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Area Covid a Torino Esposizioni, i lavori possono procedere

Possono procedere i lavori di realizzazione della nuova area sanitaria dedicata ai pazienti Covid a bassa intensità al Padiglione V presso l’area ex Torino Esposizioni.

Foto LaPresse/Andrea Alfano 


Si tratta dei lavori di allestimento delle 55 tensostrutture messe a disposizione dalla
Croce Rossa, dalla Provincia autonoma di Trento e dalla Regione Piemonte attraverso la Protezione civile e la Maxiemergenza 118.  In particolare, possono procedere le prime operazioni di montaggio del Field Hospital, EMT 2 (Emergency medical team) di proprietà della Maxiemergenza regionale, struttura unica in Italia e tra le sole 4 presenti in Europa.

Foto LaPresse/Andrea Alfano

Il V Padiglione, messo a disposizione dal Comune di Torino, su richiesta dell’Unità di crisi della Regione Piemonte e con la collaborazione della Prefettura di Torino, accoglierà 458 posti letto che saranno gestiti in forma integrata dalla AOU Città della Salute di Torino e dall’Asl Città di Torino. La fine dei lavori è prevista intorno al 20 di novembre.

«I lavori possono procedere secondo il cronoprogramma – sottolineano il commissario generale dell’Unità di Crisi Vincenzo Coccolo e l’assessore alla Protezione civile della Regione Piemonte Marco Gabusigrazie all’impegno di tutte le squadre coinvolte e alla collaborazione degli Enti di riferimento. A differenza dei posti letto per pazienti a media e alta intensità che avevamo allestito alle OGR, e ora stabilmente trasferiti all’Oftalmico di Torino, questa nuova struttura è destinata ad accogliere pazienti a bassa intensità di cura al fine di liberare posti e di ridurre la pressione sugli ospedali. Abbiamo scelto con attenzione l’area valutandone la risposta alle esigenze sia sanitarie sia di sicurezza».

In merito ai dubbi sollevati nelle scorse ore sulla sicurezza dell’area, che farebbero riferimento ad uno studio commissionato dal Politecnico di Torino nel 2018 per valutare la fattibilità tecnica di riqualificazione dell’edificio per l’eventuale realizzazione di aule universitarie, l’autore stesso ha chiarito alla Regione che l’area non presenta criticità. Dallo studio emerge che dal punto di vista strutturale il padiglione è sicuro: sono state infatti eseguite due prove di carico i cui risultati sono stati positivi ed in linea con i valori già registrati nel 2003. L’edificio è perciò stabile nel tempo, tanto è vero che fino al 2019, in occasione dell’evento annuale “Natale in giostra”, è sempre stato dotato di certificato di idoneità statica esibito alla Commissione di Vigilanza provinciale sui locali di pubblico spettacolo.

Nessun pericolo in caso di alluvione: il pavimento del padiglione si trova infatti 4 metri più in alto rispetto ai livelli di piena eccezionali del fiume Po. Dal punto di vista sismico, infine, lo studio commissionato dal Politecnico rileva che l’edificio è stato realizzato prima dell’attuale classificazione sismica del territorio regionale, come peraltro la quasi totalità di edifici pubblici della medesima epoca, e che il livello di sicurezza sismica è in linea con quello di molti edifici dello stesso periodo normalmente in uso.

(Foto LaPresse Andrea Alfano)

Presentato il bilancio sociale Inps

L’INPS del Piemonte ha presentato  il Bilancio Sociale 2019/2020, appuntamento annuale di condivisione dei dati reali relativi all’attività dell’Istituto con i rappresentanti delle Istituzioni locali e del mondo sociale e imprenditoriale piemontese.

Innovativa la modalità di presentazione dei risultati raggiunti, l’evento si è svolto in remoto tramite piattaforma on line, che ha visto avvicendarsi al tavolo dei relatori la Vicepresidente del Senato della Repubblica Anna Rossomando, l’Assessore Regione Piemonte alla Semplificazione e ai Rapporti con il Consiglio Regionale Maurizio Marrone, il Vicesindaco e Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Torino Sonia Schellino, il Presidente del Comitato Regionale del Piemonte Francesco La Tona. Sono intervenuti nel dibattitto anche il Direttore regionale della Caritas Piemonte Pierluigi Dovis, il Responsabile sindacale dell’Unione industriale di Torino Massimo Richetti e, in rappresentanza delle OO.SS. CGIL-CISL-UIL, il Segretario Regionale CGIL Massimo Pozzi.

