ilTorinese

Le Messe di Natale in Duomo a Torino

Quest’anno la Messa della notte di Natale nel Duomo di Torino sarà presieduta martedì 24 dicembre alle 22,30 dal Vescovo ausiliare monsignor Alessandro Giraudo. L’arcivescovo di Torino, cardinale Roberto Repole, celebrerà la Messa solenne nella cattedrale di Torino mercoledì 25 dicembre, Natale del Signore, alle 10,30. Le due celebrazioni in Duomo saranno trasmesse in diretta streaming sul canale You Tube della Diocesi di Torino.
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Si accende il Natale a La Venaria Reale con Immaginaria

Diversi momenti di festa si alterneranno alla Reggia e nel centro storico

 

Immaginaria 2024 è una rassegna unica che unisce tradizione, arte e spettacolo. Dopo il Concerto di Natale, tenuto dall’orchestra Barocca dell’ Accademia di Sant’Uberto, in programma il 7 dicembre, con un viaggio sonoro attraverso le opere di Telemann, Fasch e altri compositori, la magia continua con le “Sere di Natale”. A partire dal 26 dicembre fino al 6 gennaio, la Reggia aprirà i suoi spazi anche in orario serale per far rivivere l’atmosfera magica del Natale nei suoi ambienti barocchi, e sarà possibile visitare il piano nobile della Reggia e le mostre in corso “Tolkien – uomo, professore e autore” e “Blake e la sua epoca”, fino alle ore 21 durante la settimana e alle 22 nei weekend e festivi a tariffe speciali.

Il giorno di Santo Stefano, in occasione dell’avvio dele sere di Natale, la magia della Reggia si riaccenderà con la Festa dello Zapato, una speciale visita teatralizzata a cura di Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani che coinvolge sia piccoli sia grandi visitatori nel rivivere il momento dello scambio di doni, che avverrà attraverso una divertente caccia al tesoro nei sontuosi ambienti del palazzo.

Tutte le domeniche di dicembre, a partire dalle 15.30, la Reggia offre alle famiglie con bambini visite guidate speciali con laboratori didattici dedicati alla scoperta della tradizionale Festa dello Zapato, antica ricorrenza che si celebrava alla Corte dei Savoia nel periodo di Natale. In occasione di questa festa, lo scambio di doni avveniva nascondendo i regali dentro scarpette che piccoli principini si divertivano a cercare.

Lingotto Musica propone, nello scenario della Venaria Reale, un ciclo cameristico con quattro appuntamenti nella Sala di Diana il 27,28,29 e 30 dicembre, nel tardo pomeriggio. Protagonisti formazione emergenti e giovani solisti under 35, ma dal talento comprovato, che dirigeranno lo spettatore attraverso un itinerario capace di esplorare quattro secoli di musica, a partire dalle melodie barocche, ai brani romantici, al repertorio “fin de siecle” e ai ritmi del Novecento americano. La musica continuerà a essere protagonista alla Reggia di Venaria cieche il giorno di Capodanno, mercoledì 1 gennaio alle ore 21, con il concerto del celebre violoncellista Mario Brunello. Il concerto troverà luogo nell’aulica cappella di Sant’Uberto, all’interno della Reggia di Venaria. Prima del concerto i visitatori potranno, con lo stesso biglietto, visitare le mostre in corso. Brunello è solista, direttore, musicista da camera e, di recente, pioniere di nuove sonorità con il suo piccolo violoncello. Il suo stile appassionato lo ha portato a collaborare con i migliori direttori d’orchestra del mondo e a esibirsi con le più prestigiose orchestre mondiali. Per tutta la durata delle festività natalizie, sarà presente un videomapping immersivo che darà vita con i suoi colori alle facciate del Castelvecchio della Reggia, della Torre dell’Orologio e delle architetture dei palazzi storia del centro di Venaria.

Martedì 24 dicembre ci sarà la chiusura anticipata alla Reggia e al Castello della Mandria, prevista alle ore 15; mercoledì 25 dicembre è prevista la chiusura natalizia e, a partire dal 26 dicembre fino al 6 gennaio la Venaria Reale rimarrà aperta in occasione delle Sere di Natale. Apertura secondo programma anche in orario serale (esclusi 31 dicembre e 6 gennaio).

Mara Martellotta

La vigilia di Natale e il tesoro del Fontegno

 

L’inverno non era ancora neve ma nell’aria, da giorni, si avvertiva la sua presenza. Da nord, il vento freddo soffiava con più vigore e le nuvole, nel cielo ingrigito, si rincorrevano veloci.

Il bosco era silenzioso. Solo qualche passero infreddolito cinguettava senza molta convinzione. Affacciandosi dal Belvedere, lo sguardo si perdeva sull’intero perimetro del lago d’Orta. E di fronte, più alta e massiccia, la vetta del Mottarone chiudeva all’occhio l’orizzonte. A Natale mancava ormai poco. Eppure, nonostante il clima di festa, l’aria che si respirava quando un abitante di Quarna Sopra incontrava uno di Quarna Sotto, diventava improvvisamente gelida.


