ilTorinese

Ormoni, antibiotici: possiamo fidarci della carne che mangiamo?

Scopri – To ALLA SCOPERTA DI TORINO 
“Siamo ciò che mangiamo” diceva il noto filosofo Ludwig  Feuerbach. Ed è proprio così perché se immettiamo nel nostro corpo alimenti sani esso ne beneficerà, altrimenti avrà delle mancanze che a lungo andare possono portare a problematiche molto serie.
La carne è uno degli alimenti più consumati dai torinesi che spesso la scelgono di alta qualità perché nonostante le numerose leggi che vietano, tranne in casi eccezionali, l’uso di antibiotici e di ormoni comunque molti allevatori ne fanno uso. Per fare chiarezza in merito abbiamo intervistato un noto macellaio della Prima cintura di Torino, Stefano Carle della Macelleria Maurizio.
Di norma tutte le carni italiane non dovrebbero essere state sottoposte a cure ormonali tranne in alcuni casi come le gravidanze dell’animale, è sempre così?
Purtoppo no, la legge dice questo, ma possono esserci casi in cui il veterinario riesce a prescrivere gli ormoni anche se effettivamente l’animale non dovrebbe assumerli, perché così facendo quest’ultimo cresce maggiormente e più in fretta per poter far fronte soprattutto alla grande distribuzione. Un pollo mediamente cresce tra sei mesi, un anno mentre con gli antibiotici in due tre mesi diventa grande.
E gli antibiotici andrebbero prescritti solo in via preventiva, anche qui sappiamo che non è sempre così e se da un lato è utile perché l’animale non si ammala, dall’altro noi rischiamo l’antibiotico resistenza.
Sì, proprio per questo bisogna andare da macellai di fiducia che possano garantire determinati standard. Io, per esempio, conosco gli allevatori delle mie carni da quando ero piccolo perché è un mestiere che si tramanda da generazioni e so esattamente come lavorano e come trattano gli animali.
Ogni settimana vado nelle stalle che sono a conduzione familiare, hanno dai dieci ai quindici capi e controllo che tutto sia sempre perfetto. Proprio per gli alti standard la carne di alta qualità è più dispendiosa rispetto a quella che si trova negli allevamenti intensivi.
Sappiamo che c’è anche il pollo biologico che per legge deve passare almeno un terzo della sua vita allevato all’aperto, come facciamo a essere sicuri che passa davvero quel tempo fuori?
In italia i controlli sono molto rigorosi, è sicuramente biologico ma non possiamo sapere quanto tempo ha davvero passato all’aperto.
Il consumatore quando va in macelleria come fa a capire se è carne di qualità?
Dall’odore, se c’è un forte odore di sangue di norma c’è qualcosa che non va, non ci devono essere odori e la carne fresca si vede anche per il colore acceso.
In che modo l’Asl controlla la filiera?
L’animale ha un numero e viene controllato da quando nasce fino alla macelleria. Chiunque può capirne l’intera filiera informandosi dal proprio macellaio.
Qual è la carne favorita dai torinesi?
Sicuramente da intenditori piace molto la carne di Fassone di Razza Piemontese un’eccellenza assoluta nel panorama gastornomico mondiale.
Con Stefano abbiamo quindi compreso l’importanza di scegliere carne d’alta qualità per la nostra salute e la città sabauda ha tantissime macellerie per poter accontentare tutti i gusti.
NOEMI GARIANO
Guarda la video intervista:

I profili dei 25 nuovi Cavalieri del Lavoro 2024

Nominati dal Presidente della Repubblica

Lucia ALEOTTI – 1966 – Firenze – Industria Farmaceutica

È presidente di Pharmafin, holding di controllo del Gruppo Menarini, multinazionale di famiglia attiva nei settori farmaceutico e diagnostico. Negli anni riveste incarichi di vertice fino ad assumere la presidenza della capogruppo A. Menarini I.F.R. dal 2013 al 2018, di cui sviluppa la presenza nel settore della ricerca con le acquisizioni di Silicon Biosystems, start up di tecnologie per la biopsia liquida e di CellSearch, attiva nella diagnostica oncologica. Oggi il Gruppo Menarini è presente in 140 paesi con un export dell’80%. Con 18 sedi produttive, di cui otto in Italia, e uno stabilimento per produrre anticorpi monoclonali, realizza 600 milioni di confezioni di farmaci l’anno. Nove i centri di ricerca, di cui quattro in Italia. Occupa 17.800 dipendenti.

Eufrasio ANGHILERI – 1954 – Lecco – Industria Siderurgica

È fondatore e amministratore delegato di Eusider, gruppo attivo nella lavorazione e distribuzione dell’acciaio per i settori automotive, elettrodomestico, infrastrutture, veicoli industriali, cantieristica navale, oil&gas. Nato nel 1979 per la commercializzazione di materiale siderurgico, oggi Eusider è costituito da 12 società e opera con 18 stabilimenti tra Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Dal 2013, attraverso una crescita per linee esterne, ha sviluppato il volume delle tonnellate realizzate da 350 a 1 milione e 500 mila. Nell’ultimo triennio, con le acquisizioni di quattro aziende del settore, ha consolidato la presenza del Gruppo nel comparto dei tubi saldati. L’export è di circa il 35%. Occupa oltre 700 dipendenti.

Giovanni ARENA – 1978 – Enna – Commercio Grande distribuzione

È amministratore delegato del Gruppo Arena, azienda di famiglia attiva nella distribuzione organizzata in Sicilia ed in provincia di Reggio Calabria. Ha dato un forte impulso al processo di ampliamento dei punti vendita su tutto il territorio siciliano attraverso ad una strategia centrata su nuove aperture e acquisizioni. Oggi il Gruppo Arena conta una rete di 190 punti vendita ad insegna Decò e SuperConveniente che ne fanno un operatore leader in Sicilia. Nel 2022 ha istituito la Fondazione Gruppo Arena, con iniziative nella solidarietà alimentare e nel campo culturale, sociale ed educativo. Occupa circa 3.300 dipendenti.

Pietro BECCARI – 1967 – Francia – Industria Moda e design di lusso

È dal 2023 presidente e amministratore delegato di Louis Vuitton, marchio del gruppo francese LVMH, proprietario di 75 brand del settore lusso. Dopo incarichi di vertice in Henkel, attiva nella detergenza per la casa e la cura della persona, entra in LVMH. Nel gruppo ricopre le cariche di presidente e amministratore delegato di Fendi dal 2012 al 2018 e di presidente e amministratore delegato di Christian Dior Couture dal 2018 al 2022, di cui triplica le vendite annuali arrivando a 10 miliardi di euro in soli 4 anni. È il primo italiano alla guida di Louis Vuitton, attiva con 19 stabilimenti in Francia, 460 punti vendita in 60 paesi e oltre 38.000 dipendenti. In Italia opera con tre stabilimenti e occupa 1.800 addetti.

Marina Elvira BERLUSCONI – 1966 – Milano – Industria Editoria

Dal 2003 è presidente di Arnoldo Mondadori Editore e dal 2005 è presidente del Gruppo Fininvest. Attraverso le acquisizioni di RCS Media Group nel 2015 e di De Agostini Scuola nel 2021, ha guidato Mondadori a diventare la prima casa editrice italiana per fatturato e il primo operatore italiano nell’editoria scolastica con il 32% del mercato. Ai vertici del Gruppo Fininvest, ne ha sviluppato la presenza nei settori della televisione commerciale, della radio e del cinema acquisendo partecipazioni in aziende nazionali ed estere. Oggi il Gruppo Fininvest detiene più del 43% di MFE – MediaforEurope e oltre il 53% di Arnoldo Mondadori Editore, cui si aggiungono le partecipazioni in Banca Mediolanum e nell’Associazione Calcio Monza. Occupa circa 400 dipendenti.