Vista la particolare situazione che il Paese sta vivendo l’Inps del Piemonte ha ritenuto opportuno, oltre che restituire la dimensione di quanto fatto nel corso del 2019, illustrare in che modo gli ultimi eventi abbiano modificato lo scenario regionale, analizzando e mettendo in comune anche i dati disponibili del 2020.

I dati del bilancio sono stati illustrati da Giuseppe Baldino, già Direttore del Piemonte fino al 2019 e da Emanuela Zambataro, attuale Direttrice regionale del Piemonte. Quest’ultima ha esposto le tendenze del  2020, caratterizzate dal notevole impatto della crisi pandemica e, soprattutto, dalla enorme mole di prestazioni erogate  dall’INPS, a seguito delle diverse misure emergenziali adottate dal nostro Governo, senza per questo trascurare le  prestazioni ordinarie, che costituiscono il “core business” dell’Istituto previdenziale.

Tutti gli interventi hanno messo in luce l’esigenza di potenziare la rete esistente tra  Istituzioni ed organizzazioni a vario titolo presenti sul territorio, al fine di progettare e realizzare iniziative coordinate e congiunte. Esigenza ancor più presente in un tessuto produttivo a forte caratterizzazione industriale come quello piemontese.

È inoltre emersa la necessità di adeguamento degli attuali strumenti di sostegno al mondo del lavoro e di  snellimento dell’iter  legislativo e procedurale.

La Direttrice Emanuela Zambataro ha messo in evidenza come le sedi INPS del Piemonte, a fronte di un significativo calo di personale registratosi nel 2020, abbiano fatto fronte ad un volume inimmaginabile di prestazioni, aumentando la loro produttività di ben dieci punti percentuali rispetto al 2019. Ha quindi ringraziato i dipendenti e la dirigenza dell’INPS per l’impegno profuso in questi mesi difficili ed ha espresso il suo riconoscimento ai molti interlocutori pubblici e privati che collaborano quotidianamente con l’Istituto e con i quali sarà possibile lavorare per lo sviluppo di ulteriori progettualità.

Il Presidente del Comitato regionale del Piemonte Franco La Tona, fa notare come questo Bilancio Sociale rispecchi la realtà del nostro territorio. Il Comitato regionale, visto l’interesse sul funzionamento dell’Istituto, ha già preventivato  di realizzare dalla prossima settimana, in tutte le province della Regione, iniziative di analisi e confronto con le  istituzioni e le parti sociali informando cittadini, lavoratori ed imprese di quanto sia determinante il sistema mutualistico , solidale e assicurativo.

Il Presidente Loy ha concluso i lavori sottolineando l’importanza di questo momento di confronto, che ha consentito all’Inps del Piemonte di mettere in comune dati reali, scevri da ogni chiave di lettura politica, che permettano una analisi della realtà socio-economica piemontese e che consentano a tutti i rappresentati delle istituzioni e del mondo sociale di trarre spunti utili per costruire un futuro che tuteli le persone in situazione di debolezza e che sia utile  sostenere  la crescita economica del sistema Piemonte.

Da Domenico ed Elvira un aiuto per Borgo Vittoria

Ci scrive il lettore Marco Boscato: In via Vibò, zona Borgo Vittoria, il Caffè Gran Torino gestito dai fratelli Domenico ed Elvira, ha voluto lanciare un importante appello: in un momento storico così difficile, aiutiamo la comunità di Borgo Vittoria e le persone meno fortunate di noi.

Il bar Gran Torino, aperto dal 2014, ha deciso che ogni sera alla chiusura del locale lascerà l’invenduto in dei sacchetti appesi al dehors per offrire un contributo alle persone più bisognose.​

Domenico commenta: “Durante questo lockdown stiamo cercando di dare una mano alla comunità, sappiamo che purtroppo in un momento così difficile ce n’è bisogno. Ci tengo a sottolineare che questa non è un’iniziativa che parte da me, già nel lockdown precedente qualcuno ha fatto una cosa del genere. Vi chiedo di aiutare la comunità, Borgo Vittoria è un quartiere che sta crescendo e non vogliamo vederlo decadere. Il mio è un invito ai commercianti ma soprattutto ad ogni singolo cittadino. Rimbocchiamoci le maniche, non aspettiamo che qualcuno ci aiuti a tirare avanti, ma non lasciamo nessuno indietro, portiamolo al nostro fianco”

Al via il Festival delle culture popolari

 

Dal 13 al 15 Novembre parte la XV edizione quest’anno dedicata alle relazioni di comunità. Sarà trasmessa su Tradiradio, la webradio di Rete italiana di Cultura Popolare. Tanti gli ospiti tra cui il costituzionalista Sabino Cassese. E Lavazza nuovo partner nel progetto contro la dispersione scolastica che coinvolgerà da questo novembre anche le scuole del quartiere Aurora.

