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Giulia Marro (Avs) al presidio Diageo di Santa Vittoria d’Alba

Il parlamentare Marco Grimaldi deposita un’interrogazione alla Camera dei Deputati. AVS a livello locale e nazionale a fianco dei lavoratori e lavoratrici e contro un sistema di sviluppo economico che non tutela il territorio: Non possiamo più accettare un sistema che mette il profitto sopra la dignità delle persone” 
 
Santa Vittoria d’Alba, 26 novembre 2024 – Oggi Giulia Marro, Consigliera Regionale Piemonte, ha preso parte alla manifestazione indetta dalle sigle sindacali a fianco dei lavoratori e delle lavoratrici dello stabilimento Diageo di Santa Vittoria d’Alba, che vedranno il loro posto di lavoro entro giugno 2026 con la chiusura dell’impianto. Con la decisione di fermare le attività produttive e amministrative dello stabilimento Diageo si consumano ancora una volta gli effetti di un sistema che mette il profitto delle grandi aziende al di sopra della vita delle persone e delle comunità.
“Quello che viviamo oggi è il risultato di un sistema economico che consente alle aziende, soprattutto multinazionali, di decidere liberamente dove produrre, dove licenziare, dove tagliare posti di lavoro, senza alcun vincolo che le costringa a considerare gli interessi delle persone e delle comunità che, per anni, hanno alimentato la loro ricchezza. La nostra Regione e i nostri territori sono lasciati in balia delle scelte di multinazionali che privilegiano i guadagni a breve termine, senza alcun rispetto per la dignità dei lavoratori e la sostenibilità delle comunità”, commenta la Consigliera Marro, “Stamattina ho parlato con operai che lavorano nell’azienda dal 1988, da quando sono nata. Una vita passata a costruire l’impresa, che ora li abbandona. Mi hanno raccontato quanto, nel tempo, la loro condizione sia cambiata: da lavoratori e lavoratrici considerati persone, con un nome e un ruolo all’interno della comunità, a numeri in un sistema aziendale che li ha ridotti a semplici ingranaggi. Le parole di queste persone mi hanno fatto riflettere ancora di più sulla connessione tra le diverse lotte: un tempo le merci venivano spostate sui binari, contribuendo a sostenere il territorio, mentre oggi si preferisce il trasporto su gomma, più inquinante e dannoso per la viabilità; un tempo le cantine della Cinzano erano un patrimonio culturale che faceva parte dell’identità di Santa Vittoria, che oggi è lasciato a marcire”. 
Continua Marro: “Il Presidente Cirio nel suo intervento di oggi ha ricordato ciò che fece nel 2017 in Commissione Europea per salvare l’azienda dalla chiusura, ottenendo un accordo che limitava i licenziamenti e garantiva una buonuscita dignitosa. Ma non possiamo accettare che il destino del nostro lavoro e dignità dipenda dalla buona volontà di un singolo rappresentante delle istituzioni, che ha il potere di salvare o abbandonare interi territori. Non possiamo più tollerare un sistema che non mette in discussione le sue logiche di sviluppo, ma si preoccupa solo di proteggere gli interessi di chi comanda, a discapito delle persone. Oggi, più che mai, è necessario un cambiamento radicale. Non possiamo più permettere che le nostre comunità vengano svendute a logiche di profitto. Dobbiamo dotarci di strumenti e politiche nuove, capaci di fronteggiare le decisioni unilaterali delle multinazionali e di difendere il nostro lavoro e il nostro futuro” .
 
L’attivazione sul territorio è sostenuta a livello nazionale dal Parlamentare di AVS Marco Grimaldi: “Ho depositato un’interrogazione alla Camera che dimostra, ancora una volta, l’assenza di responsabilità sociale da parte di aziende che delocalizzano non per cali produttivi, ma in cerca di lavoro a basso costo e maggiori margini di profitto. La decisione di Diageo colpisce centinaia di famiglie e un’intero territorio. Serve un intervento deciso del Governo contro le delocalizzazioni arbitrarie”.
 
