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Palenzona (polemico) lascia la presidenza di Fondazione Crt

Dopo un anno di presidenza  Fabrizio Palenzona si è dimesso dalla  carica di presidente della Fondazione CRT, dopo il caos dei giorni scorsi che ha visto  la revoca dell’ex segretario generale Andrea Varese  sostituito ad interim nella tarda serata di ieri  dall’avvocato Annapaola Venezia, già Vicesegretario Generale.  Palenzona ha scritto una lettera al CDA della Fondazione in cui si legge:  “ho rinunciato a ricevere qualsiasi emolumento e finanche qualsiasi rimborso spese così come ho rinunciato ad assumere incarichi tramite la fondazione. Ciò non è bastato a tacitare bieche speculazioni sulla mia persona e sui miei collaboratori così come sulle importante operazioni effettuate negli ultimi mesi peraltro sempre approvato all’unanimità dal consigli di amministrazione. Nei tempi più recenti c’è stato un pessimo spettacolo offerto da taluni componenti degli organi sociali che hanno cercato di piegare a logiche spartitorie la gestione di un ente. (…) Spero che il mio gesto possa contribuire a rasserenare gli animi e favorire un profondo ripensamento della governance di Fondazione Crt”.

Intanto il Consiglio di Amministrazione della Fondazione CRT, tenutosi il 22 aprile, ha deliberato all’unanimità dei presenti le nomine in vista della scadenza del mandato di alcuni degli enti collegati e delle società partecipate. Inoltre il CdA, all’unanimità dei presenti, ha valutato di non procedere oltre con l’analisi dei documenti legati al presunto patto tra Consiglieri, così da permettere agli organi e al nuovo Consiglio di Indirizzo di lavorare in piena serenità.
In vista dell’Assemblea della Società Consortile per Azioni OGR – CRT, che sarà chiamata a nominare il nuovo Consiglio di Amministrazione per il triennio 2024-2027, Fondazione CRT ha designato: Davide Canavesio, Presidente e Amministratore Delegato; Caterina Bima, Vice Presidente; Ciro CattutoMarcello Durbano, Luisa PapottiPierluigi PoggioliniAntonio Robazza, Consiglieri; Anna Maria Di Mascio e Gianni Maria Stornello, Sindaci effettivi; Francesco Neri, Revisore unico.
Il CdA ha inoltre designato i nuovi componenti del Collegio dei Revisori dei Conti di Fondazione Sviluppo e Crescita CRT, che resterà in carica per quattro esercizi: Luca Poma, Presidente; Stefano Carpaneto e Gianluca Pantaleo, Revisori effettivi.

 

Si rinnovano anche gli organi sociali della Fondazione ULAOP CRT, che resteranno in carica per i prossimi tre anni. Il CdA ha indicato Anna Maria Di Mascio come Presidente; Elisabetta Mazzola, Vice Presidente; Margherita BoeroValentina Iebole e Elide Tisi, Consiglieri; Marco Casale, Presidente Collegio Revisori; Alberto Capella e Flavio Servato, Revisori effettivi.

 

Per quanto riguarda la partecipata REAM SGR, in vista dell’Assemblea, Fondazione CRT ha designato Antonello Monti come Presidente, e Caterina Bima Vice Presidente.
Per Equiter Spa il Consiglio di Amministrazione ha indicato Davide Canavesio Vice Presidente e Simona Cornaglia Consigliere.

“Tutto il resto è profonda notte”, la GAM ospita la prima mostra museale di Italo Cremona

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La GAM di Torino dedica all’universo creativo e all’opera di Italo Cremona la prima mostra museale riferita alla produzione figurativa di questo pittore fantastico e surreale. La mostra aprirà i battenti il 24 aprile fino al 15 settembre, per poi trasferirsi nelle sale del MART di Rovereto dal 18 ottobre al 26 gennaio 2025. È curata da Giorgina Bertolino, Daniela Ferrari ed Elena Volpato. Il titolo dell’esposizione “Tutto il resto è profonda notte” allude alla frase con cui Cremona aveva concluso uno dei testi di Acetilene, rubrica che negli anni Cinquanta firmava per “Paragone”, la rivista di Roberto Longhi. Il “Notturno” è uno dei temi principali della pittura di Italo Cremona, una condizione espressiva, esistenziale e filosofica che produce sogni, incubi, apparizioni e immagini fantastiche.

