La testimonianza del custode del bar del circolo beni demaniali andato distrutto e’ stata vagliata con attenzione, per tentare di individuare i due uomini e la donna che si erano introdotti nel locale poco prima che scoppiasse l’incendio
Le indagini per scoprire chi ha appiccato l’incendio alla Cavallerizza proseguono a ritmo serrato. Fonti giornalistiche parlano di una possibile matrice anarchica e gli inquirenti stanno prendendo in considerazione anche i rapporti tra le varie associazioni che in qualche modo hanno a che fare con Assemblea Cavallerizza, il collettivo che gestisce l’occupazione delle ex scuderie reali. La testimonianza del custode del bar del circolo beni demaniali andato distrutto e’ stata vagliata con attenzione, per tentare di individuare i due uomini e la donna che si erano introdotti nel locale poco prima che scoppiasse l’incendio. Le telecamere della zona potrebbero essere utili a riconoscere i responsabili. Intanto, l’ordinanza del sindaco, ha vietato l’ingresso ai curiosi nell’area danneggiata che è’ stata transennata.
Dai Taurini ai Toret, una lunga storia
Cosa collega allora il nome della nostra città al toro? Nulla, se non un’assonanza con la parola: infatti, la radice indoeuropea taur è legata al greco oros cioè montagna, al sanscrito sthur , massiccio o robusto, ed anche alla parola celtica thor, che significa monte. Dunque Torino” città delle montagne”
Il toro e Torino: riprodotto sullo stemma , “calpestato” come portafortuna sotto i portici di piazza San Carlo, il possente animale è una figura ricorrente e familiare a noi sabaudi.Il nome Torino significa dunque “città dei tori”? Ebbene no. Secondo gli storici, l’ origine della denominazione è dovuta alla presenza sul territorio dei Taurini, tribù celto-ligure che nel II secolo a.c. occupò la valle del Po piemontese; lo storico greco Polibio scrisse che i Taurini stabilirono il loro centro principale nella zona fra il Po e la Dora Riparia, corrispondente all’attuale Vanchiglietta ma allora denominata Taurasia. Taurini, Taurasia, Julia Augusta Taurinorum come colonia romana voluta da Giulio Cesare e successivamente ampliata da Augusto, quindi nei secoli Torino.
Cosa collega allora il nome della nostra città al toro? Nulla, se non un’assonanza con la parola:infatti, la radice indoeuropea taur è legata al greco oros cioè montagna, al sanscrito sthur , massiccio o robusto, ed anche alla parola celtica thor, che significa monte. Dunque Torino ”città delle montagne”, da quanto affermano le fonti storiche. Ma ormai il toro è entrato nella nostra tradizione, e rimane il simbolo per eccellenza : emblematico è il caso dei Toret o Toretti, disseminati per la città e molto amati dagli abitanti e non, tanto da essere indicati su Tripadvisor fra le migliori attrazioni turistiche torinesi (al 12° posto su 137 posti recensiti).
Dal 2012 esiste anche un’associazione a tutela delle fontanelle verdi, “I love Toret”, che promuove la loro adozione gratuita: ciascuno può scegliere una delle 800 fontane presenti sulla mappa e prendersene cura, contribuendo così alla tutela di un piccolo ma importante pezzo di storia di Torino.
Per maggiori informazioni circa il progetto, consultate il sito www.ilovetoret.it
Federica De Benedictis
(Foto: il Torinese)
La decisione parte dal presupposto che sussiste il rischio di reiterare il reato
Gli somministrava dosi di insulina, lamentandosi poi che il proprio bimbo stava male.Resta in cella alle vallette la donna della provincia di Torino che è stata accusata, grazie a riprese da una telecamera nascosta in ospedale dai carabinieri, di aver volontariamente iniettato la sostanza al figlio di 4 anni. A deciderlo, il Tribunale del Riesame che ha respinto l’istanza di scarcerazione presentata dagli avvocati della donna, un’infermiera della donna. La decisione parte dal presupposto che sussiste il rischio di reiterare il reato
L’arcivescovo di Torino, Mons. Cesare Nosiglia: “un figlio non è un diritto, ma un dono”. Secondo il prelato l’ eterologa può causare “un grave danno psicologico”
Il presidente e governatore dei governatori, Sergio Chiamparino, lo aveva anticipato: sulla fecondazione eterologa le Regioni dovranno procedere con una linea comune. E così la commissione Salute della Conferenza delle Regioni ha raggiunto un’intesa sulle linee guida per regolamentare la materia. Il testo sarà sottoposto ai presidenti delle Regioni. Dalle anticipazioni, il costo dell’eterologa dovrebbe aggirarsi tra i 2.500 e i 3.000 euro a carico del servizio sanitario regionale.
