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Inaugurato il giardino di via Saint Bon: più accessibile, verde e sicuro

 

Un giardino con spazi completamente ridisegnati, maggiore accessibilità e sicurezza, nuove aree per il gioco e la pratica sportiva: si presenta così il rinnovato Giardino di via Saint Bon, nel quartiere Aurora, inaugurato  alla presenza del sindaco Stefano Lo Russo, dell’assessore al Verde e alla Cura della città Francesco Tresso, e del Presidente della Circoscrizione Sette Luca Deri.

L’intervento di riqualificazione è stato realizzato con fondi PNRR nell’ambito di una delle misure del Piano Integrato Urbano (P.I.U.) della Città di Torino, che prevede interventi di manutenzione straordinaria delle aree verdi interne alle Biblioteche Civiche e di quelle limitrofe. Sono 36 in totale le aree interessate dai lavori, di cui 28 aree giochi; per il giardino Saint Bon la biblioteca di riferimento è la Italo Calvino di lungo Dora Agrigento 94.

La progettazione è frutto di un percorso condiviso tra i tecnici della Divisione Verde e Parchi della Città, la Circoscrizione e i residenti del quartiere, che hanno richiesto interventi mirati per rendere il giardino più fruibile, accogliente e libero da situazioni di degrado.

“Abbiamo scelto di investire gran parte dei fondi del Pnrr sulla cultura individuando come simboli della cultura le nostre biblioteche – ha commentato il sindaco Lo Russo -. La biblioteca ha un grande valore culturale ma anche di aggregazione e in questo senso gli interventi contemplano anche le aree limitrofe con la realizzazione di spazi verdi e aree gioco, come quella che inauguriamo oggi. Luoghi come questo rispondono all’esigenza di riappropriarci dello spazio pubblico, che rappresenta una prima risposta anche sui temi della sicurezza sociale. Alle cittadine e ai cittadini che hanno promosso questa riqualificazione chiediamo di aiutarci a mantenere il decoro di questo giardino così come lo vediamo oggi”.

“Il Giardino di via Saint Bon è stato completamente rinnovato nei suoi spazi grazie ad una riqualificazione che ha tenuto conto delle preziose osservazioni degli attori e degli abitanti di Aurora – ha dichiarato l’assessore Tresso – che torneranno a frequentare uno spazio di socialità importante per il quartiere, curato, sicuro e accessibile”.

“In poco meno di quattro anni sul quartiere di Aurora sono stati riqualificati quattro giardini grazie agli interventi finanziati dall’Unione Europea – ha aggiunto il Presidente Deri -. Come per gli altri interventi abbiamo anche interloquito con i residenti che hanno scelto quale arredo urbano e quali giochi collocare”.

L’area centrale del giardino, precedentemente ribassata e strutturata a gradoni, è stata riportata al piano e trasformata in una piastra sportiva multifunzionale per il calcetto e il basket, dotata anche di un tavolo da ping pong in calcestruzzo. La grande struttura muraria in mattoni che delimitava l’area è stata demolita, in quanto poco funzionale e oggetto di mascheramento della parte posteriore del giardino.

La nuova organizzazione degli spazi ha consentito l’ampliamento dell’area giochi, ora arricchita da due nuove piastre, con quattro giochi inclusivi e nuova pavimentazione antitrauma. A tutela dei più piccoli, l’area è stata delimitata con una recinzione metallica dotata di due ingressi.

Per migliorare l’accessibilità, sono stati ripristinati i vialetti interni con pavimentazione drenante in calcestre. Importanti anche gli interventi sul verde: il terreno è stato livellato, sono stati seminati i nuovi prati e messi a dimora 25 nuovi alberi e arbusti, che garantiranno zone d’ombra nelle giornate più calde.

