale di Mondovì (CN);

– 74 milioni per il primo lotto della superstrada Novara-Vercelli, per la prima volta inserita nella pianificazione nazionale

– 104 milioni per il collegamento sud-ovest di Asti, che consentono di avviare l’iter autorizzativo per arrivare al finanziamento dell’opera nel 2025.

Il Cipess ha anche finanziato, nell’ambito dell’accordo che riguarda la Liguria, l’aggiornamento del progetto del collegamento Armo-Cantarana tra Liguria e Piemonte, dopo che nel 2019 i presidenti Alberto Cirio e Giovanni Toti avevano riacceso un faro su quest’opera.

«Abbiamo lavorato per mesi per definire questo contratto di programma che assegna al Piemonte un pacchetto di opere e risorse in grado di sostenere una delle regioni più produttive d’Europa, dando gambe concrete a opere che il territorio attende da anni e risposte a settori produttivi in crescita che hanno bisogno di infrastrutture moderne e collegamenti», ha dichiarato il presidente della Regione Alberto Cirio.

«Nel 2019, quando ci siamo insediati abbiamo trovato una serie di opere bloccate, Asti-Cuneo e Tav in testa, tanti capitoli di finanziamento a zero e un programma di nuovi interventi di viabilità vecchi di oltre 15 anni. Abbiamo sbloccato tanti interventi e lavorato insieme alle Province per determinare le priorità per cui abbiamo individuato risorse concrete», ha aggiunto l’assessore Gabusi.

‘Bosco Eliadi’, il nuovo giardino a disposizione dei bambini

Ieri l’assessora all’istruzione della Città di Torino Carlotta Salerno ha inaugurato ‘Bosco Eliadi, il nuovo giardino a disposizione dei bambini e delle bambine della scuola primaria Armstrong.

L’intervento di manutenzione straordinaria del giardino, iniziato lo scorso dicembre e il cui costo è stato di 60mila euro, ha previsto la sua intera riqualificazione con l’installazione di una cancellata e un gazebo per permettere le attività didattiche outdoor, il rifacimento del sistema di viabilità interno, una rete di smaltimento delle acque e la costruzione di un’area ad hoc per le attività espressive all’aperto.

La festa di inaugurazione di questa mattina è stata anche un’occasione per mostrare i risultati del progetto ‘Miti di Fondazione’ realizzato in collaborazione con l’Università di Torino, la Fondazione Marazzato, la Città, la Circoscrizione 4 e gli IC Duca d’Aosta e Turoldo, il Liceo Primo e il nido d’infanzia Bianca e Bernie.

Le attività effettuate, ispirate al mito di Fetonte, hanno previsto la piantumazione di sette pioppi volti a ricreare il bosco delle Eliadi; la realizzazione di un mural attinente al mito, raffigurato da scolari del Primo Liceo artistico di Torino; la riproduzione della costellazione di Eridano mediante l’installazione di 12 faretti a energia solare collegati da linee dipinte in terra e l’ideazione di uno spettacolo di ecodanza da parte dell’indirizzo coreutico del Primo Liceo.

‘Miti di Fondazione’ – che si pone l’obiettivo di educare all’ambiente e alla sostenibilità, con l’auspicio di aumentare progressivamente negli anni il numero di alberi e di valorizzare artisticamente giardini e boschi già esistenti – ha anche permesso la piantumazione di tre ulteriori albizzie rispettivamente nel nido di infanzia ‘Bianca e Bernie’ e nell’IC Turoldo.

Quest’area verde è un polmone importante per la scuola e per tutto il territorio e la sua riqualificazione era attesa da molti anni. La parte più interessante ed emozionante – ha affermato l’assessora Carlotta Salerno – è stata osservare quanto l’inaugurazione e il progetto ‘Miti di Fondazione’ siano stati partecipati, con il coinvolgimento di almeno una scuola per ogni grado, l’Università, la Fondazione e la Circoscrizione. Ogni ente coinvolto ha fatto la sua parte per rendere lo spazio bello esteticamente ma soprattutto fruibile, per ora dalle bambine e dai bambini della Armstrong, ma presto da tutta la comunità”.

BUILDING HAPPINESS Dove sta di casa la felicità?

La Fondazione per l’Architettura di Torino intraprende per l’anno 2024 un affasciante viaggio alla scoperta della connessione tra architettura e felicità, in cui tutti siamo invitati a partecipare.

Cosa rende felice una città? Quali sono gli elementi urbani ma anche abitativi che rendono piacevole un luogo? Come si fa a rendere fruibili luoghi dismessi? A queste domande cercheranno di rispondere architetti, attivisti, artisti coordinati dalla Fondazione per l’Architettura di Torino che, con un programma fitto di eventi, vuole comprendere come migliorare i luoghi che viviamo.

Il progetto si chiama Building Happiness, è molto ambizioso e si prefigge di redigere un vero e proprio manuale con linee guida pubblicare e divulgare. L’argomento non è certo nuovo. La relazione tra Architettura e Felicità è già stata indagata in passato, soprattutto attraverso lo sguardo di filosofi e scrittori (come Alain De Botton, “Architettura e Felicità, 2006”) e da antropologi (come Mar Augè, “La felicità ha un luogo? 2011”). La Fondazione inoltre riconosce il recente emergere di un approccio quantitativo da parte degli architetti nello sviluppo di “edifici felici”, tutto ciò è stato di stimolo per proporre ed enfatizzare l’aspetto culturale della nuova indagine, che vuole sottolineare le dirette conseguenze dell’architettura sulla qualità della vita delle persone e sulla responsabilità sociale degli architetti.

