ilTorinese

Confartigianato preoccupata per Cassazione su trasporto clienti agenzie viaggio

Una decisione che mette a rischio sicurezza e cancella la professionalità

 

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Grande preoccupazione per Confartigianato Piemonte Trasporto Persone per gli effetti che produrrà la recente ordinanza della Cassazione n. 27218, (depositata il 21 ottobre 2024), che consente alle agenzie di viaggio di utilizzare veicoli propri per il trasporto dei turisti.

In Piemonte sono coinvolti 1746 taxi e 488 NCC. A Torino 1622 taxi e 233 NCC.

“Una decisione – commenta Eraldo Abbate, Presidente di Confartigianato Piemonte NCC – che rappresenta un passo indietro per la sicurezza stradale e la tutela dei passeggeri, anche considerando il lungo e attento lavoro svolto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per individuare correttamente i cosiddetti “servizi di trasporto di cortesia” che già oggi strutture ricettive e altri operatori del turismo possono offrire ai propri clienti a titolo non oneroso”.

“Tale normativa soddisfa le esigenze del settore – prosegue Abbate – regolando chiaramente i servizi gratuiti offerti dalle strutture ricettive senza mettere a rischio la sicurezza e la professionalità dei servizi di trasporto. Il settore del Trasporto Persone si distingue per la professionalità dei suoi operatori, che devono rispondere a requisiti rigorosi: patente professionale, iscrizione al ruolo, controlli medici specifici e una formazione mirata a garantire la massima sicurezza a bordo. I veicoli utilizzati dagli NCC sono assicurati per i rischi particolari legati al trasporto di terzi, con coperture che vanno ben oltre quelle previste per i mezzi privati. Permettere a chiunque di offrire servizi di trasporto turistico senza queste garanzie professionali apre la strada a rischi evidenti per i passeggeri e crea un ambiente di concorrenza sleale”.

“Lo sentiamo come un vero attacco alla categoria – aggiunge Carlo Baglione, Presidente Confartigianato Piemonte Taxi – perché negli anni, a chi esercita la nostra professione, sono state richieste crescenti garanzie e adempimenti sempre più restrittivi, mentre dall’altra parte si consente ad operatori non professionali di entrare a gamba tesa su un mercato delicato. Non dimentichiamo che i nostri autisti spendono risorse importanti per acquisire le patenti professionali e le abilitazioni e sono soggetti annualmente a visite mediche e analisi per garantire la loro idoneità fisica a trasportare persone a garanzia della sicurezza di tutti”.

“Auspichiamo, dunque che ci sia un intervento legislativo in grado di offrire un contesto normativo chiaro, che garantisca gli elevati standard di sicurezza e affidabilità che il nostro settore garantisce ogni giorno. Non vogliamo chiudere gli occhi di fronte a chi opera in modo scorretto. Gli NCC e i tassisti regolari -conclude Abbate– non tollerano le attività abusive con l’aggravio che queste persone danneggiano oltre che economicamente entrambe le categorie, anche la loro immagine. Un comparto che eroga un servizio di altissima qualità e personalizzato”.

Ma i ‘cattivi maestri’ non tramontano mai?

LO SCENARIO POLITICO  di Giorgio Merlo

Quando parliamo di ‘cattivi maestri’ non si vuole solo ripercorrere una pagina del passato o di
pura rievocazione nostalgica. E questo perchè i cosiddetti ‘cattivi maestri’ – termine che nel nostro
paese è coinciso con l’irruzione della triste e drammatica stagione terroristica – hanno sempre
accompagnato il cammino dal democrazia italiana. Uomini e donne che, in virtù di una
rivendicazione – del tutto presunta nonché opinabile – di superiorità intellettuale, e a volte anche
morale, hanno contribuito a formare pezzi di generazioni plasmati sulla loro concezione della vita
e della politica. Una categoria, comunque, pericolosa ed inquietante perchè, di norma, non
partecipa direttamente agli avvenimenti politici o pubblici ma si limita a dare consigli, a suggerire
soluzioni e a convincere altri a scendere in campo. Che, ovviamente, si rifanno ai loro
insegnamenti, suggerimenti, congetture e consigli.

