ilTorinese

Dalla Rivoluzione del 1917 alla caduta del Muro le (dis)illusioni del comunismo

Caduta del Muro di Berlino ed anniversario della Rivoluzione d’ Ottobre. Stessi giorni autunnali. Connessioni?
Inizio e fine del Sovietismo. Inizio e fine delle speranze dell’ ideologia comunista.


Tra questi due momenti lo storico discorso di Enrico Berlinguer al Congresso del Pcus: la spinta
propulsiva della Rivoluzione di Ottobre si è esaurita.
Cosa è rimasto? Il mito che si confonde con con ideologia a supporto del Potere costituito.
Parafrasando è più facile fare la Rivoluzione che concretizzarla. Tra il dire ed il fare c’ è di mezzo
il mare. Precisamente e giustamente il segretario del Partito Comunista Italiano sanciva la fine
di un sogno. Altri , tra cui il sottoscritto ( immodestamente ) erano e sono convinti che il
sogno era diventato un incubo. Certi erano i tedeschi dell Est che fuggivano all’Ovest.
L’ ideologia Comunista si spezzava in due tronconi. Quella legittimante del proprio e personale
potere e quella dell’ illusione, visto che il sogno poteva e doveva continuare. Entrambi false,
consapevoli i primi. Non consapevoli i secondi. L’ ideologia è anche rappresentazione di una
realtà non esistente, spendendo energie intellettuali e morali per giustificarne l’ esistenza. Ciò che
si vorrebbe è superato da ciò che avviene. Ciò che avviene sono fatti. Il concomitarsi dei fatti con
la loro correlazione e reazione si chiama Storia.
La Storia non è discutibile. La sua interpretazione ed il perché avvengono i fatti è compito degli
storici. Fino al 1917 si chiamava Russia. Dopo Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche.
Prima comandava lo Zar. Poi ha comandato il Soviet Supremo promosso dal Pcus. Dopo il
Marxismo – leninismo l’ ideologia sovietica. Prima comandava solo lo Zar , poi è finito che
comandare era solo Stalin. Gli è costata fatica e soprattutto l’ eliminazione dei suoi avversari interni.
Eliminazione fisica, non solo politica. Si racconta che Stalin morì durante una riunione del Poliburo.

I presenti per alcuni minuti non dissero nulla rimanendo immobili. Avevano paura che Stalin
finisse per capirne le loro reazioni. Quando constatarono la realtà Beria si Mise a ballare contento e
felice della morte del Dittatore. Beria capo della polizia segreta e grande epuratore si sentiva in
pericolo. Vinse Kruscev diventando segretario. Tra le prime cose che fece, fucilare Beria per
alto  tradimento. Non si sa mai. Ed in privato si vantò di averlo strangolato. Non andavano
per il sottile a qui tempi.
Anche il Migliore, Palmiro Togliatti, rifiutò di tornare ad essere segretario del Comiform. La
proposta arrivava direttamente da Stalin. I membri della segreteria nazionale del PCI non
osarono ed appoggiarono la proposta di Stalin. Il Migliore preferì rimanere
a Roma ed andare in Urss come turista o segretario nazionale del Comunisti Italiani. Ed anni
dopo Enrico Berlinguer sostenne: meglio da questa parte del mondo ( occidente ) che l’ oriente
sovietico. Tanti gli aneddoti.
Nilde Jotti dopo molti anni dalla morte di Togliatti confidò in una intervista: Togliatti era un
uomo di poche parole in casa. Capì che lui sapeva delle purghe staliniane. Fece intendere la
sua importanza rivendicando di aver salvato tutto il gruppo dirigente italiano che viveva in esilio
a Mosca. Piaccia o non piaccia di comunismo si moriva uccisi dagli stessi tuoi compagni. Fu
uno dei problemi del dopo rivoluzione. Se non c’ era un nemico interno bisognava inventarlo
per giustificare i propri insuccessi. Non furono tutti errori o limiti. Sicuramente un ipotetico
conto economico esistenziale ha chiuso il bilancio in modo pesantemente negativo. Lo stato
comatoso ed assolutamente ininfluente dei partiti comunisti nel mondo lo dimostra.
Comprensibile per chi vuole festeggiare l’ anniversario. Umanamente comprensibile e – se volete –
affettivamente possibile comprendere, ma non più storicamente giustificabile.
30 anni fa cadeva il muro di Berlino. Precisamente veniva abbattuto dal popolo. Un anno prima mi chiedevo: non regge un
sistema politico che costruisce 156 Km di Muro intorno e tra la città di Berlino. Poco dopo tutti
i sistemi dell Est saltarono compresa l’ Urss che ritornò a chiamarsi Russia. Chiusura di una era
storica.