Pittore-scrittore, intellettuale poliedrico e eccentrico, nei dipinti come negli scritti, Italo Cremona ha indagato la “zona ombra”(titolo del suo libro edito da Einaudi nella serie bianca dei Coralli): un territorio capiente dove il buio entra in contatto con la luce attraverso lampi vividi o barlumi, attraverso il chiarore di una lampada ad acetilene (il lume usato da tempo da minatori e speleologi) o la scia di una stella cadente, come nel romanzo distopico “La coda della cometa”.

“Tutto il resto è profonda notte” è il titolo insegna, la chiave scelta per tracciare un percorso espositivo dell’intera arte di Italo Cremona, dalle prime prove giovanili risalenti alla prima metà degli anni Venti fino alle opere della prima metà degli anni Settanta, dalle nature morte, vicine all’atmosfera del realismo magico, alla visionarietà del “surrealista indipendente”, come amava definirsi. L’esposizione raccoglie un centinaio di dipinti e una selezione di disegni e incisioni, documentando l’alta qualità pittorica dell’artista, rileggendo nel presente l’originalità del suo immaginario.

Italo Cremona narra la vita intensa e silenziosa degli oggetti in un’atmosfera carica di mistero, e sospesa tra metafisica e realismo magico. Il “Notturno” pervade gli enigmi di “Specchio del mattino”, esposto alla Biennale di Venezia nel 1936, “Metamorfosi” (1936-1937), “Piccolo golem (1940), “Ascolto il tuo cuore città” (omaggio a Savinio del 1954), “Aria di Torino” del 1959. “La veglia e il sogno” sono la cornice degli accadimenti del romanzo distopico “La coda della cometa” (Vallecchi, 1968- Allemandi, 1983) e dei racconti di “Zona ombra” (Einaudi, 1967).

Il percorso espositivo si articola in nove stanze intitolate e dedicate alla pittura di Italo Cremona: “Specchio”(1925-1931), “Trofei”(1928-1932), “Spoglie”(1932-1934), “Metamorfosi”(1935-1945), “Follie”(1935-1956), “Golem”(1939-1946), “Corpi”(1935-1964), “Quinte”(1926-1970), “Apparizioni”(1958-1968). La cronologia attraversa le diverse stagioni creative e, come nei quadri di Cremona, ritorna su se stessa, si riavvolge, procedendo per figure e oggetti ricorrenti, che sono costanti artistiche di natura iconografica e espressiva. In una sala centrale del percorso è stata scelta come “Cabinet des folies”, ed è dedicata alla frequentazione del grottesco, del surreale e del fantastico, con una selezione di dipinti nei quali la pennellata sembra farsi sempre più esatta e nitida quanto più si avventura nell’espressione del bizzarro. Nella Sala delle Facciate, la visione si sposta sulle architetture torinesi, un motivo pittorico peculiare sviluppato dall’artista lungo i decenni. Le facciate silenziose del palazzi e delle case risultano apparentemente deserte di ogni presenza umana, ma sono in realtà dipinte come quinte di un segreto teatro cittadino, e alludono sempre a uno spazio ulteriore. È anche presente un’ampia produzione di nudi ritratti attraverso epifanie e piccole allucinazioni, in cui non si distingue la realtà del corpo della modella dalla segmentazione pittorica dei suoi dettagli.

