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Chiude a Pasqua la mostra I Macchiaioli  al Mastio della Cittadella di Torino

Ultimi sette giorni per la rassegna, organizzata da Navigare srl,  che nelle giornate festive del 31 marzo e 1° aprile sarà aperta dalle 9.30 19.30 con orario continuato

 

Ultima settimana per la mostra I Macchiaioli e la pittura en plein air tra Francia e Italia in corso al Museo Storico Nazionale d’Artiglieria – Mastio della Cittadella di Torino. L’esposizione, organizzata dalla società Navigare srl e curata dalla storica dell’arte Simona Bartolena, sarà aperta anche nella giornata di Pasqua, domenica 31 marzo e di lunedì in Albis, del 1° aprile.

La rassegna, che presenta numerosi prestiti di opere pittoriche, provenienti da collezioni private e dalla collezione Palazzo Foresti di Carpi, riunendo circa 90 dipinti di 30 artisti prevalentemente italiani, con alcune opere di pittori francesi come Troyon, Rousseau, Daubigny, Dupré, Millet e Corot, osserverà un orario continuato nelle giornate festive con accesso dalle ore 9.30 alle ore 19.30.

Al termine di questa mostra, che ha superato i 10.000 ingressi, inizieranno a Torino, nella stessa sede, gli allestimenti per l’esposizione dal titolo: “Henri de Toulouse Lautrec – il mondo del circo e Montmartre”, che aprirà al pubblico il 20 aprile. La rassegna sarà realizzata con il patrocinio di Città di Torino e Regione Piemonte e condivisa Difesa Servizi, la partecipata del Ministero della Difesa, che si occupa della valorizzazione degli asset del Dicastero, tra i quali il Museo Storico Nazionale d’Artiglieria – Mastio della Cittadella.

Cena in giallo con ospite letterario

Un personaggio di fantasia ha preso vita venerdì sera scorso, il 22 marzo, presso l’Unione Industriali, a Torino.

Saverio Grave, protagonista della serie di gialli firmati da Laura Graziano, era presente come relatore alla “Cena in giallo” durante la quale si è parlato del secondo libro della serie: “Saverio Grave – Delitto al buio”, edito da Lisianthus Editore.

L’evento si è svolto nell’elegante cornice delle sale Settecentesche di Palazzo Marone Cinzano, sede di Unione Industriali. Dopo l’aperitivo di benvenuto, durante la cena, proprio mentre Grave parlava al pubblico della sua vita da personaggio letterario, è avvenuto un omicidio. Il magnate dell’Immobiliare Augusto Tritaballe è morto avvelenato. Al suo tavolo, erano presenti la moglie Sonia Scapece, il fratello Giuseppe Tritaballe e il socio in affari Filippo Porcini Giunti.

Saverio Grave si è subito adoperato per scovare il colpevole, coadiuvato dai tutti i presenti che hanno contribuito a interrogare i sospettati e a formulare teorie. Gli indizi sono stati sapientemente distribuiti durante le varie fasi della serata, dall’aperitivo, al momento della portata principale, scanditi dalle note di pianoforte del musicista e compositore Cesare Teghillo che ha accompagnato la serata tra musiche originali, sinfonie classiche e colonne sonore di film e serie TV.

L’evento è stato organizzato dall’Associazione APS Artist’s Life, la cui presidente Rossella Barresi ha introdotto la serata spiegando le regole del gioco e introducendo il libro a cui è stato ispirato.

Cena in giallo con Saverio Grave è stato scritto da Laura Graziano e Fabrizio Odetto, con musiche di Cesare Teghillo. Nel pubblico si nascondevano gli attori:

Fabrizio Odetto – Saverio Grave

Giulia Cearini – Sonia Scapece

Elia De Nittis – Augusto Tritaballe

Massimo Rossebastiano – Giuseppe Tiraballe.

Durante la serata i partecipanti hanno ricevuto il primo libro della serie, Saverio Grave – Delitto sulla terra rossa e hanno potuto acquistare il secondo, Saverio Grave – Delitto al buio.

Un evento appassionante e divertente in una cornice storica che ha coinvolto aspiranti investigatori di tutte le età, con un protagonista carismatico uscito come per magia dalle pagine di un libro per affascinare gli amanti del mystery e del giallo.