Ora, è tremendamente difficile individuarli e classificarli perchè, puntualmente, si nascondono
dietro alle loro riflessioni e ai loro contorcimenti intellettuali ma che poi hanno delle precise e
puntuali ricadute sui comportamenti concreti di chi affronta la questione di petto e senza filtri.

Facciamo un esempio concreto al riguardo, a proposito della difficile e drammatica questione
israelo/palestinese. Di fronte alla violenza conclamata e manifesta dei vari cortei organizzati in
tutta Italia in questi ultimi mesi, i ‘cattivi maestri’ non condannano mai la violenza direttamente ma
si limitano a sostenere che quella violenza è anche e soprattutto il frutto del comportamento delle
forze dell’ordine o del Governo di turno. Nello specifico dello Stato repressore. Inoltre i ‘cattivi
maestri’ spostano sempre l’obiettivo più avanti. La questione del Medio Oriente, ad esempio,
diventa lo strumento per mettere in discussone la stessa politica estera delle nostro paese e
quindi lo stesso modello di democrazia che si è determinata in Italia. In ultima analisi, ma non per
ordine di importanza, i ‘cattivi maestri’ di norma attaccano frontalmente le persone. Individuano
cioè l’obiettivo da colpire – sotto il profilo politico, come ovvio – spiegandone le cosiddette ragioni.
Sempre stando attenti a non scadere nella diffamazione o nella calunnia che sono, seppur ormai
debolmente, penalmente perseguibili. Creando, però, di fatto, il terreno affinché qualcun altro
esegua concretamente il gentile invito partito dalle loro cattedre politiche, culturali, sociologiche e
giornalistiche. E, se vogliamo ancora aggiungere una postilla, i ‘cattivi maestri’ si ritengono
moralmente e strutturalmente superiori rispetto al resto dell’umanità. Da qui arriva la ragione per
cui le loro riflessioni sono quasi sentenze inappellabili ed indiscutibili. E, ancor più, che superano
la stessa dialettica politica quotidiana ritenuta, di norma, insufficiente e scadente.

Ecco perchè, ieri come oggi, i ‘cattivi maestri’ rappresentano un pericolo per la qualità della
nostra democrazia e per la solidità delle nostre istruzioni democratiche. E il compito della politica
e dei partiti – o ciò che resta dei partiti -, se ne hanno ancora il coraggio, non è altro che saper
dimostrare concretamente che i ‘cattivi maestri’ rappresentano un elemento strutturalmente
diseducativo ed inquietante per la costruzione di quello che un tempo si chiamava “bene
comune”. Se non si ha il coraggio di farlo si corre il serio rischio che vincano proprio i ‘cattivi
maestri’ e, con i ‘cattivi maestri’, tutto ciò che ha contribuito negli anni a sfaldare e a inquinare il
nostro assetto democratico e costituzionale

Inaugurato l’Innovation Center Puratos Rossetto

Ambienti all’avanguardia per organizzare corsi di aggiornamento professionale per panificatori e pasticceri. Previste master class con pasticceri di fama mondiale

 Si consolida ulteriormente la presenza sul territorio, in particolare in Piemonte e Liguria, di Puratos Rossetto, realtà nata meno di due anni fa a seguito di una joint venture tra Puratos Italia Srl di Parma e Rossetto Srl di Mazzè in provincia di Torino. Ultimo tappa della virtuosa sinergia tra le due realtà imprenditoriali operanti nel settore alimentare e, in particolare, nell’offerta di soluzioni per i settori della panificazione, della pasticceria e del cioccolato, è stata l’inaugurazione del nuovo “Puratos Rossetto Innovation Center” di Cuneo. Si tratta di un hub di 1.400 metri quadrati dedicato alla formazione professionale e all’innovazione nella pasticceria. Il centro offre tra l’altro corsi, workshop e dimostrazioni condotte da Maestri Pasticcieri di fama mondiale, supportando i professionisti nel migliorare le loro competenze in un mercato in continua evoluzione.

A tenere a battesimo l’Innovation Center con una sua master class è stato il pasticciere Luca Montersino, Ambassador del brand Belcolade, noto per il suo approccio non convenzionale che combina tradizione e innovazione, e per il suo impegno verso una pasticceria salutistica, inclusiva, capace di soddisfare le esigenze di tutti i consumatori, comprese le persone con intolleranze alimentari.