I volti diventavano scuri e gli sguardi truci. Non un saluto, non un cenno. Solo indifferenza e, soprattutto, insofferenza. Era una vecchia storia che si trascinava da molto, troppo tempo. Tra Giovanni e Carletto non correva buon sangue. E lo stesso si poteva dire per Berta e Giuditta o per Silvano e Luciana. Insomma, per farla breve: gli abitanti di Quarna Sopra non andavano per niente d’accordo con quelli di Quarna Sotto. E viceversa. Non c’era modo di farli ragionare. Ogni pretesto, anche il più banale, faceva scattare la scintilla del dissidio. Bastava un nonnulla per litigare, discutere, polemizzare. E ci si accusava a vicenda, senza risparmiarsi. Ciò che contava era dividersi, guardandosi di traverso. Non era una novità. Accadeva puntualmente da almeno due secoli. Tutto era nato nella notte della vigilia di Natale del 1809, dalla chiesa parrocchiale di Santo Stefano, a meno di quarantott’ore dalla festa che la celebrava, quand’era sparita la pentola di polvere d’oro custodita nella cripta a fianco dell’altare. Il furto aveva costernato l’intera comunità. Tutti i quarnesi erano rimasti a bocca aperta, attoniti. Era un fatto doppiamente grave. Vuoi per il gesto sacrilego compiuto poco prima della messa di mezzanotte, probabilmente tra il tardo pomeriggio e le prime ore della sera, complice il buio. Vuoi per il valore non solo venale della pentola e del prezioso metallo che, in migliaia e migliaia di pagliuzze dorate, era stato raccolto nei fiumi della zona e dell’alta Val Sesia dai cercatori d’oro che n’avevano pazientemente setacciato i letti in lungo e in largo. Il frutto del lavoro e della devozione d’intere generazioni si era volatilizzato in un battibaleno. Il furto, ovviamente, aveva lasciato una ferita che non era ancora rimarginata. Un pesante atto d’accusa aveva diviso in due, come una mela spaccata a metà, le Quarne visto che le due comunità si rinfacciavano l’accaduto. “Sono stati quelli di sotto”, dicevano quelli di Quarna Sopra. “ Ma, siete matti? Sarete ben stati voi a nasconderla, così da incolparci. Vergognatevi..!”, ribattevano gli abitanti di Quarna Sotto. Un filo d’odio ormai divideva le due comunità che pure, un tempo, erano abbastanza unite. C’erano stati screzi, qualche battibecco e persino delle scazzottate quando gli animi più accesi e le gole più arse si ritrovavano per la bevuta di fine settimana alla locanda della Luna Nuova. La “notte della pentola rubata”, come ormai era ricordata, aveva dato uno scossone tremendo, dividendo le due comunità. Da allora si stava come su di un confine tra paesi in guerra. Una guerra senza armi e senza atti di violenza ma non meno cruenta se si prestava attenzione agli stati d’animo e si pesavano le parole.

