ilTorinese

Un anno di Open, spazio aperto di diversità

A un anno dalla sua apertura in corso Stati Uniti a Torino, “Open – Fondazione Time2” fa i conti con il suo primo bilancio e i progetti futuri

Cifre notevoli e incoraggianti per i suoi primi 365 giorni di attività: quasi 3mila persone accolte20 laboratori realizzati, 494 ore di formazione e una buona ventina di eventi promossi. Sono i numeri presentati nei giorni scorsi da “Open”, lo spazio aperto di “diversità” (incentrato sulla ricerca e lo sviluppo di “pratiche educative e di cittadinanza” per le persone “con disabilità e non” su basi di uguaglianza e pari opportunità), che “Fondazione Time2” ha creato un anno fa a Torino, dopo l’apertura nel 2022 di “Casa Mistral” a Oulx, in Valsusa.

Lo spazio di “Open”, grazie ai laboratori proposti, agli eventi organizzati e alla disponibilità di spazi liberi e fruibili come l’aula studio, le zone di svago interne ed esterne e la caffetteria, si è distinto in questo anno “come punto di riferimento per le persone giovani del quartiere, del territorio cittadino e metropolitano” ed ha contribuito alla crescita delle attività della “Fondazione” dando concretezza alla sua mission e ampliando il numero delle persone coinvolte di quasi il 50% rispetto all’anno precedente.

 

Dicono Manuela e Antonella Lavazza, fondatrici, presidente e vicepresidente di “Fondazione Time2”“ ‘Open’ si propone come luogo di trasformazione culturale. Per poter proseguire in questo percorso è fondamentale però creare una rete d’intervento che veda l’azione di enti pubblici, Enti del Terzo Settore, aziende e della società tutta. Solo così ‘Open’ potrà diventare, per davvero, spazio aperto di diversità, luogo di protagonismo giovanile atto a costruire possibilità di piena cittadinanza per giovani ‘con e senza disabilità’. Quella cittadinanza che, per noi, vuole essere possibilità di attraversare liberamente gli spazi pubblici, accedere al lavoro, scegliere dove e con chi vivere. Perché senza cittadinanza, non esiste una vera età adulta”.

Concetti e una filosofia di vita piena, in cui le sorelle Lavazza, eredi della nota famiglia di imprenditori del Caffè, credono fermamente e che hanno posto quali vere pietre miliari alla base delle attività di “Open”hub di protagonismo giovanile che,  nel corso di questo anno ha proposto attività sempre diverse, dagli eventi ai laboratori, fino ai corsi di formazione. Negli spazi di corso Stati Uniti, a Torino, sono stati organizzati e sono ancora attivi “laboratori di fotografia”“illustrazione”“doppiaggio”“teatro” e “podcasting”. Ma anche di “cinema” e, proprio alla settima arte, è stato dedicato nel corso del 2024 un “CineClub”.

La vivibilità degli spazi accessibili, come la “sala studio” e la “caffetteria”, hanno favorito inoltre l’incontro e la partecipazione. Mentre la proposta di percorsi educativi, con circa 500 ore di formazione, ha creato empowerment e dato il via a percorsi di emancipazione personale. L’organizzazione di eventi come presentazioni, workshoptalk e concerti ha creato veri momenti di integrazione e confronto.

Molte di queste attività hanno visto anche il dialogo tra la “Fondazione Time2” e i soggetti più prossimi come scuole secondarie superioriUniversitàresidenze universitarie e altri centri di protagonismo e offerta giovanile.

Tante, dunque, le attività messe in piedi e avviate. Ora è tempo di mettere piede sull’acceleratore. Per guardare al “futuro”.

