ilTorinese

La nuova rivoluzione delle Serre Reali, sotto la guida di Filippo Masino

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Nella grande area dei Musei Reali, lungo il corso Regina Margherita, là dove sino a pochi mesi fa trovava spazio il Museo di Antichità, da un paio d’anni collocato presso la Manica Nuova di Palazzo Reale, esiste un nuovo cantiere. Una nuova veste per quella linea delle Serre suddivisa in tre padiglioni, nata nel 1921 sotto la direzione dell’ing. Aurelio Mastrogiacomo e rivolta alla visione delle settecentesche Orangery dei Kew Gardens londinesi. Non soltanto: “punto d’arrivo delle grandi trasformazioni che avevano interessato nel secolo precedente il territorio compreso tra il centro antico e il corso della Dora”, zona altresì salvaguardata dalle demolizioni degli antichi bastioni, su ordine di Napoleone nell’anno 1800, zona ancora oggi unica nella quale si può ammirare quell’antico ricordo che rimane il bastione di San Maurizio. Il cantiere delle Serre Reali, “oggetto del più importante tra gli interventi strategici dei Musei Reali torinesi”, vedrà un finanziamento con un fondo da 12 milioni di euro  – a cui vanno aggiunti altre cinque per i bastioni – messo a disposizione dal CIPE – Piano Cultura e Turismo, un progetto che vede il proprio sviluppo suddiviso tra i Musei Reali e la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Torino, coinvolto un prezioso team di professionisti, guidati dallo studio torinese Isolarchitetti con l’architetto Giovanni Durbiano. Responsabile del progetto l’arch. Filippo Masino, dallo scorso lunedì nuovo direttore delle Residenze Reali Sabaude – Direzione regionale Musei Piemonte, 45enne torinese, già a lui si deve il restauro del Teatro Romano e delle basiliche paleocristiane nella zona inferiore del Duomo nonché l’ideazione del riallestimento della Galleria archeologica.

Mentre Mario Turetta, Segretario generale del Ministero della Cultura e Direttore avocante dei Musei Reali di Torino, parla di un progetto “strategico, straordinario e ambizioso” ovvero “nuovi servizi museali avanzati, integrazione museo-città, reti per le istituzioni del territorio, l’Università, l’associazionismo e i portatori di interessi, giovani e public engagement: sono queste le coordinate sulle quali i “Musei Reali di Torino intendono mettersi in gioco per il futuro, scommettendo sulle Serre Reali in chiave di sostenibilità ambientale, innovazione, condivisione dell’eredità culturale e valorizzazione di quello straordinario insieme di arte e natura che sono i Giardini Reali”, guardando alla seconda parte del 2026 per il fine lavori (ma può darsi che la data debba essere corretta, anticipandola), Filippo Masino parla di “progressiva restituzione alla comunità”, guardando a quella nuova e saggia apertura su corso Regina come ad un punto ravvicinato, “un ponte”, che facilmente potrà mettere in contatto il centro della città con i musei e i giardini con i quartieri di Porta Palazzo e Aurora, definiti con un entusiasmo senza confini, forse un po’ troppo facili e comodi, “veri laboratori di buone pratiche, di istituzioni virtuose, caleidoscopio di culture del mondo e luogo di formazione di nuovi cittadini”.

“Gli edifici del complesso verranno rinnovati sia nell’architettura, a cui sarà restituita l’ariosa spazialità originaria – sottolineano nei loro interventi, ad una sola voce, i vari responsabili -, sia nelle componenti tecnologiche, che consentiranno di installare nuove funzioni e attività allineate ai moderni standard museali. Il programma di rifunzionalizzazione prevede spazi espositivi e depositi climatizzati, un laboratorio di restauro, sale per i servizi educativi del museo, per conferenze ed eventi, spazi per il ricovero delle piante e le attività nel verde.” Quest’ultima ambientata nel padiglione di levante – sottolinea ancora Masino -, mentre ancora una parte superiore ad un auditorium sotterraneo concepirà un tetto-giardino guardato come un tutt’uno con il resto dei Giardini.