La serie con protagonista Saverio Grave è ambientata nelle Langhe, patrimonio UNESCO e può essere acquistata in tutti gli store online. È ordinabile in tutte le librerie.

Foto di Toni Spagone.

Mara Martellotta

Nuova vita per il palazzo Enel di Torino: sarà un centro polifunzionale

LA CITTÀ CHE CAMBIA 

 

È stato presentato ieri Eblo’, a cura di Blue SGR – Fondo Chirone che ha individuato i suoi partner tecnici e commerciali nello Studio Pession e Immogroup operanti sul territorio torinese. L’importante intervento di ristrutturazione e di restyling edilizio interesserà l’iconico e inconfondibile edificio Enel in Corso Regina Margherita 267 a Torino, lungo una delle principali arterie stradali della città. L’operazione darà un forte contributo alla profonda trasformazione del quartiere Campidoglio, all’interno della Circoscrizione 4, giocando un ruolo chiave nella valorizzazione della zona circostante in ottica di restituzione alla comunità e di creazione di ambienti urbani più sostenibili.

 

In un’area residenziale che ospita oltre 170 opere realizzate da numerosi artisti e con una grande varietà di servizi e strutture, quali il Parco della Pellerina e Parco Dora, l’Ospedale Maria Vittoria e il Sacrario del Martinetto, il progetto Eblò prevede la ristrutturazione di tutti gli elementi dello storico Palazzo Enel, inclusa la sua particolare facciata, occupata interamente da serramenti a oblò, elemento da cui prende il nome il progetto.

 

«Eblò rappresenta un catalizzatore per la riqualificazione urbana e architettonica del quartiere – dichiara Alessandro Mazzucco, Portfolio Manager di Blue SGR  L’investimento vuole essere non solo un rinnovamento degli spazi fisici, ma anche un punto di riferimento all’interno del processo di sviluppo di tutta l’area. È per questo che ci siamo immaginati un edificio che, oltre a spazi destinati a start-up e aziende, viva in un continuo dialogo e scambio con il pubblico e la cittadinanza, creando un ambiente urbano più vibrante e inclusivo per tutti».

 

Al completamento dell’intervento, l’edificio offrirà ambienti lavorativi smart completamente personalizzabili su undici piani, su una superficie totale di 11.000 metri quadri, ideali per piccole start-up e grandi aziende. Verrà esaltata così la conformazione planimetrica della struttura, che mostra chiaramente la sua destinazione originale come spazio per uffici e attività accessorie. In base alle necessità, le soluzioni offriranno da 400 a 1.500 metri quadri sullo stesso piano e da 160 a 190 postazioni, divisibili per tre aree, in un luogo ideale per lavorare seguendo il concetto del work-life balance. Saranno infatti presenti un ristorante e una sala polivalente con capienza fino a 100 persone, un baby parking e una caffetteriaposizionata di fronte alla reception, fino ad una palestra di 1.500 metri quadri: un mix di ambienti che puntano a creare un universo organico e funzionale, inclusivo e sostenibile, strategico anche per la sua posizione comoda e privilegiata.

 

«Il progetto di Eblò – afferma Emanuele Pession, Architetto e Founder di Studio Pession Associatoè un perfetto esempio di come il restyling e la riqualificazione architettonica di un edificio storico possano convergere per dare vita a un luogo che non solo si inserisce armoniosamente nel contesto urbano in trasformazione, ma diventa anche un’incarnazione del processo innovativo e sostenibile».

 

Le varie destinazioni degli spazi mirano a costruire una forte connessione tra ambienti interni e pubblico esterno, tra cittadinanza e aziende private: un mix per dare un impulso alla rigenerazione urbana, sotto un’ottica funzionale, inclusiva e sostenibile, strategica per l’intero ambiente circostante e dall’alto valore per l’intera città.

 

Con sistemi energetici efficienti, un utilizzo di materiali sostenibili e ultime tecnologie, Eblò, conforme  agli standard ESG (Environmental, Social, and Governance) si posiziona come un esempio di eccellenza anche nell’ambito della sostenibilità: il progetto, infatti, si sta impegnando ad ottenere la certificazione LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) v4 Core & Shell, verso l’ottimizzazione dell’impatto dell’edificio con un focus sul miglioramento della vita e del benessere degli occupanti.