Sottolinea, in proposito, Samuele Pigoni, segretario generale di “Time2”: “Ci piacerebbe nel prossimo futuro poter mettere quello che sappiamo fare al servizio della costruzione di progetti personalizzati per giovani con disabilità, lavorando al fianco dei servizi sociali e delle reti formali e informali. Allo stesso tempo ci piacerebbe sviluppare sempre di più il lavoro di formazione che abbiamo iniziato con le aziende e le organizzazioni. Sulla base di questi sviluppi Open sarà sempre di più lo spazio attraversato da chiunque abbia a cuore questi temi e le istanze per una città aperta e accessibile”. 

Ed è in questa ottica di crescita e di ampliamento del dialogo, con la piena volontà di “fare rete” e accrescere le possibilità che il campo può offrire, che nascerà nel 2025 il “primo Festival” organizzato da “Fondazione Time2”. Con la partecipazione di grandi ospiti del panorama nazionale, “Prima Persona Plurale” sarà il primo Festival italiano dedicato alla “Vita Indipendente” e si terrà a Torino negli spazi di “Open” (corso Stati Uniti 62/b) dal 5 al 7 maggio 2025. E’ una promessa. Annotarsi titolo e data.

Per info: “Open – Fondazione Time2”, corso Stati Uniti, 62/b; tel. 011/786545 o www.fondazionetime2.it

Gianni Milani

Nelle foto: Interno aula, “Laboratorio  di Illustrazione” e “Laboratorio Teatrale”

GiovedìScienza. Torna la rassegna dedicata alla divulgazione scientifica per tutti

GIOVEDÌSCIENZA 39ª EDIZIONE

Torino, 28 novembre 2024 – 24 aprile 2025

PRIMO APPUNTAMENTO GIOVEDÌ 28 NOVEMBRE ORE 17.45

Segnali dal cervello

Riavvolgere il filo del groviglio della malattia

Con Jordi Manuello, Università di Torino, vincitore Premio per la comunicazione in Neuroscienze Aldo Fasolo 2023, in dialogo con Federico Luzzati, Università di Torino e Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi – NICO

Accademia delle Scienze – Via Accademia delle Scienze, 6 Torino

 

Dal 28 novembre 2024 al 24 aprile 2025 torna GiovedìScienza, la storica rassegna realizzata dall’associazione torinese CentroScienza Onlus che da quasi quarant’anni svolge un ruolo cruciale nel trasmettere in modo efficace la complessità della scienza al grande pubblico.

GiovedìScienza è ormai diventato l’appuntamento settimanale fisso per tantissimi torinesi ma anche per moltissimi appassionati che seguono la rassegna da tutta Italia. La 39ª edizione si propone come un viaggio attraverso la scienza, dove passato, presente e futuro si intrecciano per creare un bagaglio di conoscenza e innovazione che cerca di rispondere alle sfide più importanti del nostro tempo.

L’immagine guida scelta per questa edizione è una proiezione verso il futuro: un adulto porge idealmente il testimone a una bambina, che sostiene simbolicamente il nostro pianeta. Un’immagine evocativa che ci ricorda che la ricerca scientifica non è solo una risorsa per migliorare il presente, ma una promessa di un mondo migliore da lasciare alle future generazioni. La responsabilità del presente è immaginare e costruire il futuro!

L’edizione 2024-2025 di GiovedìScienza si caratterizza per la ricca varietà degli incontri in programma e inaugura con un omaggio alla continuità tra generazioni, un aspetto fondamentale della ricerca scientifica, partendo dal ricordo di Aldo Fasolo e Tullio Regge, due scienziati che hanno segnato non solo il panorama scientifico internazionale, ma anche la storia di CentroScienza.

Tanti i nomi illustri della divulgazione scientifica italiana e i giovani ricercatori e ricercatrici che si sono distinti per le loro ricerche in vari campi.

Tanti i temi che verranno affrontati nel corso di questa edizione: dalla medicina alla tecnologia, dall’evoluzione umana alle questioni ambientali, dalle macchine elettriche ai misteri del cosmo. E ancora medicina narrativa, tecniche di evoluzione assistita, e grandi classici, come il funzionamento del cervello e la sostenibilità delle materie prime.