Cogliendo infine qua e là tra i tanti e più importanti lavori che saranno messi in cantiere, si procederà con il restauro conservativo delle facciate, i padiglioni saranno liberati dalle ingombranti strutture inserite negli anni Settanta, riconsegnando loro l’antica e suggestiva spazialità, l’offerta al padiglione di Ponente di arredi leggeri in unione con la trasparenza delle vetrate pronte a illuminare una vetrina a tutta altezza dove saranno conservati segmenti delle collezioni mentre quello di Levante sarà nuovamente impiegato quale ricovero delle piante, coinvolte con le attività dedicate al verde. Interessante, dopo l’abbattimento del vecchio padiglione, sarà la costruzione di un nuovo volume vetrato ad alta tecnologia, dalle linee essenziali, che ospiterà una hall di accoglienza per il nuovo ingresso sul corso, un auditorium da 120 posti e alcune sale polivalenti attrezzate per convegni, mostre, restauri visibili, attività culturali ed eventi. La rivoluzione dei giardini, insomma; mentre a poche centinaia di metri di distanze sta prendendo consistenza un altro progetto, quello della Cavallerizza, dove si concretizza il permesso per costruire.

Elio Rabbione

Nelle immagini: le Serre Reali e rendering di future ambientazioni

“Amore e ginnastica”, un classico della nostra letteratura “riscoperto”

Da Edizioni del “Capricorno”

Quanti di voi l’hanno letto? Quanti di voi sono in grado di associarlo al nome del suo autore? Quanti di voi se ne ricordano o conoscono la trama? E fermiamoci qui. Non andiamo oltre. L’indagine potrebbe riservarci tristi sorprese. Eppure “Amore e ginnastica” scritto da Edmondo (Mario Alberto) De Amicis(Oneglia 1846 – Bordighera 1908) – scrittore, giornalista, militare (combatté nella battaglia di Custoza, 1848 prima guerra d’indipendenza) nonché, e soprattutto, iconico “papà” di “Cuore”, uno dei libri più popolari della letteratura mondiale per ragazzi – è un piccolo capolavoro di stile che ci presenta un inedito De Amicis: un De Amicis più leggero e scanzonato, lontano sia dai patetismi (assai lodati) di “Cuore” sia dai grandi temi patriottici o sociali che ne fecero la gloria, un De Amicis dalla cui penna esce il tratteggio malizioso e delicatamente ironico della società italiana e torinese fin de siècle, protese mente e cuore nell’inutile sforzo di “darsi un’identità tutta moderna e tuttavia ancora legate a costumi e rigidità prettamente ottocentesche”. Un romanzo, dunque, assolutamente nuovo per i tempi, inaspettato, di cui appare oggi doveroso serbare memoria per comprendere, appieno, il valore narrativo del suo autore. Cosa che ha ben capito la torinese Editrice indipendente “Capricorno” riproponendolo, quale terzo titolo (dopo “L’altare del passato” di Guido Gozzano e “Ciau Masino” di Cesare Pavese) della nuova Collana “Capolavori ritrovati nella letteratura”. Collana lodevolmente nata per riportare alla luce e al piacere della lettura scrittori fondamentali e outsider di genio, romanzi imperdibili ma da tempo non più disponibili sugli scaffali delle librerie oppure ingiustamente dimenticati dalla “vulgata letteraria”, opere da troppo tempo non lette, prese in considerazione e riportate nel posto che loro compete: il “Gotha” della grande letteratura senza tempo. Dove, ancora oggi, può trovare il suo giusto posto quell’“Amore e ginnastica” che Italo Calvino ebbe a definire  il romanzo più ricco di humour, malizia, sensualità, acutezza psicologica che mai scrisse Edmondo De Amicis”.

Il libro fu inizialmente pubblicato sulla rivista “Nuova Antologia” in quattro puntate, tra il marzo e il maggio del 1891 (cinque anni dopo il successo di “Cuore”). In volume singolo apparve un anno più tardi, nel 1892, edito dai “Fratelli Treves”. Ma la sua fortuna editoriale fu postuma.

La storia è ambientata nella Torino di fine Ottocento e ruota intorno a due figure principali, “Don” Celzani, un timido e giovane segretario, ex seminarista, che, sventurato, s’innamora della signorina Pedani, moderna insegnante di ginnastica fanatica dell’attività fisica, quasi una “suffragetta della ginnastica” che sconvolge l’equilibrio emotivo e il decoro borghese del tradizionalissimo corpo docente della sua scuola. In tal senso “fra le molte, possibili definizioni – sottolinea Pier Luigi Bassignana che il racconto di De Amicis potrebbe suggerire, forse la più azzeccata, perché in grado di coglierne tutti gli aspetti, è proprio quella secondo la quale saremmo in presenza di un romanzo della modernità”, dove la protagonista femminile, la maestra Pedani, appare come donna del futuro, donna libera e ben consapevole della sua libertà, che “trova la sua ragione di essere nell’attività ginnica e soprattutto nella diffusione delle pratiche intese a rafforzare e migliorare le condizioni fisiche della popolazione”. Principi allora anacronistici, ma oggi di piena attualità, ancora freschi di tutta la loro originaria brillantezza, “della loro capacità di tratteggiare tipi psicologici, personaggi e ambienti storici nei quali tutti si possono in qualche modo identificare”. Tant’è che, nel 1973, di “Amore e ginnastica” fu fatta anche una celebre riduzione cinematograficarealizzata da Luigi Filippo D’Amico e interpretata da Lino Capolicchio, Senta Berger e Adriana Asti.