 

Patrizio Tosetto

Commercialisti, in un libro tutto sui contratti di rete per le pmi

Il libro è l’esito conclusivo della Borsa di Studio intitolata alla memoria del commercialista calabrese Liberato Passarelli, già Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Castrovillari (Cosenza), ucciso nell’esercizio della professione

 

“I vantaggi della cooperazione: “Fare rete” tra le PMI”, a cura di Assunta Cecere, scaricabile gratuitamente online sul sito della Fondazione Nazionale dei Commercialisti (www.fondazionenazionalecommercialisti.it)

 

I contratti di rete rappresentano per le imprese una vera opportunità in risposta alle esigenze di flessibilità e innovazione richieste dal mercato, con una particolare attenzione al processo di internazionalizzazione. A questo tema è dedicato il volume “I vantaggi della cooperazione: “Fare rete” tra le PMI”, pubblicato dal Consiglio e dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti. Il testo, a cura di Assunta Cecere, disponibile gratuitamente online sul sito della Fondazione, è l’esito conclusivo della Borsa di Studio intitolata alla memoria del commercialista calabrese Liberato Passarelli, già Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Castrovillari (Cosenza), ucciso nell’esercizio della professione.

Il libro, dopo un inquadramento generale sul numero delle PMI in Europa, focalizza l’attenzione sui vantaggi della cooperazione con uno sguardo al processo di internazionalizzazione, richiamando, sin da subito, le iniziative condotte dall’Unione Europea (ad esempio, Small Business Act, The Enterprise Europe Netwok, Erasmus for Young Entrepreneurs) e recepite da alcuni paesi europei, per un confronto con alcune nazioni Extra-Ue. Il tutto avvalorato dai risultati di una serie di ricerche eseguite sul mondo globalizzato. I vantaggi di fare rete, del networking strutturato, vengono ampiamente trattati nella parte centrale del lavoro. Attenzione particolare, non solo sulla distinzione tra il contratto di rete e altre forme di collaborazione come i “distretti industriali”, i “cluster”, o più semplicemente le “integrazioni”, ma anche un approfondimento sulle disposizioni normative civilistiche e fiscali che regolamentano il contratto di rete in Italia, nonché le diverse forme di contratto, ovvero rete-soggetto e rete-contratto. In conclusione, con uno sguardo al futuro, è facile ipotizzare un crescente ricorso a questa forma di collaborazione ancora poco diffusa nel nostro Paese rispetto ad altre regioni europee e non: il processo di internazionalizzazione in atto trova nel contratto di rete un valido strumento. È quanto viene trattato nell’ultima parte del documento. La cooperazione non può essere, in modo riduttivo, ricondotta alla mera attività commerciale di export, ma necessita di essere indagata secondo una valenza strategica di più ampio respiro, con l’auspicio di garantire una crescita costante delle PMI fondata su solide basi.

Il testo è scaricabile gratuitamente online sul sito della Fondazione Nazionale dei Commercialisti (www.fondazionenazionalecommercialisti.it)

Info: www.fondazionenazionalecommercialisti.it

Info per la stampa, Sabino Cirulli, Ufficio Stampa Fondazione Nazionale dei Commercialisti

Tel. 349/2165175

Il muschio e la sabbia. Letture di autori giapponesi contemporanei

A cura di Fabiola Palmeri, ogni secondo mercoledì del mese al MAO
Da mercoledì 13 novembre 2019 a mercoledì 13 maggio 2020, ore 15,30 / 17.30


