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Cerimonie religiose vietate. Ma nei momenti bui la fede è conforto e coesione

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IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / La decisione del governo di continuare a vietare le cerimonie religiose cattoliche e, penso, tutte le cerimonie religiose in generale, ha sollevato la protesta della Conferenza episcopale italiana, sconfessata dallo stesso Papa  Francesco  che ha sostenuto che si deve obbedire alla restrizioni del governo per la pandemia

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Si tratta di scelte che meritano una riflessione. La prima riguarda più in generale il modo in cui  oggi il fatto religioso è stato relegato ad elemento marginale, a cosa considerata a priori come opzionale, dimenticando  totalmente le ragioni dei credenti. La scelta del governo sancisce questa percezione del fatto religioso  in  cui la Chiesa è messa  sullo stesso piano di un museo o di un teatro. Le chiese nella storia dei popoli e dell’italiano in modo particolare, non sono solo dei locali magari artisticamente belli e storicamente importanti. Le chiese sono luoghi  di culto di cui la Messa e l’Eucarestia sono il momento più alto e come tali vanno considerati. Quando si vedono d’estate turisti che vogliono entrare a visitare una chiesa in abbigliamento non idoneo abbiamo un’idea di come non si abbia più rispetto del luogo religioso, visto esclusivamente come uno scrigno d’arte. E’  certo indispensabile usare la mascherina e i guanti e mantenere le distanze di sicurezza  anzi ,doveva essere fatto molto prima), ma privare i fedeli del conforto dei sacramenti viola lo stesso principio costituzionale della libertà di culto in modo ingiustificato.
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Significa manifestare  un implicito e rozzo materialismo che nega ogni valore al sacro. Posso liberamente accedere in tabaccheria a rifornirsi di sigarette, ma non in chiesa,appare qualcosa che stride anche di fronte alla logica. E ciò vale per tutte le confessioni religiose, ovviamente. Il virus ha fatto venire a galla una concezione  della vita che si limita a vedere la salvezza della propria pelle come unico vero valore, magari consentendo, sul versante opposto, l’eutanasia  proprio perché la vita biologica resta l’unico metro di giudizio. Anche Machiavelli e persino Gramsci vedevano nella religione un elemento “aggregativo” per un popolo. Sarebbe importante riprendere alcune loro riflessioni in merito. In particolare nei momenti bui, ogni religione è stata motivo di conforto e di coesione sociale. E’ la storia a dimostrarlo in modo inconfutabile. Un amico sacerdote di Alassio già molti anni fa mi metteva in evidenza come la tenuta sociale dell’ Italia sia in larga misura  dovuta al mondo cattolico  e ai suoi valori che si oppongono al nichilismo cinico pervadente.
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Mi sembra naturale che la CEI non potesse tacere ulteriormente, anche se il tono usato è apparso un po’ troppo forte e risentito. Va detto che una libera Chiesa in un libero Stato debba poter esercitare, pur con tutte le cautele necessarie, la sua attività pastorale. In questo caso va detto che sorge qualche dubbio sul fatto che viviamo in un libero Stato. I troppi e pasticciati decreti del presidente del Consiglio hanno leso principi costituzionali e hanno svuotato il ruolo del Parlamento.Illustri giuristi hanno lanciato l’allarme.  La smentita del documento della CEI da parte del Papa appare abbastanza singolare. Questo Papa, fin dall’inizio, ha dimostrato di non voler essere clericale e questo è un suo merito storico. Ha voluto vedere la religione come qualcosa di molto vicino ai problemi concreti dell’ uomo e anche in questa occasione ha voluto ribadirlo. Ma sorge legittimo il dubbio se anche il Papa non dia la dovuta rilevanza al fatto religioso. Appare un paradosso incredibile, ma qualche sospetto diventa legittimo. Certo la pandemia si sta rivelando un accadimento sconvolgente non solo per la morte e le sofferenze che semina, i drammi economici e sociali che provoca, ma anche i dubbi che determina.
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Fase 2: il nuoto e il nuovo decreto

Domenica sera il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha anticipato i contenuti del nuovo decreto che regolamenterà la fase 2 dell’emergenza Covid-19, a partire dal 4 maggio