 

Ci sarà Lavazza che, il 13 novembre dalle 15, parteciperà alla tavola rotonda virtuale dedicata alle Comunità educanti, raccontando le ragioni che l’hanno portata a sostenere il progetto contro la dispersione scolastica avviato da Rete Italiana di cultura popolare durante il lockdown su cinque scuole torinesi e che ora coinvolgerà anche il quartiere Aurora. Ci sarà il costituzionalista Sabino Cassese che il 14 novembre alle 17 parlerà della parola democrazia insieme alla sociologa Chiara Saraceno.  Tra il 13 e il 15 novembre tanti gli appuntamenti che caratterizzeranno questa XV edizione del Festival delle Culture Popolari, rimodellato al periodo storico che stiamo vivendo. La manifestazione si svolgerà infatti non nei soliti luoghi fisici, come tutti gli anni, ma su Tradiradio, la web-radio della Rete con sede a Lo spaccio di cultura – Portineria di comunità in Piazza della Repubblica a Torino e al Fondo Tullio De Mauro, che conserva il patrimonio bibliotecario di De Mauro, grazie al sostegno di Fondazione CRT.

Sarà un festival di incroci tra linguaggi multimediali, suoni e voci, azioni performative, storie e testimonianze dalla comunità per la comunità, accessibili a tutti. Con tanti momenti per stare insieme tra cui quello con le sei famiglie del progetto nazionale Indovina chi viene a cena? ci ospiteranno virtualmente nelle loro cucine il 14 novembre alle 13, per farci riscoprire i sapori e le ricette dei loro paesi nativi. Oppure quello di ogni sera alle 21,30 con i concerti e le voci che molti di noi hanno potuto ascoltare nei luoghi storici della musica torinese come l’Hiroshima Mon Amour, lo Stadio olimpico, il Parco Dora.

IL PROGETTO CON LAVAZZA

Durante il periodo di lockdown la Rete italiana di cultura popolare, già attiva in un progetto contro la dispersione scolastica chiamato Pfp, ha realizzato insieme a cinque scuole torinesi una mappatura sugli studenti che non frequentavano più le lezioni da quando queste erano diventate virtuali. In tutto erano stati rilevati 120 ragazzi, sparsi su tutta la città. Tutti i giovani sono stati ricontattati dai volontari della Rete con telefonate, email, sms, e con la riapertura delle scuole molti sono ritornati sui banchi. Adesso il progetto si espande. Si cercherà di costituire una “Comunità educante.” Rete Italiana vuole continuare la lotta alla dispersione in più scuole. E la multinazionale del caffè Lavazza ha deciso di sostenere il progetto per contrastare il fenomeno anche nelle scuole del quartiere Aurora. I giovani che non vorranno proseguire gli studi si cercherà di accompagnarli sul Portale dei Saperi, una piattaforma digitale che fa conoscere le persone di una determinata comunità e che può consentire ai ragazzi di incontrare imprese del territorio. In diretta web radio e in videoconferenza si confronteranno Chiara Saraceno, Presidente della Rete Italiana di Cultura Popolare, Andrea Morniroli, Forum disuguaglianze e diversità, Franco Lorenzoni, insegnante e fondatore della casa- laboratorio di Cenci, Fondazione CRT, Lavazza, presidi, docenti, famiglie e studenti degli Istituti torinesi partecipanti al progetto Pfp, progetto di contrasto all’abbandono scolastico e alle povertà educative dei minori.

“Insieme alla Rete ricostruiamo legami di comunità e di socialità messi a dura prova dalla

pandemia, promuovendo relazioni fondate sulla fiducia, la solidarietà, l’inclusione”, afferma il

Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia.

 

“I mesi di lockdown ci hanno obbligato a ripensare la nostra attività. – spiega la sociologa e presidente di Rete italiana di cultura popolare Chiara Saraceno – O chiudevamo tutto o andavamo avanti imparando a fare cose nuove. E attraverso la radio, la tecnologia usata per contattare gli studenti, abbiamo continuato a mantenere relazioni, a costruire rapporti fiduciari. Abbiamo fatto sì che il distanziamento fosse solo fisico ma non sociale. Le relazioni con la comunità anzi si sono andate rafforzando e ci hanno dato la forza di non rinunciare a questa XV edizione del festival”.

