SOMMARIO: Elkann e la fine della Fiat – La Francia di Macron vicina al tracollo – Lettere







Genoa e Torino pareggiano senza adrenalina nell’anticipo della 15/a giornata di Serie A. Vojvoda è stato il solo a tentare un gol finendo sul palo alla fine del primo tempo. Karamoh al 43′ della ripresa si è visto annullare la rete. I granata sono a quota 16 con l’Empoli.
LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo
Si moltiplicano, e per fortuna, le iniziative sulla presenza politica e pubblica dei cattolici. O meglio, per essere più precisi, sulla presenza e sul ruolo dei cattolici nella politica del passato. Si tratta, prevalentemente, del ricordo dei leader democristiani attraverso la pubblicazione di libri o pamphlet o della rilettura di esperienze politiche quasi sempre riconducibili ad una stagione storica che ha visto e registrato il protagonismo politico indiscusso dei cattolici italiani sulla scena pubblica.
Ora, per non continuare a rifugiarsi nel passato, è di tutta evidenza che a fronte di quella straordinaria stagione che si è snodata per vari decenni, fa da contraltare una fase – quella attuale – dove si registrano, purtroppo e forse anche inspiegabilmente, atteggiamenti caratterizzati dalla testimonianza, dal ricordo e dal rimpianto. Categorie decisamente importanti ma che, al contempo, denunciano una sostanziale impotenza dei cattolici nei confronti della politica contemporanea. Una impotenza che campeggia nei molti convegni che vengono organizzati nella vasta periferia del nostro paese e che stenta, per ragioni complesse e molto articolate, a trasformarsi in una concreta iniziativa politica. Certo, si tratta di un tema che non può essere affrontato con criteri banali e superficiali, ma è indubbio che non possiamo non dire che, dopo la decisione di chiudere l’esperienza – scelta forse troppo affrettata e non sufficientemente meditata – del Partito popolare italiano, la presenza organizzata dei cattolici si è andata progressivamente disperdendosi sino al punto di diventare del tutto irrilevante. Almeno sotto il profilo politico, culturale e anche programmatico. Certo, la cultura e la tradizione del cattolicesimo popolare e sociale continua ad esserci in alcuni partiti attraverso la presenza attiva di esponenti che, seppure con molte difficoltà e contraddizioni, si rifanno a quel filone di pensiero.
Ma è di tutta evidenza che si tratta di apporti che, nella migliore delle ipotesi, si riducono ad essere delle vere e proprie foglie di fico rispetto al progetto politico e culturale complessivo del partito di riferimento. Ed è anche per questa ragione, semplice ma essenziale, che la presenza di questa tradizione e di questa definita e precisa cultura politica fanno notizia solo quando vengono ricordate le gesta, le iniziative e il magistero dei grandi leader e statisti democratico cristiani del passato. Certo, oggi non ci sono più i partiti identitari e con l’avvento dei partiti plurali – anche se, il più delle volte, si riducono ad essere partiti personali o del capo – sono molte le culture e le sensibilità politiche che contribuiscono a costruire e a definire l’identità e il progetto stesso dei partiti. E sono anche queste le ragioni che portano ad attenuare una presenza politica autonoma ed organizzata dei cattolici italiani, malgrado le decine e decine di esperimenti locali e nazionali – tutti puntualmente falliti a livello politico ed elettorale – che si sono succeduti i questi ultimi anni.
Ecco perchè, e senza alcuna presunzione, al di là di continuare ad escogitare strumenti organizzativi che siano in grado di rappresentare e ricomporre la maggioranza dei cattolici che hanno una comune e spiccata sensibilità politica, la vera scommessa oggi è quella di saper contribuire a ricostruire un progetto politico e di governo che non sia eccessivamente lontano da ciò che ci hanno trasmesso i leader e gli statisti del cattolicesimo politico del passato. Sarebbe, questo, già uno straordinario e qualificato passo in avanti sulla strada di un rinnovato protagonismo politico e culturale dei cattolici popolari e sociali. Senza illusioni e senza velleitarismi.
