ilTorinese

Grugliasco, il sindaco in visita ai soggiorni marini

Il sindaco Emanuele Gaito, accompagnato dalla vicesindaco e assessore alle politiche sociali e dalla Presidente della 5ª commissione Sandra Cannia, sono andati a trovare, venerdì scorso, i concittadini over 60 che hanno aderito alla proposta comunale dei soggiorni marini a San Bartolomeo, in provincia di Imperia, in Liguria. “Un grazie agli accompagnatori e agli albergatori liguri” da parte del Conune di Grugliasco sui social. (Foto Facebook)

Croce Rossa in festa in piazza Solferino

La Croce Rossa celebra i suoi 160 anni di impegno e lo fa a Torino lunedi 24 giugno, festa del patrono San Giovanni, con un evento aperto a tutti in piazza Solferino.
Dalle 9 alle 13, si possono imparare le regole del primo soccorso, vedere i mezzi della CRI, approfondire il proprio stato di salute

A cura di Croce Rossa Italiana – Comitato Regionale del Piemonte

Sergio Bartoli (Lista Cirio): un sindaco in Regione

Tra le priorità del neo eletto consigliere i trasporti, l’ambiente, i servizi della sanità per i cittadini 

Sergio Bartoli, sindaco di Ozegna è una delle sorprese di queste elezioni regionali: ottiene quasi 3000 voti ed entra in Consiglio regionale con la lista civica di Alberto Cirio piazzandosi al secondo posto dopo il navigato Silvio Magliano. La maggioranza di centrodestra del riconfermato governatore potrà così contare sul sostegno di un uomo del Sud ormai diventato a tutti gli effetti canavesano Doc.
Classe 1973, è molto conosciuto in zona per il suo attivismo amministrativo e imprenditoriale nel campo della ristorazione. Tra i successi della sua amministrazione, nel novembre 2022, Ozegna è stata riconosciuta dal Consiglio d’Europa con il marchio ELoGE per l’eccellenza nella governance comunale, e 2018 dal Senato della Repubblica come «Comune di Eccellenza – 100 Mete d’Italia».
Sindaco Bartoli, perché la decisione, che è stata premiata con la sua elezione, di scendere in campo per la Regione?
Credo che l’attività di primo cittadino mi abbia consentito di maturare un’esperienza che potrà darà buoni frutti per il territorio. Da sindaco mi sono sempre posto l’obiettivo di favorire la coesione e la collaborazione tra i comuni del territorio: in questo senso la Regione è l’ente più adatto per lavorare in tal senso.
Quali sono i temi di cui si occuperà in particolare?
L’ambiente sarà sicuramente una delle priorità. Il tema del cambiamento climatico, il dibattito riaperto su nucleare, il problema dei rifiuti e delle nuove fonti energetiche sono solo alcuni degli aspetti che ci fanno comprendere come le tematiche ambientali incidano sulla vita dei cittadini e sull’economia.
Altre questioni del territorio che intenderà affrontare nella legislatura?
Sicuramente i trasporti e i le infrastrutture. Il Canavese ha necessità di essere meglio collegato con Torino. Ci sarà molto da fare per implementare e rendere più efficienti i collegamenti ferroviari per agevolare i pendolari. Anche le strade richiedono maggiore attenzione da parte della Regione e della Città metropolitana.
Torino e il territorio metropolitano  sono un’area critica anche sul versante occupazionale…
Nella mia agenda avranno spazio le tematiche dal lavoro, delle imprese e dell’occupazione: da imprenditore penso di essermi fatto un bagaglio di esperienza considerevole. Dobbiamo pensare da un lato ai giovani affinché siano formati adeguatamente per affrontare il mondo del lavoro e dall’altro alla situazione delle imprese, non solo quelle di grandi dimensioni ma anche le piccole e medie che rappresentano il tessuto economico del Piemonte, vessate da tasse e burocrazia asfissianti.

Infine, argomento fondamentale è la sanità che anche nella nostra regione presenta serie criticità.
La sanità  rappresenta più dell’80 per cento del bilancio regionale. C’è molto da fare, anche se la giunta Cirio già nel precedente mandato ha attivato un percorso importante sulla riduzione delle iste d’attesa, su nuove assunzioni e su un piano per realizzare nuovi ospedali sul territorio. Come sindaco conosco le esigenze dei cittadini e credo di poter dare il mio contributo per migliorare i sevizi territoriali.