“Mi preme sottolineare – afferma Gabriella Gedda, Presidente della Fondazione per l’Architettura di Torino – tutto l’orgoglio e l’impegno che la Fondazione ha profuso nei confronti del progetto Building Happiness, che vede nell’architettura un valore sociale al servizio della comunità, anche attraverso la promozione del benessere dei cittadini. Crediamo infatti fermamente che la felicità sia un indicatore fondamentale per misurare la salute psico – fisica delle persone e anche per conferire vigore all’attrattività territoriale. Con il progetto Building Happiness vogliamo sensibilizzare la comunità degli architetti e di tutti i professionisti del settore, al fine di contribuire in modo tangibile alla realizzazione di un ambiente urbano che, oltre a soddisfare le necessità pratiche e funzionali, alimenti il benessere emotivo e spirituale dei suoi abitanti”

Il percorso di Building Happiness si articolerà in una ventina di appuntamenti, il calendario completo lo trovate qui. Comprende incontri “Face to Face” con architetti, tour di luoghi felici, talk culturali con ospiti illustri, tra i quali uno in collaborazione con il Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino, un Book Lab in collaborazione con il Circolo dei lettori di Torino e la realizzazione di una mostra fotografica in collaborazione con CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia.

Imperdibile, Sabato 23 Marzo, la Maratona Stand up for Architecture! Dalle ore 17.00 alle ore 23.00 al Capodoglio, Murazzi del Po Gipo Farassino 37. Qui sarà possibile dialogare con architetti, designer, attivisti e artisti. L’evento multidisciplinare e corale, una vera e propria maratona di sei ore, coinvolgerà attivisti, designer, architetti e artisti. Qui il programma completo.

“Vorrei sottolineare – conclude Eleonora Gerbotto – il nostro impegno nel rendere protagonisti i giovani. Attraverso la Maratona, uno dei momenti salienti della programmazione, i giovani (architetti ma non solo) sono stati coinvolti attivamente perché abbiano l’opportunità di esprimersi su un tema così rilevante come la felicità.  Ritengo infatti importante mettersi in loro ascolto, ma ancor di più coinvolgerli, perché i giovani sono a tutti gli effetti il motore creativo per il futuro della nostra città”.

E i torinesi? La Fondazione per l’Architettura di Torino ha bisogno anche dell’aiuto dei suoi concittadini e lo fa chiedendo di rispondere al questionario di Building Happiness. Alla costruzione della felicità nessuno resta solo spettatore.

Lori Barozzino

Sette le aziende piemontesi premiate ai Credit Reputation Award 2024

 

ArcelorMittal CLN Distribuzione, Axil, Gino, Inalpi, Ledoga, Nord Ovest e Smart Energy/uBroker

Cresce la consapevolezza del ruolo giocato dall’affidabilità bancaria 
tra le aziende della regione

 Si sono svolti ieri i Credit Reputation Award organizzati da CentraleRisk destinati a riconoscere la puntualità verso il sistema bancario delle aziende candidate analizzando, con un modello valutativo, i dati di Centrale Rischi di Banca d’Italia. Nel ricco consesso di imprese, sono sette le aziende del territorio piemontese che si sono distinte, tutte attive in molteplici settori e di dimensioni e industry diverse. 

 

Si inizia con ArcelorMittal CLN Distribuzione Italia Srl, nata nel 2015 a Caselette (TO) nel segmento dei Centri Servizio acciaio al carbonio dalla fusione di CLN e ArcelorMittal Distribution Solutions Italia, due delle principali aziende italiane di distribuzione acciaio; per passare alla torinese Axis spa, già GMW, attiva nella riparazione e manutenzione di parti intercambiabili per macchine utensili e Gino spa di Cuneo che vende all’ingrosso e al dettaglio autovetture e autoveicoli leggeri; a Inalpi di Moretta (CN), con la sua filiera di latte piemontese trasformato nei migliori prodotti caseari; Ledoga srl di San Michele Mondovì (CN), nata nel 1868  e che ben presto si è guadagnata il primato di principale produttore italiano di estratti di castagno con un market share del 60% e una produzione di circa 15.000 t/anno utilizzati principalmente nella realizzazione di suole per calzature di alta qualità; Nord Ovest spa, sempre di Cuneo, primo spedizioniere italiano ad avere ottenuto l’autorizzazione ad operare nell’ambito del FAST CORRIDOR per le operazioni di trasporto via gomma dai principali terminal portuali liguri al proprio magazzino di Mondovì e Smart Energy/uBroker, il nuovo player utility di Torino

 

 

“Siamo davvero onorati di vedere crescere l’attenzione delle aziende a una gestione degli affidamenti puntuale, responsabile e sostenibile e, in parallelo, rapporti con gli istituti di credito più solidi e trasparenti come dimostrano queste imprese, che sono solo un piccolo campione delle eccellenze della regione” commenta Massimiliano Bosaro, CEO di Centrale Risk. “Non c’è settore escluso: e siamo certi che l’avere meritato questo award servirà da ulteriore boost per l’attività di ogni impresa assegnataria, per farsi riconoscere da banche, clienti e dal mercato proprio in virtù della serietà comprovata da ognuna di loro”.

 

Il più grande “Tulips U-pick Park” in Piemonte

TULIPARTY

 

Dal 23 marzo a fine fioritura

Aperto tutti i giorni dalle h 9,30 alle h 18,30

In via Collegno 39 a Pianezza

 

Tuliparty giunge alla sesta edizione! Lo storico  “Tulips U-pick Park” piemontese riaprirà i battenti il 22 marzo e resterà aperto fino al termine della fioritura che dipenderà, come sempre, dalle condizioni meteorologiche. Tuliparty è uno spazio verde di oltre 5.000 mq in cui sarà possibile ammirare una fioritura straordinaria di oltre 120 varietà diverse di tulipani di tutti i colori e di tutte le famiglie: Pappagalli, Sfrangiati, Doppi, Fiore di Giglio. Oltre ai tulipani ci sarà una ampia scelta di Narcisi, Viole e Muscari, tutti da raccogliere in modalità u-pick.