Per una maggiore sicurezza nelle ore serali è stato inoltre adeguato e potenziato l’impianto di illuminazione pubblica, a cura di Iren Smart Solutions. Completano la riqualificazione 12 nuove panchine in legno, due tavoli da picnic, 10 cestini portarifiuti e la predisposizione dell’allacciamento di un toret.

TORINO CLICK

Ubriaco prende a calci e pugni un infermiere

La polizia ha arrestato un  cinquantenne straniero accusato di aver aggredito un infermiere prendendolo a  calci e pugni all’ospedale di Biella. Come scrive La Stampa, in sanitario ha ripotato  una distorsione al polso. L’aggressore era stato portato al Pronto soccorso per un malore dovuto allo stato di ubriachezza. La polizia ha raccolto la denuncia del sanitario e arrestato il cinquantenne.

A luglio apre la seconda canna del Frejus

A luglio aprirà la seconda canna autostradale del Frejùs che consentirà di assorbire il traffico causato dalla chiusura del traforo del Monte Bianco.  Sono 13 i chilometri della galleria, costati 700 milioni di euro. È ancora da decidere  la data dell’inaugurazione ufficiale.

Piccole imprese competitive e sostenibili, in arrivo i fondi regionali

La Giunta regionale del Piemonte ha approvato una nuova misura a sostegno delle micro, piccole e medie imprese del territorio: “Voucher certificazioni PMI per competitività e sostenibilità”. L’iniziativa, proposta dagli assessori Andrea Tronzano (Attività produttive) e Matteo Marnati (Ambiente e Innovazione), mette a disposizione un fondo di 8 milioni di euro per favorire l’adozione di certificazioni volontarie in ambito tecnologico, ambientale e dell’innovazione sostenibile.

Obiettivo della misura è rafforzare la competitività delle PMI piemontesi, agevolandone l’accesso ai mercati nazionali e internazionali attraverso strumenti riconosciuti per la qualità e la sostenibilità.

Il contributo, a fondo perduto, potrà coprire tra il 50% e il 70% delle spese ammissibili, fino a un massimo di 100.000 euro per impresa. Le spese finanziabili includono consulenze, formazione e l’acquisto di beni e servizi direttamente connessi al processo di certificazione.

«Con questa misura – dichiara l’assessore Tronzano – vogliamo aiutare le nostre imprese a compiere un salto di qualità. Le certificazioni non obbligatorie rappresentano oggi un vantaggio competitivo fondamentale per operare nei mercati globali, soprattutto se orientate alla sostenibilità e all’innovazione. La Regione continua a investire su uno sviluppo industriale che unisce crescita e responsabilità ambientale, supportando concretamente le PMI che scelgono di innovare».

«Prosegue l’impegno della Regione Piemonte per sostenere le piccole e medie imprese, che sono fondamentali per l’economia del nostro territorio – afferma l’assessore Marnati – Con questa misura contribuiamo ad abbattere i costi di questi certificati in ambito tecnologico, ambientale e di innovazione sostenibile, per rafforzare e aumentare l’accesso e la competitività sui mercati, anche internazionali, per sostenere le esportazioni».

La misura si inserisce nell’ambito dell’azione “Supporto alla competitività e alla transizione sostenibile del sistema produttivo regionale” del Programma FESR 2021-2027, e si rivolge in particolare alle imprese attive nei settori ad alta intensità tecnologica e innovativa.

Tra i comparti più interessati figurano l’aerospazio, dove sono necessarie certificazioni specifiche per accedere alle filiere dei grandi player; la microelettronica e i semiconduttori, che richiedono standard di qualità, sicurezza informatica e ambientale per operare a livello globale; la meccatronica e l’automazione industriale, con la necessità di conformità a protocolli e normative come Industria 4.0; e, infine, le imprese attive nelle tecnologie verdi, nell’economia circolare e nei materiali avanzati, dove le certificazioni ambientali possono offrire un importante vantaggio competitivo.