Sarà anche creato un registro regionale di donatori, la cui identità resterà anonima. Commenta il presidente del Piemonte: “un deciso passo in avanti per rendere effettivo l’esercizio di un diritto che è di tutti i cittadini”.
Sulla delicata questione, che implica inevitabilmente considerazioni etiche, è intervenuto anche l’arcivescovo di Torino, Mons. Cesare Nosiglia: “un figlio non è un diritto, ma un dono”. Secondo il prelato l’ eterologa può causare “un grave danno psicologico. E’ doveroso che al più presto vengano date norme sicure per evitare il Far West e per scongiurare un mercato procreativo animato dalla logica del figlio a tutti i costi”.
(Foto: P. Juzzolino – Regione Piemonte)
Il ponte della Regina aveva proprio lo scopo di aiutare i pellegrini nel sorpassare il fiume ed è oggi uno dei più straordinari esempi di architettura civile in Spagna
Una nuova tappa del viaggio della nostra Anita nel Cammino verso Santiago de Compostela
Si arriva a Puente la Reina. Un paese nato per il cammino. Una via accompagna il pellegrino dall’ingresso della città fino al suo abbandono. Non esiste turismo. E’ la storia che ci fa compagnia. Qui un ponte di pietra ci racconta la storia di una Regina. Munia, moglie di sancho III el Mayor de Navarra fece costruire il magnifico ponte di pietra in stile romanico sul rio Arga.
Il ponte della Regina aveva proprio lo scopo di aiutare i pellegrini nel sorpassare il fiume ed è oggi uno dei più straordinari esempi di architettura civile in Spagna. In origine disponeva di tre torre difensive. In una di esse originariamente si poteva ammirare la Virgen del Txori che oggi è’ collocata nella chiesa di san pedro. Il termine Txori e’ basco, significa uccellino. La leggenda vuole che un uccellino facesse ogni giorno visita all’immagine, per togliervi le ragnatele con le ali e pulirne il viso con l’acqua del fiume che raccoglieva nel becco.
Anita
I “Silenzi” di tredici artisti a Moleto
Un week end inusuale sulle colline del Monferrato casalese; a passeggio nel piccolo borgo che, per l’occasione, si trasforma in galleria a cielo aperto, con le opere disseminate in cortili, vie e giardini storici
Il silenzio si può fotografare, dipingere o raccontare per immagini? Tredici artisti (italiani e stranieri) hanno colto la sfida ed ecco, a Moleto, la mostra “Silenzi”, sabato e domenica (dalle 10,30 alle 18,30).
Un week end inusuale sulle colline del Monferrato Casalese; a passeggio nel piccolo borgo che, per l’occasione, si trasforma in galleria a cielo aperto, con le opere disseminate in cortili, vie e giardini storici, alla piacevole scoperta di come il silenzio è stato racchiuso in qualcosa di visibile.
E’ la sesta edizione della rassegna collettiva che lega l’arte alla cultura del territorio; ideata dalla pittrice tedesca Michelle Hold (dopo varie esperienze internazionali ha eletto queste colline suo buen retiro) con il gruppo Art Moleto e in collaborazione con l’Ecomuseo della Pietra dei Cantoni. Prima tappa di un viaggio che proseguirà poi in gallerie, palazzi e musei, sia italiani che europei.
Se per Pitagora il silenzio era l’inizio della saggezza, allora la corsa parte proprio da qui: dal Monferrato, dove colline e vigneti favorisco un rapporto privilegiato con un argomento così etereo e inafferrabile. E Moleto, da poco diventato “Patrimonio dell’Umanità”, diventa l’epicentro di una cultura profonda, intrisa di rispetto dei luoghi, ricerca interiore, capacità di ascoltare le mille e infinite voci dei silenzi.
Il silenzio non è certo cosa facile da imbrigliare e raccontare, ma loro ci sono riusciti. Chi con la fotografia, chi con pennellate di colore, chi con il disegno.