“Quando ti piace un fiore semplicemente lo cogli. Quando AMI un fiore lo annaffi tutti i giorni”; in questa citazione, che abbiamo scelto come didascalia della sesta edizione, si racchiude l’unicità del Tuliparty.
Nel nostro Tulips U-pick Park sarà possibile non solo ammirare i tulipani e fotografarli, ma come dice il nome stesso, sceglierli e raccoglierli, volendo, con tutto il bulbo, pronti per essere ripiantati nel proprio giardino o terrazzo, in modo da portare a termine la fioritura a casa e prendersi cura della pianta per farla rinascere la stagione successiva. Per fare questo ai visitatori verrà fornita l’attrezzatura per raccogliere la pianta col bulbo in autonomia, oppure potranno essere assistiti dallo Staff del Tuliparty.

Attività didattica: Anche Quest’anno abbiamo coinvolto scuole materne ed elementari nell’attività didattica “Alla scoperta del mondo vegetale”, con spiegazioni teoriche e pratiche sulla coltivazione dei fiori; ogni bambino e bambina potrà diventare un piccolo floricoltore, piantando un bulbo di gladiolo in un vasetto da portare a casa insieme a un tulipano raccolto nel campo.  Sempre per gli Amici più piccoli, sono in programma attività ludiche quali la “caccia alle uova” in occasione del week end pasquale.  Non mancheranno poi, per gli adulti, Corsi di pittura e Corsi di fotografia in plein air, per imparare le tecniche specifiche del soggetto floreale.

INFORMAZIONI
feriali: € 2,50 comprensivo di 1 tulipano

festivi e prefestivi: € 5,00 comprensivo di 2 tulipani

Tulipani extra € 1 cad, col bulbo € 1,50 cad.

TULIPARTY TORINO

Via Collegno 39 – Pianezza (TO)

www.tuliparty.com

Mercato immobiliare a Torino: nel 2023 scendono le compravendite di abitazioni usate e nuove

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OSSERVATORIO ABITARE CO –  (-7,7%), ma il mercato delle nuove residenze ha retto leggermente meglio rispetto all’usato.. Il fatturato immobiliare totale registrato a Torino nel 2023 è di 4,1 mld € (-7,7%)

Nonostante il calo delle compravendite di case nuove (-4,9%), a Torino i prezzi sono aumentati del +2,3% annuo, con un valore medio di 4.500 € al mq.  A livello generale la quota di offerta di case nuove sul totale in vendita è bassa (13,0%)

Milano, 21 marzo 2024 – Nel 2023, a Torino il mercato immobiliare residenziale ha registrato un calo delle compravendite totali (nuovo+usato) del -7,7% rispetto all’anno precedente (14.880 transazioni) [1]; un dato comunque migliore rispetto al valore complessivo delle otto città metropolitane (-11,5%) e non dimenticando che il 2022 è stato un anno record di vendite per tutto il Paese.

Secondo l’analisi di Abitare Co. -società di intermediazione e servizi immobiliari specializzata sulle nuove residenze- il fatturato totale, nel 2023 a Torino ha registrato 4,1 mld €, in calo del -7,7% sul 2022.

Le nuove costruzioni residenziali sul territorio torinese hanno resistito leggermente meglio rispetto all’usato, segnando un calo più contenuto sul 2022 (-4,9%). Oltre a un calo dell’offerta di nuove abitazioni (-1,2%), la quota di case nuove in città rispetto al totale in vendita resta sempre molto bassa (13,0%); anche per questi motivi, a fronte di un calo delle vendite, continuano ad aumentare i prezzi. Non ha aiutato l’inflazione (+5,9% la media annua) che ha contribuito alla crescita dei costi delle aree, dei materiali e degli appalti in generale. A fine 2023 i prezzi delle nuove case hanno così segnato, a Torino, un aumento del +2,3% rispetto al 2022, portando il prezzo medio a 4.500 € al mq., ma con nette differenze tra zone centrali (6.100 € al mq.), semicentrali (4.450 € al mq.) e periferiche (2.950 € al mq.).

Nuove abitazioni: il confronto tra le otto città metropolitane

Per quanto riguarda le compravendite di nuove abitazioni nel 2023 nelle otto città metropolitane (-4,5% sul 2022), si vede come il calo più marcato sia stato registrato a Genova e Roma (entrambe -6,2%). Seguono Bologna (-5,8%), Torino (-4,9%), Milano (-4,5%), Napoli (-3,9%) e Palermo (-3,3%). Anche Firenze ha chiuso son il segno negativo, ma con un valore molto più contenuto (-1,8%).

Ma se le compravendite sono calate, cosa è accaduto ai prezzi? Al contrario, i prezzi medi sono aumentati in tutte le principali città analizzate (+3,9% rispetto al 2022), raggiungendo un valore medio generale di 4.925 € al mq, ma con nette differenze tra zone centrali (7.150 € al mq.), semicentrali (4.625 € al mq.) e periferiche (3.144 € al mq.).

Milano e Firenze, rispettivamente con +7,7% e +5,9%, sono le città più dinamiche mentre a Bologna i prezzi sono cresciuti solo dello 0,6%. Il capoluogo lombardo ha toccato i 7.100 € al mq, un dato influenzato sia dal costo delle aree edificabili che dai valori in aumento sia nelle aree semicentrali che periferiche dove oggi il valore medio massimo supera i 5mila euro al metro quadrato. Roma non riesce a stare al passo di Milano e infatti il suo valore medio di vendita in città si ferma a 6.400 € al mq. Fra queste due città e le rimanenti sei esaminate il gap è molto alto. Nelle altre città a Firenze il prezzo medio è di 5.400 € al mq., a Torino di 4.500 € al mq., a Genova di 4.450 € al mq., a Bologna di 4.400 € al mq., a Napoli di 4.100 € al mq. La più “economica” è Palermo con i suoi 3.000 € al mq.