Il “Farò” cade verso Porta Nuova, sarà un anno fortunato

Il tradizionale “Farò”, il falò’ della festa di San Giovanni che brucia ogni 23 giugno in piazza Castello, consumato dalle fiamme è caduto questa sera verso Porta Nuova. Secondo la tradizione (e la superstizione) popolare ciò significa 12 mesi di fortuna per Torino. Soddisfazione per il buon esito è stata espressa dal sindaco Stefano Lo Russo: “L’augurio, per Torino, è che l’anno che ci aspetta sia davvero positivo, un anno di crescita: il toro del Farò, caduto verso Porta Nuova, la parte “giusta” secondo la tradizione, ci fa ben sperare.
E ci fa ben sperare la voglia di trovarci insieme a celebrare la festa del patrono della città: una comunità coesa e unita passa anche attraverso la sua capacità di guardare al futuro mantenendo, contemporaneamente, vive le sue radici”.

Schianto mortale: una vittima nello scontro frontale

Un altro incidente mortale sulle strade del Piemonte. La vittima è un sessantenne di Refrancore, nell’Astigiano. E’ morto sul colpo in uno schianto sul rettilineo tra Sessant e Serravalle. Coinvolte la Hyundai Atos guidata dalla vittima e una Mercedes.

Controlli nelle aree della movida torinese: multe a quattro locali

Ieri sera hanno avuto luogo i controlli congiunti della Polizia di Stato e delle altre forze di polizia – Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Locale – nelle aree maggiormente caratterizzate dal fenomeno della “movida”.

L’attività si è concentrata nel quartiere San Salvario con particolare riferimento in via Berthollet, Largo Saluzzo e poi ancora nell’area di Piazza Vittorio Veneto riportando:

  • all’identificazione di 153 persone;
  • al controllo di 16 esercizi pubblici;
  • all’emissione di 6 sanzioni amministrative di 7.692€, nei confronti di 4 locali.

In particolare, il primo esercizio commerciale sito in Corso Regina è stato sanzionato per mancanza di HCCP e carenze igienico-sanitarie portando ad una sanzione complessiva di 3.000€; diverso da un secondo locale nei pressi della Galleria S. Federico, che è stato sanzionato per 2.660€ per la subordinazione della metratura autorizzata del dehor e del livello acustico.

In via S. Francesco D’Assisi un terzo esercizio, invece,  è stato sanzionato per aver superato l’orario di apertura consentito, riservando una sanzione di 1.032€.

Infine l’ultimo locale, in Piazza Vittorio Veneto, è stato sanzionato per 1.000€ per carenze igienico sanitarie.

I servizi di polizia nelle aree sopra menzionate continueranno con cadenza regolare.

Rock Jazz e dintorni a Torino. I Subsonica e i CCCP

GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Per l’Evergreen Fest alla Tesoriera si esibiscono i Principi.

Martedì. Al Blah Blah suonano i Slapshot.

Mercoledì. Debutta il Festival “Flowers” alla Lavanderia a Vapore del Parco della Certosa di Collegno, con il concerto rap di Salmo & Noyz Narcos. Al Blah Blah suonano i Raining  Nails.

Giovedì. Per “Flowers” a Collegno si esibiscono i CCCP. Al Blah Blah sono di scena gli Arcano 16. Al Cafè Neruda suona il Ballestrero Liberti duo. Al Kontiki inaugurazione del Festival Climax con l’esibizione dell’attivista musicista Lotta.

Venerdì. A “Flowers” si esibiscono i Subsonica con Bianco. Al Blah Blah sono di scena i Domani Martina. Alla Tesoriera per “Evergreen Fest” si esibisce Serena Brancale. Artico Festival a Bra, propone nel parco della Zizzolla,  Vasco Brondi preceduto da Lucio Corsi.

Sabato. Per “Flowers” suonano gli Idles.  Al Parco della Tesoriera per il “Green Fest” si esibisce Simone Campa & Orchestra  Terramadre. Per Artico Festival a Bra è di scena Ditonellapiaga.