Paolo BERTAZZONI – 1955 – Reggio Emilia – Industria Elettrodomestici

È dal 1999 amministratore delegato di Bertazzoni, azienda di famiglia attiva nella produzione di elettrodomestici per la cucina. Ne ha guidato la crescita attraverso il lancio di nuovi prodotti per il Medio Oriente e la nascita di collaborazioni con multinazionali quali Whirlpool, Electrolux e Bosch. Nei primi anni Duemila ne ha avviato l’internazionalizzazione in Nord America con la progettazione di prodotti innovativi. Oggi l’azienda opera con uno stabilimento a Guastalla, dove realizza 200 mila unità l’anno, e sette filiali commerciali tra Europa, Australia, Asia e Stati Uniti. È presente in 60 paesi con un export del 90%, di cui 1/3 rappresentato dal mercato nordamericano. Sotto la sua guida il fatturato è cresciuto del 530%. Occupa circa 250 dipendenti.

Maria Chiara BONI – 1948 – Milano – Industria Moda e abbigliamento

È fondatrice e presidente di Chiara Boni & Sons. L’azienda, nata a Firenze nel 1971 come boutique per la commercializzazione della collezione “You Tarzan, me Jane”, da lei disegnata e firmata, è tra i principali marchi italiani di alta moda. Prima stilista a sperimentare la lycra per il prêt-à-porter, nel 2007 lancia La Petite Robe, una linea di abiti femminili eleganti realizzati in tessuto stretch e ripiegabili in micro buste di tulle. Oggi il marchio La Petite Robe conta quattro boutique monomarca a Milano, Roma, Firenze e Los Angeles e nel 2022 ha registrato una crescita del 64% del fatturato rispetto all’anno precedente. Con un export di circa il 90%, occupa 30 dipendenti.

Giorgio CAMPAGNOLO – 1936 – Vicenza – Industria Abbigliamento sportivo

È dal 1996 presidente di F.lli Campagnolo, azienda avviata dalla madre nel 1948 come attività ambulante per la vendita di filati e oggi specializzata nella produzione di abbigliamento sportivo, per il tempo libero, per bambino e homewear con 18 milioni di capi prodotti annualmente e la proprietà di cinque marchi. A partire dagli anni ’80, su suo impulso, l’azienda si espande sui mercati internazionali, con forniture per i marchi Puma e Reebok e con la costituzione in Germania della F.lli Campagnolo GMBH, per la commercializzazione del marchio. Oggi la società dispone di un campionario di oltre 3.000 capi con un export del 70%. Occupa 1.100 dipendenti.

Carmine CAPUTO – 1949 – Napoli – Industria Alimentare Molitoria

È dal 1983 presidente di Antimo Caputo, azienda di famiglia nata nel 1924 come mulino e oggi attiva nella produzione di farina per la gastronomia artigianale italiana di alta qualità. Sotto la sua guida, vengono ampliati i mercati di riferimento dal territorio campano alla dimensione nazionale, per espandersi all’estero in oltre 100 paesi, dove realizza circa il 50% del fatturato. Oggi Antimo Caputo opera con tre stabilimenti: quello storico di Napoli, il mulino di Campobasso, acquisito nel 2011, e lo stabilimento di Bergamo, dedicato ai prodotti senza glutine. Ha una capacità di macinazione di 700 tonnellate al giorno e occupa circa 80 dipendenti.

Caterina Imelde CASELLI – 1946 – Milano – Industria Discografia

È amministratore delegato di Sugar Music, etichetta discografica e casa editrice musicale italiana da lei fondata nel 1989. L’azienda ha realizzato i progetti discografici di numerosi interpreti della musica italiana contemporanea tra cui Avion Travel, Paolo Conte, Elisa, Ligabue e Gianna Nannini. Nel 2011 ne ha consolidato la presenza nel settore con l’acquisizione di Edizioni C.A.M., tra i principali cataloghi specializzati in musica per il cinema con colonne sonore di Nino Rota, Fiorenzo Carpi, Ennio Morricone, Luis Bacalov e Philippe Sarde. Oggi Sugar è proprietaria di un repertorio di 80.000 opere musicali e gestisce un catalogo di 2.000 colonne sonore. Occupa circa 40 dipendenti.

Carlo CIMBRI – 1965 – Bologna – Terziario Assicurazioni

È presidente di Unipol Gruppo, tra i leader assicurativi italiani con una quota di mercato nel Ramo Danni di circa il 20% e oltre 16 milioni di clienti. Nel 1990 vi fa ingresso ricoprendo incarichi di crescente responsabilità fino a diventarne nel 2010 amministratore delegato e nel 2022 presidente. Attraverso le acquisizioni del Gruppo Arca e del Gruppo Fondiaria Sai ne consolida la posizione nel settore e con l’assunzione di partecipazioni di maggioranza in BPER Banca e Banca Popolare di Sondrio ne rafforza la presenza nel comparto bancassicurativo. Negli ultimi 14 anni, sotto la sua guida, Unipol Gruppo ha aumentato la raccolta assicurativa da 9 a 15 miliardi di euro. Occupa oltre 12.300 dipendenti e conta una rete di 4 mila agenti.

Graziano GIORDANI – 1959 – Ascoli Piceno – Artigianato Ricami

È fondatore e amministratore di Graziano Ricami, specializzata nella creazione di ricami artigianali di alta gamma per capi di abbigliamento e accessori. Il suo percorso lavorativo inizia occupandosi della manutenzione dei primi grandi telai arrivati dal Giappone nelle Marche e in Abruzzo. Oggi l’azienda è tra i fornitori di case di moda tra cui Bottega Veneta, Fendi, Gucci, Yves Saint Laurent, Chanel e Hermes. Le sue lavorazioni sono utilizzate inoltre per integrare opere pittoriche e oggetti di design. Negli stabilimenti di Ascoli Piceno e di Teramo realizza dalla progettazione alla produzione finale. L’azienda ha attivato al suo interno una scuola di formazione al ricamo con antiche macchine manuali. Occupa 95 dipendenti.

Raffaella LEONE – 1961 – Roma – Terziario Cinematografia

È amministratore delegato di Leone Film Group, azienda di produzione e distribuzione cinematografica fondata nel 1989 dal padre Sergio Leone, regista e sceneggiatore. La società inizialmente deteneva i diritti di due opere del regista romano, Il buono, il brutto e il cattivo e Il colosso di Rodi. Sotto la sua gestione, l’azienda amplia l’attività concentrandosi sulla distribuzione di successi del cinema statunitense e sulla produzione di pellicole di registi italiani esordienti. Nel 2013 ne guida la quotazione nel segmento AIM di Borsa Italiana e l’anno successivo acquisisce Lotus Production, casa di produzione cinematografica e televisiva. Oggi l’azienda è titolare di una library di circa 500 film. Occupa 35 dipendenti.