Sui prezzi di vendita non ha influito solo la pressione della domanda su un mercato che offre poco ma tutti i costi legati ad una operazione di sviluppo, dall’acquisto delle aree, alla progettazione, agli oneri comunali, ai costi per la costruzione degli edifici. Rispetto ad una abitazione usata in vendita le componenti che determinano il prezzo finale sono molteplici, ed è ovviamente questo il motivo che porta i prezzi a mantenersi in un territorio di crescita.

Sul fronte dell’offerta di case nuove, nel 2023 si registra una contrazione del -4% rispetto al 2022 (a Roma è del -9,5% e a Genova del -7,7%), con l’offerta sul totale delle case in vendita che non supera l’8,2%. Delle otto città esaminate, solo tre segnano una quota di mercato del nuovo superiore al dieci per cento rispetto al totale delle case in offerta, ovvero Roma (10%), Bologna (11,3%) e Torino con (13%). In tutte le altre città, a Genova la quota è solamente del 3,7%, a Napoli del 4,3%, a Palermo del 4,6%, a Firenze dell’8,4% e a Milano del 9,9%.

Si allungano i tempi di vendita soprattutto per una questione di ritardi nell’immissione di prodotto nuovo sul mercato. La media è di circa 4,7 mesi, andando dai 4 mesi di Milano e 4,2 di Palermo e Bologna fino ai 5,7 di Genova e i 6 di Napoli.

 

 

 

Gli appuntamenti culturali della Fondazione Torino Musei

VENERDI 22 MARZO

 

Venerdì 22 marzo ore 14.30

PALAZZINA LAFLEUR E LA BIZZARRIA DEL NUOVO STILE LIBERTY

Palazzo Madama – percorso guidato in città

Il percorso guidato, legato alla mostra Liberty. Torino Capitale, in corso a Palazzo Madama fino al 10 giugno 2024, intende presentare un’area della città fortemente caratterizzata da costruzioni sorte durante il periodo del Liberty con esempi di edifici destinati sia alla residenza che alla produzione e all’istruzione. Passeggiando lungo le strade sarà possibile cogliere esempi di architetture e decorazioni ispirate sia all’Art Nouveau floreale che ai modelli più geometrici tipici dello Jugendstil.

La zona intorno all’attuale Piazza Peyron e la parte terminale di Corso Francia presentano una serie di edifici ispirati al nuovo stile del Novecento. Abitazioni e stabilimenti vennero costruiti secondo lo stile floreale che troverà nella fantasia di Pietro Fenoglio il suo principale interprete a Torino.

Ritrovo in piazza Amedeo Peyron angolo via Bagetti

Costo singolo itinerario: 14€ intero; 11€ ridotto (possessori di Abbonamento Musei e under 18); gratuito under 6

Durata: 2 ore

Pacchetto tre visite: 38€ intero; 29€ ridotto

Ai visitatori che parteciperanno alla visita guidata della mostra Liberty. Torino Capitale (in calendario ogni lunedì alle ore 11 e ogni venerdì, sabato e domenica alle ore 16.30) abbinata a uno o più percorsi tematici sul Liberty sarà riservata una tariffa speciale:

costo visita guidata mostra Liberty. Torino Capitale + itinerario singolo Liberty in città: 18€

costo visita guidata mostra Liberty. Torino Capitale + pacchetto itinerari Liberty in città: 36€

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun – dom 9 – 17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

 

Prossimi appuntamenti

Venerdì 5 aprile ore 15: Un nuovo quartiere al posto della Cittadella

Domenica 14 aprile ore 10.30: Liberty in Borgo Crimea

 

Venerdì 22 marzo ore 16

MODA: ABITI, TESSUTI E ACCESSORI NEL LIBERTY DI PRIMO NOVECENTO

Palazzo Madama – visita guidata

Leggeri tessuti rivoluzionano la moda: ecco che il Liberty irrompe anche nella moda. Crinoline e ampie gonne cedono il passo a nuovi modelli e a nuove stoffe. La donna appare più elegante e, soprattutto, volge lo sguardo al nuovo secolo. Accessori ispirati alla natura e raffinatezza nuova: nuova per l’appunto come l’arte di quel tempo.

La visita si soffermerà su tali temi rivelando i segreti degli atelier e le tendenze di quegli anni.

Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

 

 

SABATO 23 MARZO

 

Sabato 23 marzo ore 10

DANCE WELL

MAO – pratica di movimento / danza

A cura di DANCE WELL DANCERS, un progetto di Lavanderia a Vapore in collaborazione con CSC – Centro per la Scena Contemporanea di Bassano del Grappa e Associazione Giovani Malati di Parkinson

Nell’appuntamento al MAO i visitatori del museo potranno partecipare negli spazi del museo alla pratica di movimento/danza condotta dai formatori di DANCE WELL DANCERS, un progetto di Lavanderia a Vapore in collaborazione con CSC – Centro per la Scena Contemporanea di Bassano del Grappa e Associazione Giovani Malati di Parkinson: insegnanti, artisti, parkinson people e cittadini praticano insieme la danza contemporanea e la filosofia in luoghi dedicati alla bellezza (teatro, museo, parchi) per dare voce ad insolite comunità di ricerca.

Dance Well è una pratica artistica rivolta principalmente a persone affette dal Parkinson, attivata, ideata e promossa dal CSC Casa della Danza di Bassano del Grappa.

Dal 2018 la Lavanderia a Vapore di Collegno accoglie questa avvincente progettualità, contribuendo alla crescita dell’esperienza artistica facendola seguire da una pratica di filosofia, condotta da Propositi di Filosofia. Un momento dedicato al dialogo, grazie al confronto sui contenuti generati dalla pratica di danza contemporanea.

