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“Settimane della sicurezza” a sette anni dal rogo ThyssenKrupp

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Iniziano oggi le “Settimane della Sicurezza” per non dimenticare. E il 6 dicembre 2007 si consumava il dramma della ThyssenKrupp

 

Sono passati ormai sette anni da quando, un maledetto 6 dicembre 2007, sette operai della ThyssenKrupp di Torino (Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò, Bruno Santino, Antonio Schiavone e Roberto Scola) persero la vita in un tragico incidente sul lavoro. Da cinque anni a questa parte la rivista Sicurezza e Lavoro, in collaborazione con Cit Turin LDE, ed il patrocinio di Regione Piemonte, Provincia e Comune di Torino, organizza le “Settimane della Sicurezza”. Per il 2014 una serie di iniziative si snoderanno dal 1 al 14 dicembre, a cominciare dalla presentazione dei diversi eventi che si terrà alle ore 11.30 di lunedì 1 dicembre, all’impianto sportivo Cit Tirun LDE in corso Ferrucci 63/A a Torino.

 

Nell’occasione verrà presentato il anteprima il sito web con banca dati e forum dedicato a 400 RLS e RLS-T, ideato da Cgil Torino. Si tratta della prima piattaforma on line  realizzata in Italia da un sindacato per promuovere la formazione, l’informazione in tempi rapidi e il confronto tra RLS sui temi della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

 

A mezzogiorno ci sarà anche l’inagurazione della mostra “L’Italia che muore al lavoro. Tragedie sul lavoro e malattie professionali in Italia. aggiornata con nuovi pannelli, realizzata da Sicurezza e Lavoro e Regione Piemonte, in collaborazione con Inail, Museo Nazionale del Cinema, Festival internazionale CinemAmbiente.

 

 Interverranno rappresentanti di Sicurezza e Lavoro, Prefettura di Torino, Istituzioni (Regione Piemonte, Provincia di Torino, Comune di Torino, Comune di Cavagnolo, Sindacati, familiari vittime ed ex operai ThyssenKrupp, associazioni ed enti che aderiscono alle iniziative.

 

Massimo Iaretti

 

(Foto: il Torinese)

 

 

Dicembre caldo, Cisl e Alenia scendono in piazza contro il governo

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“La macchina pubblica va riformata a fondo, ma per farlo servono politiche serie, non bastano gli annunci e gli spot”

 

Autunno caldo anche a Torino e provincia. Sciopero di due ore, oggi, dalle 7.30 alle 9.30,  nello stabilimento torinese di Thales Alenia Space in strada antica di Collegno. La serrata è indetta da a Fiom-Cgil.  “Le iniziative di lotta – spiega il sindacato all’Ansa – si sono rese necessarie per la totale mancanza di finanziamenti all’Agenzia Spaziale Italiana per l’anno 2015 nell’attuale Legge di Stabilità. Ancora una volta il governo dimostra poca attenzione e capacità di programmazione per i settori industriali strategici per il Paese”.

 

Ma scendono in piazza anche i lavoratori di scuola e pubblico impiego per lo sciopero nazionale proclamato dalla Cisl.  In piazza palazzo di Città, di fronte al Municipio, è organizzato un presidio dalle 10 alle 13. I lavoratori chiedono il rinnovo del contratto nazionale scaduto da ormai 6 anni, alla luce anche dell’infruttuoso incontro col Governo del 17 novembre scorso.

 

I lavoratori denunciano “l’inefficienza organizzativa della pubblica amministrazione, gli sprechi nella gestione affiancati a tagli senza criterio, la mancanza di innovazione e di qualità, che meritano i cittadini ma anche chi nel settore pubblico lavora. La macchina pubblica va riformata a fondo, ma per farlo servono politiche serie, non bastano gli annunci e gli spot del Governo”.

 

La furia del Po trascina via il presepe di Villafranca

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L’incidente è avvenuto nella notte. Ma moltissimi volontari si sono messi alla ricerca dell’imbarcazione

 

Il fiume Po è salito di livello a causa delle piogge degli ultimi giorni, in cui era stato anche diramato lo stato di allerta. E a Villafranca Piemonte la  zattera su cui come ogni anno si stava preparando il presepio sul Po è stata trascinata via dalla furia del grande Fiume. L’incidente è avvenuto nella  notte. Ma moltissimi volontari si sono messi alla ricerca dell’imbarcazione nel tratto tra Villafranca e Casalgrasso. La tradizione del presepe, che è uno dei più particolari del Piemonte, sarà salvaguardata ad ogni costo.