La 39è un’edizione arricchita dalla partecipazione attiva di alcuni dei soci dell’associazione che dialogheranno con gli ospiti. A Luigi Civalleri, docente della SISSA – Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati e socio di CentroScienza, la conduzione di questa edizione.

Gli incontri, come sempre gratuiti e aperti a tutti, quest’anno si svolgono esclusivamente in presenza, nel tradizionale orario delle 17:45 e in due sedi: l’Accademia delle Scienze e il Polo del ‘900. A queste si aggiunge il Polo artistico e culturale Le Rosine, che ospiterà un appuntamento speciale alla sera: uno spettacolo dedicato agli aspetti emotivi e sentimentali del cambiamento climatico. A partire dalle 17.45 del venerdì, gli incontri saranno a diposizione sul canale YouTube che conta oggi quasi 20.000 iscritti e oltre 3 milioni di visualizzazioni.

Con l’obiettivo di entrare sempre di più a stretto contatto con le giovani generazioni si rinnovano, per il terzo anno consecutivo, gli Speciali Scuola…dalla Scuola!, appuntamenti mattutini ospitati direttamente negli istituti e co-progettati insieme agli studenti. In collaborazione con Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani nell’ambito del programma CONVIVIO quest’anno anche un appuntamento speciale GiovedìScienza.

Tornano anche i GiovedìScienza dietro l’angolo: tre incontri in orario mattutino in collaborazione con le Biblioteche civiche torinesi e la Rete case del Quartiere.

 

Confermato l’appuntamento con il Premio Nazionale GiovedìScienza, il riconoscimento per la divulgazione scientifica rivolto a ricercatori e ricercatrici Under 35 di tutta Italia. A gennaio 2025 sarà pubblicato il bando della quattordicesima edizione, con l’obiettivo di incoraggiare i protagonisti e le protagoniste della ricerca a comunicare la scienza e di contribuire alla promozione della cultura d’impresa attraverso la valorizzazione della comunicazione scientifica. Quattro i premi in denaro, due percorsi formativi per i finalisti, e per il vincitore del Premio GiovedìScienza l’opportunità di raccontare i risultati della propria ricerca al pubblico della 40a edizione di GiovedìScienza.

 

Ingresso libero sino esaurimento posti. Maggiori informazioni su www.giovediscienza.it – Tel. 0118394913

WhatsApp 375 6266090 – gs@centroscienza.it

Pinchas Steinberg per il primo concerto della nuova stagione del teatro Regio

Prende il via mercoledì 27 novembre alle ore 20 la nuova stagione de I concerti 2024 2025 del Teatro Regio, otto serate da non perdere per esplorare la grande musica sinfonica e corale dal Classicismo viennese alle audaci innovazioni del Novecento.

Ad inaugurare la stagione è Pinchas Steinberg, direttore d’orchestra stimato per l’intensità e la profondità delle sue interpretazioni, che guiderà l’orchestra del teatro Regio in un programma intitolato “Mondi”, dedicato ai due massimi compositori boemi, Smetana e Dvorak, che guardano rispettivamente alla MItteleuropa e all’America.

Il concerto si aprirà con due poemi sinfonici tratti dal ciclo ‘La mia patria’ di Smetana, il Castello alto e la Moldava. Queste opere intrecciano storia e natura boeme, celebrandone le radici culturali con straordinaria ispirazione melodica. “Il castello alto” evoca le gioie e le leggende dell’antica fortezza sopra Praga, il Vysehrad, con un tema epico introdotto dalle arpe che culmina nella drammatica caduta del castello. La Moldava descrive il viaggio del fiume dalla sorgente alla città di Praga, alternando immagini sonore di danze contadine, rapide e burrascose e creature fantastiche, fino a concludersi con il tema del Vyserald, simbolicamente unito al corso del fiume. La Moldava è così un poema sinfonico del 1874 che, insieme ad altri cinque poemi, fa parte del ciclo sinfonico ‘Ma vlast’, ossia ‘La mia patria’ e la composizione nacque negli anni della malattia del compositore, quando, a causa di un grande problema uditivo, sorto improvvisamente, stava perdendo quasi completamente l’udito. La prima esecuzione del poema avvenne il 4 aprile 1875.

