ilTorinese

Treno del Foliage, tra Lago Maggiore e Val d’Ossola

Il Treno del Foliage® riparte dall’11 ottobre: un viaggio lento e panoramico nella magia dei colori autunnali.
Tra Italia e Svizzera, tra Val d’Ossola e Lago Maggiore, torna l’esperienza regina dell’autunno, nata nel 2016 e scelta da decine di migliaia di passeggeri.

Leggi l’articolo su piemonteitalia.eu:

https://www.piemonteitalia.eu/it/eventi/dettaglio/treno-del-foliage-tra-il-lago-maggiore-e-la-val-dossola

Ragazza della bici dei Murazzi, pena ridotta a 14 anni

Ridotta da 16 a 14 anni la pena comminata a Sara Cherici. E’ la ragazza ventenne condannata per concorso in tentato omicidio nel lancio della bici dai Murazzi di Torino. Il grave atto nel 2023 rese tetraplegico lo studente palermitano Mauro Glorioso.La sentenza è giunta al termine del processo d’appello davanti alla Corte torinese. La giovane in aula ha voluto rendere dichiarazioni spontanee.

Termosifoni accesi da oggi

Da oggi mercoledì 15 ottobre, a Torino si potranno accendere i riscaldamenti in casa e sui luoghi di lavoro.

Le temperature registrate e quelle previste per i prossimi giorni hanno fatto propendere per la conferma del calendario ordinario stabilito dalla normativa nazionale che, in base alla zona climatica in cui si trovano le diverse città, stabilisce periodi, limiti di temperatura per gli ambienti e numero massimo di ore di accensione durante la giornata.

A Torino il funzionamento di tutti gli impianti termici è regolamentato come segue:
– periodo di accensione: dal 15 ottobre 2025 al 15 aprile 2026; ore giornaliere massime consentite: 14, dalle 5:00 alle 23:00;
– temperatura massima consentita: 20°C + 2°C di tolleranza per tutti gli edifici a esclusione di quelli adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili, il cui limite rimane invariato a 18°C + 2°C di tolleranza.

Al di fuori del periodo di accensione consentito e senza alcuna ulteriore disposizione delle Autorità, gli impianti termici possono essere attivati dal Responsabile solo in presenza di situazioni climatiche che ne giustifichino l’esercizio e, comunque, per una durata giornaliera non superiore alla metà di quella consentita in via ordinaria (7 ore).

Per alcune tipologie di edifici, come ospedali, cliniche, case di riposo, scuole dell’infanzia e nidi, la normativa prevede condizioni di esercizio più flessibili, sia rispetto al periodo di accensione che ai limiti di temperatura, in relazione alla funzione e alla particolare esigenza di comfort degli ambienti.

L’Amministrazione comunale invita cittadini e cittadine ad adottare sempre comportamenti responsabili e buone pratiche che riducano i consumi energetici a vantaggio dell’ambiente e delle bollette.

Il periodo di accensione dei riscaldamenti terminerà il 15 aprile 2026, salvo nuove disposizioni.

TORINO CLICK

Phubbing, stare al cellulare può essere antisocial

Di recente creazione, il termine inglese phubbing è la fusione tra phone (cellulare) e snubbing (snobbare).

Nella sostanza, invece, questo neologismo corrisponde alla poco gradevole attività, e in alcuni casi anche nociva, che molti compiono stando ininterrottamente al cellulare, ignorando gli altri in loro compagnia e sminuendo di fatto il valore delle relazioni concrete e tangibili.

Non si tratta di guardare ogni tanto il telefono o di rispondere alle chiamate di lavoro, ma di una attenzione permanente nei confronti dello strumento più usato del secolo che promette una vita social in costante aggiornamento, ma che spesso ci fa trascurare le persone vicine che con noi condividono spazi e tempo; con questa condotta si attua una vera e propria mancanza di considerazione nei confronti di coloro che ci vorrebbero vivere, ascoltare e parlare ed è molto probabile che si perda il contatto col mondo reale.