Progetto Futura: i colori del riscatto

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Nel progetto Futura le donne hanno partecipato ad un laboratorio di comunicazione creativa in cui hanno dipinto 72 tele

 

Mostra di tele realizzate da donne vittime di violenza all’interno dei laboratori di comunicazione creativa promossi dal progetto “Futura”. Nel progetto Futura le donne hanno partecipato ad un laboratorio di comunicazione creativa in cui hanno dipinto 72 tele (3 ciascuna) per esprimere le emozioni che hanno caratterizzato il loro percorso: la rabbia (il passato), l’energia (il presente), la speranza (il futuro). Per informazioni: 0112179854 – www.enaip.piemonte.it Programma>>

 

(www.irma-torino.it)

Carabinieri in festa per i 150 anni della Cernaia

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cc moleI militari schierati sono stati passati in rassegna dal comandante della scuola, il colonnello Franco Frasca

 

La caserma Cernaia compie 150 anni, una storia lunga come quella dell’Unità nazionale. Con una cerimonia militare sotto la pioggia battente per alcune centinaia di carabinieri ed ex carabinieri si è celebrata la festa di una istituzione torinese (come torinese è la nascita dei carabinieri nella caserma Bergia nel 1814) che ha formato decine di migliaia di allievi. I militari schierati sono stati passati in rassegna dal comandante della scuola, il colonnello Franco Frasca. Alzabandiera in mattinata e, nel pomeriggio, le visite degli ex allievi e dei loro parenti. In serata l’ammainabandiera.

 

(Foto: il Torinese)

Cala il sipario sul 32° Tff: è record di spettatori

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tff33Si è chiuso ieri sera con un grande successo di pubblico e il premio della giuria Torno 32, presieduta dal regista Ferzan Ozpetek, che va a “Mange tes Morts” di Jean-Charles Hue

 

Un’edizione che conferma anche quest’anno ottimi risultati, spiega Emanuela Martini, Direttore del TFF32, benché le sale quest’anno scarseggiassero a causa del taglio di ben 200,000 euro di cui si è reso noto solo negli ultimi mesi e che ha costretto i vertici del festival a lasciare fuori dal circuito delle sale il cinema Lux, poiché il programma era già stato completato. Il cinema Massimo e il Reposi, con il Classico destinato alle proiezioni per la stampa, hanno fatto del loro meglio, ma era impossibile evitare le lunghe code che si sono puntualmente verificate nel primo weekend di proiezioni, così come anche durante la settimana. Un successo, conferma Martini, dato anche dal fatto che la percentuale di accrediti stampa e professionali sia aumentata del 5 %, di certo si prenderanno provvedimenti per il prossimo anno, per non lasciare a bocca asciutta il pubblico che ha tentato invano di entrare ad alcune proiezioni. 

 

Un grande traguardo anche quest’anno sui cui si dovrà riflettere e lavorare per l’edizione 2015, Alberto Barbera, direttore del Museo Nazionale del Cinema, si è già sbilanciato, spiegando che il prossimo anno aumenteranno le sale, ma si ridurrà il programma. Insomma, si preannunciano altri tempi di magra, ma almeno per il 2015 il festival è salvo. E non potrebbe essere altrimenti, visto che il TFF è per Torino una grande occasione di visibilità oltre che di turismo e c’è da sperare che con Expo 2015 e l’edizione TFF33 che si svolgerà dal 20 al 28 novembre 2015 i numeri non possano che incrementarsi.

 

Un festival di ottimi film più che di divi e glamour, come si è detto nei giorni scorsi, che i media nazionali hanno erroneamente snobbato, ma che ha dalla sua la capacità di attrarre nomi importanti come Argento che ha presentato la copia restaurata di “Profonfo Rosso” per celebrare i quarant’anni della pellicola, oltre che a Bruno Bozzetto che ha ricevuto il Premio Prolo, e poi Temple, Bier, Placido, Ozpetek. Non ultimo Virzì che ha allietato il pubblico con il sold out delle proiezioni della sezione da lui curata, “Diritti & Rovesci” di cui il film documentario di Costanza Quatriglio, “Triangle” ha ricevuto il premio Cipputi. Grande rivelazione con tripudio di premi “For some Inexplicable Reason” dell’ungherese Gabor Reisz che racconta le vicissitudini di un bamboccione ungherese alle prese con l’età adulta. Il film è stato apprezzato dal pubblico, aggiudicandosi un premio, oltre che il premio speciale della giuria e quello della scuola Holden, della Fondazione Sandretto, nonché il premio Achille Valdata. 