Memi Cavallo, Ilenio Celoria, Isotta Cuccodoro, Piero Ferroglia, Michelle Hold, Davide Minetti, Piergiorgio Panelli, Roberto Pissimiglia, Teresio Polastro, Petra Probst, Bona Tolotti, Päivi Vähälä e Alexandra Winterberg si sono cimentati nell’impresa, ognuno con la sua tecnica e sensibilità.
Le loro opere parlano di pause necessarie e affondi nell’io più intimo, canti primitivi dell’anima e pensieri, colori decisi e forti o tenui, delicati e sfumanti nel bianco.
A unirli sono il legame con il Monferrato, l’interpretazione della realtà in modo introspettivo, un percorso tematico condiviso, la ricerca del rapporto uomo-natura, il racconto visivo di sensazioni ed emozioni.
E c’è anche il silenzio in parole, sabato, con la presentazione in anteprima del saggio “Silenzio e silenzi” (Edizioni ArtMoleto) di Roberto Pissimiglia; eclettico editore e giornalista che vive e lavora a Torino, ma da anni ha scelto Moleto come suo luogo dell’anima e dell’arte. Qui, nell’atelier “Adam”, raccoglie antichi oggetti e attrezzi legati alla tradizione contadina, li restaura, dipinge ed assembla in modo nuovo, ammantandoli di una dimensione artistica.
Quest’anno il suo impegno è duplice, perché oltre ad esporre installazioni inedite di arte povera, debutta anche sul versante letterario come saggista. “Silenzio e silenzi” si articola in 19 capitoli sulle tracce delle tante forme in cui il silenzio è declinabile; tra aforismi, massime, citazioni e frasi celebri, spunti e riflessioni su “tutti i silenzi possibili”. Il ricavato delle vendite del saggio servirà ad autofinanziare le prossime iniziative del gruppo Art Moleto, attivo più che mai. Basti pensare alla prossima iniziativa “Rosso vivo”, ormai alle porte.
Aprirà infatti il 13 settembre nella Sala Chagall al Castello di Casale Monferrrato, la mostra itinerante in occasione dei festeggiamenti legati alla cultura del vino rosso, prodotto must della zona. Dunque riflettori puntati sui paesaggi vitivinicoli della zona piemontese, da poco eletti patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Laura Goria
A fare saltare sulla sedia il sindaco Piero Fassino (immaginiamo sia successo così) è la fotografia di una donna grassissima e nudissima che calpesta un’immagine religiosa
Sono scontate le reazioni di un cattolico di destra come Maurizio Marrone, o di un catto-cattolico come Silvio Magliano. Ma anche i dem-cristiani della Sala Rossa sono indignati. Ed è soprattutto l’imbarazzo, fitto come una coltre di nebbia che si taglia con il coltello, ad aleggiare tra gli stucchi di Palazzo Civico. I promotori dell’iniziativa intendevano creare scalpore attraverso i media? Beh, ci sono riusciti.
La polemica in città per la foto-scandalo utilizzata come simbolo per la mostra organizzata dal movimento per la libertà omosessuale LGBT, è scoppiata puntuale. Eh sì, perché oltretutto l’iniziativa aveva ottenuto il patrocinio del Comune. A fare saltare sulla sedia il sindaco Piero Fassino (immaginiamo sia successo così) è la fotografia di una donna grassissima e nudissima che calpesta un’immagine religiosa.
Sul donnone campeggia la didascalia S.A.L.I.G.I.A, come acronimo che riunisce le iniziali dei sette vizi capitali. In ritardo, ma meglio tardi che mai, l’assessore alla Cultura Maurizio Braccialarghe allarga le braccia sconsolato: non avevamo visto la fotografia. Così oggi la giunta municipale, all’unanimità, ha tolto il patrocinio. Se i diritti di chiunque non si devono calpestare, anche il buon gusto non va ammazzato.
CB
Per il futuro il Lingotto guarda a Levante
Tutto pronto (o quasi) per l’avvio della produzione del nuovo suv nel 2015
Mentre il mercato italiano dell’auto frena nello scorso mese di agosto, con un calo dello 0,2% (53.191 immatricolazioni rispetto alle 52.295 dello stesse mese nel 2013) è positivo il bilancio di questi 8 mesi 2014: le consegne sono state 925.393 pari a un incremento del 3,52%. Per quanto riguarda Fiat, il gruppo registra una diminuzione delle immatricolazioni in agosto: 14.675, ovvero il 6,89% in meno dello stesso mese dello scorso anno. Da inizio 2014 le consegne sono state 257.954 (-1,01%).
