ilTorinese

I diritti costituzionali valgono per tutti

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Impedire a Salvini di tenere comizi elettorali è un grave reato sanzionato dalla legge. Non si tratta di un disturbo arrecato ad una manifestazione qualsiasi. Anche strappare un manifesto elettorale è sanzionato dalla legge

Si tratta della legge che regola le elezioni che devono vedere tutti i partiti in gioco trattati nello stesso modo durante il periodo della campagna elettorale.
Qui l’analfabetismo politico giunge ad ignorare o finge di ignorare le regole del gioco democratico fissate in modo inequivocabile a tutela di tutti i contendenti. Sfasciare palchi e incendiare manifesti sono cose che vennero tollerate nel ‘68 e possono tornare contro Salvini. Manifestare in modo violento contro Salvini non è consentito e non è neppure un atto di coraggio. L’intolleranza non è mai accettabile. La vera tolleranza ha un valore se essa viene praticata  nei confronti di idee estreme, non nei confronti di idee semplicemente un po’ diverse dalle nostre. Per ora,ci si è limitati al lancio di pomodori,  ma domani si potrà ricorrere anche pietre, magari servendosi di fionde. Ci sono diritti costituzionali che vanno tutelati nei confronti di tutti, nessuno escluso. Per anni mi sono battuto per diritti del MSI come partito votato e rappresentato in  Parlamento, così oggi mi batto per i diritti di Salvini. In democrazia le mezze verità non sono consentite e determinano solo confusione. La libertà è un diritto di tutti, in campagna elettorale lo è doppiamente. Certi intellettuali che plaudono a chi disturba Salvini, dovrebbero saperlo. Impedire di tenere comizi ricorda per altro  comportamenti che giusto cent’anni fa incominciarono ad essere praticati dai fascisti di allora. Forse è  bene richiamare quella lezione di un secolo fa. Allora era in voga, non dimentichiamolo mai, il manganello e l’olio di ricino.
Scrivere a quaglieni@gmail.com

Scuola, il messaggio della Regione agli studenti

MESSAGGIO DELL’ASSESSORE REGIONALE ALL’ISTRUZIONE PER L’INIZIO DEL NUOVO ANNO SCOLASTICO.

Quello che inizia, così come quello che si è concluso formalmente a giugno, sarà uno degli anni scolastici più delicati e particolari dal Dopoguerra. Il coronavirus ci ha costretti a mesi di sacrifici, ha privato tutti noi di quella normalità di vita che davamo per scontata. 

Non ci siamo mai arresi, ci siamo ripromessi, fin dal primo giorno, che avremmo dovuto reagire, combattere per riconquistare ciò che ci era stato tolto.

E in questo senso non posso nascondere la grande soddisfazione per la riapertura delle scuole, che abbiamo fortemente sostenuto fin dal principio, lavorando senza sosta perché questo giorno tanto atteso potesse finalmente arrivare. 

Ed eccoci qui, finalmente, ad aprire i portoni dei nostri istituti con tutti gli accorgimenti per garantire il massimo della sicurezza e della tranquillità. Per tutti. 

Da oggi si guardi avanti e si riporti al centro la la scuola. Come ben scriveva il filosofo danese Soren Kierkegaard «la vita può essere capita solo all’indietro ma va vissuta in avanti». Ed è proprio sul futuro che, ora, abbiamo il dovere di guardare con fiducia, vigile serenità, sicurezza e determinazione. 

Non dobbiamo però commettere l’errore di concentrarci soltanto sul virus. Perché la vera sfida, oggi, con tutte le precauzioni garantite, deve essere quella di preoccuparci soprattutto del futuro dei nostri bambini e ragazzi. 

Sostenendo la qualità della didattica, rimettendo davvero la scuola e la qualità della stessa al centro dell’attenzione, consapevoli che è  proprio tra le mura dei nostri Istituti che si creano le basi, le radici, per formare le generazioni future. Radici che non possono attecchire e crescere solamente di fronte a uno schermo, nonostante le possibilità offerte dalla didattica a distanza favorite dai progressi della tecnologia. 

Per crescere, per imparare, occorre frequentare le scuole, respirare l’aria delle aule, ascoltare in presenza le lezioni insieme ai propri compagni, vivere ogni giorno il confronto con gli insegnanti e i professori. Nei quali si ripone tutta la mia fiducia, in quanto determinanti per trasmettere sapere, dare l’esempio, insegnare un metodo di studio e di lavoro che accompagnerà i loro allievi per tutta la vita.  