Organizzati fra i suggestivi giardini giapponesi di “muschio e sabbia” – di qui il titolo dell’iniziativa – realizzati al riparo del grande “volume vetrato” della corte interna, riprendono al MAO – Museo d’Arte Orientale di via San Domenico 11, a Torino, sull’onda del successo delle scorse edizioni, gli incontri dedicati agli scrittori giapponesi contemporanei. L’appuntamento, per un totale di sei incontri, è per tutti i secondi mercoledì del mese, ad esclusione del mese di aprile, a partire dal prossimo 13 novembre e fino a mercoledì 13 maggio 2020. In programma, un ciclo di letture di romanzi di autori nipponici in abbinamento a momenti di approfondimento su tematiche relative alla cultura del Sol Levante, condotti da Fabiola Palmeri, giornalista e scrittrice (“Come un sushi fuor d’acqua”, il suo primo romanzo pubblicato per “La Corte Editore” nell’ottobre scorso), profonda esperta del Giappone contemporaneo, dove ha anche lavorato come reporter e news caster presso la redazione in lingua italiana della “NHK”, la Radio Televisione Giapponese. Ogni incontro si aprirà con una lezione sul tema proposto e proseguirà con una riflessione collettiva, guidata dalla Palmeri, sul libro del mese. Il commento dell’opera selezionata permetterà di dare vita ad un piacevole momento di scambio e conoscenza su un Paese estremamente affascinante e su una cultura ricchissima e complessa come quella giapponese.
Il calendario degli incontri si apre il prossimo mercoledì 13 novembre (ore 15,30/17,30) e, in omaggio alla mostra “Guerriere dal Sol Levante”, sarà dedicato alle donne della letteratura dall’antichità a oggi, da Sei Shōnagon a Murata Sayaka. Il confronto a tutto campo fra Fabiola Palmeri e il pubblico prenderà spunto dal libro “Note del Guanciale” (traduzione Lydia Origlia, SE), scritto attorno all’anno Mille da Sei Shōnagon, scrittrice e poetessa giapponese nonché dama di compagnia dell’imperatrice Teishi dal 993 al 1001. Considerata uno dei classici della letteratura giapponese, l’opera ha anche un grande valore storico: le sue pagine contengono infatti un’enorme quantità di informazioni sul contesto sociale e sulla vita artistica e culturale del periodo Heian, l’epoca compresa fra l’VIII e il XII secolo (794 – 1185) che prende il nome dalla capitale del tempo Heian-kyo, oggi Kioto. Sorprendentemente, la raccolta di note di Sei Shōnagon è caratterizzata da uno stile di scrittura attuale e da osservazioni ironiche quanto impietose, degne delle più affascinanti firme della contemporaneità.


A chiudere il 2019 sarà, mercoledì 11 dicembre (sempre dalle 15,30 alle 17,30), il secondo incontro nuovamente dedicato alle donne e incentrato sul tema del cambiamento della figura femminile raccontata nei romanzi giapponesi dal 1900 ad oggi e sul perché della netta predominanza in Giappone di scrittrici donne rispetto agli scrittori maschi negli ultimi dieci anni.
Libro del mese, “Red Girls” di Sakuraba Kazuki (traduzione Anna Specchio, E/O), saga familiare –premiata con il Mistery Writers of Japan Awards – che narra la storia di tre generazioni di donne negli anni successivi al secondo conflitto mondiale, intrecciando la storia di una famiglia a quella del Giappone, Paese provato dalla guerra e in profonda e rapida trasformazione.

Per i programmi relativi ai successivi quattro appuntamenti (8 gennaio, 12 febbraio, 11 marzo e 13 maggio 2020):
MAO – Museo d’Arte Orientale, via San Domenico 11, Torino; tel. 011/4436932 o www.maotorino.it.
Prenotazione obbligatoria a fabiola.palmeri@gmail.com

g. m.