Si rinnova l’impegno diretto dei Lions sostenitori del progetto “Bambini nuovi poveri”, che da più di dieci anni raccoglie in città e provincia beni di prima necessità per stare a fianco dei più piccoli che vivono in famiglie in difficoltà. Sabato 14 dicembre i volontari dei Club Lions di Torino e cintura saranno nuovamente alle casse dell’ipermercato Carrefour “La Certosa”, in via Spagna 10/12 a Collegno (TO), dalle 09:00 alle 19:00, per la “Colletta per l’infanzia” volta a raccogliere i giocattoli che i clienti vorranno acquistare e generosamente donare.
Da sempre dalla parte dei bambini, con questo tipo di operazioni i Lions di Torino e cintura, in 10 anni hanno aiutato oltre 4.000 famiglie residenti sul territorio. «Solo a Torino e cintura ci sono 5.900 bambini poveri ogni anno. Aumenta il numero di persone bisognose di aiuto ma, dall’altra parte, diminuiscono l’offerta e il numero di donatori. Un calo dovuto alla crisi economica generalizzata, che interessa ormai larga parte della società» ha spiegato la Coordinatore Service Lions Bambini Nuovi Poveri, Giovanna Sereni «Per questo è importante presidiare il territorio stando sempre dalla parte dei più piccoli. Abbiamo allargato la tipologia dei prodotti per le donazioni e, oltre all’alimentare, adesso raccogliamo anche prodotti per l’igiene, materiale scolastico e vestiario. In questo caso, data la vicinanza al Natale, sabato ci concentreremo soprattutto sui giocattoli».
Iniziativa di Fondazione FORMA
Dalle ore 11 in Piazza Polonia 14° edizione del “Raduno dei Babbi Natale”. Obiettivo di questa edizione è la ristrutturazione del reparto di Patologia Neonatale e della Prima Infanzia dell’Ospedale Regina Margherita.
Per partecipare alla manifestazione è necessario indossare il vestito da Babbo Natale.
7.12.2024 – La giunta Cirio lascia a dicembre più di 18 mila borsisti Edisu (l’ente regionale che amministra i fondi del diritto allo studio universitario) senza erogazione della prima rata, mettendo così in grave difficoltà famiglie e giovani che con questi soldi pagano gli affitti mensili, fanno la spesa quotidiana e di solito comprano i biglietti di viaggio per rientrare a casa per le vacanze di Natale.
A causa della cattiva amministrazione della Giunta Cirio e della gestione allegra delle finanze regionali, Edisu Piemonte non potrà pagare a dicembre nessuna prima rata delle borse di studio.
Una situazione gravissima che non si era mai verificata con questa portata.
La Regione ad oggi non ha le risorse da trasferire ad Edisu nei tempi e nelle modalità consuete e ha comunicato ad EDISU che il trasferimento avverrà solamente a fine gennaio.
Se tutto andrà bene i borsisti vedranno soddisfatto il loro diritto a febbraio, con 2 mesi di ritardo.
Un brutto biglietto da visita alla vigilia delle Universiadi e una doccia fredda per gli studenti, che disvela finalmente quello che il Partito Democratico denuncia da anni: la giunta Cirio ha gestito con leggerezza il bilancio della Regione.
Oltre al ritardo della prima rata delle borse di studio già concesse, ci preoccupano le incertezze sulla governance di Edisu e le continue minacce della Lega di ridurre i fondi sul 2025. Cirio e Fratello d’Italia saranno capaci di contenere l’alleato riottoso?
Daremo battaglia.
Monica CANALIS e Daniele VALLE – consiglieri regionali PD
Quale potrebbe essere il trait d’union fra due tradizioni apparentemente così lontane come il Tango Argentino e la Via del Sale che unisce Torre Pellice a Sanremo?
Apparentemente poco o niente. Eppure, scavando fra le pieghe di alcuni fatti umani, si possono scorgere strette connessioni; il tango è una danza creata nei più poveri barrios di Buenos Aires tra immigrati europei arrivati nel Nuovo Mondo alla ricerca di riscatto e di un futuro unicamente da scavare con le proprie mani. Sono uniti da solitudine affettiva, una cultura diversa ed emarginante, il relativo prezzo di emarginazione sociale che ogni immigrato deve sempre pagare e da profonde nostalgie per una terra natìa che probabilmente non rivedranno mai più.