Potranno accedere alla misura le imprese con sede operativa in Piemonte e almeno un bilancio approvato. I contributi saranno concessi nell’ambito del regime “de minimis” e assegnati sulla base di criteri di priorità che terranno conto anche della dimensione aziendale e del possesso di specifici requisiti, come sarà dettagliato nel bando di prossima pubblicazione.

Oltre la musica: Willie Peyote e il senso del vivere

Parlare con Willie Peyote non è mai un esercizio di routine. È un’esperienza che va oltre l’intervista, oltre la promozione: è uno scambio autentico, diretto, profondamente umano. Reduce dal successo sanremese con il brano “Grazie ma no grazie”, l’artista torinese conferma di essere rimasto fedele a se stesso. Nessuna posa da divo, nessuna distanza dal pubblico: solo la coerenza di chi continua a comunicare senza filtri, con lucidità e passione. Lo ha dimostrato ancora una volta durante un incontro d’eccezione al Salone del Libro di Torino, in dialogo con il filosofo e divulgatore Rick DuFer, in occasione della presentazione del suo ultimo libro Nessuno parla a nessuno (Cairo Editore). Ma definirlo semplicemente un “talk” sarebbe riduttivo. È stato un confronto vibrante, profondo, quasi iniziatico, che ha toccato corde delicate come il senso del fallimento, la perdita, l’importanza dei legami e la responsabilità di lasciare una traccia nel mondo. Un’ora di parole che hanno sfidato il rumore di fondo del nostro tempo. Un dialogo che ha avuto il sapore del rito: intenso, necessario, irripetibile. Con Willie Peyote, ogni conversazione è un invito a pensare — e soprattutto a sentire.

Willie, tra le tematiche che avete toccato nell’incontro c’è stata quello della perdita. Uno dei tuoi brani più intimi è stato “Sempre lo stesso film“, un brano dedicato a Libero Di Rienzo, regista e attore e tuo amico scomparso nel 2021. Un pezzo molto personale, ma che ha colpito tantissime persone. Te lo aspettavi?

Sono contento, e sinceramente non pensavo che così tante persone potessero rivedersi in un testo tanto intimo. Quella canzone è nata come una lettera a Libero. Avevo bisogno di dirgli delle cose che non ero riuscito a dirgli, soprattutto in quell’ultima telefonata a cui non ho risposto. Scrivere quella canzone mi ha costretto ad andare in profondità, a fare i conti con un dolore vero. È come se avessi fatto un riassunto dell’anno trascorso, rivolgendomi direttamente a lui. Certe persone restano importanti anche se non sono più con noi. E lo capisci solo dopo.

È un evento che ha segnato anche il tuo percorso artistico?

Ci penso, ed è giusto che sia così. Ma non direi che ha influenzato il mio percorso artistico nel senso tradizionale del termine, perché – come dicevo anche durante l’incontro con DuFer – io non vedo una separazione tra l’artista e la persona. Quella perdita mi ha colpito come essere umano, prima ancora che come musicista. Il vero dispiacere è non poter fare insieme tutte quelle cose che ci eravamo promessi. Però da eventi così tragici può nascere qualcosa di buono, se riescono a renderti una persona migliore. Allora sì, acquistano un valore.

Tra i temi che hai affrontato con Rick DuFer c’è stato anche quello del fallimento, e in un’intervista su Rolling Stone ti hanno definito “il re dei fallimenti” per la tua capacità di trasformare ciò che è scomodo in qualcosa di raccontabile. Che rapporto hai con il fallimento?

Non ho paura di parlarne, ma certo che ne ho paura come chiunque altro. Sarebbe ipocrita dire il contrario. Però non ha senso far finta che non esista: se un fallimento non diventa una spinta a migliorarsi, allora sì che diventa un vero fallimento.

Nel tuo caso non sembra mai essere stato così.

Perché cerco sempre di riflettere su quello che accade, anche quando fa male. Credo molto nel valore dell’ammissione della debolezza. La vera forza, secondo me, non è fingere di essere invincibili, ma sapere ammettere la propria fragilità. Nasconderla è la vera forma di debolezza. Affrontarla, invece, è forza.