La mostra intervalla immagini oniriche perturbanti ad armi improprie di disegni e incisioni, con la forza plastica degli anni Venti e Trenta dell’artista, l’intensità lirica dei suoi anni Quaranta, l’esattezza del disegno impressa sull’emozione cromatica risalente agli anni Cinquanta, mettendo in evidenza gli aspetti più attuali e contemporanei dell’opera di Italo Cremona e della sua figura di intellettuale irregolare, impegnato in numerosi ambiti creativi e piuttosto affine ad altre figure eccentriche torinesi, quali Carlo Mollino e Carol Rama.

A partire dal nucleo di opere del pittore, appartenenti alla collezione della GAM (dall’”autoritratto nello studio” del 1927 a “Metamorfosi” del 1936 e a “Inverno” del 1940), la mostra antologica conta su una serie di prestiti dai musei, tra cui il MART, partner del progetto, che ha prestato “Composizione con lanterna”(1926) e la “Libra” (1929), i musei civici “Luigi Barni” di Vigevano, che hanno prestato il dipinto “Dialogo tra una conchiglia e un guantoni da scherma”(1930) e un coeso numero di opere visionarie degli anni Quaranta e Cinquanta; l’Accademia Albertina di Belle Arti, i Musei Reali, la Galleria Sabauda di Torino.

La mostra, grazie a una ricerca capillare, presenta numerose opere di collezioni private e prestiti di alcune istituzioni, come quelle del Museo Casa Mollino, che ha prestato “Ritratto di Carlo Mollino” del 1928, l’Archivio Salvo, “Autoritratto giovanile” del 1926, la Collezione Bottari Lattes con il prestito de “La vittoria sul cavallo di gesso” del 1940 e la Collezione Rai con “Piccolo golem” del 1940.

 

Mara Martellotta

Studenti pro Palestina contestano conferenza del Politecnico. Agenti feriti, solidarietà di Meloni

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Alcune decine di militanti pro Palestina questa mattina a Torino hanno protestato contro l’evento della Conferenza degli addetti scientifici e spaziali e degli esperti agricoli ospitato al Castello del Valentino dal Politecnico di Torino con la presenza di ministri e rappresentanti delle  istituzioni.

“Fuori i sionisti dall’università”, così la scritta su uno striscione del corteo, che ha attraversato il centro città. Vi sono stati anche momenti di apprensione per le persone in preghiera per la Pasqua ebraica in corso nella sinagoga nel quartiere di san Salvario quando i manifestanti sono passati nelle vicinanze, ma tenuti lontani dalla polizia in assetto antisommossa.

Al convegno erano presenti il sindaco Lo Russo, il governatore Cirio e i ministri Tajani, Lollobrigida e Bernini. Sarebbero  rimasti feriti negli scontri verificatisi due manifestanti e sette agenti della Squadra mobile. I giovani  del corteo, appartenenti ai centri sociali e  al collettivo Cambiare rotta, hanno tentato di raggiungere il castello del Valentino. Una trentina di persone sono state identificate dalla Digos.

“Solidarietà alle Forze dell’ordine per l’ennesimo e inaccettabile attacco da parte di centri sociali e collettivi. Questa mattina sette agenti sono rimasti contusi a Torino a seguito del tentativo da parte di un violento gruppo di attivisti di sfondare un cordone di polizia nei pressi del Castello del Valentino. Condanniamo con fermezza quanto accaduto, lo Stato è accanto di chi difende la libertà e la sicurezza di tutti i cittadini”. Così su Twitter il premier Giorgia Meloni.

Presentata la lista Avs Piemonte per Pentenero

Ieri e’ stata presentata ufficialmente la lista di AVS Piemonte a sostegno di Gianna Pentenero.
“Una squadra fatta di uomini e donne ricchi di passione, entusiasmo e competenze. Ingredienti necessari per portare avanti le istanze che ci vengono richieste dai cittadini e dalle cittadine per un Piemonte più giusto, produttivo, verde e solidale”, commentano i promotori. In lista Tricarico e Ravinale.

