ilTorinese

Leo: “La conferma di Nosiglia buona notizia per la comunità”

La decisione del Santo Padre di confermare l’Arcivescovo Mons. Cesare Nosiglia per altri due anni alla guida della Diocesi Torinese credo rappresenti una gran bella notizia tanto per il mondo cattolico, quanto per la comunità civile nel suo insieme. Questo non già perché – come è stato scritto da qualche parte – vi fossero difficoltà a trovare un successore adeguato. Infatti, già solo volgendo lo sguardo sulla nostra Regione, è facile vedere come fortunatamente in essa siano presenti personalità religiose di grande spessore e capacità. La proroga di Mons. Nosiglia è un dono per le comunità religiose, cattoliche e non, nonché per l’insieme della società, per molte ragioni, ma in particolare per la sua preziosa “linea pastorale”.

Io non ho certo né la competenza, né l’autorevolezza, né la presunzione, di avere la capacità di fare un’analisi completa e articolata dell’opera del nostro Arcivescovo. Ho cercato di seguire le sue indicazioni e i suoi richiami come potevo e come ne sono stato capace, ma, ovviamente, sono consapevole di aver colto solo una parte del tutto e, in particolare, quella più vicina ai terreni nei quali mi sono sempre impegnato. In questo senso ho veramente apprezzato gli sforzi del nostro Pastore su due grandi tematiche.

La prima è quella dell’attenzione e della promozione del dialogo interconfessionale, con i conseguenti addentellati di una speciale sensibilità per i problemi degli immigrati, dell’integrazione, dell’interazione fra culture, dell’attenzione alle sofferenze dei più deboli. Come coordinamento interconfessionale “Noi siamo con voi” abbiamo, infatti, potuto toccare con mano la vicinanza di Mons. Nosiglia ad ogni nostra iniziativa, nonché godere del suo appoggio e dei suoi consigli. Basti pensare alla sua presenza il 1° gennaio di ogni anno, alla grande agape interreligiosa, da noi organizzata all’Arsenale della Pace – grazie alla ospitalità dei generosi confratelli del Sermig – insieme al Comitato Interfedi presieduto dal prof. Valentino Castellani e dal Comitato per i diritti umani del Consiglio Regionale del Piemonte.

La seconda – per molti aspetti interconnessa con la prima – è quella del costante richiamo rivolto ai laici cattolici a favore di un maggiore impegno nella vita politica. Cito dalla bella intervista di Ludovico Poletto su La Stampa di ieri: “La carenza di laici cattolici impegnati, ha nuociuto alla politica e rappresenta un impoverimento dell’intera azione culturale e sociale della Città”.

Ecco, a giudizio mio e di tante amiche e amici, (con i quali siamo   insieme impegnati in opere che fanno riferimento alle tematiche succitate),   i continui richiami del nostro Arcivescovo – peraltro in piena sintonia con Papa Francesco e con il Presidente della C.E.I. Card. Bassetti – sono assolutamente preziosi e vitali per il bene e il futuro della nostra collettività. Infatti, come si può prescindere da un dialogo sincero e onesto, da un desiderio di condivisione e conoscenza, da una voglia di arricchimento reciproco, se si vuole davvero il Bene della nostra società e del nostro Paese. Con un nota bene che è giusto e opportuno specificare. Dialogo sincero e onesto, vuol dire un atteggiamento che metta decisamente da parte ipocrisie, demagogie, “buonismi”, giustificazionismi pelosi e che ponga come centrali il rispetto della nostra Costituzione, dei diritti fondamentali riconosciuti dall’ONU, e quindi dei doveri non meno dei diritti.

In quanto alla forte e costante esortazione all’impegno politico, credo che oltre a richiamare la Dottrina Sociale della Chiesa che considera la politica: “la massima forma di carità”, l’urgenza con cui, da Papa Francesco alla C.E.I. fino a molte Diocesi del nostro Piemonte, essa derivi dall’osservazione del crescente degrado civile, morale e sociale. Aggravato dal simultaneo, crescente disinteresse dei cattolici – pur molto attivi su tanti altri fronti – riguardo al mondo della politica, quasi volessero lavarsene le mani. Tant’è che in uno dei suoi numerosi interventi, Papa Francesco (che chi lo conosce bene, sa che è alquanto preoccupato della tiepidezza di molte delle leaderships laiche delle associazioni e dei movimenti cattolici) ha domandato agli interlocutori, che paventavano i rischi di un impegno nel mondo delle istituzioni politiche,   se loro volessero stare dalla parte di Cristo o di quella di …..Ponzio Pilato!