 

Un premio speciale va a Emanuela Martini che ha diretto molto bene il festival con un programma in cui quest’anno spiccavano molti horror e una retrospettiva per il secondo anno dedicata alla New Hollywood che ha registrato, come già l’anno scorso, il pienone. Non resta che attendere il prossimo anno per scoprire chi sarà il nuovo Guest Director che a detta della Martini, questa volta, sarà straniero.  

 

(Foto: il Torinese)

 

Cristina Colet

Caffarel vince il gianduiotto d’oro di Cioccolatò

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CIOCCO2A sceglierla una commissione di cui fanno parte Ascom, Cna, Confartigianato, Confesercenti e Casartigiani, che ha così premiato l’azienda produttrice del gianduiotto dalla carta griffata Nespolo

 

E’ stata la Caffarel ad aggiudicarsi  il ‘Gianduiotto Award 2014’ assegnato in chiusura di  Cioccolatò, la rassegna dolciaria in piazza san Carlo. Il premio viene assegnato dalla Città  di Torino in collaborazione con Regione, Provincia e Unioncamere. Il riconoscimento va ogni anno all’impresa locale che si è particolarmente distinta nella valorizzazione e promozione della tradizione cioccolatiera torinese. A sceglierla una commissione di cui fanno parte Ascom, Cna, Confartigianato, Confesercenti e Casartigiani, che ha così premiato l’azienda produttrice del gianduiotto dalla carta griffata Nespolo.

 

(Foto: il Torinese)

 

 

Luci spente e serrande abbassate sotto la Mole

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vetrine 12 fnacvetrina14vetrine15Un’infilata di negozi dalle insegne diverse ma che cambierà forse per sempre la centralissima via Roma in “via Zara”. E le novità non finiscono qui perché, già nel 2015, al posto dell’ex Fnac troveranno posto altre due “sorelle” del gruppo spagnolo

 

E dopo tante serrande abbassate in via Roma, sabato 29 novembre aprirà le sue saracinesche (al posto dell’ex PennyBlack, poco prima di piazza Cln) Bershka, il quinto brand dell’ormai imponente gruppo “Zara”. Ed ecco che pian piano l’elegantissimo centro di Torino comincia a cambiar faccia dando il via a quel fenomeno che sia gli ammiratori che i calunniatori, hanno definito la “zararizzazione”: con l’apertura di questo nuovo locale commerciale salgono a 5 (Zara, Zara Home, Massimo Dutti e Stradivarius) i marchi che, nel centro di Torino, fanno capo alla multinazionale spagnola dell’abbigliamento Inditex.

 

Insomma, un’infilata di negozi dalle insegne diverse ma che (si fa per dire) cambierà forse per sempre la centralissima via Roma in “via Zara”. E le novità non finiscono qui perché, già nel 2015, al posto dell’ex Fnac (che ha chiuso i battenti a fine giugno, lasciando a casa più di 50 dipendenti) troveranno posto altre due “sorelle” del gruppo spagnolo: probabilmente la catena di abbigliamento “Pull&Bear” e la boutique di intimo “Oysho”. (Nella foto i lavori sul retro di Fnac, vicino alla torre littoria)

 

Quindi con l’apertura al di là di piazza San Carlo, a due passi da piazza Castello, il gruppo Inditex diventerà proprietario di almeno sette attività commerciali, trasformando (i più nostalgici sperano non definitivamente) quella che un tempo era conosciuta come la passerella del lusso e dell’eleganza italiana, in una semplice via dalle grandi catene monomarca internazionali.

 

Ma mentre via Roma si trasforma (nel bene o nel male) sostituendo le grandi boutique del lusso con brand forse più accessibili e commerciali , molte altre vie del centro (e periferia) della città, cambiano del tutto il loro volto con la comparsa purtroppo sempre più frequente di saracinesche abbassate e cartelli con scritto “AFFITTASI LOCALE” oppure “ CESSIONE ATTIVITA’ “.