Seguirà la Sinfonia n. 9 in mi minore op.95 “Dal nuovo mondo” di Antonin Dvorak, composta durante il soggiorno del musicista negli Stati Uniti. Questo capolavoro intreccia l’ariosità dei grandi spazi americani con la nostalgia per la terra d’origine, incarnando lo spirito pionieristico di una giovane nazione. Tra i momenti più celebri figura il Largo, con il suo struggente tema affidato al corno inglese, che riflette una malinconia luminosa e spirituale, mentre il finale (Allegro con fuoco) si distingue per il suo eroico slancio , simbolo di energia e vitalità.

Il ritorno di Pinchas Steinberg sul podio del teatro Regio è atteso sempre con grande entusiasmo, ancor più dopo la valida interpretazione del Trittico Pucciniano che ha concluso la stagione 2024-2025. La sua profonda conoscenza del repertorio operistico e sinfonico lo rende uno dei più apprezzati direttori a livello internazionale.

La stagione dei Concerti proseguirà fino al 9 giugno 2025 con un cartellone che prevede otto appuntamenti dal 27 novembre 2024 al 9 giugno 2025. Quattro con l’Orchestra del Teatro Regio, cui si aggiungerà il Coro del Teatro per due serate, e quattro con la Filarmonica TRT.

Prossimo appuntamento sarà martedì 14 gennaio 2025, con il concerto dal titolo Armonia, che dirigerà James Conlon, tra i più importanti protagonisti della vita musicale internazionale, al suo debutto con l’Orchestra e Coro del Teatro Regio, quest’ultimo istruito da Ulisse Trabacchin. In programma due capolavori intrisi di umanità e speranza, lo Stabat Mater per soprano, Coro e orchestra di Francis Poulenc e la monumentale Sinfonia in re minore di Cesar Franck.

 

Mara Martellotta

Agnelli-Elkann: nuove perquisizioni, faro pm sulla società Dicembre

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In casa Agnelli piove sul bagnato: spunta un’altra accusa per gli Elkann, l’ipotesi dei pm è quella di falsità ideologico nella “declaratoria” della società semplice Dicembre, la cassaforte della dinastia torinese. Sullo sfondo c’è sempre la questione spinosissima legata all’eredità di nonna Marella Caracciolo, deceduta nell’ormai lontano 2019. I magistrati della Procura della Repubblica di Torino hanno dato mandato ai militari della Guardia di Finanza per compiere nuove e ulteriori perquisizioni in alcuni studi legali.

 

Leggi l’articolo su L’identità:

Agnelli-Elkann: nuove perquisizioni, faro pm sulla società Dicembre

Realtà e cinema in Iran, una sorprendente intersessualità in Tunisia

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A caccia di titoli indimenticabili

La parola che più si legge nelle pagine cittadine dei quotidiani torinesi e con le chiacchierate, con il passaparola e le agenzie di stampa – e non soltanto in casa nostra per cui la notizia è doppiamente bella e confortante -, è sold out. Alberghi con un pressoché en plein invidiabile, i ristoranti che sfornano pranzi e cene a gruppi che a fine giornata hanno voglia di riassumere e di discutere, sale e proiezioni a cui devi rinunciare, lamentando in cuor tuo una terza occasione per taluni titoli e la mancanza totale di una previsione rosea, più che rosa da parte dell’organizzazione. Ovvero la mancanza di una sala che recuperi al proprio interno la domanda di un pubblico variegato e credo proprio quest’anno accresciuto – leggeremo le cifre finali con attenzione -, esigente non soltanto di titoli (e quelli non mancano) ma altresì di appuntamenti, una di quelle sale torinesi che, quest’anno, forse per un mancato soddisfacimento della richiesta e dell’offerta, non si sono più prestate. Se la sala del Centrale, per le proiezioni stampa, non va incontro a problemi, non poca parte del pubblico ha già il muso lungo per aver dovuto rinunciare a questa o quella visione, per aver trovato il Romano (3 sale) e Massimo (in egual numero) già zeppe, nonostante i personali tentativi dell’ultimo minuto. I seguaci del concorso principali finiranno col sentirsi defraudati e dei sedici titoli qualcuno mancherà all’appello.