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Nelle foto:

  • Fabiola Palmeri
  • Guerriere dal Sol Levante

Le imprese di Confartigianato bocciano le politiche della Città

La Confartigianato di Torino boccia le azioni dell’amministrazione cittadina

 Il dato emerge tra le imprese associate, dal sondaggio illustrato all’assemblea per i 70 anni dell’associazione. La qualità di vita e del lavoro e il quadro delle opportunità per i giovani vengono ritenuti insufficienti dal 67% degli interpellati, sufficienti per il 23%. Sono bocciate dal 67,4% le politiche per cultura, turismo e grandi eventi, ottime soltanto per il 2.4%. Per quanto riguarda le politiche per le periferie, il giudizio è negativo per il 55,8% e il 44.2% non sa rispondere. Valutazione negativa per la mobilità e il progetto della nuova Ztl, giudicate “politiche assolutamente negative” dal 34,9% delle imprese, oltre al 37.2% che ne chiede la revisione, mentre il 2.3% le ritiene positive per l’ambiente. Tra gli interventi prioritari per la città, il 25.6% vuole la seconda linea della metropolitana, il 23.3%  più grandi eventi, il 23.2% la riqualificazione delle periferie.

Furti a Borgo Po: presi i ladri

ESEGUITE DALLA POLIZIA DI STATO 2 MISURE DI CUSTODIA
CAUTELARE IN CARCERE
I poliziotti del Comm.to Borgo Po hanno eseguito negli scorsi giorni
due misure di custodia cautelare in carcere nei confronti di
S.D. e M.P., rispettivamente di 24 e 20 anni, entrambi residenti a Torino
presso il campo nomadi di Strada dell’Aeroporto, per tentato furto
aggravato in abitazione in concorso con persona rimasta ignota.
Le misure sono susseguenti ad una articolata attività d’indagine
svolta dagli investigatori del Comm.to a seguito di un tentato furto,
avvenuto lo scorso 31 maggio, all’interno di uno stabile di corso
Quintino Sella.
Quel giorno, tre uomini cercarono di entrare all’interno di un
appartamento del condominio, forzando il nottolino di ingresso della
porta, ma vennero disturbati da un vicino di casa della vittima, che
li mise in fuga. I tre, allora, scavalcarono la recinzione dello stabile
rapidamente per raggiungere l’autovettura sulla quale si
muovevano; in questo frangente, vennero notati da un militare
libero dal servizio che annotò la targa del mezzo.
Le successive indagini condotte dagli operatori del Comm.to Borgo
Po consentirono, tra l’altro, di accertare che il gruppo si muoveva a
bordo di una vettura intestata ad un prestanome, irreperibile, già
utilizzata in passato per la commissione di delitti; i due, cugini fra
loro, verranno tra l’altro arrestati nel ponte di Ferragosto proprio da
personale della Polizia di Stato dopo essersi introdotti in uno stabile
di via S. Ottavio per commettere dei furti.
Attraverso l’analisi dei tabulati delle utenze telefoniche fornite da
S.D. ed M.P. al momento del loro arresto, ed alla individuazione
fotografica effettuata dal testimone del tentato furto in corso Sella,
che li ha identificati senza ombra di dubbio, il Giudice per le Indagini
Preliminari ha emesso le due misure restrittive nei loro confronti.
Sono in corso ulteriori indagini da parte del Comm.to in merito ad
altri furti in abitazione commessi, negli scorsi mesi, nella
medesima zona.

Nuoto: le medaglie piemontesi a Genova

Ecco un riepilogo delle medaglie conquistate dai nuotatori piemontesi al Trofeo Nico Sapio di Genova.
Il resoconto delle due giornate di gara dedicate alle categorie Assoluti e Junior è a questo link.
La 46esima edizione del Trofeo Nico Sapio si concluderà domenica con l’ultima giornata dedicata alle prove delle categorie Esordienti A e Ragazzi.

ASSOLUTI

Oro

Luisa Trombetti (Fiamme Oro/Rari Nantes Torino) 400 misti

Alessandro Miressi (Fiamme Oro/Centro Nuoto Torino) 100 stile libero

Argento

Helena Biasibetti (In Sport Rane Rosse) 50 farfalla

Helena Biasibetti (In Sport Rane Rosse) 100 farfalla

Alessandro Fusco (CC Aniene) 200 rana

Luisa Trombetti (Fiamme Oro/Rari Nantes Torino) 200 misti

Giorgia Romei (Marina Militare/In Sport Rane Rosse) 200 stile libero

Bronzo

Alessandro Miressi (Fiamme Oro/Centro Nuoto Torino) 50 stile libero

Carola Valle (Centro Nuoto Torino) 50 farfalla

Anita Gastaldi (CSR Granda) 100 misti

Francesca Pasquino (Nuotatori Canavesani) 50 dorso

Erica Musso (Fiamme Oro) 400 stile libero

Erica Musso e Giorgia Romei sono atlete provenienti da altre regioni e da oltre un anno si allenano all’Aquatica Torino.