Queste, ripeto, sono solo due delle tante problematiche sulle quali è intervenuto in maniera fattiva e incisiva il nostro Arcivescovo. Ebbene, io credo – pur non osando indicare alcuna priorità fra quelle citate e altre questioni, quali quelle della tutela della famiglia, della vita, del diritto al lavoro, del contrasto alla povertà, della difesa dell’ambiente ecc. – che un impegno generoso e forte, dei credenti e non, in queste aree, determinerà quale direzione prenderà complessivamente il futuro per noi, ma soprattutto per i nostri figli.

 

Giampiero Leo

Membro della Consulta delle associazioni laicali

Portavoce del Coordinamento interconfessionale “Noi siamo con Voi”

Dal Sessantotto ad oggi, “Come cambia lo sguardo”

In libreria per ‘Armando Curcio Editore’ il nuovo, appassionante romanzo della scrittrice bolognese Susanna Trippa, con la doppia prefazione del senatore Ignazio La Russa e del giornalista Maurizio Gussoni.

 

Arriva in libreria per ‘Armando Curcio Editore’ ‘Come cambia lo sguardo’ – dal significativo sottotitolo ‘Gli inganni del Sessantotto’ -, il nuovo romanzo autobiografico di Susanna Trippa, classe 1949, bolognese naturalizzata bergamasca, con prefazioni del senatore Ignazio La Russa e del giornalista Maurizio Gussoni, edito da Armando Curcio.

Dopo l’apprezzamento dell’opera prima ‘I racconti di CasaLuet’ (Lampi di Stampa Editore), è seguito l’episodio letterario dal titolo “Pane e cinema”, che le è valso il 1° premio Albero Andronico “Cinecittà – l’occhio del cinema sulla città” (2009), e il romanzo ‘Il viaggio di una stella’, pubblicato in forma di book crossing soltanto sul web. Ora l’autrice si inerpica su strade più difficili e complesse, con lo sguardo attento rivolto al passato e, in special modo, a quei richiami che esso esercita con piena attualità anche sul presente. Perché, come dicono gli antichi, la storia si ripete, ed è un percorso circolare fatto spesso di corsi, ricorsi e ritorni.

La sua è una testimonianza: bambina negli anni Cinquanta e ragazza in quel Sessantotto che prima sconvolse e poi deluse. Le varie fasi di formazione della protagonista – dall’infanzia all’età adulta – si legano strettamente ai forti cambiamenti di sguardo che accompagnarono il periodo dagli anni Cinquanta a quelli “di piombo” nella rossa Bologna.

Nel Sessantotto ci fu un comune denominatore, che idealmente unì i ragazzi di destra con quelli di sinistra. Fu lo spasmodico desiderio di cambiare la società, di farla approdare a un diverso equilibrio tra le classi sociali. Quei ragazzi di sinistra che, nel segreto della propria stanza, sentivano Lucio Battisti, il poeta «fascista». E quelli di destra che, nel medesimo modo, sentivano Fabrizio De Andrè, il poeta «comunista»”, scrive nella propria prefazione Maurizio Gussoni Giornalista, già presidente di Croce Rossa Lombardia.

Ma c’è di più. “Il Sessantotto visto oggi con gli occhi di una ragazza di allora che si era abbeverata ai miti dell’egualitarismo e si ubriacava, sia pur da «cane sciolto» come si autodefinisce, alle promesse del comunismo. La critica della scrittrice non solo al Sessantotto italiano ma anche al mondialismo e alla genesi dei «poteri forti» appare assolutamente condivisibile. La scelta di un patriottico sovranismo (che non va confuso con un indistinto populismo) come rimedio ai guasti di cui il Sessantotto è il germe iniziale, fanno del suo libro un monito e una speranza”, gli fa eco Ignazio La Russa, Vice Presidente del Senato.