Matteo Bruno LUNELLI – 1974 – Trento – Vitivinicolo Spumanti

È dal 2011 presidente e amministratore delegato di Ferrari F.lli Lunelli, azienda di famiglia leader in Italia per lo spumante metodo classico con oltre 6 milioni di bottiglie commercializzate ogni anno e il 27% del mercato nazionale. Dal 2004 è inoltre amministratore delegato di Lunelli Spa, holding del Gruppo a cui fanno capo Ferrari F.lli Lunelli, le acque minerali Surgiva, la distilleria Segnana, le Tenute Lunelli, attive in Trentino, Toscana e Umbria nella produzione di vini, la cantina Bisol 1542 per il Prosecco Superiore di Valdobbiadene e Cedral Tassoni per le bibite a base di agrumi. Nell’ultimo decennio il Gruppo ha registrato un aumento di circa il 150% del fatturato. Occupa 200 dipendenti. È presidente di Fondazione Altagamma.

Fausto MANZANA – 1959 – Trento – Terziario Servizi informatici

È amministratore delegato di GPI Gruppo, da lui fondato nel 1988 per la fornitura di sistemi amministrativo-contabili e tecnologie informatiche per il settore sanitario-assistenziale. Dai primi anni Duemila ne guida lo sviluppo attraverso le acquisizioni di circa 50 aziende italiane e estere, tra cui nell’ultimo biennio Tesi Elettronica e Sistemi Informativi, specializzate nella realizzazione di soluzioni IT per il mondo della sanità e Evolucare, software provider francese attivo nel settore della sanità. Opera con un quartier generale a Trento e 50 sedi operative sul territorio nazionale. Serve circa 9.000 clienti tra aziende sanitarie e ospedaliere, cliniche private, centri diagnostici, Regioni e Province. Occupa 4.800 dipendenti.

Giuseppe MARINO – 1964 – Torino – Industria Ferroviaria

È amministratore delegato di Hitachi Rail, gruppo attivo a livello internazionale nella progettazione e produzione di treni e sistemi di controllo ferroviario e leader nel settore dei treni a guida autonoma con il 30% del mercato mondiale. È inoltre responsabile di Hitachi Rail STS, controllata italiana con stabilimenti a Torino, Genova, Napoli, Pistoia, Reggio Calabria e Potenza. Hitachi Rail STS detiene la design authority per l’ideazione e la progettazione di commesse sviluppate dal Gruppo a livello mondiale. Tra i progetti realizzati negli stabilimenti italiani, la produzione di 40 nuovi Frecciarossa 1000 e 300 treni regionali. Il Gruppo è presente in 38 paesi con 24.000 dipendenti, di cui il 65% sono tecnici e ingegneri. Occupa in Italia 5.000 dipendenti.

Francesco Giovanni MUNTONI – 1948 – Sassari – Terziario Alberghiero

È presidente di Delphina, catena alberghiera da lui fondata nel 1992 con una prima struttura alberghiera a Capo d’Orso. Oggi è presente nel settore dell’ospitalità di lusso con la proprietà e la gestione di 12 hotel a cinque e quattro stelle, residence esclusivi, spa e ville immerse in parchi mediterranei affacciati sul mare tra la Costa Smeralda, La Maddalena e il golfo dell’Asinara. L’offerta conta su circa 1.500 camere, 23 ville, 100 appartamenti e 6 spa. È la prima catena alberghiera italiana ad utilizzare in tutti gli hotel energia al 100% da fonti rinnovabili ed è impegnata nella limitazione dell’uso della plastica. Occupa circa 630 dipendenti.

Duilio PAOLINO – 1953 – Cuneo – Industria Macchinari agricoli

È presidente di Cosmo, azienda da lui fondata nel 1981 insieme alla moglie come piccola impresa per la realizzazione di macchinari agricoli e oggi specializzata nella progettazione e produzione di macchine spandiconcimi, spandisale e miscelatori. Opera con uno stabilimento in Piemonte su una superficie coperta di 35.000 metri quadrati e realizza ogni anno oltre 60.000 unità. L’intero processo produttivo è realizzato internamente all’azienda. Settanta i modelli di macchine in catalogo. Con un export del 78% è presente in 48 paesi. Occupa 60 dipendenti.

Vito Antonio PRIMICERI – 1943 – Lecce – Terziario Credito

È dal 2014 presidente della Banca Popolare Pugliese, attiva con oltre 100 filiali in cinque regioni del centro-sud e circa 250 mila clienti. Già direttore generale di Banca Popolare Sud Puglia dal 1984, nel 1994 contribuisce alla nascita di Banca Popolare Pugliese attraverso la fusione tra Banca Popolare Sud Puglia e Banca Popolare di Lecce. Ne ha sviluppato la rete degli agenti monomandatari in attività finanziarie consentendo oggi a Banca Popolare Pugliese di presidiare anche Sicilia, Sardegna, Lazio, Toscana e Lombardia. Nel 2023 ha guidato l’istituto ad aumentare la raccolta indiretta di oltre il 16% rispetto al 2022. Occupa 725 dipendenti.

Fabio RAVANELLI – 1970 – Novara Industria Cosmetica

È presidente e amministratore delegato di Mirato, azienda di famiglia attiva nel settore dell’igiene personale, della cura dei capelli, del viso e del corpo con i marchi Splend’Or, Malizia, Intesa, Clinians, Geomar, Breeze, Benefit. Sotto la sua guida sono stati acquisiti i marchi Nidra e Glicemille dal gruppo americano Colgate Palmolive e il 100% delle quote del Gruppo Gianasso, presente nella grande distribuzione della cosmetica naturale e biologica con il brand “I Provenzali”. Negli ultimi anni ha attuato una forte politica di internazionalizzazione, e oggi Mirato è presente con sue controllate in Russia, Cina, Macedonia e Stati Uniti. Opera attraverso 3 stabilimenti produttivi in Italia e occupa complessivamente circa 450 dipendenti.

Edoardo RONCADIN – 1948 – Pordenone – Industria e commercio Prodotti surgelati

È presidente di Bofrost Italia, attiva nella produzione e commercializzazione a domicilio di alimenti surgelati. A 16 anni emigra in Germania, dove lavora per 20 anni come gelataio fino a diventare fornitore del gruppo tedesco Bofrost, allora operante nella distribuzione di caffè e gelati. Rientrato in Italia, nel 1987 costituisce Bofrost Italia con 27 dipendenti, 2 filiali e 15 automezzi. Oggi Bofrost Italia conta 460 referenze, un milione di clienti, 58 filiali sul territorio nazionale e circa 1.500 automezzi. Con una sede a San Vito al Tagliamento, occupa 2.800 dipendenti. Nel 1991 espande l’attività e costituisce Roncadin, per la produzione di pizza surgelata. Nello stabilimento di Meduno impiega 800 dipendenti e realizza ogni anno 105 milioni di pizze, con un export del 70%.

Enrico SAMER – 1957 – Trieste – Terziario Logistica

È dal 2010 presidente e dal 1996 amministratore delegato di Samer & co. Shipping, azienda di famiglia attiva come agente marittimo, spedizioniere internazionale e terminalista portuale. Dal 1987 gestisce l’“autostrada del mare” che collega l’Europa alla Turchia tramite il Porto di Trieste attraverso un modello di intermodalità che utilizza il trasporto marittimo, stradale, ferroviario e aereo, con una movimentazione complessiva di oltre 337.000 mezzi pesanti e più di 5 milioni di tonnellate di merci l’anno. È presente con società partecipate in paesi dell’Europa dell’Est e dei Balcani. Occupa 500 dipendenti.