Al bar con un amico, a casa con i figli o anche durante un incontro di lavoro a chi non è capitato di stare con persone che dovrebbero rivolgerci l’attenzione ma che invece fissano ipnotizzati il cellulare, consultano i vari profili social, controllano ossessivamente le email o fanno shopping online? E’ molto frustrante essere in competizione con un mini aggeggio che ha il potere di annullare una conversazione, lo scambio tra individui e persino una sana discussione, ma purtroppo questa abitudine disfunzionale è sempre più frequente. Io per conto mio se capisco che la situazione sta prendendo una piega non tollerabile comincio con l’emettere piccoli sospiri, proseguo con manifestare facce seccate e, infine, con una scusa mi congedo sperando che il messaggio “ci sono anche io” arrivi diretto.

Questo non saper fare a meno di attenzionare il cellulare di continuo è a tutti gli effetti una dipendenza causata dall’ansia di essere tagliati fuori dalle notizie, dagli aggiornamenti e in generale dal circuito di internet e dei social network; si tratta di una vera e propria paura, la Fomo, in inglese “fear of missing out”. Ci sono anche altre cause per cui si ignora il mondo circostante dedicandosi quasi esclusivamente allo smartphone, per esempio la noia e, in alcuni casi più gravi, alcuni tratti della personalità che rimandano al neuroticismo che provoca instabilità emotiva e disadattamento.

“La buona notizia è che l’intelligenza sociale si può imparare, attraverso l’esperienza, l’ascolto attivo o una riflessione sugli errori compiuti o osservati negli altri”. E’ importante, facendo un passo per volta, riabilitare quella fondamentale capacità che ci rimette in sintonia con gli altri, quella attitudine sociale che ci fa connettere realmente con gli altri ponendoci in modalità di ascolto e di empatia. Un telefono per quanto smart sia non può sostituire le persone, la rete con tutti i suoi ammalianti contenuti è un luogo fittizio e limitante. Senza voler togliere i meriti a sistemi che hanno rivoluzionato la nostra vita in maniera decisamente positiva facilitando molte delle nostre attività, nulla può prendere il posto delle conversazioni in presenza, niente può sostituire lo stare insieme condividendo sensazioni, emozioni ma anche

gli scenari e l’ ambiente circostante. Qualsiasi macchina per quanto potente non può sostituire l’essere umano.

MARIA LA BARBERA

 

Fonte: Focus

Presidio pro Pal davanti alla Rai

Ieri sera davanti alla sede Rai di via Verdi a Torino alcune decine di manifestanti pro Pal hanno dato vita a un presidio contro la partita di calcio Italia Israele tenutasi a Udine. Sono stati esposti striscioni contro Israele e contro il Governo.

Dopo 30 anni ecco il nuovo piano regolatore per ridisegnare Torino

Dopo 30 anni l’amministrazione comunale si avvia a dotare la città di un nuovo Piano Regolatore Generale. Il progetto preliminare del nuovo Piano sarà pronto per essere approvato dalla giunta nel mese di dicembre per poi approdare, all’inizio del nuovo anno, al vaglio del Consiglio Comunale.

Il Piano è il principale strumento dell’amministrazione per governare l’assetto del territorio comunale: detta regole, stabilisce limiti e indica, progettandolo, il futuro della città, tanto nelle sue aree di sviluppo quanto nella trasformazione del tessuto urbano consolidato. Quello ad oggi in vigore fu adottato nel lontano 1991 e approvato nel 1995, opera di Vittorio Gregotti e Augusto Cagnardi.

A tracciare la road map delle prossime tappe e analizzare le linee guida del lavoro è stato l’incontro “Il nuovo piano regolatore. Disegnare oggi la Torino del futuro”, che si è svolto ieri pomeriggio al Campus di ESCP Business School di via Andrea Doria.