Nel romanzo le vicende della protagonista/autrice sono narrate con la freschezza di una scrittura che fluisce con naturalezza dai “cassettini della memoria”: anni Cinquanta e Sessanta, l’ubriacatura del boom economico, il Sessantotto, i viaggi, l’Oriente e i bui anni ‘di piombo’, sino ad approdare infine all’età adulta.

Tra le righe di questo raccontare spontaneo, un’attuale rivisitazione dell’autrice individua proprio nel Sessantotto – con il suo desiderio di uccidere il padre – un filo che lo collega a quanto del globalismo più esasperato minaccia la nostra società.

Un’opera che trasuda presente da tutti i pori denunciando, con le sue annotazioni, soprattutto l’antidemocraticità sotterranea che, a livello italiano ma anche europeo, avvelena la nostra società. Quell’antifascismo “archeologico”, come da definizione pasoliniana, non è ancora morto e impedisce ogni ricomposizione civile con il suo disprezzo per la volontà popolare, quando questa si esprime con un voto non gradito come appena accaduto.

Il corpo principale del libro “Come cambia lo sguardo” è la narrazione dei miei primi trent’anni di vita”, confida l’autrice Susanna Trippa. Che prosegue: “Dai primi anni Cinquanta, quasi un dopoguerra, quando ancora a Bologna, negli inverni freddi, sentivo odore di frittelle impastate con farina di castagne e cotte per strada, le ’mistocchine’, fino ad arrivare al marzo del 1977 con ‘Radio Alice’ e gli Anni di piombo come una nube scura. Infine l’approdo a Bergamo e all’età adulta. In mezzo, riaprendo i cassettini della memoria, stanno l’ubriacatura del miracolo economico, il Sessantotto e quanto poi ne derivò. Un percorso di vita in quegli anni, da bambina a donna, in cui cambia lo sguardo“.

Recentemente la voce autorevolissima di Benedetto XVI, Joseph Ratzinger pontefice emerito, suffraga tali riflessioni, individuando nel Sessantotto – e nel suo conseguente relativismo – “il decadimento morale non solo della Chiesa ma di tutto l’Occidente” (Catholic News Agency). “Quando Dio muore in una società, essa diventa libera, ci è stato assicurato. In realtà, la morte di Dio significa anche la fine della libertà perché scompare la bussola che ci indica la giusta direzione insegnandoci a distinguere il bene dal male. Per questo è una società in cui la misura dell’umanità è sempre più perduta”. Benedetto XVI completa però la sua riflessione con un monito di speranza: “Anche oggi Dio ha i suoi testimoni nel mondo. Dobbiamo solo essere vigili per vederli e ascoltarli”.

 

Testimoni di Geova “amore all’opera”

Riceviamo e pubblichiamo

Concluso il decimo Congresso alla Sala delle Assemblee di Cameri

CAMERI (NOVARA)Si è concluso  domenica 4 agosto 2019 il decimo dei sedici congressi dei Testimoni di Geova in programma questa estate nella Sala delle Assemblee di Cameri.

 

Davanti a oltre 3.000 delegati provenienti da Torino e Provincia, si sono battezzati 10 nuovi discepoli.

Questo per loro è l’inizio di un percorso spirituale che li porterà ad applicare i principi biblici nella loro vita, infatti, nei tre giorni del congresso, si è affrontato il tema “L’amore non viene mai meno” e con un programma ricco di discorsi e di video, si è messo in risalto come i principi biblici possono aiutare le persone a superare ostacoli apparentemente insormontabili come un’educazione difficile, una malattia cronica, o la povertà.

 

Il programma del sabato per esempio ha evidenziato come alcuni princìpi della Bibbia aiutano mariti, mogli e figli a mostrarsi amore l’un l’altro. Anche l’attesissimo film in due parti dal tema Giosia: amiamo Geova e odiamo il male“, traendo spunto da una storia reale di un antico re di Israele, ha sottolineato l’importanza che l’educazione ricevuta in famiglia ha nell’insegnare le basi dell’amore, in particolare quello secondo Dio.

