ilTorinese

Helexia: progetto fotovoltaico a To Dream

Helexia investe per To Dream in un progetto fotovoltaico da 2,1 MWp che evita l’immissione in atmosfera di oltre 600 tonnellate di CO2 all’anno e contribuisce alla valorizzazione degli spazi urbani.

To Dream è un’idea originale che si sviluppa a Torino, su un’area di 270 mila mq tra open mail e parcheggi, in posizione strategica, un concetto inedito di integrazione tra shopping, leisure, servizi, un’operazione di rigenerazione urbana sostenibile che porta al recupero dell’ex area Michelin con un focus rilevante sulla sostenibilità ambientale ed energetica. Per questo Helexia è orgogliosa di aver investito in questo progetto con un impianto fotovoltaico che si compone di due lotti, con una potenza complessiva di quasi 1,7MWp, che garantirà una produzione interna stimata annuale di 2,1GWh di energia pulita. L’intervento di Helexia per il progetto To Dream ha comportato per il complesso commerciale l’installazione di una soluzione energetica sostenibile che non solo supporta le operazioni del sito, ma promuove anche l’adozione di energie rinnovabili su larga scala, contribuendo a ridisegnare spazi urbani per renderli più virtuosi e valorizzare gli spazi altrimenti trascurati, come i tetti inutilizzati.

“Siamo orgogliosi – ha dichiarato Giovanni Andrea Licata, country director di Helexia Italia – di aver partecipato a questo progetto di riqualificazione urbana che unisce innovazione e sostenibilità. Il progetto di To Dream è una prova concreta di come sia possibile ridurre le emissioni di CO2 e generare energia pulita, integrandosi perfettamente in un contesto urbano. Con questo intervento Helexia Italia non solo supporta il fabbisogno energetico del centro commerciale, ma contribuisce a trasformare in chiave green un’ex area industriale, con conseguente beneficio per tutta la comunità e la città di Torino”.

 

Mara Martellotta

I soliti manifestanti pro Pal questa volta occupano la sede di Leonardo. Crosetto: “Delinquenti”

Alcune decine di manifestanti Pro  Pal hanno sfondato le cancellate della sede torinese di Leonardo, nei pressi dell’aeroporto di Caselle, all’insegna dello slogan “Intifada ovunque”.

Gli  attivisti filopalestinesi denunciano “la complicità di Leonardo nel genocidio a Gaza”  e affermano che l’azienda sostiene l’esercito israeliano.

Alcuni di loro sono saliti sul tetto dove hanno esposto una bandiera palestinese e hanno vergato scritte spray sull’insegna dell’azienda.

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha scritto su X: “sono pericolosi eversivi, delinquenti e basta”, spiegando anche che i manifestanti avrebbero distrutto e imbrattato gli uffici.

E’ poi intervenuta la polizia che li ha allontanati dallo stabilimento.

La Croce Giallo Azzurra Torino riceve il Certificato Sistema Qualità

L’Associazione ANPAS Croce Giallo Azzurra Torino ha recentemente ottenuto, per la prima volta, il Certificato Sistema Qualità Uni En Iso 9001:2015. Questo riconoscimento definisce i requisiti di un sistema di gestione per la qualità, ed è stato conseguito al termine di un percorso di accompagnamento e supporto da parte del gruppo di lavoro interni del Comitato Regionale ANPAS del Piemonte. L’Audit si è svolto il 9 novembre scorso presso la sede della Croce Giallo Azzurra di Torino, alla presenza del Presidente ANPAS Piemonte Vincenzo Sciortino e dell’auditor Enrico Montabone.

La società Certiquality srl ha eseguito le verifiche necessarie sui processi operativi sulla trasparenza gestionale e amministrativa, sulla formazione di volontari e dipendenti, sulla sicurezza e sulla soddisfazione del personale, valutando numerosi parametri e indicatori. A conclusione di queste analisi, la società ha certificato l’efficienza e l’efficacia del modello organizzativo e gestionale della pubblica assistenza ANPAS.

