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Pannunzio e la civiltà liberale, esce il nuovo libro di Quaglieni

MARIO PANNUNZIO LA CIVILTA’ LIBERALE  / Pier Franco Quaglieni aggiunge un altra ‘pietra’ alle rocce decomposte del liberalismo italiano. Lo fa con questo suo ultimo libro Mario Pannunzio, la civiltà liberale (edizioni Golem, Torino), che segue i recenti Mario Soldati, la gioa di vivere (2019), Grand’ItaliaFigure dell’Italia civile (2018). Cosa significhi questa ‘pietra’ lo descrisse bene Leo Valiani – come ricorda Quaglieni – definendo Pannunzio “un liberale” nell’accezione spagnola che la parola ha assunto, come esatto contrario di “servile”.

Scrive Quaglieni: “Il merito di Pannunzio fu essenzialmente quello di stimolare e riunire in modo continuativo il contributo di filosofi, scrittori, politici, artisti, giornalisti e storici, attorno al suo giornale. Fece parlare una lingua nuova in un’Italia ancora provinciale, bigotta, adulatrice dei potenti, attenta alle strizzatine d’occhio, superficiale e goffa”.

Il libro si compone di ben cinque parti. A rendere miliare la ‘pietra’ insieme al saggio di Quaglieni sono gli scritti su Mario Pannunzio che voluto raccogliere e selezionare: di Indro Montanelli, Marco Pannella, Giovanni Spadolini, Marcello Pera, Enzo Bettiza, Pierluigi Battista, Antonio Maccanico, Carlo Laurenzi, Giovanni Russo, Valerio Castronovo, Mario Soldati, Gerardo Nicolosi, Dino Cofrancesco, Valter Vecellio, Carla Sodini, Gianfranco Ravasi, Alberto Ronchey, Franco Libonati, Nicolò Carandini, Arrigo Benedetti, Ugo La Malfa, Vittorio Gorresio, Nina Ruffini, Eugenio Scalfari, Leo Valiani, Domenico Bartoli, Elena Croce, Nicola Matteucci, Maurizio Ferrara, Mirella Serri. E se non una ‘pietra’, come dovremmo definire questo omaggio non celebrativo al fondatore de Il Mondo?

Il libro segue per intero l’esperienza umana, di giornalista, politico, che attraversò la storia d’Italia dal 1910, anno in cui Pannunzio nacque a Lucca, al 10 febbraio 1968 giorno in cui morì stroncato da una fibrosi polmonare a soli 57 anni. Dalla redazione de Il Saggiatore, rivista di cultura non conformista, nei primi anni Trenta, fino a Il Mondo che fondò e rimase in edicola dal 19 febbraio 1949 all’8 marzo 1966, attraversando l’epoca della sua partecipazione al nuovo Partito Liberale nel dopoguerra, direttore di Risorgimento liberale, e poi l’uscita dal partito e la fondazione del Partito Radicale fino a divenire “un condannato alla clandestinità” come scrive Marco Pannella.

Cosa rappresentò Il Mondo, visto da fuori, lo Scrive Pannunzio nel suo commiato dai lettori: “Un giornale liberale, un giornale laico e antifascista, un giornale indipendente, doveva impegnarsi sui problemi della libertà e del costume civile, e non vi è stata questione di educazione del cittadino, di rinsaldamento dello Stato e delle istituzioni parlamentari, di efficienza di governo, di moralità pubblica, di politica interna e internazionale, di economia sociale e di conflitto fra l’interesse privato e quello collettivo, di fronte alla quale il giornale non abbia detto quel che gli è sembrato di dover dire, anche se le sue parole sono apparse spesso verità scomode e qualche volta dure”.

Il pensiero di Pannunzio sull’Italia che stava cambiando (non conosciamo esattamente la data dell’appunto) è contenuto in una citazione (di Henri-Frédéric Amiel) da lui conservata tra le sue carte e rivelata dalla moglie Mary a Quaglieni: “Le masse saranno sempre al di sotto della media. La maggiore età si abbasserà, la barriera del sesso cadrà, e la democrazia arriverà
all’assurdo rimettendo la decisione intorno alle cose più grandi ai più incapaci. Sarà la punizione del suo principio astratto dell’uguaglianza, che dispensa l’ignorante di istruirsi, l’imbecille di giudicarsi, il bambino di essere uomo e il delinquente di correggersi. Il diritto pubblico fondato sull’uguaglianza andrà in pezzi a causa delle sue conseguenze. Perché non riconosce la “disuguaglianza di valore”, di merito, di esperienza, cioè la fatica individuale: culminerà nel trionfo della feccia e dell’appiattimento. L’adorazione delle apparenze si paga”.