Antonio SERENA MONGHINI – 1947 – Ravenna – Industria energetica Petrolio

È dal 1994 alla guida di Alma Petroli, azienda di famiglia attiva nella raffinazione di grezzi per la produzione di bitumi stradali, industriali e speciali. Sotto la sua gestione, viene avviata una strategia di crescita fondata sulla collaborazione con altri operatori del settore petrolifero e sull’apertura al mercato europeo e ai paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Opera attraverso una raffineria a Ravenna con una capacità di lavorazione annuale di 550mila tonnellate di petrolio greggio e una produzione di circa 300mila tonnellate di bitume di alta qualità. Nel 2022 ha avviato un impianto per la produzione di bitumi green, con un investimento di circa 8 milioni. Con un export del 40%, occupa circa 90 dipendenti.

Giovanni SGARIBOLDI – 1943 – Monza e Brianza – Industria Cosmetici e profumi

È fondatore e amministratore di Euroitalia, azienda specializzata nell’ideazione, produzione e distribuzione di profumi, fragranze e prodotti cosmetici. Il portfolio licenze, dai tre brand iniziali Oleg Cassini, Reporter e Enrico Coveri, conta oggi i marchi di proprietà Naj Oleari, Reporter, Atkinsons e I Coloniali, oltre a numerosi marchi in licenza tra cui Brunello Cucinelli, Missoni, Moschino e Versace. Sotto la sua guida l’azienda è diventata il secondo player italiano con oltre 40 milioni di pezzi venduti nel mondo. È presente in 157 Paesi con un export del 95%. Con una sede a Cavenago, occupa 70 dipendenti.

Aquilino Carlo VILLANO – 1941 – Avellino – Industria Aerospazio

È fondatore, presidente e amministratore delegato di Officine Meccaniche Irpine, attiva nella produzione di componentistica per i settori aerospaziale, della difesa e dell’automotive. Sviluppa l’azienda avviando rapporti di fornitura con operatori come Selenia e Alenia e puntando sull’alta specializzazione delle produzioni. Oggi Officine Meccaniche Irpine collabora con Leonardo, Airbus, Boeing e Lockheed Martin, fornendo alcune componenti del caccia multiruolo di quinta generazione F-35. Nel 2022 ha realizzato progetti di ricerca e sviluppo per circa 3 milioni. Opera con tre stabilimenti nell’avellinese su una superficie produttiva complessiva di oltre 20.000 mq. Occupa circa 110 dipendenti altamente specializzati.

L’onorificenza di Cavaliere del Lavoro

Istituita nel 1901, l’onorificenza di Cavaliere del Lavoro viene conferita ogni anno in occasione della Festa della Repubblica a imprenditori italiani che si sono distinti nei cinque settori dell’agricoltura, dell’industria, del commercio, dell’artigianato e dell’attività creditizia e assicurativa.

I requisiti necessari per essere insigniti dell’onorificenza sono l’aver operato nel proprio settore in via continuativa e per almeno vent’anni con autonoma responsabilità, e l’aver contribuito in modo rilevante, attraverso lo sviluppo d’impresa, alla crescita economica e sociale e all’innovazione. Particolare attenzione è posta ai valori che sono alla base dell’onorificenza: la specchiata condotta morale e civile, nel rispetto dei principi etici e della sostenibilità sociale ambientale e di buona governance.

Considerando le nuove nomine, i Cavalieri del Lavoro sono attualmente 610.

 

La Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro riunisce tutti i Cavalieri del Lavoro, concorre con i suoi Gruppi Regionali alla segnalazione di candidature per il conferimento dell’Onorificenza dell’Ordine al “Merito del Lavoro”, ha il compito di illustrare le iniziative dei Cavalieri del Lavoro e di tenere alto il prestigio dell’Ordine.

Eletto nel 2019 e confermato nel 2022, il presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro è Maurizio Sella.

La Federazione cura l’Archivio Storico dei Cavalieri del Lavoro, la pubblicazione della rivista “Civiltà del Lavoro”, sostiene il Collegio Universitario di Merito dei Cavalieri del Lavoro “Lamaro Pozzani” e promuove il Premio Alfieri del Lavoro, destinato ai migliori studenti d’Italia. La Federazione promuove inoltre iniziative di approfondimento e analisi sui principali temi dello sviluppo sociale e imprenditoriale attraverso convegni, workshop tematici, realizzazione di studi e ricerche, pubblicazioni e progetti.

Il nuovo giardino don Gnocchi

Un giardino più verde, inclusivo, con nuove aree gioco e sportive, pavimentazioni permeabili e nuove aree di sosta e di socializzazione. Sono queste le caratteristiche principali del rinnovato giardino Don Gnocchi, ubicato in via Sospello, sul territorio della Circoscrizione 5, e inaugurato oggi pomeriggio dal Sindaco e dall’assessore al Verde pubblico della Città di Torino.

Il giardino è una delle nove aree verdi cittadine – una per Circoscrizione – che grazie ai fondi PON Metro REACT-EU sono state riqualificate con modalità innovative e con soluzioni in grado di mitigare gli effetti del cambiamento climatico.

Elemento centrale della riqualificazione è stato il recupero degli spazi occupati della fontana dismessa al centro del giardino, trasformati in una nuova area con giochi d’acqua. Le 11 nuove attrezzature ludiche, dotate di attivatori temporizzati ed ugelli di grande effetto scenografico a minimo impatto idrico, offriranno ai bambini un’esperienza di gioco profondamente stimolante e più confortevole nei giorni più caldi e soleggiati.

Nella corona concentrica all’area dei giochi d’acqua sono state posate nuove pavimentazioni colorate di tipo drenante; il medesimo materiale è stato utilizzato nei nuovi percorsi pedonali che conducono alla seconda area giochi, con 11 attrezzature playground per la fascia di età 1-12 anni. Nuove aree in gomma colorata antitrauma consentono l’accesso inclusivo alle strutture, e alternandosi alla pavimentazione in ghiaia e alle modulazioni del terreno e ai muretti disegnano onde che evocano il tema del mare.

Novità anche per gli spazi dedicati all’attività sportiva, con una nuova struttura destinata alla pratica del parkour e due nuovi campi da basket e pallavolo realizzati negli spazi occupati dalla piastra polivalente.

Importanti gli interventi sul verde, con la messa a dimora di 12 nuovi alberi e nuove aree prative per circa 4mila mq. Completamente rinnovato anche l’impianto di illuminazione pubblica, sia nell’area del Boschetto che nelle diverse aree giochi.

Sono state infine realizzate nuove aree di sosta attrezzate dotate di elementi ombreggianti metallici frangisole, di tavoli con panche, sedute in cemento armato e in materiale lapideo, cestini porta-rifiuti e archi porta-bici. Tutte le panchine di legno del giardino sono state rinnovate.

TORINO CLICK

Tutti alla ricerca di una chiave: o c’è dell’altro?