«L’Innovation Center integra la storia e l’esperienza di Unipan di Cuneo nel gruppo Puratos Rossetto – ha dichiarato Pierangelo Rossetto, Direttore Generale di Puratos Rossetto-. Questo nuovo centro rappresenta non solo un avanzamento nella nostra offerta di formazione professionale, ma anche un impegno più ampio verso l’innovazione nel settore della pasticceria e della panificazione. Siamo fortemente impegnati a rimanere vicini ai nostri clienti, ascoltando le loro esigenze e supportandoli attivamente nello sviluppo delle materie prime e nelle metodologie di lavoro innovative. Attraverso questo approccio collaborativo, puntiamo a fornire soluzioni pratiche e all’avanguardia che possano aiutarli a crescere in un mercato in continua evoluzione. Questa collaborazione è di grande importanza per noi e per lintero settore, poiché crediamo fermamente che il futuro della pasticceria possa essere costruito solo attraverso sinergie e partnership solide, in grado di promuovere la crescita e leccellenza in ogni aspetto della nostra attività».

La Reale Mutua Fenera Chieri ’76 torna alla vittoria da 3 punti con Bergamo

Nel giorno della presenza numero 100 in biancoblù del capitano Ilaria Spirito la Reale Mutua Fenera Chieri ’76 ritrova quella vittoria da 3 punti che in campionato mancava da un mese sbancando il PalaFacchetti di Treviglio. L’1-3 imposto a Bergamo premia le ragazze di Bregoli per la qualità di gioco e l’atteggiamento messi in campo, dimostrando anche la capacità di saper reagire ai momenti difficili.
Conquistato agevolmente il primo set (17-25), nel finale della seconda frazione le chieresi cedono 25-20 alle padrone di casa. Nel terzo set una ritrovata brillantezza permettere di mettere a frutto il vantaggio costruito nelle fasi centrali (20-25), mentre nel quarto set sul 16-17 Chieri piazza il colpo del k.o. (18-25).
Nel tabellino spiccano i 18 muri punto di Chieri, di cui 7 (su 17 punti complessivi) di Zakchaiou. Proprio la centrale cipriota, protagonista di una prova solida e regolare, con un eccellente 62% di efficienza in attacco, viene premiata MVP. Un importantissimo bottino di punti arriva anche da Gicquel (top scorer con 20) e Skinner (18).

COMUNICATO STAMPA

Bergamo-Reale Mutua Fenera Chieri ’76 1-3 (17-25; 25-20; 20-25; 18-25)
BERGAMO: Evans 3, Piani 12, Manfredini 6, Strubbe 5, Mlejnkova 9, Cese 18; Armini (L); Carraro, Adriano 2, Balzonetti 2, Mistretta. N. e. Farina, Alcantara, Frambrosi (2L). All. Parisi; 2° Cervellin.
REALE MUTUA FENERA CHIERI ’76: Van Aalen 4, Gicquel 20, Zakchaiou 17, Gray 10, Skinner 18, Omoruyi 5; Spirito (L); Alberti 1, Rolando, Bujis. N. e. Guiducci, Anthouli, Lyashko, Carletti (2L). All. Bregoli; 2° Rostano.
ARBITRI: Papadopol di Mantova e Santoro di Varese.
NOTE: presenti 1435 spettatori. spettatori. Durata set: 26′, 27′, 28′, 25′. Errori in battuta: 5-13. Ace: 4-5. Ricezione positiva: 44%-47%. Ricezione perfetta: 37%-30%. Positività in attacco: 32%-37%. Errori in attacco: 12-9. Muri vincenti: 8-18. MVP: Zakchaiou.

La cronaca
Primo set – Sul 5-5 il punteggio gira decisamente a favore di Chieri che effettua un primo strappo a 6-13 con una scatenata Skinner. Parisi esaurisce i suoi time-out e prova a spezzare il ritmo ospite inserendo Adriano, Carraro e Balzonetti, ma Chieri continua ad allungare su servizio di Zakchaiou toccando il vantaggio massimo di 11 punti sul 7-18. Piani rientra in campo e interrompe il filotto biancoblù (8-18). Un break orobico di 3 punti spinge Bregoli a fermare il gioco sul 10-18. Di lì in avanti Chieri gestisce senza problemi il vantaggio, ottiene il 16-24 con un attacco di Zakchaiou e alla seconda palla set chiude 17-25 con Gicquel in pipe.