“Il nuovo Piano Regolatore – dichiara il sindaco Stefano Lo Russo – vuole essere un patto per il futuro di Torino: un impegno condiviso tra cittadini, istituzioni e imprese per costruire una città più innovativa, sostenibile e inclusiva. È il progetto di uno sviluppo economico fondato su ricerca, produzione avanzata e lavoro di qualità, che genera opportunità condivise e rafforza la coesione sociale. Torino consolida il suo ruolo di cuore dell’area metropolitana e della Regione, per dare forma a un sistema urbano integrato, competitivo e sostenibile. È una città saldamente ancorata alle sue radici ma che sa guardare al futuro, con un’incentivazione urbanistica allo sviluppo degli insediamenti produttivi a vocazione manifatturiera e legati all’innovazione. Allo stesso tempo, rilancia la propria vocazione internazionale, aprendosi a reti di conoscenza, cultura e impresa capaci di attrarre talenti e investimenti. La Torino che abbiamo in mente guarda al mondo senza perdere il legame con le proprie comunità e cresce unendo innovazione e giustizia sociale, sviluppo e solidarietà, futuro e identità”.

Sul palco, dopo il primo cittadino si sono alternati l’assessore all’urbanistica Paolo Mazzoleni, Piero Boccardo di Urban Lab, la direttrice del Dipartimento Urbanistica ed Edilizia Privata della Città Emanuela Canevaro e la dirigente del servizio nuovo Piano Regolatore Daniela Cevrero.

Il Piano fornisce una road map per i prossimi anni, indicando direzioni chiare per l’innovazione, la formazione e lo sviluppo economico, promuovendo la vocazione della città alla produzione avanzata con spazi flessibili e ibridi; le infrastrutture e la mobilità, posizionando Torino come hub delle connessioni europee e locali con trasporti sostenibili ed efficienti; il riuso e la rigenerazione, per riattivare il potenziale degli edifici e delle aree urbane sottoutilizzate; i quartieri e la comunità, valorizzando le centralità di tutti i quartieri e garantendo un’equa distribuzione dei servizi di prossimità; la casa e l’inclusione, ampliando l’offerta di alloggi per tutti gli abitanti e integrandoli con servizi e spazi pubblici; la cultura, lo sport e il tempo libero, rafforzando l’identità culturale di Torino e offrendo opportunità di creatività e svago in tutta la città; la salute e la sostenibilità promuovendo ambienti di vita sani integrando pianificazione, cura e resilienza climatica; i parchi e gli spazi pubblici, rafforzando le infrastrutture verdi e blu per una migliore qualità della vita.

La base di partenza del lavoro è stato il punto di vista dei cittadini con la campagna di ascolto “Voci di quartiere” che, negli ultimi tre anni, ha coinvolto oltre 10mila persone e 320 diverse organizzazioni in momenti di discussione sul territorio nei 34 quartieri della città. Un lavoro restituito dalle dieci mappe di Voci di Quartiere, realizzate da Urban Lab, che ha chiesto a 10 illustratori e illustratrici che vivono a Torino di “leggere” le informazioni ricevute e interpretarle attraverso la propria cifra stilistica. Le singole mappe, relative a ogni territorio di intervento, saranno distribuite dalle Biblioteche Civiche e dai Bibliobus a partire da domani.

A partire dall’ascolto del territorio e sulla base delle linee guida approvate due anni fa dalla giunta, ha preso avvio il lavoro tecnico per la redazione del nuovo Piano Regolatore. L’intero processo è stato coordinato dal servizio “nuovo Piano Regolatore” della Città di Torino, che ha raccolto i contributi del dipartimento Urbanistica ed edilizia privata e degli altri settori comunali coinvolti. Grazie al contributo economico della Compagnia di San Paolo, la Città ha affidato alla propria società in-house InfraTo il compito di individuare un gruppo di professionisti dedicato a supportare gli uffici comunali nella fase di redazione degli elaborati cartografici e normativi. Nel corso del lavoro gli uffici si sono avvalsi anche dei contributi della Città Metropolitana, del Politecnico, dell’Università di Torino e dell’Università Iuav di Venezia. Il team si è inoltre arricchito della consulenza dell’urbanista Amanda Burden e dei suoi colleghi, presenti oggi in sala per la presentazione pubblica, messa a disposizione gratuitamente per la Città da Bloomberg Associates, società che lavora con città di tutto il mondo ed è parte di Bloomberg Philanthropies.

