I carabinieri del Nucleo Investigativo di Torino stanno notificando 10 avvisi di conclusione delle indagini preliminari, nei confronti di 2 funzionari e 2 ex funzionari della Regione Piemonte e di 6 amministratori di società ritenuti, a vario titolo, responsabili dei reati di cui agli artt. 323 commi 1 e 2 c.p. (abuso d’ufficio in concorso) 110, 355 c.p. (inadempienza contrattuale in concorso) 81 cpv, 314, 61 n7 c.p. e 479 c.p. (peculato in concorso e falso ideologico). I provvedimenti scaturiscono da una articolata attività d’indagine iniziata nell’anno 2018 che cristallizzato profili di responsabilità a carico di Dirigenti e Funzionari della Regione Piemonte che, abusando della funzioni loro devolute nell’ambito della procedura contrattuale di costruzione del Nuovo Complesso Istituzionale della Regione, si sarebbero appropriati, falsificando i registri di contabilità, di euro 15.571.327,20 di fondi regionali liquidandoli alla consortile incaricata della costruzione dell’opera “TORRE REGIONE PIEMONTE” per la fornitura e posa di materiale di fatto “mai” entrati in cantiere. Parimenti sono emersi profili di responsabilità a carico degli amministratori delle società coinvolte nella realizzazione dell’opera responsabili di inadempienza contrattuale, per aver fornito alla stazione appaltante piastrelle non conformi agli standard richiesti (prive del previsto trattamento con prodotti consolidanti e idrorepellenti e gravate da valori eccessivi di deformabilità sia sotto carico che a scarico avvenuto) e per tale motivo in buona parte lesionatesi nel tempo già sottoposte a sequestro probatorio il 15 febbraio scorso.
Si è registrato un ennesimo caso di stalking in Piemonte. Protagonista è un 33enne di Nichelino che non riusciva a darsi pace della relazione finita con una ragazza. Nella notte tra lunedì e martedì, dopo essere stato allontanato dal cortile dell’abitazione dell’ex suocero, con cui aveva avuto una lite ritenendolo ‘colpevole’ di aver ospitato la figlia , è tornato con una tanica di benzina. Poi ha cosparso del liquido infiammabile le vetture di padre e figlia parcheggiate sotto casa, ma l’azione è stata notata dall’ex suocero che ha avvertito i carabinieri. Quando i militari sono arrivati sul posto l’uomo ha tentato di fuggire a piedi ma è stato bloccato dopo una breve colluttazione. Uno dei carabinieri ha riportato una distorsione al polso. Adesso dovrà rispondere di incendio, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Il giovane, tra l’altro, era stato scarcerato due giorni fa e sottoposto all’obbligo di firma, dopo che era stato arrestato dai carabinieri il 18 luglio scorso per avere aggredito il titolare ed il dipendente di un negozio di kebab di Rivalta di Torino.
I carabinieri scoprono “mercato dello sballo”
Era un vero e proprio ‘mercato dello sballo’, fornito di ogni tipo di sostanza stupefacente, quello che i carabinieri di Venaria hanno scoperto nel quartiere periferico di Mirafiori Nord. A ‘gestirlo’, si fa per dire, erano due giovani torinesi, incensurati, trovati in possesso di un chilo e mezzo di marjuana, 25 grammi di cocaina e 75 di ecstasy in cristalli. I militari hanno individuato la centrale di spaccio seguendo alcuni giovani tossicodipendenti veneriesi sino a Torino dove andavano a rifornirsi. La vendita della droga avveniva nel garage condominiale della coppia dove uno vendeva e l’altro aveva il ruolo di vedetta che, però, è stata bloccata dai carabinieri, senza dare la possibilità di avvisare il socio. Oltre la droga i militari hanno sequestrato materiale vario per il confezionamento e 1800 euro ritenuto il frutto dello spaccio.
I due arrestati sono finiti in cella al carcere ‘Lorusso e Cotugno’ di Torino
Gli attacchi informatici di natura finanziaria a cittadini ed imprese hanno da tempo superato i livelli di guardia, giungendo oggi a rappresentare una delle principali minacce alla tenuta ed alla sicurezza del tessuto economico del Paese. Le denunce pervenute alla Polizia di Stato fanno registrare aumenti preoccupanti (+340% nel 2018 rispetto al 2017, con un trend che si conferma crescente anche in relazione all’anno in corso).