Valeria Rombolà

Un restauro che fa importante “memoria” della nostra storia

Presentato, in Palazzo Pralormo, il restauro del “Ritratto” del conte Saluzzo di Monesiglio, generale e grande chimico. Autore, Pietro Ayres?

Nato a Saluzzo nel 1734 e scomparso a Torino nel 1810, Giuseppe Angelo Saluzzo di Monesiglio fu uno dei più illustri esponenti militari, Generale di Artiglieria, del Regno di Sardegna, ma soprattutto un grande “chimico” (fra i primi studiosi italiani di chimica dei “gas”), co-fondatore, insieme a Joseph-Louis Lagrange e a Gianfrancesco Cigna, di quella “Società Privata Torinese” che, dopo aver acquisito il nome di “Società Reale” fu trasformata, grazie all’approvazione di re Vittorio Amedeo III, in “Accademia Reale delle Scienze” (25 luglio 1783), oggi al civico 6 – priva ovviamente del titolo di “Reale” – dell’omonima via, a Torino. Il suo nome, ancora oggi, è legato in modo particolare a un tipo di “bottiglia” di sua invenzione, la “bottiglia di Monesiglio”, usata nelle esperienze di “pneumatica” per lo studio dell’anidride carbonica, mentre la Città di Torino gli ha dedicato, fin dall’ ‘800, la “via Saluzzo” (nome e date si sono, in parte, perse nel tempo durante il periodo fascista) nel quartiere di San Salvario.

Dunque, il suo, è uno (e purtroppo in buona compagnia) dei grandi nomi della storia piemontese ingiustamente trascurato e raramente ricordato in tutto il suo prestigio e in tutta la sua valenza storico-sociale.

A farne doverosa e lodevole ammenda, è oggi l’“A.N.Art.I. – Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia”, nella sua sezione torinese, cui si deve il progetto (approvato e sostenuto dallo “Stato Maggiore” dell’Esercito e dal “Ministero della Difesa”) che ha permesso di selezionare, tra la Collezione di dipinti dedicati ai personaggi militari di rilievo per la storia locale e conservati al “Museo Storico Nazionale di Artiglieria” di Torino, proprio l’ottocentesco “Ritratto” del Conte Giuseppe Angelo Saluzzo di Monesiglio, cui l’“Associazione” ha inteso dedicare un’importante “opera di restauro”.arte, storia

L’evento, rilevante sotto l’aspetto non solo storico ma anche artistico, è stato presentato nei giorni scorsi, presso il “Circolo Unificato dell’Esercito – Palazzo Pralormo” di corso Vinzaglio a Torino, alla presenza del Generale Luigi Cinaglia (Consigliere della Sezione Provinciale “A.N.Art.I.”) e di Lorenza Santa e Lucia Rossi, rispettivamente curatrice delle Collezioni dei “Musei Reali” di Torino e restauratrice con specifiche competenze nel settore dei “beni storico-artistici”.

“L’iniziativa rappresenta – ha precisato il Generale Cinaglia – un’occasione imperdibile per approfondire la storia e il recupero di un’opera che testimonia il prestigio e la memoria della tradizione militare piemontese e che sicuramente rappresenta un ‘tassello’ fondamentale del patrimonio artistico e identitario torinese”. Resta, però, il dubbio della sua attribuzione. Chi, l’autore del “Ritratto”? In merito, si sono espresse Lucia Rossi e Lorenza Santa: “Nell’ambito della sua valorizzazione la riscoperta del dipinto ottocentesco – hanno sottolineato le due studiose – ha riscosso un immediato interesse per le somiglianze con un analogo ritratto, esposto presso la ‘Galleria del Daniel’ dell’‘Appartamento di Rappresentanza’ del ‘Palazzo Reale’ di Torino, eseguito dal saviglianese ritrattista di corte Pietro Ayres nel 1840 ed anch’esso recuperato a seguito di un intervento conservativo con fondi ‘Art bonus’”.