Nel complesso, il gruppo che ha lavorato al nuovo Piano conta complessivamente tre Atenei universitari, coinvolti attraverso quattro diversi Dipartimenti, tre consulenze specialistiche e un team di 66 persone (36 donne e 30 uomini) con un’età media di 37 anni impegnate nella stesura del Piano Regolatore seguendo quattro sfide: un insieme di regole semplici, sicure, abilitanti con norme chiare, procedure lineari e tempi certi; un ecosistema professionale più forte aprendo la filiera, confrontandosi con modelli internazionali e valorizzando il ruolo del pubblico; le centralità di Torino nella geografia europea con connessioni con la cintura, l’asse Milano-Genova, la Francia e l’Europa (attraverso alta velocità, corridoi); l’attivazione di capitale e visioni con risorse private e istituzionali, mobilitate da progetti credibili e strumenti di co-investimento.

Il nuovo Piano Regolatore di Torino nasce da un’osservazione attenta della realtà. La città sta attraversando un’importante fase di trasformazione, tra grandi opere e manutenzioni ed è tra le prime città italiane ad aver dato avvio a tutti gli oltre 300 cantieri finanziati con le risorse del Pnrr. È una città che accoglie nuovi abitanti e studenti. Più di 12mila sono solo i turisti che ogni giorno arrivano in visita (+145 per cento dal 2002 al 2024). Torino si rafforza come centro di innovazione e impresa. È la seconda città italiana per ecosistema dell’innovazione e del valore di impresa, con 626 startup e PMI innovative, 31 incubatori e acceleratori, 15 venture capital, 400 business angels, 250 milioni di fondi raccolti per startup nel 2024 con un +288% del 2023. Ma Torino è anche una città verde e vivibile con più di 55 metri quadrati verdi per abitante, oltre 70 chilometri di sponde fluviali, dove il 93 per cento della popolazione vive a meno di 300 metri da un’area verde, 500mila metri quadri di aree industriali sono state convertite in spazi verdi e sono disponibili più di 200 chilometri di piste ciclabili.

Numerose sono inoltre le grandi trasformazioni urbane in corso o in fase di avvio sul territorio, da investimenti pubblici, privati o partenariati tra pubblico e privato come la riqualificazione della Cavallerizza Reale, la trasformazione del Valentino, l’avvio della realizzazione della Linea 2 della metropolitana, lo studentato con servizi sanitari di prossimità nell’ex ospedale Maria Adelaide, il quartiere di housing sociale ai laghetti di Falchera, la stazione Bus Fossata e l’attiguo hotel, il Social Hub a Ponte Mosca, la riqualificazione dell’area ex Gondrand, il palazzo Pietro Micca (ex sede Rai), lo scalo Vallino, il Dora Park ex Vitali, l’area ex Ogm.

Dati e informazioni che scattano una fotografia del presente per riconoscere i trend che stanno influenzando lo sviluppo della città. Da questa base parte il nuovo Piano Regolatore: leggere la Torino di oggi per progettare quella di domani.

foto © Urban Lab

“Il nuovo Piano Regolatore – sottolinea l’assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni – nasce da una convinzione semplice: Torino può accettare la sfida del cambiamento senza smarrire la propria identità. Per farlo abbiamo scelto di dotarla di uno strumento capace di guidare nel tempo trasformazioni complesse, una struttura adattiva che sappia implementare usi e bisogni diversi nel tempo. Il Piano mette al centro i quartieri, riconoscendoli come luoghi di prossimità dove si intrecciano servizi, comunità e opportunità. Quella che ci accingiamo ad approvare non è soltanto una norma urbanistica ma il contributo che offriamo ai torinesi di domani per una città sostenibile, innovativa, accessibile, dove innovazione e qualità della vita crescono insieme”.