Il panorama di attacco, sempre più variegato e tecnologicamente avanzato, vede nei noti schemi criminali del B.E.C. o Invoice Fraud (“Frode della Fattura”) e del CEO Fraud (“Frode dell’Amministratore delegato”), alcune della più insidiose forme di aggressione: abili hacker, dopo aver studiato e profilato le loro vittime grazie a virus informatici ed ingegneria sociale, si insinuano nelle comunicazioni commerciali usurpando l’altrui identità, ed ingannano gli ignari interlocutori circa la falsa necessità di dover disporre pagamenti, spesso molto ingenti, verso IBAN differenti da quelli già noti alle parti, dirottando così i pagamenti verso conti correnti accesi ad hoc, sia in Italia che all’estero.
Pagamenti i quali, una volta disposti, finiscono nelle mani (e sui conti correnti) di reti internazionali di soggetti prestanome, sapientemente reclutati dalle organizzazioni criminali, allo scopo di disperdere le tracce e riciclare il profitto del reato, rendendo ancor più arduo il compito degli investigatori. Trattasi di reati ad elevato contenuto tecnologico, che richiedono risposte investigative sempre più rapide e tecnicamente qualificate.
È in questo contesto che la Polizia di Stato, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Torino, ha nei giorni scorsi individuato 4 nigeriani, tre dei quali sono finiti in stato di fermo e, di conseguenza, in carcere in quanto responsabili di riciclaggio internazionale dei proventi illeciti scaturenti dalle attività criminali prima ricordate.
Al termine di un’articolata attività d’indagine specialistica, la Sezione investigativa financial cybercrime della Polizia Postale di Torino ha stretto il cerchio attorno ai quattro soggetti, colti sul fatto in momenti separati mentre si apprestavano ad effettuare operazioni di prelievo presso gli sportelli di uno stesso ufficio postale del torinese. Gli accertamenti svolti, hanno poi confermato che tali operazioni di prelievo erano effettivamente finalizzate ad incassare il denaro proveniente da numerosi attacchi informatici, che avevano in precedenza colpito diverse ed ignare società commerciali all’estero.
La tempestività e rapidità dell’intervento da parte dei cyber-agenti, non soltanto ha permesso inizialmente di risalire all’origine, sebbene estera, della frode, ma anche di ricostruire compiutamente il quadro probatorio a carico dei quattro malfattori, assicurati alla giustizia; ha altresì consentito di sequestrare denaro contante ancora in giacenza ed individuare ulteriori conti correnti circa i quali sono in corso ulteriori accertamenti. Il fermo è stato convalidato dal Gip del Tribunale di Torino con applicazione della misura cautelare della custodia in carcere per tutti e tre personaggi.
In varie circostanze, del resto, il territorio piemontese è risultato luogo elettivo per la monetizzazione dei proventi dei reati in parola, mediante condotte di riciclaggio che consentono di occultare la provenienza delittuosa del denaro. Tuttavia il fenomeno è oggetto di costante monitoraggio da parte della Polizia Postale, con il coordinamento del Servizio Centrale della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, attraverso attività di controllo mirato, rese possibili dalle partnership da tempo proficuamente instaurate con Poste Italiane s.p.a. e con i principali Istituti bancari nazionali, sinergie che consentono, come nel caso attuale, di realizzare interventi tempestivi a tutela delle vittime dei reati ed a presidio dell’integrità del tessuto economico-produttivo del Paese.
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I tempi tramontati di Nenni e Mussolini
Mercoledì 24 luglio
Gioiello di Filippo Juvarra, residenza dei Savoia e patrimonio dell’UNESCO,
la Palazzina di Caccia di Stupinigi apre agli ospiti di Club Silencio le sue
maestose porte per un evento unico targato Palchi Reali.
Club Silencio è l’associazione culturale il cui obiettivo è valorizzare e promuovere il
patrimonio storico-culturale dei musei e degli edifici storici d’Italia attraverso
l’organizzazione di iniziative serali.
Mercoledì 24 luglio Scopri l’interno della sontuosa Palazzina dalla biblioteca fino al
Salone centrale, saranno inoltre presenti le guide della struttura per fornirti preziose
informazioni e curiosità.