Di prossima pubblicazione, per la Collana “Capolavori ritrovati della letteratura” di “Capricorno”, “Nina la poliziotta dilettante”di Carolina Invernizio, fra le più popolari autrici di “romanzi d’appendice” di fine Ottocento – inizi Novecento.

Gianni Milani

Nell’Università diventata moschea l’imam parla di Jihad

Nelle immagini del video apparso sui social si vede l’imam Brahim Baya che a Palazzo Nuovo, sede dell’Università torinese occupata da giorni nell’ambito dell’intifada studentesca, recita la preghiera islamica. La ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, venuta a conoscenza dell’episodio avvenuto venerdì scorso ha telefonato al rettore, Stefano Geuna. “Il fatto è avvenuto in una situazione di occupazione da parte di studenti – ha detto il rettore – e quindi sotto la piena responsabilità degli occupanti”. Il rettore e il ministro hanno “condiviso un sentimento di piena condanna sull’accaduto”. La preghiera è stata recitata nell’atrio del palazzo di fronte ad alcune decine di studenti e fedeli. Molti docenti hanno condannato l’episodio definendolo un “inno alla Jihad”. L’imam filopalestinese è responsabile della moschea di Via Chivasso a Torino. Nel sermone ha inneggiato al “Jihad nel senso più alto del termine come sforzo per difendere i propri diritti, per difendere la vita umana, per difendere la pace”.

Pnrr e appalti, convegno a Torino

ORGANIZZATO DA ASSO.IMPRE.DI.A. ASSOCIAZIONE NAZIONALE IMPRESE PER LA DIFESA E LA TUTELA AMBIENTALE

dalle 10:00 alle 18:00 presso la sala “Bobbio” | Via Corte D’Appello, 16 | Torino

 

Dopo Napoli, Roma, Milano e Firenze, si terrà la 5^ tappa della “Passeggiata per l’Italia” di ASSO.IMPRE.DI.A., a Torino venerdì 24 maggio l’evento che offrirà spunti di riflessione e approfondimento sui temi legati alla qualità della vita nelle città in relazione alle aree verdi. La giornata di incontri e confronti è stata organizzata con il patrocinio del Comune di Torino e della Città Metropolitana di Torino e vedrà la partecipazione e gli interventi di numerosi esperti del settore.

 

Caro direttore,

il nostro evento, grazie all’Assessore Francesco Tresso del Comune di Torino, è stato inserito nel “Festival del Verde” a Torino che coinvolge ben 11 comuni: oltre 150 eventi tra fiere, visite guidate e aperture straordinarie, sarà un convegno Che vedrà la partecipazione attiva  da parte degli esperti nella pianificazione e nella gestione del verde urbano è essenziale per garantire che questi spazi rispondano alle reali esigenze della comunità, contribuendo al miglioramento della qualità della vita in città. Per questo, e per favorire una maggiore consapevolezza degli effetti positivi delle aree verde in ambito urbano, l’Associazione nazionale Imprese per la Difesa e la tutela Ambientale organizzerà a Torino, il prossimo 24 maggio, l’evento “Il Verde e la salute sono il futuro delle nostre Città“. Dopo il successo partecipativo degli appuntamenti precedenti svolti a Napoli e Torino, sarà la volta del capoluogo piemontese ospitare questo importante convegno. Come da prassi, la giornata di incontri sarà organizzata in due momenti: la mattina, dalle ore 10 alle 13:30 si svolgerà l’incontro su “La gestione del verde urbano, con particolare attenzione ai cambiamenti introdotti dal codice degli appalti pubblici“, mentre nel pomeriggio, dalle 15 alle 18, si tratterà l’argomento de “L’applicazione dei CAM (Criteri Ambientali Minimi) e il loro ruolo nella promozione di una progettazione di qualità“.

La realizzazione dell’intera giornata di incontri è stata possibile anche grazie al patrocinio del Comune di Torino e l’aiuto di numerosi sponsor che hanno sposato la causa dell’evento: promuovere la connessione tra gli spazi verdi urbani e favorire la loro fruizione. Durante la mattinata, dedicata al tema “La gestione del verde urbano, con particolare attenzione ai cambiamenti introdotti dal nuovo codice degli appalti pubblici“, sarà il giornalista e Presidente della Fondazione e-novation, Massimo Lucidi, a moderare il dibattito introdotto dal Direttore Generale di Asso.Impre.Di.A., Alberto Patruno.