 

Giornata della Terra, l’intervento di Agripiemonteform e Confagricoltura

“I nostri imprenditori agricoli all’avanguardia in fatto di economia circolare, sostenibilità e tutela ambientale”

 

Un mese e due giorni dopo l’equinozio di primavera viene celebrata la Giornata della Terra, con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione ad applicare comportamenti virtuosi, rispettosi di un bene comune quale è il nostro pianeta.

Tutte le persone, a prescindere dall’etnia, dal sesso, dal proprio reddito o provenienza geografica, hanno il diritto ad un ambiente sano, equilibrato e sostenibile”. È proprio ispirandosi a questo principio che 20 milioni di cittadini americani nel 1970, a seguito di un disastro ambientale, si mobilitarono per una manifestazione a difesa della Terra: venne così istituita una giornata in celebrazione del pianeta che ne evidenziasse l’unicità e ricordasse ai suoi abitanti l’importanza di salvaguardare i diversi habitat per garantire la sopravvivenza di tutte le specie, umana compresa.

Il tema di quest’anno è “Pianeta contro Plastica”, per sottolineare la necessità di ridurre la produzione di questo materiale del 60% entro il 2040.

Gli eventi di celebrazione della Terra si inseriscono nel contesto più ampio del G7 Clima, Energia e Ambiente che si terrà a Torino dal 28 al 30 aprile prossimi. Il programma sarà articolato in cinque principali aree tematiche: economia circolare, energie rinnovabili, azione climatica e acqua.

La riduzione del 60% della produzione di tutte le materie plastiche entro il 2040 e l’investimento in tecnologie e materiali innovativi per costruire una realtà priva di plastica sono due obiettivi che crediamo possano essere raggiungibili” afferma Lella Bassignana, presidente di Agripiemonteform, emanazione di Confagricoltura Piemonte, che si occupa di formazione, ricerca e sviluppo in ambito agricolo e rurale. “Occorre promuovere una diffusa consapevolezza e un altrettanto adeguata divulgazione dei danni causati dalla plastica alla salute umana, animale e a tutta la biodiversità, come per esempio quelli dell’industria dell’abbigliamento, che produce ogni anno oltre 100 miliardi di capi utilizzando petrolio grezzo. Al contrario, purtroppo, il fenomeno del FastFashion, letteralmente della moda usa e getta, non accenna a diminuire ed è anzi in costante aumento”.

È stato appena riconosciuto il ruolo sociale dell’imprenditore agricolo e la sua funzione in tutela del paesaggio e dell’ambiente – evidenzia Bassignana – questo ci inorgoglisce e rimarca l’impegno che da sempre portiamo avanti con le nostre aziende agricole: formare in maniera coerente gli imprenditori agricoli e sensibilizzare le future generazioni, affinchè adottino stili di vita rispettosi dell’ambiente e in sintonia con gli obiettivi dell’Agenda 2030 per uno sviluppo globale sostenibile”.

Linda Maccarini, “Cento modi per sposarsi”: amore, ironia, freschezza e realtà

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“Sai cosa c’è alla base di tutti questi modi per convolare a nozze? C’è il valore universale che muove il mondo, c’è l’essenza senza la quale ogni rapporto muore, prima o poi: l’amore. E l’amore va oltre ogni cosa, oltre la religione, oltre la razza, oltre il sesso, oltre le formalità. L’amore è ciò che unisce due persone, qualsiasi sia la loro identità, e c’è o non c’è e basta. Non è grigio, non è bianco o nero. L’amore ha tutti i colori del mondo”.