Per i cinefili onnivori è una gran gioia, glielo si legge negli occhi, titoloni scomparsi da tempo e adesso inseguiti – per la retrospettiva di Brando, per cui il direttore Giulio Base non sarà mai troppo lodato, boccone grosso e per molti organizzatori forse irraggiungibile, si va a rincorrere quei titoli da tempo più visti: volendo ripassare il versante drammatico e “da commedia” dell’attore, chi scrive queste note s’è andato, tra vari titoli, a vedere “Un tram che si chiama Desiderio” e “Bulli e pupe” ed è stata ancora una volta una festa – in ogni ora della giornata, per predisporre un’agenda copiosa. E altro ancora: “A casa abbiamo tutti un cassetto – faceva Base la sua bella confessione alle pagine della Rivista del Cinematografo – dove mettiamo cose preziose, importanti, che magari, però non sappiamo bene dove sistemare. Un cassetto dove c’è un po’ di tutto e ogni cosa ha un valore.” Leopardianamente, il direttore ha chiamato quel suo cassetto “Zibaldone”, ci trovi di tutto, da “Caccia a Ottobre Rosso” che è l’occasione per consegnare ad Alec Baldwain la Stella della Mole, o “Pasqualino Settebellezze” grottesco tutto firmato Lina Wertmuller, e allora è la volta del nostro Giannini che si guadagnò una candidatura all’Oscar, o “Un silence si bruyant” dove una bravissima e dolorosa Emmanuelle Béart racconta la violenza subita o “Prova d’orchestra”, ’70 minuti di cinema alto in cui il mago Fellini raccontava il presente e prevedeva il futuro. O “Il Vangelo secondo Matteo” (1964) – e nella presentazione t’aiuta un inarrestabile monsignor Davide Milani, che non smetteresti d’ascoltare, raccontandoti dell’interprete Enrique Irazoqui, capitato a Roma per cercare fondi per la causa antifranchista e scelto da Pasolini al primo sguardo, delle facce scovate tra i Sassi di Matera, vere e sanguigne e antiche, decisamente più vicino a noi dei tanti volti hollywoodiani che la immediatezza di un progetto voleva impiegare, del terrore di incorrere nella giustizia italiana, fresco il ricordo dei guai (vilipendio della religione) sostenuti da Bini e Pasolini due anni prima, ai tempi della “Ricotta”. La voce di Enrico Maria Salerno, la narrazione che segue esattamente quel Vangelo senza nulla aggiungere (“qui non esiste sceneggiatura”, ripeteva Milani), i costumi di Donati e il montaggio di Baragli, le musiche da Bach a Mozart, da Prokofiev alla Missa Luba, proveniente dal Congo, e lo sguardo cinematografico del regista, semplicemente grandioso in quella semplicità che espone scena dopo scena.