Inas Cisl, patronato al lavoro durante la pandemia

In questo momento di crisi pandemica che dura, oramai, da nove mesi un ruolo molto importante lo sta svolgendo il patronato INAS CISL di Torino.

Un punto di riferimento totale nel capoluogo piemontese e la sua provincia.Oggi abbiamo intervistato la Direttrice Provinciale Mimma Cetani,la quale ci ha spiegato che la maggior parte degli appuntamenti presi via mail o telefonicamente avvengono in presenza,nel pieno rispetto delle normative anti covid.Le richieste più pressanti sono:la richiesta di tutte le tipologie di bonus governative, il reddito di cittadinanza,il reddito di emergenza detto REM,la possibilità di andare in pensione prima della data prevista,se maturati i requisiti che lo consentono.La direttrice ha altresì aggiunto che le difficoltà del momento,unite alla crisi economica preesistente,fa sì che le persone sono sempre più preoccupate e disperate.
Ricordiamo che gli uffici della sede centrale in via Madama Cristina 50 con ingresso in via Oddino Morgari 19 sono aperti con orario 9/18 dal lunedì al venerdì, l’indirizzo mail è
torino@inas.it Tel. 011/6520010

Vincenzo Grassano

Oltre duemila camere d’albergo per pazienti covid usciti dagli ospedali ma positivi

Sono 63 gli alberghi del Piemonte che ad oggi hanno risposto alla manifestazione di interesse pubblicata la scorsa settimana dall’Unità di crisi, per mettere a disposizione le proprie stanze per l’accoglienza di pazienti covid dimissibili dagli ospedali, ma ancora positivi e quindi impossibilitati a rientrare al proprio domicilio, e di pazienti covid asintomatici o paucisintomatici che non possono efficacemente essere isolati nel proprio nucleo famigliare

 In tutto, le camere messe a disposizione sono 2271, che possono accogliere uno o più pazienti, sulla base delle specifiche situazioni, così suddivise per provincia: 34 Alessandria; 20 Asti; 57 Biella; 61 Cuneo; 65 Novara; 1644 Torino; 90 Vercelli; 300 Vco. In queste ore, le Aziende sanitarie stanno provvedendo a contrattualizzare le strutture ed altre se ne aggiungeranno nei prossimi giorni, visto che la procedura rimane aperta e che diverse aziende hanno già provveduto di propria iniziativa a individuare strutture idonee e a contrattualizzarle (come Asti ed Alessandria), per arrivare allo standard imposto dal Dirmei di acquisire 1 posto letto ogni 4.000 residenti.

All’interno degli alberghi, l’assistenza verrà assicurata da operatori che abbiano o stiano conseguendo una qualifica da oss, oppure abbiano un attestato di qualifica di assistente domiciliare, un diploma di tecnico dei servizi socio-sanitari, una laurea in educazione professionale, o persone che abbiano svolto per almeno sei messi assistenza al domicilio di anziani non autosufficienti, figure per reclutare le quali la Regione ha anche aperto una nuova procedura di manifestazione d’interesse. Le eventuali necessità di cura verranno garantite da medici e infermieri delle Asl stesse.

“Con questa misura- dichiara l’assessore alla Sanità, Luigi Genesio Icardi – l’amministrazione regionale intende contribuire a fare in modo che il ricovero ospedaliero sia limitato ai soli casi in cui questo sia effettivamente necessario, al fine di mantenere la piena funzionalità dei servizi sanitari essenziali. Inoltre, si fornisce una risposta concreta a quelle persone, che, risultate positive al virus, abbiano bisogno di un luogo dove trascorrere la quarantena, per evitare di trasmetterlo ai famigliari”.

“Abbiamo lavorato alla creazione della rete di alberghi assistiti con la Protezione civile tramite le Federalberghi provinciali – sottolinea l’assessore regionale alla Protezione civile, Marco Gabusi – avendo cura di selezionare le strutture con il maggiore comfort per gli ospiti. In pochi giorni abbiamo ottenuto un elenco di strutture che saranno valutate dalle Asl seguendo criteri di adeguatezza di spazi e servizi per poi procedere alla contrattualizzazione”.

“Ancora una volta – commenta l’assessore regionale al Turismo, Vittoria Poggio – la collaborazione tra pubblico e privato si rende proficua ed indispensabile. Un ringraziamento a tutte le strutture ricettive che hanno partecipato, andando così ad aiutare quelle realtà assistenziali in difficoltà a causa del complesso momento storico che stiamo vivendo”.