TORINO CLICK

Italia-Israele 3-0: Gattuso conquista i playoff Mondiali

 

L’Italia fa il suo dovere e batte Israele 3-0, ottenendo con due giornate d’anticipo il secondo posto nel Gruppo I e l’accesso matematico ai playoff per la qualificazione ai Mondiali. Un risultato fondamentale, anche se arrivato al termine di una partita più difficile del previsto.
Nel primo tempo, gli Azzurri faticano a trovare spazi e rischiano qualcosa in difesa. A sbloccare il match è un rigore trasformato da Retegui al 39’, dopo un tocco di mano in area israeliana.
Nella ripresa, la squadra di Gattuso cresce e trova il raddoppio ancora con Retegui, autore di un gran gol dal limite. Nel finale è Mancini a firmare il definitivo 3-0 sugli sviluppi di un corner.
Missione compiuta per l’Italia, che ora dovrà affrontare i playoff con maggiore convinzione e qualità per conquistare un posto al prossimo Mondiale.

Enzo Grassano

Cesana si tinge di rosa per la prevenzione del tumore al seno

CESANA TORINESE – Anche quest’anno Cesana si colora di rosa per la prevenzione del tumore al seno.

L’Amministrazione Comunale di Cesana aderisce anche quest’anno alle iniziative della campagna della prevenzione del tumore al seno “La Regione si colora di rosa. Insieme per la prevenzione”, giunta alla sua quarta edizione.

E lo fa con un doppio appuntamento domenica 19 ottobre.

Sono infatti due i momenti che contraddistinguono la giornata di Cesana, anzi tre perché al termine ci sarà il terzo tempo con l’aperitivo in piazza Vittorio Amedeo offerto dalla Pro Loco di Cesana.

Ma prima si cammina. Domenica 19 ottobre anche a Cesana si cammina per la ricerca.

Cesana sarà una delle tappe della dodicesima edizione della Pink Parade Pittarosso, una camminata non competitiva per sostenere la ricerca sui tumori femminili e sensibilizzare le donne sull’importanza della prevenzione.

La Pittarosso Pink Parade partirà come evento diffuso alle ore 9,30 da piazza Vittorio Amedeo per raggiungere la frazione Bousson e fare ritorno a Cesana.

Al rientro dei camminatori alle ore 11,15 presso la Sala Formont di via Pinerolo 0 a Cesana ci sarà l’incontro con il dottor Ferrando dell’Associazione ANDOS Odv (Associazione Nazionale Donne Operate al Seno).

L’Associazione ANDOS promuove il progetto “La Regione si colora di rosa. Insieme per la prevenzione” dal 2022 in collaborazione con l’ANCI e la Consulta Regionale Femminile del Piemonte per diffondere la cultura della prevenzione e per promuovere i programmi di screening.

Al termine il terzo tempo con l’aperitivo in rosa in piazza Vittorio Amedeo.

Il Sindaco Daniele Mazzoleni invita alla partecipazione: “La nostra Amministrazione Comunale, come già lo scorso anno, ha aderito con grande piacere alla campagna di prevenzione del tumore al seno. Aspettiamo tutti in rosa domenica mattina in piazza Vittorio Amedeo per colorare la piazza e per dar voce alla campagna. Ringraziamo sin d’ora tutti coloro che vorranno partecipare a questa iniziativa che ha lo scopo di sensibilizzare sul tema e di raccogliere fondi per la ricerca”.

La Consigliera Comunale Clementina Pansoya Di Borio che ha curato l’iniziativa aggiunge: “Abbiamo aderito a questa iniziativa per sensibilizzare sull’importanza della prevenzione. Oltre a chi ha aderito già alla Pittarosso Pink Parade e camminerà indossando il kit rosa dell’iniziativa, domenica raccoglieremo altre donazioni liberali che verranno devolute all’Associazione ANDOS promotrice della campagna “La Regione si colora di rosa. Insieme per la prevenzione”. Nell’invitare tutti alla camminata di un’oretta per Bousson e poi all’incontro con il dottor Ferrando, ricordo di partecipare indossando qualcosa di rosa al fine di avere anche un bel colpo d’occhio a testimonianza di questo impegno”.