JUNIOR

Oro

Gabriele Mancini (Centro Nuoto Torino) 200 misti

Giada Gorlier (Rari Nantes Torino) 200 misti

Argento

Gabriele Mancini (Centro Nuoto Torino) 100 rana

Giada Gorlier (Rari Nantes Torino) 100 stile libero

Angelica Ferrara (Rari Nantes Torino) 200 misti

Angelica Ferrara (Rari Nantes Torino) 100 rana

Bronzo

Giada Gorlier (Rari Nantes Torino) 100 dorso

Di fronte al Rojava

Incontro  in sostegno al popolo Kurdo lunedì 11 novembre, a partire dalle 21, presso il Polo del 900 in Via del Carmine, 14 

“Durante lo svolgimento dei lavori,  – commenta uno dei promotori del coordinamento  “Noi siamo con voi”, Giampiero Leo (nella foto) – potrete ascoltare testimonianze “vive” dal Rojava, godere della lettura di poesie particolarmente toccanti e constatare come lo spirito delle donne e degli uomini Kurdi sia quello di combattenti per la libertà e per la pace. E’ molto significativo, a questo proposito, che la rappresentanza Kurda abbia voluto come co-organizzatore il Coordinamento interconfessionale “Noi siamo con Voi” a testimonianza dello spirito di tolleranza e rispetto per tutte le fedi, le etnie e le culture, che alberga nel modello di società da loro realizzato”.

 

Morte dei pompieri: arrestato il proprietario della cascina. Esplosione per frodare assicurazione

È’ stata una tentata frode all’assicurazione  la causa della tragedia di Quargnento. I carabinieri hanno fermato la scorsa notte Giovanni Vincenti, il proprietario della cascina esplosa dove sono morti i tre vigili del fuoco. Lo ha comunicato  il procuratore di Alessandria Enrico Cieri. L’uomo fermato ha confessato, dopo dieci ore di interrogatorio negando l’intenzione di volere uccidere. Era fortemente indebitato e gli è venuta la folle idea. La moglie di Giovanni Vincenti è indagata a piede libero per concorso.

Slot irregolari: 28mila euro di multa

A seguito di numerose segnalazioni di cittadini residenti, a tutela del consumatore e al fine di contrastare il disturbo generato dagli avventori di esercizi pubblici e l’utilizzo di macchinette installate illecitamente all’interno di locali di somministrazione, sono stati organizzati alcuni interventi congiunti tra Agenti del V Comando Polizia Municipale di Torino Comando Borgo Vittoria/Madonna di Campagna/Vallette/Lucento e il Commissariato Madonna di Campagna della Polizia di Stato.

E’ stata controllata una sala raccolta scommesse di via Colautti. Sono state trovate 14 apparecchiature videogioco che, nella circostanza, non rispettavano i limiti imposti dalla normativa regionale che prevede il divieto di installazione di apparecchi per il gioco lecito a una distanza inferiore a 500 metri da luoghi sensibili quali scuole, luoghi di culto, istituti di credito e sportelli bancomat.

A seguito di quanto accertato, il gestore del locale, di nazionalità rumena, è stato sanzionato amministrativamente ai sensi art. 11 c.1 in rel. art. 5 c.1 Legge Regionale 9/16 per un totale di 28.000 euro (cioè 2000 euro per ognuna delle 14 macchinette installate) e gli apparecchi videogioco sono stati posti sotto sequestro amministrativo e sottratti alla materiale disponibilità di altri avventori.

Nella serata di mercoledì 6 novembre è stata controllata un’attività artigianale di vendita kebab in via Chiesa della Salute. Nel corso del controllo gli Agenti hanno trovato due sacchi neri contenenti all’interno 32 sacchetti di melanzane e peperoni, custoditi in involucri non conformi all’interno di un frigo-congelatore, in modalità non idonee a una corretta conservazione dei cibi e pericolosa per la salute pubblica. Per quanto accertato il titolare dell’esercizio, cittadino di nazionalità turca, è stato deferito all’Autorità Giudiziaria ai sensi dell’art. 5 lettera B) Legge n. 283/1962 per il reato di alimenti in cattivo stato di conservazione detenuti per la somministrazione.