Coronavirus: 77 vittime, 4787 contagi, 1866 guariti

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

 

43.953 PAZIENTI GUARITI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti guariti sono complessivamente 43.953(+1.866 rispetto a ieri)così suddivisi su base provinciale: Alessandria 4547, Asti 2284, Biella 1351, Cuneo 5131, Novara 3521, Torino 23.484, Vercelli 1829, Verbano-Cusio-Ossola 1316, extraregione 263, oltre a 227 in fase di definizione.

I DECESSI SONO 4903

Sono 77 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 11 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora 4903 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 765 Alessandria, 300 Asti, 246 Biella, 500 Cuneo, 472 Novara, 2166 Torino, 256 Vercelli, 148 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 50 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

 

I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 112.054(+4.787 rispetto a ieri, di cui 2100, il 44% asintomatici).

I casi sono così ripartiti: 2177 screening, 988 contatti di caso, 1622 con indagine in corso; per ambito: 575 RSA/Strutture socio-assistenziali, 304 scolastico, 3908 popolazione generale.
La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 9585 Alessandria, 5154 Asti, 3714 Biella, 14.365 Cuneo, 8205 Novara, 62.135 Torino, 4163 Vercelli, 2873 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 714 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1146 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

 

 

I ricoverati in terapia intensiva sono 348(+8 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 4833(+43 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 58.017

I tamponi diagnostici finora processati sono 1.216.816 (+24.901rispetto a ieri), di cui 658.421 risultati negativi.

Gli infermieri “tagliati”

Da eroi nella prima ondata Covid a “carne da macello” in questa seconda tornata.Gl’infermieri professionali sono stati dimenticati dalle istituzioni. In Piemonte accade la cosiddetta goccia che fa traboccare il vaso:ferie,congedi,permessi e riposo bloccati e non si sa fino a quando.

Parlando con alcuni infermieri in prima linea nei reparti torinesi emerge come regni il caos totale dal punto di vista organizzativo. Non sono stati incrementati i posti letto per i ricoveri intensivi, non sono stati potenziati i laboratori d’analisi, non sono stati assunti nuovi medici ed infermieri. La politica regionale ha lasciato soli i cittadini ed i sanitari. Lo stipendio degli infermieri italiani è uno dei più bassi d’Europa in contrasto con l’alta professionalità riconosciuta e apprezzata. Le indennità sono ferme a 25 anni fa. Indennità di turno 4 euro circa a presenza. Di terapia intensiva circa 4 euro a presenza. Indennità oraria notturna, circa 2 euro”.

Intanto tutti i giorni sulle reti di stato vanno in onda virologi, scienziati, immunologi litigiosi tra di loro, con chiare appartenenze politiche e preoccupati più d’apparire che d’essere utili nello spiegare, a noi poveri comuni mortali, quello che sta succedendo. Non era meglio far parlare soltanto uno di loro delegata/o dal governo e dal Comitato Tecnico Scientifico?

Vincenzo Grassano

Questa sera la Mole illuminata con il logo dei Civich

Era il 12 novembre 1791, quando il re Vittorio Amedeo III decise di riorganizzare il “servizio di polizia, politica e di sicurezza”, nonché l’ufficio del Vicariato, di sciogliere le Guardie del Vicario e di creare un nuovo Corpo detto delle “Guardie Civiche” (da qui l’appellativo Civich) a cui affidò mansioni speciali e ben determinate.

Con questo provvedimento Vittorio Amedeo III, per primo, comprese la necessità di definire le attribuzioni ed i compiti degli addetti alla polizia urbana e a renderli più partecipi della vita e dei problemi cittadini, tracciando la via verso la definizione dell’attuale Corpo di Polizia Municipale.

A distanza di 229 anni, pur essendo mutate le condizioni ambientali e sociali, aumentate le esigenze e le necessità della Città e i servizi richiesti, soprattutto in questo anno nel quale una devastante pandemia ha alimentato paure e insicurezze, restano immutati rispetto all’ormai lontano 1791, lo spirito di sacrificio altruistico dei Civich,  il desiderio di un migliore rapporto con i cittadini e la consapevolezza di svolgere un importante servizio che rappresenta un riferimento costante nel tempo.

I festeggiamenti sono stati rinviati a data da destinarsi a causa della pandemia e delle restrizioni imposte dall’ultimo DPCM, ma questa sera, la Mole Antonelliana si illuminerà alle ore 20 con una proiezione dedicata alla ricorrenza di questa importante data, per ricordare ai cittadini che, ogni giorno e ancor di più in questo particolare e difficile periodo storico, i Civich, oggi come allora, sono presenti sulle strade della città, per servire e per proteggere.