Riapriamo quindi le scuole facendoci trovare pronti, attenti, consapevoli di un rischio che non potrà, al momento, essere «zero», ma che non deve angosciarci nè prevalere sull’attenzione alla qualità dello studio dei nostri ragazzi.

Da qui il mio augurio di inizio anno, rivolto ai ragazzi, alle loro famiglie, agli insegnanti, ai dirigenti scolastici e a tutto il personale che opera negli Istituti è più che mai sentito:

che sia scuola in aula, di crescita  e di entusiasmo. 

Buona scuola a tutti!

Elena Chiorino

Berruto con Microsoft per digitalizzare le imprese

Il programma promosso da Microsoft  Italia  per la digitalizzazione delle Pmi piemontesi

Sarà  l’ex ct della nazionale italiana maschile di Volley, Mauro Berruto, a allenare le piccole imprese piemontesi nell’ambito del programma dal titolo “Ambizione italia-Digital Restart”, che consentirà loro di superare il prolungato momento di resilienza seguito all’emergenza da Covid 19.

Il programma è sostenuto da Microsoft per un investimento da 1.5 miliardi di euro, spalmati su cinque anni. Mauro Berruto allenerà le imprese piemontesi lunedì 14 settembre alle 11, nell’ambito di un evento curato da Eos Online e da Microsoft Italia, presente anche sul New Center di Microsoft Italia.

L’evento, che prenderà avvio alle 11, vedrà la proiezione di un video introduttivo sul tema del rilancio delle piccole imprese, con l’intervento  del direttore del Canale Microsoft Italia, Vieri Chiti. Mauro Berruto terrà il successivo intervento sul tema “Antifragilita, come allenarsi ad un futuro di cambiamenti “Qui e ora”.

I successivi interventi verteranno sulle tematiche dell’innovazione e della digitalizzazione, fondamentali ed indispensabili per il rilancio dell’economia, e vedranno lintervento di Fabio Santini, Innovation Manager di Microsoft Italia, che spiegherà come il programma SO SMART rientri nella filosofia di Ambizione Italia#Digital Restart. Si tratta del progetto di Microsoft volto alla trasformazione digitale delle PMI italiane. Seguirà poi la proiezione di un video di presentazione della piattaforma  ed illustrazione delle principali funzionalità di SO SMART (il personale trainer per gestire in Cloud la propria impresa), a cura di Luca Borio, Cloud Services Manager Eos Online.

Mara Martellotta

Il Prc-Se in piazza per l’occupazione e il reddito

Locatelli:”cambiare rotta, riprendere la lotta prima che sia troppo tardi”

Sabato, a Torino, in piazza Castello, Rifondazione Comunista era presente alla manifestazione di Cgil, Cisl e Uil indetta per sollecitare risposte alla crisi occupazionale e produttiva che investe il Piemonte e l’area metropolitana di Torino.  Stando a uno studio commissionato dall’Anci, Torino è l’area che più di altre subirà gli effetti di una caduta del fatturato e del reddito in una percentuale compresa tra il 14,4% e il 20%. “Un dato impressionante – commenta Ezio Locatelli, segretario provinciale Prc-Se di Torino – non riconducibile solo all’emergenza sanitaria ma a problemi preesistenti. Basti dire che in soli 12 anni, dal 2007 al 2017,  l’incidenza della povertà assoluta tra le persone tra i 18 e i 34 anni per mancanza di lavoro e di reddito è più che quadruplicata passando dall’1,9 al 9,1%. Questo per dire che il problema non è quello di tornare a prima della pandemia, come chiedono a gran voce gli industriali che pensano di uscire dalla crisi rilanciando le grandi opere, le privatizzazioni, riducendo il costo del lavoro, tornando alla libertà di licenziamento, avendo mano libera di attuare spoliazioni e delocalizzazioni. Grandi aziende come Fca che dopo aver intascato da parte del pubblico garanzie e prestiti, non si fanno remore di eludere gli obblighi fiscali e di trasferire le produzioni all’estero. Una spoliazione in piena regola a fronte dell’inerzia delle istituzioni locali e nazionali. Basta attendismo, bisogna imporre un cambiamento di rotta, un piano per il lavoro, il reddito, lo sviluppo sostenibile. C’è solo un modo per farlo che è quello di  riprendere la lotta prima che sia troppo tardi”.

 

Un concerto per l’anniversario della breccia di Porta Pia

DOMENICA 20 SETTEMBRE 2020 ORE 17.30

CONCERTO PER IL 150° ANNIVERSARIO

DELLA BRECCIA DI PORTA PIA

DOMENICA 20 SETTEMBRE alle ore 17,30 nella Sala del Parlamento del Museo Nazionale del Risorgimento italiano, l’Orchestra ARSNOVA terrà un concerto, dedicato a musiche patriottiche e risorgimentali, per l’anniversario della BRECCIA DI PORTA PIA.