Il panico” di Spregelburd, uno spettacolo difficile ma di gran successo

Il nome di Rafael Spregelburd – attore, drammaturgo e regista teatrale argentino, oggi 54enne, tradotto ormai in una ventina di lingue, autore residente in teatri inglesi e tedeschi, una trentina di opere proposte in Sud America, in Europa e negli Stati Uniti – circola con sempre maggiore curiosità e convinzione nelle sale teatrali di casa nostra, più o meno dal 2008, con il lavoro dell’abituale traduttrice Manuela Cherubini (un lavoro pressoché intimo, sempre più profondo, “il primo incontro è stato quello con le sue opere, e per conoscere e comprendere meglio sono stata a lungo a Buenos Aires, a guardare da vicino questo “Pinter tropicale”, a guardare dove vivesse, quale fosse l’ambiente teatrale in cui era possibile concepire opere così straordinariamente classiche e rivoluzionarie”; un affetto e una partecipazione presto contraccambiati, “quello che ha avuto tra le mani Manuela Cherubini, la più coraggiosa traduttrice italiana, caro spettatore, fu soltanto la mappa del labirinto, attraversarlo è un altra cosa, e traghettarlo verso un’altra cultura, tramite una traduzione, è un atto di fede e di empatico coraggio”), con la pubblicazione della sua intera “Eptalogia”, con le principali messe in scena di Ronconi (di cui non si disse particolarmente soddisfatto) e di Juri Ferrini, che dopo “Lucido” ha affrontato per la presente stagione dello Stabile torinese “Il panico”: con una regia tutta fuochi d’artificio, impetuosa, folgorante, intelligente, molto aiutato dall’ambiente fisso inventato da Anna Varaldo, nei colori rosso e giallo di esplicita memoria almodovariana (e penso che ad Almodovar imbattersi in Spregelbrud piacerebbe un sacco).

Il panico” è parte di un vasto disegno teatrale che nasce nel 1996, guardando alla tavola dei “Sette peccati capitali” dovuta al fiammingo Hieronymus Bosch, un accumularsi di infiniti e godibilissimi dettagli che impediscono la distinzione di un centro che ti venga in aiuto per la più soddisfacente disanima, la rappresentazione con linguaggio moderno della dissoluzione morale del nostro tempo come il pittore mostrava quella di un Medioevo prossimo ad un Umanesimo “non ancora definito”. Sette testi per sette peccati, che guardano alle colpe antiche per sviscerare le colpe moderne, sette opere che avrebbero dovuto essere brevi nella loro stesura, di facile e non costoso allestimento, magari date in contemporanea in sette teatri della città o una per ogni singolo giorno della settimana. Al contrario, in molti casi, le parole si sono moltiplicate alle parole, i personaggi ai personaggi, e se “L’inappetenza” ha una durata di “soli” venticinque minuti altri testi (“La stupidità”) possono arrivare alla durata delle quattro ore. Un arcipelago teatrale che può sconvolgere, spostare la mente e l’attenzione, dare delle certezze allo spettatore e rovesciarle dopo un attimo, legarsi a quella mancanza di punto focale e perdere (e far perdere) un intero percorso che logicamente debba avere un inizio e una sua conclusione.

Moduli, impressioni, sconcerti che rientrano perfettamente nel “Panico”: che tout court altro non è che il peccato dell’accidia, un ensemble di persone affannate a percorrere la propria vita, a tentare due o tre lavori, a correre senza requie nella ricerca di questo o di quello. Che -inoltre – a seguire ancora le parole della Cherubini – di perfetto aiuto nel dovere di districarsi in quello che è e rimane un rabbuiato labirinto – “è la parodia di un b-movie sulla trascendenza e sulla vita dopo la morte: la costruzione di una spiritualità attraverso banali strumenti retorici e grotteschi, con un riferimento alla contingenza della recessione argentina del 2001 (con la chiusura delle banche)… torna a emergere con chiarezza la messa in discussione del concetto di famiglia, che qui troviamo alle prese con la morte di un padre, fratello, amante, tra fantasmi incoscienti di esserlo ed esseri umani inconsapevoli di essere vivi”. Dove forse quel perno che cerchiamo (mentre in scena si catapultano ballerine tarantolate, un’agente immobiliare, una coreografa, un travestito e altri appartenenti ad una copiosa fauna umana) potrebbe essere la ricerca di una chiave che aprirebbe una cassetta di sicurezza, capace con il proprio contenuto di dare sicurezza ad una intera famiglia, lasciata ben nascosta in casa dallo scomparso Emilio qui ridotto a fantasma: ma siamo sicuri che sia quello il perno che stiamo cercando? Forse per un attimo (una delle scene più divertenti dello spettacolo visto al Gobetti in finale di stagione, capitanata in grande stile da una Arianna Scommegna in vero stato di grazie, certo non dimenticando i suoi compagni, Dalila Reas, Michele Puleio, Viola Marietti con una Roberta Calia d’eccezione come funzionaria di banca) ma non poi avanzando nello spettacolo (ma è lecito definire “Il panico” semplicemente “spettacolo”?); potrebbe essere il terapeuta (Ferrini) che visita la prigioniera in carcere (ancora la Calia, irriconoscibile, diversissima, ancora una bella prova) ma anche questo sbandamento non convince; perché non la sfacciata Susana (Elisabetta Mazzullo, un’altra pedina della serata che semina successo), con un linguaggio che corre a ruota libera, alle prese con il pupo di casa in fatto di grandi offerte erotiche.

Sta allo spettatore cercare, scegliere, muoversi (“non si tratta di opere semplici, ma sì, questo lo posso assicurare, in termini assoluti divertenti”, ancora la traduttrice) mentre non ha quel dizionario di riferimento che non solo una volta ci mettiamo a cercare come la chiave del testo. Divertimento certo, innegabile, scaturito a piene mani dalla risata e dalla satira e dal continuo stravolgimento delle leggi e delle abitudini e delle norme che coinvolgono la maggior parte del genere umano. Nei ghirigori, negli zigzag, negli andare e venire della vicenda (l’ho effettivamente rilevato al termine dei 130’) chi scrive ha la sensazione che lo spettatore un tantino squinternato si debba ritrovare, che si diverta alle frasi e alle situazioni e al linguaggio che non ha peli sulla lingua ma che allo stesso tempo non percepisca/possa percepire e districare appieno tutto il tessuto sottile con cui Spregelburd ha costruito questo suo “Panico”. Difficoltà certo, ci hanno avvisati, come ci hanno avvisati di non legarci più strettamente alle emozioni che sorgono dalla pancia come a quelle che sorgono dalla testa, “certe distinzioni fra testa e pancia ormai da tempo hanno provato la loro inconsistenza”. E a noi non rimane che decifrare che cosa esattamente “nasconda” quella cassetta di sicurezza, quali significati siano nascosti al suo interno, come seguire tutta l’illogicità, la spensieratezza, la sconfinata anarchia, i paradossi, le sgraffignature, i percorsi sconnessi di un autore che guardi con una certa titubanza ma anche con una gran dose di rispetto. Presente in sala ad una delle repliche a cui ho assistito, a prendersi tutto il mare d’applausi che un pubblico foltissimo gli tributava.

Elio Rabbione

Le immagini dello spettacolo sono di Luigi De Palma

I vent’anni dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo

 

 

Dal 29 maggio al 3 giugno, nel borgo di Pollenzo, si festeggiano i vent’anni dell’Università di Scienze Gastronomiche. Il fil rouge è rappresentato dell’appello per l’educazione alimentare, con il quale è stato chiesto al governo italiano di inserire questa materia come insegnamento obbligatorio nelle scuole di ogni ordine e grado. Il programma dei festeggiamenti prevede un ricco programma di festeggiamenti, tra workshop, convegni, masterclass, attività educative per i giovani aspiranti gastronomi e il mercato dei produttori: gratuiti e aperti a tutti, con l’obiettivo di avviare una riflessione profonda e inclusiva sul nostro rapporto con il cibo.