Venendo al concorso dei lungometraggi, rose e spine in quasi egual misura, arrivando a oggi. Con “The Last Act” guardiamo al cinema iraniano, il regista si chiama Paymon Shahbod alla sua opera prima, una storia che coinvolge la star del cinema Farzaneh chiamata a interpretare il ruolo di una donna alla ricerca della figlia scomparsa. Molte riprese lungo le strade assolate e tortuose dell’Iran, con la polizia che ti sorveglia e non poche volte ti chiede ragione di quel che stai facendo o cerca un pretesto per farti ritardare o interrompere. Farzaneh si mette in viaggio con il resto della troupe, dovrà girare la scena dell’incontro con la figlia: ma ecco che su quel medesimo autobus il cellulare squilla e le arriva la notizia che la sua vera figlia è scomparsa. Mentre il marito le intima di tornare a casa e di abbandonare tutto quanto, la donna decide di rimanere sul set dove è un continuo ripetere battute e arginare le indecisioni e i consigli sbagliati del regista. Ancora una volta vita e finzione hanno parecchi punti in comune, l’importante è renderli appieno davanti alla macchina da presa e con sempre il regista riesce a rendere chiarezza nel proprio racconto, a delimitarne le aree con sufficiente precisione. Decisamente di poco peso mi pare risulti “Ponyboi” che Esteban Arango dirige mentre River Gallo interpreta scrive e produce. Siamo nel New Jersey, durante la notte di San Valentino, quella dei festeggiamenti e degli amori, quando il protagonista – sembra un diligente impiegatuccio in una lavanderia ma spalanca ai quattro venti le proprie mansioni di “sex worker” – apprende che il padre, da cui ha staccato da circa una decina d’anni, sta morendo. La madre al telefono supplicherebbe una via di riconciliazione ma le strade da prendere quella notte sono altre. Per sprazzi, il passato si mescola in modo troppo convenzionale e ben atteso al presente, quella sua condizione di essere intersessuale continua a bussare alla porta: in più per gradire con gli affetti familiari decisamente deteriorati s’aggiunga un bell’affare di droga e borsate di bigliettoni che vanno in fumo e per sottrarsi al quale niente di meglio che abbandonare più che velocemente l’incantevole New Jersey. “Ponyboi” non è un ritrattino ultramoderno e sanguinoso su cui riflettere, ma un inseguirsi di sequenze già viste mille volte in qualche thriller inserito ina serie non proprio eccelsa.

Le cose vanno decisamente meglio con “L’aiguille” del tunisino Abdelhamid Bouchnak dove, dopo vari tentativi, un bambino verrà messo al mondo all’interno di una coppia, ora veramente decisa e appagata. Se è vero come è vero che quest’anno il TFF raccoglie nel concorso principale storie raccolte al tema della maternità, è pur vero che preziosi interessi sono rivolti alle scelte sessuali o a quella – sconvolgente, innegabile! – intersessualità che troviamo anche in questo film. Nasce “questo” essere umano, il vecchio nonno spinge ai consigli della guida religiosa mentre la nonna si cerca di tenerla all’oscura ma i tempi non possono certo essere lunghi. La cultura è quella musulmana e il padre incarna pienamente un presente maschilista che guarda ai giudizi, agli amici, al domani e che rifiuta del tutto quella nascita. Sarà la madre – la donna – a prendere la decisione di accogliere quell’essere in tutta la propria unicità: nell’ultimo fotogramma Nour, “un nome che va bene per tutti, per maschi e per femmine” – guarda in macchina prendendo lo spettatore a testimone della sua crescita e della sua indipendenza.

Elio Rabbione

Nelle immagini, Pasolini e il protagonista Enrique Irozoqui durante le riprese a Matera del “Vangelo secondo Matteo” (foto di Domenico Notarangelo), scene tratte da “The Last Act” (Iran), “Ponyboi” (Usa) e “L’aiguille” (Tunisia/Francia).

Nallo (SUE): “Caos vaccini, la Regione non abbandoni i pediatri”

Question Time in Consiglio Regionale

“È inaccettabile che famiglie e bambini siano vittime della disorganizzazione delle campagne vaccinali, con ritardi e carenze nelle forniture ai pediatri di vaccini contro il VRS e l’influenza”, dichiara la Consigliera regionale Vittoria Nallo (Stati Uniti d’Europa per il Piemonte).