Da sempre i curati avevano cercato di mitigare i dissapori, tentando di riunire i quarnesi. A onor del vero, con scarsi risultati. Anche il vecchio parroco di Santo Stefano, don Giulio Leoni, testardo e cocciuto, continuava da anni in quest’opera che, per ottenere un risultato positivo, necessitava di un vero e proprio miracolo. Il suo punto di vista ( che era stato, in precedenza, più o meno, lo stesso degli altri parroci ) era piuttosto semplice e al tempo stesso abbastanza chiaro: perché non unire le forze e tentare di venire a capo del misterioso furto? Perché non mettere da parte le polemiche, smettendola di guardarsi in cagnesco, e cercare una intesa? Appelli che regolarmente cadevano nel vuoto. Pareva non vi fossero orecchie disposte ad ascoltarli e animi talmente induriti dalla diffidenza da sembrare rinsecchiti come delle vecchie prugne. Certo che dopo quasi due secoli di tracce utile non ve n’erano, semmai ve ne fossero state, nemmeno una e il caso non poteva essere annoverato tra quelli freddi, come si diceva in gergo, ma andava rubricato tra quelli ormai del tutto ghiacciati. Eppure le preghiere e le invocazioni di don Giulio toccarono il cuore di due ragazzini, Mirco e Maria Rita. Il ragazzo abitava con i suoi genitori a Quarna Sopra, in via dei Gelsomini. Maria Rita, viceversa, era nata e viveva in via alle Motte, a Quarna Sotto. Entrambi frequentavano la quinta elementare alla De Amicis di Omegna, scuola che aveva avuto tra i suoi alunni più celebri il piccolo Gianni Rodari. I due erano molto amici e soffrivano per quel muro invisibile fatto di rancori e incomprensioni che divideva le due Quarne. Don Giulio l’avevano conosciuto frequentando, come lupetti degli scout, l’oratorio del capoluogo cusiano dove il prelato quarnese insegnava catechismo. Ascoltata la storia della pentola trafugata, decisero di provare a fare luce una volta per tutte su quell’evento che aveva sconvolto irrimediabilmente il quieto vivere dei due paesini abbarbicati sul monte Castellaccio. Seguendo i consigli del vecchio prete iniziarono le ricerche e, in pochi giorni, raccogliendo con discrezione testimonianze e racconti dei più anziani d’entrambi i paesi, riuscirono a trovare una piccola, minuscola traccia. Frugando tra le vecchie carte impolverate dell’archivio della parrocchia, misero gli occhi sul testamento di un’anziana contadina che probabilmente nessuno aveva letto visto che non comparivano eredi. Nel documento, vergato con mano incerta da qualche amanuense sotto dettatura di Cesira Nardini, oltre al lascito delle povere cose ( un tavolo, due sedie, alcuni strumenti da lavoro, una gerla e dodici scudi d’argento ) alla parrocchia di Santo Stefano, a cui l’anziana donna era devota, c’era dell’altro. E si trattava di una vera e propria rivelazione. In una parte aggiunta al testamento si narrava del vecchio Osvaldo Strimpellino, una figura conosciutissima. L’Osvaldo era stato, a suo tempo, sergente maggiore dell’esercito di Napoleone, accompagnando l’ex caporale corso in tante campagne e battaglie sui campi d’Europa. In virtù di questa sua esperienza nella Grand’armée, era stato incaricato dalla comunità di Quarna di far rispettare le leggi e di tutelare gli interessi degli abitanti del piccolo paese. A quei tempi di Quarna ce n’era una sola e, si pensava, indivisibile. Cesira Nardini era stata sua moglie. Morto il marito, sentendo ormai vicino anche lo scoccare della sua ora, dettò la memoria per non portarsi il segreto nella tomba. Ma di quale segreto si parlava? Mirco e Maria Rita non ci misero molto a scoprirlo: si trattava proprio della pentola d’oro. Cos’era accaduto?  La sera della vigilia di Natale del 1809 Osvaldo si stava incamminando verso la chiesa per accendere le due fiaccole che avrebbero illuminato il piccolo cortile esterno. Il vespro era già passato e nel buio ormai fitto i riflessi delle torce facevano danzare le ombre lungo i muri, complice una lieve brezza gelata. Dalla strada vecchia si udirono voci che parlottavano sommessamente. Osvaldo incuriosito si avvicinò al muretto e guardò sotto. Una mezza dozzina di loschi figuri, intabarrati in lunghi mantelli neri, stavano accordandosi su come rubare la pentola d’oro. Dall’inflessione della parlata si coglieva che venivano dalla bassa, forse da Gozzano o da Borgomanero. Erano arrivati fin lì a dorso di mulo, salendo da Omegna dopo aver costeggiato le sponde del lago d’Orta per tutta la sua lunghezza. Osvaldo, udite le parole di quei brutti ceffi, non esitò un attimo. Non potendo da solo affrontare quella compagnia di canaglie, decise di agire d’astuzia. Il modo migliore per salvare il tesoro dei quarnesi era metterlo al sicuro, prelevandolo dalla cripta e nascondendolo. E così fece. Poco più tardi, appostatosi nell’ombra, vide i ladri andarsene arrabbiati e senza bottino. Tornando verso casa, con le orecchie che gli fischiavano ancora per le male parole e le imprecazioni di quei loschi figuri, raccontò tutto a sua moglie, facendole giurare di non dire mai nulla. Per sua grande sfortuna Osvaldo cadde in un burrone proprio la sera stessa, scivolando su di una lastra di ghiaccio mentre stava per recarsi dal curato per raccontare anche all’uomo di chiesa l’accaduto. La moglie, per il gran dolore che le fece perdere parte del senno e un poco per ignoranza, non se la sentì di raccontare a nessuno ciò che il marito gli aveva confessato. Solo nel suo testamento decise di raccontare cos’era accaduto. Ma a chi sarebbe interessato tutto ciò? Lo scrivano pensò al delirio di una vecchia che aveva le rotelle fuori posto e per carità scrisse quanto aveva udito senza però prestarvi credito. Così nessuno seppe che la pentola d’oro, causa di tutte quelle polemiche che avevano occupato lo spazio di due secoli, cementando le divisioni tra Quarna Sopra e Quarna Sotto, era stata calata da Osvaldo in fondo al vecchio pozzo della chiesa della Madonna del Fontegno. In quel luogo, a meno di venti metri sotto un braccio d’acqua, lungo il sentiero che da Quarna Sopra scendeva verso Cireggio, la pentola giaceva indisturbata da quasi duecento anni. Con il Natale alle porte la grigia cappa che incombeva sul paese si era spezzata e dal cielo la neve scese lieve, a larghe falde. Si rinnovava l’atmosfera di magia di quei giorni. I bambini giravano su se stessi con  le facce rivolte al cielo e le bocche aperte; ogni fiocco che si depositava  sulle lingue aveva un sapore particolare, emettendo una sorta di lieve crepitio. Era uno dei suoni dell’infanzia, uno dei ricordi di attesa felice che non avrebbero mai dimenticato. Erano quasi le otto di sera del 24 dicembre quando Mirco e Maria Rita, accompagnati da Don Giulio, dal sindaco di Quarna Sopra e dal maresciallo dei carabinieri, raggiunsero il vecchio pozzo. Bastò meno di un’ora per recuperare la vecchia pentola. Tutto l’oro brillò davanti ai loro occhi, illuminato dalle torce elettriche, rivelando il prezioso fardello  che il vecchio Osvaldo aveva calato con una corda in fondo al pozzo. La pentola fu riportata nella chiesa di Santo Stefano pochi minuti prima dello scoccare della mezzanotte. La notizia si sparse in un baleno. Per tutta la notte vi fu un via vai di persone che s’incontravano, parlavano, si davano grandi pacche sulle spalle, abbracciandosi. Si rideva e si piangeva, in quella notte di Natale. E ci s’interrogava sulla stupidità che aveva diviso per tanto, troppo tempo le due comunità. Per fortuna, di fronte alle invidie e all’insensibile testardaggine dei grandi, c’erano stati due bambini curiosi che non si erano arresi.

 

 Marco Travaglini

 

 

Yoga di Natale: 3 Semplici Pose per Restare in Forma

YOGA SENZA BARRIERE 

 

Con l’arrivo del Natale, è essenziale trovare momenti di calma e benessere.

 

Il praticare yoga durante il periodo natalizio non solo ci aiuta a mantenere la forma fisica, ma offre anche una pausa rigenerante per mente e corpo.

 

In questo articolo, esploreremo tre pose yoga – Guerriero 1, Guerriero 2 e Parivrtta Parsvakonasana – che possono essere integrate facilmente nella tua routine natalizia.

 

Guerriero 1

 

In piedi, estendi una gamba indietro e piega l’altra formando un angolo retto. Alza le braccia sopra la testa, palme unite.