Non saprei dire se Pier Franco Quaglieni, forse inconsapevolmente nell’esercizio del suo ruolo di storico, uno storico vero perché rigoroso alla ricerca sempre della verità imparziale e documentata, uomo libero che non solo crede ma pratica la libertà, sia consapevole della ‘pietra’ che ha aggiunto, con questo libro, al suo incessante ripristino delle mura portanti del libero pensiero e del liberalismo in Italia. La riflessione mi sovviene appena letto il necrologio de Il Mondo di Nicola Matteucci, uno tra i fondatori de Il Mulino e dell’Istituto Cattaneo, teorico del costituzionalismo liberale, scomparso a Bologna nel 2006.

Scriveva Matteucci: “… oggi più di ieri è necessario un giornale di opposizione liberale e democratica, un giornale di opposizione non al centro sinistra, ma dentro il centro sinistra, capace di rappresentare l’opposizione “ideale” alla pratica “reale” del potere. Insomma: una opposizione interna, ancora disarmata, se non nelle proprie idee. Perché la carenza e il limite dell’attuale centro sinistra non stanno tanto nella sua carica programmatica, o nella sua energia politica, ma nella mancanza, alle sue spalle, di una solida cultura politica e storica che sappia indirizzare, dare un senso e un fine alla pratica di ogni giorno, sia poi questa la politica delle cose o quegli instabili compromessi attraverso i quali, in ogni democrazia, si costituiscono le maggioranze”.

E’ impossibile non cogliere come questa ‘pietra’ posta a mantenere in vita almeno le fondamenta del pensiero liberale, per trasmetterle al divenire, si trasformi in un macigno per le coscienze contemporanee. Uno dei tratti che illustrano la personalità intellettuale di Mario Pannunzio, insieme all’opposizione verso le ideologie e le escatologie, e l’assoluta mancanza di retorica e di vanità dell’uomo, è il coraggio di lasciare le sponde sicure o ritenute morte, per imbarcarsi in nuovi progetti. Non ha timore di rimettersi in gioco, di affrontare le avversità, per rimanere coerente fino in fondo alle proprie idee. Mai per il proprio tornaconto personale, ma seguendo l’insegnamento che nulla è l’essere umano che non sente il dovere di essere utile alla società.

Io penso che uno dei mali che stanno divorando la civiltà in Italia derivi non solo dallo scadimento del ceto sociale storicamente e sociologicamente deputato alla formazione del senso comune, ma anche dall’abbandono di quanti non hanno avuto il coraggio di rimettersi in gioco, come insegna Pannunzio. Nel momento in cui il post-capitalismo ha sfigurato l’essenza stessa del capitalismo smussato dalla democrazia aprendo le porte al sistema globale della finanza, foraggiando di zucchero una razza intellettuale (tale solo per l’esercizio della funzione nell’istruzione pubblica, nella pubblica amministrazione, nell’informazione…) vestita di velina come le vallette televisive, in quel momento storico del nostro Paese chi aveva, e poteva, opporre resistenza si è ritenuto sconfitto ancora prima di impugnare le armi del sapere e della cultura. Su di loro, prima di tutto, pesa questa ‘pietra’: non solo per il passato, ma per il presente.

Nella gara che in passato ha visto molti rivendicare l’eredità di Mario Pannunzio (e chissà che ancora oggi non vi sia qualcuno o qualcuna che pensa di indossarne l’abito senza possederne la stoffa), Pier Franco Quaglieni non ha partecipato: pur essendo tra coloro che con il Centro Pannunzio hanno rappresentato i custodi della memoria, uno dei giovani intellettuali che fondarono il Centro a Torino con l’appoggio determinante di Arrigo Olivetti e Mario Soldati, il sostegno di Giulio De Benedetti e di Alberto Ronchey, e non ultima di Mary Pannunzio alla quale si aggiunse anche il conte Carandini. Tra i primi soci figurano Carlo Casalegno, Alessandro Passerin d’Entrèves, Valdo Fusi, Ugo La Malfa, Alda Croce… Che ne sarebbe oggi del lascito di Pannunzio in Italia se non fosse esistito il Centro Pannunzio, e se a servirlo quotidianamente non ci fosse stato Pier Franco Quaglieni?