Si avrà l’opportunità di risentire musiche a noi molto care e riflettere storicamente sul Risorgimento.

Programma del concerto:

  • Amilcare Ponchielli (1834-1886): ROMA! Marcia, op. 133
  • Giovan Battista Lulli (Lully) (1632-1687): MARCHE DE SAVOIE
  • Fulvio Creux (1956): Pietro MICCA. L’ASSEDIO DI TORINO DEL 1706. Evocazione musicale
  • Gaetano Pugnani (1731-1798): LA MARCIA DELLA GUARDIA
  • Paolo Giorza (1832-1914): DAGHELA AVANTI UN PASSO. Elaborazione sinfonica di Fulvio Creux
  • Michele Novaro (1818-1885): ROMA E VENEZIA. Gran Polka nazionale
  • Davide Delle Cese (1856-1938): LA BRECCIA DI PORTA PIA OSSIA IL 20 SETTEMBRE 1870. Fantasia caratteristica per Banda

Narratore: Michele D’ANDREA Direttore: Fulvio CREUX

Pier Franco QUAGLIENI ricorderà la storica data. Il concerto è gratuito, ma è previsto il pagamento del biglietto ridotto d’ingresso al Museo (6,00€) come atto di solidarietà per la forzata chiusura del medesimo. Chi vorrà potrà accedere al Museo per una visita prima dell’ora del concerto che si terrà nell’Aula del Parlamento italiano dove Roma venne votata Capitale del nuovo Regno d’Italia nel 1861.

Prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento dei posti al 3488134847, anche con sms o whatsapp.

 

(Foto Vincenzo Solano)

All’oratorio in sicurezza

Approvati dalla Giunta regionale gli indirizzi operativi per la gestione in sicurezza degli oratori condotti da parrocchie e istituti cattolici

La delibera, precisa l’assessore alle Politiche sociali, Chiara Caucino risponde all’esigenza di disporre di indirizzi omogenei formulata da questi enti durante il tavolo di confronto previsto dal protocollo di intenti stipulato nel luglio scorso tra Regione Piemonte e Regione Ecclesiastica Piemontese sullo specifico valore educativo degli oratori. Il suo obiettivo è conciliare, nell’attuale fase di emergenza, le opportunità di socialità, formazione religiosa e umana nonché di gioco con la necessità di garantire condizioni di tutela della salute di chi frequenta queste strutture e delle loro famiglie.

Gli oratori possono essere attivati in strutture o immobili o aree che dispongano dei requisiti di agibilità e siano in grado di garantire le funzionalità necessarie in termini di spazio per le attività all’interno e all’esterno e sufficienti servizi igienici. Se le aree sono fruite da altri utenti, le attività destinate ai minori devono essere debitamente isolate e circoscritte. In caso spazi chiusi, è raccomandata l’aerazione abbondante dei locali, con frequente ricambio di aria. Va individuata una “zona filtro” per gli operatori/animatori e per gli utenti, da destinare al triage ed alle operazioni di vestizione/svestizione, e deve essere predisposta idonea segnaletica e/o affissione di materiale informativo educativo sulle indicazioni igienico-comportamentali.

Ogni gestore della struttura, tenendo conto degli ambienti a disposizione, sia interni sia esterni, e del numero di operatori di cui dispone, deve valutare il numero dei minori che è in grado di accogliere ogni giorno, considerando il rispetto del distanziamento fisico. In ogni caso la capacità ricettiva non può superare, di norma, i 100 posti. Qualora gli ambienti consentano di oltrepassare questo limite, vanno organizzati moduli distinti.

Comunque, le attività vanno pianificate in piccoli gruppi, prestando attenzione a non variarne la composizione e ad evitare possibili contatti tra gruppi diversi. A tale scopo, devono essere individuate distinte fasce relative all’età della scuola primaria (dai 6 agli 11 anni) e della scuola secondaria (dai 12 ai 17 anni). Vanno favorite il più possibile le attività all’aperto, tenendo conto di adeguate zone d’ombra, e garantiti il necessario distanziamento sociale di almeno un metro, e ci si può avvalere di esperti per la realizzazione di laboratori. Sono invece vietate le feste.

Bambini con più di 6 anni e ragazzi devono mettere la mascherina tranne che nei momenti di attività ludico-motoria, durante i quali va comunque sempre assicurato e mantenuto il distanziamento.