“Questo traguardo rappresenta un passo significativo per la nostra Associazione – ha dichiarato Santo Bellantone, Presidente della Croce Giallo Azzurra di Torino – la Certificazione di Qualità non è per noi un obbligo, ma una scelta volontaria. Essa riflette la volontà di offrire ai nostri assistiti e soci servizi di alto valore, monitorati e riconosciuti da un ente indipendente. Ci siamo imposti delle regole per ottimizzare i nostri processi e migliorare continuamente la qualità garantendo elevati standard di assistenza. Questo impegno testimonia la nostra dedizione all’eccellenza e alla trasparenza, a beneficio della comunità che serviamo quotidianamente. Ringrazio tutti i volontari e collaboratori che hanno contribuito a questo percorso di crescita e miglioramento continui. Un ringraziamento speciale va anche a Marco Grechi, Responsabile della Qualità della Croce Bianca di Orbassano, che ci ha supportato nel percorso di avvicinamento alla Certificazione, e ad Armando Gotta, Responsabile del progetto Qualità ANPAS Piemonte”.

Vincenzo Sciortino, Presidente ANPAS Piemonte, spiega:”Il conseguimento della Certificazione Uni En Iso 9001:2015 da parte della Croce Giallo Azzurra di Torino rappresenta un grande traguardo per l’intero movimento ANPAS in Piemonte. Questo risultato testimonia l’impegno e la dedizione con cui la nostra rete di pubblica assistenza opera per garantire ai cittadini servizi di qualità, trasparenza e affidabilità. La scelta di aderire a un sistema di gestione della qualità è un atto volontario, che dimostra l’intenzione di miglioramento e di responsabilità verso la comunità. Investire nella qualità e nella trasparenza è essenziale per rafforzare i legami di fiducia tra le organizzazioni di volontariato e le comunità che servono. Ringrazio la Croce Giallo Azzurra di Torino e tutti i suoi volontari per il loro instancabile lavoro e per il contributo che danno quotidianamente al nostro territorio, nonché il team di Certiquality. La Croce Giallo Azzurra, aderente all’ANPAS, conta su 81 volontari, di cui 21 donne, e svolge circa 1600 servizi annui, inclusi trasporti convenzionati con aziende sanitarie locali, servizi d’istituto, emergenze 118 e assistenza sanitaria a eventi e manifestazioni.

 

Mara Martellotta

Cardioteam, una vela per il cuore

A Torino non c’è il mare ma è tutto torinese il team che ha pensato e realizzato il viaggio di Dulcinea in giro per l’Italia, la prima campagna di prevenzione cardiovascolare in Europa realizzata per mare e appena conclusa.

A bordo di una vela storica Cardioteam ha circumnavigato lo stivale portando la prevenzione dell’ictus e dell’infarto – prima causa di morte in Europa – in oltre 30 porti, in mezzo alla gente.

In questa prima edizione 2023-2024 Dulcinea e Cardioteam hanno percorso insieme 1.924 miglia nautiche, da Genova a Trieste, sempre accolti con grande entusiasmo nei porti di approdo.

Tutte le persone dai 50 ai 75 anni che si sono sottoposte a ecocardiogramma hanno ricevuto l’esito del test e una brochure sullo stile di vita da adottare per prevenire infarto e ictus. Nella tenda di Cardioteam Foundation Onlus, allestita per circa una settimana in ogni porto di approdo, è stata fatta formazione su alimentazione, attività fisica, controllo della pressione arteriosa, del diabete e del colesterolo nel sangue.

Dei 3.800 screening effettuati quasi 40 persone sono risultate con una cardiopatia importante, mentre 114 hanno scoperto di avere bisogno di ulteriori visite cardiologiche.

 

Dott. Marco Diena

 

La mission di Cardioteam Foundation Onlus, fondata dal cardiochirurgo torinese Marco Diena e da un gruppo di cardiologi e professionisti forti degli studi scientifici che hanno dimostrato quanto la prevenzione può salvare più vite umane delle stesse cure ospedaliere, è da sempre portare la prevenzione fuori dagli ospedali nei contesti più disparati, dalle piazze ai parcheggi dei centri commerciali.  Dal 2014 ad oggi Cardioteam ha effettuato più di 21.000 screening lungo le strade italiane con il suo Cardiovan  e nel 2023 al Cardiovan di Cardioteam si è aggiunta Dulcinea, una vela storica che ha circumnavigato l’Italia, da Imperia a Trieste, fermandosi in 30 porti per effettuare ecocardiogrammi gratuiti alla popolazione.