Concludono entrambi: “AVS sarà al fianco dei sindacati in questa battaglia, per evitare la chiusura dello stabilimento Diageo e proteggere i posti di lavoro. Ma il nostro impegno non si fermerà qui: lavoreremo affinché la Regione Piemonte e il Parlamento si facciano promotori di una strategia più forte contro le delocalizzazioni e le chiusure indiscriminate, per difendere il lavoro e la dignità delle persone contro l’abuso del potere delle multinazionali”.

 

Fdi, Auto, Ravello: “Sinistra si riscopre paladina della mobilità privata”

Esprimo sorpreso compiacimento per il ravvedimento di una sinistra che, dall’ oggi al domani, si riscopre paladina della mobilità privata. Siamo di fronte a uno spudorato cambio di pelle”. Ad affermarlo Roberto Ravello, vide-Capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Piemonte.

Sono gli stessi – attacca Ravelloche hanno demonizzato le automobili e gli automobilisti per decenni tra targhe alterne, domeniche ecologiche, blocchi del traffico, e che hanno invaso la città di piste ciclabili, non solo peggiorando le condizioni del traffico ma anche rendendo meno sicura la viabilità, sia per chi viaggia in auto sia per gli stessi ciclisti. Non solo: sono i paladini, insieme ai sodali europei, dell’elettrificazione spintanea del comparto automotive, un colpo esiziale per la nostra industria dell’auto, per l’indotto e, indirettamente, per il nostro territorio. Credo che la sinistra, cheerleader della città senza auto, sul tema farebbe meglio a tacere. Anche le frottole, a raccontarle, producono polveri sottili”.

Le parole del vice-Capogruppo Ravello arrivano in risposta “agli strali delle opposizioni sulle modifiche alle agevolazioni del bollo auto in seno ai lavori del Consiglio Regionale”.

Ponte Preti: Governo nega proroga. Bartoli: “Un’occasione persa per il territorio e la sicurezza”

“Una grave occasione persa per il nostro territorio, la sicurezza delle infrastrutture e la tutela dei cittadini.” È il commento di Sergio Bartoli, consigliere regionale, dopo la decisione del Governo di non concedere una proroga per l’aggiudicazione degli interventi relativi al Ponte Preti, opera cruciale per il collegamento tra Ivrea e il Canavese occidentale.

Bartoli si era fatto promotore di un ordine del giorno nei confronti del Consiglio Regionale, che impegnava la Giunta a intervenire presso il Governo nazionale per ottenere una proroga utile a preservare i fondi ministeriali destinati alla messa in sicurezza dei ponti piemontesi. Tra questi, il Ponte Preti riveste un ruolo strategico fondamentale. L’iniziativa del consigliere regionale è stata affiancata dall’intervento dell’onorevole Daniela Ruffino, che ha presentato un question time al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per sensibilizzare il Governo sull’urgenza della questione.

Nonostante queste sollecitazioni, la risposta del Governo è stata negativa: non ci sarà alcuna ulteriore proroga oltre il termine del 31 dicembre 2024. “Questa decisione penalizza non solo il Piemonte, ma soprattutto le comunità che dipendono quotidianamente da queste infrastrutture – dichiara Bartoli –. Il mancato intervento sul Ponte Preti, unica via di collegamento verso servizi essenziali come ospedali e tribunali, rappresenta un colpo pesante per la sicurezza e la mobilità del nostro territorio.”

Il Ponte Preti, situato sul torrente Chiusella, è da tempo al centro delle preoccupazioni degli amministratori locali e delle popolazioni interessate, che ne chiedono la ricostruzione per evitare un peggioramento delle condizioni viarie, ambientali ed economiche. Il rischio di perdere i fondi assegnati per colpa di ritardi burocratici, sottolinea Bartoli, aggrava una situazione già critica: “Questo immobilismo burocratico rischia di mettere a repentaglio non solo la sicurezza delle persone, ma anche il futuro economico e sociale di un’intera area.”