L’aperitivo con cocktail bar verrà servito nel Cortile d’Onore della Palazzina e sarà
accompagnato dalle musiche di Ramon Moro e Altriparty & Hypsidia nell’ambito
di Palchi Reali.
“Claude Monet – The immersive experience”
Durante la serata potrai visitare la mostra “Claude Monet – The immersive
experience”, un viaggio multimediale a 360° gradi nell’arte dell’Impressionismo.
LA COMODITÀ DEL TAVOLO
A disposizione tavoli e area lounge con area food e bar dedicati. Il servizio, che dà
priorità di accesso, è attivo dalle 19:30 alle 21:30 ed è riservabile.
INFO UTILI
Mercoledì 24 luglio 2019, dalle ore 19:30 alle ore 00:00
Piazza Principe Amedeo, 7, 10042 Stupinigi, Nichelino TO
EVENTO
Come accreditarsi all’evento → https://clubsilencio.it
Dalle 19:30 alle 20:45 → Aperitivo + 1° drink: €20
Dalle 21:30 → 1° drink: €12
Visita libera + Claude Monet – The immersive experience
PREMIUM PASS
Cosa comprende e come acquistarlo → https://clubsilencio.it
– ingresso garantito
– ingresso prioritario
– un flute di spumante by Winelivery (codice promo €5: BONTON facendo un ordine
su winelivery.com su un acquisto di €15 o superiore)
Focus internazionale di Filippo Re
Sauditi, emiratini, iraniani, russi e americani, sembra che non ci sia potenza regionale o internazionale che voglia fermare una volta per tutte il conflitto nello Yemen che si trascina da oltre quattro anni.
Una guerra quasi dimenticata che fa comodo a tanti, come ai governi europei che vendono le armi e agli estremisti islamici che approfittano del caos. Uno scontro che nel frattempo continua a falcidiare la popolazione sia per i bombardamenti sia per la fame. Secondo alcune organizzazioni umanitarie sono quasi 100.000 le persone uccise in Yemen nel conflitto che da marzo 2015 oppone i sauditi che guidano una Coalizione internazionale ai ribelli sciiti Houthi armati dall’Iran. “Non dimentichiamo il disastro dello Yemen”: le parole che il vescovo Paul Hinder, vicario apostolico dell’Arabia meridionale (comprendente Emirati Arabi Uniti, Oman e Yemen) più volte pronuncia con la speranza che questa tragedia non venga ignorata perchè, forse, meno importante di altre crisi mediorientali, sembrano cadute nel vuoto. Con il risultato che la situazione nel Paese asiatico resta drammatica per la fame, la povertà, la siccità, la guerra e l’epidemia di colera. Quasi 11 milioni di persone sono sull’orlo della carestia, oltre l’85% della popolazione vive grazie agli aiuti umanitari mentre tre milioni di yemeniti sono sfollati. Sono milioni le persone che hanno necessità di assistenza sanitaria e sono privi di servisi igienici e di acqua potabile ma la preoccupazione maggiore in queste settimane è per la crisi di colera che ha già ucciso un milione di yemeniti. Si aggrava anche la situazione dei minori.
Nei primi quattro mesi del 2019 oltre 400 ragazzi sono stati uccisi o sono rimasti feriti e più di 3 bambini al giorno perdono la vita o restano mutilati. La Camera dei Deputati ha fermato le bombe italiane che cadono sullo Yemen ma dal cielo continua la pioggia incessante di ordigni devastanti su ospedali, scuole, aeroporti quasi 20.000 sono i raid condotti finora dalla coalizione saudita e migliaia sono i minori vittime di bombe, attacchi kamikaze, congegni esplosivi e mine, armamenti prodotti all’estero e venduti dai governi stranieri alla Coalizione saudita. Tra questi ci sono anche le bombe prodotte in Italia dalla fabbrica Rwm in Sardegna la cui esportazione verso i Paesi che violano i diritti umani è vietata dalle leggi italiane. Ora la Camera ha votato una mozione di maggioranza per sospendere la vendita di armi pesanti come missili e bombe d’aereo a Riad e agli Emirati. Dall’inizio del conflitto almeno 6500 bambini sono rimasti uccisi e feriti durante i bombardamenti. La “svolta” è giunta (resta però da vedere se la mozione sarà realmente applicata) dopo che nei mesi scorsi anche Germania, Danimarca, Finlandia e Gran Bretagna avevano deciso di sospendere le esportazioni di armi pesanti verso l’Arabia Saudita. Londra è il secondo esportatore di armi a Riad dopo gli Stati Uniti con sei miliardi di dollari dal 2015, quando la guerra cominciò, pari al 42% delle vendite totali di armi inglesi. Nello Yemen continua intanto la guerra regionale “per procura” tra Riad e Teheran. Gli insorti sciiti, grazie ai missili ricevuti da Teheran, hanno alzato il tiro e colpiscono gli aeroporti nel sud dell’Arabia Saudita in risposta ai raid sauditi sulle loro città nello Yemen del nord. Nel 2014 gli Houthi presero il controllo della capitale Sana’a costringendo il presidente Mansour Hadi, filo-saudita, alla fuga. A marzo 2015 l’offensiva dei ribelli sciiti verso la città Aden nel sud del Paese dove nel frattempo si era rifugiato Hadi scatena la reazione dei sauditi che formano una Coalizione sunnita di dieci Stati, del Golfo, oltre all’Egitto e al Sudan con l’obiettivo di aiutare l’ex presidente con raid aerei. In quattro anni sono morti oltre 100.000 yemeniti per i combattimenti e altri 120.000 di fame e malattie.
Approfittando della guerra e dell’anarchia centinaia di miliziani di Al Qaeda e dell’Isis hanno occupato porzioni di territorio. I negoziati in Svezia hanno avuto finora poco successo e la fine della guerra è lontana. Gli interessi in gioco sono tanti, da una parte e dall’altra. La monarchia di Riad non può mollare lo Yemen ai filo-iraniani e quindi vuole riprendere completamente il controllo di quel territorio che ha sempre considerato il proprio “giardino di casa” . Lo Yemen è fondamentale per controllare lo stretto di Bab el Mandeb dove transita il petrolio del Golfo diretto in Europa e i sauditi, acerrimi rivali di Teheran, non possono certo lasciarlo nelle mani di un gruppo che obbedisce agli ordini dei pasdaran che tramite gli insorti sciiti aumenterebbero la loro influenza sull’intera regione. Una soluzione potrebbe essere quella di tornare a due Stati distinti, uno al nord e uno al sud, oppure alla formazione di più di due Stati perchè all’interno dello Yemen ci sono varie regioni che hanno mire indipendentiste. Per Paul Hinder la strada giusta potrebbe essere uno Stato confederato, quindi meno centralizzato di come era in passato.
Dal settimanale “La Voce e il Tempo”
Come saranno i nuovi dehors?
A conclusione di un percorso durato qualche mese, il Consiglio comunale ha approvato la deliberazione contenente il testo del nuovo Regolamento comunale: “Disciplina dell’allestimento di spazi e strutture all’aperto su suolo pubblico, o privato ad uso pubblico, attrezzati per il consumo di alimenti e bevande annessi a locali di pubblico esercizio di somministrazione”.
La novità sostanziale del nuovo regolamento è l’individuazione di due tipologie di manufatti: i “dehors” e i “padiglioni”, le cui relative specifiche costruttive sono raccolte in uno strumento normativo organico allegato alla deliberazione, le Norme tecniche, che descrivono prescrizioni e indicazioni tecniche oltre a disciplinare le specifiche progettuali in un’ottica complessiva finalizzata a garantire la riqualificazione formale e funzionale dell’ambiente cittadino.
Nel Regolamento, i “dehors” vengono definiti come l’allestimento di spazi all’aperto attrezzati per il consumo di alimenti e bevande, annessi ad un locale pubblico, mediante un insieme di elementi posti in modo funzionale ed armonico al suolo pubblico, senza delimitazioni, anche su pedana. I “padiglioni”, invece, strutture che costituiscono un ambiente chiuso, delimitato completamente o in parte.