 

“Le persone  commenta Marco Diena  si sono salvate perché sono venute a farsi controllare, e la maggioranza dei casi erano soggetti asintomatici! E visto il successo di questa edizione siamo pronti a ripartire nel marzo 2025. Nel nuovo giro ci fermeremo nei porti delle isole minori, territori svantaggiati per ragioni geografiche e logistiche, dove le persone hanno spesso difficoltà a raggiungere le strutture ospedaliere e conseguentemente a tenersi sotto controllo. Siamo certi che riusciremo a sensibilizzare anche i tanti turisti che ogni estate affollano le coste di queste splendide isole. In ognuna delle nostre tappe non ci limitiamo ad eseguire gli ecocardiogrammi, ma, attraverso brochure e materiale informativo, diamo importanti informazioni anche alle tante persone che incontriamo ogni giorno. Questo moltiplica il messaggio e dà forza alla nostra idea: bisogna favorire la prevenzione e far capire quanto è importante. Ictus e infarto secondo l’OMS sono la prima causa di morte in Europa. Nessuno sottovaluti il problema. Fate prevenzione!”

 

Una vela per il cuore è la prima campagna di prevenzione cardiovascolare in Europa realizzata per mare e ha come partner la Lega Navale Italiana, un’istituzione storica con oltre 200 basi nautiche. Un viaggio possibile anche grazie alla generosità degli sponsor che hanno creduto in Cardioteam Foundation Onlus: Intesa Sanpaolo, Fondazione Gruppo San Donato, Fondazione Buzzi Unicem, Technoalarm.

 

Sostieni Cardioteam: Donazioni onlus, Sostieni Cardioteam Foundation per le malattie cardiovascolari

 

CARDIOTEAM FOUNDATION ONLUS, C.so Quintino Sella, 20 10131 Torino ITALIA
segreteria@cardioteamfoundation.org

Veterinario muore dopo la caduta in bici

Non ce l’ha fatta Luca Ferrero, il veterinario torinese di 54 anni con studio in via Mazzini. È deceduto nella notte al Cto dove era ricoverato in gravi condizioni da mercoledì quando è caduto dalla bici in collina a Pecetto. Era un abile ciclista e ora si cerca di fare chiarezza sull’incidente dovuto a una caduta forse per uno spostamento d’aria causato da una moto e da una vettura che gli sono passati troppo vicino provocando la perdita di equilibrio. Le ferite riportate gli sono state fatali.

Polizia penitenziaria, un consiglio regionale aperto sulla situazione nelle carceri

“È un momento di ascolto e confronto utile che permetterà a tutti di prendere una volta di più coscienza della situazione assolutamente critica nelle strutture detentive della nostra Regione, difficoltà non solo del Piemonte, ma che caratterizzano tutte le carceri italiane”. È così che il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Davide Nicco, ha aperto la seduta del Consiglio aperto dedicato alle condizioni di lavoro della Polizia penitenziaria.

“In un contesto complesso come quello delle carceri, il lavoro svolto quotidianamente dagli agenti assume un ruolo fondamentale, oggi più che mai siamo chiamati a confrontarci in modo trasparente e costruttivo, ascoltando chi è tutti i giorni in prima linea” ha aggiunto il presidente dell’Assemblea regionale. Gli ultimi dati indicano che le persone detenute all’interno dei tredici istituti detentivi in Piemonte sono 4365 a fronte di 2943 posti, con un indice di sovraffollamento del 148,32 per cento. Per quanto riguarda gli agenti, attualmente in Piemonte sono operativi circa 2900 unità e si lamenta una mancanza di circa 500. Emblematico il caso di Torino, dove a fronte di circa 400 detenuti in più rispetto alla capienza prevista, manca circa un centinaio di agenti. Tra le problematiche più preoccupanti, quelle legate ai detenuti con patologie psichiatriche, quelle delle Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), più in generale degli organici del personale e l’inadeguatezza dell’edilizia carceraria.