Nasce così in Lavanderia una insolita comunità di ricerca accompagnata da artisti e filosofi, che condividono uno spazio e un tempo per dialogare insieme mettendo a fuoco alcuni temi chiave. Un percorso che si sviluppa e si costruisce nel corso del tempo attraverso l’impegno reciproco al dialogo e all’opportunità di collaborazione. Rappresenta, in questo senso, una condizione indispensabile per lo sviluppo del pensiero critico, autonomo, creativo e collaborativo e per lo sviluppo di potenzialità riflessive. Nella comunità di ricerca si rispettano e favoriscono i differenti punti di vista nell’ottica di una co-creazione di contenuti.

Tariffe: ingresso ridotto € 8 (gratuito con Abbonamento Musei); attività gratuita.

Prenotazione obbligatoria t.011.4436928 oppure maodidattica@fondazionetorinomusei.it

 

Sabato 23 marzo dalle 14 alle 17.30

L’ABITO DELLA COMPASSIONE

MAO – Visita guidata alle collezioni e laboratorio introduttivo di cucitura del Kesa

A cura di Theatrum Sabaudiae in collaborazione con il Tempio Enku-ji di Torino

L’itinerario inizia nelle sale dedicate alla produzione artistica dell’Asia meridionale dalle più antiche espressioni dell’arte buddhista al successivo sviluppo della raffigurazione antropomorfa del Buddha, per proseguire con l’arte di Sud-est asiatico, Cina e Giappone, soffermandosi sulle interpretazioni artistiche esito dell’incontro della diffusione del buddhismo con creatività e sensibilità locali, e concludere con il peculiare linguaggio della Regione Himalayana, manifestazione materiale della complessa ritualità e iconografia della tradizione Vajrayana.

Segue laboratorio introduttivo di cucitura a cura di Chiara Daishin Grassi. L’iniziativa si inserisce nell’ambito del progetto l’Abito della Compassione realizzato dal Tempio Enku-ji di Torino di Tradizione Zen Sōtō.

Il tema della pratica devozionale viene approfondito durante il laboratorio con il coinvolgimento dei partecipanti nel processo di confezione del Kesa, paramento rituale della tradizione giapponese simbolo della Trasmissione del Dharma, che si traduce in un momento di condivisione per comprenderne significato e rimandi simbolici.
Durante il laboratorio, preceduto da una breve presentazione della storia e delle valenze dell’Abito nella Tradizione buddhista, in particolare in quella Zen, verranno insegnate le tecniche base di cucitura e di lavorazione di un Kesa a 7 bande. Ogni partecipante potrà portare un pezzo di tessuto*, magari appartenuto ad un abito di una persona cara che non c’è più o legato ad un momento significativo della propria esistenza che, in una fase successiva, sarà cucito insieme a ‘pezzi vita’ di altri, andando a comporre un Kesa unico che entrerà a far parte della collezione dei Kesa del Progetto L’Abito della Compassione.

* Possibilmente di cotone – senza elastan – o tessuto leggero con le seguenti misure: 70 x 50 oppure 40 x 30 centimetri.

Prenotazione obbligatoria entro sabato 16 marzo, l’iniziativa verrà attivata al raggiungimento di un numero minimo di partecipanti fino ad esaurimento posti disponibili.

Informazioni e prenotazioni: 011.5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com (da lunedì a domenica 9.30 – 17.30).

Costo: 17 € a persona.

Costi aggiuntivi: biglietto di ingresso al museo; ingresso gratuito per possessori di Abbonamento Musei.
Appuntamento 15 minuti prima dell’inizio.

DOMENICA 24 MARZO

 

Domenica 24 marzo ore 15

BIMBI E BIJOUX

Palazzo Madama – attività per famiglie

Liberty. Torino Capitale, l’attuale mostra ospitata a Palazzo Madama, racconta quanto il Liberty abbia coinvolto con la sua raffinata eleganza ogni aspetto della vita e della società dell’epoca.

Tra queste manifestazioni spicca una produzione di gioielli e bijoux in metallo dalla linea morbida e sinuosa: spille, ciondoli e fermagli di forma fitomorfa, variamente evocati dalla natura.

Ispirati dai motivi visti in mostra, ciascuno realizzerà il proprio bijoux in lamina di rame e colori acrilici.

Età consigliata: 4/5 anni

Durata: 90 minuti

Costo bambini: € 8 (biglietto di ingresso alla mostra gratuito per i bambini fino a 5 anni)

Costo adulti accompagnatori: biglietto di ingresso alla mostra ridotto; gratuito per i possessori di Abbonamento Musei

Informazioni e prenotazioni: 0115211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

Prenotazione obbligatoria e pagamento online

 

 

LUNEDI 25 MARZO

 

Lunedì 25 marzo ore 17

EREDITÀ DEL LIBERTY TORINESE

Palazzo Madama – conferenza con Roberto Fraternali

Terza conferenza del ciclo che approfondisce alcuni dei temi presentati nella mostra Liberty. Torino Capitale, in corso a Palazzo Madama fino al 10 giugno 2024. Al centro della riflessione Torino e l’Europa, attraverso lo specchio dell’architettura, dell’urbanistica e delle arti figurative.

Le conferenze sono a cura di SIAT – Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino.

Torino ha adottato il gusto Liberty in tutte le sue declinazioni artistiche e in tutte le tipologie edilizie, ispirato da una vena barocca profondamente radicata. Esaurito il contesto storico-temporale originario, le principali qualità dello stile floreale, quali libertà compositiva, perfetta tecnica costruttiva, finalità estetica, risorsero grazie a maestri quali Mollino, Gabetti e Isola, Jaretti e Luzi, Derossi, le cui sottili critiche all’architettura loro contemporanea furono colte dall’attento sguardo critico di Paolo Portoghesi. Queste attitudini progettuali torinesi potrebbero rifiorire offrendo l’opportunità per una ripartenza tecnologico-economica, obiettivo possibile alla luce di un secolo di esperienza acquisita.