Pur riconoscendo il limite imposto dal Governo, Bartoli conferma l’impegno a continuare a battersi per il Ponte Preti e per tutte le infrastrutture piemontesi a rischio. “Non ci fermeremo. Con il sostegno delle amministrazioni locali e delle comunità coinvolte, esploreremo ogni strada possibile per trovare soluzioni che garantiscano la sicurezza e lo sviluppo del nostro territorio.”

Sergio Bartoli, Consigliere Regionale Gruppo Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale – Presidente V Commissione Ambiente

Liu Zhenyun: “Una frase ne vale diecimila”

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Lo scrittore Liu Zhenyun è in Italia per presentare il suo libro intitolato “Una frase ne vale diecimila”, mercoledì 27 novembre, alle ore 18, presso il MAO di via San Domenico 11, a Torino. Il libro è di recentissima traduzione italiana. Zhenyun sarà a colloquio con Stefania Stafutti della Sezione Sinologica del Dipartimento di Studi Umanistici. Interverranno gli studenti delle scuole medie superiori “A. Spinelli” e “Umberto I” di Torino, e “G.F. Porporato “ di Pinerolo, presentando altre opere dell’autore tradotte in italiano.

L’incontro è gratuito, con prenotazione obbligatoria.


Giovedì 28 novembre, alle ore 10, con un anticipo di 15 minuti, si terrà un incontro gratuito con prenotazione obbligatoria dal titolo “Scrivere di gente comune: Liu Zhenyun racconta le sue opere”. L’appuntamento è presso l’auditorium del complesso Aldo Moro, in via Sant’Ottavio 18, a Torino. In collaborazione con la Sezione Sinologica del Dipartimento di Studi Umanistici e ISA Istituto di Studi Asiatici dell’Università di Torino. Liu Zhenyun è oggi l’autore di maggior successo nel panorama letterario cinese. Molti dei suoi lavori sono pubblicati in italiano, tra cui i più recenti sono “Un giorno, tre autunni” e “I mangiatori di angurie”. In questi giorni esce finalmente, anche nella nostra lingua, forse la sua opera più importante: “Una frase ne vale diecimila”, insignita nel 2006 del Premi Mao Dun, il massimo riconoscimento cinese in ambito letterario. Contribuiscono alla fama dello scrittore le versioni cinematografiche e televisive di molte sue opere, spesso sceneggiate dallo stesso scrittore e diretti da registi di rilievo internazionale e premiati anche fiori dalla Cina. Una breve rassegna dei film tratti dai suoi romanzi sarà presentata a partire dal 2 dicembre prossimo presso il cinema Romano.

 