 

Negli ultimi anni a Torino sempre più serrande di attività commerciali quali negozi di abbigliamento, librerie, bar e molte altre, stanno chiudendo per non rialzarsi più. I primi dati elaborati da Confesercenti mostrano che tra luglio e agosto, nel settore del commercio, per ogni nuova impresa che ha aperto i battenti ben due li hanno chiusi. Oggi un’ impresa su quattro -denuncia sempre Confesercenti- dura in media addirittura meno di tre anni, tanto che a giugno 2014 si registrava che oltre il 40% delle attività aperte nel 2010 (circa 27mila imprese) stava già rischiando il fallimento.

 

Questo il sintomo di una crisi che per Torino è cominciata con la “chiusura” della Fiat e di altre importanti aziende presenti sul territorio, per poi ripercuotersi a catena sui commercianti e su tutta l’economia della città. Una situazione davvero difficile se si considerano anche fattori come l’aumento delle tasse ed il costo sempre più alto degli affitti dei locali commerciali (le mura dei negozi sono per lo più di proprietà di banche e assicurazioni) presenti nelle vie centrali: stando agli ultimi dati dall’inizio dell’anno hanno chiuso, in città, circa 543 attività, quasi 1200 se si considera la provincia.

 

E anche se un piccolo spiraglio di luce ci viene dato dalla recente indagine dell’Ascom, che con una ricerca di Camera di Commercio-InfoCamere, ha “fotografato” una ripresa del +0,4% per il commercio al dettaglio e +0,6% per la ristorazione (compresi bar e le catene dello streed food), le condizioni economiche complessive della città restano ancora preoccupanti.

 

E nell’ultimo periodo ad appesantire la situazione dei commercianti del centro (in particolare proprio della futura “via Zara” ) ci sono state anche le numerose diatribe con il Comune di Torino in merito alla pedonalizzazione di via Roma che, se per il Sindaco Piero Fassino rappresenterà un rinnovamento in positivo del cuore della città, a dire dei commercianti, porterà ulteriori danni alla loro già precaria situazione economica. Bisognerà attendere il ponte dell’immacolata per vedere se i risultati di questo nuovo esperimento saranno positivi e soddisfacenti.

 

Per concludere, bisognerebbe ricordare, crisi o non crisi, la fondamentale importanza all’interno di una città di attività commerciali autonome e produttive poiché, i negozi, soprattutto le piccole botteghe, o le boutique storiche, fanno e devono far parte del panorama e dell’identità della nostra città. Senza le insegne illuminate, senza le vetrine che molto spesso ci affascinano e ci accompagnano, magari tra una chiacchierata e l’altra, rischiamo di far spegnere oltre che le luci di Torino anche la vitalità della città stessa, che purtroppo giorno dopo giorno, vede diventare vie (per così dire) storiche e a lei care, dei semplici luoghi di passaggio.

 

 (Foto: il Torinese)

Simona Pili Stella

Da Socrate a Saitta come prenderla con filosofia

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Il filosofo sosteneva che i libri, una volta scomparso l’autore, non potevano difendersi… per cui non ne scrisse mai. Avrà pensato a questa antica saggezza l’assessore che si è visto rimproverare il libello, di una decina d’anni fa, quando dai banchi dell’opposizione attaccava a testa bassa le scelte dell’allora Giunta Ghigo

 

Ci sarà un motivo per cui il filosofo Socrate (nell’immagine), pilastro del pensiero occidentale, non ha lasciato nulla di scritto? Sosteneva che i libri, una volta scomparso l’autore, non potevano difendersi… per cui non ne scrisse mai. Avrà pensato a questa antica saggezza l’assessore Antonio Saitta che, nel corso del dibattito in aula sulla riorganizzazione sanitaria, si è visto anche rimproverare il libello, o “libro bianco”, di una decina d’anni fa, quando dai banchi dell’opposizione attaccava a testa bassa le scelte dell’allora Giunta Ghigo. Ora che ricopre il non facile ruolo di governo, molte scelte un tempo contrastate sono diventate una necessità.

 

Saitta, a differenza di Socrate, è ben vivo e ha saputo rispondere a chi gli muoveva tali contestazioni, riconoscendo con onestà intellettuale che molti errori sono stati fatti anche dal centrosinistra. Del resto, vale a poco ora rinfacciarsi chi ha nominato più primari (pare comunque che la gara la vinca la Giunta Bresso), se la situazione è così drammatica che l’assessore ha dovuto ammettere che, senza interventi, nel 2015 sono a rischio persino gli stipendi di medici e infermieri (o è terrorismo psicologico?).