Per quanto riguarda l’attività sportiva agonistica (Art. 1, comma g), “le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti – riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni, in vista della loro partecipazione ai giochi olimpici o a manifestazioni nazionali ed internazionali – sono consentite, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, a porte chiuse, per gli atleti di discipline sportive individuali. A tali fini, sono emanate, previa validazione del comitato tecnico-scientifico istituito presso il Dipartimento della Protezione Civile, apposite Linee-Guida, a cura dell’Ufficio per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri, su proposta del CONI ovvero del CIP, sentita la Federazione Medico Sportiva Italiana, le Federazioni Sportive Nazionali, le Discipline Sportive Associate e gli Enti di Promozione Sportiva”. Permangono la sospensione di eventi e competizioni (Art. 1, comma g), le attività di palestre, centri sportivi, piscine e centri natatori (Art. 1, comma u).

 

In serata ha parlato anche il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora. Ha assicurato un fondo di 100 milioni di euro presso l’Istituto del Credito Sportivo per finanziamenti ad associazioni e società sportive dilettantistiche. Ha annunciato che da oggi Sport e Salute emetterà i primi 27000 bonus per i collaboratori sportivi; ha inoltre assicurato che tutti coloro che hanno presentato la domanda riceveranno il bonus, che verrà riproposto anche nel nuovo decreto. Infine, ha detto che nei prossimi giorni, previo incontro odierno con i componenti del comitato tecnico-scientifico, saranno pubblicati i protocolli igienico-sanitari per riaprire in sicurezza le strutture.

 

Lo scorso 9 aprile abbiamo fatto il punto con Gianluca Albonico, Presidente del Comitato Regionale FIN Piemonte e Valle d’Aosta, a proposito del periodo di emergenza che impianti natatori, associazioni e società sportive dilettantistiche stanno vivendo. Proponiamo un aggiornamento della situazione, con una nuova intervista al Presidente Albonico.

 

«Permettere agli atleti agonisti di ricominciare la preparazione è un elemento positivo, ammesso che si trovino piscine disposte ad aprire solo per un numero esiguo di atleti. I gestori si troverebbero infatti a dover sostenere gli elevati costi di regime dell’impianto a fronte di entrate praticamente nulle – è la prima considerazione di Gianluca Albonico – il nuoto è uno sport individuale, ma per quanto riguarda la definizione di “atleti di interesse nazionale”, soltanto in Piemonte potrebbero rientrare centinaia di atleti tesserati FIN, con i possibili problemi di rispetto del distanziamento sociale che ne conseguono. Attendiamo quindi che escano le linee guida di riferimento».

 

Al momento non è quindi possibile prevedere una data di riapertura delle piscine?

«Purtroppo no. E questa incertezza rende la situazione ancor più complicata, dal punto di vista psicologico ma anche a livello strettamente tecnico. Per esempio, molti gestori si sono chiesti se fosse meglio svuotare le piscine o tenerle attive, seppur “al minimo”. È prevalsa quest’ultima opzione, nella speranza di poter riaprire nei mesi estivi, anche perché la bella stagione è un momento fondamentale di entrate da utilizzare a copertura dei costi invernali. Ma anche ammessa una riapertura in breve tempo, rimangono gli interrogativi sulle modalità: riduzione degli ingressi?, accesso limitato agli spogliatoi e alle zone comuni?, quali particolari normative igienico-sanitarie? Sicuramente l’apertura dovrà avvenire con protocolli di sicurezza idonei».

 

Proviamo a dare qualche risposta.

«In questo momento è lo sport di base a essere in pericolo. Come detto, permettere agli agonisti di ricominciare la preparazione è positivo, ma non risolve l’impossibilità economica, da parte dei gestori, di aprire le piscine e, soprattutto, tenerle aperte nel prossimo inverno. È uno scenario che ritengo sostenibile solo in pochissimi impianti sparsi nel nostro paese; in Piemonte probabilmente soltanto il Palazzo del Nuoto di Torino, anche grazie al coinvolgimento dell’Assessore allo Sport della Città di Torino Roberto Finardi, con cui il confronto è costante e costruttivo. Stesso discorso se, oltre agli agonisti, ci fosse possibilità di accesso agli impianti solo per un numero ridotto di utenti. Le piscine vivono proprio grazie all’elevato numero di persone che le frequentano; in caso contrario saltano i piani economici e ci si trova in grande difficoltà».