Mara Martellotta

Le risposte che Torino non riesce a dare ai giovani e neanche alla Chiesa

Caro Direttore,
Ieri ho assistito  all’incontro molto interessante tra un gruppo di giovani del mondo cattolico torinese con il Sindaco Lorusso, l’Assessore Tronzano e l’Arcivescovo Repole che faceva seguito all’incontro tenutosi a inizio d’anno al Teatro S. Giuseppe . Mentre i ragazzi erano molto preparati e dotati di un bel documento . Molto  meno preparati  o convincenti mi son parsi gli interlocutori politici.  Importante il ruolo di stimolo dell’Arcivescovo e del Direttore del settimanale diocesano La Voce e il Tempo.
Nell’incontro I problemi di Torino sono stati messi tutti sul tavolo. Al Teatro S. Giuseppe il sociologo DAVICO aveva esordito dicendo che a Torino 3 giovani su 4 sono precari come dato che esplicita il maggiore dei problemi della Città, il lavoro. Ieri i ragazzi hanno parlato apertamente delle forti diseguaglianze che ci sono in Città, della Sicurezza che manca , del trasporto pubblico locale e della casa che i giovani fanno fatica a trovare anche perché i grandi eventi come le ATP fanno lievitare i prezzi cosicché ci sarebbe più convenienza a affittare ai turisti che non ai giovani. Se dopo 26 anni di amministrazioni di sinistra , con l’appoggio di una parte consistente del mondo cattolico, inframmezzati dai 5 anni della Appendino , Torino non è più la Città fabbrica ma sono aumentate le diseguaglianze il bilancio non puo’ essere positivo.
Il Sindaco non vuole ammettere che tutti questi problemi nascono dalla bassissima crescita economica della nostra Città che da  24 anni cresce meno della media nazionale come ho detto io per primo nel 2009 ma come ormai certifica regolarmente Banca d’Italia. Le conseguenze della bassa crescita si vedono dal fatto che Torino e’ ai primi posti per disoccupazione giovanile in Italia così nella graduatoria della Università della Sapienza relativa alla disoccupazione Torino si trova attorno alla sessantesima posizione.
La metà della Città che sta male , la famosa definizione dell’Arcivescovo a Nosiglia, oggi sta peggio. D’altronde nella graduatoria del PIL procapite il Piemonte , condizionato dalla economia torinese, che nel 2003 era 120 sulla media europea fatta a 100,  oggi è sotto i cento. Lorusso invece , colpito da un dato di Banca d’Italia secondo la quale a Torino vi sarebbero oltre 100 miliardi di capitali privati investiti in Borsa o comunque nella finanza , ha detto che Torino non si può definire povera.  Se alla Scuola di formazione politica della Margherita gli avessero cantato  la canzone degli Araba de Palo laddove dice che “da che punto guardi il mondo tutto dipende” avrebbe capito che se Torino la guardi dal centro , che vota PD, dici che è una bella Città con tanti patrimoni investiti dalle Banche d’affari o dalle fiduciarie. Così Torino vista alle prime dell’opera o del TFF e’ la dimostrazione plastica della metà della Città che sta bene, che chiede la messa in scena di spettacoli e di mostre per non annoiarsi mangiando caviale e al caldo del cachemire.   Ma se Torino la guardi dalla Parrocchia della Pace in Barriera di Milano capirai che devi intervenire con urgenza contro lo spaccio, contro la violenza che impedisce alla gente di uscire di casa quando fa buio, contro la disoccupazione e contro la difficoltà per molte famiglie a mettere insieme il pranzo con la cena.
Se si guarda la Città dai dati della crescita economica e del lavoro povero avresti capito già nel 2008 che anche con le Olimpiadi Torino non riusciva a cresce più della media nazionale e così avrebbe difeso meglio il settore auto e indotto in Italia e in Europa. Se si guardasse la Città con la sensibilità umana e sociale della buona politica nel 2009 si sarebbe dovuto accelerare la costruzione della TAV e il progetto della Linea 2 che serve proprio a dare alla periferia la opportunità di lavorare in Centro o di usufruire dei servizi migliori della Città a partire dalle Università che si trovano proprio in centro. Da almeno dieci anni propongo di dar vita agli Stati Generali della Città proprio per chiedere a tutti i torinesi di buona volontà ,,a partire da quelli che detengono i 130 miliardi depositati nelle finanziarie a investire nella Città e non solo nelle start-up che sono importanti ma che a breve non creano grandi occasioni di lavoro .  Il Sindaco di S.Agata bolognese quando i nuovi azionisti tedeschi volevano trasferire la produzione in Germania si oppose e si fece aiutare dal Governo cosicché oggi la Lamborghini è’ rimasta a S.Agata dove si sta facendo un nuovo investimento che occuperà 250 Ingegneri.
Il Sindaco è la persona più adatta a invitare i detentori dei famosi  130 miliardi a investirli a Torino e a portare qui nuove occasioni di lavoro. Torino è bella non solo per le sue eccellenze storiche e culturali ma anche per le opportunità di lavoro nelle aziende più avanzate e competitive. Questo è il compito della politica . Le forze politiche e il mondo della informazione non si sono mai domandate perché la più grande Manifestazione della Società torinese contro la Decrescita e per il lavoro non nacque dai partiti o dal sindacato ma dal sottoscritto e dalle madamin? Ricordo  a chi ha capitali frutto del lavoro di Torino ciò che disse l’Avvocato Gianni Agnelli in Senato quando , citando Paolo VI , disse che il significato della parola pace e’ sviluppo . Solo dallo sviluppo nasce il lavoro. Solo con lo sviluppo si potrà diminuire il Debito pubblico, solo con lo sviluppo si creeranno le risorse per far uscire dal degrado tante zone della Città e della Bassa Valle di Susa. Prima lo capiscono il Sindaco e il campo largo della Schlein tra cui i Notav e prima ci sarà la speranza per i giovani e per la metà della Città che sta male .
Mino GIACHINO 
Associazione SITAV SILAVORO