Nei barrios malfamati, evitati dalla borghesia ispanica, giovani uomini e donne del vecchio continente ‘malati di vita’ iniziano ad incontrarsi al suono di pochi strumenti, su palchetti improvvisati, unendo i loro corpi al suono di ritmi spontanei, desiderio di trasgressione, un erotismo non più da nascondere come nei Paesi d’origine (la leggenda del tango argentino nasce a fine XIX secolo), ma da valorizzare al ritmo di un’unione precisa nei movimenti, creata per atletiche fisicità. Come non poche volte nel cammino umano, l’esigenza, l’abitudine, la continua sperimentazione si solidificherà in Cultura, in un discorso complesso, un valore sempre più globale e simbolicamente più tardi riassunto dal famosissimo Tango de Gardel di Piazzolla.
Le vie del sale, rotte commerciali la cui origine si perde nella notte dei tempi, erano antichi percorsi e rotte di navigazione. Non esisteva un’unica via del sale: vari popoli utilizzavano diverse reti di collegamenti per portare varie merci, in cambio di un elemento indispensabile per la conservazione degli alimenti nel lungo periodo. Ogni produzione alimentare aveva estremo bisogno di elevate quantità di sale marino, ma anche attività artigianali come la concia delle pelli e la tintura ne richiedevano l’uso.
Per quanto riguarda la nostra piccola parte di mondo, incastonata fra il mediterraneo occidentale e le alpi, l’antica comunicazione fra la pianura padana, la Liguria, i territori francesi di Provenza, Savoia, Svizzera, permetteva il commercio di questo materiale prezioso, di difficile reperibilità per regioni lontane dal mare.
Fu il Sacro Romano Impero a costituire feudi con lo scopo di mantenere un passaggio sicuro verso il mare; assegnò questi territori a famiglie fedeli che per secoli controllarono le vallate, garantendone la sicurezza dei convogli. Il trasporto su terreni accidentati veniva effettuato a dorso di mulo. Le pianure, dove possibile, trasportavano invece il sale per via fluviale mediante grandi chiatte.
Da lontanissime origini e storie si arriva perciò all’oggi. L’umile saliera presente in ogni cucina, rappresenta l’ultimo anello di una catena lunghissima che ha permesso alle genti di vivere, viaggiare, far prosperare economie.
Quindi abbiamo forse trovato il l’emblematico trait d’union fra questi lontani argomenti. La carovana del Tango Argentino e la Via del Sale, che da Torre Pellice arriva a Sanremo racconta – su differenti scale – l’incessabile cammino dell’uomo, il suo nomadico spostarsi per placare bisogni e sete di conoscenza. Dietro ogni nuovo insediamento si creano codici che, inizialmente partiti da esigenze di sopravvivenza, si sedimentano in culture, mix di informazioni che si spostano, contaminandosi vicendevolmente in millenari rivoli che saranno a loro volta nuovamente rielaborati in un cammino polisemico senza fine.
A breve questo racconterà la bellissima Capitale dei Valdesi, con una serie di avvenimenti a partire da domenica 8 fino al 15 dicembre, grazie alle idee e la direzione artistica di una sempre effervescente e coltissima Monica Nucera Mantelli.
Ferruccio Capra Quarelli
SAUZE D’OULX – Quest’anno niente ponte dell’Immacolata e di Sant’Ambrogio per via del calendario che vede l’8 dicembre di domenica, ma non cambia la tradizione che vuole in questi giorni il via ufficiale alla stagione invernale.
Il meteo annuncia per il weekend una nuova spolverata di neve che contribuisce ad abbellire il paesaggio.
Vialattea per questo weekend apre anche la Seggiovia Sportinia, la Seggiovia Lago Nero ed il Tappeto Sportinia con la possibilità di sciare sulla Pista 11 dallo Chalet Mollino a Clotes.
Il weekend dell’Immacolata si preannuncia quindi ricco di iniziative per dare il via alla stagione all’insegna del divertimento così come è proprio nel DNA di Sauze d’Oulx.
In questo weekend il via al concorso “Presepi in vetrina” promosso dal Consorzio Fortur che permette a tutti i frequentatori di Sauze d’Oulx di girare per il paese e ammirare i presepi realizzati e messi in mostra su piazze e vie da cittadini e commercianti.
Sabato 7 e domenica 8 dicembre tornano i tanto attesi Mercatini di Natale. Un mercatino che per tutto il weekend propone dalle ore 10 nella centralissima piazza Assietta oggetti di artigianato, vintage, oggettistica, arte popolare, antiquariato e collezionismo.