 

Soluzioni?

«È notizia di sabato 25 aprile la manovra di sostegno pianificata dalla Federnuoto, di 4 milioni di euro a sostegno delle attività delle associazioni e società sportive. È un provvedimento molto importante e comprende – tra le altre cose – l’azzeramento dei costi di affiliazione, di tesseramento degli atleti, delle licenze di scuola nuoto federali, dell’iscrizione ai campionati di pallanuoto a livello nazionale e regionale, la formazione di un fondo destinato alle iscrizioni alle gare di tutte le discipline FIN. Il nostro Presidente Paolo Barelli ha stimato che occorrono 200 milioni a fondo perduto per lo sport. A questi si deve aggiungere subito la possibilità di prolungare i contratti di gestione in essere, derogando il codice degli appalti e stabilendo un periodo massimo in base alla durata del mutuo che il gestore dovrà stipulare per ripianare le perdite. Io ipotizzo una durata di almeno sei anni, uguale a quella dei finanziamenti offerti dallo stato alle aziende in base al decreto liquidità. Inoltre bisogna intervenire subito su tutte le tasse comunali e regionali che possono essere ridotte o annullate, per un periodo stabilito di 2-3 anni; mi riferisco ad acqua, IMU, rifiuti e tutto ciò che può essere ridotto. Non escludo anche un ritocco alle tariffe e credo che oggi si debba ridurre o azzerare qualsiasi tipo di gratuità fornita dagli impianti».

 

In Piemonte ci sono già state azioni concrete?

«Come Comitato Regionale FIN abbiamo chiesto alla Regione Piemonte e ad ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani di poter istituire un tavolo di lavoro che ascolti le problematiche dei gestori. Al momento attendiamo e sollecitiamo una risposta da parte della Regione; il tempo stringe e il rischio – ripeto – è che le piscine non riaprano. Precedentemente avevamo organizzato una conferenza (online) con tutti i gestori affiliati FIN del nostro territorio e la decisione è stata quella di delegare il Comitato Regionale a portare avanti l’espressione comune. In ambito nazionale siamo ovviamente allineati alle proposte e all’operato della FIN centrale e del nostro Presidente Paolo Barelli. Nei prossimi giorni avremo un nuovo confronto con i gestori piemontesi; parteciperà anche un rappresentante del nord Italia dell’ICS – Istituto di Credito Sportivo e realizzeremo un documento da sottoporre all’attenzione delle autorità politiche».

 

Oggi qual è la situazione delle piscine piemontesi?

«Permanendo la chiusura di tutti gli impianti, nelle ultime settimane la situazione non è migliorata. Al contrario, i gestori hanno dovuto continuare a sostenere alcune spese di manutenzione e gestione, non indifferenti visto il livello tecnologico e il notevole consumo di energia degli impianti, anche in situazione di “fermo” di tutte le attività. Questa situazione sta portando all’azzeramento dello sport di base acquatico. Quasi tutte le società natatorie dipendono dalle gestioni dei propri impianti e pertanto stanno vivendo una profonda crisi economica. Coloro che non ricevono contributi, che hanno già piani economici tirati, magari con investimenti propri su impianti pubblici, non potranno farcela se non aiutati. Sono inoltre molto preoccupato per la sopravvivenza dei gruppi agonistici, quasi sempre sostenuti dagli investimenti delle società».

 

Chi metterà a punto le linee guida per la riapertura delle piscine?

«La Federazione Italiana Nuoto ha costituito già da tempo una commissione tecnico-scientifica, per redigere le linee guida da seguire per far ripartire l’attività in sicurezza e gestire la fruibilità degli impianti. Ne esistono anche altre istituite da associazioni di categoria e ditte di settore. Gli argomenti sono comuni: pulizia specifica, misurazione della temperatura, distanza di sicurezza, spazi vitali rideterminati, riduzione capienza impianti, areazione completamente dall’esterno ecc.».

 

Nelle ultime settimane quali strategie sono state proposte a sostegno di impianti, associazioni e società sportive?

«Detto del provvedimento comunicato il 25 aprile, la FIN e il Presidente Barelli hanno portato varie proposte all’attenzione del Governo. In una recente intervista Barelli ha spiegato che “serve una visione orientata sulla prevenzione, piuttosto che norme per limitare la frequenza dei luoghi” e questo va nella direzione delle problematiche citate prima, conseguenti a un’utenza limitata degli impianti. Come affermato più volte serve liquidità, perché le entrate si sono interrotte ma le spese, seppur ridotte, ci sono. È importante fornire risorse al credito sportivo e permettere ad associazioni e società sportive dilettantistiche di accedervi, con tempi di restituzione dei finanziamenti più lunghi di quelli stabiliti al momento. Bisogna rateizzare i canoni e prorogare il pagamento delle bollette. E poi servono risorse a fondo perduto. Per questo il Presidente Barelli, insieme al collega deputato Marco Marin, ha presentato un emendamento per l’istituzione di un fondo di 200 milioni per le associazioni sportive dilettantistiche. Senza le quali – è bene ricordarlo – lo sport in Italia praticamente non esiste».

 

«Come ripetuto da più parti – conclude Gianluca Albonico – in Italia lo sport si regge sulle associazioni e società sportive dilettantistiche. Queste permettono a milioni di cittadini di svolgere attività fisica, supportando di conseguenza il sistema sanitario a livello di prevenzione. Le ASD e SSD crescono bambini e ragazzi, integrando la funzione educativa di scuole e famiglie e favorendo l’inclusione sociale delle fasce deboli. In altre parole, offrono un ampio servizio alla comunità, prima ancora che formare i campioni che danno lustro al nostro paese vincendo medaglie internazionali. Nel caso particolare del panorama natatorio, le associazioni svolgono la propria attività a costi molto contenuti, per circa 5 milioni di utenti in tutta Italia. In questo momento devono fare i conti con impianti onerosi e una situazione sempre più insostenibile. Abbiamo stimato che un impianto normale con piscina invernale ed estiva possa avere un danno economico dai 150 ai 200.000 euro, che verranno a mancare nella stagione invernale. Abbiamo bisogno di aiuto e le strategie devono essere individuate  al più presto».

 

Di seguito i link alle ultime comunicazioni della FIN

(dal sito FIN, notizia 27 aprile) Dal 4 maggio allenamenti a porte chiuse per sport individuali.

(dal sito FIN, notizia 25 aprile) Barelli vara manovra da 4 mln per le società.

(dal sito FIN, notizia 24 aprile) Approvato l’ODG di Barelli. Voucher per eventi e attività.

(dal sito FIN, notizia 18 aprile) Barelli a Italpress: “Subito 200 milioni per salvare le società”.

(dal sito FIN, notizia 15 aprile) Barelli: Altre risorse a sport di base da legge su Olimpiadi e Atp finals.

 

Di seguito il punto sull’attività regionale FIN

Le manifestazioni regionali organizzate dal Comitato Regionale FIN Piemonte e Valle d’Aosta sono sospese da fine febbraio. La decisione di bloccare tutte le gare è giunta anche prima dei divieti ufficiali delle autorità pubbliche, una volta constatato che non sarebbe stato possibile garantire la sicurezza degli atleti e delle loro famiglie, dei tecnici e dei dirigenti. Alla luce della chiusura degli impianti e di comune accordo con le società del territorio di Piemonte e Valle d’Aosta, sono stati sospesi anche tutti gli allenamenti, eccezion fatta per gli atleti probabili olimpici che hanno proseguito la preparazione a Torino, in linea con un’ordinanza della Sindaca Chiara Appendino. Anche questi ultimi, con il rinvio dei Giochi di Tokyo e con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’1 aprile, hanno poi interrotto la preparazione. Con il DPCM del 10 aprile è stata protratta la sospensione delle sedute di allenamento all’interno di impianti sportivi di ogni tipo fino al 3 maggio. A livello regionale e nazionale la sospensione delle manifestazioni agonistiche proseguirà fino al 31 maggio, in attesa di ulteriori approfondimenti e prossime valutazioni da parte delle autorità circa le riaperture della fase 2.

Da lunedì 4 maggio consentite le cerimonie funebri, visite ai cimiteri da martedì

Con l’ampliarsi dell’emergenza epidemiologica da COVID -19 e la necessità di operare con misure di contenimento per evitare il diffondersi del contagio,  sono state sospese  le visite ai propri cari nei sei cimiteri della Città : nei due maggiori, Monumentale  e Parco; e in quelli minori Sassi, Cavoretto, Abbadia e Mirafiori.

Torino è stata una delle ultime città in Italia a chiudere alla visita i propri cimiteri, pur mantenendo al possibilità di partecipare – in forma ristretta – all’ultimo saluto.

Ora l’Amministrazione comunale intende procedere alla riapertura delle visite al pubblico nei cimiteri anche alla luce di quanto previsto dal nuovo DPCM del 26 aprile scorso.

Il Decreto consente, a partire dal prossimo 4 maggio, “le cerimonie funebri con l’esclusiva partecipazione dei congiunti e, comunque, fino a un massimo di quindici persone, con funzione da svolgersi preferibilmente all’aperto, indossando protezioni delle vie respiratorie e rispettando rigorosamente la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro.”

Al fine di consentire lo svolgimento delle cerimonie funebri in sicurezza, l’assessore ai Servizi Cimiteriali Marco Giusta, ha chiesto ai vertici di AFC Torino S.p.a. e alla Società Socrem di valutare la possibilità di attrezzare, all’interno dei complessi cimiteriali, adeguati spazi volti ad ospitare cerimonie di commiato e momenti di raccoglimento, anche religiosi, per l’ultimo saluto ai defunti. Inoltre ha chiesto di incrementare il servizio di accoglienza, nel rispetto della normativa vigente, e di accompagnare i congiunti che, non avendo potuto assistere ai funerali, debbano essere messi a conoscenza dei luoghi di sepoltura dei cari defunti.

“Abbiamo subito colto questa opportunità prevista dal nuovo decreto. Con intelligenza possiamo combattere il virus e mantenere, laddove è possibile, le attività che si svolgevano prima dell’emergenza. Credo sia giusto consentire nuovamente la possibilità di celebrare i funerali, perchè è il momento in cui un dolore individuale si trasforma in dolore collettivo e può essere affrontato, e in cui si compie il ricordo della persona che ci ha lasciato. Lo stesso sentimento di conforto provano le persone che possono recarsi in visita alla tomba dei propri cari, depositare un fiore, dire una preghiera. Per questo ho dato disposizioni perché la riapertura dei cimiteri sia regolata e accompagnata, in modo da evitare assembramenti e di farci trovare pronti a ricevere le tante visite delle persone che in questo periodo hanno perso i lori cari. Inoltre ho chiesto ad AFC e Socrem, che ringrazio per la professionalità e l’impegno, di predisporre spazi adeguati per celebrare le esequie per chi ne avesse necessità, nei limiti del decreto, favorendo spazi all’aperto. Credo che dare la possibilità di un saluto dignitoso sia un gesto di civiltà” dichiara l’assessore Marco Giusta.

Dall’ufficio stampa di Palazzo Civico

L’arte, i bambini e il Coronavirus

LA VITA DELLE NUVOLE  In viaggio con la fantasia, grazie al potere dell’arte di Andrea e Ancilla Bianconi

“Anci – così chiamo mia figlia – dove andiamo oggi?”
Mi risponde … “voglio fare il giro del mondo”.
“Da dove partiamo” le chiedo.

“Da Vicenza – mi risponde – dallo scivolo del parco giochi e poi andiamo a trovare il sole con tutte le nuvole.
E poi andiamo a salutare tutti gli abitanti delle nuvole”.

Abbiamo lavorato tre giorni, disegnando, tagliando, costruendo nuvole e ho scoperto che una nuvola può essere un lago per un’oca ed anche per una pecora.
Continueremo questo viaggio alla scoperta di altri mondi per incontrare il sole.

