ilTorinese

Salone del Libro, Extinction Rebellion: “Archiviate denunce alle attiviste”

Extinction Rebellion Torino comunica in una nota che “la Procura di Torino ha archiviato le 23 denunce per violenza privata alle attiviste di Extinction Rebellion, Non Una Di Meno e Fridays for Future conseguite alla contestazione alla ministra Roccella al Salone del libro, il maggio scorso”.

Le motivazioni dei giudici sottolineano che “Non vi è traccia di condotte implicitamente o esplicitamente minacciose, violente o intimidatorie poste in essere dalle manifestanti” e che “Non è stato posto in essere nessun comportamento latamente minatorio, se non intonare cori e sovrastare con la propria voce la voce dei relatori”.

“L’inserimento del finanziamento alle associazioni antiabortiste nel decreto PNRR rafforza le motivazioni di quella protesta, l’evidenziare lo squilibrio tra il potere di chi legifera sul corpo delle donne e lo sfruttamento del pianeta e chi ha solo la propria voce e il proprio corpo per esprimersi”, conclude la nota.

Frontale con un’auto, muore 17enne in moto

Incidente mortale l’altra sera a Costigliole d’Asti. E’ deceduto un 17enne residente nel paese. Era in moto quando si è trovato di fronte un’auto. Lo scontro frontale gli è stato fatale e nulla hanno potuto fare i soccorritori per salvarlo.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

Ciclista investito da auto è grave in ospedale

E’ ricoverato in condizioni critiche all’ospedale di Ponderano il ciclista di 55 anni che è stato  investito da una vettura a Cossato, nel Biellese. Per verificare la dinamica dell’incidente accertamenti sono in corso da parte dei carabinieri.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

Scelte coraggiose

CALEIDOSCOPIO ROCK USA ANNI 60

A differenza di parecchie altre etichette statunitensi di rock anni ‘60 che in “ottica di mercato” preferivano diversificare i generi per venire incontro ai gusti variegati del vasto pubblico, troviamo qua e là case discografiche che intrapresero altre strade, storicamente più meritorie. Alcune di queste furono veri e propri “pionieri” del garage rock minore, favorendo a più riprese bands emergenti talvolta poco esposte al di fuori dei confini dello Stato in cui erano sorte. Tra queste etichette possiamo annoverare per esempio “Phalanx”, “label” medio-piccolo dell’area di Portage (Michigan) associata a Cap Studios, attiva tra 1965 e inizio 1967, che seppe inserirsi in anni di grande fervore e vivacità musicale, tempi in cui l’evoluzione di stili e gusti musicali si muoveva a ritmi vertiginosi e rapidissimi. Tra sud-ovest del Michigan, Indiana e parte dell’Ohio (il “mitico” Midwest) si muoveva una miriade di gruppi garage, impegnati ad accaparrarsi “locations” e luoghi di animazione musicale, a volte in agguerrita concorrenza; alcune di queste bands seppero trovare in “Phalanx” una soluzione (anche a buon mercato) per incidere propri brani originali, senza dover patire l’opprimente ansia del “grande salto”. E’ importante segnalare che col “garage rock revival” che decollò specialmente dalla seconda metà degli anni ‘80 ed il fiorire di “compilations” analitiche sul garage USA anni ‘60, “Phalanx” comparve e compare tuttora in svariate raccolte a tema per gli appassionati del genere [tra cui “Michigan Mayhem!”; “You’re So Square”; “Garage Beat ‘66. Vol. 1”; “Mind Blowers”; “Sigh Cry Die: 29 Tales of Woe and Despair”; “Glimpses. Vol. 1 & 2”; “Hoosier Hotshots. Indiana in The Garage Era”; “Quagmire. Vol. 2. Sixties Punk in the USA!”].