 

«Con Eblò l’innovazione incontra la funzionalità – sottolinea Beppe Caruso, CEO di Immogroup Il progetto offre non solo spazi ufficio moderni e completamente personalizzabili, ma anche ambienti smart per favorire la produttività e il benessere dei lavoratori, grazie a servizi aperti al pubblico. È un progetto pensato per soddisfare tutte le necessità contemporanee nella vita sempre più ibrida tra i luoghi di lavoro e attività al di fuori del contesto professionale.”

 

Eblò, raffinata rinascita urbana a Torino, rappresenta non solo un punto di riferimento per le aziende che cercano un ambiente di lavoro innovativo, responsabile e sostenibile, orientato al benessere dei propri dipendenti, ma anche un simbolo di rinascita urbana per la città di Torino.

Rifiuti agroalimentari, siglata la convenzione

Collaborazione e coordinamento nelle attività di stoccaggio, raccolta, recupero e smaltimento dei rifiuti agroalimentari prodotti dalle imprese e nell’accesso a servizi di alto profilo per la loro gestione. E ancora attività di sensibilizzazione e comunicazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile e delle opportunità di valorizzazione dei rifiuti e, infine, identificazione di opportunità progettuali sostenute da fondi e finanziamenti pubblici o privati in materia di diffusione di buone pratiche di gestione di rifiuti del settore agroalimentare.

Sono queste in sintesi le finalità della Convenzione sottoscritta giovedì 21 marzo presso Regione Piemonte dalla Consulta Nazionale dei Distretti del Cibo, Cascina Pulita e Nexus Rete di Imprese Mista a margine dell’evento “Territori che nutrono“, un confronto sui temi delle politiche di aggregazione e promozione dei territori, dell’organizzazione dei mercati, dello spreco alimentare, della valorizzazione dei paesaggi, dell’enogastronomia e dei percorsi turistici.

Cosa cambia con la firma della Convenzione? I circa 200 Distretti presenti in Italia e riconosciuti dal Ministero dell’Agricoltura definiranno fin da subito una roadmap di interventi sul territorio nazionale, a partire da quelli lombardi che rappresentano il progetto pilota. A seguire e nel rispetto degli obiettivi della Convenzione saranno organizzati incontri formativi e informativi sulla normativa ambientale e sulla corretta gestione dei rifiuti rivolti alle aziende associate ai Distretti e si darà vita a un circuito di raccolta dei rifiuti agroalimentari conforme agli standard qualitativi e di sostenibilità che la Consulta Nazionale dei Distretti del Cibo intende adottare, grazie al know-how di Cascina Pulita e il coordinamento di Nexus.

I Distretti del Cibo nascono per promuovere un nuovo modello di sviluppo per l’agroalimentare italiano, per favorire la diminuzione dell’impatto ambientale delle produzioni, per promuovere la salvaguardia del territorio e del paesaggio rurale attraverso le attività agricole e agroalimentari. Per questo è necessario sviluppare l’agricoltura circolare, ovvero un sistema agricolo in cui, grazie anche alla ricerca scientifica e alle innovazioni tecnologiche, gli scarti si riutilizzano e si rigenerano divenendo risorse. L’obiettivo, quindi, non è solo quello di ridurre sprechi e rifiuti ma di creare valore aggiunto per l’intera filiera. Questo accordo va nella direzione di fornire riferimenti e strumenti utili a tutti i Distretti.

Angelo Barone, Presidente della Consulta Nazionale dei Distretti del Cibo

 

Siamo lieti di avviare questa collaborazione con la Consulta Nazionale dei Distretti del Cibo e Nexus, lieti di essere stati selezionati quale partner privilegiato per la raccolta e valorizzazione dei rifiuti del comparto agroalimentare d’eccellenza coordinato dalla Consulta. Ci impegneremo a servire ogni Distretto con l’elevato standard qualitativo che ci contraddistingue, contribuendo alla sostenibilità di ogni filiera coinvolta“.