  Andrea Bianconi

Andrea Bianconi con la fantasia viaggia insieme alla figlia, la piccola Ancilla, e insieme sorvolano il mondo sulle nuvole. In questi giorni di permanenza a casa, per rispettare le misure di contenimento del Coronavirus, la creatività dell’artista contagia la fantasia della figlia e, insieme, realizzano grandi opere d’arte ispirate dalla condizione attuale. Non ci si può muovere, bisogna stare a casa, ma la mente no, lei può viaggiare e con essa la creatività che oltrepassa ogni limite, ogni barriera, ogni confine. Non aerei, ma soffici nuvole, su cui viaggiare in un fantastico giro del mondo. È la forza dell’arte che vince anche in questi difficili giorni e che diventa fattore di contagiosa positività.

L’idea di Andrea Bianconi verrà rilanciata da Casa Testori, invitando anche altri artisti a lavorare con i loro figli per regalare a tutti la loro freschezza, e spontaneità.

Gallo – Rossi (Pd), un Ordine del Giorno a sostegno dei Comuni

 Moratoria per i debiti relativi a finanziamenti regionali

“Un Ordine del Giorno per chiedere alla Giunta di estendere ai Comuni la sospensione dei prestiti concessi con il concorso di risorse regionali alle imprese piemontesi”. Questo il contenuto del documento presentato dai Consiglieri Regionali Raffaele Gallo e Domenico Rossi.

“Una proposta avanzata con lo stesso spirito del dell’accordo stipulato tra ABI, ANCI e UPI a livello nazionale” spiega il vice capogruppo Raffaele Gallo. “Un contributo di idee – prosegue – rivolto all’amministrazione regionale andando oltre gli schieramenti politici e pensando concretamente alla cosiddetta “Fase 2” per scongiurare una possibile crisi sociale ed economica”.

“Il provvedimento vuole andare incontro ai Sindaci che negli anni scorsi hanno ricevuto finanziamenti da parte della Regione, anche per investimenti, ma che ora sono in difficoltà a causa del posticipo dei tributi dei cittadini verso i Comuni” aggiunge Rossi.

“Serve allargare quanto previsto verso le imprese con la delibera di Giunta 26-1108 del 6 marzo scorso, verso le amministrazioni che hanno avuto accesso a contributi derivanti da bandi regionali” concludono i consiglieri.

Gtt restituisca almeno i soldi degli abbonamenti

I vari sindaci hanno dichiarato che, in pratica, solo un quarto dei passeggeri “normali” potrà salire su un autobus, sul tram, in metro. Dunque i 3 quarti hanno pagato per un servizio che viene negato…

… continua a leggere:

Atm, Atac, Gtt, Anm: restituite almeno i soldi degli abbonamenti!

La Solidarity a Torino è interreligiosa

Solidarity è un programma di aiuto che si sviluppa a Torino nel contesto della pandemia in corso. Si propone di portare cibo e generi di prima necessità alle persone senza fissa dimora che si trovano nei dormitori e per strada, e inoltre presidi sanitari ai medici e agli infermieri delle strutture ospedaliere in difficoltà.

La sua caratteristica è di essere espressione di un contesto interreligioso.

Sorge nell’ambito del movimento Noi siamo con voi – di cui è coordinatore l’ex assessore regionale Giampiero Leo -, a sua volta formatosi a Torino cinque anni fa per testimoniare la solidarietà verso le vittime innocenti delle persecuzioni che si ammantano di giustificazioni pseudo religiose, e vuole rappresentare un passo ulteriore dell’esperienza interreligiosa, questa volta sul terreno della solidarietà sociale all’interno della crisi in atto. La lotta contro la pandemia richiama tutte le migliori energie della società civile, con in prima fila le organizzazioni religiose, e può senz’altro dare luogo a un impegno di tipo nuovo, basato sulla collaborazione fraterna tra le diverse tradizioni spirituali.