Qui di seguito la discografia Phalanx finora ricostruita, anche alla luce di recenti scoperte:

–  (Kalamazoo’s) Hitch-Hikers  “Makes Me Feel Good / Someday Baby”  (804P-1000; 1000, 1001)  [1965];

–  The Headlyters  “Girl Down The Street / Shop Around”  (804P-1010; 1010, 1011)  [1965];

–  The Pastels  “’Cause I Love You / Don’t Ya Know (What You Do To Me)”  (804P-0631; 1006, 1007)  [1966];

–  The Ethics  “Crazy Horse / Hall Of Fame”  (804P-1002; 1002)  [1966];

–  The Deacons  “Just Like A Shadow / Don’t You Just Know It”  (804P-1016; 1016, 1017) [1966];

–  Toronados  “Alone / Let Me Be Your Man”  (804P-5859; 1004, 1005)  [1966];

–  The Troyes  “Why / Rainbow Chaser”  (804P-0842; 1008, 1009)  [1966];

–  The Relics  “Inside Outside / Skin Sin”  (804P-1012; 1012, 1013)  [1966];

–  Toronados  “She’s Gone / Rainy Day Fairy Tales”  (1014)  [1966];

–  The Chessmen  “You Can’t Catch Me / Mr. X”  (804P-1018; 1018, 1019)  [1966];

–  The Olivers  “I Saw What You Did / Beaker Street”  (1022, 1023)  [1966];

–  The Ape Quartet  “Tarzan / Sally Brown”  (1024)  [1966];

–  Blues Inc.  “Get Off My Back / Tell Me Girl”  (1025)  [1966];

–  The Pickwick Papers  “I Want To Do It / You’re So Square”  (804P-1026; 1026)  [1966];

–  The Checkmates  “Can’t Explain / Cherry Pie”  (804P-1027; 1027)  [1966];

–  The Invaders  “Set Me Free / Let’s Dance”  (804P-1028; 1028)  [1966];

–  The Rainmakers  “Tell Her No / You’re Not The Only One”  (804P-1029; 1029)  [1966];

–  The Redwoods  “Tell Me / Little Latin Lupe Lou”  (804P-1030; 1030)  [1966];

–  The Soundsations  “Shout”  [LP]  (PH-001)  [1966].

Gian Marchisio

   

Ricordando Alda Farinella e il suo magico “Jana”

Il “Circolo del Design” di Torino omaggia, a pochi giorni dalla scomparsa, la visionaria protagonista della moda torinese dagli anni ’90 a oggi, fondatrice del celebre show room “Jana”

Fino al 10 maggio

Fino a qualche anno fa, al numero 45 di via Maria Vittoria, a Torino, si trovava “Jana”, iconico show room, davvero “unico” nella storia della moda subalpina, “più simile a una galleria d’arte che a un negozio di abbigliamento, nel quale prendeva forma l’arte di presentare una selezionatissima collezione di abiti e accessori di designer che, per la prima volta, venivano proposti in città e non solo”. Queste condivisibili e sincere parole sono state scritte non molti giorni fa, pochi giorni prima che la fondatrice di “Jana”, Alda Farinella, venisse a mancare, il 4 febbraio scorso. “Proprio mentre stavamo cercando – scrivono ancora gli organizzatori della mostra a lei dedicata e di cui scriveremo – le testimonianze della sua straordinaria storia professionale”.

E continuano: “Alda Farinella è stata un faro per la moda dagli anni ’90 in poi, la caratterizzavano una rara sensibilità istintiva, il fiuto per il genio creativo, il modo di fare schietto ed ironico con cui si rivolgeva alle proprie clienti agitando in aria la consueta sigaretta fumante”. Già, le sigarette. Si dice ne fumasse cinque pacchetti al giorno. Raccontava: “Non dormo mai e quindi fumo sempre”. A poco più di un mese dalla sua scomparsa, la mostra a lei dedicata – “Jana: l’universo di Alda Farinella” – dal torinese “Circolo del Design” diventa quindi una postuma celebrazione, un tributo doveroso (inserito anche come secondo episodio negli “Archivi d’Affetto” del Circolo) a un vero, estroso gigante della moda capace di portare per prima sotto l’austera “aura” subalpina brand e stilisti quali “Comme des Garçons,“Margiela”, “Paul Harnden”, “Carol Christian Poell” e “Vivienne Westwood”.

In esposizione, negli spazi di via San Francesco da Paola 17, a Torino, troviamo, fino a venerdì 10 maggio (dal lun. al ven., ore 14/19) l’inedita “capsule collection” (4 camicie ispirate a “Jana”) a cura di “Serien°umerica”, brand torinese fondato da Maria De Ambrogio e Stella Tosco, e una raccolta di immagini e video interviste che ricostruiscono appieno il valore del suo lavoro.