“I restauri di entrambe le opere – hanno concluso – consentiranno ora di studiare approfonditamente i ritratti dedicati al grande scienziato piemontese, di indagare sulla committenza del re Carlo Alberto di Savoia Carignano e proseguire le collaborazioni scientifiche tra i Musei coinvolti”.

Dunque, il progetto, fatto partire, nei mesi scorsi, ha ancora un importante tragitto da compiere, al fine di dare un nome all’autore dell’opera presentata al termine del restauro. E che, se davvero fosse attribuibile a Pietro Ayres (Savigliano, 1794 – Torino, 1878) andrebbe a rinfoltire la già numerosa serie di “ritratti” d’impronta neoclassica dedicati da Ayres (cui si deve anche un album dei “costumi” e delle “armi” del Regio esercito di Carlo Alberto) a numerosi membri della famiglia reale.

Il tutto con buona (e giusta) pace per il “Ritratto”, per lo stesso Ayres e per il  grande conte, generale e indimenticato chimico, saluzzese!

Per info: “A.N.Art.I. Torino”, corso Luigi Kossuth 50, Torino; tel. 011/8170560 o

https://anartitorino.blogspot.com/?m=1

Gianni Milani

Nelle foto: La presentazione del “Ritratto” restaurato; il “Ritratto” del conte Saluzzo di Monesiglio

Il Gianduiotto di Torino, via libera all’Igp

Grande soddisfazione da parte del ministro Lollobrigida, del presidente della Regione Piemonte Cirio e dell’assessore Bongioanni

 

Il Giandujotto di Torino diventerà la decima lgp del Piemonte. E’ stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana la domanda di registrazione che segna l’avvio ufficiale dell’iter nazionale per il riconoscimento lgp di una delle specialità dolciarie fra i simboli più noti della città e del Piemonte. Saliranno così a 90 i prodotti piemontesi a denominazione d’origine tutelata fra Dop, Igp, Docg, Doc e Ig.

“Il sistema agroalimentare italiano – spiega il Ministro dell’Agricoltura e Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida – è composto di innumerevoli eccellenze del nostro territorio. Avere compiuto oggi un altro passo in avanti per il riconoscimento del GIandujotto tra i prodotti certificati lgp significa premiare il lavoro fatto. Il Giandujotto è un’eccellenza, espressione di sapienza tramandata di generazione in generazione, gusto unico e identità piemontese e italiana. Quando otterrà il disciplinare acquisterà ancora più forza sul mercato e ne verranno tutelate le sue caratteristiche inimitabili. Siamo orgogliosi di essere al fianco dei produttori”.

“Abbiamo lavorato per mesi per raggiungere questo risultato – afferma il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio – un risultato che rappresenta il riconoscimento della storia e della tradizione di un’eccellenza del territorio. Valorizzare i nostri prodotti è fondamentale per farli conoscere sempre di più e anche per renderli più competitivi sui mercati internazionali”.

“Per il Piemonte è un traguardo che vale doppio – spiega con grande soddisfazione l’Assessore al Commercio, Agricoltura, Caccia e Pesca, Parchi della Regione Piemonte Paolo Bongioanni – Una specialità che porta il nome di Torino e del Piemonte nel mondo vede finalmente riconosciuta la sua qualità, la tradizione manifatturiera dei nostri laboratori e soprattutto l’impiego tutelato della pregiata Nocciola Tonda Gentile prodotta nel nostro territorio, che trova una sua straordinaria possibilità di rilancio. Ringrazio personalmente il ministro Francesco Lollobrigida per aver seguito personalmente, insieme alla sua struttura, l’iter del disciplinare di produzione affinché rispondesse alle severe norme europee richieste per il riconoscimento.