Inoltre il discorso pubblico dal tema Vero amore in un mondo pieno d’odio. Dove
trovarlo?”
, ha mostrato come affrontare e superare il pregiudizio e l’odio in una società tormentata.

 

Tutto il programma quindi, ha messo in risalto l’importanza di mostrare amore al prossimo anche quando far questo può sembrare difficile o impossibile.

 

A questo proposito il portavoce dei Congressi, Alberto Bertone, dice “Per essere vero e pratico, l’amore cristiano deve necessariamente avere una ricaduta positiva sul sociale. Coltivare l’amore e altre qualità affini nel quotidiano, significa vivere in contrapposizione allo spirito comune oggi, caratterizzato da immoralità, rivalità, vizi, sregolatezza, conflitti. Non stiamo parlando di perfezione, ma di qualità della vita: prodotto del vero cristianesimo”

La prova della veridicità di questa affermazione sono i risultati di un recente sondaggio condotto in Italia (Ansa 14-mar-18) che ha rilevato come, negli ultimi anni, grazie all’impegno dei Testimoni, oltre 46mila persone hanno modificato comportamenti che li avevano portati ad avere problemi con la legge e a crisi matrimoniali; che si sono liberati da droga, alcolismo, fumo, ludopatia, violenza domestica e linguaggio triviale, cambiando in meglio la loro vita.

 

Per ogni altra informazione consultare il sito ufficiale JW.ORG

Il varo della barca Fenix

Il nuovo prototipo parteciperà alla 1001Vela Cup, la regata in cui si sfidano le università europee

 

Fénix è il prototipo di SKIFF – Sail Keeping It Fast and Flat- interamente progettato dai 70 componenti del Polito Sailing Team: si tratta di un’imbarcazione composta per il 75% del suo peso di materiali riciclabili, ottimizzata e studiata per alte prestazioni grazie agli studi in campo fluidodinamico e dinamico, di materiali e applicazioni che la rendono perfetta candidata per partecipare alla 1001Vela Cup, annuale regata universitaria a livello europeo.

Il Polito Sailing Team è il gruppo studentesco del Politecnico di Torino che svolge attività di progettazione, realizzazione e conduzione di prototipi di skiff, piccole imbarcazioni di classe R3 con scafo di lunghezza ridotta (4,60 m) ed ampia velatura. Nello sviluppo dei prototipi il team è alla ricerca di soluzioni altamente innovative che garantiscano anche ottime prestazioni nelle competizioni veliche.

Il prototipo Fénix riprende le stesse linee del progetto precedente Atka – con cui il Team lo scorso anno ha conquistato il secondo posto alla 1001Vela Cup – ma è stata realizzata con una coperta del tutto rivisitata, completa di nuovo armo, circuiti, piano velico, appendici e terrazze, tutto riprogettato in vista di miglioramenti in termini di performance, puntando sull’alleggerimento del sistema barca passando da 85 a 52 kg. Lo scafo e la coperta sono infatti in materiale composito: un sandwitch di fibra di basalto riciclabile e con core in balsa, matrice in resina epossidica BIO, dimensionato tramite modelli FEM. La struttura interna in okumè, alleggerita tramite modelli FEM, le appendici in fibra di carbonio, ottimizzate con modelli FEM e profili scelti grazie a CFD.

L’Ateneo investe e supporta i Team studenteschi come attività didattica basata sul learning by doing e sulle dinamiche di gruppo che rafforzano il processo che porta alla realizzazione dell’obiettivo: all’interno di queste realtà la teoria incontra la pratica e si preparano gli ingegneri di domani” ha dichiarato Guido Saracco, Rettore del Politecnico di Torino,  che ha partecipato al varo dell’imbarcazione insieme a Sebastiano FotiVice Rettore per la Didattica e Giuliana MattiazzoVice Rettrice al Trasferimento Tecnologico e referente del team.