La strutturazione del personale deve prevedere: un coordinatore responsabile delle attività educative, ricreative e gestionali, di età non inferiore a 18 anni e con esperienza almeno triennale debitamente documentata di educazione di gruppi di minori, che può occuparsi fino ad un massimo di 3 oratori; operatori e/o volontari di età non inferiore a 18 anni in numero adeguato, anche coadiuvati da animatori di 16/17 anni opportunamente formati. Il rapporto deve essere di un adulto ogni 8 minori tra i 6 gli 11 anni, un adulto ogni 10 minori tra i 12 e i 17 anni.

Tutto il personale, dipendente e volontario, deve essere formato sui temi della prevenzione del Covid-19, nonché sull’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale e delle misure di igiene e sanificazione. A questo proposito, ciascun titolare deve coordinarsi con l’Asl di riferimento e/o gli enti locali per una formazione unica ed omogenea nei contenuti e per la definizione di eventuali protocolli di sicurezza. E’ possibile fruire dei corsi on line erogati dall’Istituto Superiore di Sanità.

Gli indirizzi operativi comprendono anche le norme per l’accesso all’oratorio, preceduto da una scheda di pre-triage quotidiana e dalla rilevazione della temperatura corporea. E’ importante evitare i contatti tra genitori al momento di accompagnare o ritirare il bambino/adolescente e gli assembramenti negli spazi esterni e stabilire orari di ingresso ed uscita ampi, in modo tale da evitare assembramenti tra minori e accompagnatori. E’ pertanto opportuno che ingressi e uscite siano scaglionati per fasce orarie per piccoli gruppi.

Un bambino o un ragazzo a cui si rilevano sintomi che possano far sospettare un’infezione o temperatura superiore a 37.5°C, in attesa del rientro a domicilio è necessario che venga isolato in uno spazio dedicato per evitare contatti con le altre persone.

La merenda, di tipo preconfezionato, va distribuita dagli operatori garantendo il distanziamento di sicurezza. Prima e dopo tutti i minori devono procedere con l’igienizzazione delle mani.

Altre disposizioni riguardano: la sanificazione o pulizia di tutti i locali e di tutti gli oggetti prima dell’apertura della struttura, la disponibilità di soluzioni/gel a base alcolica presso ogni ambiente ed in più posizioni, la fornitura di tutti i dispositivi di protezione previsti per gli operatori, l’utilizzo di mascherine chirurghe da parte del personale, degli adulti nella fase di accompagnamento e ritiro dei minori.

Don Luca Ramello, responsabile regionale per la Pastorale giovanile, esprime sincera gratitudine per la conferma del clima di dialogo e di confronto con la Regione Piemonte, attraverso il suo presidente e l’assessore alle Politiche sociali, sottolinea inoltre che poter avviare in questo tempo difficile le attività estive degli oratori piemontesi è stato un segno di speranza ed evidenzia che si cercherà di approfondire e risolvere le criticità e preparare un vademecum per garantire, in sicurezza, le attività ordinarie. Ogni Vescovo valuterà poi le specifiche disposizioni per la sua Diocesi. Infine, auspica che il Tavolo Oratori Piemontesi guidato da Mons. Guido Gallese e con la rappresentanza delle associazioni NOI e ANSPI e delle realtà salesiane possa proseguire il suo lavoro in una crescente collaborazione con la Regione Piemonte, per dare seguito agli impegni del protocollo di intesa con la Conferenza Episcopale Piemontese.

Il Museo del Cinema rende omaggio a Dario Argento

La mostra si tiene  occasione dei suoi 80 anni. Da febbraio a giugno 2021

In occasione dell’ottantesimo compleanno di Dario Argento, il Museo Nazionale del Cinema di Torino presenta Dario Argento – The Exhibition, la prima grande mostra dedicata al grande maestro italiano del cinema internazionale.

Prodotta in collaborazione con Solares Fondazione delle Arti di Parma e curata da Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema, e Marcello Garofalo, la mostra verrà allestita all’interno della Mole Antonelliana e sarà inaugurata nel mese di febbraio 2021.

“È il nostro primo grande appuntamento del 2021, un progetto inizialmente previsto nell’autunno del 2020, proprio in concomitanza con il compleanno del regista e slittato a causa dell’emergenza Covid – afferma Enzo Ghigopresidente del Museo Nazionale del CinemaUn doveroso omaggio a uno dei grandi autori del cinema italiano e conosciuto in tutto il mondo, che ben si sposa con l’anima misteriosa e magica della Mole Antonelliana e di Torino”.