Tiffany, Mary Jane e Andrea vivono nella caotica e bellissima Londra. Non si conoscono e non hanno niente in comune, eppure continuano a sfiorarsi, frequentando gli stessi luoghi nei mesi che le separano dal loro grande traguardo: il loro matrimonio, fissato per tutte e tre il 20 giugno 2020. L’eccentrica Tiffany sogna nozze lussuose e glamour per far dimenticare il memorabile matrimonio di Tracy, la sua amica-nemica con la quale è in competizione fin dai tempi della scuola. La curvy Mary Jane si sottopone a diete ferree al limite della resistenza fisica per poter entrare nel suo abito da sposa da cinquantamila sterline ed essere almeno per un giorno la più bella. La polacca, naturalizzata inglese, Andrea sogna un matrimonio religioso tradizionale per accondiscendere alla sua famiglia, scontrandosi con il futuro marito Aaron, ateo convinto. I preparativi procedono fin quando un evento impensabile e assurdo sconvolgerà definitivamente i loro piani: il COVID-19. L’esperienza del lockdown muterà la loro visione delle cose e le loro vite arriveranno davvero ad intrecciarsi e scontrarsi, in maniera del tutto inaspettata. Tiffany, Mary Jane e Andrea riusciranno a coronare il loro sogno? Chi di loro capirà che anche in piena pandemia è possibile essere felici perché esistono almeno “cento modi per sposarsi”?

Amore, ironia, freschezza e realtà: sono questi i componenti di “Cento modi per sposarsi” di Linda Maccarini. L’autrice prende spunto da un periodo attuale e particolare, come quello caratterizzato dalla pandemia Covid, per raccontare con freschezza e leggerezza le vicende di tre ragazze profondamente diverse tra di loro – Tiffany, Mary Jane e Andrea – alle prese con i preparativi del loro matrimonio che, ironia della sorte, si svolgerà per tutte e tre il 20 giugno 2020 e verrà organizzato da Ilary McPherson, la wedding planner della “middle class” più in voga di Londra. Tre storie separate, quindi, raccontate in tre diversi piani narrativi, che a poco a poco si sfiorano, fino a intrecciarsi in maniera del tutto inaspettata, dando vita a imprevisti sorprendenti e a un finale non scontato.

Un romanzo che ha le sfumature del genere rosa, ma che in realtà può essere considerato una piacevole narrativa che vi farà ridere, sognare, piangere, riflettere. Protagonista è sicuramente l’amore, ma anche la realtà che ci circonda e le situazioni esterne che indubbiamente influenzano le nostre scelte. Anche la pandemia ha un ruolo chiave, ma non temete. Seppur sia un momento che in molti vorremmo solo dimenticare, in questo romanzo viene narrata con estrema ironia divenendo un pretesto per poter parlare di temi attuali e profondi come le relazioni interpersonali, l’amicizia, le aspirazioni personali, il matrimonio, il rispetto e l’amore verso se stessi. Perché, citando il libro, “c’è una cosa che conta più di qualsiasi cosa nella vita, un valore sacro, intramontabile e inestimabile da tutelare quanto un giuramento di fronte a Dio. La propria libertà”.

“Cento modi per sposarsi”, edito da Rossini Editore, è acquistabile in tutte le librerie e in tutti i negozi online Amazon, Ibs, Feltrinelli ecc.) e anche nel sito della casa editrice https://santellionline.it/.

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L’autrice

Linda Maccarini esordisce come scrittrice con Sandy e l’immagine nello specchio primo capitolo di una trilogia fantasy pubblicata tra il 2018 e il 2019 che la porta ad aggiudicarsi la quinta edizione del Premio Internazionale Michelangelo Buonarroti, nella categoria Libri per Ragazzi, sezione Narrativa. Dopo La ragazza dal futuro rosa confetto (2022) Cento modi per sposarsi è il suo quinto libro e il primo edito da Rossini Editore. L’autrice ha anche un sito internet https://lindamaccarini.it/ e potete seguirla su Instagram e Facebook come linda_maccarini_

 

Il libro  “La ragazza dal futuro rosa confetto” sarà anche acquistabile in fiera al prossimo Salone del libro di Torino, dove sarà presente “La caravella editrice” 

Susan Meiselas, il coraggio delle immagini

 In occasione della mostra Robert Capa e Gerda Taro: la fotografia, l’amore, la guerraa CAMERA fino al 2 giugno, mercoledì 24 aprile alle 18.30 incontreremo Susan Meiselas, fotografa documentaria statunitense nota soprattutto per i suoi reportage realizzati in America Latina.