Secondo set – Chieri riparte forte (2-6) ma dopo il time-out di Parisi le padrone di casa rientrano a 7-7. Sul 10-10 le biancoblù provano ad allungare (10-12), immediata la reazione di Bergamo che capovolge il punteggio in 13-12 e stavolta è Bregoli a chiamare il time-out. Sul 14-12 Gicquel interrompe il filotto delle padrone di casa. Sul 15-13 un attacco e un muro di Zakchaiou permettono a Chieri di tornare in parità (15-15). Il tira e molla prosegue fino a 19-19. Nel finale le orobiche con una serie di grandi difese non fanno più cadere un pallone a terra e, salite a 24-20 con un muro di Evans sulla neo entrata Bujis, alla prima palla set ottengono il 25-20 ancora a muro con Cese.

COMUNICATO STAMPA

Terzo set – Dopo i primi scambi Chieri prende un leggero vantaggio che suggerisce a Parisi di spendere il primo time-out sul 7-10. Bergamo si riavvicina a 9-10, con un intelligente colpo di seconda Van Aalen firma il 9-11, quindi il servizio della stessa palleggiatrice frutta un break a 10-14. Da 12-16 le padrone di casa recuperano a 14-16 (muro di Piani su Omoruyi), time-out di Bregoli e in primo tempo Zakchaiou fa 14-17. Su battuta di Omoruyi, che piazza anche un ace, il vantaggio chierese cresce a 6 punti (14-20). Guadagnate sette palle set sul 17-24, Chieri se ne vede annullare tre finché al quarto tentativo la diagonale di Skinner vale il 20-25.

Quarto set – Chieri riparte con un 1-3. Il distacco cresce a 4-7, 6-11 e 8-14. Dopo gli ingressi di Adriano e Carraro le padrone di casa recuperano a 12-14. Il vantaggio chierese si riduce a un punto quando Mlejnkova mura Skinner (16-17). Gicquel interrompe il filotto di Bergamo. Entra Alberti e il suo turno di battuta prosegue fino a 16-23. E’ il colpo del k.o. Il primo tempo di Gray dà a Chieri sei palle match, nello scambio successivo l’invasione di Evans fa scendere i titoli di coda sul 18-25.

Il commento
Anna Gray: «
La partita con Conegliano ci è servita, abbiamo ritrovato il nostro gioco e l’aggressività che avevamo all’inizio. Siamo una squadra per metà nuova, ci vuole tempo, le cose verranno fuori e mi sembra che pian piano già si vedano sempre di più».

Cani e bambini: emozioni in parallelo tra mondo animale e umano

Torino tra le righe

 
 
Questa settimana vi porto alla scoperta di Cani e bambini – Storie di emozioni incomprese, un libro che unisce sensibilità e competenze di due autori torinesi: Diego Rendini, medico veterinario specializzato in comportamento animale, e Silvia Spinelli, psicologa dello sviluppo e psicoterapeuta.
Diego Rendini, dopo aver conseguito la laurea in Medicina Veterinaria, si è specializzato nella Medicina Comportamentale del Cane e del Gatto. Da anni lavora per aiutare i proprietari a comprendere meglio i loro animali, migliorando il rapporto tra esseri umani e amici a quattro zampe. Silvia Spinelli, dal canto suo, è una psicoterapeuta certificata e formatrice, esperta nel supporto ai genitori attraverso metodi innovativi come il Circle of Security Parenting® e il Metodo Feuerstein®.
In questo libro entrambi condividono una missione: costruire ponti di comprensione tra il mondo umano e quello animale.
Cani e Bambini – storie di emozioni incomprese si apre con il racconto autobiografico di Diego, che narra il suo amore per gli animali, nato nell’infanzia e trasformatosi successivamente in una carriera come veterinario comportamentalista. Seguono sei storie avvincenti che esplorano il legame tra cani e bambini, mostrando come le difficoltà emotive vissute da entrambi siano spesso simili. Silvia interviene con la sua esperienza per offrire una prospettiva psicologica, arricchendo le narrazioni con spunti utili per i genitori.
Gli autori utilizzano un linguaggio chiaro e accessibile, rivolgendosi ai bambini attraverso racconti appassionanti e agli adulti con commenti tecnici che forniscono strumenti per comprendere meglio le emozioni e i comportamenti dei propri figli e dei propri animali domestici.
Un elemento distintivo del libro sono le illustrazioni a colori di Valentina Cavallo, che trasformano la lettura in un’esperienza coinvolgente sia dal punto di vista visivo sia emotivo. Le immagini, vivaci e curate, avvicinano i piccoli lettori alla narrazione, rendendo ogni pagina un invito alla scoperta.
Cani e bambini – Storie di emozioni incomprese non è solo un manuale educativo, ma anche un’opportunità per creare momenti speciali di condivisione tra genitori e figli. Consigliato a chiunque voglia approfondire il rapporto con il proprio cane, il libro offre chiavi di lettura preziose per vivere con maggiore consapevolezza il doppio ruolo di genitore e proprietario di un animale.
Un libro da leggere, amare e tenere sempre a portata di mano.
Marzia Estini