Le indicazioni progettuali sono contenute nelle Norme tecniche e sono il risultato del lavoro di integrazione, in un unico testo coordinato, dei contributi forniti dai diversi servizi della Città e da enti esterni, recepiti i pareri di ASL e Regione Piemonte. Vi sono elencati i criteri di progettazione e di inserimento nel contesto ambientale, storico, viabile, in attuazione delle normative di sicurezza, di edilizia e igienico-sanitarie.
Nello specifico, i ”dehors” potranno essere realizzati su tutto il territorio cittadino, nel rispetto dei parametri stabiliti dalle Norme tecniche e dalle regole di inserimento nello spazio circostante dettate dal contesto storico e paesaggistico, dalle normative e dai regolamenti vigenti, mentre i “padiglioni” potranno essere realizzati sul territorio cittadino ad esclusione delle aree e dei fronti definiti all’interno delle Norme tecniche ad esclusione della Zona Urbana Centrale Storica (ZUCS), dove saranno consentiti solo su parere favorevole della competente Soprintendenza e limitatamente ad alcuni ambiti puntualmente individuati.
Lo stile Liberty anche detto stile Floreale appartiene alla città di Torino da più di un secolo
A chi piace bighellonare spensieratamente dico che può darsi egli incappi nello stile Liberty da un momento all’altro, come si incontra una pianta, magari un bel vaso di fiori, in un giardino all’inglese oppure come in mare si incrocia inaspettatamente la bianca cresta di un’onda. I palazzi realizzati con quello stile si trovano in diversi frangenti della città; essi sono opportunamente segnalati da cartelli informativi che ricordano alcune informazioni come, ad esempio la data di costruzione, l’architetto, il nome stesso del palazzo. La seconda uscita della rubrica sulla Fontana dei Dodici Mesi di Torino è dedicata prima di tutto allo stile Liberty, poi ai lettori che abitano a Torino tanto quanto agli aspiranti vacanzieri, visitatori della città e naturalmente alla statua del mese di luglio che anche in questo caso è una figura femminile in movimento.
In breve la Fontana dei Mesi è una fontana di forma più rotonda che ovale, costruita su di un tratto in pendenza del terreno e è formata da cascate e da spruzzi; oltre ai giochi d’acqua la Fontana è costituita dalle statue a cui sono dedicate le uscite di questa rubrica, da altre statue raffiguranti imponenti nettuno. Parte integrante della fontana è la sorta di laghetto all’interno delle due braccia lungo le quali si trovano simmetricamente le statue.
Inaugurata nel 1898 in occasione della grande esposizione in pieno periodo Liberty la Fontana è uno dei luoghi più amati dai torinesi che frequentano il bellissimo parco del Valentino, specialmente dopo la riapertura avvenuta a seguito del lungo restauro. Come abbiamo visto in precedenza, tutte le dodici statue hanno caratteristiche peculiari e con questa rubrica proviamo ad associare delle correnti artistiche alle statue, con il duplice eventuale buon risultato di ricordare l’aspetto della statua e di fare una passeggiata al parco. La statua del mese di giugno che abbiamo visto in precedenza tiene in grembo un involto e incede, con la gamba destra avanzata. Luglio ha le braccia levate e tiene sul capo un lembo della veste che si gonfia leggera al vento estivo e la leggerezza ricercata fino all’estremo è uno dei tratti più caratteristici del Liberty. La donna è colta in un momento di pausa dal cammino.
La sua fisicità, così come il volto, è caratterizzata da grande gioia e da altrettanta spensieratezza del vivere. Ricorda prepotentemente un tratto della femminilità che tutti ci auguriamo non vada mai perduto nonostante gli orribili femminicidi che tragicamente accadono così spesso che è quello di riuscire a gettare il passato dietro alle spalle insieme al suo correlato di portare il presente alla realtà.
In chiusura penso: chissà se qualche lettore della rivista iltorinese.it, durante la prossima eclissi totale di Luna -uno degli eventi astronomici che la scorsa settimana ha tenuto tutta Italia col naso all’insù- ricorderà la statua del mese di Luglio, per il fatto che Luglio alla Fontana dei Mesi ferma un attimo eterno oppure per quella mezzaluna che forma il velo. In attesa di Ferragosto, nessuna anticipazione per la prossima uscita, ma restate connessi! Si parlerà ancora della Fontana dei Mesi e naturalmente di arte.
Elettra-ellie-Nicodemi