Con la curatela degli architetti Maurizio Cilli e Stefano Mirti e in collaborazione con “IAAD – Istituto d’Arte Applicata e Design” e “IED – Istituto Europeo di Design”, l’esposizione racconta, attraverso le voci di chi con lei ha lavorato e collaborato, la capacità intuitiva e ricercata di Farinella, la sua storia strettamente intrecciata con la città (fra i suoi clienti molta della “Torino da bere”, da artisti come Mertzfino ad Edoardo Agnelli e a Marco Camerana) e di quel suo immaginifico show room nel quale prendeva forma l’arte di presentare le sue imprevedibili collezioni e i suoi “oggetti di affezione”. Uno spazio dall’atmosfera essenziale. “Nulla di simile si era mai visto prima in città”.

Figlia di Adriana Corino, specializzata in camiceria sartoriale da uomo, a partire dagli anni Ottanta, Alda apre i suoi negozi con il nome di “Jana”, soprannome dato alla madre. Inizialmente da corso Giulio Cesare a piazza Solferino. Ma i più rilevanti furono l’ultimo, al civico 45 di via Maria Vittoria e quello sotto i portici di piazza Vittorio Veneto. “Alda Farinella – scrivono i curatori della mostra – non disegna e non cuce: il suo talento è quello di selezionare e proporre abiti di designer e aziende emergenti”.

La mostra – secondo episodio di “Archivi d’Affetto” non vuole essere “solo un tributo ad Alda Farinella e a ciò che ha rappresentato per il mondo della moda e per il nostro territorio, ma anchespiega Sara Fortunati, direttrice del ‘Circolo del Design’ – uno stimolo e un’ispirazione per i tanti studenti che in città, in questo momento, hanno scelto di impegnarsi per diventare a vario titolo professionisti nell’industria della moda e del design”.

E a lei fanno eco Maria De Ambrogio e Stella Tosco, founder di “Serien°umerica”: “Siamofermamente convinte che il processo creativo non possa astrarsi dai vincoli produttivi e commerciali; pertanto, il lavoro di Alda è stato importante anche per aiutare i ‘brand’ più creativi nella comprensione del significato del proprio prodotto. In questo contesto, sottolineare la ricerca portata avanti da Alda Farinella equivale a celebrare la bellezza del nostro lavoro, che si caratterizza per un costante scambio con artigiani, ‘buyers’ e produttori. L’incontro con una personalità come quella di Alda genera immediatamente una grande forza, che si riflette sull’operato”.

Per info: “Circolo del Design” , via San Francesco da Paola 17, Torino; tel.331/4321195 o www.circolodeldesign.it

Gianni Milani

Nelle foto: Ritratto di Alda Farinella (ph. Alberto Nidola), Collezione Serien°umerica (ph. Ivan Cazzola), Allestimento mostra (ph. Tiziano Ercoli e Che Studio!)

Ti amo ma non troppo

Quanti di noi vorrebbero ricevere dal partner maggiori attenzioni, frasi dolci o anche solo maggior considerazione?

Alcune persone sono per loro natura poco propensi a manifestare i sentimenti, una sorta di avarizia emotiva; molti, invece, diventano così dopo una o più esperienze fallimentari in amore e, dunque, non hanno più il coraggio di lasciarsi andare, di comportarsi come prima, visti i risultati.

Io, però, vorrei concentrarmi su quelle persone che, non provando più interesse per l’altro, non hanno la capacità (o il coraggio) di dire basta o di palesare al partner il momento che stanno attraversando.

SI va dal caso limite del ghosting, cioè sparire dalla vita del partner non rispondendo a chiamate e messaggi, e non permettendo ad amici di fornire informazioni, ai casi meno patologici di raffreddamento del rapporto diradando la frequenza di messaggi e chiamate o riducendo la carica emotiva dei medesimi.

Parlo, naturalmente, di relazioni non conviventi ma di “fidanzamento” o relazioni adulterine, queste ultime in calo rispetto ad alcuni anni addietro, vuoi per il momento economico non favorevole (un hotel, una cena, un regalo comportano costi), vuoi per la paura di patologie a trasmissione sessuale.

A questo proposito non dimentichiamo che in Italia la vendita di profilattici è diminuita notevolmente negli ultimi anni, complice la convinzione che essere stati morigerati per qualche decennio abbia debellato le malattie inconfessabili, la cui diffusione è invece aumentata anche tra i soggetti più giovani.

Complice una scuola dove l’educazione sessuale è vista come il fumo negli occhi e una famiglia dove i grugniti sono più frequenti delle parole, il risultato non poteva essere diverso.