La grande estate partigiana

Martedì 19 novembre 2024, alle ore 17.00, presso l’Unione Culturale Franco Antonicelli ( via Cesare Battisti,4 – Torino) la Sezione ANPI Eusebio Giambone di Torino  presenta il documentario La grande estate partigiana ( Estate 1944: dalla formazione delle prime bande alle Repubbliche Partigiane. La storia di un’Italia che sceglie di resistere ). Realizzato dal regista Marzio Bartolucci, in collaborazione con gli autori Arianna Giannini Tomà e Andrea Pozzetta, il progetto è frutto della produzione di Lutea e dell’Associazione DomoMetraggi, con fotografia e montaggio a cura di Pixelpro Videoproduzioni. Il documentario offre uno sguardo approfondito sull’estate del 1944, un periodo cruciale nella storia dell’Italia, caratterizzato dall’emergere di numerose zone libere nel Centro-Nord, occupate dalle formazioni partigiane. Attraverso un mosaico di testimonianze, filmati d’epoca e fotografie, insieme a interviste a ricercatori e storici come Antonella Braga, Mirco Carrattieri, Chiara Colombini , Santo Peli e Andrea Pozzetta, il film ricostruisce una delle fasi cruciali della lotta di Liberazione mettendo in luce l’esperienza delle zone libere, vere e proprie anticipazioni di una democrazia che si affermerà con la sconfitta del nazifascismo ottant’anni fa. Alla presentazione del documentario saranno presenti il regista Marzio Bartolucci e gli autori, la giornalista Arianna Giannini Tomà e Andrea Pozzetta, responsabile scientifico del Centro di documentazione della Casa della Resistenza di Verbania Fondotoce.

A Torino il Quartetto Esmé per l’unica tappa italiana

Mercoledì 20 novembre prossimo  nell’ambito dei concerti dell’Unione Musicale

 

Mercoledì 20 novembre 2024 il Quartetto Esmé sarà a Torino all’ Unione Musicale per l’unica tappa italiana del suo tour 2024-2025. Si esibirà al Conservavorio Giuseppe Verdi di Torino, in piazza Bodoni per la serie Pari alle 20.30

Dalla pop musicale alle serie TV, dai cosmetici ai trend di moda, la Corea del Sud nell’ultimo decennio ha lanciato tendenze a livello internazionale, facendo parlare l’Occidente di una vera e propria Korean wave. Il fenomeno ha contagiato largamente anche la musica classica, dove i musicisti orientali e coreani continuano a imporsi nei maggiori concorsi e sui palcoscenici internazionali. La loro pacifica invasione è sostenuta da doti personali, impegno instancabile e solidi studi nella vecchia Europa, come accade per il Quartetto Esmé, fondato nel 2016 da quattro giovani musiciste coreane che hanno studiato a Lubecca, Colonia e Hannover. Il concerto di Torino rappresenta l’unica data italiana della stagione 2024-2025 e l’Unione Musicale è felice di essersela accaparrata, visto il successo del 2022, in cui il Quartetto aveva entusiasmato il pubblico torinese con l’espressività e l’eccellente senso di equilibrio che rendono le loro esecuzioni uniche.

