ilTorinese

Commercio, Ruffino (Fi): “Nuove linee di credito contro la crisi nera”

“Il Comune di Torino e Regione Piemonte faranno bene a raccogliere il grido d’allarme lanciato da Maria Luisa Coppa, presidente di Asco Confcommercio a Torino”

Per le imprese commerciali il 2019 è stato un “annus horribilis” come testimoniano i dati: 9000 imprese ed esercizi commerciali hanno chiuso per sempre le saracinesche e il saldo fra imprese “morte” e “nate” è positivo per poco più di 3000 unità.

Servono subito nuove linee di credito, visto che i rubinetti bancari si vanno prosciugando, per far fronte a due emergenze: lo scontrino elettronico, ritenuto un evento negativo da oltre metà dei commercianti; la concorrenza del web, per tutto il commercio “no food”, che comprime i prezzi e mette fuori mercato migliaia di piccoli esercenti.

Se è vero che soltanto un quarto delle piccole imprese ha adeguato il vecchio registratore di cassa per passare allo scontrino telematico, è altrettanto vero che per la maggior parte degli esercenti il costo di questa operazione è pesante, sul piano procedurale ma soprattutto dell’acquisto del nuovo macchinario. Comune e Regione Piemonte faranno bene ad attivarsi per evitare che tutto il settore del commercio entri in una spirale negativa che rischia di trascinare nel baratro tutte le attività collegate.

 

on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

 

Il coraggio di Mattarella nel Giorno del Ricordo

Il Presidente Sergio Mattarella, seguendo i suoi predecessori Ciampi e Napolitano, ha inviato un messaggio per il Giorno del Ricordo, 10 febbraio, data della firma del trattato di pace del 1947 che privò l’Italia dei suoi storici territori dell’ Adriatico Orientale, resi  ulteriormente italiani anche dal sangue versato dai  Caduti della Grande Guerra che sancirono in modo definitivo l’italianità della Venezia Giulia, dell’Istria e di Fiume

di Pier Franco Quaglieni
La guerra perduta e un trattato di pace punitivo, malgrado la cobelligeranza  italiana a fianco  degli alleati e la stessa Resistenza al Nord, mutilarono il territorio nazionale.
Trecentocinquantamila italiani dovettero fuggire dalle loro case e rifugiarsi in Italia anche perché, fin dal 1943, in quelle terre martoriate era iniziata la caccia all’italiano con quindicimila infoibati. I partigiani comunisti di Tito crearono il terrore in nome del nazionalismo slavo e del comunismo, una miscela esplosiva  e devastante. Mattarella  non ha esitato a parlare di “pulizia etnica”. Il Presidente ha avuto il coraggio di denunciare “la persecuzione contro gli italiani  mascherata talvolta da rappresaglia  per le angherie fasciste” subite dagli slavi nel periodo del Ventennio. C’e’gente in Italia che non ha ancora digerito il Giorno del ricordo e ritiene di poter, se non proprio  negare le foibe, di giustificarle come una legittima ritorsione rispetto alle “angherie fasciste”, come scrive Mattarella, Lo stesso Presidente  ha denunciato “sacche di  negazionismo” che continuano ad esserci, anzi io direi che esse   si sono incrementate  Come scrivevo giorni fa, oggi si attenta alla libera ricerca storica in nome delle vulgate . La prima vulgata, la più intollerabile, riguarda le foibe e l’esodo. Occorre una ristampa dei libri di Gianni Oliva che riportino alla verità storica. L’articolo di oggi di Giovanni De Luna su “ La Stampa” è un tentativo chiarissimo di delegittimare il 10 febbraio Giorno del Ricordo, dimenticando volutamente  che fu un voto di quasi tutto il Parlamento, se si esclude Rifondazione comunista, non fu una proposta neo-fascista, come tenta di accreditare, riducendo tra l’altro il numero di infoibati da 15mila e poche migliaia. Io sono certo che anche la senatrice Liliana  Segre vorrà essere  oggi a fianco del Presidente, come testimone di verità  contro l’odio antitaliano che portò alle foibe. Mattarella ha avuto il coraggio di  prendere una chiara posizione che gli fa molto onore. E’ vergognoso che certi giornali abbiano ignorato o minimizzato  il discorso del Presidente.

