ilTorinese

Anas: galleria ‘Claviere’chiusa al traffico

Anas ha programmato l’ispezione tecnica ricorrente all’interno di galleria ‘Claviere’, nell’ambito dell’omonimo territorio comunale, tra il km 95,250 e il km 96,460 della strada statale 24 “del Monginevro”.

Per consentire lo svolgimento delle attività in sicurezza, dalle 21:00 di  lunedì 2 dicembre, alle 5:00 di  martedì 3 dicembre, la galleria sarà chiusa al traffico.

Durante la chiusura i veicoli con peso inferiore a 26 tonnellate saranno deviati all’interno del centro abitato di Claviere. I mezzi con peso superiore alle 26 tonnellate potranno raggiungere la Francia percorrendo la A32 con proseguimento al Traforo del Frejus.

Stellantis, Ruffino (Az): “Ipotesi liquidazione Tavares insostenibile”

“Premesso che è assolutamente urgente che il presidente John Elkann riferisca in Parlamento, la vicenda Stellantis va assumendo contorni drammatici che vanno ben oltre lo stato di crisi dell’automotive. Se l’autore del fallimento, Carlos Tavares, viene premiato con una liquidazione di 100 milioni di euro, a poco vale invocare il diritto privato che regola i rapporti all’interno di un’azienda privata.
La questione è di natura pubblica: lo Stato italiano non può erogare più un solo centesimo per sostenere un’azienda che dissipa così i capitali. I soldi dei contribuenti italiani non possono finire in quel pozzo di San Patrizio che è diventata Stellantis. Noi in più occasioni e in più sedi istituzionali, abbiamo sottolineato a Stellantis la necessità di un piano industriale chiaro e definito e al governo di ripristinare il fondo per l’automotive: ci vogliono fatti concreti”.
Lo dichiara Daniela Ruffino, deputata di Azione.

Silvio Magliano: “Vuoti a rendere proposta statalista”

“Per intervenire sulla povertà non serve questo intento persecutorio, ma condivisione di obiettivi”

Nell’audizione con le associazioni e i sindacati dei proprietari di casa, avvenuta questa mattina in II Commissione del Consiglio regionale del Piemonte su mia richiesta, abbiamo potuto approfondire il tema della proposta di deliberazione in Consiglio Comunale di Torino, denominata “Vuoti a rendere”, che definisce una serie di iniziative per il monitoraggio degli appartamenti sfitti e l’eventuale sanzione ai proprietari. Già il nome che è stato scelto per questa campagna, diventata poi proposta di deliberazione di iniziativa popolare, è indicativo di una volontà vessatoria: “Vuoti a rendere”, come se i proprietari di casa dovessero rendere ciò che è loro alla collettività. Un approccio evidentemente inquietante, degno di altre epoche e di altre società, in cui la proprietà privata non era certamente vista di buon occhio.

Il problema della povertà, dell’aumento delle povertà grigie, della difficoltà di molte famiglie di trovare una casa in affitto e soprattutto di poterla pagare, non può e non deve essere sottovalutato: nella visione del Gruppo Consiliare Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale è necessario potenziare Lo.C.A.Re, – Agenzia Sociale Comunale per la locazione, mettendola in grado di incidere veramente sul bisogno, mettere a disposizione quanto prima il patrimonio immobiliare di edilizia residenziale pubblico attualmente non utilizzato, ma soprattutto è fondamentale instaurare un dialogo con tutte le parti coinvolte, come peraltro a Torino si è sempre fatto in questo ambito. La volontà di trovare soluzioni praticabili esiste e sono certo che i proprietari di casa non si tireranno indietro di fronte a una seria interlocuzione che li metta nelle condizioni di affittare con ragionevoli garanzie i propri appartamenti, che spesso costituiscono un patrimonio costruito nelle generazioni con fatica e attitudine al risparmio, negli ultimi anni, tra l’altro, coinvolti in costosi adeguamenti dalle varie normative che si sono succedute su tematiche ambientali, energetiche, di sicurezza.

D’altra parte, tenere una casa sfitta è un costo che si aggira attorno ai 3mila euro all’anno, non esiste convenienza nel decidere di non affittarlo; molti appartamenti sono nel circuito dell’affitto agli studenti, altri sono in stabili che sono in attesa di ristrutturazione, ci sono spesso motivazioni tangibili per cui non sono sul mercato.

Quello che sicuramente non si deve fare è cercare lo scontro, prima di tutto nelle intenzioni: la proposta di deliberazione è irricevibile e soprattutto inattuabile perché contraria alle norme vigenti, ma nel trinomio “censimento, diffida, requisizione” si legge una volontà persecutoria verso la proprietà privata che non si può giustificare dicendo che “Vuoti a rendere” è prima di tutto rivolto al patrimonio pubblico, come ho sentito questa mattina in Commissione.