Ma il dato più importante per il gruppo torinese/americano è l’investimento reaqltivo alla produzione del Suv Levante, che dovrebbe partire nel 2015. A tale proposito è da accogliere favorevolmente la notizia dell’avvio della procedura per il rinnovo della cassa integrazione ordinaria negli stabilimenti di Mirafiori e Grugliasco per un anno, fino al 28 settembre 2015, così da consentire la riorganizzazione aziendale per preparasri alle nuove produzioni.
Mentre i dettagli sugli ammortizzatori sociali verranno discussi a breve in Regione con i sindacati, intanto è iniziata anche la riorganizzazione della produzione alla Maserati di Grugliasco, compreso il turno del sabato. In tal modo nell’ex Bertone è stato possibile riassorbire i 500 lavoratori di Mirafiori attualmente in cassa integrazione.
(Foto: il Torinese)
Pesi e massofisioterapia, un incontro possibile
Una pratica utile nelle terapie per la gestione delle algie della zona lombare
Il mal di schiena oggi affligge un numero di persone in continua crescita.E’ un dato di fatto di cui prendere atto e anche i numeri non danno conforto: dai 30 ai 50 anni il 60 % circa della popolazione italiana segnala di aver avuto almeno un episodio di mal di schiena durante gli anni. Almeno un episodio appunto; la recidivita’ di tali eventi e’ invece purtroppo la norma, e la sintomatologia delle algie che affliggono il rachide e’ da considerarsi altamente invasiva, tanto che il generico mal di schiena e’ oggi ritenuto altamente invalidante a livello sociale anche per le assenze dal lavoro che provoca, subito dopo la flogosi delle vie aeree.
Ragionando sulla localizzazione del problema, si e’ visto che le zone cervicali, toraco – dorsali, lombari, sacro – coccigee sono interessate in misura percentualmente diversa e tale differenza e’ dal nostro punto di vista assolutamente interessante perche’ evidenzia come, ancor oggi, la posizione in ortostatica non sia ancora stata riassorbita dall’ uomo dopo millenni: la zona cervicale e la lombare infatti, essendo curve lordotiche di compenso, sono quelle maggiormente interessate da dolori diffusi o localizzati.
In particolare la seconda puo’ essere ricondotta a quattro cause piu’ frequenti:
Un assetto posturale alterato ( legato a fattori strutturali o relativi all’ apparato muscolare )
Un’ alterazione funzionale e degenerativa delsistema muscolo – legamentoso ( muscoli troppo corti ma anche troppo lunghi; legamenti lassi )
Alterazioni strutturali a carico del segmento di movimento ( degenerazione discale e delle articolazioni interapofisarie, processo spesso interdipendente )
Indebolimento della struttura ossea ( ad esempio nell’ osteoporosi )
A cio’ dovremmo aggiungere come eziopatogenesi, condizioni individuali, ambientali, sociali. Molto sappiamo di tale disturbo, ma nell’ arco degli anni, l’ osservazione degli operatori ha individuato anche le modalita’ di insorgenza della lombalgia; essa infatti puo’ essere acuta o cronica, ma anche e soprattutto nella forma di lombo – cruralgia o di ,lombo – sciatalgia. Nelle ultime due, la concomitanza delle terapie fisiche ( tens, ionoforesi, correnti diadinamiche ), della terapia manuale ( la tecnica del massaggio terapeutico ) e del lavoro attivo / passivo di chinesiologia sul campo portano spesso a felicissimo esito per il paziente.
Posso personalmente riferire come soprattutto in quest’ ultima condizione, le percentuali di miglioramento anche nei casi di compromissione trofica / motoria importante a livello degli arti inferiori ( ad esempio con erniazioni localizzate nella zona l5 / s1, l3 – l4… ) sia davvero sbalorditivo sotto il profilo della qualita’ della vita per il paziente, a dimostrazione del fatto che la cooperazione di diverse figure tecnico – professionali in team di lavoro ( chinesiologo, massofisioterapista, osteopata ) sia sempre vincente. Capite dunque come, delle 841 cause di mal di schiena realmente individuate ( sibilla, 1995 ), meno di 200 siano da ricondursi a problemi specifici del rachide ( Nachemson et al. ).