La mostra ripercorre la sua lunga carriera, proponendo un viaggio nel cinema cult del maestro del brivido attraverso tutti i suoi film (da L’uccello dalle piume di cristallo, 1970, a Dracula 3D, 2012), con centinaia di immagini, fotogrammi e fotografie inedite, installazioni, oggetti di scena, musica, manifesti, costumi, video (con testimonianze di collaboratori e fan illustri), memorabilia, raffronti con le produzioni televisive e cinematografiche odierne.

Dario Argento ha imposto uno stile talmente innovativo da essere stato variamente omaggiato (De Palma, Tarantino, Carpenter solo per citarne alcuni) e imitato, ma mai uguagliato. Il nome di Argento è conosciuto oggi internazionalmente per il contributo personale e moderno che il regista, fin dai primi titoli da lui diretti, ha saputo dare al thriller, al giallo e all’horror, allentando le maglie di una grammatica cinematografica estremamente codificata con soluzioni visive più ancorate all’irrazionale e alla dimensione onirica, oltrepassando fieramente il confine tra cinema di genere e cinema d’autore.

“Con questa mostra – affermano i due curatori Domenico De Gaetano e Marcello Garofalo – intendiamo sottolineare non tanto le valenze horror e sanguinolente del suo cinema, quanto la complessa e raffinata composizione visiva delle immagini che lo pongono come uno dei grandi maestri del cinema contemporaneo, punto di riferimento per generazioni di registi cinematografici fino alle serie televisive di questi ultimi anni.

Il legame tra Dario Argento e Torino è molto stretto. In questa città ha girato le sue prime opere e Profondo rosso, da molti considerato il suo capolavoro che è stato recentemente votato come il migliore lungometraggio di finzione girato sotto alla Mole, secondo un sondaggio realizzato dalla rivista Ciak. Ecco quindi che questa mostra è un omaggio a un grande maestro del cinema italiano, conosciuto e apprezzato a livello internazionale che può essere considerato a tutti gli effetti “torinese”.

“Sono davvero felice – dice Dario Argento – che proprio in coincidenza di questo mio importante compleanno, il Museo Nazionale del Cinema di Torino comunichi alla stampa che tra gli eventi previsti nel 2021 ci sia anche questo “omaggio” dedicato al mio cinema.  Nel corso della mia carriera, iniziata nell’ormai lontano 1970, ho avuto modo di ricevere diversi riconoscimenti in tutto il mondo, specialmente in Francia, in America, in Giappone; in Italia di recente mi hanno consegnato il David di Donatello alla carriera, ma questo riconoscimento del Museo del Cinema di Torino mi entusiasma in particolar modo, non solo perché si svolgerà in una città da me molto amata, dove ho avuto modo di girare diversi film, ma anche perché è organizzata in una sede prestigiosa, simbolica quale è la Mole Antonelliana. Mi pare un modo straordinario per far conoscere anche ai più giovani l’intero mio percorso cinematografico, accompagnandoli all’interno del mio “cinema idealista”, fatto di incubi, sogni e visioni, ove la grigia realtà non è mai arrivata e mai ci arriverà.”

L’iniziativa fa parte di Torino Città del Cinema 2020, un progetto di Città di Torino, Museo Nazionale del Cinema e Film Commission Torino Piemonte, con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, in collaborazione con Regione Piemonte, Fondazione per la Cultura Torino. www.torinocittadelcinema2020.it

Riapertura delle scuole, la Regione: “Tutto il possibile per riprendere in sicurezza”

La Regione Piemonte è pronta ad affrontare l’apertura delle scuole “convinta di aver fatto tutto il possibile per quanto riguarda le materie di propria competenza”.

Il presidente Alberto Cirio ha definito quello di lunedì “il vero test per la ripartenza, che va superato tutti insieme. Ha quindi sostenuto che sono stati messi a punto tutti gli atti necessari, come l’aumento dal 50% all’80% della capacità di carico dei mezzi del trasporto pubblico locale grazie al costante confronto delle Regioni con il Governo per ottenere una soluzione che garantisce sicurezza e possibilità di spostamento, l’attivazione di 29 hot spot scolastici su tutto il territorio ai quali si possono portare i bambini con sintomi di contagio, fare il tampone e avere il risultato in poche ore, l’attivazione del nuovo Dipartimento per le emergenze e le malattie infettive, la rimodulazione dell’Unità di Crisi”.