Silvio Magliano

Presidente del Gruppo Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale

Consiglio Regionale del Piemonte

Shel Shapiro, dal Mausoleo della Bela Rosin a Casale

Un fortuito, interessantissimo incontro con un grande rappresentante del beat italiano anni ’60: Shel Shapiro. Alcuni giorni fa Shel ha partecipato all’evento “Bisogna saper vivere”, intreccio tra musica e parole condotto da Renzo Sicco nel Mausoleo della Bela Rosin di Torino. L’eccellente musicista londinese nato nel 1943 naturalizzato italiano, eclettico, anticonformista e uomo di cultura, ha sviluppato con arte raffinata la sua lunga carriera di cantautore, scrittore, doppiatore e autore per interpreti come Patti Pravo e Dori Ghezzi, arrangiatore per Mia Martini, Ornella Vanoni, Raffaella Carrà, Mina e Dik Dik, produttore di album e singoli per Enrico Ruggeri, Gianni Morandi, Rino Gaetano, Luca Barbarossa e Ombretta Colli, moglie di Giorgio Gaber. Come attore cinematografico partecipò con Vittorio Gassman e Stefania Sandrelli a “Brancaleone alle Crociate” di Mario Monicelli e a “Rita, la figlia americana” di Piero Vivarelli con Totò e Rita Pavone.

Prese parte alla commedia televisiva “Non cantare spara” di Leo Chiosso (paroliere di Fred Buscaglione) con il Quartetto Cetra e allo show di Febo Conti per gli alunni delle scuole medie “Chissà chi lo sa” dove il suo gruppo fu il più votato in Italia dal sondaggio promosso dal settimanale “Giovani”. Partecipò come attore teatrale a “Shylock”, tratto da William Shakespeare con Moni Ovadia. A Torino, durante un concerto con il gruppo formato in Inghilterra negli anni ’60, i musicisti si trovarono ad eseguire il repertorio in sostituzione del solista rimasto improvvisamente senza voce e l’episodio determinò la carriera solistica di Shel che fu scritturato per altri eventi musicali. A Roma fu notato da Teddy Reno suo futuro produttore, marito e manager di Rita Pavone che inserì il gruppo dei Rokes nello spettacolo televisivo “Gian Burrasca”. Il complesso partecipò al “Festival degli Sconosciuti” di Ariccia e fu tra i migliori gruppi italiani della Beat Generation ad essere invitato nel Piper romano con Patti Pravo.
Furono definiti i Beatles italiani senza essere per nulla scalfiti dalla diversa scala di valori del grande gruppo di Liverpool. Il successo dei Rokes è rappresentato dai cinque milioni di dischi venduti nel mondo e la loro immagine si identifica con le famose chitarre a freccia Eko Rokes del marchio Eko Guitars, ancora oggi ricercate dai collezionisti per la qualità dei materiali utilizzati. A ottobre Shel è stato invitato a Mestre per i festeggiamenti della storica etichetta veneta Azzurra Music con Tony Esposito, Maurizio Vandelli e Le Orme, serata presentata da Mara Venier. Il vuoto musicale immerso nel silenzio di un profondo sonno spettrale degli ultimi decenni non ha impedito a Shel di aprirsi un varco nella barriera immobile della bonaccia contemporanea e con lo stesso impegno artistico giovanile continua a dialogare con le nuove generazioni ed accumulare esperienze. I testi musicali dei Rokes ispirati alla fratellanza e alla pace e le note distorte trasognate di tristezza rappresentarono uno splendido miraggio per la nostra generazione di adolescenti ormai assopita dal tramonto delle illusioni. Dopo aver atteso invano per oltre mezzo secolo la nascita di una nuova estetica musicale, il sogno visionario del ’68 è destinato a non ripetersi.
Jack Kerouac è ormai lontano.
Armano Luigi Gozzano

Ius scholae e immigrazione, i Moderati aprono il confronto

Il tema dello ius scholae è di grande attualità nel dibattito politico con posizioni divergenti tra i partiti.

 

Anche all’interno della maggioranza di centrodestra il vicepremier Tajani si è differenziato dimostrando aperture. Se ne è discusso nelle scorse settimane  in Piemonte dove, in Consiglio regionale, il centrodestra ha ribadito che per ottenere la cittadinanza gli anni  debbano essere almeno 10,  la durata della scuola dell’obbligo per italiani e stranieri.

Il dibattito organizzato dai 𝐌𝐨𝐝𝐞𝐫𝐚𝐭𝐢  questa sera al Collegio degli Artigianelli di Torino è servito a fare il punto della situazione attraverso un confronto tra il Presidente della Regione, 𝐀𝐥𝐛𝐞𝐫𝐭𝐨 𝐂𝐢𝐫𝐢𝐨, il Sindaco di Torino, 𝐒𝐭𝐞𝐟𝐚𝐧𝐨 𝐋𝐨 𝐑𝐮𝐬𝐬𝐨, l’Assessora all’Istruzione di Torino, 𝐂𝐚𝐫𝐥𝐨𝐭𝐭𝐚 𝐒𝐚𝐥𝐞𝐫𝐧𝐨, il capogruppo della Lista Cirio Silvio Magliano e il leader dei Moderati, 𝐆𝐢𝐚𝐜𝐨𝐦𝐨 𝐏𝐨𝐫𝐭𝐚𝐬. Si è parlato di immigrazione e ius scholae, due temi oggi attualissimi.

Al netto delle diverse posizioni tra destra e sinistra, è stata un’opportunità per affrontare proposte, provvedimenti e  norme che riguardano da vicino la vita delle persone e della comunità. Alla serata sono intervenuti numerosi amministratori ed esponenti politici, tra i quali la deputata di Azione Daniela Ruffino, il presidente della Commissione Ambiente della Regione Sergio  Bartoli e il consigliere regionale Mario Salvatore Castello.

Grattacielo Regione, fiaccole per non far calare il buio sulla Siria

 Mentre ad Aleppo l’offensiva delle milizie jihadiste ha riportato nell’incubo del fondamentalismo milioni di persone, a Torino, sotto al Grattacielo della Regione Piemonte, la Fondazione H.Opes ha organizzato questa sera una fiaccolata simbolica insieme all’Assessorato regionale alla Cooperazione Internazionale per tenere alta l’attenzione sulla crisi umanitaria in corso.

 

Per l’occasione, nella piazza del Grattacielo, è stata esposta l’”Icona dell’Intercessione”, donata nel 2023 dal patriarca di Antiochia, Gerusalemme e Tutto l’Oriente, Youssef Absi, alla Regione Piemonte, in segno di riconoscenza per aver promosso e sostenuto azioni culturali e sociali intraprese in Siria, come il progetto “Scuola di icone” tenuto da Fondazione H.Opes a Damasco proprio nel 2023.

 

“In questi anni in Siria siamo riusciti ad avviare importanti progetti di ricostruzione, nella consapevolezza che il paese possa rialzarsi solo partendo dai giovani – spiega il direttore della Fondazione H.Opes Federico Gallas -. Grazie al contributo della cooperazione internazionale della Regione Piemonte abbiamo ricostruito l’asilo di Maaloula, dato vita alla Scuola di Icone di Damasco, creato il premio World Heritage Hero in memoria del prof. Khaled al-Asaad ucciso dall’ISIS e collaborato con il Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale per formare i giovani archeologi siriani impegnati nel restaurare i beni culturali distrutti dagli jihadisti. Speravamo che l’incubo del terrorismo fosse ormai un brutto ricordo, ma gli eventi di questi giorni ci ricordano che non è così”.
“Da Aleppo ci giungono notizie preoccupanti, ma anche messaggi di tanti siriani decisi a non rassegnarsi davanti all’avanzata jihadista. Noi saremo sempre al loro fianco, per ricostruire la pace in Siria” dichiara il responsabile operativo di H.Opes Saaman Daoud.

 

“Il Piemonte è stato protagonista della ricostruzione della Siria quando in Europa nessuno si curava più del suo dramma ed è ora in prima linea per sensibilizzare le coscienze affinché in quella culla di Civiltà non ritorni a dettare legge un califfato di tagliagole – dichiara l’assessore della Regione Piemonte alla Cooperazione Internazionale Maurizio Marrone -. Il pluralismo religioso della Repubblica Araba Siriana è patrimonio dell’umanità intera e va difeso ad ogni costo dal fondamentalismo dei terroristi”.

In Sala Rossa il punto sugli scontri violenti in piazza durante lo sciopero

/

L’assessore alla Sicurezza Marco Porcedda è intervenuto, questo pomeriggio in Sala Rossa, per rispondere alla richiesta di comunicazioni riguardante gli episodi di violenza e gli scontri avvenuti la settimana scorsa in città. Nel suo intervento, Porcedda ha spiegato che venerdì scorso, 29 novembre, alcuni manifestanti si sono staccati dal corteo principale, dando vita a un nuovo corteo, recandosi sotto la sede della Prefettura, dove hanno lanciato uova e vernice contro le Forze dell’ordine.