Sino a domenica 8 al Gioiello, poi all’Erba per le feste natalizie
Tutto ha avuto inizio una trentina di anni fa con l’immancabile “Trappoli per topi”, capolavoro a lunghissima tenitura, poi un’altra mezza dozzina di titoli per arrivare all’ultimo “Verso l’ora zero”, la traduzione è di Emanuele Aldrovandi, un succedersi di applauditi successi da parte di Torino Spettacoli a rinverdire – se ce ne fosse ancora necessità – la fama della regina del giallo, Agatha Christie. Testo collaudato sui palcoscenici londinesi a metà degli anni Quaranta, esattamente a pochi giorni dalla fine del conflitto mondiale, ancora una volta il disegno perfetto di un plot e lo studio accurato delle psicologie dei personaggi che si muovono sulla scena.
La bella scena firmata da Gian Mesturino, elegantemente british, racchiude un angolo della villa della anziana lady Tressilian, una bella dimora costruita sulla scogliera e sul mare, inondata dai versi dei gabbiani che sembrano virare di quando in quando in acide risate. La raccolta di uno scampolo d’umanità per il finire dell’estate, un soggiorno di un paio di settimane che si dovrebbe annunciare tranquillo e che al contrario sin dal suo inizio nasconde una sensazione di tragedia. Sono ospiti il giovane Nevile Strange, il nipote della padrona di casa che ha pensato di portare con sé allo stesso tempo l’attuale moglie Kay e la donna da cui ha divorziato, Audrey, a cui mostra di essere ancora molto legato, l’infelice governante che cova in sé parecchie zone d’ombra, Ted che si mostra interessato a Kay e Thomas, un cugino tornato di recente da un viaggio in Estremo Oriente, che è parso liberatorio, ma fino a che punto?, di un passato che continua a tormentarlo. Vecchio amico di lady Tressilian è l’avvocato Treves, il deus ex machina che con giusta intuizione, non soltanto letteraria, mette in moto, in maniera chiarificatrice, il meccanismo che accompagnerà le indagini del commissario di turno: “Mi piacciono le storie gialle, ma come sapete cominciano sempre da un punto sbagliato. Cioè cominciano con il delitto. Ma il delitto è la fine. La storia inizia molto prima, a volte anni prima, con tutte le cause e gli eventi che portano certa gente in un certo punto a una certa ora di un certo giorno…”. Ragionamenti, suggestioni, presenze inquietanti e accuse che hanno preso strade sbagliate, personaggi che la Christie, ancora una volta grande conoscitrice dell’animo umano, fatto di luci e di ombre, maneggia con cura, costruzioni e architetture che mantengono più che viva l’attenzione dello spettatore.
Certo ci vuole una buona professionalità, un mestiere solido e un passato più che collaudato per rendere ogni cosa, ogni passaggio inventato dall’autrice, quel suo seminare e capovolgere indizi, plausibile e avvincente. Sono quei trascorsi successi e l’affiatamento che ormai si notano nei componenti della compagnia tutta a offrire una piena certezza, a fare apprezzare appieno la verità e il gioco teatrale con cui si srotolano tensioni e sospetti, l’avvicendarsi dei sottili interrogatori, l’incastro delle differenti psicologie, il tutto guidato dalla regia precisa di Girolamo Angione. C’è la vittima e c’è chi vorrebbe riscattare un’antica passione e un tradimento, ci sono – svelati nel travolgente finale: guai a svelare in nessun caso lo svolgimento della vicenda! – gli elementi messi in bell’ordine a costruire una colpa e un colpevole, un ingranaggio perfetto e difficilmente presunto. Nel gioco stanno con convinzione Elia Tedesco e Andrea Beltramo, il misterioso e combattuto Thomas di Matteo Anselmi, Elena Soffiato e Jessica Grande, Patrizia Pozzi e Barbara Cinquatti, Stefano Bianco, Stefano Fiorillo e Simone Marietta.
Per la stagione del Fabrizio Di Fiore Entertainment si replica al Gioiello sino a domani, domenica 8 dicembre, alle ore 16; poi “Verso l’ora zero” passerà, per il calendario di Torino Spettacoli, padrone di casa al teatro Erba, dal 12 al 15 dicembre e dal 28 al 6 gennaio prossimi. Per il più che convincente divertimento di tutti.
Elio Rabbione
Nelle immagini, alcuni momenti dello spettacolo.