Si è poi detto “dispiaciuto che il ministro dell’Istruzione abbia auspicato che il Governo impugni l’ordinanza di mercoledì, in quanto le Regioni hanno lavorato nelle ultime settimane per misurare la temperatura degli alunni a scuola. Ma lo Stato ha deciso di lasciare questa incombenza solo alle famiglie, mentre ha ordinato a uffici e fabbriche di farlo, senza considerare che bambini e ragazzi possono trasmettere il virus ai nonni. In Piemonte si è detto che non è sufficiente, che la misurazione a casa senza un efficace controllo a scuola non va bene, l’Usr ha risposto che la Regione non si fida delle famiglie. Nessuno ha tenuto conto delle famiglie negazioniste, che hanno già detto che la febbre ai loro figli non la misureranno perché il Covid non esiste. Quindi, si è chiesto il presidente, se si revoca l’ordinanza e un bambino entra a scuola dicendo che famiglia si è dimenticata di prendere la febbre, cosa si fa?”

Il presidente ha infine annunciato che la Regione è disposta ad aiutare le scuole ad approvvigionarsi di mascherine da consegnare ogni giorno agli alunni se lo Stato avrà difficoltà per la fornitura, perché non si può lasciare gli istituti senza questi dispositivi per neanche un giorno, ed ha sottolineato che la Regione ha approvato apposite linee guida sui comportamenti da tenere a scuola che portano la firma dei medici e dei pediatri.

L’assessore all’Istruzione Chiorino ha dichiarato che “la didattica a distanza deve essere uno strumento di emergenza, poiché le attività scolastiche devono essere svolte in presenza”.

L’assessore alla Sanità Icardi ha rilevato come “la situazione epidemiologica sia al momento sotto controllo. Quest’estate il Piemonte è sempre stato nella fascia di rischio basso, la settimana scorsa il rischio è diventato moderato, ma ora è tornato basso. Sul New York Times di oggi è pubblicato un articolo che colloca il Piemonte tra le Regioni più virtuose in Italia per minor numero di contagi negli ultimi sette giorni. Accanto alla scuola, l’impegno della Sanità si concentra in questi giorni anche sui fronti delle vaccinazioni antinfluenzali (il via è previsto nella prima metà di ottobre) e su quello della garanzia sanitaria ai seggi del referendum del 20 e 21 settembre.”

Topo d’auto in monopattino Uno dei complici tradito dalla suoneria del cellulare

Nella notte di venerdì, poco dopo le 4, giunge una chiamata alla centrale operativa della Polizia di Stato che segnala la presenza in via Torrazza Piemonte di 4 persone che, dopo essersi aggirate tra le auto in sosta, hanno infranto il finestrino di un’auto. La segnalazione precisa che uno degli autori viaggia a bordo di un monopattino.

Ricevute le descrizioni, le volanti si recano sul posto sul posto dove fermano l’uomo a bordo del monopattino, un diciottenne moldavo, e un suo complice, un quarantenne rumeno.

Un terzo appartenente del gruppo, un moldavo di 27 anni, viene poi arrestato dagli operatori di un’altra volante. Mentre gli agenti sono alla ricerca delle due persone mancanti, dal basso di un’autovettura in sosta odono la suoneria di un cellulare! Lì nascosto trovano il ventisettenne, l’uomo presenta anche evidenti escoriazioni ad una mano. Anch’egli verrà, poi, arrestato per il tentato furto, così come i suoi due complici.

Gli agenti appureranno poi che l’auto presa di mira dai rei aveva due finestrini infranti, effrazione probabilmente causata da una grossa pietra, e presentava tracce di sangue sulla portiera.

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Woody Allen  “A proposito di niente”    -La Nave di Teseo –  euro  22,00

E’ un’autobiografia ricca di ironia, amori, figli, amarezza, malinconia e tanto cinema quella dell’84enne Woody Allen, regista e artista poliedrico di incommensurabile talento.

E se vi state chiedendo se narra anche la bruttissima storia con Mia Farrow, sappiate che alla vicenda riserva pagine al vetriolo in cui chiarisce una volta per tutte come sono andate le cose.

Allan Stewart Konigsberg (questo il suo vero nome) muove i primi passi in una famiglia yddish a Brooklyn, col padre che la sera gli sciorinava storie di gangster, mentre la madre gli ricordava Groucho Marx.

Poi gli inizi della sua strepitosa carriera a soli 16 anni con l’inventiva che lo contraddistingue e lo porta a scrivere battute al fulmicotone per radio, cinema, tv, “New Yorker”, e ad esibirsi nei locali notturni. Il resto è storia nota: 60 anni di carriera in cui ha scritto e diretto una cinquantina di film, che spesso ha reso memorabili con la sua recitazione in ruoli da protagonista (uno per tutti, l’esilarante “Provaci ancora Sam”).