Fondato nel 2016, il Quartetto Esmé prende il nome da un’antica parola francese che significa “amato”. Nel 2018 si è affermato sulla scena internazionale con la vittoria al concorso Internazionale per Quartetto d’archi della Wigmore Hall di Londra, nel quale si è aggiudicato il primo premio e quattro premi speciali ( miglior esecuzione di Mozart e di Beethoven, premio della Proquartet di Parigi e Fondazione Esterhazy). Nello stesso anno l’ensemble è stato nominato miglior artista laureat all’Accademia del Festival di Aix-en- Provence ed è stato artista in residence a Montreal. Nel 2016 è subentrato il violinista belga americano Dimitri Murrath, sostituendo la violinista Jiwon Kim.

Il programma che verrà eseguito mercoledì 20 novembre all’Unione Musicale offre una panoramica sintetica dell’evoluzione della musica per quartetto d’archi nei secoli, a partire da Haydn, padre del Quartetto per definizione, fino a Korngold, il cui brano è stato composto negli anni d’ascesa del nazismo in Germania. Il concerto inizia con il Quartetto op.76 n.4 che Haydn scrisse a Londra nel 1796, dove si era trasferito dopo la morte del principe Esterhazy, presso la cui corte aveva prestato servizio per trent’ànni. Il brano solo in apparenza risulta molto semplice, perché basato su una cellula di cinque note. In realtà è, invece, elaborato e complesso, riservato a veri intenditori. Il titolo “Aurora” rappresenta uno dei tanti nomignoli usati dai contemporanei di Haydn per cogliere il tratto più saliente delle sue numerose partiture. In questo caso si riallaccia al tema ascendente di apertura.

Ammirato da Mahler e Richard Strauss ( che ne furono i mentori) e da Puccini il compositore Erich Wolfgang Korngold era radicato in quell’immaginario viennese che ammicca al valzer di Johann Strauss e all’intricato lirismo di Richard Strauss. Il suo QQQQQuartetto op.26 n.2 venne scritto nel 1933, poco prima che il compositore, di origini ebraiche, lasciasse l’Europa per Hollywood.

Si tratta di una pagina di grande freschezza creativa, caratterizzata da vitalità melodica e dal trattamento virtuosistico di ciascuno strumento.

Di Anton Weber viene proposto il lavoro Lansamer Satz (1905), molto intenso, che affonda le sue radici nel Romaticismo post brahmsiano e nella tonalità, e condensa in pochi minuti una vasta gamma di emozioni, dallo struggimento al tormento drammatico fino al tranquillo epilogo.

Questa pagina, lontana dal puntillismo seriale delle composizioni mature, costituisce il momento di passaggio dalle forme tradizionali ottocentesche verso nuove strutture. Qui Webern prende congedo dall’imprescindibile tradizione musicale ottocentesca per divenire uno dei principali iniziatori della musica contemporanea. Conclude il concerto il Quartetto in fa minore op. 80, l’ultimo lavoro composto da Mendelssohn, un omaggio alla memoria della sorella Fanny.

In questa pagina tremolii, sincope, cambi di dinamica, di accento e di intensità caratterizzano i tre movimenti esterni e sono espressione del dolore e della disperazione che hanno incrinato la vita di Felix, fino ad allora sostanzialmente serena. In questo brano il compositore infrange tutte le regole strutturali della forma del Quartetto, in funzione espressiva. Il risultato è un lavoro di ispirazione eccezionale.

Foto di Jeremy Visuals Photography

Scanderebech (Fi): “via Po – Arlecchino, opera d’arte o vergogna?”

Durante la seduta del Consiglio Comunale  il Capogruppo di Forza Italia Federica SCANDEREBECH ha presentato un’interpellanza per sollecitare l’Amministrazione a intervenire, con urgenza, sull’attuale condizione di Via Po. I lavori di pavimentazione, anziché migliorare la strada, l’hanno trasformata in un tappeto di pietre posizionate senza alcuna logica e rispetto per l’uniformità visiva.