Il piacere di questo libro, insieme al suo straordinario spessore culturale, è anche il susseguirsi di note vivissime tutte personali dell’autore, le corrispondenze i ricordi gli incontri, che l’arricchiscono offrendoci, anche sotto questo profilo, lo stile privo di retorica tanto caro a Pannunzio.

Aldo Belli

Coronavirus, verso i 25 mila pazienti guariti in Piemonte. Altri 5 morti e 13 contagi

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

24.892 PAZIENTI GUARITI E 1.091 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 24.892 (+179 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 2969 (+13) Alessandria, 1460 (+6) Asti, 818 (+2) Biella, 2318 (+3) Cuneo, 2234 (+18) Novara, 12.938 (+126) Torino, 1055 (+6) Vercelli, 941 (+3) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 159 (+2) provenienti da altre regioni.

Altri 1.091 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 4.096

Sono 5 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 0 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è di 4.096 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 674 Alessandria, 255 Asti, 208 Biella, 394 Cuneo, 365 Novara, 1.810 Torino, 219 Vercelli, 132 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 39 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 31.378(+13rispetto a ieri, di cui 12 asintomatici. Dei 13 casi, 8 screening, 4 contatti di caso e 1 con indagine in corso) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivisesu base provinciale: 4066 Alessandria, 1874 Asti, 1048 Biella, 2866 Cuneo, 2797 Novara, 15.903 Torino, 1323 Vercelli, 1141 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 262 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 98 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 11 (-0 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 248 (-12rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 1040.

I tamponi diagnostici finora processati sono 422.647, di cui 232.007risultati negativi.

“Il magnate russo offre milioni per i tuoi alberghi”. Ma era una truffa

“…Il magnate russo è interessato ai tuoi alberghi… un affare per milioni di euro …”, ma in realtà è una truffa.

La Guardia di Finanza di Torino denuncia due pluripregiudicati e sventa una truffa milionaria. 

È successo in alta Val di Susa, quando un imprenditore del settore alberghiero, viene contattato da due sedicenti intermediari immobiliari. I due uomini si presentano a nome e per conto di un industriale russo interessato all’acquisto di un residence in Valle ma non solo, gli intermediari allargano l’offerta ad appartamenti e dependance. La proposta è allettante, si parla di milioni di euro per chiudere il tutto in pochi giorni.

I contatti si succedono e la trattativa sembra andare avanti, anche se qualcosa in quelle lunghe telefonate, finalizzate ad un primo accordo, all’imprenditore non torna.

Quel qualcosa che non va lo scoprono subito i Finanzieri della Compagnia di Susa chiamati ad approfondire la vicenda, che, dopo una breve indagine, capiscono che non esiste nessuna trattativa ma, soprattutto, nessun magnate russo interessato agli hotel.

Alla richiesta dei due “mediatori” di un primo incontro per fissare il sopralluogo delle location da acquistare, l’imprenditore accetta.

L’appuntamento in un bar del centro di Torino dove però si presentano anche i Finanzieri di Susa che assistono all’incontro. I due faccendieri, eleganti e dai modi gentili, vengono fermati all’uscita del locale. Con il mondo del mercato immobiliare nulla hanno a che fare, o meglio, hanno a che fare a modo loro.  Lunga è infatti la sfilza di precedenti penali a loro carico: dalla truffa alla detenzione di armi, dalla rapina ai furti nelle abitazioni.

Come detto, gli inquirenti hanno appurato l’inesistenza di un qualsiasi acquirente e di una qualsivoglia trattativa, tutto falso ed architettato dai due uomini i cui motivi sono ora al vaglio dei Finanzieri che stanno approfondendo la vicenda.

I due, entrambi trentenni e residenti in un campo Rom della periferia torinese, sono stati denunciati per truffa.

La Guardia di Finanza di Torino raccomanda ai cittadini di porre la massima attenzione al verificarsi di analoghe situazioni ed invita a contattare il numero di pubblica utilità “117”, in qualunque caso si abbia il sospetto di essere vittima di un raggiro.

La polizia recupera i soldi di una colletta per una famiglia bisognosa

Nella serata del 29 giugno, personale della Volante del Commissariato di P.S. di Rivoli in servizio di controllo del territorio per le vie della città ha fatto una scoperta non comune.