 

Questa posizione potenzia la forza nelle gambe, tonifica i muscoli addominali e rinvigorisce la mente.

 

Guerriero 2

 

 

Dalla posa del Guerriero 1, apri le braccia lateralmente, allineandole con le gambe. Concentrati sul punto di vista oltre la mano anteriore.

 

Questa postura migliora la resistenza fisica, stimola la circolazione e promuove la stabilità emotiva.

Parivrtta Parsvakonasana

 

Dalla posa del Guerriero 2, gira il busto dalla parte della gamba anteriore e posiziona una mano a terra, l’altra si alza verticalmente.

Questa torsione benefica il sistema digestivo, rafforza la colonna vertebrale e libera tensioni accumulate.

Queste tre pose, inserite nella tua routine natalizia, ti regaleranno benessere e vitalità.

 

Attraverso la pratica costante, il tuo corpo e la tua mente affronteranno la stagione invernale con equilibrio e serenità.

 

Che tu sia un praticante esperto o alle prime armi, dedicare del tempo a te stesso con lo yoga renderà le festività ancora più speciali.

 

Namasté – @odakawithserena

SERENA FORNERO

 

Gran Galà dell’Opera al Teatro Superga

Giovedì 26 dicembre, ore 17, Nichelino (TO) 

Un’orchestra sinfonica di oltre 60 musicisti, con il soprano Ivanna Speranza e il tenore Alejandro Escobar, porta al Teatro Superga giovedì 26 dicembre il “Gran Galà dell’Opera” con arie, duetti, cori e scene che parlano di vino perché i compositori hanno identificato il brindisi come momento di socialità e snodo saliente dell’opera: dal Don Giovanni di Mozart all’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti, dall’Otello al Falstaff fino alla memorabile scena de La Traviata di Giuseppe Verdi e poi Offenbach e Gioacchino Rossini. Capolavori musicali che diventano veri inni al vino, alla vita, a ciò che merita di essere festeggiato e che sancisce un nuovo inizio.

Gran Galà dell’Opera – Concerto di Natale  

Con Ivanna Speranza, soprano

Alejandro Escobar, tenore

Eclettica, l’orchestra giovanile di Estemporanea

Tamara Bairo, direttore

Un racconto di Lucia Margherita Marino

Biglietti: platea 23 euro, galleria 17,25 euro

011 6279789 biglietteria@teatrosuperga.it

www.teatrosuperga.it

IG + FB: teatrosuperga

Orari biglietteria: dal martedì al venerdì dalle 15 alle 19

I biglietti si possono acquistare presso la biglietteria del Teatro Superga, sul luogo dell’evento nei giorni di spettacolo dalle ore 18, online su Ticketone.it

Fondi per i 20 Distretti del Commercio

Sono 38 i Comuni del Torinese che beneficeranno di oltre un milione di euro a sostegno dell’istituzione dei nuovi 20 Distretti del Commercio DUC per l’annualità 2024-25 appena riconosciuti a livello regionale. Di questi, 9 DUC con 31 Comuni coinvolti sono stati costituiti in partenariato con Ascom Confcommercio Torino e provincia.

In particolare, i Comuni che hanno ottenuto i fondi, portando avanti il dossier con Ascom Torino sono: Borgaro Torinese, Brandizzo, Caluso, Caselle Torinese, Gassino Torinese, Issiglio e i quindici comuni del distretto diffuso della Valchiusella, San Giusto Canavese e Foglizzo, Verolengo e i Comuni del Canavese Orientale e della Dora Baltea,  Volpiano.

Istituiti nel 2020 in piena emergenza Covid i Distretti del Commercio sono strumenti innovativi ed efficaci per il presidio commerciale del territorio, il mantenimento dell’occupazione e la gestione di attività comuni finalizzate alla valorizzazione del commercio. Con i primi due bandi regionali sono stati costituiti 77 DUC in tutto il Piemonte, suddivisi in quelli urbani su un solo Comune e quelli diffusi su più Comuni. Con questa nuova assegnazione di fondi, i DUC piemontesi raggiungono la ragguardevole cifra di oltre 180 enti.

I DUC nascono per dare nuovo impulso al commercio e si configurano come i luoghi dove le Amministrazioni, le Associazioni di categoria e i partner pubblici e privati ragionano insieme sulle strategie e le azioni di contrasto alla desertificazione commerciale, di promozione degli acquisti sotto casa e, non ultimo, di stimolazione dei processi di innovazione utili al settore.

«Questa nuova stagione di fondi destinati ai DUC conferma la validità e la lungimiranza dello strumento regionale – sottolinea la presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia Maria Luisa Coppa -. Grazie a questi fondi, i Comuni possono rilanciare le proprie aree urbane, riqualificare spazi pubblici e storici, e promuovere servizi innovativi che migliorano la vivibilità. I Distretti Urbani del Commercio sono un modello virtuoso che non solo supporta lo sviluppo economico, ma favorisce una rete di collaborazione tra amministrazioni comunali, attività commerciali e cittadini.

Negli anni, abbiamo visto come questo strumento sia stato capace di generare impatti positivi tangibili. A Torino, ad esempio, abbiamo sostenuto l’istituzione di un DUC che ha coinvolto il centro cittadino, ma non ci siamo fermati. Con questa nuova tranche di finanziamenti, abbiamo esteso il modello a nuove zone sia in città, sia in provincia».

I contributi sono a fondo perduto e sono destinati alle micro e piccole imprese di vicinato esercenti attività di vendita diretta al dettaglio di beni e di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande in sede fissa. Sono, inoltre, compresi anche farmacie, tabaccherie e artigiani con scia commercio.