Dichiara Scanderebech (FI): “È inconcepibile che una strada simbolo di Torino, una delle vie più importanti e frequentate del centro città, sia ridotta a un mosaico informe che ricorda il vestito di Arlecchino! Tale caos è frutto di una nuova opera d’arte d’avanguardia, come accaduto in altre città dello Stivale, oppure all’improvvisazione e alla mancanza di rispetto per l’immagine della città. Numerose sono state le segnalazioni di cittadini e commercianti preoccupati dall’impatto visivo negativo della nuova pavimentazione, seppure forse temporanea: infatti, molte delle nuove lose sembrano essere state posizionate senza alcun criterio di uniformità, mantenendo segni delle precedenti strisce di segnaletica orizzontale che creano, alla vista, un effetto caotico. Sembra incredibile pensare che le vernici usate qualche anno fa fossero così resistenti, a differenza di quelle utilizzate ora per dipingere la segnaletica orizzontale che, dopo poco tempo, si scoloriscono fino quasi a non vedersi più!”.

Aggiunge Scanderebech (FI): “Tale cantiere non prevede neanche la segnaletica gialla orizzontale provvisoria necessaria per indicare attraversamenti pedonali o divisioni di corsia e non si è neanche provveduto a ridisegnare, temporaneamente, gli stalli per disabili già esistenti”.

Sottolinea Scanderebech (FI): “Questa pavimentazione è un imbarazzo per Torino. Via Po non è un angolo qualunque: è uno dei biglietti da visita della nostra città. Quello che vediamo ora è una vergogna e, se nessuno dell’Amministrazione se ne accorge, vuol dire che qualcosa non funziona nei criteri di controllo e di gestione dei lavori. Inoltre, nel progetto di programmazione non si è tenuto conto che sarebbe stato opportuno rendere via Po decorosa per l’arrivo dei moltissimi turisti che hanno affollato la nostra città, nei giorni scorsi, per godersi l’evento ATP Finals”.

Conclude Scanderebech (FI): “Serve professionalità e rispetto per Torino, non improvvisazione, superficialità e lavori non a regola d’arte. Via Po deve essere restituita alla città in modo decoroso e in linea con il prestigio storico e architettonico che la contraddistingue. Mi aspetto risposte precise, interventi rapidi e una maggior serietà da parte di chi dovrebbe proteggere il nostro decoro urbano. È inaccettabile che non si utilizzino le stesse vernici indelebili presenti in via Po per ripristinare la segnaletica del sedime stradale in tutta la città. Questo garantirebbe lavori di manutenzione duraturi e la sicurezza della circolazione stradale, sia pedonale che dei veicoli. Basta con l’improvvisazione e la superficialità!”

Magliano: Ordine del Giorno per la gratuità del Baqsimi, glucagone spray nasale

Un farmaco salvavita per pazienti diabetici in età pediatrica

Il Baqsimi, glucagone spray nasale, è un farmaco che può salvare la vita di bambini e ragazzi affetti da diabete mellito in caso di crisi ipoglicemica improvvisa. Il Baqsimi non necessita di conservazione in frigorifero, è facilmente utilizzabile anche da personale senza formazione e garantisce tempestività ed efficacia in caso di emergenza, mentre la versione gratuita, in fiala, deve essere diluita, riaspirata in siringa e somministrata tramite iniezione, pratica che non tutti sanno effettuare in sicurezza.

In seguito al trasferimento dei diritti di commercializzazione all’azienda AmphaStars, priva di strutturazione stabile in Italia, l’Agenzia Nazionale del Farmaco (AIFA) il 10 ottobre 2023 ha riclassificato il farmaco Baqsimi in Fascia C, quella interamente a pagamento; prima della riclassificazione da parte di AIFA il Baqsimi era in Fascia A, interamente rimborsabile.

Con un Ordine del Giorno in Consiglio regionale chiedo alla Giunta di impegnarsi affinché, appena possibile e in attesa che il Baqsimi, glucagone spray nasale, torni in fascia A, anche in Piemonte, come già in altre Regioni, sia garantita la gratuità del farmaco almeno ai pazienti diabetici in età pediatrica (0-17 anni).

Il Veneto, infatti, ha inserito il Baqsimi nell’elenco dei finanziamenti extra LEA, a carico del bilancio regionale fino a 300mila euro; in Lombardia il farmaco è erogato gratuitamente ai bambini tra i 4 e gli 11 anni; le Regioni Campania ed Emilia Romagna garantiscono la gratuità del Baqsimi con fondi propri; la Regione Lazio ha ripristinato la gratuità per i pazienti fra i 4 e i 18 anni.

Silvio Magliano, Presidente Gruppo Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale