Dai Taurini ai Toret, una lunga storia

torinese tutto web toretfarò2Cosa collega allora il nome della nostra città al toro? Nulla, se non un’assonanza con la parola: infatti, la radice indoeuropea taur è legata al greco oros cioè montagna, al sanscrito sthur , massiccio o robusto, ed anche alla parola celtica thor, che significa monte. Dunque Torino” città delle montagne”

 

Il toro e Torino: riprodotto sullo stemma , “calpestato” come portafortuna sotto i portici di piazza San Carlo, il possente animale è una figura ricorrente e familiare a noi sabaudi.Il nome Torino significa dunque “città dei tori”? Ebbene no. Secondo gli storici, l’ origine della denominazione è dovuta alla presenza sul territorio dei Taurini, tribù celto-ligure  che nel II secolo a.c. occupò la valle del Po piemontese;  lo storico greco Polibio scrisse che i Taurini stabilirono il loro centro principale nella zona fra il Po e la Dora Riparia, corrispondente all’attuale Vanchiglietta ma allora denominata Taurasia.  Taurini, Taurasia, Julia Augusta Taurinorum come colonia romana voluta da Giulio Cesare e successivamente ampliata da Augusto, quindi nei secoli Torino.

 

 Cosa collega allora il nome della nostra città al toro? Nulla, se non un’assonanza con la parola:infatti, la radice indoeuropea taur è legata al greco oros cioè montagna, al sanscrito sthur , massiccio o robusto, ed anche alla parola celtica thor, che significa monte. Dunque Torino ”città delle montagne”, da quanto affermano le fonti storiche. Ma ormai il toro è entrato nella nostra tradizione, e rimane il simbolo per eccellenza : emblematico  è il caso dei Toret o Toretti, disseminati per la città e molto amati dagli abitanti e non, tanto da essere indicati su Tripadvisor fra le migliori attrazioni turistiche  torinesi (al 12° posto su 137 posti recensiti).

 

 Dal 2012 esiste anche un’associazione a tutela delle fontanelle verdi, “I love Toret”, che promuove la loro adozione gratuita: ciascuno può scegliere una delle 800 fontane presenti sulla mappa e prendersene cura, contribuendo così alla tutela di un piccolo ma importante pezzo di storia di Torino.
 Per maggiori informazioni circa il progetto, consultate il sito www.ilovetoret.it

 

Federica De Benedictis

 

(Foto: il Torinese)

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