“Che orgoglio sapere che il 25% dei nostri ex studenti ha dato vita a una sua impresa creativa – spiega Carlin Petrini, Presidente di UNISG e fondatore di Slow Food – Vent’anni fa non esisteva nulla di simile in Italia. Questo progetto visionario è nato fra persone legate al gruppo de La Gola (rivista mensile del cibo, gastronomia e cultura materiale fondata nel 1982) e Slow Food. Si tratta della prima università di Scienze Gastronomiche in Italia, che in questi giorni celebra il ventennale della sua fondazione. Insieme a me c’erano Alberto Capatti, che sarebbe stato il primo Rettore, Massimo Montanari e Marco Riva, docente dell’Università di Milano purtroppo scomparso. Avevamo maturato l’esigenza di un percorso formativo, dapprima si era pensato a un’Accademia del Gusto con carattere parauniversitario. Poi, parlando con l’allora Ministro dell’Università Letizia Moratti fu lei a spronare verso questa avventura. L’Accademia, anche di carattere internazionale, non ha mai avuto un approccio multidisciplinare come quello della vocazione e dell’Università di Pollenzo. Le discipline che si occupavano di cibo erano Agraria, Veterinaria, Medicina per l’Alimentazione e Dietistica, oltre alle 5ecnologie alimentari che servivano alla trasformazione dei prodotti della terra, ma una disciplina che le comprendesse tutte non esisteva, poiché mancava antropologia, geografia e sociologia. Scienze Gastronomiche è una denominazione data da noi per evidenziare la multidisciplinarietà. Dal momento in cui è stata riconosciuta dignità alla professione di Gastronomo sono ben 17 le università che hanno avviato facoltà analoghe. Abbiamo aperto una strada. Potrebbe sembrare di avere molti concorrenti, ma UNISG è stata la prima e rimane un unicum nel panorama nazionale”.

“Nella nostra università – aggiunge Carlin Petrini – quasi al metà degli iscritti proviene da più di 90 Paesi del mondo. Continuiamo a essere un polo d’attrazione perché, con la rete mondiale di Terra Madre, ogni anno, per ogni classe di laurea, sono previsti cinque viaggi didattici, il che significa andare sui territori di Italia, Europa, Asia, Africa e America latina e trovare una rete di collaboratori, pescatori e persone legate al cibo con cui entrare in contatto, confrontarsi e dalle quali imparare. Questi viaggi consentono di capire le varietà culturali e gastronomiche”.

“Le sfide per i prossimi vent’anni – conclude Petrini – sono quelle di fare di Pollenzo un centro di confronto internazionale che valorizzi la diversità che esiste negli ambiti della gastronomia. Quando parliamo di gastronomia, gli italiani e i francesi risultano un po’ eurocentrici. È giusto avere u a forte identità, ma bisogna tener conto della nascita di alcune culture gastronomiche, come quella cinese, nate quattro secoli prima di Cristo. Pollenzo deve rimanere l’agorà di questo dialogo e deve difendere la biodiversità in campo alimentare anche nel caso delle gastronomie che portano con sé la cultura dei luoghi da cui provengono”.

 

Mara Martellotta

Finalissima Green Game: Liceo “Domenico Berti” di Torino tra i migliori

 L’Italia dei giovani campioni del riciclo: in classifica nazionale

Roma –  Mercoledì 22 si è conclusa con grande successo l’undicesima edizione del Green Game, il progetto didattico promosso dai Consorzi Nazionali per la Raccolta, il Riciclo e il Recupero degli imballaggi organici (BIOREPACK), in alluminio (CIAL), carta e cartone (COMIECO), plastica (COREPLA), vetro (COREVE) e acciaio (RICREA) che ha raggiunto il suo culmine con una spettacolare ed emozionante Finalissima. Oltre 100 Istituti Secondari di II grado provenienti da tutta Italia si sono sfidati mettendo in campo le migliori classi che, da ottobre a febbraio, hanno superato brillantemente l’eliminatoria.

Campioni d’Italia Green Game 2024 sono i ragazzi e le ragazze della 2^A dell’I.I.S. “Bernalda Ferrandina” di Ferrandina (MT) che hanno trionfato meritando appieno il titolo di campioni d’Italia. Il loro straordinario risultato è segno di una preparazione impeccabile e di un impegno costante.

Hanno conquistato il secondo posto, gli studenti della 2^E del Liceo Statale “Giandomenico Cassini” di Sanremo (IM), mentre la medaglia di bronzo è stata assegnata alla 2^B dell’I.I.S. “G. Peano” di Marsico Nuovo (PZ).

Per Torino hanno partecipato alla competizione nazionale i ragazzi del Liceo Statale “Domenico Berti” con la classe 1^O che ha ottenuto ottimi piazzamenti nella classifica nazionale.

Il Green Game mostra in maniera tangibile l’importanza dell’educazione ambientale e del riciclo responsabile. I giovani partecipanti hanno dimostrato una conoscenza approfondita delle pratiche di raccolta differenziata e riciclo, nonché un forte impegno verso la sostenibilità ambientale. Questa iniziativa ha offerto loro l’opportunità di mettere in pratica le loro competenze, stimolando la creatività e promuovendo un approccio consapevole all’uso delle risorse.

Il Green Game rappresenta un punto di riferimento importante per le scuole italiane, quest’anno ha coinvolto 48.000 studenti in tutta Italia, incoraggiando la formazione di una nuova generazione di cittadini consapevoli e responsabili, pronti ad affrontare le sfide ambientali del futuro. L’impegno dei Consorzi Nazionali e degli insegnanti coinvolti è stato fondamentale per il successo di questa competizione, che ha dimostrato come l’educazione ambientale possa essere divertente, coinvolgente ed efficace.

Sul palco dell’evento i formatori ufficiali del Green Game Alvin Crescini e Stefano Leva insieme ai referenti dei Consorzi Gennaro Galdo per Cial, Claudia Rossi per Comieco, Chiara Caporizzo e Andrea Campelli per Corepla, Elena Ferrari per Coreve e Roccandrea Iascone per Ricrea che hanno sostenuto, tifato e incoraggiato i ragazzi durante l’evento.

L’entusiasmo dei ragazzi è stato davvero coinvolgente e a tratti emozionante – hanno dichiarato i rappresentanti dei Consorzi Nazionali – In questi anni, il Green Game ha dimostrato di essere molto più di un progetto didattico: è un’opportunità educativa per le scuole e i giovani studenti di tutta Italia. La sua missione è quella di promuovere una maggiore consapevolezza ambientale, educando i futuri cittadini all’importanza della corretta gestione dei rifiuti e del riciclo. Sono stati coinvolti migliaia di studenti, insegnanti e famiglie, trasformando il modo in cui viene percepita l’educazione ambientale”.

Presente alla Finale Nazionale del Green Game, in rappresentanza del Ministro Gilberto Pichetto Fratin, il Vice Capo di Gabinetto Gen. Massimiliano Conti che ha espresso il suo ringraziamento alle scuole provenienti da tutta Italia che hanno partecipato alla Finale Nazionale. Il suo apprezzamento per l’impegno e la dedizione dei giovani verso la sostenibilità ambientale sottolinea l’importanza che le istituzioni attribuiscono a iniziative come il Green Game, che favoriscono la formazione di cittadini consapevoli e attivi nel settore ambientale.

Le Scuole sul podio saranno premiate con Buoni Acquisto per materiale didattico o attrezzature del valore di € 750,00 per la 1^ classificata, € 500,00 per la 2^ e € 250,00 per la 3^.

Green Game gode del patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Nuovo impianto Advanced Accelerator Applications Molecular Imaging



 

 

A pochi mesi dell’inaugurazione del nuovo sito produttivo e di ricerca Advanced Accelerator Applications (azienda del gruppo Novartis), Advanced Accelerator Applications Molecular Imaging, da dicembre 2022 distaccamento della multinazionale con focus specifico sulla produzione di radiofarmaci diagnostici, conferma la collaborazione con il Bioindustry Park investendo qui 13mln di euro per la realizzazione di un nuovo impianto produttivo.