Anno dopo anno le competenze dei ragazzi si sviluppano e danno vita a soluzioni sempre più performanti – dichiara Giuliana Mattiazzo, in qualità di referente del Team – oltre alle capacità tecniche che dimostrano, l’entusiasmo che mettono nell’imparare e nell’approfondire le tematiche è prezioso: si tratta infatti di un modello di crescita che li accompagna nel loro percorso formativo, un modello che racchiude in sé un’esperienza umana di valore elevatissimo”.

L’isola del libro

Rubrica settimanale sulle novità librarie

A cura di Laura Goria

Thomas Harris  “Cari Mora”  -Mondadori-  euro 18,50

 

Thomas Harris, scrittore e giornalista americano, è l’autore dello strepitoso thriller “Il silenzio degli innocenti” (1988) e il creatore dell’inquietante cannibale Hannibal Lecter; protagonista del romanzo e dell’omonimo film -vincitore di ben 5 Premi Oscar- interpretato da Anthony Hopkins e da una giovane, brillante, Jodie Foster. Harris è uno scrittore che centellina le sue opere; in 30 anni di carriera ha pubblicato solo 5 romanzi che hanno ispirato film di successo. Dopo 13 anni di silenzio ecco “Cari Mora”, suo 6° libro che, con  la maestria di sempre, ci conduce  sulle tracce di efferati delitti ambientati a Miami e nelle Everglades, tra sangue e cadaveri ingurgitati dai coccodrilli.  Questa volta il cattivissimo non è un cannibale, ma un mostro comunque spietato che semina morte. E’ il trafficante di esseri umani, Hans-Peter- Schneider che si arricchisce fornendo ragazze al tritacarne delle depravate fantasie di uomini ricchi e malati. Scioglie le sue vittime –tutte giovani donne- in un’allucinante cremazione liquida, eliminando infine il succo di una vita nello scarico del water. E vi assicuro che l’accurata descrizione del procedimento vi farà accapponare la pelle. Perché, al di là della trama, Harris è un maestro nell’imbastire pagine con dettagli agghiaccianti. Schneider è pericoloso, perverso, senz’anima, ed è ossessionato dalla bella Cari Mora. Lei è una colombiana 25enne con alle spalle un passato travagliato. Travolta dalla guerra civile scoppiata nella seconda metà degli anni 60 nel suo paese, è stata arruolata nel movimento di resistenza creato dai contadini poveri. La sua famiglia era stata sterminata dai paramilitari e lei si è ritrovata bambina-soldato a soli 12 anni: addestrata nelle file della Farc, la cui missione era dare la caccia ai paramilitari e rispondere ai loro massacri con altrettanta morte, case e villaggi  bruciati, sequestri di persona. E’ riuscita a scappare dal suo paese martoriato e si ritrova in America, semiclandestina che deve arrangiarsi per sopravvivere. A Miami fa la custode nella villa che era stata del trafficante Pablo Escobar -nel posto sbagliato al momento sbagliato- perché finisce per trovarsi al centro dell’ossessione di Schneider per l’oro che sarebbe nascosto tra quelle mura. Dalla prima pagina in poi è un susseguirsi di colpi di scena, assassinii efferati, con tanto di decapitazione e orrori vari assortiti. Ma Cari Mora non è una facile preda perché la vita le ha insegnato a difendersi… anche da un mostro come Schneider.

Paola Calvetti   “Elisabetta II. Ritratto di Regina”  – Mondadori-  euro 20.00

 