Pertanto, mancando il dialogo (in questo come in altri aspetti della vita umana), ogni problema, ogni scricchiolio nella relazione rimane irrisolto, non viene affrontato perché decidere è comunque faticoso, dimenticando che anche non decidere è, di per sé, una decisione.

Assistiamo, quindi, a rapporti che vengono mantenuti in vita in quello che chiamo accanimento terapeutico della relazione: abbiamo paura a dare un taglio per non ritrovarci nuovamente soli, perché tutto sommato non va così male, per non chiuderci una porta (dove la trovo un’altra che fa sesso così?) o perché non sappiamo che cosa vogliamo realmente.

Spesso, poi, ci accorgiamo di avere iniziato una relazione con la persona sbagliata: nessun difetto, nulla da recriminare, semplicemente non è come pensavamo; ammettere di aver sbagliato ci esporrebbe ad un giudizio da parte del partner e, al contempo, significherebbe ammettere a noi stessi di aver sbagliato, magari nuovamente.

Ecco, quindi, che cominciamo a diradare i messaggi, a non chiamare più tesoro o amore, usando il nome proprio, come si fa con gli amici; poi se prima erano cinque telefonate al giorno, diventano in breve tempo tre e poi una, causa giornate intense.

In alcuni casi, per la verità non moltissimi, tale cambiamento di abitudini è dovuto ad una nuova relazione parallela, magari appena abbozzata, che sta effettuando il periodo di prova, che ancora non sappiamo come sarà, ma che comporta per noi, per i maschietti soprattutto, l’incapacità di scindere le due storie e dare ad ognuna il giusto tempo, la giusta importanza e, soprattutto, il giusto merito; la donna, in questo caso, è molto più determinata e razionale dell’uomo e, oltre a decidere più in fretta, non ha tentennamenti.

Di fatto, proprio questa impulsività delle donne le porta a restare deluse dalle decisioni adottate senza riflettere.

Proprio oggi una signora, quasi cinquantenne, separata, mi ha detto di aver interrotto una relazione con un uomo sposato, rincontrato dopo quasi 40 anni, perché si era resa conto, dopo poco più di tre mesi, che desiderava un uomo libero sempre, che potesse dormire fuori, ecc. Chiedendole alcuni particolari, è venuto fuori che lui difficilmente avrebbe potuto fermarsi fuori abitando a 75 km da lei (di cui solo 35 di autostrada), che lei è molto più impegnata di lui avendo due figlie sempre con lei e non rinunciando ad alcuni impegni familiari e di altro genere. E’evidente che gli incarichi professionali, politici e di altra natura di lui, da quanto mi ha spiegato, l’abbiano disorientata al punto di essersi sentita strangolata, cosa che all’inizio non avrebbe mai pensato. Fin dall’inizio della loro relazione, infatti, lei aveva precisato di non voler dedicare a lui il giorno di riposo settimanaleper non modificare le proprie abitudini.

Non dico che non dovete provare emozioni, ma procedete per piccoli passi all’inizio: siete sicuri che così com’è la situazione vi vada bene? E se lui/lei non potesse poi separarsi per motivi di salute del partner? E se venisse trasferito? Se diventasse meno ricco, meno potente, meno qualcosa? Vi piacerebbe ancora?

Prendete tempo: se è il partner giusto, e ricordate che nulla accade mai per caso, lo troverete ancora lì. Se no, era destino che rimaneste nuovamente soli. Non saltate da un rapporto all’altro o la frustrazione aumenterà ad ogni fallimento.

Sergio Motta

Inaugurato il nuovo giardino San Paolo

Un giardino più verde, con più spazi a disposizione per il gioco e l’attività fisica, nuove aree di sosta e di socializzazione: sono queste le caratteristiche principali della riqualificazione del giardino San Paolo, inaugurato dal Sindaco di Torino, dall’assessore alla Cura della città e al Verde e dalla presidente della Circoscrizione Tre.

Il giardino è una delle nove aree verdi cittadine – una per Circoscrizione – che grazie ai fondi PON Metro REACT-EU sono state riqualificate con modalità innovative e con soluzioni progettuali in grado di contrastare gli effetti del cambiamento climatico. Nuove inaugurazioni seguiranno nelle prossime settimane, andando ad arricchire il patrimonio di verde ricreativo cittadino; a tal proposito, si stima che a Torino il 92% della popolazione nella fascia di età 0-14 anni abiti entro 500 metri da un’area gioco di prossimità.