 

Membro dell’agenzia Magnum Photos dal 1976, nel 1978 Susan Meiselas ha vinto, con il progetto Nicaragua, la Robert Capa Gold Medal, premio assegnato a reportage fotografici per realizzare i quali siano stati necessari eccezionali doti di coraggio e intraprendenza. Nei suoi lavori ha affrontato una vasta gamma di temi, dalle problematiche dei diritti umani, della prostituzione, della violenza domestica e dei conflitti in Nicaragua, Kurdistan e Palestina. Tra i suoi riconoscimenti più importanti anche l’Hasselblad Award, il Premio Maria Moors Cabot e il Guggenheim Fellowship.

Coraggio e impegno in temi sociali e politici sono al centro del dialogo con l’autrice statunitense. Durante l’incontro Susan Meiselas, insieme al direttore artistico di CAMERA Walter Guadagnini, condividerà le esperienze vissute sul campo nella realizzazione dei suoi reportage, dal suo approccio creativo alla relazione con i soggetti fotografati. Una relazione che gioca un ruolo fondamentale nella creazione delle sue fotografie: “È raro che io arrivi in un luogo con un’idea già in mente. Succede invece che l’idea si sviluppa mentre sono sul campo, interagendo con le persone e capendo pian piano ciò che sarà più appropriato”. L’incontro sarà anche un’occasione per interrogarci, insieme a una delle figure più influenti del fotogiornalismo contemporaneo, su quale sia oggi il ruolo della fotografia nel sensibilizzare l’osservatore di fronte alle condizioni di vita nelle realtà più emarginate del nostro pianeta.

Intervengono:

Susan Meiselas, fotografa

Walter Guadagnini, direttore artistico di CAMERA

 

È consigliato prenotare per l’incontro sul sito di CAMERA.

Il biglietto d’ingresso per l’incontro ha un costo di 3 Euro.

Il Consiglio Comunale chiede un nuovo carcere per Torino

E che si rispettino le capienze massime delle strutture

Nella seduta del 22 aprile 2024, il Consiglio Comunale di Torino ha approvato una mozione che impegna sindaco e Giunta a chiedere al ministro della Giustizia la realizzazione di una nuova struttura carceraria a Torino, meglio integrata con il resto della città e in cui sia possibile anche l’esecuzione di pene a custodia attenuata che portino a un reinserimento proficuo nella società.

Il documento, nel sottolineare il sovraffollamento della struttura e le precarie condizioni lavorative degli operatori e delle operatrici della Polizia Penitenziaria, di Assistenti Educativi e dei Sanitari che presidiano l’attuale struttura, chiede inoltre di promuovere un momento di riflessione e formazione incentrato sull’edilizia carceraria, da cui possano emergere indicazioni operative e progettuali per la realizzazione di spazi a misura di persona – sia per le persone ristrette che per chi vi lavora – con la possibilità di prevedere adeguate possibilità di formazione, lavoro e comfort.

Nel valutare la miglior localizzazione delle strutture nel tessuto urbano, il documento chiede di prendere in considerazione anche le aree demaniali inutilizzate e che vengano rapidamente stanziati fondi straordinari per questo tipo di necessità e per il recupero del Lorusso e Cutugno, anche accedendo a linee di finanziamento europee.

Infine, si propone di attuare politiche dell’abitare che possano permettere a chi abbia i requisiti comportamentali, ma non quelli economici e materiali, di fruire di misure alternative alla detenzione.

Dopo la mozione è stato approvato anche un ordine del giorno che invita sindaco, Giunta e Consiglio Comunale ad attivarsi presso il Governo affinché il numero totale delle persone detenute sia rapidamente ricondotto alla capienza legale delle strutture carcerarie, “per regolarizzare così un’esecuzione penale oggi totalmente al di fuori dei parametri”.