La giornalista e scrittrice Paola Calvetti ha dato un taglio inedito a questa nuova biografia della Regina più longeva della storia Britannica: perché racchiude anche dettagli insoliti e meno noti, raccontati seguendo il percorso delle fotografie che più rappresentano la vita eccezionale di Sua Maestà. Elisabetta II è una sovrana da Guiness. I Windsor sono la più antica istituzione politica dopo il papato e durante il regno di Elisabetta II si sono dati il cambio 15 premier britannici (ha da poco “battezzato” l’ultimo inquilino del 10 di Downing Street, Boris Johnson), 7 pontefici e 13 presidenti americani… lei li ha surclassati tutti ed è ancora lì, con le sue 93 primavere. Salda sul trono da 67 anni, ha sorpassato anche i 63 della regina Vittoria che segnò addirittura un’epoca. La fotografia è stata fedele compagna della sua vita, ed è lei stessa un’appassionata fotografa fin dall’adolescenza, quando il padre re Giorgio VI le regalò la sua prima macchina. Da allora ha seguito sempre, anche con competenza, il lavoro dei ritrattisti ufficiali della Corona. Nei decenni è stata immortalata da mostri sacri come Cecil Beaton, Lord Snowdon, Annie Leibovitz, Harry Benson (tanto per citarne alcuni). Ed  è proprio dalle immagini che la Calvetti prende spunto per ripercorrere le tappe più importanti della vita della sovrana, finendo per tracciarne anche un  profilo personale e quasi intimo. Ogni capitolo inizia con una foto. Da quella di Elisabetta infante di appena 8 mesi, poi attraverso infanzia, gioventù come erede al trono, per arrivare al ruolo di moglie e madre. Nata duchessa, non era destinata al trono, ma la prematura morte del padre ha cambiato la traiettoria della sua vita. Diventata regina ha svolto il suo compito con un senso del dovere encomiabile, quasi una missione, un impegno totalmente dedito ai sudditi e al Regno. Donna unica, sempre risoluta anche di fronte alle avversità che hanno costellato il suo cammino. Oltre alle tappe che sanciscono il ruolo storico e ufficiale di Elisabetta, il libro sfiora anche immagini che ne ritraggono la solitudine, o la gioia a bordo del Britannia in uno dei suoi tanti viaggi intorno al mondo. E ancora…l’amore per Filippo o l’ironia sublime come Bond Girl piovuta dal cielo durante le Olimpiadi londinesi del 2012…Allora sorprese tutti dicendo: “Una controfigura? Solo io posso essere me stessa e, come set, non immagino nulla di più adatto di Buckingham Palace!” La Calvetti si addentra anche in coni di ombra come i problemi con le nuore Lady D e Sarah Fergusson sfociati in divorzi clamorosi, o l’“annus horribilis” segnato pure dall’incendio del Castello di Windsor (novembre 1992). Miliardi di sterline letteralmente in fumo, e lei sgomenta sul luogo del disastro in impermeabile e stivali di gomma. Insomma, 255 pagine che raccontano a tutto tondo una sovrana e una donna, a dir  poco, unica e ineguagliabile.

 

George Simenon  “Il mediterraneo in barca”   -Adelphi – euro 16,00   

Il papà del commissario Maigret, George Simenon, è stato un narratore prolifico come pochi, autore di innumerevoli romanzi, che forse sono la sua produzione migliore, e comunque delineano lo spessore di questo autore. Adelphi che da anni ristampa tutti i suoi libri, ora in “Il mediterraneo in barca” raccoglie gli articoli che Simenon scrisse nel 1934, durante una crociera nel Mediterraneo. Da Porquerolles alla Tunisia, passando dall’isola d’Elba, Messina , Siracusa e Malta. Tante tappe e  tanti approdi che hanno ispirato l’inesauribile immaginazione dello scrittore. Tutto è iniziato con la sua idea di affittare una barca a vela per una crociera di 6 mesi. Vento, mare, cielo e salsedine accarezzano i suoi pensieri e gli ispirano pensieri, ricordi, emozioni, ragionamenti sulla vita e sul Mare Nostrum. Tutto correlato da foto in bianco e nero, scattate durante la traversata: testimoniano un tempo lontano, la fatica e la gioia del mare, incontri con pescatori dalla pelle incartapecorita dal sole. Ma anche cartoline di volti e popoli diversi, dei paesi in cui la goletta ha attraccato, permettendo a Simenon di scoprire e immortalare, con immagini e parole, anfratti e scorci di vita esotici, come per esempio Tunisi. Su tutto il viaggio impera lui, con la sua inseparabile pipa e il cappello da marinaio, assorto sul pulpito di prua della barca mentre osserva la distesa di vita davanti a sé. Non vi resta che veleggiare con lui….e fare buone vacanze.