A Pupi Avati il premio speciale Fondazione CRT

In occasione del TFF al regista Pupi Avati è stato consegnato il premio speciale Fondazione C.R.T. 
Motiva la presidente dr.ssa Anna Poggi: “Pupi Avati è un esempio per tanti giovani artisti e creativi, una testimonianza che invita a credere nel potere dell’immaginazione e del sogno”.
Il premio è stato consegnato dal presidente della Commissione cultura della C.R.T. Giampiero Leo, in una serata al cinema Romano condotta dal direttore del TFF Giulio Base e affollatissima di fans del maestro e di esponenti del mondo del cinema, della cultura e delle istituzioni.

Polliotto (Unc): “Come comportarsi se la merce acquistata sul web arriva danneggiata”

 

I consigli della Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Piemonte.

L’arrivo del pacco danneggiato è purtroppo un inconveniente sempre possibile quando si acquista online. Ad aggravare il disservizio è il fastidioso rimbalzo di responsabilità tra venditore e corriere che spesso si innesca a tutto svantaggio del consumatore.

Un primo consiglio per evitare problemi riguarda il momento dell’acquisto: rivolgetevi a venditori affidabili che garantiscano all’acquirente delle chiare procedure da seguire in caso di danni. Una volta tenuto conto di questo, però, può comunque capitare che un nostro ordine online arrivi a casa danneggiato. Questi sono i consigli di UNC: “Se possibile, aprire il pacco davanti al corriere, così da segnalare eventuali danni all’imballaggio o al contenuto già nella bolla di consegna; se non è possibile aprire il pacco alla presenza del corriere, documentate la fase di disimballaggio con foto e video, così da dimostrare che l’eventuale non integrità dell’ordine non dipende da voi; esiste la possibilità di “accettare con riserva” una consegna, è un diritto del consumatore che permette di verificare l’integrità dell’oggetto ordinato anche in un secondo momento. Quest’ipotesi torna utile quando, ad esempio, ritiriamo un pacco presso l’ufficio postale;

 non appena constatate il danno contattate il venditore, che dovrà rispondere dei problemi al pacco anche nel caso in cui siano stati causati dal corriere”, spiega Patrizia Polliotto, avvocato, fondatore e presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori. “Secondo il Codice del Consumo il venditore è sempre responsabile di eventuali problemi relativi all’ordine fino al momento in cui l’acquirente non ne entra materialmente in possesso. Questo è un importante strumento per il consumatore, che deve essere quindi tutelato anche in caso di danno arrecato dal corriere o di danno non immediatamente riconoscibile al momento della consegna.  L’unica eccezione a quanto detto si presenta nel momento in cui il compratore scelga direttamente il corriere dal quale vuole che venga effettuata la consegna: in questo caso, la responsabilità per la perdita o il danneggiamento del pacco passa al cliente. Se invece la scelta del corriere è una possibilità data dal venditore, la responsabilità resterà comunque in carico a quest’ultimo”, chiosa il noto legale torinese.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