A partecipare in veste di relatori saranno invece: Francesco Tresso (Assessore al Comune di Torino con delega al verde pubblico, viali alberati, parchi e sponde fluviali), Bernardino Chiaia (Presidente A.D. | INFRA.TO. – Infotrasporti Torino), Marco Alassia (Presidente della Federazione Dottori Agronomi e Dottori Forestali del Piemonte e della Valle d’Aosta), Marco Feroci (Avvocato giurista ed esperto in codice degli appalti pubblici) ed Emma Sallizzoni (Professore associato al politecnico di Torino in Architettura del Paesaggio, Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio).

La seconda parte del convegno, in programma il pomeriggio dalle 15 alle 18, approfondirà le strategie e le best practices utili a garantire un approccio sostenibile nella progettazione e nella gestione del verde urbano. L’approfondimento sarà incentrato su “L’applicazione dei CAM (Criteri Ambientali Minimi) e il loro ruolo nella promozione dei una progettazione di qualità” e vedrà la moderazione di Massimo Lucidi, l’introduzione del Consigliere Direttivo Asso.Impre.Di.A. Piero Nardecchia e gli interventi di: Giovanni Spinoglio (Coordinatore RPT Piemonte, Rete professioni tecniche), Margherita Quaglia (Consigliera delegata al Verde in Città dell’Ordine Dottori Agronomi e Dottori Forestali di Torino), Marco Allocco (Dottore Forestale SEAcoop, Servizi ecosistemici delle foreste urbane), Ferruccio Capitani (Architetto del paesaggio AIAPP Piemonte e Valle d’Aosta, Responsabile Urbanizzazioni della Città di Torino), Ezio De Magistris (Funzionario con mansioni Dirigenziali | Ufficio Opere del Verde del Comune di Torino, Associazione Pubblici Giardini) e Andrea Ebone (Alberi in città, Funzioni e gestioni del verde e delle foreste urbane, I.P.L.A. S.p.A.).

Come per le date precedenti, anche il convegno “Il Verde e la salute sono il futuro delle nostre Città” di Torino riconoscerà l’accreditamento di crediti formativi ai Dottori Agronomi e Dottori Forestali partecipanti (0,8125 | SDAF13).

Asso.Impre.Di.A. vuole estendere l’invito a partecipare a tutti i professionisti del settore, nonché a tutti coloro che sono interessati alle tematiche ambientali e urbane. Il convegno, in programma a Torino il prossimo 24 maggio presso la Sala Bobbio (ex Curia Maxima) in via Corte d’Appello 16, rappresenta ancora una volta un’opportunità per approfondire e discutere insieme il futuro del verde urbano, esplorando le migliori pratiche per la sua gestione efficace.

Per ulteriori informazioni, per scaricare il programma completo della giornata o per chiarimenti è possibile visitare la pagina internet dedicata a questo link https://www.assoimpredia.com/il-verde-e-la-salute-sono-il-futuro-delle-nostre-citta-24-maggio-2024/ o scrivere alla casella mail assoimpredia@gmail.com.

ASSO.IMPRE.DI.A.

Detenuta suicida in carcere a Torino

Ancora un suicidio in un carcere, nella Casa circondariale di Torino, e tornano ad alimentarsi le polemiche per il mancato recepimento dei richiami del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Siamo costernati ed affranti: un detenuto che si toglie la vita in carcere è una sconfitta per lo Stato e per tutti noi che lavoriamo in prima linea”, denuncia Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. 

Vicente Santilli, segretario per il Piemonte, spiega: “La giornata di oggi alla Casa Circondariale di Torino è iniziata nel peggiore dei modi. Alle 07.30 circa, una detenuta ristretta al padiglione femminile è stata trovata priva di vita dal personale di Polizia Penitenziaria. Pare che la donna si sia appartata nel bagno della propria cella approfittando della momentanea assenza della sua compagna di detenzione e si sia soffocata con un sacchetto di plastica posto sulla testa e legato attorno al collo con un laccio. A nulla sono valsi i soccorsi scattati immediatamente e proseguiti poi fino all’arrivo dell’unità del 118 che non ha potuto far altro se non constatare il decesso. Si tratta di una sessantacinquenne di origini italiane, detenuta nel carcere torinese da marzo”. 