Respinto un altro ordine del giorno, discusso congiuntamente agli altri due documenti, che chiedeva un “soste

Bretella di Pessione, il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso

RICONOSCIUTE TUTTE LE ARGOMENTAZIONI DEL COMUNE DI CHIERI

Riceviamo e pubblichiamo la nota dell’ufficio stampa del  Comune di Chieri

Il Consiglio di Stato ha dichiarato infondato e respinto l’appello contro la sentenza del TAR del Piemonte proposto da alcuni cittadini, essendo “del tutto evidente la mancanza di interesse degli appellanti a coltivare qualsivoglia censura”, e condannato gli appellanti a rifondere le spese di giudizio in favore del Comune di Chieri (5mila euro).

I ricorrenti avevano impugnato davanti al TAR del Piemonte la delibera relativa alla cd. “bretella” di Pessione, infrastruttura che ha come obiettivo il miglioramento funzionale e dell’accessibilità alla zona produttiva, riducendo il traffico dei mezzi pesanti che gravano sul centro abitato, migliorando la qualità dell’aria e la sicurezza stradale, cercando così di garantire una maggiore convivenza tra la popolazione e una delle maggiori realtà dell’industria agroalimentare italiana, il cui stabilimento a Chieri, in Pessione, è oggi uno dei principali siti di produzione al mondo del Gruppo Bacardi.

Il TAR, all’inizio del mese di luglio del 2023, aveva respinto il ricorso giudicando infondate nel merito le censure formulate dai ricorrenti e dichiarato inammissibileil ricorso con riferimento al Comitato “Per Pessione” in quanto non ricorrevano in capo al Comitato ricorrente i presupposti perché possa essere al medesimo riconosciuta la legittimazione ad agire.

Ora, il Consiglio di Stato (Sez. IV, n. 3630/2024), ha respinto il ricorso nel merito, in completa adesione alle difese formulate dal Comune di Chieri.

La sentenza ha evidenziato come le osservazioni formulate dagli appellanti a suo  tempo, in occasione della variante urbanistica, siano state esaminate e puntualmente controdedotte dall’Amministrazione comunale, che ha anche valutato la proposta di tracciato alternativa avanzata dai medesimi, non ritenendola idonea e conforme alla pianificazione urbanistica sovraordinata.

La sentenza ha altresì evidenziato come inammissibile il fatto che gli appellanti pretendano di imporre le proprie soluzioni progettuali rispetto a quelle approvate in sede di Accordo di programma siglato con la Regione Piemonte, ricordando come la scelta di localizzazione di un’opera pubblica sia insindacabile persino per il giudice amministrativo.

Il pronunciamento del Consiglio di Stato è stato accolto con grande soddisfazione dal Sindaco di Chieri e dall’assessora alla Pianificazione urbana e ai Lavori pubblici, che ricordano, però, che i lavori del primo lotto avrebbero dovuto avviarsi entro la fine del 2022 e completarsi entro il 2023; invece si sono persi due anni e nel frattempo sono lievitati sensibilmente i costi dell’opera.

La sentenza del TAR del Piemonte era già stata netta nel respingere il primo ricorso, riconoscendo che: l’amministrazione della Città di Chieri ha adeguatamente risposto alle osservazioni del comitato, assicurando il contraddittorio; che l’opera è coerente con le esigenze di alleggerimento del traffico pesante e con quelle di risparmio del suolo; che non c’è modo di considerare la proposta alternativa, perché in contrasto con piani urbanistici sovraordinati.

Nonostante il giudizio di primo grado non lasciasse dubbio alcuno, c’è chi ha voluto insistere rivolgendosi al Consiglio di Stato, che è giunto alle stesse conclusioni, riconoscendo come l’intervento “persegue un obiettivo intercomunale di maggiore sostenibilità ambientale e di sicurezza della viabilità” e che il “tracciato alternativo non risulta adeguato a soddisfare le esigenze di decongestionamento del traffico” .