Ora la strada è in discesa. Il GIangujotto di Torino lgp potrà entrare nel club degli ambasciatori di eccellenza della nostra regione e fregiarsi del brand “Piemonte is-Eccellenza Piemonte”.

Il disciplinare di produzione, già approvato dalla Regione Piemonte, era stato presentato lo scorso marzo al Ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e delle Foreste dal Comitato Giandujotto di Torino, che riunisce circa una quarantina tra artigiani e aziende del settore, presieduto dal maitre chocolatier Guido Castagna e con il coinvolgimento della storica azienda Lindt-Caffarel. I funzionari del Ministero hanno verificato la conformità del disciplinare ai metodi tradizionali di produzione durante una riunione di pubblico accertamento, confermandone la validità.

Il percorso per l’ottenimento dell’lgp era stato avviato ne lontano 2017, ma aveva subito alcune battute di arresto in seguito alle osservazioni presentate dal gruppo svizzero. Tra i punti centrali del documento l’esclusione del latte in polvere, coerentemente con le tecniche ottocentesche di produzione che si intendono salvaguardare, e l’obbligo di utilizzare una determinata percentuale di Nocciola Piemonte Igp.

In assenza di opposizioni il dossier pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale sarà ora trasmesso alla Commissione Europea, che avvierà la fase istruttoria a livello comunitario per il riconoscimento ufficiale dell’lgp.

Mara Martellotta

 

Il Mocha Mousse e i suoi abbinamenti. 1^ parte

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Proseguiamo a parlare del Colore dell’anno 2025, il Mocha Mousse, tonalità di marrone della quale ora, anche grazie alla sua diffusione, abbiamo ben percepito l’esistenza e stiamo conoscendo la versatilità.

Proprio questa è la caratteristica principale di questo colore: riuscire ad assumere connotazioni e, quindi, veicolare messaggi diversi a seconda degli abbinamenti con altri colori. E’ straordinario, se consideriamo che il Mocha Mousse è già di per sé un colore con caratteri originali, dei quali si è detto all’articolo precedente: un colore classico, raffinato, sofisticato.

Come si abbina il Mocha Mousse per avere effetti diversi?

Il carattere classico e senza tempo viene enfatizzato dagli abbinamenti con il marrone cioccolato, con marroni freddi, con i taupe, i crema, i beige, i cipria. L’abbinamento con i taupe e i cipria trasmette tranquillità. Gli abbinamenti con il cioccolato, il beige, il crema denotano maggiore personalità. Tutti sono sofisticati. Altrettanto lo è quello tra Mocha Mousse e il nero: splendido e sofisticato, trasmette autorevolezza.

Importante avere presente che possiamo abbinare il Mocha Mousse sia a colori caldi sia a colori freddi e, in tema di abbigliamento – di cui si occupa questa rubrica – mai si possono indossare più di tre colori, in proporzione diversa, accessori compresi. Questo non è un dettaglio, ci aiuta a comprendere perché talvolta, guardandoci allo specchio, notiamo “qualcosa che non va”. Se riguarda il colore, può essere l’abbinamento, la proporzione tra i colori o la loro collocazione nella figura.

Altrettanto raffinati – e meno scontati – possono essere alcuni abbinamenti del Mocha Mousse con colori non in tonalità o non neutri.

Penso alle tante tonalità del rosa, fredde e calde. Ne ho scelte tre, che ravvivano il Mocha Mousse mantenendolo elegante, senza tempo e aggiungendo una nota di sottile vivacità. Come scegliere quello migliore per ciascuno? Sulla base della classificazione secondo l’Ora del Giorno, di cui ho scritto. Le nostre caratteristiche fisiche, insieme alle preferenze, ci indicheranno la tonalità (in questo caso del rosa) da scegliere.