Virginia Vergero, Responsabile Innovazione di Cascina Pulita

Iannò: “In crescita incidenti con monopattini”

“L’espansione del fenomeno monopattini, e i relativi nuovi disagi, sono percepibili passeggiando un giorno qualsiasi nel centro città e i numeri sugli incidenti non ridimensionano l’entità del pericolo rappresentato da questi mezzi della cosiddetta “micromobilità elettrica”. Le principali questioni legate all’uso dei mezzi è l’abbandono sui marciapiedi, dove rischiano di intralciare il passaggio dei pedoni, e i dubbi su dove possano circolare, se solo nelle piste ciclabili o anche sulla strada, accanto alle auto e agli autobus. Secondo una vicenda appresa dagli organi di informazione, in un caso l’assicurazione di un’azienda di noleggio in condivisione di monopattini, si è rifiutata di risarcire un automobilista in seguito ad uno scontro con un monopattino. Le società che a Torino sono 7 e possono avere un massimo di 550 mezzi, per poter operare nel rispetto delle norme devono osservare una serie di adempimenti ad iniziare dalla copertura assicurativa obbligatoria. Quando si noleggia un monopattino in sharing, nel costo del servizio è già inclusa l’assicurazione obbligatoria RC dedicata all’interno del contratto, che si è appurato con l’interpellanza odierna sia di un massimale di 5 milioni di euro. A mio avviso, visto il numero di incidenti, è opportuno rivedere gli accordi sulle coperture assicurative. Sia i numeri delle sanzioni che degli incidenti, dimostrano quanto sia necessario intervenire quanto prima. Nel 2023 i controlli effettuati dalla Polizia Municipale sono stati 800, sono state comminate 2847 sanzioni, di queste 1267 per sosta irregolare. Alla data del 14 marzo 2024 sono stati 56 i controlli, 447 le sanzioni di cui 296 per sosta irregolare (su marciapiede o fuori dagli spazi previsti).  L’anno scorso gli incidenti che hanno avuto come protagonisti i monopattini sono stati 268, 231 con feriti, 2 mortali e 37 con soli danni a cose, nel 2024 sono stati 42, 35 con feriti e 7 con soli danni alle cose. Numeri che fanno sicuramente riflettere!”

Un Piemonte verde nei giardini del grattacielo

Un’installazione di 5 metri per 4, ideata e realizzata dai ragazzi delle Scuole Tecniche San Carlo è stata donata alla Regione e posizionata nei giardini del Grattacielo di piazza Piemonte 1 a Torino.

È una riproduzione del Piemonte costruita con materiali ecosostenibili, come il ferro e il legno, con l’obiettivo di evocare solidità e forza senza rinunciare alla leggerezza e alla dinamicità date dalle sagome delle province sistemate a diverse altezze quasi a galleggiare nell’aria. La scultura è stata realizzata e concepita come immediatamente riconducibile al luogo e all’istituzione che evoca.

Da qui derivano le sue dimensioni, proporzioni, forme e finiture. Collocata in un’area esterna, adiacente al grattacielo della Regione Piemonte, ha un impatto visivo immediatamente riconoscibile: le province stilizzate e sospese a diverse altezze vanno a formare il territorio della Regione Piemonte.

L’opera è stata inaugurata questa mattina dal presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, insieme agli assessori all’Istruzione Elena Chiorino e al Patrimonio Andrea Tronzano. Presenti alcuni dei ragazzi autori dell’installazione e Sabina Mastrapasqua, dirigente dell’Associazione Scuole Tecniche San Carlo, ente che dal 1848 si occupa di formazione, promuove iniziative di orientamento, attività di formazione professionale e inserimento lavorativo dei giovani in cerca di prima occupazione, di persone disoccupate e lavoratori volti a fornire opportunità di crescita culturale e professionale.

L’idea di realizzare un’opera dedicata alla Regione Piemonte è nata la scorsa estate, al termine di una visita del presidente Cirio e dell’assessore Chiorino alle Scuole San Carlo dove era in programma la presentazione dell’Accademia Piemonte per il TAM e il Green Jobs. In quell’occasione il presidente ha visitato i laboratori della scuola, tra cui quelli di falegnameria e scenografia, ed è nata l’idea di pensare un’opera da esporre negli spazi del Grattacielo.