“Vitamine Jazz” arriva al centosessantesimo concerto

Gli appuntamenti di febbraio all’Ospedale Sant’Anna per la rassegna sono alla terza stagione, organizzati per la “Fondazione Medicina a Misura di Donna” e curati da Raimondo Cesa

I concerti avranno inizio dalle ore 10.00 nella sala Terzo Paradiso in via Ventimiglia 3 aperta al pubblico, dedicata alle pazienti e ai loro cari.

Martedì 11 febbraio “Gypsy Quartet”

Maurizio Mazzeo chitarra voce
Roberto Cannillo fisarmonica
Federico Fiore chitarra
Andrea Garombo contrabbasso

Il sound caldo e multietnico del Gypsy Jazz unisce questi musicisti dalle variegate esperienze in un progetto con colori d’altri tempi, senza perdere di vista il lavoro degli artisti dei giorni nostri. L’intenzione è di riproporre un genere raffinato ma al contempo divertente.
Il continuo migrare delle comunità zingare ha fatto sì che jazz, flamenco e musica francese si fondessero in un unico scenario in cui trovano spazio remake di celebri brani, sonorità popolari e improvvisazione. Il punto di riferimento è sicuramente il “maestro” Django Reinhardt, banjoista zingaro migrato in Francia alla fine degli anni ‘20, che a causa di una menomazione alla mano destra smise di suonare il banjo per passare alla chitarra. Egli inventò uno stile unico e innovativo, ancora oggi utilizzato e rivisitato dai più grandi musicisti manouche.

Giovedì 13 Febbraio

Emanuele Sartoris & Igor Vigna

Emanuele Sartoris pianoforte
Igor Vigna tromba

I grandi classici del jazz, da Duke Ellington a Miles Davis passando per Sonny Rollins. Gli Standard jazz costituiscono il cuore del genere e la lingua comune di tutti i jazzisti, di ogni provenienza e di ogni epoca. Il materiale, profondamente assimilato, viene restituito, elaborato attraverso le emozioni personali di ogni interprete rinnovandosi e ad ogni esecuzione in un ciclo infinito di rinascita.

Emanuele Sartoris
Nel 2017 riceve l’incarico da parte del conservatorio di Torino per l’insegnamento in qualità di tutor di Pianoforte complementare Jazz affiancando il docente Nico Morelli . Si laurea con il massimo dei voti in composizione ed orchestrazione jazz il 27/10/2017 presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino. Significativa per il 2017 la partecipazione come ospite musicale a sei puntate della trasmissione “ Nessun Dorma” condotta da Massimo Bernardini e mandata in onda in prima serata su Rai 5. Tra le collaborazioni in trasmissione si sottolineano quella con l’attore Eugenio Allegri durante il suo monologo sul celebre romanzo di Alessandro Baricco “Novecento” e l’arrangiamento ed esecuzione del brano “Speakering” di Ivano Fossati innanzi all’autore stesso.E’ stato ospite a New York agli inizi di ottobre del 2017 per la vincita di una borsa di studio venendo selezionato dalla Jullliard tra i migliori studenti del conservatorio per frequentare presso di loro una settimana di lezioni. Reduce da una tournèe a Madrid terminata il 5 novembre alla celebre sala Clamores, Il 16 novembre esce ufficialmente per la prestigiosa etichetta Dodicilune il suo disco in duo con il contrabbassista Marco Bellafiore “I suoni del male” che vanta le note di copertina del conduttore TV Massimo Bernardini ed è distribuito da IRD presso Feltrinelli e le migliori catene di vendita italiane.Nel 2018 la collaborazione con la trasmissione “Nessun Dorma” viene sottoposto a contratto con la Rai trasformando la sua partecipazione da saltuaria ad essere ospite musicale fisso, collaborando direttamente con ospiti del calibro di Enrico Rava e Tullio De Piscopo.

Ronaldo va in rete ma è deluso dalla sconfitta bianconera

Cristiano Ronaldo è amareggiato, dopo la seconda sconfitta esterna consecutiva della Juve, a Verona per 2-1

 

E’ stata peraltro la decima partita consecutiva in cui CR7 ha segnato.

Il campione scrive su Instagram: “Questo non era il risultato che volevamo. Dobbiamo continuare a lavorare sodo per raggiungere i nostri obiettivi”.

 

(Foto Claudio Benedetto)

L’isola del libro

Rubrica settimanale sulle novità in libreria. A cura di Laura Goria

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Costanza DiQuattro “La mia casa di Montalbano”   -Baldini + Castoldi- euro   15,00

La casa è quella sulla spiaggia in cui, nella fiction, vive il commissario Salvo Montalbano, creato da Camilleri. Costanza DiQuattro è la nipote del proprietario della villa di Puntasecca e in questo delizioso libro ci racconta storia, aneddoti, abitanti e ricordi legati a quella terrazza appoggiata sul mare in cui il commissario più famoso d’Italia sorseggia caffè all’alba dopo una vigorosa nuotata. Ha il sapore nostalgico dell’infanzia dell’autrice che era solita trascorrere lì le vacanze estive con genitori e nonni. 16 anni idilliaci tra caldo, mare, pranzi amorevolmente cucinati dall’elegantissima nonna, che faceva trovare lenzuola di lino rosa con le iniziali ricamate di Costanza e di sua sorella Vichy. Momenti bellissimi trascorsi con l’affascinante nonno, “…avvocato per hobby, imprenditore per professione, sognatore nostalgico, bambino mai cresciuto”. Entusiasmanti pesche ai ricci con tanto di retino, nuotate in quel mare dal fondale sabbioso “…e limpido che diventa casa, un liquido amniotico nel quale sguazzare felici”. Un ritaglio di Eden perché, come scrive l’autrice, “In fondo al mare si spegne il rumore del mondo, si attutisce ogni dolore, si camuffa ogni pensiero”. Pagine indimenticabili in cui fanno capolino personaggi famosi, come lo scrittore Gesualdo Bufalino e l’editrice Elvira Sellerio, ospitati dai nonni. Poi c’è anche il racconto di come quella casa fu notata da chi di dovere e diventò il set della serie tv “Il commissario Montalbano”. Prendeva così vita la Vigata di Andrea Camilleri nel Golfo di Marinella: nella casa di villeggiatura di Giovannino DiQuattro “… proprio sulla spiaggia, quasi dentro al mare”. E con il successo della fiction arriverà anche il continuo pellegrinaggio dei fans alla scoperta della magica location, dove l’anziano proprietario finirà per   intrattenerli   piacevolmente.

 

Maria Dueñas “Le figlie del capitano” – Mondadori – euro 22,oo

In Spagna questo romanzo corposo si è rivelato un fenomeno editoriale; del resto, l’autrice già nel 2010 aveva fatto un bell’exploit con “La notte ha cambiato rumore” (oltre 5 milioni di copie). Questa sua ultima fatica letteraria è ambientata a New York nel 1936 ed è la storia della resilienza tutta al femminile delle giovani protagoniste, catapultate nel calderone multietnico dell’immigrazione di quegli anni. Inizia con il funerale di Emilio Arenas, spagnolo 52enne, sbarcato in America all’ inizio del 1929, pochi mesi prima del crollo della Borsa e della Grande Depressione. Tempismo pessimo per l’apertura del suo piccolo ristorante “El Capitán” sulla14° strada, nel cuore del quartiere spagnolo. Emilio rimane vittima di un infortunio che gli spezza vita e speranze. A piangerlo sono la moglie analfabeta Remedios –donna timorosa di tutto e chiusa ai cambiamenti- e le tre figlie Victoria, Mona e Luz. Dapprima tentano di continuare il lavoro paterno, ma si scontrano con le difficoltà del Nuovo Mondo. Il romanzo è la storia della loro complicata integrazione nella città caotica, dove arrancano con inesperienza e ingenuità. Tentano di rimettere in piedi la trattoria paterna che ribattezzano “Le figlie del Capitano”, e passano attraverso varie avventure e disavventure che le aiuteranno a maturare e fortificarsi. Poi c’è un nutrito corollario di personaggi che intersecano la strada della tre fanciulle: da un’eccentrica suora a un perfido avvocato, passando per personaggi realmente esistiti come l’erede al trono spagnolo Alfonso di Borbone (esiliato negli States per sfuggire alla guerra civile e al pugno duro del Regime Franchista). Sullo sfondo e grande protagonista è la minuziosa ricostruzione storica dello sviluppo veloce e multietnico della New York di quegli anni, con un occhio particolare al quartiere della Little Spain e alla sua metamorfosi.

 

John Galsworthy “Il patrizio” – Elliot-   euro 15,00

Tra le infinite e decisamente troppe uscite editoriali, ben venga la riscoperta di grandi autori classici. E’ il caso dello scrittore e drammaturgo britannico John Galsworthy (1867- 1933), autore della famosa”Saga dei Forsyte” e vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 1932. Elliot riedita “Il patrizio” pubblicato per la prima volta nel 1911. E’ una storia di grandi ambizioni, politica, amori che si mettono di mezzo, convenzioni difficili da aggirare: tutto sullo sfondo di spettacolari tenute di campagna e blasonati palazzi londinesi in cui si fa politica. Protagonista è Lord Eustace Miltoun, rampollo primogenito di una famiglia nobile. Ha 30 anni ed ha viaggiato in lungo e in largo, è coltissimo (legge dalla poesia alla storia, dalla filosofia alle scienze sociali e alla religione), costruisce la sua ambiziosa   carriera politica all’ombra del padre e mira ad essere il candidato ideale al ruolo di Primo Ministro. Ma sulla sua strada incappa nella passione amorosa per l’affascinante Audrey Noel; peccato che non sia esattamente la compagna ideale per un uomo destinato a grandi cose in una società in cui l’etichetta è tutto. Si dice che sia divorziata, ma pare invece che sia ancora legata al marito, un uomo di Chiesa che si rifiuta di lasciarla libera. Per Eustace s’innesca la titanica lotta tra ragione e sentimento. E Galsworthy con la sua penna vi guida nei pensieri e nelle azioni del protagonista, caduto nelle spire del conflitto atavico tra la brama, da un lato, di potere e lustro e dall’altro, il sacrosanto diritto e desiderio di amare la donna che gli ha preso il cuore.

 

Giorno del Ricordo, la memoria condivisa

Di Marco Travaglini / La giornata del 10 febbraio è dedicata al ricordo del dramma degli italiani delle venezie e della Dalmazia

Le foibe e l’esodo dall’Istria e dalla Dalmazia sono una ferita sulla quale nel nostro Paese era stata stesa una cortina di silenzio.

Da tempo ormai la parola foiba non descrive più semplicemente il territorio carsico triestino e giuliano ma è diventata termine atroce, simbolo di una tragedia che si è consumata al confine orientale e che ha come sfondo la seconda guerra mondiale, il fascismo, il totalitarismo. Si è trattato di una tragedia a lungo rimossa ma ricordarla ci rende tutti più forti e credibili nella difesa e nell’affermazione dei valori fondamentali sui quali è nata e si è costruita la nostra Repubblica.Nessuna violenza che mortifichi quei valori può essere giustificata, neanche come risposta a violenze subite. Non può essere negato infatti che il fascismo italiano, con l’occupazione militare, abbia esercitato contro le popolazioni istriane, soprusi, misfatti e violenze che produssero ritorsioni. Ritorsioni, a loro volta, terribili e disumane per la ferocia dei combattenti di Tito. Le foibe furono il prodotto di odi diversi, etnici, nazionalistici, ideologici.

Secondo alcuni storici si trattò di un fenomeno dovuto sia alla politica di italianizzazione forzata da parte del fascismo, che mirava all’annullamento dell’identità nazionale delle comunità slovene e croate, sia alla politica espansionistica di Tito per annettersi Trieste e il goriziano. La lunga notte della guerra fredda ha impedito per troppo tempo una lettura meno ideologica di quelle vicende. Ora quella contrapposizione frontale è alle spalle ed è possibile condividere analisi più serene e obiettive. La tragedia delle foibe fa parte della memoria di tutti gli italiani. Fa parte della storia del Paese. Ristabilire il dovuto riconoscimento di quelle vicende tragiche e dolorose è necessario per la costruzione di un’Europa poggiata su basi di condivisione che rendano più estesi e radicati i valori fondamentali della convivenza tra diversi, del multiculturalismo, del pluralismo etnico e religioso. Nessuna pagina della storia in un paese democratico può essere messa da parte, dimenticata, ignorata.

Il “Giorno del Ricordo”, istituito nel 2004 in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata è una ricorrenza che non si esaurisce nelle celebrazioni in memoria delle tragedie e delle sofferenze patite dagli italiani sul confine orientale, tra Trieste e l’Istria, tra Fiume e le coste della Dalmazia : è l’occasione per rafforzare una storia condivisa, rendere più salda la coscienza degli italiani, contribuire alla costruzione di una identità europea consapevole delle tragedie del passato, contro ogni pulizia etnica e ogni odio razziale. Le ideologie fondate sulla discriminazione e sulla negazione dell’altro, di qualunque colore politico o religioso esse siano, inevitabilmente conducono alla negazione dei valori dell’uomo e al suo stesso annientamento.Le istituzioni hanno il compito di realizzare studi, convegni, incontri e dibattiti proprio per conservare la memoria di quelle vicende, per valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell’Istria e della Dalmazia. Un patrimonio comune di tutti e non più la tragedia privata di quanti soffrirono l’esilio.

 

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Doppio appuntamento – l’11 e il 12 febbraio a Torino – nell’ambito delle iniziative del Giorno del Ricordo promosse dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale in collaborazione con l’Istoreto, il Polo del ‘900, l’Ufficio scolastico regionale, l’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia, l’Istituto Salvemini, la Fondazione Vera Nocentini e l’Anpi

Martedì 11 Febbraio, alle 17,30 , nella sala Memoria delle Alpi di via del Carmine 13 a Torino verrà presentato il volume di Enrico Miletto “ Gli Italiani di Tito. La Zona B del Territorio Libero di Trieste e l’emigrazione comunista in Jugoslavia (1947 – 1954)”.

Dopo i saluti di Antonio Vatta, dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e Alessandro Bollo, direttore del Polo del ’900, l’autore dialogherà con Costantino Di Sante, direttore dell’Istituto provinciale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche e dell’età contemporanea. Coordinerà l’incontro Claudio Dellavalle, presidente dell’Istoreto.Tra il 1947 e il 1954 la Zona B del Territorio libero di Trieste (Tlt) fu al centro di mutamenti geopolitici, trasformazioni culturali, sociali e demografiche legate alla conclusione della Seconda guerra mondiale, al quadro internazionale e alla questione confinaria, che con la firma del Memorandum di Londra raggiunse un suo punto di definizione pressoché conclusivo. Se la prima fase dell’esodo giuliano-dalmata ha oramai trovato una stabile collocazione nel panorama storiografico nazionale, minore risalto hanno avuto le vicende della popolazione italiana della Zona B, rimasta per quasi un decennio sotto l’amministrazione jugoslava.

Le politiche adottate dai poteri popolari, le linee di intervento del governo italiano, l’esodo, la condizione degli italiani rimasti dopo il passaggio dell’area alla Jugoslavia e il loro difficile mantenimento di un’identità culturale e nazionale, rappresentano i principali segmenti della ricerca, che approfondisce anche le tematiche legate all’emigrazione dei comunisti italiani in Jugoslavia: un passaggio analizzato attraverso l’esperienza degli operai monfalconesi e dei militanti che, spinti dalla volontà di partecipare attivamente alla costruzione di una società socialista, decisero di varcare il confine per trasferirsi nel paese di Tito.

Mercoledì 12 Febbraio,   dalle 15,00 alle 18,00, la sala Conferenze del Polo del ‘900 in corso Valdocco 4 a Torino ospiterà il seminario di Studi “Esodi del ’900. Memorie a confronto”. I lavori saranno aperti dai saluti di Stefano Allasia, Presidente del Consiglio regionale del Piemonte,Antonio Vatta, dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Sergio Blazina, dell’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte e Alessandro Bollo, direttore del Polo del ’900. Il seminario sarà coordinato da Riccardo Marchis dell’Istoreto. Interverranno Patrizia Audenino(Università degli Studi di Milano La Statale), Lucia Cinato (Università degli Sudi di Torino), Enrico Miletto (storico, Istoreto) in dialogo con studenti dell’UniTo e degli Istituti secondari superiori Avogadro, Volta, Curie Levi di Torino. Il seminario sarà dedicato a un dialogo tra le memorie scaturite da due diversi esodi tra quelli che contrassegnarono la fine del secondo conflitto mondiale.

Memorie di profughi tedeschi della Prussia orientale e memorie di istro-veneti provenienti dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia, cacciati da terre segnate dalle rispettive secolari presenze. Si tratta di un approccio inedito, proposto per conoscere più a fondo il tema degli esodi e delle profuganze giovandosi degli strumenti abbinati della letteratura e della storia coniugati per investigare fenomeni che assunsero dimensioni gigantesche e conobbero, viceversa, attenzioni residuali per molti decenni a seguire, in particolare nei Paesi che ne furono al centro. Ci si trova dunque di fronte a un dovere della memoria, richiamato dalla legge istitutiva del Giorno del Ricordo, ma anche di fronte alla necessità di un’integrazione delle pagine rimosse della storia europea per conoscere il mondo che abitiamo, contrassegnato ancora da esodi e profuganze mal comprese o poco o nulla considerate.

Per la partecipazione di gruppi classe è necessaria l’iscrizione. Per informazioni e iscrizioni: didattica@istoreto.it oppure il fax al n° 011– 4360469 (all’attenzione del Settore Didattica).Il seminario costituisce iniziativa di formazione per la quale è previsto l’esonero dal servizio (art. 64 CCNL 29/11/2007) e verrà rilasciato un certificato di partecipazione.

M.Tr.

La vignetta di Mellana

Continuo a chiedermi se abbia senso ancora senso fare dell’umorismo attraverso il WEB vista la moltitudine di cose umoristiche che vi vengono postate 

Ma poi mi capita di leggere una citazione di quel tristanzuolo del Leopardi ( Togliere dagli studii, togliere dal mondo civile la letteratura amena, è come togliere dall’anno la primavera, dalla vita la gioventù) e allora mi dico chi sono io per farvi un dispetto? E poi avrei una citazione di Rabelais ma me l’avanzo per un’altra volta…
Claudio Mellana

Raccontare il vino attraverso un viaggio…

Diciannovesima edizione per il Concorso Letterario Nazionale di Go Wine

“BERE IL TERRITORIO”
Raccontare il vino attraverso un viaggio…

Il termine per partecipare scade il 10 marzo 2020

L’associazione Go Wine promuove una nuova edizione del concorso letterario nazionale Bere il territorio. Si tratta della diciannovesima edizione di un progetto culturale che ha sempre accompagnato la vita dell’associazione fin dalla sua costituzione, caratterizzandosi come un’iniziativa qualificante per Go Wine e sempre molto partecipata. Il Bando viene lanciato con il nuovo anno 2020 e in occasione del periodo invernale. Il Concorso rimane sostanzialmente fedele all’idea che l’ha originato; presenta nel Bando differenti forme di partecipazione: la sezione generale si divide in due categorie: una riservata agli over 24 anni senza distinzioni, una riservata a giovani dai 16 ai 24 anni. Il tema del viaggio caratterizza anche questa edizione. Il Bando invita infatti i partecipanti a farsi idealmente viaggiatori, indicando come tema un percorso in un territorio del vino italiano, raccontando un’esperienza, evidenziando il rapporto con i valori cari all’enoturista: paesaggio, ambiente, cultura, tradizioni e vicende locali.

I testi dovranno pervenire entro il 10 marzo 2020 presso la sede nazionale di Go Wine in Alba; la cerimonia di premiazione è prevista ad Alba sabato 4 aprile 2020. Oltre ai premi riservati ai giovani scrittori, Bere il territorio conferma il riconoscimento a “Il Maestro” e il Premio Speciale a favore di un libro, edito durante l’anno 2019, che abbia come tema il vino o che, comunque, riservi al vino una speciale attenzione.

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Sostengono questa iniziativa la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e un Comitato di aziende vinicole italiane che contribuiscono ad animare gli incontri che Go Wine promuove per divulgare il concorso.

I premi e la Giuria di Bere il Territorio

Gli elaborati saranno sottoposti al vaglio della giuria composta da Gianluigi Beccaria e Valter Boggione (Università di Torino), Margherita Oggero (scrittrice), Bruno Quaranta (La StampaTuttolibri), Massimo Corrado (Associazione Go Wine). I premi: 500 euro ciascuno per i due vincitori della sezione generale; 500 euro per il premio riservato agli studenti agli Istituti agrari; 500 euro per il premio speciale riservato libro dedicato al vino.

Per informazioni:

Associazione Go Wine tel. 0173 364631 gowine.editore@gowinet.it – www.gowinet.it

 

Torna la degustazione dedicata al concorso letterario!

GIOVEDÌ 13 febbraio 2020

Torino – Starhotels Majestic **** – Corso Vittorio Emanuele, 54

 

“BERE IL TERRITORIO”

Serata di presentazione e degustazione

Premio Speciale “Vino d’Autore” allo chef Federico Zanasi e all’enologo Gianfranco Cordero. In sala cantine del Piemonte presentano il loro “vino d’autore”!

 

L’Associazione Go Wine propone a Torino il tradizionale evento dedicato al Concorso Letterario Nazionale “Bere il Territorio”.

Con questa edizione cambia la formula dell’evento!

Ospiti premiati e cantine presenti condividono il tema: il Vino d’autore.

Ovvero il Vino d’Autore come premio, quest’anno assegnato a Federico Zanasi e Gianfranco Cordero e

Vino d’Autore come…vino, con un omaggio a importanti cantine del Piemonte che hanno almeno un’etichetta che merita questo omaggio per un percorso sempre alla ricerca di vini di qualità.

Intervengono Federico Zanasi, chef del ristorante “Condividere” che ha ottenuto di recente la stella Michelin (inserito nel progetto innovativo della nuvola Lavazza) e l’enologo Gianfranco Cordero, consulente di molte cantine fra Piemonte e altre regioni; saranno coinvolti nel tema serata: ovvero il linguaggio in cucina e in cantina.

A loro verrà assegnato il premio “Vino d’Autore”.

 

Le cantine saranno presenti al banco d’assaggio con i principali vini della loro produzione.  In questo invito indichiamo, in modo particolare, un loro “vino d’autore”, che sarà premiato.

 

Bric Cenciurio – Barolo (Cn)

Premio “Vino d’Autore” al Barolo Coste di Rose

 

Cantina Sociale di Castagnole Monferrato (At)

Premio “Vino d’Autore” al Ruchè di Castagnole Monferrato Terre dei Roggeri

 

Cascina Castlèt – Costigliole d’Asti (At)

Premio “Vino d’Autore”al Barbera d’Asti Superiore Passum

 

Cascina Chicco – Canale (Cn)

Premio “Vino d’Autore” al Roero Montespinato

 

Cascina Gilli – Castelnuovo Don Bosco (At)

Premio “Vino d’Autore” al Freisa d’Asti Superiore Arvelè

 

Cieck – San Giorgio Canavese (To)

Premio “Vino d’Autore” all’Erbaluce di Caluso Misobolo

 

Cordero di Montezemolo – La Morra (Cn)

Premio “Vino d’Autore” al Barolo Gattera

 

Luca Ferraris – Castagnole Monferrato (At)

Premio “Vino d’Autore” al Ruchè di Castagnole Monferrato Vigna del Parroco

 

L’Autin – Bibiana (To)

Premio “Vino d’Autore” al Metodo Classico Brut Eli

 

Negro Angelo e Figli – Monteu Roero (Cn)

Premio “Vino d’Autore” al Roero Arneis Sette Anni

Travaglini Giancarlo – Gattinara (Vc)

Premio “Vino d’Autore” al Gattinara Tre Vigne

Le cantine di Cocconato d’Asti

Premio “Vino d’Autore” alla Barbera d’Asti Superiore del Comune di Cocconato

 

 

Programma:

 

Ore 16.30: anteprima riservata ad un pubblico di operatori del settore ristorazione ed enoteche.

Ore 18.00: conferenza di presentazione e consegna del Premio Speciale “Vino d’Autore” ai premiati ed un riconoscimento a ciascuna cantina partecipante per il proprio vino d’autore.

Ore 19.00 – 22.00: banco d’assaggio, riservato agli operatori del settore ed al pubblico dei soci Go Wine, enoappassionati, esponenti di altre associazioni di settore.

                                                 

 Il costo della degustazione è di € 18,00 (€ 12,00 Soci Go Wine – € 15,00 altre associazioni di settore).

L’ingresso sarà gratuito per coloro che decideranno di associarsi a Go Wine direttamente al banco accredito della serata (benefit non valido per i soci familiari).

L’iscrizione sarà valevole fino al 31 dicembre 2020.

 

ATTENZIONE: Per una migliore accoglienza è consigliabile confermare la presenza alla serata all’Associazione Go Wine, telefonando al n° 0173/364631 oppure inviando un’e-mail a stampa.eventi@gowinet.it entro le ore 12.00 di giovedì 13 febbraio p.v.

Un anno di Corecom Piemonte

Mercoledì 12 febbraio 2020, ore 10.30. Sala Viglione di Palazzo Lascaris (via Alfieri 15, Torino)

 

Corecom Piemonte: quota 10.000 utenti

Risultati 2019 e obiettivi 2020

Saluti

Il consigliere segretario del Consiglio regionale del Piemonte, delegato al Corecom

Intervengono

Alessandro De Cillis, presidente Corecom Piemonte

Gianluca Martino Nargiso, vicepresidente Corecom Piemonte

Vittorio Del Monte, commissario Corecom Piemonte

Antonio Martusciello, commissario Agcom

Giorno del Ricordo, doppio appuntamento al Polo del ‘900

Doppio appuntamento – l’11 e il 12 febbraio a Torino – nell’ambito delle iniziative del Giorno del Ricordo promosse dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale in collaborazione con l’Istoreto, il Polo del ‘900, l’Ufficio scolastico regionale, l’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia, l’Istituto Salvemini, la Fondazione Vera Nocentini e l’Anpi

 

Martedì 11 Febbraio, alle 17,30 , nella sala Memoria delle Alpi di via del Carmine 13 a Torino verrà presentato il volume di Enrico Miletto “ Gli Italiani di Tito. La Zona B del Territorio Libero di Trieste e l’emigrazione comunista in Jugoslavia (1947 – 1954)”.