Ex Moi missione compiuta. Finita la messa in sicurezza, palazzine murate

E’ terminata la messa in sicurezza all’ex Moi di Torino, per tutte le palazzine del villaggio olimpico che sono state liberate nei giorni scorsi dagli ultimi migranti che da anni lo occupavano.
Nelle scorse ore sono stati murati gli accessi agli edifici e presto verrà  anche installata una recinzione. Le operazioni preludono all’avvio del cantiere di riqualificazione della zona, annunciato nell’autunno scorso dalle istituzioni torinesi.

Campionato Italiano di Categoria di nuoto, fine prima parte

Allo Stadio del Nuoto di Roma si è conclusa la prima parte del Campionato Italiano di Categoria di nuoto, dedicata alle categorie Senior, Cadetti e Junior.
Ecco il riepilogo dei risultati e ricordo che da domani a mercoledì 7 agosto saranno in gara gli atleti della categoria Ragazzi. Il resoconto delle quattro giornate di gara su https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/home_new/main_new.asp?area=1&read=nuoto&menu=agonismo
ORI (12)
Ginevra Molino (Rari Nantes Torino) 400 misti Cadette
Helena Biasibetti (Dynamic Sport) 50 farfalla Cadette
Helena Biasibetti (Dynamic Sport) 100 farfalla Cadette
Alessandro Fusco (Swimming Club Alessandria) 100 rana Cadetti
Alessandro Fusco (Swimming Club Alessandria) 200 rana Cadetti
Anita Gastaldi (CSR Granda) 400 misti Junior
Anita Gastaldi (CSR Granda) 200 misti Junior
Carola Valle (Dynamic Sport) 50 farfalla Junior
Emiliano Tomasi (Rari Nantes Torino) 50 rana Junior
Emiliano Tomasi (Rari Nantes Torino) 100 rana Junior
Emiliano Tomasi (Rari Nantes Torino) 200 rana Junior
Rari Nantes Torino (Giuseppe Lorenzo Ciancia, Emiliano Tomasi, Salvatore Papa, Luca Genzini) 4×100 mista Junior
ARGENTI (9)
Luisa Trombetti (Fiamme Oro/Rari Nantes Torino) 400 misti Senior
Giorgia Lutri (NC Montecarlo Casale Monferrato) 50 rana Cadette
Alessandro Fusco (Swimming Club Alessandria) 50 rana Cadetti
Nicolò Tosetto (Sisport Spa) 200 farfalla Cadetti
Carola Valle (Dynamic Sport) 50 stile libero Junior
Gabriele Giovanni Rizzo (Dynamic Sport) 100 rana Junior
Gabriele Giovanni Rizzo (Dynamic Sport) 200 rana Junior
Rari Nantes Torino (Salvatore Papa, Luca Genzini, Leonardo Giraudi, Emiliano Tomasi) 4×100 stile libero Junior
Rari Nantes Torino (Giulia Teresa Lasorsa, Angelica Ferrara, Beatrice Demasi, Letizia Bonfanti) 4×100 mista Junior
BRONZI (11)
Luisa Trombetti (Fiamme Oro/Rari Nantes Torino) 200 misti Senior
Giulia Carofalo (Rari Nantes Torino) 100 farfalla Cadette
Ilaria Moro (Dynamic Sport) 200 farfalla Cadette
Nicola Gasparotto (Centro Nuoto Torino) 50 stile libero Cadetti
Carola Valle (Dynamic Sport) 100 farfalla Junior
Martina Biasioli (OASI Laura Vicuna) 100 dorso Junior
Gabriele Mancini (Centro Nuoto Torino) nei 50 rana Junior
Salvatore Papa (Rari Nantes Torino) 50 stile libero Junior
Luca Bruno (VO2 Nuoto Torino) 200 farfalla Junior
Dynamic Sport (Carola Valle, Helena Biasibetti, Ilaria Moro, Caterina Momi) 4×100 stile libero Cadette
Dynamic Sport (Helena Biasibetti, Carola Valle, Caterina Momi, Ilaria Moro) 4×200 stile libero Cadette
Da segnalare le due medaglie – oro nei 200 stile libero e argento nei 400 stile libero Senior – di Giorgia Romei, tesserata per Marina Militare e Rane Rosse ma “di casa” all’Aquatica Torino.
CLASSIFICHE PER SOCIETA’
Dynamic Sport quarta Cadette
Rari Nantes Torino sesta Cadette
Rari Nantes Torino quarta Junior F
Rari Nantes Torino seconda Junior M
Centro Nuoto Torino terzo Junior M