Siamo onorati di ricevere questo dono, che è stato pensato e realizzato specificatamente per questo luogo e per omaggiare il nostro Piemonte. È per noi motivo di grande orgoglio, perché rappresenta il prodotto di una delle nostre eccellenze formative, le Scuole Tecniche San Carlo, e sarà visibile da chiunque venga al Grattacielo – dichiarano il presidente Cirio e gli assessori Chiorino e Tronzano -. Si tratta poi di un ulteriore tassello che consente di rendere sempre di più questo palazzo e questa piazza la casa di tutti i piemontesi e un simbolo per l’intera regione”.

La possibilità di realizzare un’installazione è stata accolta con grande entusiasmo dai ragazzi del corso di scenografie teatrali e cinematografiche – spiega la dirigente Sabina Mastrapasqua –. Con il supporto dei docenti hanno ideato e realizzato un’opera ispirandosi ad una precedente esperienza effettuata con il Museo del Cinema di Torino per il quale, in occasione della mostra di Tim Burton e in collaborazione con il team del regista, hanno realizzato le sculture di animali, attualmente presenti nel giardino della Mole. Desidero ringraziare la Regione Piemonte, il presidente e gli assessori per averci offerto questa opportunità di collaborazione. La loro fiducia e supporto sono fondamentali per il nostro impegno”.

Sarno (Pd): “Un fondo per lavoratori senza ammortizzatori”

CRISI INDUSTRIALI

25 marzo 2024 – “Dopo l’approvazione, la settimana scorsa, del mio ordine del giorno, dopo il corteo e il presidio sotto la Regione dei lavoratori della Delgrosso che sono stati auditi in un incontro che si è svolto alla presenza dell’Assessore Chiorino e del Presidente Cirio, sono molto soddisfatto del fatto che oggi sia stata puntualmente organizzata la mia proposta di costituire presso Finpiemonte il fondo straordinario di sostegno al reddito per i lavoratori che hanno perso il posto e non hanno accesso a ammortizzatori sociali, prestazione previdenziale o assistenziale, tra cui anche quelli della Delgrosso” spiega il Consigliere regionale del Partito Democratico Diego Sarno.

“Verrà dato un contributo mensile – prosegue l’esponente dem – fino a quando non si attiveranno gli ammortizzatori sociali”.

“Abbiamo ottenuto un risultato importante – conclude Sarno – e il nostro ringraziamento va ai lavoratori e ai sindacati per avere condotto, con grande compattezza, questa lotta e ai Sindaci che stanno cercando di dare un aiuto concreto attraverso l’esenzione dei pagamenti delle domande individuali e i fondi speciali per i propri residenti”.

Israele, in piazza contro la decisione di UniTo

Oggi martedì  26 marzo alle ore 18:00 l’Associazione radicale Adelaide Aglietta, la Comunità Ebraica di Torino, l’UGEI – Unione Giovani Ebrei d’Italia e Studenti per le Libertà hanno organizzato un presidio davanti al Rettorato dell’Università di Torino, nell’ingresso di Via Verdi 8.
La manifestazione è un dissenso nonviolento alla decisione del Senato Accademico di non collaborare con le università israeliane. A contestare la decisione ci sono stati una serie di studenti e docenti e negli scorsi giorni il Presidente della Comunità Ebraica di Torino, Dario Disegni, ha inviato una lettera al Rettore Stefano Geuna. Alla vigilia della manifestazione la Comunità Ebraica ribadisce quanto già comunicato nella lettera, ossia “il profondo sdegno e la richiesta di un incontro urgente con il Rettore”.

“Non possiamo stare in silenzio inermi di fronte a ciò che è avvenuto, il Rettore si assuma la responsabilità di quanto avvenuto senza nascondersi nel silenzio o nelle dichiarazioni di forma. Quel che è successo è di una cecità ideologica preoccupante e rappresenta un precedente estremamente pericoloso e dannoso. Continuiamo a vedere un antisemitismo nascosto da antisionismo al quale non prestiamo la dovuta attenzione e reazione” dichiara Lorenzo Cabulliese, coordinatore dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta.