Mattarella ad Alessandria: meno burocrazia per le emergenze

L’impegno dei sindaci è stato importante, innanzitutto nella gestione delle emergenze di quei giorni e di quelle ore. Non dimentichiamo che gli eventi alluvionali capitano in pochi minuti. Chi ricorda il 5-6 novembre 1994 ricorda come le colline iniziarono a franare in pochi istanti, i fiumi uscirono in pochi momenti. Ai sindaci dobbiamo il grazie per come hanno gestito quei momenti di grande difficoltà; il grazie per aver ricostruito; e oggi a loro possiamo anche destinare un impegno maggiore in questi 30 anni per normative più semplici e più facili”: è quanto ha dichiarato ieri il presidente della Regione Alberto Cirio ad Alessandria in occasione della presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella ad una serie di cerimonie legate al ricordo dell’alluvione che 30 anni fa causò la morte di 14 persone in città, 69 in tutto il Piemonte.

Il presidente Cirio si è soffermato sul fatto che “i nostri nonni, i nostri anziani curavano meglio il territorio e pulivano i fiumi. Oggi per i sindaci diventa difficile, perché non sempre normative nazionali ed europee li mettono nella condizione di poterlo fare. Questa giornata che ci ricorda un evento tragico, in cui è stata intelligente e giusta la scelta dell’amministrazione comunale di volere posizionare un monumento a imperitura memoria delle vittime, è anche un’occasione per ricordare quanto è stato fatto soprattutto la messa in sicurezza del territorio: in questi 30 anni abbiamo avuto episodi e situazioni alluvionali simili e in alcuni casi anche più gravi, ma gli effetti non sono stati così nocivi proprio perché il territorio era stato messo in sicurezza”.

Infine Cirio ha espresso un ringraziamento “a tutte quelle donne e quegli uomini che, il giorno dopo l’alluvione, hanno preso una pala e dato il loro contributo, a testimonianza di una voglia di ripartire e di lavorare che è tipica e che rende orgoglioso il nostro Piemonte” e “al lavoro della Protezione civile, perché il 1994 segna lo spartiacque tra la nascita di una Protezione civile fatta davvero di professionisti che mettono in sicurezza il territorio”.

A conclusione della cerimonia nel Teatro Alessandrino, alla presenza di 200 sindaci dei Comuni del Piemonte che subirono i danni più gravi dell’alluvione, ha preso la parola il presidente Mattarella: “Le tragedie lasciano tracce irreversibili nel cuore e nella mente delle persone, nei luoghi. Dopo una catastrofe nulla è più come prima. Fare memoria non è soltanto un esercizio di sensibilità e di rispetto nei confronti delle vittime e di coloro che sono rimasti segnati da quelle esperienze. È anche un esigente appello al senso di comunità e alla responsabilità di quanti ne hanno titolo. Il tema non può ridursi alla rapidità ed efficacia dell’intervento durante le calamità. Bisogna guardare alla prevenzione dei rischi, con una visione di lungo periodo, analoga all’andamento della evoluzione degli eventi naturali. Non basta proporsi di ‘mitigare’ le avversità. Non sarebbe un proposito all’altezza delle attese e delle esigenze. La storia ci consegna sovente tragedie. Appare poco previdente evocare, ogni volta, la straordinarietà dei fatti, che tendono invece prepotentemente a riproporsi, per giustificare noncuranza verso una visione adeguata e progetti di lungo periodo”.

“Le alluvioni, le catastrofi manifestano i loro effetti negativi, psicologici, economici, ambientali anche ben oltre l’emergenza”, ha aggiunto Mattarella, sottolineando che “la sicurezza dei cittadini va tutelata anche dopo gli interventi dispiegati immediatamente per salvare vite. Quando l’eco degli avvenimenti drammatici scompare dalle cronache non vi devono essere pause o intervalli nel porre in sicurezza i territori e garantire fiducia e serenità alle popolazioni, per sospingere la ripresa della vita. Il rilancio delle zone colpite è interesse di tutto il Paese, e qui ne troviamo testimonianza”.