Dopo i saluti di Antonio Vatta, dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e Alessandro Bollo, direttore del Polo del ’900, l’autore dialogherà con Costantino Di Sante, direttore dell’Istituto provinciale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche e dell’età contemporanea. Coordinerà l’incontro Claudio Dellavalle, presidente dell’Istoreto.Tra il 1947 e il 1954 la Zona B del Territorio libero di Trieste (Tlt) fu al centro di mutamenti geopolitici, trasformazioni culturali, sociali e demografiche legate alla conclusione della Seconda guerra mondiale, al quadro internazionale e alla questione confinaria, che con la firma del Memorandum di Londra raggiunse un suo punto di definizione pressoché conclusivo. Se la prima fase dell’esodo giuliano-dalmata ha oramai trovato una stabile collocazione nel panorama storiografico nazionale, minore risalto hanno avuto le vicende della popolazione italiana della Zona B, rimasta per quasi un decennio sotto l’amministrazione jugoslava.

Le politiche adottate dai poteri popolari, le linee di intervento del governo italiano, l’esodo, la condizione degli italiani rimasti dopo il passaggio dell’area alla Jugoslavia e il loro difficile mantenimento di un’identità culturale e nazionale, rappresentano i principali segmenti della ricerca, che approfondisce anche le tematiche legate all’emigrazione dei comunisti italiani in Jugoslavia: un passaggio analizzato attraverso l’esperienza degli operai monfalconesi e dei militanti che, spinti dalla volontà di partecipare attivamente alla costruzione di una società socialista, decisero di varcare il confine per trasferirsi nel paese di Tito.

Mercoledì 12 Febbraio,   dalle 15,00 alle 18,00, la sala Conferenze del Polo del ‘900 in corso Valdocco 4 a Torino ospiterà il seminario di Studi “Esodi del ’900. Memorie a confronto”. I lavori saranno aperti dai saluti di Stefano Allasia, Presidente del Consiglio regionale del Piemonte,Antonio Vatta, dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Sergio Blazina, dell’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte e Alessandro Bollo, direttore del Polo del ’900. Il seminario sarà coordinato da Riccardo Marchis dell’Istoreto. Interverranno Patrizia Audenino(Università degli Studi di Milano La Statale), Lucia Cinato (Università degli Sudi di Torino), Enrico Miletto (storico, Istoreto) in dialogo con studenti dell’UniTo e degli Istituti secondari superiori Avogadro, Volta, Curie Levi di Torino. Il seminario sarà dedicato a un dialogo tra le memorie scaturite da due diversi esodi tra quelli che contrassegnarono la fine del secondo conflitto mondiale.

Memorie di profughi tedeschi della Prussia orientale e memorie di istro-veneti provenienti dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia, cacciati da terre segnate dalle rispettive secolari presenze. Si tratta di un approccio inedito, proposto per conoscere più a fondo il tema degli esodi e delle profuganze giovandosi degli strumenti abbinati della letteratura e della storia coniugati per investigare fenomeni che assunsero dimensioni gigantesche e conobbero, viceversa, attenzioni residuali per molti decenni a seguire, in particolare nei Paesi che ne furono al centro. Ci si trova dunque di fronte a un dovere della memoria, richiamato dalla legge istitutiva del Giorno del Ricordo, ma anche di fronte alla necessità di un’integrazione delle pagine rimosse della storia europea per conoscere il mondo che abitiamo, contrassegnato ancora da esodi e profuganze mal comprese o poco o nulla considerate.

Per la partecipazione di gruppi classe è necessaria l’iscrizione. Per informazioni e iscrizioni: didattica@istoreto.it oppure il fax al n° 011– 4360469 (all’attenzione del Settore Didattica).Il seminario costituisce iniziativa di formazione per la quale è previsto l’esonero dal servizio (art. 64 CCNL 29/11/2007) e verrà rilasciato un certificato di partecipazione.

M.Tr.