Gli agenti, unitamente a personale della Croce Verde di Rivoli, hanno infatti rinvenuto, occultato tra le siepi a bordo strada di una zona popolare, uno zaino grigio contenente, oltre ad effetti personali e documenti, oltre 1600 euro in contanti.

I poliziotti, inventariato tutto il materiale con professionalità e trasparenza, partendo dai documenti rinvenuti nello zaino hanno avviato le ricerche del caso, risalendo al legittimo proprietario dello stesso e procedendo alla sua convocazione presso gli Uffici del Commissariato per la restituzione.
Si tratta di una cittadina italiana che aveva denunciato di essere stata vittima di un furto con destrezza esattamente una settimana prima, presso l’U.R.P. dello stesso Commissariato di Rivoli.
Ignoti, infatti, dopo aver distratto la donna, le avevano sottratto lo zaino dal sedile anteriore della macchina.
La donna, commossa e in lacrime, si è confidata con gli Agenti, riferendo loro che quella rilevante somma di contante chiusa in una busta con su scritto il nome della mamma, quello del figlio e anche quello del gatto, altro non era che una colletta di parenti e amici indirizzata alla donna, convivente con la madre anziana, il figlio minore, ed appunto la gattina, che in questo momento stanno attraversando un momento difficile.

Un webinar dedicato a S.A.P.A. per far ripartire l’Italia

Promosso dallo Studio Legale dell’Avv. Patrizia Polliotto, da Lettera 150, dal quotidiano ‘CronacaQui’. Ne discute una prestigiosa rappresentanza del mondo accademico ed imprenditoriale piemontese.

 L’Italia post pandemia si rimbocca le maniche e cerca nuove strade per il rilancio dell’economia. 

Lunedì 6 luglio 2020 alle ore 11.000 avrà luogo un inedito webinar organizzato da Studio Legale Polliotto, Lettera 150 e quotidiano ‘CronacaQui’, in cui verrà affrontato il tema attuale e complesso legato alla ripartenza dell’economia nazionale, focalizzando l’attenzione sulle imprese e il loro rilancio: criticità ed azioni da intraprendere.
Interverranno il Prof. Giuseppe Valditara, senatore e professore ordinario di diritto pubblico romano dell’Università di Torino il quale esporrà che cos’è e quali obiettivi si prefigge ‘lettera 150’ sottoscritta da altrettante illustri personalità italiane ed ampiamente ripresa dai media durante il lockdown.

Con lui l’Avvocato Patrizia Polliotto, legale civilista specializzato in diritto societario, che illustrerà i vantaggi di costituire una società nella forma giuridica della S.A.P.A. avente come socio accomandatario una società di capitali ed il Dott. Giuseppe Gherzi, direttore dell’Unione Industriale di Torino per fare il punto sul mondo delle imprese post pandemia.
A seguire l’Avvocato Luigi Murciano, colui che per primo lancia ed attua l’idea di utilizzare questo strumento per promuovere il rientro dall’estero di molte realtà industriali, professionista specializzato in diritto tributario che esaminerà i vantaggi fiscali dell’operazione.

Si unisce alla discussione la Dottoressa Serena Lancione, Direttore generale della società Bus Company s.r.l., in qualità di imprenditrice di un primario player del trasporto persone, settore particolarmente colpito dalla pandemia, chiamata ad esprimere il proprio parere sulla soluzione proposta.
Ed ancora il Prof. Dario Peirone, professore di Economia e Gestione delle imprese dell’Università di Torino, che analizzerà l’impatto economico che avrebbe – e speriamo avrà – il rientro delle sedi delle società in Italia. Modera l’incontro Beppe Fossati, fondatore e direttore del quotidiano ‘CronacaQui’.