In precedenza il Capo dello Stato, accompagnato dal presidente Cirio, dal sindaco Giorgio Abonante, dal prefetto Alessandra Vinciguerra e dal presidente della Provincia Luigi Benzi. Si era recato nel nella zona del ponte Meier, in Lungo Tanaro San Martino, per l’inaugurazione di un monumento dedicato a tutti coloro che si spesero nel 1994 per aiutare la comunità in ginocchio e la ricostruzione della città, e poi al parco Carrà per deporre una corona d’alloro al memoriale delle vittime dell’inondazione.

 

Torino, una città a misura di famiglie

Dal prossimo anno, il logo “Torino Famiglie” identificherà spazi, progetti e azioni più a misura delle famiglie e dei loro figli. È una delle azioni del Piano per le Famiglie approvato  dalla Giunta comunale su proposta della vicesindaca Michela Favaro e rappresenta l’impegno della Città verso l’obiettivo di ottenere la certificazione di “Comune amico della famiglia”. Per la prima volta la Città si dota di un Piano strutturato di azioni rivolto alle famiglie, ovvero a tutti quei nuclei dove uno o più adulti si prendono cura di un minore.

Un impegno che si inserisce nel più ampio quadro del Documento Unico di Programmazione 2024-2026 che, nella sezione dedicata a diritti sociali, politiche sociali e famiglia prevede lo sviluppo di strategie mirate per rispondere ai bisogni e per favorire il miglioramento delle condizioni di vita delle famiglie torinesi, in particolar modo di quelle con bambini in età prescolare.

“Può sembrare scontato che ogni Città abbia politiche e azioni dedicate alle famiglie del proprio territorio – spiega la vicesindaca Favaro – ma spesso ciò che accade è che queste siano scollegate tra loro, a volte ripetitive e altre volte parziali. La redazione di un Piano strutturato ci permette di adottare un linguaggio comune, coordinare gli sforzi, comunicare meglio. Abbiamo lavorato a un documento che fosse un punto di partenza solido su cui costruire future iniziative e nuovi livelli di complessità. Agiamo sul locale e nel quotidiano per creare un ecosistema cittadino accogliente per le famiglie residenti e ospiti, per le famiglie che già ci sono e per quelle che si formeranno”.

La Città ha inizialmente aderito al “Network dei Comuni amici della Famiglia” che raggruppa già oltre 200 enti locali e di cui Torino è la città più grande. Si è poi costituito un gruppo di lavoro interdipartimentale per procedere alla mappatura e al coordinamento delle iniziative già in essere, propedeutico alla redazione del Piano. Lo scorso anno l’amministrazione ha ottenuto un finanziamento regionale destinato ai comuni con popolazione superiore a 20mila abitanti per sostenere e incentivare azioni specifiche in questo ambito. Il contributo di 27mila euro è stato destinato al lavoro per la definizione del Piano territoriale per le Famiglie, finalizzato sia a migliorare il benessere e la qualità della vita delle famiglie residenti nella città di Torino, sia ad attrarre nuovi nuclei familiari. Il punto di partenza è stata l’analisi dei dati partendo dalle condizioni delle famiglie in Italia e da un quadro puntuale e descrittivo delle famiglie a Torino, focalizzandosi in particolare sui temi dei ruoli di genere e della distribuzione dei carichi di cura e raccogliendo in modo chiaro e sintetico le attività e gli investimenti già presenti sul territorio. Da qui si è articolata la stesura da parte del gruppo di lavoro, frutto anche del coinvolgimento attivo di circa 400 genitori e nonni intervistati nel corso di 18 spettacoli teatrali dell’iniziativa “Gioca alla Fiaba”, realizzati in altrettanti giardini della Città e che hanno intrattenuto oltre 500 bambini e bambine.

 

Il risultato è il documento complessivo approvato oggi dalla Giunta e strutturato in dieci azioni positive, che rappresentano altrettanti impegni dell’amministrazione per i prossimi anni a sostegno delle famiglie torinesi e che si rivolgono in particolare alle giovani famiglie e ai giovani che stanno costruendo un progetto di famiglia a Torino: spazi verdi, servizi educativi e commerciali, conciliazione dei tempi, offerta culturale e sportiva, agevolazioni economiche e comunicazione. Inoltre, a partire dal 2025 i cittadini torinesi potranno riconoscere le azioni dedicate alle famiglie e ai loro figli e figlie grazie al logo “Torino famiglie”, presentato per la prima volta in questo documento.