“Come da prassi in questi casi” prosegue Santilli, “sono in corso le attività di indagine per ricostruire gli ultimi momenti di vita, ma parrebbe non siano stati rinvenuti messaggi o biglietti utili a comprendere le cause dell’insano gesto. Salgono così a tre i decessi dall’inizio dell’anno nelle carceri del Piemonte”. Il sindacalista evidenzia che “questi tristi eventi ci fanno comprendere l’importanza di intercettare per tempo il disagio delle persone private della libertà personale ed è per questo che il SAPPe è da sempre impegnato nel sensibilizzare l’Amministrazione ed il Governo sulla necessità di formazione adeguata del personale di Polizia Penitenziaria, ma anche sull’esigenza di potenziare le aree trattamentali degli istituti di pena con figure professionali appartenenti alle materie umanistiche come educatori, psicologi, medici e psichiatri.

“Si continua a parlare se ci sono azioni da intraprendere per poter evitare tale gesto estremo”, evidenzia Capece. “Il suicidio è sicuramente un evento imprevedibile, pertanto se una persona decide di suicidarsi prima o poi troverà il modo di farlo. Il problema è preventivo, non successivo.  Con il passaggio della sanità penitenziaria alle Regioni, la situazione è purtroppo estremamente peggiorata”, prosegue. “La carenza di operatori sanitari, psicologi e psichiatri è il punto cruciale della questione. A nostro avviso servono concorsi regionali e assunzioni di personale sanitario da destinare esclusivamente alle carceri piemontesi”, conclude.

Regione, siglato accordo con i medici di medicina generale

Con le Aggregazioni funzionali territoriali copertura assistenziale più capillare e continuativa

La Regione Piemonte ed i sindacati dei medici di medicina generale (Fimmg, Smi, Snami) hanno siglato l’accordo integrativo regionale che “realizza, dopo quasi 20 anni, un vero e proprio cambio di paradigma per la sanità territoriale”, afferma una nota della Regione.

L’accordo prevede l’istituzione delle Aggregazioni funzionali territoriali (AFT) che garantiranno una copertura assistenziale più capillare e continuativa rispetto a oggi, dalle 8 alle 20 tutti giorni, 7 giorni su 7, attraverso l’integrazione in rete ed il lavoro di equipe tra i medici di medicina generale e i medici della ex guardia medica.

Le AFT saranno operative per la prevenzione, le vaccinazioni, la presa in carico della cronicità, la diagnostica di primo livello e lo sviluppo delle cure domiciliari. Attraverso il cosiddetto ruolo unico, inoltre, i medici che fino ad oggi erano destinati ad esclusiva attività di guardia medica notturna e festiva, svolgeranno attività anche di giorno, durante la settimana, a supporto dei medici di famiglia per integrare la continuità dell’assistenza e le attività di prevenzione e presa in carico della cronicità.

In questo modo sarà consentito ai medici di medicina generale di organizzare meglio la propria attività, ottimizzando e riducendo i carichi di lavoro.

L’accordo integrativo sarà lo strumento per dare l’avvio nei prossimi mesi agli accordi specifici già discussi per i medici del 118, i medici delle carceri e per trovare soluzioni ai pazienti che rimangono senza medico.

Schianto mortale tra due auto: una vittima

Una persona è morta in uno scontro frontale verificatosi tra due auto sulla strada provinciale 8, tra Quarona e Borgosesia.

Sul posto  i vigili del fuoco del distaccamento di Varallo, del comando di Vercelli, con il 118 e i carabinieri. Una seconda persona è rimasta ferita.

Corso Regina, rifacimento del manto stradale: limite temporaneo di 30 Km/h

 

A partire dalla prossima settimana il tratto di corso Regina Margherita tra corso Potenza e fino al confine del territorio comunale sarà interessato da lavori di rifacimento di porzioni del manto stradale.

Le diffuse precipitazioni delle ultime settimane hanno infatti aggravato il degrado della pavimentazione portando alla formazione di buche e avvallamenti.

Gli interventi, condizioni meteorologiche permettendo, proseguiranno sino alla metà del mese di giugno e riguarderanno, con parziali riasfaltature, all’incirca una ventina di tratti stradali ammalorati distribuiti su tutta l’arteria viaria su entrambe le carreggiate.

Per garantire la sicurezza dei veicoli in transito e il successivo svolgimento dei lavori, a partire da venerdì 24 maggio e per tutta la durata degli interventi, lungo il tratto indicato sarà istituito un limite di velocità di 30 chilometri orari.

TORINO CLICK

Auto contro moto, muore centauro

Questa mattina a Racconigi un motociclista è deceduto in un incidente stradale. Gli è stato fatale lo schianto tra la moto e un’auto all’incrocio tra corso Principi di Piemonte e via Ignazio Vian. Sul posto il 118 e i carabinieri ma non è stato possibile salvare il centauro.