“A Settimo solidarietà negata alle forze dell’ordine”

Riceviamo e pubblichiamo

Apprendiamo dai mezzi d’informazione che la maggioranza del Consiglio comunale di Settimo Torinese ha respinto una mozione di solidarietà diretta alle forze dell’ordine presentata dalla Lega.

Per il Segretario del Siulp di Torino è del tutto evidente che la manifestazione di solidarietà non può e non deve mai essere una forzatura, non dovrà mai diventare una scelta voluta per fare “vetrina”. Pertanto bene ha fatto il Consiglio di Settimo Torinese a prendersi una pausa di riflessione estiva prima di agire contro natura. Men che meno può diventare una corsa a chi propone per primo la solidarietà: è cosa troppo importante e seria da ridursi a mera competizione di bottega. Tuttavia, continua Eugenio Bravo, la solidarietà alle forze dell’ordine non è affatto una scelta scontata e ciò nonostante il sacrificio degli uomini e delle donne in divisa per la sicurezza del Paese. Prendiamo atto della scelta della maggioranza del Consiglio di Settimo Torinese di rinviare a settembre l’eventuale solidarietà alle forze dell’ordine scadenzandola nel tempo e, tuttavia, ci sentiamo di rassicurare che le forze dell’ordine continueranno comunque il loro importante impegno a prescindere. Ringraziamo la sensibilità dimostrata dai consiglieri della Lega di Settimo Torinese per l’immediata solidarietà espressa verso le forze dell’ordine i quali, senza se e senza ma, hanno saputo riconoscere l’indubbio sforzo dei tutori dell’ordine e il sacrificio estremo della loro vita per la difesa dello Stato democratico e dei cittadini, come nel tragico assassinio del nostro collega Vice Brigadiere dei Carabinieri Cierciello Rega Mario. Le forze dell’ordine sono “patrimonio” di tutti i cittadini meglio sarebbe evitare di dividersi adombrando il sospetto di occulte manovre strumentali.

 

Uncem: “Positivi tavoli semplificazione”

AVVIATI DALL’ASSESSORE ROBERTO ROSSO CON ANCI E UNCEM. AZIONE SUL SUAP CON LE UNIONI MONTANE 

Uncem ringrazia l’assessore regionale alla Semplificazione, Roberto Rosso, per aver attivato alcuni tavoli tematici di lavoro volti appunto allo snellimento del corpo normativo regionale e all’alleggerimento burocratico. Si parte dal Suap, lo Sportello unico per le attività produttivo che già molte Unioni montane gestiscono in forma associata per i Comuni che ne fanno parte. Uncem ha chiesto di individuare incentivi all’interno del bando per la gestione delle funzioni fondamentali associate, di prossima emanazione da parte degli uffici di piazza Castello, proprio per unire e migliorare il Suap. Uncem ha confermato all’assessore Rosso e al Vicepresidente Carosso (deleghe a Montagna e agli Enti locali) il massimo impegno per individuare insieme alla Regione al più presto degli sgravi, più semplificazione, norme differenziate per le aree montane.

 

(foto F. Liguori)

Rifiuti in via Cavagnolo

Da giorni è presente un accumulo di rifiuti in via Cavagnolo angolo via Tasca, nel Borgo Pietra Alta a Torino.

“I residenti sono ormai esasperati dal degrado presente nella zona, oltre che dai fumi tossici provenienti dal campo rom di via Germagnano – dice Luigi Furgiuele dell’Associazione Piemonte nel Cuore – Auspico una pronta rimozione di questo cumulo di immondizia e una maggiore cura del verde pubblico per il decoro urbano e, soprattutto, per l’igiene”.