Le principali voci di intervento ammissibili riguardano investimenti in conto capitale consistenti ad esempio in interventi sulle esteriorità (vetrine, facciate, illuminazione, saracinesche e insegne, manichini ed espositori da vetrina, tende), arredi e attrezzature esterne (dehors, vasi), accessibilità e superamento barriere architettoniche (pedane, rampe, campanelli, cartelli in braille), videosorveglianza esterna, digitalizzazione (computer,  smartphone per l’attività, sistemi informatici e tutto ciò che è bene strumentale). Inoltre, per le nuove imprese potrà essere finanziato anche l’acquisto di attrezzature e macchinari interni.

L’ammontare del contributo prevede un’erogazione a fondo perduto fino a 5.000,00 euro, pari al 75% della spesa stimata. L’investimento minimo ammissibile, oggetto di richiesta di contributo, deve essere almeno pari a 500,00 euro. L’importo minimo ammissibile di ogni singola fattura o documento fiscale equivalente è 300,00 euro. Il contributo concesso a fondo perduto avrà un massimo di 7.000,00 euro, sempre pari al 75% della spesa stimata, per l’apertura di una nuova attività economica o di una nuova unità locale presso un locale che risulti sfitto alla data del 1° gennaio 2023.

 

Un Distretto del Commercio, anche in coordinamento con gli altri attori del territorio, può sviluppare progetti di qualificazione urbana del proprio ambito territoriale; interventi sul design e arredo urbano e gli spazi pubblici per attività commerciali; progetti di sistemazione delle aree mercatali; iniziative di riqualificazione e recupero di immobili con particolare attenzione ai locali commerciali; interventi per il recupero e la valorizzazione dei locali commerciali storici, vetrine, insegne, facciate. E ancora, introduzione di servizi innovativi e di valore sociale nella consegna a domicilio, creazione di itinerari, valorizzazione territoriale in sinergia con il turismo e molte altre opportunità.

Al capitano Carando la medaglia d’oro!

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Pier Franco Quaglieni

Sono già cominciate a Bra le manifestazioni commemorative dei fratelli Carando, trucidati dai fascisti il 5 febbraio 1945 a Villafranca Piemonte, zona dove Pompeo Colajanni, ”Barbato” ,aveva costituito-lui ufficiale al “Nizza Cavalleria” della vicina Pinerolo-una banda armata garibaldina che si rivelò una vera e propria punta di diamante nella Resistenza non soltanto piemontese. Ennio ed Ettore Carando ,fratelli con idee e vite diverse, furono accomunati da una morte atroce nella condivisione degli ideali di libertà propri della migliore Resistenza piemontese. Ennio , un apprezzato professore di filosofia quasi cieco che aveva insegnato a Savona ed era autore di saggi filosofici , divenne ispettore del Raggruppamento delle divisioni “Garibaldi” nel Cuneese.

Secondo una versione era un militante comunista ,mentre secondo altri aveva esitato a mettersi con i comunisti, chiedendo lumi nel 1943, già prima della Resistenza, al filosofo Piero Martinetti . Lo stesso dubbio lo ebbe il filosofo della scienza Ludovico Geymonat che parlerà del valore socratico dell’ opera filosofica di Ennio. Martinetti disse loro che il dovere dell’antifascismo era superiore ad ogni altra ragione. In tempi recenti ho appreso da un nipote dei due partigiani che Ennio era, nel periodo del partigianato, in stretti rapporti con il futuro leader politico Antonio Giolitti, nipote del grande statista liberale, che con le sue scelte dimostrò il suo rifiuto di ogni forma di stalinismo. Ettore era un ufficiale di artiglieria, sposato da poco tempo, che come tanti ufficiali fedeli al giuramento prestato sentì la Resistenza anche come un nuovo Risorgimento.

In una lettera alla moglie, che ebbi modo di conoscere ,espresse il suo dovere di soldato di liberare il suolo patrio dall’oppressione straniera che può farlo accostare anche nel portamento ad un eroe del Risorgimento. Nel contempo egli le scrisse tutto il dolore del distacco da lei con parole di intensa umanità. La vedova non volle risposarsi e visse nel ricordo disperato del marito. I due fratelli, uniti dalla morte, non vennero invece accomunati nel riconoscimento del loro sacrificio. Ad Ennio venne conferita con una bella motivazione che si trova in Internet, la Medaglia d’Oro alla memoria, mentre ad Ettore solo la Medaglia d’Argento.

Una disparità di trattamento che stupì allora e continua ancora a stupire oggi. Nessuna voce specifica è stata dedicata ad Ettore che viene citato insieme a quella dedicata al fratello. Vittorio Prunas Tola, capo dei gruppi d’ Unione “Camillo di Cavour” e combattente per la libertà a fianco dei suoi figli proprio a Villafranca evidenziò già molti anni fa questa diversità di trattamento, ricordando il partigiano caduto con le stellette del soldato. Anche Davide Lajolo si disse stupito. Forse sarebbe giusta nell’ottantesimo della Liberazione maggiore attenzione al capitano Carando, non conosciuto al mondo intellettuale come il fratello, ma egualmente meritevole di riconoscimento.

Isa Bluette, Erminio Macario e Fred Buscaglione rivivono in “Whiskey e Soubrette”

Torna nel periodo natalizio Whiskey e Soubrette al teatro Juvarra, spettacolo di Tedacà

Al teatro Juvarra dal 26 dicembre al 12 gennaio 2025 un cast di giovani artisti racconterà la memoria storica e artistica di Torino, durata ben quarant’anni, ripercorrendo le orme di tre grandi artisti torinesi come Isa Bluette, Erminio Macario e Fred Buscaglione. Questo accade in ‘Whiskey e Soubrette’, spettacolo di Tedacá, che torna in scena, dopo il successo delle due precedenti stagioni, presso il teatro Juvarra, in via Juvarra13, negli spazi teatrali tra i più affascinanti torinesi.