“Unicum”, la nuova rassegna teatrale di “Onda Larsen”

Al torinese “Spazio Kairos” di via Mottalciata

Dal 17 ottobre al 10 maggio

Titolo impegnativo, quello della nuova stagione teatrale organizzata dalla Compagnia Teatrale “Onda Larsen” (associata “Arci”, attiva in città e in  tutt’Italia dal 2008), allo “Spazio Kairos”, ex fabbrica convertita in teatro, in via Mottalciata 7, tra “Barriera di Milano” e “Aurora”, a Torino. “Unicum”! Come dire “pezzo unico”, opera particolarmente singolare, un “unico” nel suo genere! Impegnativa la scelta, dunque, non meno dell’esecuzione. In grado, però, di assolvere ad entrambi i compiti i componenti della “squadra attoriale” (che prende il nome da Søren Larsen, ingegnere danese che scoprì l’“effetto Larsen”, fenomeno acustico di “feedback” indesiderato, nel 1910 mentre era a servizio della “Marconi Company”), gli attori professionisti Riccardo De LeoGianluca GuastellaLia Tomatis e l’organizzatrice Chiara Agui.

Il cartellone ha in lista ben 27 spettacoli, selezionati in giro per l’Italia e proposti da Compagnie e artisti del panorama indipendente, che “spiccano per creatività e innovazione” proposte sul palco. Ecco il perché del titolo!

Si  inizia, venerdì 17 ottobre (ore 21) con “Dieci modi per morire felici” dell’Associazione teatrale emiliana “Autori Vivi” (con sede a Boretto – Regio Emilia) “Teatro ERT / Teatro Nazionale”, e con un testo molto apprezzato da pubblico e critica, scritto e diretto da Emanuele Aldrovandi e interpretato da Luca Mammoli.

Poi (andando per estrema sintesi), sempre dall’Emilia ma da Bologna, arriva Angelo Colosimo con il suo “A.s.p. Armata Spaccamattoni”, mentre da Milano giungono allo “Spazio Kairos” Fabrizio Martorelli, che propone “Canto di Natale” di Charles Dickens oltre a una “masterclass” dedicata a La parola dell’attore: agire e scrivere per la scena”, e  Massimiliano Loizzi, con “Fabulae – Un monologo sulla disparità di genere”.

“Chronos3 / Industria Scenica” di Brescia presenta, e siamo a giovedì 27 marzo“A casa lo sapevo”, mentre “Teatri d’Imbarco” di Firenze torna, giovedì 17 aprile, a Torino con “Quanta strada ha fatto Bartali!”.

Come sempre, anche quest’anno, non mancheranno i riflettori sulle “Compagnie torinesi”. Ricordiamo per tutte “LabPerm” che presenta un testo liberamente ispirato a “Istruzioni per rendersi infelici” di Paul Watzlawick, “Crab Teatro” con “Memoria del vuoto”, dall’omonimo romanzo di Marcello Fois, e la Compagnia “Operazione Miro” con “Oasi Kebab”.

La rassegna torna a proporre, anche per quest’edizione, in calendario da mercoledì 5 marzo, la settimana della “stand up comedy”, genere che riscuote sempre più interesse, soprattutto tra i più giovani. All’interno è previsto il debutto nazionale di “Jukebox comedy” di Giulia Pont“Recital” di Walter Leonardi, l’anteprima regionale di “Oh my gods” del torinese Francesco Giorda, e “Flusso d’incoscienza” con Paolo Faroni.

 La chiusura della stagione, a maggio, sarà invece affidata al debutto nazionale di “Onda Larsen”, ancora in fase di creazione. Venerdì 28 novembre, invece, viene riproposto “Una cena d’addio”, successo internazionale (scritto da Alexandre de la Patelière e Matthieu Delaporte, per la regia di Andrea Borini) di cui, in Italia, proprio “Onda Larsen” ha i diritti. Sul palco: Riccardo De LeoGianluca Guastella e Lia Tomatis.

Capitolo importante della Rassegna, quello dedicato ai bambini che prende il via domenica 2 novembre, con la proposta di 9 titoli. Tra questi, l’anteprima nazionale di “Sfavola – la non favola di tre non supereroi” scritto da Lia Tomatis e un appuntamento speciale, sabato 22 marzo, giorno in cui, in occasione della “Giornata Mondiale per  la Sindrome di Down” verrà presentato “Despresso” del “Collettivo Clochart” di Trento, scritto e diretto da Michele Comite, con protagoniste Viviana, una ragazza che sta vivendo la depressione e Giorgia, una ragazza con la “Sindrome di Down”.