Con un’estensione di 1.000mq dedicati a uffici e produzione, il 3° stabilimento in ordine temporale dopo quelli di Pozzilli e Meldola, amplierà la capacità produttiva di Advanced Accelerator Applications Molecular Imaging in Italia, permettendo di servire in modo capillare clienti e pazienti su tutto il territorio nazionale e rafforzando ulteriormente il suo impegno nello sviluppo di soluzioni diagnostiche all’avanguardia in ambito oncologico e non solo.

Il nuovo sito creerà 25 nuove posizioni lavorative per personale altamente qualificato all’interno del Bioparco, ecosistema di innovazione e ricerca focalizzato nelle Scienze della vita e della salute umana, contribuendo così alla crescita economica e occupazionale nel territorio.

La struttura, che sarà dotata di tecnologie altamente avanzate, è progettata per essere versatile e pronta ad ospitare al suo interno future implementazioni strutturali e tecnologiche che avranno un ruolo fondamentale nello sviluppo di nuove molecole e consentirà all’azienda di essere all’avanguardia nell’ambito dei radiofarmaci per la diagnosi precoce e di precisione a livello internazionale.

«L’azienda è orgogliosa del proprio ruolo a favore dell’innovazione e della sua posizione di leader nalla produzione di radiofarmici a scopo diagnositico e continuerà a investire al fine di garantire ai pazienti pronta e mirata diagnosi, fondamentale per la conseguente cura» ha commentato Caio Kugelmas Amministratore Delegato e Direttore Generale di Advanced Accelerator Applications Molecular Imaging, nel corso della visita al cantiere, a margine dell’incontro operativo che si è svolto in sito mercoledì 29 maggio.

 

 

________________________________________________________________________

 

 
Advanced Accelerator Applications Molecular Imaging opera da dicembre 2022 come business unit di Advanced Accelerator Applications, società del Gruppo Novartis, dedicandosi allo sviluppo di soluzioni diagnostiche di precisione, con un focus primario sull’oncologia. Porta avanti l’importante mission dell’azienda – fondata nel 2002 come spin-off del CERN, poi acquisita dal Gruppo Novartis Company nel 2018 – sviluppando il suo potenziale per l’espansione e la crescita futura della medicina personalizzata.

Bioindustry Park Silvano Fumero SpA Società Benefit 
E’  è il parco scientifico tecnologico specializzato nel settore delle Scienze della Vita e della Salute Umana, attivo dal 1998 attraverso una governance pubblico privata, dal 2022 Società Benefit. Opera su una superficie di 76.000 mq nei comuni di Colleretto Giacosa e Pavone Canavese (TO), di cui 27.500 mq adibiti a laboratori all’avanguardia, impianti pilota e di produzione chimico-farmaceutica, uffici e logistica. Il Parco ospita più di 40 organizzazioni, tra cui multinazionali, grandi imprese, centri di ricerca, piccole imprese, startup; è sede della Fondazione ITS Biotecnologie e Nuove Scienze della Vita, di cui il Parco è socio fondatore e ente gestore del Polo d’innovazione bioPmed.

La stagione Summer 2024 di Torino Airport

Con il mese di giugno, entra nel vivo la stagione Summer 2024 di Torino Airport. Sono infatti diversi i nuovi voli e le ripartenze che prendono il via in questi giorni e nelle prossime settimane.

–          Lumiwings riavvia da oggi 31 maggio il collegamento per Foggia (operato di lunedì e venerdì).

–          Ryanair prevede novità e ripartenze: domani, 1° giugno, riprende il volo per Pescara (martedì, giovedì e sabato); dal 2 giugno prende il via la novità Crotone (mercoledì, venerdì e domenica); dal 3 giugno viene riavviato il collegamento per Corfù (lunedì e giovedì).

–          Volotea ripropone destinazioni storiche su Torino: a partire dal 2 giugno, riprendono i voli per Alghero (giovedì e domenica) e per Lampedusa (domenica), che saranno seguiti, dal 5 luglio, dal collegamento per Cagliari (lunedì, giovedì, venerdì e domenica).

–          ITA Airways incrementa dal 2 giugno i propri voli giornalieri per Roma Fiumicino, aggiungendo la quinta frequenza.

–          Turkish Airlines dal prossimo 10 luglio, infine, avvierà il collegamento giornaliero per Istanbul, dando così l’opportunità ai viaggiatori di scegliere di volare tramite l’hub verso più di 340 destinazioni nel mondo.

In attesa della chiusura definitiva dei dati di maggio, l’Aeroporto di Torino si appresta ad archiviare un nuovo primato: si stima infatti che il mese di maggio si chiuderà con volumi di traffico che si attesteranno per la prima volta nell’intorno dei 400mila passeggeri movimentati.

Anche nel progressivo dei primi 5 mesi del 2024, dopo un primo trimestre già da record, si conferma quindi una tendenza di incremento rispetto al 2023, che è stato l’anno più trafficato di sempre per Torino Airport.

Turismo per tutti a Casa Lajolo

A Piossasco, la storica dimora diventa dimora accessibile e inclusiva

Domenica 2 giugno

Piossasco (Torino)

Il taglio del nastro, con un’intera giornata dedicata ai “5 sensi”, è previsto per domenica 2 giugno, festa nazionale dell’“APGI – Associazione Parchi e Giardini d’Italia”, dedicata quest’anno proprio al tema “I 5 sensi in giardino”. L’appuntamento è a Piossasco (Torino), nel magnifico Parco della settecentesca “Casa Lajolo”, in via San Vito 23, per l’inaugurazione ufficiale del “percorso di inclusione”, nel segno dell’accessibilità, reso possibile attraverso il bando “Musei accessibili 2021” della “Regione Piemonte” e a quello dedicato a “parchi” e “giardini storici” del “Ministero della Cultura”, finanziato dall’“Unione Europea” attraverso i fondi “NextGenerationEU”. Come e con quali obiettivi nasce il progetto? A spiegarlo, in breve, è lo stesso Alberto De Vecchi Lajolo, attuale proprietario della dimora e presidente della “Fondazione Casa Lajolo”, nata per conservare e valorizzare il “bene storico”.

“Spesso – sottolinea – le dimore storiche, proprio perché concepite in un tempo passato, sono viste e vissute come luoghi poco accessibili; la nostra idea, invece, è di aprirci sempre più, permettendo a tutti, anche a chi ha una disabilità, di vivere un’esperienza di visita completa. E in che modo? Attraverso l’adozione dei non pochi strumenti idonei a perseguire e a concretizzare il progetto. Dai “Supporti comunicativi in simboli CAA – Comunicazione Aumentativa Alternativa”, che – in collaborazione con la “Fondazione Paideia” –  permettono, attraverso “pannelli illustrativi”, di identificare gli spazi e portare l’attenzione sugli elementi più importanti del percorso nel giardino e nell’orto-giardino, alle “Pedane”, così come ad un “Elevatore” che permetta alle carrozzine di svolgere la visita in modo agevolato nonché a “Passerelle srotolabili” per facilitare i passaggi nelle aree verdi più difficoltose. A tutto ciò, vanno ad aggiungersi “Contenuti digitali accessibili”(con “pannelli informativi e illustrati” dotati di stampa a rilievo in “lingua braille” per gli ipovedenti), “Audioguide in inglese e francese” per i turisti stranieri e “tour virtuali” a 360 gradi del giardino e della dimora storica (https://www.casalajolo.it/tour-virtuale/) disponibile per quanti impossibilitati ad arrivare a Piossasco o desiderosi di scoprire il luogo in modo diverso. E poi ancora, le “visite sensoriali”. Chiunque a “Casa Lajolo” può partecipare alle passeggiate realizzate in collaborazione con l’“Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti”, pensate per scoprire e vivere il giardino “con altri occhi” e risvegliare così i sensi, immergendosi in un contesto naturale pieno di stimoli, tra suoni rilassanti, piante da scoprire in punta di dita, profumi e sapori sorprendenti. Non solo, ma chi lo desidera può anche svolgere il percorso “a occhi bendati” per cogliere più intensamente le sensazioni e le meraviglie offerte dalla natura.