Un problema, quello della decisione del Senato Accademico, che si incastra con la questione dell’ingerenza dei collettivi studenteschi nelle decisioni istituzionali delle università. Su questo Luca Spizzichino, presidente dell’UGEI, dichiara inaccettabile l’assecondamento: “le università giorno dopo giorno sono sempre più oggetto di pressioni da parte dei collettivi studenteschi. Assecondarli, come è avvenuto a Torino, minaccia quelli che sono i principi fondamentali su cui sono stati fondati i nostri atenei”.

Per ISRAELE SEMPRE

“Parteciperà anche il Centro Pannunzio, da sempre profondamente ostile ad ogni antisemitismo di ieri e di oggi. All’incontro del Centro tenutosi nei giorni scorsi  – commenta il fondatore e presidente Pier Franco Quaglieni – è intervenuto il Rabbino Capo Ariel Finzi con un saluto che ha riconfermato i legami storici tra Comunità ebraica e Centro Pannunzio. Il Centro Pannunzio che invita a partecipare alla manifestazione di oggi, tuttavia non condivide il titolo “La vergogna di Unito” della locandina, un modo di esprimersi che non ci appartiene e che rivela che l’estensore non conosce il mondo universitario.  E l’Universita’ di  Torino in tanti suoi allievi e docenti si è subito dissociata da una decisione improvvida e faziosa imposta dal blitz di una minoranza studentesca che andava respinto. Unito in larga maggioranza è  degna dei suoi maestri migliori e dei suoi rettori: da Einaudi ad Allara, da Cavallo a Pelizzetti”.

 

“E’ fondamentale – aggiunge Alessandro Mauceri di Studenti per le Libertà – condannare l’atteggiamento succube del Senato Accademico nei confronti di una minoranza rumorosa che con metodi squadristi ha deciso di piegare le istituzioni arrecando un danno a studenti universitari che nulla c’entrano con la guerra in Medio Oriente.”

Colto da malore muore sul lavoro

Un 44enne è stato colto da malore ed è morto oggi a Torrazza Piemonte. L’uomo, che  stava lavorando nel cantiere del polo logistico, è caduto a terra ed è deceduto. Sul posto i soccorsi che non hanno potuto salvarlo e i carabinieri della compagnia di Chivasso.

La grande stagione dell’informale è protagonista della mostra “Torino anni ’50”

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E’ ospitata al Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto, curata da Francesco Poli

 

Il Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto, dopo le esposizioni dedicate alla pittura dei primi trent’anni del ‘900, prosegue la propria indagine sull’arte del XX secolo prendendo in esame il periodo compreso tra il secondo dopoguerra e gli inizi degli anni ’60. All’indomani delle tragiche vicende belliche, nell’ambito di un clima di generale rinnovamento ideologico e culturale, anche nel campo delle arti figurative assistiamo in Italia a un processo accelerato di trasformazione e di apertura nei confronti delle più aggiornate tendenze internazionali, dal postcubismo all’astrattismo, fino alla stagione dell’informale risalente agli anni ’50.

La mostra, curata da Francesco Poli, concentra la sua attenzione su una fase fondamentale per il rinnovamento della scena artistica di Torino, che si apre alle tendenze internazionali, diventando uno dei centri della grande stagione dell’informale. Negli anni ’50, come in tutta Europa, anche in Italia si afferma un nuovo linguaggio di libera espressività soggettiva, che si oppone al novecentismo del ventennio precedente, e travalica l’acceso dibattito fra realismo e astrattismo geometrico dell’immediato dopoguerra.

Il ruolo di Torino in campo artistico si consolida con l’inaugurazione della nuova sede della Galleria Civica di Arte Moderna, e crescerà nei decenni successivi con l’apertura di molte importanti gallerie, tra cui Martano, Sperone, Stein, Persino e Tucceusso, del restauro del castello di Rivoli della nascita di Artissima e delle Fondazioni Sandretto Re Rebaudengo e Merz. Nel 1952 il critico francese Michel Tapié definisce questa nuova tendenza pittorica “informale”, proprio per sottolineare la frattura con l’arte precedente. L’energia del gesto, simile a quella dell’Action Painting americana e la diretta vitalità della materia pittorica, rappresentano gli aspetti principali dell’informale europeo. Torino, insieme con Milano, Roma e Venezia era destinata a diventare uno dei centri propulsivi dell’arte contemporanea, capace di trovare le proprie radici nella dinamicità delle ricerche artistiche e nell’attività espositiva di questo periodo.