Dice Riccardo De Leo, vicepresidente di “Onda Larsen”: “ ‘Unicum’ vuole richiamare fin dal titolo le realtà di  ‘teatro indipendente’ coinvolte: diverse tra loro, sperimentatrici in infinite direzioni e, dunque, uniche. Uniche’ perché, da sempre, grazie a queste loro peculiarità, rappresentano la più grande spinta al fermento creativo e innovatore del teatro”.

Per info e programma dettagliato: “Onda Larsen”, tel. 351/4607575 o www.ondalarsen.org

g.m.

Nelle foto: Scene da “Dieci modi per morire felici” e da “Una cena d’addio”

Meroni, il “mito” per sempre

In un calcio sempre più dominato dal business, da viziati milionari, da affari nazionali, europei ed
internazionali e dove, tra l’altro, sono del tutto scomparsi l’italianità dei protagonisti da un lato e i
grandi e storici punti di riferimento nelle varie squadre dall’altro, è di tutta evidenza che quando
ricordiamo un triste anniversario come quello del 15 ottobre del 1967 che chiuse per sempre
l’estro e la poesia di un calciatore come Gigi Meroni, continuiamo ad emozionarci e ad inchinarci.
Anche solo per ricordarlo, vedere la lapide che lo ritrae con la maglia granata nel corso Re
Umberto a Torino dopo venne travolto ed ucciso in una domenica sera di ottobre grigia e piovosa
dopo una splendida vittoria al Comunale contro la Sampdoria per 4-2 e dove, e per l’ennesima
volta, la “farfalla granata” aveva deliziato con la sua fantasia creativa migliaia di tifosi. Perchè
Meroni, a quasi 60 anni dal giorno del suo triste e drammatico congedo, continua ad essere un
sogno, una meteora che non tramonta, un calciatore controcorrente – il George Best italiano -, un
segno dei tempi e, paradossalmente, un modello di come deve essere e di come deve vivere un
calciatore. Seppur già famoso e popolarissimo nella pubblica opinione. E non solo di Torino e del
Piemonte. Ma in tutta Italia. E questo perchè Meroni ha rappresentato, e continua a
rappresentare, un calcio che non tramonta. Forse solo nell’immaginario collettivo, o nel sogno di
chi lo ha visto giocare, o di chi ha letto la vastissima pubblicistica che racconta l’irripetibilità e
l’originalità di quel personaggio e le straordinarie gesta che l’hanno accompagnato in tutti i campi
verdi italiani dell’epoca. Perchè un calciatore può essere anche questo. E cioè, un riferimento
etico, culturale e sportivo per intere generazioni, un “mito” – è il caso di Gigi Meroni legato anche
alla sua tragica scomparsa – a cui continuare a guardare e, infine, un uomo che con il concreto
esempio in campo e fuori dal campo sapeva restare un uomo. Seppur famoso e già molto
richiesto dal mercato calcistico dell’epoca.
Ecco perchè, proprio in un contesto come quello del calcio contemporaneo profondamente
diverso rispetto a quello degli anni ‘60 e ‘70 ma, comunque sia, sempre attraversato da
straordinarie passioni e forti ed intramontabili partecipazioni popolari e di massa, il “mito” di Gigi
Meroni, la storica ed intramontabile “farfalla granata”, non viene archiviato. E continua a vivere e
ad essere letto, riletto ed osservato e reinterpretato. E non è un caso se la doppia tragedia –
quella del Grande Torino il 4 maggio 1949 a Superga e quella di Gigi Meroni Il 15 ottobre del 1967
– che ha travolto e sconvolto per sempre il popolo granata, sono delle date che non solo hanno
scolpito la storia del calcio italiano ed europeo ma anche due momenti, tragici, che fanno riflettere
che cos’è stato, e che cos’è, il calcio nella società. E, con il calcio, chi ha saputo interpretarlo con
dedizione, con professionalità, con coerenza e anche con talento. Diventando, appunto, come
nell’esperienza di Gigi Meroni, un “mito” per sempre.

Giorgio Merlo