“Su molte questioni Governo e Regione sono intervenuti nell’ultimo anno: dal supporto psicologico alla formazione, dall’incremento di personale ai protocolli. È fondamentale il supporto agli agenti che garantiscono la sicurezza alla comunità, per cui auspico che si possa dare pieno rilievo al loro lavoro, attivando misure utili allo svolgimento dello stesso” ha ricordato Elena Chiorino, vicepresidente della Giunta regionale, che ha sottolineato come negli ultimi due anni siano stati assunti 180 nuovi agenti per le carceri piemontesi.

Vicente Santilli del Sappe, riferendosi ai disordini di questi giorni nell’istituto di Cuneo, si è soffermato proprio sulle aggressioni fisiche e verbali: “Gira molta droga e i telefonini vengono recapitati con i droni, l’unico deterrente possibile è schermare gli istituti di pena”. Per Maurizio Dalmasso dell’Osapp, sono grandi problemi la mancanza di circa le metà dei comandanti di reparto e l’insufficienza dei funzionari sanitari. “Oggi porto qui anche le conseguenze fisiche della rivolta avvenuta ieri a Cuneo”, ha fatto notare. Secondo Antonio Napoli (Polpen-Uil Pa) la gestione della sanità penitenziaria è critica per l’ottanta per cento dei casi e richiede l’ attenzione della politica.

“Ci sono detenuti facinorosi extracomunitari che non rispettano il sistema penitenziario italiano, dovrebbero scontare la pena nei rispettivi paesi; inoltre permangono i problemi legati alla carenza del personale, così come i turni sono sempre più massacranti” ha denunciato Raffaele Tuttolomondo (Sinappe). Luciano Scidà (Cnpp) si è soffermato sulla realtà di Asti, dove “in un anno sono stati sequestrati oltre 150 telefonini e molta droga all’interno delle celle”. Per Sara Comoglio (Cgil-Fp) “mancano anche molti ruoli intermedi, ciò incide sull’ organizzazione delle strutture”. Vincenzo Ricchiuti (Cisl-Fns) ha espresso apprezzamento per le azioni del Governo verso il personale penitenziario con le risorse stanziate per il rinnovo del contratto del comparto sicurezza e l’assunzione dopo anni di nuovo personale.

Luciano Giglio (Uspp) ha posto l’attenzione sulla frustrazione degli agenti con il rischio di burn-out lavorativo, richiamando la necessità di dare ai detenuti maggior impegno quotidiano e formazione professionale in maniera tale da alleggerire il carico emotivo che sfocia in aggressioni verso il personale. Michela Favaro, vicesindaca di Torino, ha fatto cenno ai dati che indicano che in Piemonte si registra il 15% di carenza di personale, che in istituti come quello del capoluogo regionale sale al 20%.

Davide Mosso, della Camera penale Vittorio Chiusano: “Nel carcere di Torino ci sono oltre 1.400 detenuti su mille posti, non è rispettato l’ordinamento penitenziario. È inoltre aumentato il numero di detenuti con disturbi psichiatrici senza strumenti per gestirli”. Secondo Mario Antonio Galati, provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria, “le piante organiche scoperte riguardano ruoli intermedi su cui possiamo aspettarci incrementi. Negli ultimi due anni sono stati investiti venti milioni di euro nelle strutture”. Infine, Lina Di Domenico vicecapo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria (Dap) ha spiegato che è stato firmato un protocollo per la prevenzione della salute dei detenuti e per dotare di personale medico gli istituti.

 

Si è aperto quindi il dibattito tra i consiglieri, con l’intervento di Silvio Magliano (Lista Cirio): “Esprimiamo apprezzamento per il lavoro svolto dal Governo e auspichiamo ulteriori investimenti per incrementare il numero e la qualità delle strutture carcerarie e l’organico della Polizia penitenziaria. È, inoltre, opportuno sfruttare l’esperienza e le iniziative del Terzo settore per creare per i detenuti percorsi lavorativi che, tra l’altro, favoriscono il reinserimento sociale”. Secondo Sarah Disabato (M5s) “Si tratta di un problema urgente, che va affrontato nell’immediato. Anche il presidente Mattarella ha chiesto interventi immediati per affrontare il sovraffollamento nelle carceri e i problemi legati ai suicidi. Ci sono assenze importanti, come quella del Governo, il cui sottosegretario alla Giustizia è, tra l’altro, piemontese, e dell’assessore regionale alla Sanità”.