Il rinnovamento culturale e l’apertura internazionale di Torino negli anni ’40 e ’50 sono stati segnati da importanti eventi espositivi: “Arte francese d’oggi” (1947); “Arte italiana d’oggi. Premio Torino” (1947), organizzato da Mastroianni, Moreni e Spazzapan a Palazzo Madama; la mostra dell’Art Club all’Unione Culturale nel 1949, con 280 autori italiani e stranieri; la serie di sette rassegne “Italia-Francia” curate da Carluccio e altri critici alla Promotrice di Belle Arti nel decennio 1951-1961. Nel 1959 Michel Tapié curava la mostra “Arte Nuova. Esposizione internazionale di pittura e scultura” insieme a Luciano Pistoi e Angelo Dragone al Circolo degli Artisti, momento culminante della stagione informale. Sempre Tapié curò nel 1962, alla Promotrice, l’esposizione “Incontro a Torino. Pittori d’America, d’Europa e del Giappone”.

Nell’esposizione del 1959 al Circolo degli Artisti, accanto ai più famosi artisti dell’Action Painting e dell’informale, tra cui Pollock, De Kooning, Kline, Tapié, Fautrier, Wols, il gruppo Gutai, Fontana, Burri, Vedova, accompagnano anche esponenti torinesi quali Spazzapan, Rambaudi, Cherchi, Assetto, Garelli e Carena. Di straordinaria vivacità è l’avventura d’avanguardia del Laboratorio Sperimentale di Alba, per una Bauhaus immaginata (1955-1957) e dell’Internazionale Situazionista (1957-1960), fondato da Pinot Gallizio, Piero Simondo e Asger Jorn. Sempre ad Alba si sarebbe tenuto nel 1956 il primo Congresso degli artisti liberi, a cui partecipò anche il filosofia, scrittore, cineasta francese Guy Debord. Lavori di Jorn, Constant, Gallizio, Simondo, Rada, Kotic, Wolman e Garelli furono esposti in una mostra al Politeama Corino.

Diverse sono state le gallerie torinesi che hanno svolto un ruolo cruciale nel sostenere gli artisti emergenti o affermati in quel periodo. Alla galleria Bussola, diretta dal critico Luigi Carluccio, oltre a maestri delle avanguardie storiche come Klee, Kandinskj e Braque, espongono Umberto Mastroianni, Mattia Moreni, Luigi Spazzapan, Franco Garelli e giovani artisti quali Francesco Casorati, Mauro Chessa, Francesco Tabusso, Nino Aimone e in particolare Piero Ruggeri, Sergio Saroni e Giacomo Soffiantino, che costituiscono il gruppo di punta dell’informale torinese, collegato agli “ultimi naturalisti”, secondo la teorizzazione del critico Francesco Arcangeli.

Nel percorso espositivo si trovano oltre settanta opere di una cinquantina di artisti italiani e stranieri. Tra i pittori e gli scultori attivi nell’ambito torinese ci sono gli astrattisti del MAC (tra cui Albino Galvano, Filippo Scroppo, Carol Rama, Paola Levi Montalcini), e i protagonisti dell’informale come Luigi Spazzapan, Umberto Mastroianni, Mattia Moreni, Piero Ruggeri, Sergio Saroni, Giacomo Soffiantino, Mario Merz, Pinot Gallizio e Piero Simondo.

L’ampia selezione di artisti a livello internazionale e che espongono in quegli anni a Torino, e che sono presenti in mostra, comprende grandi nomi come Lucio Fontana, Afro, Giuseppe Capogrossi, Alberto Burri, Emilio Vedova, Gillo Dorfles, Jean Fautrier, Pierre Soulages, Georges Mathieu, Hans Hartung, Anthony Tapié, Jean Paul Riopelle, Asger Jorn, Pierre Alechinsy, Karel Appel, Imaï e Onishi.

La mostra, che si inaugura martedì 26 marzo dalle 18 alle 21, sarà aperta dal 27 marzo fino al primo settembre 2024.

Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto, Via Po 55, Torino

 

Mara Martellotta