Era già stato denunciato per tentata rapina ai danni di un dipendente del supermercato, che l’aveva visto mentre cercava di uscire senza pagare. Nei giorni scorsi è accaduto nuovamente e il ladro è stato arrestato dalla polizia. Si tratta di un 35enne, residente a Novara ma di fatto senza fissa dimora. L’uomo, che è accusato di tentato furto, ha diversi precedenti simili. Nel negozio Tigros di Novara ha riempito due borse con superalcolici e altri articoli ed è fuggito attraverso una porta antincendio. Poco dopo la polizia lo ha fermato.
“Quando i sogni cambiano le regole” è possibile trasformare un’idea in un progetto imprenditoriale, come quello che sta dietro al “Libraccio”, la più importante catena di libri usati in Italia, che dal 1979 fa la storia dell’editoria italiana. Dalla sua prima sede storica, a Milano in via Corsico, oggi “Libraccio” è una holding che controlla varie società e gestisce più di 60 librerie in Italia.
L’affascinante storia di questo progetto nasce dall’amicizia di quattro ragazzi che si incontrano casualmente nei mercatini di libri usati di largo Richini a Milano – Pietro Fiechter, Tiziano Ticozzelli, Silvio Parodi ed Edoardo Scioscia- che dalla comune condivisione di ideali e proposti daranno vita ad una realtà unica nel panorama nazionale.
La storia ce la siamo fatta raccontare- al Salone del Libro di Torino- proprio da uno dei padri fondatori del progetto iniziale, Pietro Fiechter.
Una grande idea e una solida amicizia sembrano esser stati gli ingredienti fondamentali per dare vita al “Libraccio”. Cosa vi ha spinto a partire con questo progetto?
È nato tutto a Milano negli anni 70 e, all’epoca, eravamo militanti di gruppo di sinistra. Ci sembrava un’idea politicamente corretta e affine al nostro pensiero quella di proporre i libri usati per le famiglie più povere.
Ma da lì a poco le cose si sono evolute diversamente.
Sì, infatti i nostri primi clienti sono stati i figli della “borghesia” milanese. Infatti le famiglie meno abbienti volevano mandare i loro ragazzi a scuola con i libri nuovi, mentre quelle più ricche- forse non avendo questo tipo di preclusione in generale- si sono avvicinati all’ usato con maggiore interesse.
Quando vi siete però resi conto che il vostro progetto stava funzionando?
Quando ci siamo resi conto che stavamo fornendo un servizio vero e proprio. Erano pochissime le librerie specializzate nel settore scolastico aperte durante tutto l’anno e noi eravamo tra quelli. Inoltre le persone potevano scegliere tra il nuovo o l’usato: è stato l’elemento che sicuramente ha determinato il nostro successo.
Oggi il modo di concepire il libro è completamente cambiato. Come vede questa nuova prospettiva?
Si diceva che il libro sarebbe morto nel giro di qualche anno; ma nella nostra realtà i prodotti digitali rappresentano una piccola fetta delle vendite, fatta qualche piccola eccezione per i settori più tecnici.
I libri hanno sempre fatto parte della sua vita. Cosa rappresentano a livello personale?
Per me sono qualcosa di fondamentale. Avere un libro in mano in un qualsiasi luogo mi da una soddisfazione che il supporto digitale non mi trasmette. Infatti, oltre ad essere un librario, sono anche un collezionista di libri “rari” (prime edizioni e libri autografati). Per questo un evento come il Salone diventa un momento fondamentale: a mio parere ci vorrebbe un evento uguale anche nel centro sud.
Valeria Rombolà
Furti sulle auto a Torino: un arresto e tre denunce
Nell’ambito del contrasto quotidiano al fenomeno del furto su autovetture, gli agenti del Commissariato di P.S. Madonna di Campagna negli ultimi giorni hanno arrestato un ventottenne cittadino marocchino gravemente indiziato di tentato furto. In altri due contesti, tre minorenni, invece, sono stati denunciati in stato di libertà: due per furto e uno per ricettazione.
L’attività di polizia giudiziaria del Commissariato permetteva ai poliziotti di indirizzare in particolar modo l’attenzione nelle zone limitrofe al centro commerciale Area 12, ove nelle ultime settimane erano state segnalati diversi furti su mezzi con targa straniera parcheggiate in quella zona.