Altra scelta da suggerire: il blu. Anche qui vi mostro tre tonalità di blu molto diverse tra loro da abbinare al Mocha Mousse per un effetto di contrasto sofisticato. Quale scegliere? Dipende dalle vostre caratteristiche. E il blu, anche nelle fantasie, è splendido con il Mocha Mousse anche nella stagione estiva, della quale parleremo nel prossimo articolo

Chiara Prele

 

 

A Chieri la sicurezza in piazza per la Movida

 

Dal 13 giugno presidi serali periodici della Polizia locale, insieme agli educatori di strada, nelle piazze per svolgere attività prevenzione e controllo.

 

Un presidio itinerante della Polizia Locale nelle principali piazze della città  frequentate dai più giovani. Lo annuncia l’assessore alla Prevenzione e Sicurezza e Polizia Locale Biagio Fabrizio CARILLO. «Si tratta di un’attività di prevenzione e controllo, che verrà svolta periodicamente a partire da venerdì 13 giugnoquando l’Ufficio Mobile della Polizia Locale sarà presente all’area Caselli, dalle ore 21 in poi. Abuso di alcolici, consumo di sostanze stupefacenti, episodi di vandalismo sono tutti fatti indiscutibili, che si verificano a Chieri come altrove. Ma non basta denunciare e sanzionare, occorre un approccio che sia all’insegna della sicurezza “partecipata”, “preventiva” e “integrata”: infatti, gli operatori della Polizia Locale saranno affiancati dagli educatori di strada di “Bro-Out” e svolgeranno opere di prevenzione e sensibilizzazione, distribuendo volantini, facendo attività informativa, cercando di coinvolgere le famiglie (non sempre consapevoli di quanto accade ai loro figli), il tutto con la collaborazione dei gestori dei locali, che ringrazio per la loro disponibilità. Un ulteriore concreto impegno della nostra amministrazione a presidio del territorio, per garantire il decoro urbano e contrastare comportamenti potenzialmente pericolosi per i diretti interessati e per la cittadinanza. Con il presidio itinerante vogliamo dare continuità all’intensa attività svolta dagli operatori della nostra Polizia Locale: basta pensare ai controlli svolti la sera di venerdì 23 maggio in area Caselli e piazza Pellico e finalizzati a contrastare l’abuso di bevande alcoliche e quelli di sabato 24 maggio, nel centro storico, per dissuadere dall’utilizzo pericoloso di monopattini e biciclette e invitare al rispetto delle norme del Codice della strada».

 

Eataly Lingotto, a Torino “Tutti i colori del bianco”

Giovedì 5 giugno prossimo, presso Eataly Lingotto, Go Wine promuove l’evento dal titolo “Tutti i colori del bianco”, dedicato al vino bianco italiano: al banco d’assaggio dell’enoteca sarà presente una selezione esclusiva di bianchi d’autore. Alcune cantine presenteranno in assaggio lo stesso vino prodotto in due annate differenti. La selezione presenterà molte varietà a bacca bianca in un contesto esclusivo per ricchezza e varietà di proposte. Un’originale degustazione spazierà dalle Alpi alla Sicilia e valorizzerà vitigni e realtà del bianco italiano, coinvolgendo nomi prestigiosi dell’enologia italiana in una sorta di viaggio intragenerazionale tra vini bianchi di razza. L’evento si svolgerà nella location di Eataly Lingotto, in via Ermanno Fenoglietti 14, e l’invito è rivolto a professionisti del settore, soci Go Wine e simpatizzanti. Tra i bianchi nostrani presenti, tra gli altri, L’Erbaluce di Caluso e il Gavi.

La parte food sarà gestita da Eataly, che proporrà una selezione di eccellenze gastronomiche con un menù di assaggi che potranno essere acquistati in loco. L’evento si svolgerà su due distinti turni, il primo riservato agli operatori del settore, a partire dalle 16.30 fino alle 18, tra cui giornalisti e professioni del settore, e un secondo turno di apertura del banco d’assaggio al pubblico di appassionati, dalle 18 alle 22.

 

Mara Martellotta