Nel libro racconta gli incontri con personaggi del calibro del commediografo Arthur Miller -col quale concordò che “la vita non ha senso”- con registi europei che ammirava, con attori e attrici –“la bellezza di Scarlett Johanson è radioattiva”- e tanti aneddoti. Emergono le sue fobie, come quella di entrare a un party, e la sua visione esistenziale: già a 5 anni vedeva non il bicchiere, ma la bara mezza piena.

Ci sono succosi capitoli dedicati ai suoi matrimoni e convivenze. Il primo con Harlene, il secondo e tormentato con Louise Lasser che gliene fece di tutti colori, la scoperta di Diane Keaton come attrice e compagna di vita per qualche anno e amica per sempre.

Poi la sventura di incappare in Mia Farrow: nata in una famiglia borderline che ha prodotto casi di alcolismo, tossicodipendenza, suicidi, problemi con la legge, forse è stata anche molestata dai fratelli. Allen scrive: “Ero sorpreso di come fosse cresciuta in quel campo minato di follie assortite e ne fosse uscita non solo illesa ma anche affascinante…” Errore di valutazione madornale che gli rovinerà la vita.

13 anni insieme -anche se ognuno a casa sua- la Farrow che recita nei suoi film, ma soprattutto colleziona figli adottivi, meglio se hanno degli handicap, da esibire in pubblico per glorificare la sua persona. Però dietro le quinte, tra le mura domestiche è tutt’altra faccenda. Due pesi e due misure. La Farrow ha disinteresse, scatti d’ira e picchia regolarmente gli orfanelli che ha raccolto; mentre sviluppa un innaturale e morboso attaccamento al figlio Fletcher e dà il peggio di sé quando scopre che Woody Allen si è innamorato di Soon-Yi, figlia adottiva che lei maltrattava con indicibile cattiveria.

Manipolatrice all’ennesima potenza, la Farrow lo accusa di aver molestato un’altra figlia adottiva, Dylan: gli scatena addosso false testimonianze e plagia la prole fino a convincere Dylan di essere stata davvero violata.

Lo scandalo è enorme e, anche se il regista è stato scagionato, la portata del danno è sintetizzata dall’ostracismo che soprattutto in America vede Allen come un reietto. Il fattaccio risalirebbe al 1992 eppure ancora oggi il cinema e parte del mondo intellettuale credono alla campagna denigratoria del figlio Ronan (col quale non ha più contatti fin da quando aveva 4 anni, e nemmeno con Dylan da quando ne aveva 7).

A consolare il genio c’è il matrimonio con Soon-Yi che dura da 25 anni, alimentato da un amore costante e due figlie da crescere. Questo e molto altro in poco meno di 400 pagine che scorrono alla velocità della luce….

 

 

Joanne Ramos  “La fabbrica”  -Ponte alle Grazie –   euro  18,00

La fabbrica è Golden Oaks, una vera e propria azienda in cui giovani donne di etnie diverse e classi sociali disagiate vengono reclutate come “madri surrogate” per ricconi di tutto il mondo. E’ semplicemente magnifico questo romanzo di esordio di Joanne Ramos, nata nel 1973 a Manila, nelle Filippine, e dall’età di 6 anni cresciuta in America (nel Wisconsin), laureata a Princeton, un’esperienza di lavoro nel settore finanziario e poi questo libro-bomba che tocca temi attuali e dolenti.

Protagonista è Jane, di origine filippina, con una figlia piccola da sfamare e crescere; vive in un dormitorio e lavora in famiglie benestanti newyorkesi. Poi sua cugina le prospetta una strada diversa e lei si ritrova a Golden Oaks, struttura hi-tech a due ore da Manhattan, incinta e madre surrogata per una “cliente”.

La fabbrica funziona così: diretta da Mae Yu -ambiziosa donna d’affari- ospita ragazze per lo più di etnie sfortunate (filippine, latinoamericane, afroamericane) o del ceto medio americano impoverito. Ma c’è anche Reagan, giovane americana bianca laureata con lode che cerca di smarcarsi dal controllo paterno. Sono tutte madri surrogate alle quali sono stati impiantati ovuli che devono portare in grembo, proteggere e far sviluppare al meglio, seguendo il rigido protocollo dell’azienda: nutrirsi in modo salutare, tenersi in forma con attività fisica mirata, riposare e prendersi cura di sé e dei figli delle committenti. Per tutto questo vengono ampiamente remunerate.

Ma per chi si accollano la gestione dei feti per 9 mesi? Le clienti a volte anonime, altre no, sono spinte da più fattori: troppo in là con gli anni per portare a termine una gravidanza, troppo impegnate, sterili o anche solo vanitose e viziate che non vogliono sformare i loro corpi.