 

Roberto Fraternali

Roberto Fraternali si è laureato in Architettura con lode nel 1989 al Politecnico di Torino con una tesi progettuale sul Museo della Storia tedesca a Berlino. Inizia la libera professione nel 1996, che sfocia nella fondazione nel 1999, insieme all’amico e compagno di studi Ugo Quattroccolo, dello Studio Associato Fraternali-Quattroccolo Architetti, con sede in Torino. L’attività principale dello Studio FQa è indirizzata alla Progettazione e Direzione Lavori di edifici pubblici e privati, con approfondimenti tematici finalizzati all’architettura sostenibile e biocompatibile.

Un’attività costante è stata dedicata nell’ambito della promozione culturale attraverso pubblicazioni, ideazioni di mostre e conferenze;  Roberto Fraternali è socio fondatore di alcune associazioni culturali quali La Città Liquida, il Gruppo M.A.R.E.S., ColoriQuadri, I.C.A.F., è stato consigliere della Società degli Ingegneri e Architetti in Torino dal 2002 al 2008, dal 2010 al 2016, dal 2019 a oggi, collabora con l’Ordine degli Architetti di Torino in qualità di consulente, tutor e docente per corsi di formazione, che svolge saltuariamente anche in ambito universitario e professionale, è vice-coordinatore del Focus Lavori Pubblici dell’Ordine degli Architetti di Torino.

 

Prossimi appuntamenti

 

Lunedì 29 aprile 2024 ore 17: Architettura e opera d’arte totale: dall’impaginato di facciata al dettaglio costruttivo con Beatrice Coda Negozio

Lunedì 20 maggio 2024 ore 17: Un salotto Liberty a Torino. Annibale Rigotti e Maria Calvi in via Oropa con Chiara Rigotti e Marco Corona

Ingresso libero fino a esaurimento posti

Prenotazione consigliata: t. 011.4429629 (dal lun. al ven. 9.30-13; 14-16)

madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 

 

MERCOLEDI 27 MARZO

 

Mercoledì 27 marzo ore 18.30

MAYA AL KHALDI + SAROUNA. Voci e musica dal passato e dal presente palestinese.

MAO – performance nell’ambito del public program di Trad u/i zioni d’Eurasia

Maya Al Khaldi مايا الخالدي è un’artista, musicista e compositrice palestinese, con base a Gerusalemme. La sua pratica si basa sull’esplorazione della vocalità e della musica del passato e del presente palestinese e sul lavoro su materiali d’archivio. Il suo album di debutto “عالم تاني – Other World”, prodotto da Sarouna, si ispira al folklore palestinese immaginandone un diverso futuro sonoro. Tutti i brani includono testi, melodie o registrazioni dall’archivio audio della musica tradizionale palestinese del Centro d’Arte Popolare di Ramallah, in Palestina.Sarouna سارونا è una suonatrice palestinese di qanun, oltre che ingegnere del suono, produttrice e DJ nata a Gerusalemme. Fondatrice di Tawleef, un’etichetta discografica e spazio artistico palestinese indipendente guidata da donne, lavora ad un progetto musicale collaborativo tutto al femminile, con artiste palestinesi e della diaspora. Attualmente sta componendo il suo primo album, un’esplorazione elettronica della memoria attraverso campionamenti e qanun.

Tariffe: 15 € intero e 10€ ridotto studenti acquistabili presso la biglietteria del Museo il giorno stesso del concerto;

16 € intero (con prevendita) sul sito.

“Arco Elefante”, la più eccentrica e “camaleontica” arte contemporanea

Varca l’antica soglia del “Museo Regionale di Scienze Naturali” di Torino

Da venerdì 22 marzo, con “Una notte al Museo”

“E’ un passaggio immaginario tra Oriente e Occidente; l’incontro tra noi e gli altri può avvenire attraverso una tenda che deve essere attraversata. Il volto dell’animale ci osserva dall’alto e ascolta il suono dei sonagli che la nostra presenza muove”: questo vuole essere, secondo i realizzatori del Collettivo “Guerrilla Spam” (in collaborazione con Silvia Collura) quell’“Arco Elefante”, con cui il seicentesco “Museo Regionale di Scienze Naturali” di Torino apre le porte dal prossimo venerdì 22 marzo all’arte contemporanea. Contemporanea che di più non si può e che entrerà a far parte, presenza atipica, del patrimonio museale, in virtù di una preziosa donazione da parte dell’Associazione Culturale torinese “Club Silencio”, presieduta da Alberto Ferrari. Un elefante stilizzato che si fa, per l’appunto, “arco” o “portale”, in una commistione di stili capaci di cavalcare i secoli, coniugando Oriente e Occidente (l’“arco carenato” è tipico delle “nicchie” del Buddha, giunto dall’Asia in Europa e promotore del “gotico”), “la cui finalità resta il raggiungimento di un’arte simbolica che comunica a più livelli particolari significati all’osservatore”. In modo “anonimo, libero e autonomo”, pur mantenendo quella “capacità di comunicare” con le persone che è lo scopo primo della produzione artistica di “Guerrilla Spam”, Collettivo (dal nome che ben esplicita la “mission” aggressiva dell’arrivare a più persone possibili) nato nel 2010 a Firenze “come spontanea azione non autorizzata di affissione negli spazi urbani” e via via perfezionatasi in interventi di “muralismo”, installazioni, performance e workshop in Italia e all’estero, lavorando in spazi eterogenei, dalle occupazioni ai musei d’arte moderna e contemporanea, sino alle scuole, comunità minorili, carceri e centri di accoglienza, “privilegiando sempre l’uso dello spazio pubblico urbano come luogo della collettività”.