“Mai come in questo momento complesso abbiamo bisogno di idee nuove, trovandole possibilmente in leggi che già esistono, senza crearne di nuove, abbiamo bisogno di energia, di sintesi tra tecnologia, competenza, esperienza. Quando siamo messi alla prova dalle difficoltà, nascono sodalizi destinati a fare la differenza e a durare nel tempo come in Lettera 150. Ritengo che la sintesi sinergica fra professionalità e creatività diverse possa costituire, mai come ora, la base comune su cui impostare una nuova narrazione dello sviluppo collegato al rilancio del nostro Paese”, dichiara Patrizia Polliotto, sottoscrittrice di Lettera 150, nonché affermato legale d’impresa e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

L’evento è gratuito e per chi fosse interessato potrà parteciparvi accedendo al link:  https://us02web.zoom.us/j/87156072505?pwd=MWZvZGNQc1gvKzUrTWlZYVFPTEpudz09 inserendo nello spazio nome utente il proprio nome e cognome e se richieste, le seguenti credenziali ID Meeting: 871 5607 2505 – Password: SAPA20.

L’evento è accreditato all’Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili di Torino. E’ stato inoltre richiesto l’accreditamento all’Ordine degli Avvocati di Torino, in fase di valutazione.

Per procedere con l’accreditamento è necessario inviare una mail dopo l’incontro a info@studiopolliotto.it con oggetto il titolo del Webinar ed indicando il proprio nome e cognome, professione, codice fiscale, ordine di appartenenza specificando il luogo e numero di matricola.

Paura per il maxi-serpente nel cortile del palazzetto

Il Centro Animali Non Convenzionali di Grugliasco, ha recuperato grazie al proprio personale recatosi sul posto  un serpente di notevoli dimensioni  nel cortile del palazzetto dello sport di Brandizzo.

Un po’ di paura tra i presenti. Il rettile è un  biacco, animale innocuo che si ciba di ratti. Poichè era in buone condizioni è stato liberato nell’ambiente naturale

Turchia, libertà per i prigionieri politici

Conferenza Stampa / Libertà per i prigionieri politici in Turchia. Venerdì 3 Luglio,  ore 11,30.  Presso il Polo del 900  Via del Carmine, 14 Torino

Organizzano

RETEKURDISTAN ITALIA
COORDINAMENTO INTERCONFESSIONALE NOI SIAMO CON VOI
COORDINAMENTO CONTRO LE ATOMICHE, TUTTE LE GUERRE E IL TERRORISMO

Intervengono

Firat Ak rappresentante della Comunità kurda in Piemonte
Giampiero Leo vicepresidente del Comitato per i diritti umani Regione Piemonte
Paolo Candelari rappresentante del Coordinamento contro le atomiche, contro tutte le guerre, contro il terrorismo

coordina

Laura Schrader giornalista, saggista

A causa della pandemia, la Turchia ha liberato 90 mila detenuti, alcuni per reati gravissimi. Lascia in carcere 50 mila prigionieri di opinione: parlamentari e giornalisti, accademici e studenti, sindaci e artisti ignorando ogni norma di prevenzione e perfino di igiene: appare chiaro l’intento di decimarli.

Intanto continuano i bombardamenti aerei e la penetrazione di truppe nel Nord Irak, che colpiscono aeree popolate in prevalenza da Cristiani e Yazidi, già devastate dall’Isis: il cardinale cristiano caldeo Sako ha recentemente denunciato i raid sui villaggi, le vittimi civili, perfino il bombardamento di un cimitero caldeo.

E prosegue l’operazione di pulizia etnica e di genocidio sulle aree kurde del Nord della Siria, che erano state oasi di convivenza pacifica tra etnie e religioni diverse, e cuore della resistenza e della vittoria contro l’Isis, occupate da Ankara e lasciate in balìa delle atrocità dei suoi miliziani jihadisti.

 

Giornata internazionale per la liberazione dei prigionieri politici in Turchia

In Turchia sono oltre 50 mila le persone incarcerate per motivi di opinione con accuse inconsistenti e pretestuose, allo scopo di vietare la libertà di pensiero e di espressione. Deputati e sindaci democraticamente eletti, attivisti per i diritti umani, giornalisti, sindacalisti e intellettuali, artisti e accademici, studenti, musicisti.
In considerazione della pandemia, sono stati liberati 90 mila detenuti per reati comuni, in alcuni casi per reati gravissimi e di forte pericolosità sociale.
Rimangono in carcere i detenuti per motivi di opinione, compresi quelli in attesa di giudizio. L’amministrazione turca ignora i principi stabiliti dallOms e nelle carceri non soltanto omette ogni misura di prevenzione e contenimento del contagio, ma trascura perfino le normali norme igieniche. E’ chiaro l’intento di decimare quanti tentano di affermare in Turchia i valori democratici, il rispetto dei diritti umani, la libertà di espressione.