Situato tra le vie Osasco e Braccini, il giardino San Paolo si presenta ora come un luogo più accogliente e sicuro, con spazi rinnovati, ripensati per una migliore fruizione da parte di tutti i suoi utilizzatori, con un approccio che combina materiali sostenibili e attrezzature innovative.

L’elemento centrale della riqualificazione è la nuova area gioco: inclusiva e accessibile, dotata di attrezzature ludiche di alta qualità e ampliata rispetto a quella precedente, è articolata su tre ambiti continui dedicati al gioco di differenti fasce di età.

Anche gli spazi dedicati allo pratica sportiva sono stati ampliati e profondamente rinnovati, con un nuovo campo da pallavolo e con il rifacimento della pavimentazione dei due campi da pallacanestro. Da un’area giochi dismessa, con affaccio su piazzale Volontè, è stato inoltre ricavato un nuovo spazio di aggregazione e relax con tavoli, sedute, calciobalilla e strutture per il fitness; l’area prativa centrale, utilizzata come campo da calcio, è stata riorganizzata nei suoi spazi.

La componente ambientale ha avuto grande importanza nella progettazione del nuovo giardino, con una significativa riduzione delle superfici pavimentate impermeabili – per favorire il drenaggio naturale delle acque meteoriche – e un incremento del patrimonio arboreo per contrastare il fenomeno delle isole di calore.

L’intervento è stato completato dalla posa di nuovi elementi di arredo urbano come sedute, tavoli con panche, cestini portarifiuti e rastrelliere per monopattini.

TORINO CLICK

Il Trofeo senza fine del Giro arriva a Venaria

Il Trofeo senza fine del Giro d’Italia arriva a Venaria Reale. Si potrà ammirare sabato 20 aprile dalle 12 alle 14 alla stazione ferroviaria di Venaria Reale – Reggia, dove sarà esposto.

Ad accompagnarlo un personaggio d’eccezione la cui identità non è stata svelata, che scenderà dallo speciale treno Pop rosa, dedicato proprio al Giro.

Il pubblico potrà assistere all’arrivo dalla terrazza di viale Roma (di fronte alla stazione).

L’iniziativa rientra nel programma di avvicinamento alla grande partenza della 107° edizione del Giro d’Italia 2024 il prossimo 4 maggio che avverrà proprio da Venaria Reale.

Si tratta della terza volta per la Venaria, che nel 2025 sarà anche Capitale europea dello sport.

Il calendario degli appuntamenti di avvicinamento è scaricabile nell’area dedicata al Giro d’Italia  sul sito https://www.comune.venariareale.to.it/

Giornata della Terra, le azioni di Poste italiane nel Torinese

 Si rinnova anche quest’anno la partecipazione di Poste Italiane alla Giornata Mondiale della Terra (Earth Day 22 aprile) con una serie di interventi concreti messi in campo dall’Azienda in provincia di Torino a favore della sostenibilità ambientale e di uno sviluppo eco-compatibile.

 

Nel percorso di transizione energetico intrapreso verso la carbon neutrality entro il 2030, tra le principali iniziative proseguono gli investimenti e le iniziative strategiche quali il rinnovo della flotta di recapito con mezzi elettrici e a bassa emissione di Co2, l’installazione di pannelli fotovoltaici per l’approvvigionamento energetico e l’efficientamento energetico degli immobili.

 

Attualmente, la flotta aziendale green in dotazione ai portalettere che lavorano nei 26 centri di recapito della provincia di Torino per la consegna della corrispondenza e dei pacchi è composta da 340 mezzi di cui 118 elettrici, 41 tricicli a basse emissioni e 191 e veicoli ibridi.

 

Nelle sedi aziendali nella provincia di Torino è prevista inoltre la sostituzione delle lampade fluorescenti con dispositivi di illuminazione a led allo scopo di favorire di circa il 50% dei consumi di energia elettrica e il conseguente risparmio dei costi di mantenimento legati alla maggior durata in ore dei corpi illuminanti; negli ultimi due anni sono state 171 le sedi di Poste Italiane della provincia di Torino  interessate dal programma.

 

Ha preso il via già dal 2022 l’installazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia rinnovabile nelle proprie sedi. Ad oggi gli interventi hanno interessato 13 sedi in provincia di Torino. gli impianti attivati producono annualmente circa 335 mila kWh di energia elettrica rinnovabile, in parte dal sito in parte reimmessa in rete generando una riduzione di circa 153 tonnellate di Co2.