In un caso, personale in abiti civili del Commissariato individuava una autovettura sospetta e ne controllava i due occupanti. I due giovani a bordo, minorenni, venivano successivamente denunciati poiché trovati in possesso di oggetti atti allo scasso, come un frangivetro e un martello, e poiché si spostavano a bordo di autoveicolo priva di copertura assicurativa e sottoposta a sequestro amministrativo.
Il terzo soggetto minorenne, invece, è stato individuato nelle ore seguenti, a seguito della denuncia di furto da parte di due turisti di nazionalità francesi, i quali indicavano ai poliziotti che le cuffie airpods asportate dall’abitacolo della loro vettura emettevano segnale GPS e che quindi potevano essere localizzate. Gli agenti si recavano sul luogo da cui proveniva il segnale e le cuffie venivano trovate in possesso di un minorenne, il quale non era in grado di giustificarne il possesso; il giovane, pertanto, veniva stato denunciato per ricettazione.
Infine, nella notte di venerdì 10, un venticinquenne di nazionalità marocchina è stato colto all’interno di un suv parcheggiato nei pressi di corso Venezia, intento a smontarne la plancia. Nonostante tentasse di nascondersi alla visuale della Volante, l’esperienza degli operatori, che notavano il deflettore destro rotto, permetteva il fermo del soggetto. L’uomo era, inoltre, in possesso di un coltello a serramanico di lunghezza di circa 15 cm.
Sul palcoscenico del Gioiello, sino a domenica 19 maggio
Arriva trafelato a casa il signor Henry Perkins, arriva sbigottito e terrorizzato dal momento che ha scoperto che nella “sua” ventiquattrore non stazionano più l’agenda di lavoro e il panino al formaggio non più freschissimo ma molto più di un milione di dollari. Chiaramente uno scambio, una borsa identica alla sua che ha cambiato mano. È chiaro che quei soldi puzzano e che qualcuno molto presto li verrà a cercare: per cui all’aria i festeggiamenti per il suo compleanno con la moglie Christie e i vecchi amici Vic e Betty, che sono in arrivo, qualcosa buttato velocemente in valigia, una chiamata al taxi e via in aeroporto. Un’isola lontana o Barcellona, qualsiasi direzione andrà comunque bene.
Questo il già caotico inizio di quel “Funny Money” – ribattezzato sul palcoscenico del Gioiello “In fuga col malloppo” (repliche sino a domenica 19) – che il prolifico Ray Cooney scrisse trent’anni fa per i successi newyorkesi dopo aver già scritto quegli esempi di sfacciato divertimento che in Italia sarebbero arrivati nelle mani di Pietro Garinei con i titoli di “Se devi dire una bugia dilla grossa” e “Taxi a due piazze”, casi di riprese e tournée infaticabili. Parole e battute e situazioni dentro cui si corre a rotta di collo, una montagna sempre più difficile da scalare, perché non soltanto si dovrà fare di tutto per camuffare la valigetta, perché da quella porta d’ingresso non soltanto entrerà la coppia di amici ma anche il taxista che scalda sotto i motori per arrivare in tempo alla partenza e un paio di sergenti di polizia e detective che da subito arrivano a ficcare il naso in quel contenuto che scotta, non ultimo il malandrino autentico proprietario del malloppo. Un ingranaggio che scivola via senza intoppi per il divertimento senza mezze misure del pubblico, un ritmo serrato che ha l’esattezza di un vecchio Feydeau, gli scambi di persona e le identità inventate di sana pianta che vengono ad affollare la scena e gli ingarbugliamenti del testo e degli attori, l’immancabile divano che suona come il refugium peccatorum di personaggi in cerca di riparo e di momenti di eccessiva ressa. Tutti quanti, personaggi e attori, vengono presi follemente nel meccanismo e per certi momenti paiono non uscirne vivi, catturati come sono dal trovarsi l’uno di fronte all’altro (inevitabilmente, gli interpreti) e perdersi nelle proprie risate e nelle proprie facce a cui non possono sottrarsi – con buon coinvolgimento del pubblico -, trovando anche l’occasione per reclamizzare lo sponsor che ha fornito l’arredamento per la scena e per quei farfugliamenti o forzature o storpiature – al termine dello spettacolo, tra applausi e ringraziamenti, verranno definiti “guittate” – che inaspettatamente buttano il più minuscolo sassolino nell’ingranaggio di cui sopra.