Comuni denominatori delle ospiti della fabbrica sono dubbi, sensi di colpa, terrore di abortire e perdere tutto. Alcune vedono la gestazione come un mero lavoro; altre sono convinte che aiutare altre donne a diventare madri sia un’azione nobile… e ben venga se remunerata.

Il romanzo è ispirato a storie vere che la Ramos ha raccolto; non vuole dare risposte, ma pone grandi domande come: “cosa c’è di giusto o sbagliato nell’esistenza?”, “che valore ha la vita?”.

 

Carlo H. De Medici   “I topi del cimitero”   – Cliquot Edizioni –  euro 18,00

Ecco una curiosa riscoperta, quella del giornalista, scrittore, illustratore e studioso di scienze occulte Carlo H. De’ Medici, della cui vita si sa poco: a partire dalla data di nascita, probabilmente il 29 agosto del 1887, mentre quella della morte non è pervenuta. Era figlio di un banchiere ebreo parigino e per anni visse a Gradisca d’Isonzo, fu vicino agli ambiente delle scienze esoteriche e alchemiche, e dai suoi scritti si evince che s’interrogava sul senso della vita.

I racconti de “I topi del cimitero” fanno parte dei suoi  “Racconti crudeli” del 1924 e colpiscono il lettore a pugno duro come solo la letteratura gotica sa fare, anche se in realtà è difficile classificarli.

I suoi personaggi, raccontati rigorosamente  in prima persona sono “anime nate –morte” che parlano da un imperscrutabile al di là e mettono a nudo l’anima tormentata dell’autore che scandaglia cosa sia la morte, cosa venga dopo o cosa ci sia nell’universo infinito.

I racconti narrano di topi che profanano una chiesa, della bellissima Marta la “taciturna” priva di senno e di materia grigia che fende la folla chiassosa al braccio di un’anziana signora. O ancora di due enigmatiche sorelle incontrate su un piroscafo che lo turbano profondamente «..baciavo Lodovica, e sognavo Luisa…Stringevo al mio petto la mia nuova amante, e chiamavo l’assente. Fuggii per non impazzire».

Nelle pagine fa capolino anche madama La Morte, alla taverna delle “Tre bare”, che si rivela essere una vecchia megera amante delle gozzoviglie e del vino (che non regge e la spinge a scatti d’ira).

E tra le figure femminili «…belle come sono belle le donne che amiamo in sogno» c’è anche Isabella che muore tra le braccia dell’amato.

Questo ed altro nella raccolta che testimonia quanto l’autore fosse affascinato dal decadentismo, influenzato da Poe e Huysmans, e si destreggiasse abilmente in racconti particolarmente esoterici.

Insomma un piccolo prezioso volume che l’editore Cliquot ha strappato dall’oblio arricchendolo anche con le illustrazioni goticheggianti disegnate da De Medici stesso, per meglio raccontare patti col diavolo, profezie, visioni e allucinazioni, fantasticherie varie e godibilissime.

 

Zadie Smith  “Questa strana e incontenibile stagione”  -BigSur –  euro 8,00

Sono 6 saggi sul periodo della pandemia e del lockdown da Covid 19 in cui la scrittrice (nata a Londra nel 1975 da padre inglese e madre Giamaicana)– tra marzo e maggio 2020- ha messo a nudo il tema più che mai attuale .

Lei abituata a viaggiare e dividere la sua vita tra Londra e New York (dove insegna scrittura creativa alla New York University) ha dovuto far fronte a una brusca frenata e sciorinato nero su bianco le sue riflessioni, tra idee politiche, esperienze personali, ragionamenti e spunti vari.

Analizza a fondo come «..l’unico modo per  uscire da qualcosa è attraversarlo. Cercare di conservare un po’ di spazio per sé stessi nell’affollata sfera domestica…».

Ed ecco pagine in cui possiamo riconoscerci e rivivere come abbiamo reinventato i nostri spazi, i rapporti di convivenza, le attività lavorative.

Zadie Smith riassume un caleidoscopio di esperienze nuove: dalla donna sola chiusa in un appartamento in cui la solitudine si fa ancora più opprimente, alle persone catapultate 24 ore su 24 in una famiglia in cui privacy e tempo vanno ridefiniti.

Niente è stato facile perché il virus si è diffuso velocemente, infettando non solo le persone ma anche famiglie, comunità e Stati, senza guardare in faccia nessuno, perché come scrive Zadie Smith «Al virus non importa chi sei».