Nallo ha presentato un’interrogazione all’Assessore competente per chiarire come la Regione intenda risolvere i problemi di approvvigionamento e i ritardi segnalati, che stanno costringendo molti pediatri ad annullare appuntamenti già programmati. Con una copertura vaccinale antinfluenzale pediatrica al 7,39% nella campagna 2023/2024 e segnalazioni di appuntamenti annullati per mancanza di dosi, Nallo denuncia una gestione insufficiente che mette a rischio la salute dei bambini. “Chiedo alla Giunta di intervenire subito per garantire la distribuzione dei vaccini e il supporto necessario ai pediatri, già gravati da carichi di lavoro eccessivi.”

“La salute dei bambini deve essere una priorità. Non possiamo tollerare ulteriori ritardi o inefficienze,” conclude Nallo, annunciando che continuerà a monitorare la situazione per ottenere risposte concrete.

Forze di polizia presidio di sicurezza. Incontro con prefetto e questore

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il comunicato stampa congiunto  delle organizzazioni sindacali promotrici della manifestazione delle forze di polizia tenutasi ieri a Torino

A seguito della grande manifestazione di ieri, questa mattina i sindacati del Comparto Sicurezza e Difesa hanno incontrato il Signor Prefetto e il Signor Questore di Torino. Per la prima volta nella storia del nostro Paese, i sindacati della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Polizia Penitenziaria e dell’Esercito hanno
manifestato insieme per rivendicare il diritto alla sicurezza, sia per i lavoratori sia per i cittadini.
Pur riconoscendo l’importanza di un trattamento economico adeguato, al centro della protesta è stata posta la tutela dell’incolumità di chi indossa la divisa e la sicurezza collettiva. L’incontro con le Autorità si è svolto in un clima di collaborazione e dialogo costruttivo. Il Prefetto, accogliendo le istanze dei sindacati, si è impegnato a farsi portavoce presso il Ministero
affinché le richieste ricevano la giusta attenzione. Si è sottolineato come queste riguardino non solo la protezione di uomini e donne in divisa, ma anche la difesa dei cittadini, delle istituzioni
e dello Stato di diritto.

Un tema cruciale discusso è stato quello dei centri sociali sovversivi che, con atti di violenza contro le Forze dell’Ordine, minano la legalità. In particolare, è stata evidenziata l’urgenza di chiudere centri come Askatasuna, che il Sindaco Lo Russo vorrebbe destinare a “bene pubblico”, ma che, secondo i sindacati, rischia di continuare a favorire ambienti antagonisti violenti. È stato inoltre ribadito come dopo il caso Pisa, l’impossibilità da parte delle Forze dell’Ordine di poter difendersi efficacemente dalle aggressioni, utilizzando le tecniche operative per cui sono addestrate. La scelta che impone di fronteggiare tali violenze solo con scudi e senza strumenti adeguati è stata definita inaccettabile, con l’auspicio che non sia frutto di
pressioni politiche o mediatiche che condizionano il Governo.
I sindacati si sono dunque soffermati sulle inammissibili condizioni di lavoro richiamando l’attenzione sulle difficoltà affrontate dagli agenti durante le manifestazioni, spesso trasformate
in vere e proprie guerriglie urbane, con aggressioni che comprendono bombe carta, uova marce, vernice e altri strumenti offensivi. Hanno altresì rammentato come gli episodi di aggressioni non sono limitati solo all’ordine pubblico, ma si verificano quotidianamente anche contro le pattuglie sul territorio e la Polizia Penitenziaria che diventa vittima nelle carceri. Inoltre, oltre a misure legislative più efficaci e la promozione della cultura della legalità nelle scuole, si è proposto un DASPO economico per gli antagonisti violenti. Nondimeno è stata sottolineata l’urgenza di approvare il DDL Sicurezza, integrandolo, se del caso, con misure
dissuasive per contrastare le violenze.
Il Prefetto e il Questore, che hanno mostrato sensibilità e attenzione verso le problematiche esposte, sono stati ringraziati dai sindacati per le loro parole e proposte concrete e non di
circostanza. Si è ribadito che la sicurezza, bene primario della società, può essere garantita solo attraverso un recupero dell’autorevolezza delle Forze dell’Ordine, indispensabile per un
rapporto equilibrato tra piazza, ordine pubblico e interventi sul territorio.
Un’unica nota critica è stata espressa nei confronti di alcuni media televisivi che, pur dando spazio alla manifestazione, non hanno coinvolto direttamente i rappresentanti sindacali,
organizzatori della manifestazione, per illustrare i motivi e le finalità della protesta, preferendo
affidarsi a commentatori estranei all’organizzazione.