È lo spettacolo, bellezza!, direbbe qualcuno, con le sue leggi e i suoi peccati più che veniali. Restando tuttavia grati a Claudio Insegno (nessun compagno di cordata che l’abbia omaggiato mentre lui per gli altri s’è speso in un elenco interminabile di bellezze e di doti!) che, inventandosi un adattamento e riversando trovate e romanità in terra di States forse oltre il dovuto, trascina la vicenda come un buon guerriero al continuo attacco e spremendo il suo Vic con estrema simpatia: con tutti i suoi compagni, ad iniziare da Andrea Beltramo, impareggiabile, lontanissimo dal risparmiarsi, vera macchina da guerra all’interno dello spettacolo. Paure, eroismi, simpatia, sbalordimenti, voci diverse, invenzioni, ha spalle grandi ed eroiche per supportare tutto quanto. Con loro, infaticabili altrettanto, Carlotta Iossetti (non troppo ben trattata dall’autore che l’ha relegata in una ubriacatura pressoché continua), Lia Tomatis, Diego Casale, Ettore Lalli, Step Minotti e non ultimo Guido Ruffa, vero e puro divertimento a parte con le sue fantomatiche tazze di tè e la sua doppia personalità, un concentrato ben tagliato a metà di mansuetudine e irascibilità. Pubblico abbiamo detto facilmente coinvolto, ne consegue successo come di rado ci si imbatte a teatro.
Elio Rabbione
Festa a Oulx per i primi due anni di “Casa Mistral”
Spazio aperto alla collettività e attento alle “diversità”, la “casa colorata” di piazza Mistral ha visto finora il passaggio di quasi cento giovani
Sabato 18 maggio
Oulx (Torino)
“Spazio di comunità” (inteso nel senso più ampio della definizione) gestito dalla “Fondazione Time2” – creata nel 2019 a Torino da Antonella e Manuela Lavazza, con l’obiettivo favorire i diritti dei giovani con e senza disabilità e permettere loro di costruire un proprio progetto di vita indipendente – in partenariato con gli enti del “Terzo Settore” locali, con il patrocinio del “Comune di Oulx”, la collaborazione del “Consorzio Intercomunale Socio-Assistenziale Valle di Susa e Val Sangone (Con.I.S.A.)” e gli istituti scolastici del territorio, “Casa Mistral” festeggia alla grande, il prossimo sabato 18 maggio, i suoi pienissimi primi due anni di vita. Nota come la “casa colorata” situata, dal 20 maggio 2022, al centro dell’omonima piazza (nel cuore del Borgo Vecchio di Oulx), “Casa Mistral” è da sempre uno “spazio aperto alla collettività” e “attento alle diversità”, con programmi rivolti a giovani e famiglie del territorio; uno spazio dove chiunque, giovane o anziano, può presentare proposte di attività e realizzarle sia individualmente che in rete con gli altri.
Luogo di aggregazione per eccellenza, dalla sua apertura, ha visto l’alternarsi di 96 giovani – nell’87% dei casi residenti in Alta Val Susa – che hanno preso parte ad attività ricreative e di sostegno extra scolastico. Dal 2022 ad oggi, sono invece 81 gli adulti che hanno partecipato e partecipano alle attività di comunità che si svolgono al suo interno,
Per festeggiare questo importante traguardo, le porte di “Casa Mistral” saranno dunque ancora più aperte sabato 18 maggio (a partire dalle ore 15,30) per una festa di compleanno alla quale prenderanno parte i giovani “di casa”, gli educatori, le famiglie e tutti i curiosi che vorranno partecipare ai festeggiamenti.
“Siamo da sempre legate alla Val di Susa – dichiarano Antonella e Manuela Lavazza – e quando abbiamo percepito la possibilità di sviluppare un progetto a Oulx abbiamo pensato che sarebbe stato naturale iniziare proprio da lì. ‘Casa Mistral’ è stata infatti la prima sede di ‘Fondazione Time2’ e attraverso il confronto con i giovani, con o senza disabilità, che partecipano alle attività e con la cittadinanza abbiamo imparato molte cose su quanto sia importante l’ascolto, la costruzione di progetti partecipativi e l’attenzione alle caratteristiche individuali. In fondo questa è la ‘mission’ di ‘Fondazione Time2’: promuovere una cultura e una cittadinanza che siano capaci di sostenere le caratteristiche di ogni persona”.