Pier Luigi Fuggetta

Amanda Sandrelli, Francesco Mazzonetto e Gianluca Luisi: incanti e decanti a Villa della Regina

La terza edizione del Festival Internazionale “Musica Regina in Villa”, ideata e diretta dal Maestro Francesco Mazzonetto, si avvia verso la conclusione e Domenica 23 giugno chiude con l’omaggio al Maestro Ezio Bosso.

Venerdi 21 giugno, nei Giardini di Villa della Regina, compare un pianoforte a coda suonato a quattro mani. Il tempo è sospeso e la città, che corre frenetica verso il fine settimana, si scorge dall’alto. Quella a cui assisto è una lezione di bravura concertistica perfettamente governata dai Maestri Francesco Mazzonetto e Gianluca Luisi, e a una storia della sera raccontata alla maniera dei cantastorie con la voce elegante e suadente di Amanda Sandrelli. Va così in scena lo storico duello musicale tra Mozart e Clementi. La serata fa parte del programma del Festival Internazionale “Musica Regina in Villa” fortemente voluto dal suo direttore artistico, il Maestro Mazzonetto. Ma come ci siamo arrivati? Ho la possibilità di incontrare i protagonisti la mattina dopo. I volti dovrebbero essere stanchi, invece vedo i tratti rilassati di chi ha appena fatto qualcosa che ama e porta avanti con passione. Vedo tre artisti, ma soprattutto vedo una bella amicizia. E allora parto dalla più classica delle presentazioni.

Come vi siete conosciuti? Ho l’impressione che questo spettacolo non sia frutto di un incontro casuale destinato a non aver seguito.

Sandrelli: ho conosciuto Francesco tramite mio figlio che suona il pianoforte. Loro si sono incontrati in una master class e son diventati amici. Poi ci siamo incontrati tra genitori ed è nata un’amicizia anche tra noi. Francesco è un talento naturale e la possibilità di lavorare con lui è per me un privilegio. Notavo ieri come non tutti gli artisti si commuovano e abbiano il piacere di ritrovare il talento in un ragazzo così giovane. A me sembra così naturale, eppure non è così. Ci sono maestri, registi o attori addirittura irritati dalla bravura in una persona giovane. Io invece se scorgo il talento me ne innamoro e, se è possibile fare qualcosa insieme, lo considero un regalo. Il maestro Luisi invece l’ho conosciuto tramite Francesco e vederli insieme è meraviglioso.

Luisi: ho conosciuto Francesco una decina di anni fa, nel 2016, a 16 anni, è venuto al concorso di Osimo dove sono direttore artistico. Gli consegnai un premio speciale per il pezzo che portò: la sonata Op 22 di Schubert. Posso dire di conoscerlo sin dal suo esordio artistico, e ho visto I suoi primi successi. É un pianista maturo che suona non solo con talento ma con intelligenza e maturità. Si sa interfacciare con il mondo dell’arte di oggi. Gli artisti sono artisti del proprio tempo e lui ha la capacità di proporsi anche creando un festival con tante sfaccettature che non sono solo quelle della musica classica ma che sfociano anche nella contemporaneità. Francesco è un artista moderno. Nel suo ultimo disco per Sony, dove interpreta autori italiani poco suonati, lui dimostra un interesse culturale che è nato e cresciuto in conservatorio ma che si affaccia su un panorama decisamente internazionale.

Mi ero ripromessa di non usare il cliché dell’età. Non amo sentir parlare di giovane musicista o giovane scrittore a 26, 28 o 30 anni. Mazzonetto anagraficamente è giovane, ma ha un percorso ormai spianato a livello internazionale, costellato di successi e di conferme anche da mostri sacri come Uto Ughi, che lo ha invitato al suo festival. E poi appare subito chiaro, dal piglio con cui parla del Festival Regina in Musica, come lui lavori davanti e dietro le quinte per organizzare, promuovere e presentare. E allora facciamo un bilancio di questa 3 edizione?