RETEKURDISTAN PIEMONTE
COMITATO INTERCONFESSIONALE NOI SIAMO CON VOI
COORDINAMENTO CONTRO LE ATOMICHE, LE GUERRE E IL TORRORISMO

Chiedono la liberazione dei prigionieri politici inTurchia, il rispetto della libertà di opinione e il rispetto della libera espressione della volontà popolare per quanto riguarda i parlamentari del Partito Democratico Popolare Hdp e dei sindaci eletti in Kurdistan

Chiedono alla comunità internazionale di fermare i bombardamenti e la penetrazione militare turca nel Nord Irak, che colpisce villaggi, campi profughi e siti religiosi di Cristiani e Yazidi, già devastati dalla barbarie dell’Isis

Chiedono alla comunità internazionale di condannare e contrastare l’invasione turca della Siria del Nord. L’occupazione – che ha lo scopo, pubblicamente dichiarato dal presidente Erdogan – della sostituzione etnica, ha causato l’esodo oltre il confine iracheno di 250 mila Kurdi, Cristiani, Yazidi e appartenenti ad altre minoranze che convivevano pacificamente e sottopone la popolazione rimasta alla brutalità dei miliziani jihadisti, alleati di Ankara e da Ankara destinati a ripopolare la regione.

Gallo e Valle (Pd): “Dalla Regione linee guida per sport di contatto e ballo”

 “La Regione si è dimenticata degli sport di contatto e del ballo, mancano ancora infatti le linee guida per la riapertura e bisogna intervenire urgentemente” a lanciare l’allarme sono i Consiglieri PD Valle e Gallo.

“Non devono esserci sport figli di un Dio minore, il calcio e il ballo di coppia ad esempio coinvolgono moltissimi piemontesi che a oggi non sanno ancora niente sulle riaperture” commenta il Consigliere Valle.

“Non possiamo continuare a navigare nell’incertezza, chiediamo al Presidente Cirio di emanare il prima possibile Linee guida per la ripartenza di questi settori” richiama il capogruppo PD in Consiglio Regionale Raffaele Gallo.

“Intanto chiederemo una informativa urgente in Commissione, migliaia di cittadini e di professionisti aspettano risposte e disposizioni per riaprire” chiariscono i Consiglieri dem.

Da Caccia a Palamara com’è cambiata la Magistratura

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Se non bastassero le iniziative del ministro della Giustizia Bonafede che stanno distruggendo garanzie costituzionali e portano nell’occhio del ciclone incarichi apicali del ministero con seguenti dimissioni,  le intercettazioni che riguardano il processo a Berlusconi in Cassazione rivelano un vero e proprio scandalo intollerabile.

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Un processo-farsa tutto politico in cui alti magistrati avrebbero messo in piedi una condanna solo perché il cavaliere andava comunque condannato. Per altri versi il difensore di Berlusconi, il Prof. Coppi, durante un pranzo per il convegno in ricordo di Vittorio Chiusano, mi disse che il processo era ormai compromesso, forse anche perché il fido Ghedini non era stato all’altezza, come in altre circostanze. Certo quella frase di Coppi a pochi giorni dalla sentenza mi rimase in mente.
Se pensiamo a grandi magistrati come Bruno Caccia ammazzato selvaggiamente sul marciapiede di casa quando portava a spasso il suo cane, l’esempio vergognoso di questi magistrati e di  Palamara indica il decadimento della Magistratura italiana. Ma se i Trojans fossero stati estesi ad altri magistrati e giornalisti, forse saremmo in uno scandalo nazionale che non avrebbe eguali nella storia d’Italia. Lo stesso uso dei Trojans è un’anomalia liberticida che colpisce come un contrappasso infernale proprio gli stessi magistrati.
L’assegnazione di incarichi di vertice nelle principali procure italiane  in base  a criteri non meritocratici ma politici e correntizi  urla  vendetta. Il cittadino ha diritto ad una magistratura competente, non politicizzata, indipendente. L’ indipendenza e l’autonomia dei magistrati non è un loro diritto , ma un loro dovere. Dal colpo di Stato del 1992 di Borrelli e di Pietro che ha spazzato via la I Repubblica per via giudiziaria, una parte della Magistratura ha perso il suo smalto e il suo prestigio, complice il Presidente Scalfaro  che insieme a Gronchi e’ stato il peggiore inquilino del Quirinale.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com