Si tratta di un’opera che miscela prosa, ironia, danza e musica dal vivo e che vedrà gli interpreti impegnati in 16 repliche a partire da Santo Stefano, terminando nel 2025, con una replica speciale per la notte di Capodanno.

La biglietteria prevede ingresso a 18 euro, intero, 15 euro ridotto per tutte le repliche, mentre per lo speciale Capodanno i biglietti sono previsti intero 40 euro ( spettacolo + brindisi) e 25 euro ( ridotto spettacolo +brindisi).

‘Whiskey e Soubrette’ rappresenta un evento speciale della stagione “Almeno noi nell’universo” di Fertili Terreni Teatro. Per maggiori informazioni contattare il sito www.tedaca.it/whiskey-soubrette oppure contattare il numero 334.8655865 dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 18.

Siamo nella notte di Natale e l’ex oste Bruno ripercorre alcuni momenti vissuti all’interno della sua locanda. Dalla sciantosa Isa Bluette al duro Fred Buscaglione, passando per la comicità stralunata di Erminio Macario, i suoi racconti tramandano la conoscenza degli artisti torinesi che hanno incrociato la sua vita.

Il protagonista Bruno ha attraversato quaranta anni di storia e memoria torinese, è stato amico e collega di lavoro di Isa Bluette, quando entrambi erano impiegati alla manifattura Tabacchi; ha visto nel suo locale i primi spettacoli di Erminio Macario ed è stato confidente di Fred Buscaglione, seguendo il suo percorso artistico dagli esordi alla prematura scomparsa nel 1959. I suoi ricordi si materializzano sul palco, immergendo lo spettatore in alcuni momenti passati insieme a questi grandi personaggi, ed esplodono inoltre in canzoni e coreografie che richiamano i numeri di varietà della gioventù. Tutto questo succede ogni Natale quando Bruno si reca al Cimitero monumentale dove riposano Isa Bluette, Erminio Macario e Fred Buscaglione, che aspettano quella magica notte per tornare a raccontare pezzi della loro esistenza.

Le vicende di Bruno sono un escamotage narrativo di finzione per attraversare le vite di Isa Bluette, Erminio Macario e Fred Buscaglione. Tutti gli episodi che riguardano le vicende dei tre artisti torinesi sono frutto di una ricerca storica con documentazione reperita a Torino, Milano e Roma. La stessa accuratezza è stata riservata alle coreografie e ai costumi che richiamano il periodo d’oro del varietà torinese e nazionale. Anche la musica, cantata e suonata dal vivo, traccia un percorso che attraversa quaranta anni di storia nazionale. Si passa dai motivetti del primo Novecento , fino alle canzoni rese celebri da Isa Bluette come “Creola” e da Erminio Macario (“Turin) per poi terminare con alcuni capolavori di Fred Buscaglione come “Che notte”, “Eri piccola “ “Juke Boxe”, “ Guarda che Luna”. Tutte le musiche sono state riarrangiate e ricomposte da Antonio Dominelli, fra cui alcune sperimentazioni sonore che accompagnano dal vivo le scene dello spettacolo.

Dopo il successo degli ultimi due anni, con sold out in tutte le repliche dello spettacolo, Whishey e Soubrette va in scena proprio al Teatro Juvarra, un gioiello architettonico e culturale fra i più interessanti ed eleganti della città, nato in un’epoca di grande trasformazione per Torino, quando essa stava diventando capitale industriale, quando Torino ha saputo interpretare i mutamenti della società e diventare luogo di confronto e di incontro per le sue diverse anime.

Whiskey e Soubrette nasce da un’idea di Marco Musarella, Valentina Renna, Simone Schinocca, Livio Taddeo, con regia di Simone Schinocca e coreografie di Bqb e musiche di Antonio Dominelli. Il cast è composto da dodici giovani artisti della scena piemontese.

Mara Martellotta

Nuovi fondi  Metro 1: una visione Comune per il futuro della Mobilità

Lo Stato ha assegnato ulteriori 8,5 milioni di euro per il prolungamento della Linea 1 della Metropolitana di Torino fino a Cascine Vica, nel comune di Rivoli. Questi fondi saranno fondamentali per affrontare l’aumento dei costi dei materiali necessari alla realizzazione del progetto, assicurando così il rispetto dei tempi previsti per il completamento dei lavori, atteso per la primavera del 2026.
Questo importante finanziamento si aggiunge ai fondi precedentemente stanziati, ma, come noto, rispetto ai 26 milioni ancora necessari, questa somma rappresenta un passo significativo verso il completamento di un’opera essenziale per il miglioramento della mobilità urbana nella nostra regione.

“In questo contesto, voglio sottolineare l’impegno congiunto che noi e la città di Collegno abbiamo assunto per il territorio.” – dichiara il Sindaco di Rivoli, Alessandro Errigo – “Il 16 gennaio, si svolgerà un consiglio comunale congiunto, dove presenteremo un protocollo di intesa che entrambe le città si impegnano a firmare. Questo protocollo prevede un investimento di 10 milioni di euro per il rifacimento totale di corso Francia, dimostrando così il forte credo nel progetto della metropolitana e nell’importanza di corso Francia per la nostra comunità.”
Per il Sindaco di Collegno, Matteo Cavallone: «Questo stanziamento è un ottimo segnale, ma la città di Collegno sarà soddisfatta solamente quando tutti i 26 milioni di euro che mancano per la fine della tratta Fermi-Cascine Vica verranno stanziati. Tra l’altro sappiamo che il comune di Torino ha richiesto al Ministero il trasferimento di 24 milioni della tratta Lingotto-Bengasi alla tratta Fermi-Cascine Vica e quindi auspichiamo che il ministero confermi lo spostamento delle risorse»

“La nostra determinazione a investire nelle infrastrutture rispecchia il desiderio di garantire una migliore mobilità tra le città e, in particolare, con Torino.” – affermano Errigo e Cavallone – “È nostro dovere minimizzare i disagi, che purtroppo persistono dal 2019, per gli esercizi commerciali nell’area interessata dai lavori. È essenziale non prolungare ulteriormente i tempi di realizzazione di quest’opera tanto attesa.”