Infine, i sindacati ringraziano tutti i colleghi e i cittadini che hanno partecipato alla
manifestazione, rendendola un momento di unità e forza.
La mobilitazione rappresenta solo l’inizio di una battaglia sindacale che punta a
trasformare le istanze di sicurezza e dignità in risultati concreti.

SIULP – SAP – COISP – USIC – SIM – USIF SINAFI – SAPPE – FNS-CISL  – S.A.M.
BRAVO PERNA CAMPISI SILVESTRI USAI SATURNO CRITELLI SANTILLI RICCHIUTI GATTA

Infermiere aggredito a Ciriè

Un grave episodio di violenza si è verificato nella giornata di ieri, 25 novembre, al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Ciriè (ASL TO4), proprio nella Giornata Internazionale contro la Violenza di Genere. Un infermiere è stato colpito con violenza da un paziente con problemi psichiatrici, riportando un trauma all’addome.

Riceviamo e pubblichiamo

Secondo quanto riferito, l’aggressione si è svolta durante l’attività ordinaria del reparto. Marco Boccacciari, referente sindacale Nursing Up per l’ASL TO4, ha commentato l’episodio affermando: «È emblematico che un’aggressione di questo tipo avvenga proprio in una giornata simbolica come quella di ieri. L’episodio evidenzia una problematica grave e ormai cronica, che richiede interventi urgenti e concreti. I pronto soccorso sono diventati luoghi ad alto rischio per il personale sanitario.»

Fortunatamente, gli accertamenti diagnostici effettuati sull’infermiere aggredito non hanno rilevato lesioni gravi. Tuttavia, l’episodio mette in evidenza la necessità di un rafforzamento delle misure di sicurezza all’interno delle strutture sanitarie, considerando che casi simili si sono verificati anche in passato nello stesso presidio. Tra gli episodi più recenti si ricordano le violenze fisiche avvenute nel febbraio e maggio 2024, che hanno coinvolto medici e infermieri.

Claudio Delli Carri, segretario regionale Nursing Up, ha dichiarato: «La Regione deve accelerare il ripristino della polizia all’interno degli ospedali, non possiamo permettere che la burocrazia rallenti i processi e metta ulteriormente a rischio il personale sanitario. È necessario incidere sui direttori generali affinché si trovino soluzioni immediate, prima che si verifichi l’irreparabile.»

Roberto Aleo, segretario provinciale Nursing Up, ha aggiunto: «Gli operatori sanitari non possono continuare a lavorare in condizioni di insicurezza. La violenza nei pronto soccorso è diventata una piaga e richiede interventi strutturali che garantiscano un ambiente di lavoro sicuro. Non si può più aspettare

Le richieste avanzate dai rappresentanti del personale sanitario sono chiare. Si sottolinea l’urgenza di un presidio costante di guardie giurate armate nei pronto soccorso, indispensabile per prevenire episodi violenti, e di campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini per promuovere il rispetto verso chi lavora nella sanità. Inoltre, è necessario un rafforzamento delle normative esistenti, con un’applicazione rigorosa delle sanzioni previste per chi compie aggressioni. Fondamentale è anche il monitoraggio trasparente degli episodi di violenza, per pianificare risorse e interventi mirati.

La sicurezza degli operatori sanitari è considerata essenziale per garantire un servizio di qualità alla popolazione e per preservare un sistema sanitario già messo sotto pressione da numerose difficoltà. Gli episodi come quello avvenuto ieri confermano la necessità di un intervento rapido e strutturale, capace di assicurare ambienti di lavoro sicuri e funzionali per tutti.