“La Lega è da sempre, in ogni sede, nazionale e regionale, vicina alle istanze degli agenti – ha affermato Andrea Cerutti (Lega) -. Lo ha fatto lottando per le dotazioni degli strumenti di deterrenza come il taser, lo sta facendo predisponendo le misure necessarie al completamento dell’organico, come previsto nel Decreto Carceri”.  Annalisa Beccaria (Fi), quindi, ha sottolineato “l’importanza del comma 4 dell’articolo 27 della Costituzione, che ribadisce il fine rieducativo del sistema carcerario e della pena per il reinserimento del reo nella società. Un articolo che non sembra trovare la propria efficacia se si considera che negli ultimi quattro mesi in Italia si sono verificate 640 aggressioni di detenuti nei confronti della polizia penitenziaria, 137 sono i poliziotti con oltre otto giorni di prognosi e sono stati 2.877 i casi di ingiuria e resistenza a pubblico ufficiale nelle carceri. Dall’inizio dell’anno, solo a Torino ci sono state 31 aggressioni e 35 feriti”.

Davide Zappalà (Fdi) ha evidenziato il lavoro svolto dal Governo in questi anni, sottolineando che “in Italia ci si sta già muovendo per cercare soluzioni a quelli che sono i due più grossi problemi del mondo carcerario: il sovraffollamento e la mancanza di personale grazie a 250 milioni per l’edilizia penitenziaria, che permetteranno di creare 7.000 posti in più per i detenuti che permetteranno di avvicinarci al traguardo dei 10.000”.  Rievocando quanto avvenuto recentemente al carcere di Novara, Daniela Cameroni (Fdi) ha sottolineato che “donne e uomini della polizia penitenziaria stanno pagando un prezzo altissimo per mantenere l’ordine nelle nostre carceri. Non si tratta solo di una battaglia per la sicurezza, ma per la dignità dello Stato. I fondi stanziati dal Governo per l’edilizia carceraria e le nuove assunzioni nella polizia penitenziaria stanno facendo invertire la rotta”.

Giulia Marro (Avs) ha illustrato le condizioni di vita all’interno delle carceri piemontesi che ha avuto occasione di vistare, evidenziando che “sovraffollamento, celle inadeguate, scarsa pulizia e strutture fatiscenti creano un ambiente di forte tensione, con gravi ripercussioni sulle relazioni tra detenuti e personale penitenziario. È necessario aumentare gli investimenti per la sanità penitenziaria e orientare il carcere verso un modello più riabilitativo e meno punitivo”. Gianna Pentenero (Pd) ha quindi affermato che “è importante avere consapevolezza del ruolo della polizia penitenziaria all’interno di un contesto complesso, che necessita di molti interventi. Assistiamo continuamente a disordini all’interno del carcere, che hanno determinato una situazione difficile per la polizia penitenziaria e più in generale per il personale che vi lavora all’interno. Bisogna scongiurare il più possibile i casi di recidiva, andrebbe posta attenzione per gli interventi previsti quando i detenuti escono dal carcere. Per quanto riguarda la Sanità, sarebbe necessario stilare un Piano sanitario che prenda in considerazione tutto il comparto carcerario”. Nadia Conticelli (Pd) ha dichiarato: “Non siamo insensibili al grido d’allarme emerso dagli addetti ai lavori: è una realtà tragica, che riguarda tutte le persone che vivono e lavorano all’interno del carcere e che nei vari sopralluoghi abbiamo potuto vedere con i nostri occhi. Particolarmente critica appare la situazione del Lorusso e Cutugno, che la stessa città di Torino ha chiesto più volte che venisse abbattuto e rifatto”. L’intervento di Emanuela Verzella (Pd) ha fatto riferimento all’esperienza scolastica, evidenziando che “anche da questo punto di vista i detenuti sono cambiati e sono lo specchio di un mutamento epocale della società post Covid. Le aule dove vengono condotte le lezioni sono piccole, fredde, fatiscenti e spesso prive di spazi adeguati. Un piano straordinario è assolutamente necessario, così come i percorsi di istruzione, soprattutto per i detenuti stranieri che non conoscono la lingua e stentano ad esprimere le proprie necessità e bisogni”.