Mazzonetto: non potrei che essere soddisfatto. Ad oggi abbiamo avuto una grande risposta del pubblico nonostante la pioggia. E vedo che le persone hanno capito che a giugno hanno un appuntamento fisso con la bellezza architettonica e musicale. Questo festival si sta affermando nel palinsesto culturale della città. E Villa della Regina è un luogo di accoglienza. Non ho scelto a caso questo posto. Io volevo far vivere ai torinesi un palazzo che è stato chiuso e dimenticato per troppi anni.

Sandrelli: le cose belle possono stare insieme. In Italia siamo pieni di risorse artistiche e a volte ci sono luoghi di cui non ci prendiamo cura. Questo festival aiuta a scoprire e sistemare un luogo: qui l’arte aiuta l’arte.

Mazzonetto: io sono grato agli sponsor che ci hanno sostenuti e accolti qui. L’ho detto ieri: sono raggi di sole tra nuvole nere. Questo è un luogo di pace e di ascolto. L’ho visto nel pubblico del festival. E anche la scelta dei protagonisti di ogni serata non riguarda solo la qualità a livello artistico ma anche a livello umano. Ho cercato di portare qui artisti sinceri, onesti anche perché queste sono qualità che il pubblico riconosce subito. Se uno finge, vieni scoperto. E quando ho pensato al duello tra Mozart e Clementi, ho scelto subito Amanda come voce narrante.

Già, un duello tra due mostri sacri della musica: Wolfgang Amadeus Mozart e Muzio Clementi. Come avete costruito questo spettacolo?

Sandrelli: Francesco mi ha mandato due articoli e da quelli ho iniziato a documentarmi. Ho cercato di imbastire un discorso teatrale e poi insieme ai maestri ci siamo confrontati per capire come il testo potesse servire alla musica e come la musica potesse completare il testo. Alla fine ho inserito una lettera di Mozart che ci restituisce un uomo che chiedeva di essere ascoltato. Mozart è stato dipinto come un esaltato, uno sbruffone, e per carità c’era anche questo. Ma nelle sue lettere, che io leggo e rileggo, si scopre un lato tanto umano quanto commovente.

Non sveliamo troppo di questo spettacolo, chi legge potrebbe intercettarlo in futuro e decider di venire a sentirlo. Perché non lo abbandonate, vero? Questo lavoro va portato nelle scuole. O magari si potrebbe portare I ragazzi in un auditorium cittadino…

Mazzonetto: ci sto lavorando parlandone con presidi e istituzioni. E a dir la verità posso dirti che in molte aule magne delle scuole ci sono bellissimi pianoforti che nessuno suona mai. Porteremo avanti il progetto, c’è molto da fare ma a me la stanchezza di tutto il lavoro che ne deriva non mi pesa.

Sandrelli: e qui la giovane età aiuta!

Quando parlate di ascolto, ammetto ieri di aver scoperto un Mozart diverso. Nella freschezza di alcuni passaggi ci ho sentito note jazz e sentori modernissimi, come se quei brani fossero stati scritti ieri.

Luisi: perché la musica è contemporanea e si fa nel momento in cui suoni. Riproduciamo Mozart ma siamo noi e siamo nel 2024. Il nostro modo di suonare non sarà mai quello del 1700 e la nostra interpretazione non assomiglierà mai a quella del suo tempo. Si studia e si studia tanto, si fa ricerca ma il compito dell’interprete, come diceva Busoni, è quello di ridare vita all’opera e di ricrearla. Il compositore dà indicazioni che contengono il senso, cosa ci ha volute dire. Immagina il messaggio in una bottiglia. Sta all’interprete scoprire quel messaggio e trasmetterlo al pubblico. Vede, spesso mi criticano definendomi performer. Mi chiedono come mai non compongo, che poi in realtà io compongo anche. Ma ci sono musicisti che compongono senza comunicare niente. Anche il performer può creare. Non si limita a eseguire. Entra in un pezzo, ne comprende lo stile dell’autore, attraversa l’opera e la restituisce. Alla fine è come se l’avesse creata lui stesso. Certo ci vuole coraggio.

In che modo serve il coraggio?

Luisi: Liszt diceva che la più grande virtù di un musicista è il coraggio. Ma il coraggio non è solo andare davanti al pubblico e vincere l’ansia da palco, ma affrontare qualcosa di diverso, di nuovo.