Breve storia. Un tempo storica sede del “Consorzio Forestale Alta Val di Susa”, l’edificio di piazza Mistral ad Oulx ha cambiato più volte destinazione d’uso fino all’assegnazione due anni fa, tramite un bando del Comune di Oulx, alla “Fondazione Time2”. Due anni di forte impegno in cui “Casa Mistral” è diventata un punto di riferimento per la “comunità locale” grazie all’ampia offerta dei suoi progetti: dal supporto alle donne mamme con inserimenti lavorativi, allo spazio di ascolto per genitori offerto dal “Centro per le Famiglie Diffuso”, fino aitanti progetti di impegno civico per “giovani con disabilità”, così come alle attività della “Cooperativa Sociale P. G. Frassati” e alla creazione della “Società Sportiva Dilettantistica Sport Time2”, aperta a persone “con e senza” disabilità. In più, a “Casa Mistral”, ogni settimana, un gruppo di adolescenti Valsusini si ritrova per seguire programmi educativi e formativi, per fare i compiti e intraprendere i primi percorsi di volontariato. Insieme a un’equipe di counselored educatori, è anche possibile partecipare, ad attività di gruppo rivolte ai giovani fra i 14 e i 25 anni, per guidarli nel complicato passaggio dall’adolescenza all’età adulta e permettere loro di vivere con più serenità le sfide della crescita.
Dice Chiara Garberoglio, responsabile attività educative di “Casa Mistral”: “In questi due anni, ogni giorno trascorso qui è stato un passo avanti verso una comunità più unita, aperta ed empatica. Molto c’è ancora da fare, ma siamo certi di essere sulla giusta strada”.
Imperdibile dunque la “Festa di Compleanno”, sabato 18 maggio, a partire dalle 15,30, nel “Borgo Vecchio” di Oulx, dove, dopo gli interventi istituzionali, si terrà anche uno spettacolo a cura dei giovani del Progetto “C’entro”. Nell’occasione verranno altresì presentate le attività dello “Sportello Valeria”, il progetto nato per supportare, accompagnare e consigliare le donne della “Valle di Susa” e della “Val Sangone” ed il “LudoBus” della “Cooperativa C.S.D.A.”, piccola ludoteca itinerante in grado di raggiungere tutti i comuni della Valle.
Per info: “Casa Mistral”, piazza Mistral 7, Oulx (Torino); tel. 011/786545 o www.casamistral.it
g.m.
Nelle foto (credits Erika Orlandi): “Casa Mistral”, immagini di repertorio
Addio a Paolo, impiegato comunale di 45 anni
Grande dolore nel Vercellese per la morte di Paolo Palestro. Aveva solo 45 anni. Era conosciuto come “Paolino della Colombina”, per la cascina in cui viveva a Prarolo. Era impiegato in Comune, a Vercelli nel settore della Cultura. Tutti lo ricordano persona disponibile, funzionario competente e gentile.
È attivo anche a Torino il progetto “Ponti d’amicizia”, con cui Fondazione Mus-e Italia promuove l’innovativo gemellaggio tra scuola e ospedale all’insegna dell’arte e della bellezza.
Qui sono stati coinvolti 20 alunni di una classe prima della scuola elementare Vittorino da Feltre – e 15 piccoli ricoverati presso l’Ospedale Regina Margherita.
Duplice l’obiettivo dell’iniziativa, sostenuta dal fondo di beneficenza di Intesa San Paolo: contrastare la povertà educativa nelle scuole primarie situate in aree urbane periferiche ad alta vulnerabilità e marginalità sociale, e rendere meno traumatico il difficile momento della malattia e della permanenza in una struttura ospedaliera per i bambini ricoverati nei reparti di media e lunga degenza.
Insieme agli artisti di Mus-e, attraverso esperienze artistiche di alto livello, sperimentando discipline di vario tipo – danza, musica, teatro, arti visive – e vivendo un’esperienza di gemellaggio virtuale tra scuola e ospedale, i bambini stanno portando avanti una progettualità artistica comune, “dentro e fuori dagli ospedali”, sensibilizzando all’ascolto da un lato e aprendo alla fiducia nel futuro dall’altro. A chiudere il progetto, lo scambio di piccoli doni artistici (disegni e manufatti) e di mostre a scuola e in ospedale, con i lavori dei bambini che viaggiano nei rispettivi luoghi, accompagnandoli in un percorso di cura e di attenzione per l’altro.