 

Siamo ovviamente contenti dell’arrivo di questi nuovi fondi. Continueremo a lavorare assiduamente per garantire che il futuro della mobilità nella nostra regione sia sostenibile e all’altezza delle esigenze dei cittadini.

ERRIGO SINDACO

Rivoli, è ora!

In Consiglio regionale votate 42 nomine

Il Consiglio regionale, presieduto da Davide Nicco, ha votato nomine per 42 enti e organismi nella seduta di oggi 23 dicembre. Tra queste anche quelle per Edisu, Ires, per le Atc, Garante per l’infanzia e l’adolescenza, per alcune Asl.

Tutte le nomine sono state votate alla prima chiama, tranne quella per la Commissione di garanzia, alla terza, e il Garante per l’infanzia, alla quarta.

Ecco l’elenco completo:
Commissione di garanzia, elezione di un ex consigliere regionale: Deodato Scanderebech;

Collegio-Convitto municipale Trevisio di Casale, nomina di un componente del Consiglio di amministrazione: Valerio Torchio;

Collegio-Convitto municipale Trevisio di Casale, nomina di un revisore del Consiglio dei revisori residente a Casale o nel circondario: Carla Rondano;

Azienda pubblica di servizi alla persona (Apsp) Sant’Antonio Abate, nomina di un componente del Consiglio di amministrazione: Francesco Di Natale;

Agenzia regionale per la protezione ambientale del Piemonte (Arpa), nomina di tre componenti effettivi del Collegio dei revisori dei conti: Fabio AimarErnesto CarreraAndrea Fea;

Enoteca regionale di Canelli e dell’Artesana, designazione di un componente del Consiglio direttivo: Stefania Vidotto;

Associazione Museo ferroviario piemontese, nomina del presidente dell’Associazione e di cinque componenti del Consiglio direttivo: Claudio Demaria (presidente), Guido Calleri Di SalaRoberto IorioFabio MalavasiChiara RaveraUmberto Giovanni Trabucco;

Associazione Museo ferroviario piemontese, nomina di un revisore dei conti del Collegio dei revisori dei conti: Sara Scavone;

Commissione tecnico consultiva per la tutela del patrimonio speleologico della Regione Piemonte, nomina di due esperti sentita l’Università di Torino: Michele MottaArianna Paschetto;

Commissione tecnico consultiva per la tutela del patrimonio speleologico della Regione Piemonte, nomina di tre rappresentanti: Ezio Elia, Alberto GabuttiBartolomeo Vigna;

Comitato consultivo regionale – tecnico scientifico in materia di ambienti acquatici e pesca, designazione di un esperto: Gianfranco Righero;

Agenzie territoriali per la casa (Atc) del Piemonte centrale, nomina di un revisore legale effettivo e di un revisore legale supplente: Stefano Rigon (effettivo), Andrea Domenico Golia (supplente);

Agenzie territoriali per la casa (Atc) del Piemonte nord, nomina di un revisore legale effettivo e di un revisore legale supplente: Tino Candeli (effettivo), Cristiano Baucé (supplente);

Agenzie territoriali per la casa (Atc) del Piemonte sud, nomina di un revisore legale effettivo e di un revisore legale supplente: Fabio Cigna (effettivo), Rita Mancini (supplente);

Commissione regionale per la realizzazione delle Pari opportunità fra uomo e donna, nomina di quindici componenti: Patrizia Maria AlessiPaola BerzanoFirial Cherima FteitaElena Bonifacio GianzanaElisa ChiabottoSalvatore FiorinoErika GiacchelloAngela GrimaldiLuisa La VecchiaSilvia LorenzinoBarbara OdardaIlaria PanettaMaria Rosa Assunta PortaMartina RossiTullia Todros;

Agenzie territoriali per la casa (Atc) del Piemonte centrale, nomina di tre componenti del Consiglio di amministrazione, di cui un rappresentante delle minoranze: Maurizio PedriniFabio TassoneAndrea Sacco;

Agenzie territoriali per la casa (Atc) del Piemonte nord, nomina di cinque componenti del Consiglio di amministrazione, di cui due rappresentanti delle minoranze: Daniele CapolupoDaniele De LucaMarco MarchioniEmiliano MarinoAngelo Tredanari;

Agenzie territoriali per la casa (Atc) del Piemonte sud, nomina di cinque componenti del Consiglio di amministrazione, di cui due rappresentanti delle minoranze: Gianni ArboccoMarco ButtieriPaolo CavigliaAlberto MossinoLeonardo Prunotto;

Consorzio per il Sistema informativo regionale – Csi Piemonte, nomina di due componenti del Consiglio di amministrazione di cui uno in rappresentanza degli enti di cui all’art.2, comma 1 lettera c dello Statuto, scelti nel rispetto della normativa vigente in materia di equilibrio di genere: Camilla GracisEmilio Bolla;