Alcuni “cartellini informativi” dotati di “Qrcode”disseminati lungo il percorso e affiancati a fiori e piante forniscono informazioni e dettagli sulle specie botaniche presenti nel giardino e nell’orto: ciò arricchisce l’esperienza di visita e favorisce una scoperta del giardino in piena autonomia. E per finire, si è pensato agli “studenti con difficoltà comunicative o diversamente abili” che partecipano alle attività con le scuole, che si svolgono nel giardino durante l’anno. Per loro sono state predisposte “schede didattiche” per il laboratorio di giardinaggio, così da permettere loro di svolgere l’attività insieme ai propri compagni di classe.

Il programma di domenica 2 giugno.

Alle 11, taglio del nastro e a seguire un “percorso guidato” da un operatore della“Fondazione Paideia”. Si tratta della “Visita lungo il percorso in simboli della ‘CAA’ : un’esperienza di comunicazione inclusiva“.

Alle 16 è invece prevista “A occhi chiusi in giardino”, la visita sensoriale del giardino della dimora condotta da Brunella Manzardo. I visitatori scoprono e vivono il giardino di “Casa Lajolo” “con altri occhi”, imparando a capire e conoscere profumi e sapori in punta di dita. Necessario prenotare a info@casalajolo.it. Durata: circa un’ora e mezza, costo 10 euro.

Alle 17,30 visita guidata alle “arnie” con l’apicoltore di “Casa Lajolo” Davide Lobue. Si scoprono le api, il loro modo di vivere e lavorare, e i loro prodotti, miele, polline, propoli, pappa reale, con la possibilità di osservarle in mondo sicuro e di acquistare il “miele millefiori” di “Casa Lajolo”. Durata: un’ora, costo 5 euro a persona.

Alle 18,30 “aperitivo in giardino” con degustazione di miele abbinato a prodotti del territorio pinerolese. E’ necessario prenotare scrivendo a info@casalajolo.it . Costo: 12 euro.

Per ulteriori info: tel. 333/3270586 o www.casalajolo.it

g. m.

Nelle foto: “Casa Lajolo” e immagini di repertorio

In scena al teatro Carignano “Hybris”

Con Antonio Rezza e Flavia Mastrella. In scena fino al 9 giugno

 

martedì 4 giugno alle 19.30.

Si tratta di uno spettacolo scritto e diretto da Antonio Rezza e Flavia Mastrella, già vincitori del Leone d’oro alla Biennale di Venezia nel 2018.

Antonio Rezza va in scena con Ivan Bellavista, Manolo Muoio, Chiara Perrini, Enzo Di Norscia, Antonella Rizzo, Daniele Cavaioli e Maria Grazia Sughi. L’habitat è di Flavia Mastrella, il disegno luci di Dario Crispino, le luci e la tecnica di Alice Mollica.

Lo spettacolo, coprodotto dalla Compagnia Rezza/Mastrella, la Fabbrica dell’attore Teatro Vascello, Sardegna Teatro e Spoleto Festival dei due Mondi resterà in scena per la stagione in abbonamento del Teatro Stabile fino a domenica 9 giugno.

Il nuovo lavoro di Rezza-Mastrella approda al teatro Carignano, portando con sé tutta la sua dirompente forza dissacratoria e innovativa. La loro folle ma, al tempo stesso, lucida scrittura scenica questa volta è incentrata su una porta, aperta e richiusa una decina di volte durante lo spettacolo, che diventa qui la cesura tra un ambiente e l’anticamera di un altro mondo o il filtro tra un dentro assoluto e un indefinibile fuori, tra l’essere, l’esserci e un eventuale sarei. Un pastiche teatrale e linguistico accuratamente studiato e calibrato per apparire disorientante quanto esilarante.

‘Come si possono riempire le cose vuole? È possibile che il vuoto sia solo un punto di vista? La porta… perché così ci si allontana. Ognuno perde l’orientamento, la certezza di essere in un luogo, perde il suo regno in terra. L’uomo fa il verso alla belva che lui stesso rappresenta. Senza rancore. La porta ha perso la stanza e il suo significato, apre e chiude sul nulla. Si ode quello che non c’è; intorno un ambiente asettico fatto di bagliori.

L’essere è prigioniero del corpo, fascinato dall’onnipotenza della sua immagine trasforma il suo aspetto per raggiungere la bellezza immobile e silente che tanto gli è cara. Le gabbie naturali imposte dal mondo legiferano della nascita, della crescita e della cultura, ma la morte di solito è insabbiata, al bambolotto queste cose sembrano inutili sofferenze, antiche volgarità. La porta attraversata dal corpo, che è di cervello e profondamente pigro, si trasforma in un portale nel vuoto. Al bordo del precipizio si può immaginare un mondo alternativo ma il bambolotto si lascia abitare da chiunque, di ognuno prende un pezzo, uno spunto, sicuro e consapevole di dare una direzione sua alle cose. La spina dorsale si allunga e si anima, finalmente si divide. Aprire la porta sulle altrui incertezze, sull’ambiguità, sull’insicurezza dell’essere e la meschinità dello stare. Chiunque sta in un punto. Detta legge in quel punto. Ci si conosce sotto i piedi, nulla può durare a lungo quando due persone si incontrano esattamente dove sono… I rapporti finiscono perché nascono sotto i calcagni, senza rispetto. Piccoli dittatori che fanno della posizione la loro roccaforte. Ma poi barcollano con una porta davanti gestita da un carnefice inesatto che stabilisce dove gli altri vivono. Non cambia molto essere un metro oltre o un metro prima, ma muta lo stato d’animo di chi sapeva dove era e adesso ignora dove andrà perché non sa da dove parte.

Chi bussa sta dentro, chi bussa cerca disperatamente che qualcuno da fuori gli chieda “Chi è“. Bussiamo troppo spesso da fuori per tutelare le poche persone che vivono all’interno , si tratta di famiglie di due o tre elementi , piccoli centri di potere chiusi a chiave. Dovremmo imparare a bussare ogni volta che usciamo perché fuori ci sono tutti, l’esterno è proprietà riservata, condominio esistenziale, casa aperta. L’educazione va sfoggiata in mezzo agli altri e non pretesa quando ci si spranga insieme al parentato. La famiglia la sera chiude fuori tutta l’umanità, che senso ha accogliere il diverso quando ogni notte ci barrichiamo dichiarando l’invalicabilità della nostra dimora? Infimi governanti delle pareti domestiche, come le bestie, L’uomo diventa circense, domatore della proprietà privata.

Teatro Carignano, piazza Carignano 6

Orario degli spettacoli martedì, giovedì e sabato ore 19.30, mercoledì e venerdì ore 20.45

 

Mara Martellotta