Sandrelli: bellissima anche la frase di Mahler “la tradizione è custodire il fuoco, non venerare le ceneri”.

Come in Teatro quando affronti un classico…

Sandrelli: esattamente come in Teatro. Ti svelo un segreto. Tu porti in scena un personaggio e dopo la prima o anche dopo cinquanta repliche, lo fagociti e lo digerisci. E se il regista è bravo ti dirà che non può più dirti come fare un gesto o dire una battuta, perché tu conosci quel personaggio meglio di lui. Tu lo puoi far rivivere.

Cosa che non sempre riesce. Ho visto allo Stabile uno Shakespeare con musica elettronica e avrei voluto prendere a testate la produzione.

Sandrelli: perché non basta mettersi i giubbini di pelle o la musica elettronica per modernizzare Shakespeare. Che poi non c’è niente da modernizzare. Ci sono opere che raccontano dinamiche universali che travalicano il tempo. Ma quei testi li devi leggere cento volte o finché non hai capito il messaggio del suo autore. Ti devi mettere in ascolto. Però lascia che ti dica una cosa: a volte si può uscire da teatro anche senza aver capito un’opera. Ti metti in ascolto e poi ti chiedi: mi è piaciuta? A volte non c’è niente da capire.

Mazzonetto: veniamo da un secolo dove la musica doveva essere capita. Spesso la gente è intimidita dalla musica classica perché crede di non comprenderla. Ma questo è un retaggio del passato dove spesso la musica è stata descritta in termini poco comprensibili. Abbiamo la responsabilità oggi di riportare la musica al pubblico. A volte capita che la gente applaude quando il brano non è ancora concluso. A me non dispiace perché sento che quell’applauso nasce da un sentimento che non ti permette di trattenerti.

Maestro Mazzonetto, lei Domenica 23 chiude il Festival ricordando il Maestro Ezio Bosso. Lei ha avuto modo di studiare con lui, magari in quelle lezioni aperte che faceva a Palazzo Barolo?

Mazzonetto: andavo a quelle lezioni, aspettavo che terminasse e poi passavamo il tempo a chiacchierare e discutere. Avevo conosciuto Ezio prima di Sanremo, avevamo lo stesso manager, e lui mi ha insegnato come si potesse vedere un altro modo per rapportarsi alla musica. All’epoca registravo il primo cd per Sony, lui mi consigliò una melodia di Gluck trasferita da Sgambati. Successivamente scoprii che per lui questo brano fu molto importante perché proprio con questo aveva ripreso a suonare il pianoforte dopo una lunga degenza. Nel mio secondo CD, uscito poco fa sempre per Sony, ho inserito un brano di Ezio. Era una persona che riempiva una stanza, con una cultura immensa. L’ambiente accademico non è stato in grado di cogliere a pieno il valore che Ezio poteva portare alla musica. L’apparizione sanremese fu criticata mentre Ezio aveva compreso il valore che un’ospitata potesse avere per la divulgazione. Da quando ho ideato questo Festival nel 2022, inserisco sempre momenti per ricordarlo.

E se domani, prima di avvicinarsi al pianoforte lei dovesse ripensare a un consiglio di Ezio Bosso, cosa le verrebbe in mente?

Mazonetto: Che la musica si fa tutti insieme.

Sandrelli e Luisi devono correre a prendere un treno. Mazzonetto resta qui a coccolare la sua creatura, l’international Music Festival Regina in Villa, e a metterla poi a riposo sino al prossimo anno. E Torino? Torino farebbe bene a tener d’occhio questo suo enfant prodige che sulla carta avrà anche 26 anni, ma sulle spalle ha il fardello necessario per prenderci per mano e guidarci verso altre storie, sensazioni e duelli. L’unica cosa che serve a noi è un pizzico di coraggio per scoprire e una buona dose d’ascolto per lasciarci sorprendere.

Lori Barozzino

 International Music Festival Regina in Villa

c/o Villa della Regina

Domenica 23 Giugno ore 20

Concerto Omaggio a Ezio Bosso

Francesco Mazzonetto (pianoforte), Stefano Aiolli (violoncello), Anton Gerasimov (violino)

Il biglietto è quello per visitare Villa della Regina.