Opera di grandi dimensioni, alta due metri e mezzo, “Arco Elefante”, spiega Matteo Bidini di “Club Silencio”, “è dedicata a Abul Abbas, elefante di Carlo Magno, nato in Africa, morto di polmonite sulle sponde del Reno nell’810, e a Fritz, elefante di Re Carlo Felice di Savoia, nato in India, morto per asfissia mediante ossido di carbonio nella Palazzina di Caccia di Stupinigi nel 1852, e a tutte le bestie di ogni tempo e luogo catturate e deportate per gli usi e i trastulli degli uomini”. In quest’ottica, l’obiettivo è anche sollevare “un pensiero critico – continua – rispetto alla collezione che abbiamo intorno fatta sulle spalle e la pelle degli animali esposti”.

Per inaugurare l’opera (nata nel contesto del programma culturale “Tra cultura e natura”, curato dalla Fondazione “Circolo dei Lettori” per il “Museo Regionale di Scienze Naturali”), il “MRSN” e “Club Silencio” propongono venerdì 22 e sabato 23 marzo due serate speciali di Una notte al museo”, con lo scopo di stimolare la partecipazione di nuovi pubblici alla vita culturale cittadina. La maggior parte dei partecipanti infatti, è “under 35” e molto spesso non ha mai avuto occasione di visitare quello specifico spazio culturale.

Il nostro intento, dunque, spiega Alberto Ferrari, presidente di “Club Silencio”, è proprio quello di “stimolare sempre più i giovani a partecipare attivamente alla vita culturale e sociale del territorio. Quando abbiamo iniziato, qualche anno fa, abbiamo cercato un modo per abbattere la distanza tra i musei e i nostri coetanei. L’idea era ed è quella di renderli protagonisti del futuro della città”.

E a lui fa eco Marco Fino, direttore del Museo: Siamo felici di ospitare questa installazione d’arte contemporanea. Pensiamo infatti che il Museo debba essere uno spazio espositivo aperto a nuove esperienze che possano stimolare, incuriosire e appassionare il pubblico. In questo ambito è nata la collaborazione con il ‘Circolo dei Lettori’ e ‘Club Silencio’ così come l’idea di un’opera come ‘Arco Elefante’, ispirata a una delle infinite storie che si celano dietro i nostri reperti.

Per info: “Museo Regionale di Scienze Naturali”, via Accademia Albertina 15, Torino; tel. 011/4326327 o www.mrsntorino.it o www.clubsilencio.it

Gianni Milani

Nelle foto:

–       Guerrilla Spam: “Arco Elefante”, ph. Federico Masini Studio

–       Alberto Ferrari: presidente “Club Silencio”, ph. Federico Masini Studio

–       Marco Fino: direttore “Museo Regionale di Scienze Naturali”

Lidia Menapace, un secolo di lotte per le donne e la democrazia

“Nel nome della pace” è il titolo dell’incontro pubblico che la Casa della Resistenza di Fondotoce ospiterà sabato 23 marzo alle 15 in occasione del centenario di Lidia Menapace, partigiana, politica e saggista nata il 3 aprile 1924 a Novara (e morta nel 2020 a Bolzano). L’iniziativa metterà in risalto il suo impegno nel movimento femminista e in quello pacifista. Nel ruolo di moderatrice ci sarà la giornalista Giuliana Sgrena. Interverranno Michela Cella del coordinamento nazionale donne Anpi, Giancarlo Martini dell’associazione culturale Don Giacomini e l’ex deputato Vincenzo Vita. Inoltre l’illustratrice Valentina Stecchi presenterà la graphic novel “Lidia” e la regista Monica Lanfranco il documentario “Ci dichiariamo nipoti politici”. Lidia Brisca Menapace è stata una figura particolarmente intensa di intellettuale e dirigente politica espressione del dibattito autentico che ha attraversato il Novecento.

Lidia

 