“Lavorare all’interno di un contesto ospedaliero pediatrico significa incontrare bambini che affrontano vissuti di sofferenza, di paura, di forte stress in una situazione completamente fuori dalla quotidianità. L’incontro con l’arte diviene occasione di gioco, di scoperta e di sperimentazione; rappresenta un’esperienza non comune in un luogo fuori dal comune– spiega Concetta Mascali, coordinatrice locale di Mus-e – Dall’altro lato, il gemellaggio con i bambini della scuola individuata permette di non interrompere il contatto con il mondo esterno, con la normale quotidianità a cui purtroppo i bambini ricoverati sono costretti per un certo periodo di tempo a rinunciare. Condividere una progettualità artistica comune, dentro e fuori dall’ospedale, riaccende la speranza di ritornare presto fuori, sensibilizza all’ascolto e alla collaborazione, alla bellezza e alla creatività, e probabilmente aiuta a guarire.
“Nell’era digitale si immagina che l’innovazione sia per lo più tecnologica, ma non è sempre così. Dopo il periodo di pandemia e isolamento, con Fondazione Mus-e abbiamo realizzato quanto sia importante favorire i legami umani, incoraggiare i bambini ad esprimere le emozioni, a mettersi in ascolto degli altri, oltre che di se stessi – commenta Maria Garrone, presidente di Fondazione Mus-e Italia. – Con il progetto Ponti d’Amicizia siamo riusciti a fare un passo ulteriore, mettendo in contatto i piccoli pazienti degli ospedali con i loro coetanei a scuola: un esperimento che ha coinvolto tutta la comunità, dalle insegnanti al personale ospedaliero, dai genitori agli artisti. Questa iniziativa non sarà certamente in grado di eliminare la povertà educativa né guarire i piccoli pazienti, ma, grazie al linguaggio dell’arte, donerà a tutti loro un percorso di creatività e bellezza in grado di migliorare alcuni aspetti, emotivi o strutturali, della loro formazione umana”.
Circa 800 bambini tra i 5 e i 12 anni, di cui 600 alunnidi 18 classi delle scuole primarie e 150 piccoli ricoverati in 4 ospedali pediatrici di 6 città italiane – oltre a Torino, anche Bologna, Copertino (LE), Quartu Sant’Elena (CA), Roma e Verona -, 1600 genitori, 40 insegnanti, 50 operatori sanitari, 26 percorsi laboratoriali per un totale di 624 ore di attività artistica: questi i numeri complessivi a livello nazionale del progetto Ponti d’Amicizia, promosso da Fondazione Mus-e Italia.
FONDAZIONE MUS-E ITALIA ETS
Attiva fin dal 1999, Fondazione MUS-E Italia promuove il programma multiculturale europeo MUS-E (Musique Europe), nato dal sogno del celebre violinista Yehudi Menuhin e dalla sua visione della diversità come ricchezza e non come un ostacolo.
Il Progetto si propone di contrastare l’emarginazione e la povertà educativa, attraverso esperienze artistiche di alto livello in diverse discipline, quali musica, canto, teatro, danza, arti visive e arti multimediali. L’obiettivo è promuovere l’inclusione e la valorizzazione delle diversità fra i più piccoli, intervenendo nelle scuole pubbliche primarie in difficoltà e della periferia, attraverso un percorso artistico di tre anni, gratuito per le scuole e le famiglie. Durante i laboratori, gli artisti li guidano verso il valore del multiculturalismo, la ricchezza della diversità, l’esercizio della solidarietà e della coesione sociale.
Ad oggi con i suoi 11.500 bambini, 572 classi e 185 artisti professionisti in 20 città, la realtà italiana è diventata la seconda in Europa. www.mus-e.it
Pino in Ben-essere. Dallo shiatsu all’iridologia
Sabato 25 maggio 2024 – dalle ore 9 alle 23
Piazza Municipio – Pino Torinese (TO)
Festival per l’equilibrio di mente-corpo-spirito.
Si svolgerà a Pino Torinese sabato 25 maggio la sesta edizione del Festival “Pino in Ben-essere”, una giornata di sensibilizzazione e d’incontro fra diverse discipline e approcci al benessere che possono aiutare l’individuo a costruire equilibri armonici, ponendosi come aiuto complementare alla medicina convenzionale. L’evento è stato organizzato anche grazie al contributo e al patrocinio di Comune di Pino Torinese e Città Metropolitana di Torino. L‘evento rientra tra gli appuntamenti previsti dal Festival del Verde.