Gianluigi De Marchi: giornalista, Cavaliere e campione del mondo di lettere pubblicate dai giornali

RITRATTI TORINESI  

 

Gianluigi De Marchi, nato a Celle Ligure nel 1944 da genitori genovesi sfollati, è sempre stato legato alla cittadina di Camogli, dove i suoi bisnonni e trisnonni facevano gli armatori. Camogli rimane per lui, come afferma il titolo di un libro, la città “dei mille bianchi velieri”, in quanto all’epoca si trattava di una località attrezzata ad ospitare lo sviluppo del settore navale. Il padre di Gianluigi De Marchi era agente di cambio e scriveva una rassegna borsistico settimanale, attività che è stata in seguito tramandata al figlio che, al conseguimento della maturità, ha iniziato ascrivere una rassegna borsistica settimanale supervisionata dal padre. Proprio di borsa, economia e finanza ha continuato a occuparsi per le maggiori testate nazionali, quali Il Tempo, La Repubblica, il Corriere della Sera e il Sole 24 Ore oltre a varie riviste del settore.

“Il mio impegno – afferma Gianluigi De Marchi – è sempre stato quello di cercare di spiegare in maniera semplice le questioni complesse, perché ritengo che i giornalisti debbano farsi comprendere da tutti in un linguaggio accessibile e corrente. Non amo lo sfoggio di cultura con termini inglesi non sempre comprensibili. Da anni sono collaboratore del Torinese, un quotidiano online, sul quale affronto gli argomenti sempre di maggiore attualità, della borsa, della finanza e dell’andamento economico nazionale. Ho anche scritto articoli sugli oroscopi, tratteggiandoli con particolare ironia”.

“Una nomina di cui sono orgoglioso è quella di Cavaliere – continua De Marchi – che mi è stata conferita dopo due anni di istruttoria dal Prefetto Cafagna, e presentata dalla onlus Muse, associazione della quale faccio parte da più di vent’anni che si occupa della facilitazione e integrazione dei bambini extracomunitari nelle scuole. Muse fa coesistere i bambini attraverso la comunicazione non verbale, coinvolgendoli in attività di danza, canto, mimo e disegno, tutte iniziative che non comportano l’utilizzo della lingua. Si tratta di un progetto di carattere internazionale che risale agli anni Cinquanta, ideato dal musicista Yehudi Menuhin, per integrare popolazioni arabe e israeliane, evidenziando come possa sempre esserci un dialogo a partire dai bambini. A Torino sono circa una quarantina le scuole che hanno aderito al progetto. I presidi di questi istituti hanno concesso due ore settimanali per questo tipo di attività. Generalmente le scuole interessate sono situate nei quartieri torinesi più ‘difficili’”.

Gianluigi De Marchi può fregiarsi anche di altri titoli ricevuti in passato, come quello di Campione del Mondo per il maggior numero di lettere pubblicate dai giornali, ottenendo anche il Guinnes Award (Guinness dei primati). Nel 2022 sono uscite 12 lettere nell’arco di una settimana. Nel 2005 ha vinto 150mila euro partecipando con successo alla trasmissione “Chi vuol essere milionario”, condotta da Gerry Scotti, e ha donato metà della vincita alle associazioni che sostiene da sempre: La lega del Filo d’Oro, per i bambini più sfortunati, è AMREF, una lega fondata da popolazioni africane per aiutare i loro connazionali in difficoltà. Per i suoi 75 anni ha inventato, spronato dai suoi nipotini, il personaggio Nonno Scemo, che ha ottenuto un buon successo di visualizzazioni sulla piattaforma YouTube, dove sono presenti più di 450 “teatrini” in stile umoristico-demenziale. De Marchi è stato anche l’inventore dell’Oigoloro (Orologio, se letto al contrario), un gioco di parole derivante dal suo utilizzo se posizionato di fronte a uno specchio, in modo da poter leggere correttamente l’ora quando ci si trova dal barbiere o davanti a uno specchio per la toilette femminile.

 

 

 

 

Mara Martellotta

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