Consorzio per il Sistema informativo regionale – Csi Piemonte, nomina di un sindaco effettivo e di un sindaco supplente: Daniela Demichelis (effettivo), Claudio Emilio Saladini (supplente);

Consorzio d’irrigazione e bonifica “Associazione irrigazione est Sesia” di Novara, nomina di un rappresentante dell’Assemblea dei delegati: Maurizio Baldo;

Consorzio d’irrigazione e bonifica “Associazione irrigazione est Sesia” di Novara, nomina di un componente effettivo e di un supplente del Collegio dei revisori dei conti: Lorenzo Dutto (effettivo), Raffaele Di Gennaro (supplente);

Fondazione Marco Ballerini di Vercelli, designazione di un componente del Consiglio di amministrazione: Francesco Corsaro;

Fondazione Luigi Einaudi, nomina di un componente del Comitato d’indirizzo: Alessandro Traverso;

Istituto di ricerche economico e sociali del Piemonte (Ires), elezione di cinque componenti del Consiglio di amministrazione: Giulio ForneroAnna MerlinGiorgio MerloAlessandro Ciro ScirettiAlberto Villarboito;

Istituto di ricerche economico e sociali del Piemonte (Ires), designazione di tre componenti effettivi del Collegio dei revisori, di cui uno con funzioni di presidente, e di due supplenti: Raffaele Di Gennaro (presidente), Angelo Paolo BonomettiAndrea Porta (effettivi), Antonella Guglielmetti (supplente);

Ente per il diritto allo studio universitario, nomina di cinque componenti, di cui tre effettivi e due supplenti, del Collegio dei revisori dei conti: Angelo BarzelloniCristina ChiantiaDesir Cisotto (effettivi), Rita Manciti (supplente; il secondo supplente verrà indicato successivamente);

Ente per il diritto allo studio universitario – Edisu, nomina di tre componenti, di cui uno in rappresentanza delle minoranze, uno dei quali con funzione di presidente: Roberta Piano (presidente), Federico MazzaronMichelangelo Toma;

Garante regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza: Giovanni Ravalli;

Comitato consultivo del Centro “Gianni Oberto”, nomina di otto membri: Giuliana GiaiLara MerlaFabrizio NuceraAndrea PenniniGianfranco ViscaGianni Firera (i restanti due verranno indicati successivamente);

Comitato regionale per i diritti umani e civili, nomina di venti esperti in materia di diritti umani e civili: Maria Francesca ArtusiSifa Mariajen BalagiziGiovanni BoggeroIuri Gilberto BossutoDavide Di MauroElena FerraraBruno GeraciDavide Carlo LambertiGiampiero LeoYoosef Saheli LesaniLorenzo MarchettiDeborah MilanesioRossella MuricaSalvatore NuzzoMaria de Jesus RequenaMichele RuggieroRachele SaccoMarco ScirettiAntonio SgroiJounis Tawfik;

Comitato regionale per i diritti umani e civili, nomina di due ex consiglieri regionali cessati dal mandato: Sara ZambaiaEnrica Baricco;

Consiglio regionale di Sanità e Assistenza (Coresa), elezione di ventisei esperti: Alessio AlòMaria Cristina BonanseaAntonio CastelloGianfranco CiliaLibero CiuffredaEnrico CrescimannoChiara Di NatalePaola FredaMarina GaravelliDavide GiraudoMaurizio IppolitiSilvia Alessandra MagrassiAlberto MarinoGiovanna MassaroCristina PatrossomariaGaetano RagonesiRiccardo RuàDaniele SciarrottaLiana TessaSparviero TortelloAngelo TredanariPaolo Zola (i restanti quattro verranno indicati successivamente);

Consiglio regionale di Sanità e Assistenza (Coresa), nomina di undici esperti scelti su terne di nomi indicati dalle Organizzazione più rappresentative: Luca VannelliPaola Maria Bertone (per Avis), Rocco NastasiPierluigi Dovis (per Caritas Piemonte), Alberto TirapelleBruna Giugno (per Ordini professioni infermieristiche), Enrico Fusaro (per Cisl), Emiliano MazzoliFrancesco Lo Grasso (per Uil), Enrica Valfre’ (per Cgil). Il componente mancante verrà indicato successivamente;

Azienda sanitaria locale Cuneo 1, individuazione di un componente con funzione di presidente del Collegio sindacale: Marco Caviglioli;

Azienda ospedaliera Ordine mauriziano di Torino, individuazione di un componente con funzione di presidente del Collegio sindacale: Davide Di Russo;

Azienda ospedaliera universitaria San Luigi Gonzaga di Orbassano, individuazione di un componente con funzione di presidente del Collegio sindacale: Luca Deusebio;

Comitato misto paritetico Regione-Autorità militari sulla nuova regolamentazione delle servitù militari, designazione di sette componenti effettivi e di sette supplenti: Guido GalavottiAndrea LiguoriNicolò PapurelloGraziano TraversaFiorenzo VaccarinoLuigi CinagliaEmanuele Laina (effettivi), Mauro FeniliCarmine D’EliaPaola Villata, (supplenti; i quattro componenti mancanti verranno indicati successivamente);

Azienda ospedaliero-universitaria Maggiore della carità di Novara, individuazione di un componente con funzione di presidente del Collegio sindacale: Daniele Andretta;

Azienda sanitaria locale Città di Torino, individuazione di un componente con funzione di presidente del Collegio sindacale: Marco Ziccardi;

Azienda sanitaria locale di Alessandria, individuazione di un componente con funzione di presidente del Collegio sindacale: Lorenzo Dutto;

Azienda sanitaria locale Torino 3, individuazione di un componente con funzione di presidente del Collegio sindacale: Sara Scavone.