 

La partecipazione alla Giornata Mondiale della Terra, istituita dalle Nazioni Unite, è dunque promossa per aumentare, attraverso un gesto simbolico, la consapevolezza del valore della natura e della biodiversità sostenuto da Poste Italiane attraverso diversi eventi finalizzati alla conoscenza delle buone pratiche “green”, fra cui M’illumino di meno e L’Ora della Terra.

La diffusione del decalogo sui comportamenti sostenibili da adottare nella vita di tutti i giorni è l’ulteriore testimonianza dell’impegno del Gruppo verso una cultura ambientale: dai piccoli gesti quotidiani, all’utilizzo di tecnologia efficiente come i led per l’illuminazione o a una pianificazione razionale degli spostamenti.

Cambio di passo per il bilancio del Teatro Regio

 

Il Teatro Regio, con l’approvazione del bilancio 2023, ha confermato una forte solidità economica e registrato un record di presenze under 30.

“La chiusura del bilancio 2023, approvato all’unanimità dal Consiglio d’Indirizzo, segna un vero cambio di passo per il Teatro, dopo i tempi difficili della pandemia, e rappresenta l’ultimo atto del processo di risanamento avviato nel 2021 dal Commissario straordinario – ha affermato Stefano Lo Russo, Presidente della Fondazione Teatro Regio di Torino – ringrazio il Sovrintendente Mathieu Jouvin per l’ottimo lavoro svolto, che ha unito l’equilibrio economico e gestionale a un aproposta artistica di primissimo livello. Questo risultato è stato reso possibile grazie alle competenze e alla professionalità di tutti i lavoratori e le lavoratrici del Regio, dal Consiglio d’Indirizzo, a partire dal Vicepresidente Michele Coppola, per la sua costante e preziosa collaborazione”.

Il Conto Economico dell’esercizio 2023 ha registrato un valore della produzione di Euro 37.505.593 rispetto ai 33.233.347 del 2022; con un aumento dei ricavi gestionali del 44% per effetto di una intensa attività artistica e l’importante risposta di pubblico, aumentato in un anno del 71%. Gli incassi della biglietteria sono aumentati del 48% rispetto all’anno precedente, con un ammonto di Euro 6.436.343.

I ricavi da Contributi pubblici e privati hanno evidenziato un incremento del 6,5% per un totale di Euro 28.445.228, di cui 4.672.943 provenienti da finanziatori privati, con un incremento del 2% rispetto al 2022. Il totale dei Contributi pubblici è di Euro 23.772.285, di cui 15.022.822 da parte dello Stato e 2.280.000 quello della Regione Piemonte e di Euro 4.000.000il contributo ordinario della Città di Torino. I costi complessivi sono di Euro 34.515.292.

L’attività pubblica del Regio equivale numericamente agli anni precedenti alla pandemia: 109 recite in sala grande, 23 recite al Piccolo Regio e 9 recite nel corso della Stagione estiva.

“Questi risultati rappresentano un ottimo segnale delle capacità del Teatro Regio e e uno sguardo più che positivo sul futuro – afferma il Sovrintendente Mathieu Jouvin – l’impegno, la costanza e il credere fortemente nel progetto da parte di tutte le componenti su cui si fonda l’attività del Teatro Regio, sono alla base del successo rilevato nel 2023. Sono molto orgoglioso del rapporto che siamo riusciti a instaurare con i giovani, se pensiamo che in 20.000 hanno assistito agli spettacoli, grazie anche alle anteprime a loro dedicate e alla Regio Card Giovani. Il 2023 è stato un anno importante anche perché coincideva con i festeggiamenti dei 50 anni del Regio disegnato da Carlo Mollino, al quale abbiamo dedicato una mostra. Questo risultato non deve essere un punto d’arrivo, ma una base di partenza sicura per poter continuare a progettare e portare definitivamente il Teatro Regio fuori da acque pericolose. Lo sviluppo della struttura organizzativa, di quella artistica, oltre ai lavori per rendere il Teatro maggiormente accessibile e a un rafforzamento ulteriore delle finanze con un attento lavoro di gestione e stretto monitoraggio, saranno alla base del progetto che intendiamo portare avanti con la stessa serietà e passione di sempre”.

 

Mara Martellotta