LE DIECI AZIONI POSITIVE NEL DETTAGLIO

STRUMENTO DI COMUNICAZIONE DIGITALE RIVOLTO ALLE FAMIGLIE CON MINORI: strumento digitale utile a informare, orientare e permettere l’accesso a servizi, opportunità, eventi, agevolazioni e informazioni rivolte alle famiglie con figli minori residenti o ospiti nel territorio cittadino;

POLITICHE DI RIEMPIMENTO IN AMBITO CULTURALE E NON SOLO: stimolare gli stakeholder del territorio (anche mettendoli in rete) a rendere disponibili gratuitamente o a tariffe agevolate posti e opportunità non venduti o in fasce di scarsa affluenza nell’ambito dei loro servizi;

UTILIZZO DI SPAZI VERDI DELLE SCUOLE DELLA CITTÀ: dare nuova visibilità e vivibilità al patrimonio verde di prossimità, rendere i giardini scolastici punti di riferimento per il quartiere in orari extra scolastici, spazi per la sperimentazione di iniziative di amministrazione condivisa con i cittadini;

ACCOGLIENZA DEI NUOVI NATI: distribuzione alle famiglie di un kit di benvenuto per i nuovi nati. L’obiettivo è portare un messaggio positivo nelle case delle famiglie, con un piccolo dono per salutare l’inizio di una nuova vita e consegnando alle neo mamme e ai neo papà strumenti e informazioni utili per affrontare la meravigliosa e complessa esperienza della genitorialità;

CERTIFICAZIONE E DIFFUSIONE DEL MARCHIO “TOFAM” AD ATTIVITÀ COMMERCIALI, CULTURALI E SPORTIVE: istituire una certificazione di qualità dei servizi con l’obiettivo di identificare le attività che erogano servizi a favore delle famiglie secondo standard predefiniti;

COINVOLGIMENTO DELLE FAMIGLIE NELLA COSTRUZIONE DEL NUOVO PIANO REGOLATORE GENERALE: eventi e spettacoli teatrali in aree pubbliche, rivolti a tutte le famiglie torinesi per raccogliere le opinioni di coloro che abitano la Città, scoprire il modo in cui la vivono e valorizzare i loro desideri e idee per il futuro. L’iniziativa ha preso il nome di “Gioca alla fiaba”;

RETE DI IMPRESE SUL TERRITORIO PER LA PROMOZIONE DEL WELFARE AZIENDALE: introdurre elementi di premialità nei bandi di concessione, negli appalti per l’affidamento di servizi e per la fornitura di beni della Città per le proposte progettuali che tengono conto delle esigenze di conciliazione dei tempi delle famiglie; per le aziende che abbiano politiche di welfare aziendale, in particolare con agevolazioni alle madri;

CERTIFICAZIONE FAMILY AUDIT PER LA CITTÀ DI TORINO: la certificazione Family Audit è uno strumento manageriale a disposizione delle organizzazioni pubbliche e private che intendono certificare il proprio impegno per l’adozione di misure volte a favorire la conciliazione tra vita e lavoro, le pari opportunità e più in generale il benessere organizzativo;

CAMPAGNA AFFIDI FAMILIARI: promuovere e sostenere le risorse spontanee della comunità, diffondendo una cultura di mutuo aiuto tra persone e famiglie, di solidarietà e di partecipazione che favorisca la cura nei contesti di vita dei bambini in difficoltà e delle loro famiglie e l’accoglienza temporanea, nonché la promozione e l’accompagnamento del volontariato familiare;

PIANO DEI TEMPI E ORARI: promuovere il coordinamento dei tempi e degli orari della città, al fine di rendere flessibili gli orari dei servizi rivolti ai cittadini e favorire la presenza di famiglie con bambini.