Il Festival, organizzato dall’Associazione TempoReale Tv Lab Aps, aprirà le sue porte alle ore 9 in strutture comunali, dalla palestra alla ludoteca, dove il pubblico potrà partecipare gratuitamente, previa prenotazione, alle attività di suo interesse, sperimentandole dal vivo, parlando e informandosi di persona con i professionisti che le propongono.
Una giornata del benessere che apre un ventaglio di opportunità per tutti i cittadini.
Le proposte vanno dallo shiatsu alla biodanza, passando per il teatro, le conferenze, le attività artistiche, la musica, la nutrigenomica e la psicoterapia. Altre esperienze offerte saranno: la cristalloterapia, i trattamenti di suonoterapia vibrazionale, l’analisi iridologica, le consulenze individuali di floriterapia e aromaterapia, il massaggio bio-rebalancing, il trattamento Grinberg e molto altro.
Il tema principale di questa edizione del Festival, unico nel suo genere, ruota intorno al concetto di perdersi e trovarsi, perché a volte è necessario perdersi per “ri-trovarsi”. “Durante la 6° edizione del festival di Pino in Ben-essere, cercheremo di dare concretezza alle parole di Picasso: ‘Io non cerco. Trovo’, sostenendoci insieme in un viaggio di ricerca della disciplina del Ben-essere più adatta all’unicità, alla storia, all’essenza di ognuno di noi. Impareremo a lasciar andare ciò che oggi crea quella frattura tra il nostro ‘Essere’ ed il nostro ‘Apparire’, ri-disegnando il nostro Ben-essere, senza paraocchi, senza paure, ridonando luce alla nostra essenza” afferma Federico Bevione, ideatore dell’evento.
Gli obiettivi
Tentare di ricomporre l’armonia tra il pensiero, la parola e l’azione. Questo è l’obiettivo della 6° edizione di Pino in Ben-essere “Perdersi e/è trovarsi” che vuole portarci lungo un nuovo viaggio verso lo sviluppo di nuovi strumenti, e modi di comunicare, ripristinando così un nuovo stato di Ben-essere.
Quello che proponiamo è un cambio di paradigma culturale che parte dalla celebre frase di Pablo Picasso: “Io non cerco. Trovo”. Una frase che ci fa riflettere sull’enorme differenza che esiste tra: CERCARE, come modo di approcciarsi e sentire la vita, e TROVARE, o lasciarsi trovare, come accade nei processi artistici.
Con Pino in Ben-essere scopriremo che tutte le nostre esperienze, piacevoli o spiacevoli, sono possibilità di trasformazione, di sviluppo interiore. Sono un tesoro che la vita ci dona e, come propone Picasso, lo si accoglie e lo si lascia rivelare davanti a noi per sorprenderci.
Scopriremo insieme nuove soluzioni, visioni, modi di comunicare con noi stessi, con gli altri e la società.
“Perché anche se perdo tutto, non perdo me stesso”.
Per prenotazioni: www.pinoinbenessere.it
Per informazioni: 327 410 33 77
Palavillage in campo per il Padel Charity Day
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Anche quest’anno la Città di Torino aderisce alla Giornata Internazionale lanciando la campagna “Dov’è la differenza?”, una campagna di comunicazione per portare all’attenzione della cittadinanza la necessità del riconoscimento dei diritti per le famiglie omogenitoriali.
La campagna è stata inoltre messa a disposizione di tutti gli Enti della Rete READY (Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere), della quale la Città è Segreteria Nazionale, che ogni anno in occasione del 17 maggio realizzano una iniziativa congiunta.
“Dov’è la differenza?” è la domanda che vuole evidenziare come, pur apparentemente uguali, le famiglie omogenitoriali attualmente non abbiano gli stessi diritti delle famiglie eterogenitoriali. I manifesti includono un QR code che reindirizza a un testo esplicativo sui diritti delle famiglie omogenitoriali in Italia.
La campagna prevede l’affissione di 760 manifesti e la stampa di locandine, che saranno distribuite presso le Biblioteche Civiche, i Centri del protagonismo giovanile, le Case del Quartiere e gli uffici della Città aperti al pubblico; il medesimo messaggio sarà inoltre veicolato sui canali social della Città e attraverso le locandine elettroniche sui mezzi GTT.
La prima Giornata internazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia ha avuto luogo il 17 maggio 2004, a 14 anni esatti dalla storica data del 17 maggio 1990 in cui l’omosessualità venne rimossa dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie pubblicata dalla World Health Organisation, l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
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