Cosa fare sul campo per chi allena / tratta pazienti lombalgici ?La back school spinge molto sull’ informazione innanzitutto: impariamo come siam fatti, come funzioniamo, automatizzando movimenti corretti e posizioni idonee. Insegniamo anche a rilassarci, andando cosi’ a colpire un’ altra causa del problema ( lo stress ), magari con tecniche di respirazione ( vedi alexander e la tecinca delverrouillage ), di autocoscienza, di ricerca personale ( ottimo il training autogeno ). Quando il nostro allievo avra’ compiuto questo primo iniziale percorso, andremo sul campo. La sospensione – appoggio frontale alla spalliera con piede in appoggio ( per le persone mature ), servira’ come esercizio cardine.
Proseguiremo dunque con le mobilizzazioni e con gli esercizi in flessione o in estensione della colonna. Per chi si fosse stupito circa l’ uso da parte mia del sostantivo “ estensione “ in caso di lombalgia, beh, vi invito a considerare un aspetto della questione spesso dimenticato: il mal di schiena a livello lombare puo’ essere anche causato da rettilineizzazioni del tratto rachideo in questione o da una sua inversione ( gulp ! ). La lordosi non e’ una curva dannosa, e mckenzie con il suo operato a livello posturale ha avuto il merito di allargare la visuale sul problema: molte algie in chi ne soffre, scompaiono quando il paziente deambula dopo la posizione seduta, riformando appunto la fisiologica lombare !
Largo dunque alle anteroversioni del bacino, alle retroversioni, alle mobilizzazioni della colonna in flessione ma anche in estensione, e soprattutto allo stretching finale con la maggior varieta’ possibile di allungamenti conosciuti ( soprattutto su muscoli che turbano la statica e la dinamica della colonna provocando retrazioni o compensi: alludo a ischio – crurali, gran dorsale, grande pettorale ). Il tutto senza dimenticare gli esercizi di rinforzo per tutto il corpo: ottimo il lavoro in modalita’ a circuito del tipo ” total body “ , con attenzione ai lavori in allungamento completo e contrazione incompleta che spesso devono essere somministrati a chi ha dolenzia: un occhio di riguardo alla respirazione addominale completa e profonda e alle contrazioni isometriche da abbinarvi.
Il gioco e’ fatto ? No, ma gestire gia’ casi piu’ seri come questi vi qualifichera’ sicuramente come tecnici preparati e coscienziosi.
dott. Paolo Roccuzzo
Chinesiologo, massofisioterapista
“Colpisce dolorosamente il modo in cui viene usato il corpo di una donna, proprio quando cresce un’attenzione più diffusa e consapevole alle strumentalizzazioni e alle violenze che sulle donne si commettono”
L’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, commenta, attraverso un comunicato stampa della Curia, il caso della locandina realizzata da LGBT, in cui una donna nuda calpesta un’immagine religiosa. Ecco le parole di Nosiglia:
“colpisce dolorosamente il modo in cui viene usato il corpo di una donna, proprio quando cresce, nella nostra cultura, un’attenzione più diffusa e consapevole alle strumentalizzazioni e alle violenze che sulle donne si commettono. I cristiani sono abituati a vedere e a riconoscere, nel corpo umano, la presenza stessa del Cristo Salvatore, e dunque la fraternità profonda, il rispetto reciproco che deve caratterizzare i rapporti fra le persone e, ci pare, anche la rappresentazione della persona. Sotto i piedi di quella donna, invece, non ci sono solo le immagini sacre ma emerge la mancanza di tale rispetto, doveroso per tutti e non solo per i credenti che vedono in quelle icone calpestate il volto del loro Signore e della Madonna. In quel montaggio c’è la protervia di chi si crede al di sopra di ogni minima regola etica; di chi pretende, in nome di una supposta scelta artistica, che tutti debbano accettare qualsiasi sfregio anche al più sentito e profondo senso religioso degli altri. Sono certo che ogni persona di buon senso e di buon gusto saprà valutare questo episodio per quello che merita – conclude il vescovo di Torino -. Soprattutto quando certe scelte ‘artistiche’ diventano un modo facile, troppo facile per cercarsi pubblicità attraverso le polemiche”.