 

Tutto sommato la Giunta del Chiampa ha passato senza troppi patemi anche gli scogli di sanità e assestamento, i due temi discussi in questa lunga settimana d’aula, destreggiandosi tra Scilla (l’opposizione abbastanza grintosa, sia nella componente centrodestrorsa che in quella pentastellata) e Cariddi (i maldipancia dei piddini). Sono stati questi ultimi, soprattutto per la sanità, a mettere più in difficoltà le scelte della Giunta, con un Nino Boeti che promuove sbrigativamente la riforma ma poi si dilunga molto di più sulle cose che non vanno (tra cui la chiusura delle emodinamiche), con un’Angela Motta che scende in campo in modo deciso per tutelare le eccellenze dell’ospedale di Asti, vittima di congiure ordite in corso Regina, con un vendoliano come Marco Grimaldi  che risponde a muso duro al diktat lanciato a mezzo stampa dal governatore (non c’è più tempo per discutere, game is over) lamentando il mancato coinvolgimento di politica e territori.

 

Non pervenuto, anche questa volta, il contributo di valutazioni del Comune di Torino, ancora impegnato nella grana di dimensioni planetarie per la chiusura o meno di via Roma. Fassino & C hanno ormai abbracciato la tattica dorotea, già evidenziata nel caso delle nozze gay, cioè un “si può fare, ma solo per un certo tratto, solo per certi periodi, solo come sperimentale etc. etc”. Si aggiunga che un’altra questione epocale come l’assegnazione delle arcate dell’ex-Moi ha fatto litigare sindaco e assessore Passoni, e si capirà che a Palazzo di Città non è restato il tempo di occuparsi di bazzecole come le alzate d’ingegno di Saitta.

 

Tornando alla Regione, sull’assestamento di bilancio, l’ostruzionismo ha rallentato non di poco l’approvazione del documento, avvenuta solo dopo una serrata trattativa fuori dall’aula. E sì che di sostanza (cioè di soldi) ce n’è ben poca, per quanto sia comprensibile l’irritazione dell’opposizione: ma come – si sono chiesti i consiglieri di Fi, Lega e M5S – la Giunta ci presenta uno scenario da Apocalisse e poi infila nel documento emendamenti come i fondi per il palazzetto dello sport di Torre Pellice, o quelli per non meglio precisate aziende agroalimentari! Evidentemente, è stata la contestazione mossa alla Giunta, ci sono marchette e marchette, e la maggioranza, per trovare la quadra al proprio interno, ha scelto con malcelata ipocrisia quali gratificare e quali no.

 

Ghinotto

 

Cirque du Soleil nella fiaba di Quidam

CIRCO QUIDAM

Il Cirque du Soleil ha portato gioia e meraviglia a più di 100 milioni di spettatori in oltre 300 città di sei continenti

 

Al Palaolimpico di Torino si è tenuta una delle tappe di Quidam, lo spettacolo del  Cirque du Soleil  che ha debuttato sotto il tendone ad aprile 1996 a Montreal. Da allora, la produzione ha visitato cinque continenti ed ha emozionato milioni di persone. Nel dicembre 2010, Quidam ha intrapreso un nuovo viaggio, presentare la stessa entusiasmante produzione nei palazzetti, partendo dal Nord America. Il cast internazionale comprende 45 acrobati, musicisti, cantanti e artisti di prima classe.

 

La giovane Zoé è annoiata; i suoi genitori, distanti e apatici, la ignorano. La sua vita ha perso qualsiasi significato. Cercando di riempire il vuoto della sua esistenza, scivola in un mondo immaginario — il mondo di Quidam— dove incontra dei personaggi che la incoraggiano a liberare la sua anima. Dai circa 20 artisti di strada di cui la compagnia era formata al suo inizio nel 1984, il Cirque du Soleil, basato in Quebec, è oggi la società leader nel settore dell’entertainment. Il gruppo conta 4.000 lavoratori, di cui oltre 1.200 artisti di oltre 50 nazionalità diverse.

 

Il Cirque du Soleil ha portato gioia e meraviglia a più di 100 milioni di spettatori in oltre 300 città di sei continenti. Per maggiori informazioni sul Cirque du Soleil: www.cirquedusoleil.com.