La responsabilità della conduzione del programma è dell’associazione Interdependence (www.interdependence.eu), fondata tra gli altri da Don Ermis Segatti e da Claudio Torrero (diventato monaco buddhista col nome di Bhante Dharmapala), espressione di un percorso interreligioso ormai quasi ventennale; ma fa appello alla collaborazione di tutte le comunità religiose di Torino e del Piemonte. La raccolta fondi e l’organizzazione dei volontari è a cura di Progetto Leonardo Onlus, che da anni, sotto la guida di Tina Iezza, opera a Torino portando aiuto alle persone che vivono per strada.

Il conto su cui si raccolgono le offerte, di Progetto Leonardo Onlus, è contrassegnato dal seguente codice IBAN: IT98R0200801152000100191725. Nella causale va scritto: “SOLIDARITY: emergenza coronavirus”. Quel che verrà dato sarà deducibile e interamente impiegato per l’emergenza. Di ciò sarà fornito puntuale riscontro.

Verrà anche rapidamente posto in atto, in analogia col sostegno psicologico già oggi offerto dalle associazioni del settore, un servizio di sostegno spirituale a distanza, curato da figure religiose di diversa tradizione.

Il ladro che amava anacardi e grappa

Un cittadino algerino di 38 anni è stato arrestato giovedì scorso dagli agenti della Squadra Volante

Dopo essere entrato in un supermercato in corso Umbria, il trentottenne ha trafugato dagli scaffali ed occultato nel proprio zaino 6 bottiglie di vodka e 9 confezioni di anacardi.

Arrivato nei pressi delle casse, finge di mettersi in fila ma dopo poco si dirige verso l’uscita. Un cassiere che ha assistito alla scena raggiunge l’uomo e lo invita a seguirlo all’interno del locale per le verifiche del caso. Nel frattempo il gestore del supermercato allerta le forze dell’ordine. L’algerino non è nuovo a furti di questi tipo: circa dieci giorni fa si era già reso protagonista, all’interno del medesimo esercizio commerciale, del furto di 6 bottiglie di grappa.

L’uomo, già colpito da un decreto di espulsione dal territorio nazionale, viene arrestato dagli operatori della Squadra Volante per rapina e denunciato per il furto commesso nei giorni precedenti e falsa attestazione a P.U.

Bruciati 70 milioni di euro di fatturato negli hotel torinesi

Due  mesi di lockdown per le imprese alberghiere hanno significato bruciare 70 milioni di euro di fatturato

La fotografia della situazione è di Federalberghi Torino che chiede il riconoscimento dello stato di crisi e di individuare  sostegni a fondo perduto, risorse dirette alle aziende e svincolate da farraginosi iter burocratici, oltre a sostegno per i lavoratori ed esenzioni fiscali.

Secondo l’associazione di categoria Torino  ha perso  un milione e mezzo  di potenziali presenze tra il 21 febbraio e il 4 maggio. Per il weekend del 1 maggio e per Pasqua, la  perdita è stata complessivamente di 8  milioni di euro. Il tasso di occupazione delle camere si attestava al 72% a marzo e al 76% ad aprile, 80-85% nel weekend di Pasqua 2019.  Oggi è quasi a zero.  “Non possiamo guardare con  ottimismo al 4 maggio e alle successive date previste dal governo – commenta Fabio Borio, presidente di Federalberghi Torino – perché per il settore non cambierà molto: è infatti chiaro che nei prossimi mesi non vi saranno eventi, manifestazioni, il turismo business e gli spostamenti intraregionali saranno fortemente ridotti”.

I take away di cibo resteranno ancora chiusi

In Piemonte i take away di cibo rimarranno  chiusi anche dopo il 4 maggio. E non saranno neppure  consentiti gli spostamenti verso le secondo case seppur entro i confini regionali.

È quanto ha spiegato il governatore Alberto Cirio, dopo avere incontrato  il Comitato tecnico-scientifico regionale, composto da medici e scienziati. Dice il Presidente , come riporta il quotidiano Repubblica, che “è necessario in questo momento mantenere una linea di rigore che va di pari passo con la consapevolezza che il Piemonte ha bisogno di ripartire”.  In base alle valutazioni fatte ci sarebbero troppi rischi: il numero elevato di persone davanti agli esercizi commerciali per ritirare cibi da asporto potrebbe favorire i contagi. Restano invece consentite le consegne a domicilio.