Quando lei s’inventa un immaginifico quanto “realissimo” spasimante

“Due dozzine di rose scarlatte” apre la stagione dell’Alfieri

 

La domanda è una sola: sarà capace di reggere davanti ad un pubblico più smaliziato di oggi questa commedia con i suoi oltre ottant’anni di vita? Aldo De Benedetti e Due dozzine di rose scarlatte, un autore che (finché le leggi razziali lo permisero) cavalcava nelle vesti di sceneggiatore la stagione d’oro dei “telefoni bianchi” e per i palcoscenici gli applausi per “Non ti conosco più” o “Milizia territoriale”; un successo in grado di oltrepassare i confini nazionali, fortificato nel 1940 dal film omonimo che segnò il debutto di Vittorio De Sica alla regia, un esempio prebellico pieno di leggerezza, fondato su un gioco degli equivoci e su una intelligente quanto tranquilla sensualità quel tanto che basta, dialoghi e risate costruiti e offerti in punta di piedi. Ebbene, quel testo regge ancora benissimo, eccome, nei dialoghi e nell’incalzare delle sorprese della vicenda, nello smalto che con il tempo non accusa nessuna scalfittura, tenuto al riparo proprio nella leggerezza spensierata di quegli anni, nella sua riposante immobilità, che accusa colpi allorché pecca con la presunzione di cucirgli addosso una colonna sonora onnivora che deborda verso la Berti o Ranieri, mentre resta un piacere difenderla nel proprio tempo e affidarsi alla Wandissima e dintorni. Una tappa indovinata, una scelta oggi spericolata con cui Torino Spettacoli ha aperto la propria stagione all’Alfieri, un appuntamento, per la regia elegante, tutta sospiri e ripicche, di Girolamo Angione, che il pubblico ha gradito tra divertimento e applausi.

“Le catene del matrimonio sono così pesanti che bisogna essere in tre per sopportarle”, ci avvisa il foglio di presentazione dello spettacoli citando Alexandre Dumas. Una coppia felicemente sposata in cui s’insinua ad un certo punto una parola molesta: evasione. Qualche momento di stanchezza in lei, un viaggio in solitaria tra le nevi di Cortina, un tentativo di modesta avventura per lui, don Giovanni sognatore, approfittando di quell’assenza. Tra i preparativi, cui pensa la servetta di casa, Marina intercetta un mazzo di rose che il fedifrago s’è fatto recapitare per poterlo girare alla bellezza che ha scelto, unito ad un biglietto che sfodera la piccola letteratura del tempo in formato Baci Perugina e firmato “Mistero”. Chiaro che Marina ci ricami sopra e che ogni pomeriggio, ad un’ora prestabilita, attenda un identico mazzo di rose come una manna dal cielo, capace di farla uscire dalla noiosa mediocrità ed entrare nella allegra decisione di non partire più. Gli equivoci si susseguono e giungono secondo temporaneo copione alla brusca interruzione di una vita a due, giocando anche la complicità dell’amico Savelli: grazie ad una sua azzardata confessione, nella ricerca di chi si possa nascondere dietro “Mistero”, il castello di carte frana miseramente. Con la tranquillità per lo spettatore che De Benedetti voglia mettere le cose a posto per il futuro.

Leggerezza, dicevamo. E in quella fanno a gara ad accomodarsi Miriam Mesturino, irrequieta consorte, Luciano Caratto che mena il gioco con grande sicurezza ed ineccepibile varietà di toni e Simone Moretto, l’amico vittima e pasticcione. Insomma un successo a tutto tondo, come ai tempi del mitico De Benedetti.

 

Elio Rabbione

 

Nelle immagini, Luciano Caratto e Miriam Mesturino; Simone Moretto e Miriam Mesturino in due momenti della spettacolo, fino a domenica 10 novembre in scena al teatro Alfieri