Roberto Ravello (Fdi) ha fatto notare come spesso ci si interessi dei disagi patiti dalla popolazione detenuta, quindi è anche importante approfondire “l’alta faccia della luna”, vale a dire le difficilissime condizioni in cui lavorano gli agenti. “Migliaia di donne e uomini che servono la nazione e che operano con gravi problematiche. Per questo bisogna trasversalmente apprezzare il lavoro di questa Giunta. Sappiamo che qualcuno parla di repressione e democratura, siamo fieri di essere diversi da loro”. “Ringrazio gli operatori per averci fatto sentire dalla loro viva voce la situazione – ha affermato Mauro  Calderoni (Pd) – e abbiamo capito che rispetto all’anno scorso la situazione non è affatto migliorata. Questo ci fa riflettere sulle responsabilità di chi ha l’onere di governo di questa regione e di questo paese. È conclamato il rischio che la strategia di incremento delle pene per i reati minori, aumenti il sovraffollamento”.

Alice Ravinale (Avs) non ha condiviso la contrapposizione tra benessere degli agenti e dignità dei reclusi e ha spiegato che “l’emergenza totale delle carceri è un problema che coinvolge tutti coloro che sono detenuti o che lavorano all’interno degli istituti”. La consigliera ha anche ricordato che l’uso di psicofarmaci nelle carceri “è cinque volte superiore rispetto a quello normale, si è creata una vera e propria dipendenza e spesso le rivolte avvengono per questo”. Domenico Rossi (Pd) ha poi aggiunto che “i messaggi di chi è intervenuto oggi ci dicono che nell’ultimo anno la situazione è addirittura peggiorata, che mancano le figure intermedie, che le condizioni di lavoro sono disumane e che il sovraffollamento continua: per questo è sbagliato introdurre reati inutili, che servono solo a raccogliere qualche voto facile”.

Vittoria Nallo (Sue) ha ricordato che il ruolo della Regione è anche quello di essere un interlocutore affidabile per chi lavora negli istituti di pena: “C’è una contraddizione tra quanto previsto dal nostro ordinamento e ciò che effettivamente avviene. L’introduzione ideologica di nuovi reati non fa che aumentare la pressione sulla popolazione carceraria”.  Ha concluso Sergio Bartoli (Fi), affermando che “è dovere delle istituzioni migliorare le condizioni di lavoro all’interno delle carceri. Ho visitato il Lorusso Cutugno ed è indubbio che la situazione sia molto difficile: è urgente ristrutturare le strutture e migliorare l’esistente, prima di pensare a costruire nuove strutture”.

Ha concluso i lavori la replica dell’assessore Chiorino, rispondendo “a chi parla di dati imbarazzanti: si pensi però a quali erano i dati soltanto due anni fa e ai miglioramenti in atto. In generale troppo spesso la polizia penitenziaria è stata dipinta in modo sbagliato ed è innegabile che questo governo abbia riportato il focus su sicurezza e certezza della pena e dignità dei lavoratori. Quindi miglioramento delle dotazioni e rafforzamento del personale. Abbiamo sentito la dottoressa Di Domenico parlare di sovraffollamento delle scuole di formazione, segno che stiamo assumendo molti nuovi agenti. Edilizia penitenziaria: sono stati stanziati 250 milioni di euro per migliorare la situazione e garantire circa 7mila nuovi posti detentivi: il Governo c’è e sta dando risposte concrete, diverse rispetto a quelle sinora proposte. Lo svuotacarceri è stato fallimentare, perché alla fine abbiamo sempre 10mila posti mancanti”. L’assessore ha anche ricordato che in Piemonte sono stati stanziati 19 milioni.

Argentina, opportunità per le imprese del Piemonte

Riceviamo da una nostra lettrice e pubblichiamo

La mattina di lunedì 11 novembre il Circolo dei Lettori di Torino ha ospitato un business forum sulle relazioni tra Argentina e la regione Piemonte dal nome “Argentina: nuove opportunità per le imprese del Piemonte”.

Questo incontro ha avuto come obbiettivo quello di stimolare nuove opportunità nell’ambito imprenditoriale tra le aziende piemontesi e quelle argentine, in particolar modo nella provincia di Córdoba.

L’incontro si è aperto con la presentazione di Davide Gandolfi, dirigente del settore delle relazioni internazionali e cooperazione presso la regione Piemonte. Fin da subito è stato evidenziato quanto la provincia di Córdoba sia stata il fulcro dell’immigrazione piemontese (basti pensare alla città di San Francisco de Córdoba, dove ben il 90% della popolazione ha origine piemontese).

Questa provincia può essere denominata come provincia dal cuore piemontese, dove la storia della regione italiana è ben radicata e portata avanti tramite le tradizioni più classiche, come la bagna cauda, o attraverso l’istituzione di associazioni come la FAMA (Federazione delle Associazioni Piemontesi di Argentina).

Per proseguire e rafforzare il legame tra i due paesi vengono promosse dall’ Associazione Piemonte iniziative come quella di questo lunedì, in questo caso però resa ancora più importante dalla partecipazione diretta di un’intera delegazione istituzionale e imprenditoriale di Córdoba, i cui componenti sono intervenuti nel corso dell’intera mattinata.

A prendere per primo la parola è stato Pedro della Rosa, ministro della produzione, scienze e tecnologia di Córdoba, che ha definito il rapporto tra Italia e la provincia di Córdoba paragonandolo a qualcosa dalle “cadenas irrompibles”, ossia dalle catene indistruttibili, per sottolineare quanto sia stringente, ed elencando i vari prodotti che la provincia di Córdoba produce e che la contraddistingue nettamente come uno dei poli produttivi più importanti della Nazione. Settori in crescita sono quello agricolo, con la produzione di soia, maní, arachidi; per poi passare al settore dell’allevamento, con ingente produzione di carne bovina, fino all’ambito universitario, in netta crescita negli ultimi anni grazie a vari investimenti rivolti ad accrescere la cosiddetta “economia della conoscenza”.

La parola è poi passata a Guido Bolatto, segretario generale della camera di commercio di Torino, che ha ribadito la similarità tra i due paesi e ha ricordati i progetti comuni su cui poter investire e lavorare, in particolar modo concentrandosi sul settore aerospaziale e quello agricolo.

In un primo momento sono stati analizzati entrambi i settori focalizzandosi sulle aziende piemontesi grazie agli interventi rispettivamente di Stefano Nigro (direttore generale del Cei Piemonte) e di Erika Manis (Division Manager della Divisione Sviluppo strategico/areospace del Cei Piemonte). Quest’ultima ha presentato il settore piemontese aerospaziale, realtà in continua crescita che oggi giorno raccoglie circa 450 PMI, e quello agricolo, che produce un fatturato di 45 milioni annui e presenta un totale di 2500 dipendenti.

La realtà aziendale della provincia di Córdoba è stata introdotta invece dal segretario delle relazioni internazionali, Carlos Massei, ed Edoardo Fracanzani, presidente della camera di commercio italiana a Córdoba. Massei ha introdotto un concetto rilevante nell’amministrazione della provincia che la porta ad essere sempre efficiente e produttiva, ossia la partecipazione nell’attività del settore tanto della parte pubblica quanto di quella privata, per aggiungere infine anche quella accademica. Questa compartecipazione di tre diverse realtà comporta, secondo i delegati intervenuti al forum, un netto incentivo all’economia e alla produzione cordobese, che la induce a soddisfare così le richieste della maggioranza della popolazione.

In ambito agricolo la provincia di Córdoba conta infatti a oggi circa 39 milioni di ettari coltivati e 230.000 produttori. In grande espansione è anche il settore delle macchine agricole e quello aerospaziale, con l’ingente attività della CONAE (commissione nazionale delle attività spaziali), la cui stazione Teofilo Tabanera, situata a Córdoba, controlla e raccoglie dati di vari satelliti.

La presentazione più dettagliata delle varie aziende argentine è toccata ad altri tre delegati: Fernando Sibilla, presidente della FADEA (fabbrica argentina di aerei) , Santiago Sara, dirigente commerciale de INMEBA (impresa metallurgica dedicata al disegno e alla fabbricazione di celle robotiche e dispositivi di assemblaggio per varie industrie metalmeccaniche e automotrici) e Claudio Cozzi, presidente di NORTID (impresa che si occupa della vendita di driver, registratori e stampanti fiscali) che ,rispettivamente in ordine, hanno portato una panoramica delle varie imprese, mostrando i lori progetti e il loro interesse nell’aprirsi a nuove idee e collaborazioni estere.

La conferenza si è conclusa con un inquadramento sul rapporto tra i due paesi nella settore sanitario, con l’intervento di Juan Cras, presidente dell’ospedale italiano di Córdoba, seguito dall’intervento di Marcelo Quaglia, presidente dell’AFAPIECO (Associazione Famiglia Piemontese di Córdoba) e che si occupa di promuovere eventi volti al mantenimento di tradizioni piemontesi nella provincia.

Da ultimo si è portata una testimonianza diretta e concreta della creazione di un business italiano in Argentina, tramite l’esperienza di Cristiano Ferrero, amministratore delegato di G.E.I (Gruppo Essenziero Italiano) e presidente di Aromitalia. Ferrero ebbe l’iniziativa di espandere questa piccola realtà della produzione di gelato artigianale italiano in Argentina a partire dagli anni Ottanta, andando poi a divenire una delle filiali più importanti.

Questo piccolo esempio è servito a sancire l’effettiva possibilità della creazione di legami imprenditoriali italo-argentini, mostrando quanto questo rapporto di vicinanza sia concreto e proficuo e auspicando così a un rafforzamento di queste “catene indistruttibili” nel tempo a venire.

Rachele Donnini

 

Inverno alle porte, al via il Piano Neve dell’Anas

Anas, società del Gruppo Fs, come ogni anno in questo periodo, sta per avviare il Piano Neve, insieme alle Forze dell’Ordine, per fronteggiare le emergenze meteo e garantire la sicurezza e la transitabilità di tutta la propria rete stradale e autostradale. Il piano prevede tutte le azioni necessarie per prevenire e affrontare le criticità stradali in condizioni metereologiche avverse.

Tra le misure previste, l’obbligo per i veicoli a motore di essere muniti di pneumatici invernali o catene a bordo a partire dal 15 novembre fino al 15 aprile 2025 e la prescrizione, attraverso ordinanze, di limitazioni al traffico in caso di meteo avverso.

In Valle D’Aosta l’obbligo di catene a bordo o pneumatici invernali è già in vigore dal 15 ottobre 2024.

Il provvedimento, emanato in base alle norme del Codice della Strada, è segnalato mediante apposita segnaletica verticale.

Durante il periodo di validità, i ciclomotori e i motocicli potranno circolare solo in assenza di neve o ghiaccio sulla strada e di precipitazioni nevose in corso.

“In questi mesi – ha spiegato l’Amministratore Delegato di Anas Aldo Isi – metteremo in campo un presidio h24 per intervenire subito in caso di maltempo e precipitazioni nevose e garantire l’accessibilità e la sicurezza degli automobilisti. Nella scorsa stagione invernale abbiamo fatto 11.034 interventi preventivi di spargimento sale per contrastare la formazione di gelo sul manto stradale e 1.118 interventi di sgombero neve dal piano viabile. Risultati possibili grazie all’impiego di oltre 1.400 persone al servizio del territorio. Il nostro impegno sarà totale anche quest’anno”.

Anas coglie l’occasione per richiamare l’attenzione di tutti coloro che si metteranno in viaggio nei prossimi mesi: invita gli utenti prima di mettersi alla guida a controllare lo stato di efficienza del veicolo e degli pneumatici e di informarsi sulle condizioni meteo attese così come, durante il viaggio, di aggiornarsi sulle condizioni del traffico e fare attenzione ai contenuti dei pannelli a messaggio variabile.

Per la sicurezza dei viaggiatori tutte le informazioni relative alle condizioni meteo e di viabilità, insieme all’indicazione di interruzioni e itinerari alternativi, saranno veicolate attraverso i canali istituzionali e social di Anas.