Staffetta partigiana in Val d’Ossola, brillante laureata presso l’Università Cattolica di Milano, dove fu lettore di lingua italiana, dirigente della Democrazia Cristiana e vice presidente della Provincia di Bolzano, animatrice del movimento delle donne, tra i fondatori del Manifesto e, infine, senatore per Rifondazione comunista nella XV legislatura repubblicana, Lidia Menapace è stata fortemente impegnata sui temi della pace, con la Convenzione permanente delle donne contro tutte le guerre. “I valori che ha coltivato e ricercato nella sua vita — antifascismo, libertà, democrazia, pace, uguaglianza — sono quelli fatti propri dalla Costituzione italiana e costituiscono un insegnamento per le giovani generazioni”, scrisse il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al Presidente nazionale ANPI ricordando Lidia Menapace quando morì il 7 dicembre del 2020 all’età di 96 anni nel reparto di malattie infettive dell’ospedale di Bolzano dov’era stata ricoverata per il Covid-19. La sua vita fu interamente scandita dall’impegno civile e politico. A Novara, dov’era nata nel 1924, studiò al liceo classico Carlo Alberto, una delle istituzioni culturali più importanti della città all’ombra della cupola antonelliana della basilica di San Gaudenzio. Giovanissima partigiana combattente in Val d’Ossola, maturò la sua scelta antifascista dentro le associazioni cattoliche come la Fuci. Visse la sua giovinezza sotto i bombardamenti e i coprifuoco, impegnandosi nella Resistenza. Descrisse la sua esperienza in un libro, “Io, partigiana”, che presentò in centinaia di incontri nelle scuole, impegnata com’era nel difendere e tramandare la memoria di quei momenti fondamentali della storia d’Italia. Laureatasi in letteratura con lode nel 1951 si trasferì a Bolzano dove sposò il medico Nene Menapace, insegnando nei licei. Iscrittasi alla Democrazia Cristiana, vicina alla sinistra interna dello scudo crociato, fu la prima donna eletta — era il 1964 — in consiglio provinciale a Bolzano e la prima donna a ricoprire incarichi nella giunta provinciale. Successivamente seguì, come è stato scritto, “il vento delle passioni” nel 1968. Lasciò la Dc e terminò quella legislatura nel gruppo misto “per non far violenza alla mia coscienza”. Aderì al Pci ma gli stava stretto anche quel partito per molti paragonato ad una chiesa laica. Intraprese l’avventura del Manifesto, impegnandosi nel Pdup e successivamente in Rifondazione comunista (partito del quale fu senatrice tra il 2006 e il 2008). Per molti Lidia Menapace è sempre stata “Bruna”, il suo nome di battaglia da partigiana. Disse di se stessa, qualche anno prima di morire: “Mi posso dimettere da tutto ma non da partigiana”. Mantenne quell’impegno, comportandosi sempre con grande coerenza nei confronti dei suoi ideali. L’intera sua vita fu coniugata con il verbo verbo ribellarsi. Antifascista, cattolica, comunista, femminista. Amava dire: “Noi donne che ci ribelliamo, trasgrediamo, usciamo dalle case, parliamo tra di noi, ci organizziamo. La nostra politica è liberazione”. Quella del femminismo e del pacifismo furono due scelte consapevoli, al tempo stesso istintive e ragionate, in linea con il suo carattere. Nel 1972 pubblicò un libro importante: “Per un movimento politico di liberazione delle donne”. Già durante la guerra e nella Resistenza, Lidia entrò a far parte dei Gruppi di difesa della donna e nel secondo dopoguerra, non lesinò l’impegno nell’Udi. Una personalità forte e gentile, determinata e infaticabile nel difendere i valori della Resistenza, di quello che lei stessa definì un “movimento politico, democratico e civile straordinario”.

Marco Travaglini

Coltivare fiori di parole. I trent’anni di Interlinea

 

L’ultimo numero di Microprovincia, il 56° della fortunata rivista di cultura e poesia diretta da Franco Esposito, è interamente dedicato ai trent’anni della casa editrice novarese Interlinea con il suggestivo titolo “Coltivare fiori di parole”. Proponendo una ricca e interessante raccolta di testimonianze su tre decenni di attività editoriale di Interlinea, coinvolgendo gli autori e coloro che l’hanno fatta vivere dietro alle quinte con il lavoro redazionale, la cura dei testi e la promozione di collane che si sono affermate tra i lettori (da “Nativitas” e “Lyra” a “Le rane”) la rivista che si è sempre battuta contro i conformismi della cultura ufficiale rende omaggio ad una impresa culturale di assoluta grandezza fondata da Roberto Cicala e Mario Robiglio. Giuliano Vigini, nella presentazione della rivista subito dopo l’appassionato editoriale di Esposito, ricorda che “alle origini di una casa editrice c’è innanzitutto una speciale passione per quello che gli autori, le collane, i singoli libri che si vorrebbero privilegiare come emblema e portabandiera dell’attività che si sta per avviare possono lasciare come idea di un modo di fare letteratura e insieme di interpretare, dal vivo di tante espressioni e testimonianze diverse, le realtà del mondo e le esperienze di vita degli scrittori”. Ovviamente, non bastando la bontà e l’entusiasmo delle idee, ci sono volute “anche le risorse personali o la capacità di procurarsele, la condivisione ideale e pratica di chi è coinvolto in un determinato progetto” come è stato tra Cicala e Robiglio, lavorando con la perseveranza di chi non si accontenta di ciò che di volta in volta si è raggiunto “perché, essendo il traguardo sempre più in là, bisogna continuare a cercare, a scoprire, a lasciare segni nuovi”. Ed è così che nasce e prende corpo quella che oggi può essere definita, a buon titolo, una grande voce della cultura italiana contemporanea. L’originale storia della casa editrice che ha sede in via Mattei a Novara viene narrata in 250 pagine con molti interventi tra i quali si segnalano, pur senza far torto a nessuno degli altri, Pino Boero, Eugenio Borgna, Carlo Carena, Barbara Caristia, Graziella Cerutti, Gian Luca Favetto, Gian Carlo Ferretti, Walter Fochesato, Anna Lavatelli, Dacia Maraini, Gianni Mussini, Alessandra Alva Perez, Roberto Piumini, Giovanni Tesio, Sebastiano Vassalli e Giuliano Vigini. La stessa scelta del nome della casa editrice è originale e racconta molto: l’interlinea è lo spazio bianco tra due righe scritte o stampate, apparentemente inutile ma in verità necessario alla lettura. Infatti le parole si confonderebbero sulla pagina senza questa distanza, il cui bianco fa risaltare il nero del testo illuminando così il significato di un romanzo, di uno studio, di una poesia. Dall’inizio degli anni Novanta ad oggi  sono stati riscoperti autori italiani dell’800 e ‘900, anche con inediti (da Rebora a Montale, fino a Soldati e Vassalli), aprendo la prima collana letteraria italiana legata al Natale e intitolata Nativitas con Dickens, Consolo, Rigoni Stern, Testori, Wojtyla, offrendo uno spazio importante alla critica letteraria, alla poesia, ai libri per bambini e ragazzi con la collana Le Rane. Scorrendo l’impressionante cronologia delle collane e dei libri pubblicati non si fatica a comprendere il valore del viaggio intrapreso trent’anni fa da quel “piccolo vascello di carta” che salpò da Novara e che, in tutti stesi anni, non ha chiesto altro “se non di avere lettori che sappiano leggere la verità di quelle parole vecchie e nuove nell’interlinea dell’editoria e della cultura italiana”.

Marco Travaglini