Successivamente – ha detto – hanno raggiunto la stazione ferroviaria di Porta Nuova, cercando di entrare. Una decina di persone è riuscita e la stazione è stata quindi chiusa in entrata e in uscita per quasi un’ora. Alcune persone si sono poi spostate verso la stazione di Porta Susa, dove hanno occupato i binari per circa un quarto d’ora. Si sono poi ricongiunte al primo spezzone del corteo. Lo stesso giorno, un altro gruppo di manifestanti ha effettuato un blitz alle Ogr Tech, dove ci sono anche gli uffici della Leonardo.

“Manifestare è un diritto costituzionale – ha affermato ancora l’assessore – che deve essere sempre garantito nella più totale libertà di espressione, ma la violenza è un atto da condannare sempre, senza alcuna ambiguità”. Nell’esprimere solidarietà alle Forze dell’ordine, che hanno svolto un compito molto delicato, Porcedda ha ribadito con forza che la Città non può assolutamente tollerare atti di violenza e vandalismo. “Saremo sempre pronti – ha concluso – a difendere i diritti democratici ma, con altrettanta determinazione, saremo pronti a condannare chiunque li utilizzi come pretesto per minare la sicurezza di tutti”.

Dopo la relazione dell’assessore, si è aperto il dibattito in Aula. Prima ad intervenirla consigliera Federica Scanderebech (Forza Italia) che ha ribadito come bloccare la città, imbrattare spazi pubblici o privati, urlare slogan violenti o compiere aggressioni fisiche, rappresenta una deriva pericolosa da isolare e coNdannare fermamente. Sono comportamenti che non solo danneggiano le cause che altri manifestanti portano avanti in modo pacifico, ma colpiscono al cuore la democrazia e il diritto alla protesta civile. È essenziale che si prendano le distanze e isindaco ha il potere e la responsabilità di intervenire con fermezza.

Per Enzo Liardo è importante dare una cornice alle dichiarazioni dell’assessore, che ha parlato di manifestanti e frange estreme: “Non si chiamano manifestanti, si chiamano Askatasuna”, come capita sempre, quando ci sono disordini in città e come hanno dichiarato le Forze dell’ordine che li conoscono benissimo. Al sindaco, il consigliere di Fratelli d’Italia, ricorda che i cittadini chiedono di chiudere quel centro sociale.

Per Giuseppe Catizone manca il cosa fare per evitare che succeda di nuovo e trovarsi il lunedì in Aula a discuterne. I responsabili sono sempre identificabili e da quando si è insediato il sindaco sono diversi gli episodi violenti in città in cui sono stati coinvolti membri di Askatasuna che non sembra abbiano intenzione di abbandonare i loro intenti bellicosi. Per il consigliere della Lega diventa allora necessario mettere la parola fine al progetto bene comune che riguarda quello spazio.

Per il consigliere di Torino Bellissima Pierlucio Firrao sta diventando una pericolosa consuetudine il dissenso che sfocia in violenze con feriti fra le forze dell’ordine. Firrao lamenta che Alcune forze politiche, in Aula, parlano di criminalità del dissenso mentre questo è un dissenso criminale e quelle forze politiche dovrebbero prenderne le distanze.

Invita invece ad una riflessione approfondita Andrea Russi, convinto che la crisi economica e sociale che attraversano la nostra città non possano più essere ignoratePer il consigliere del MoVimento 5stelle stanno aumentando le diseguaglianze e peggiora la qualità della vita delle famiglie, mentre i margini di confronto sono sempre più stretti o vengono repressi.

Ferrante De Benedictis (Fd’I) si è detto preoccupato per la violenza di piazza, ma ancor di più per l’indifferenza di una certa parte della politica di fronte a episodi che fanno rabbrividire. Ci sono certamente fratture sociali – ha detto – ma in corteo non c’erano operai di Stellantis, ma figli di papà. È arrivato il momento di denunciare, di dire basta alla violenza e agli attacchi alle Forze dell’ordine – ha concluso, chiedendo di bloccare la co-progettazione dell’immobile occupato da Askatasuna.

Non si capisce perché certi elementi non vengono arrestati – ha dichiarato Pietro Abbruzzese (Torino Bellissima), chiedendo di fare un sopralluogo all’ex Askatasuna e di valutare altre progettualità sull’immobile.

Pino Iannò (Torino Libero Pensiero) ha espresso massima solidarietà a forze dell’ordine e commercianti, vittime di ordinarie scene di guerriglia urbana e di violenza gratuita. Ha quindi annunciato l’ulteriore richiesta di sopralluogo all’immobile di corso Regina Margherita.

Per Claudio Cerrato (PD) la solidarietà non è scontata e compiere atti di violenza nei confronti di lavoratori pensando di difendere i diritti di altri lavoratori non è concepibile, così come lo scontro con le forze dell’ordine che non c’entra nulla con il diritto alla protesta. C’è una recrudescenza di violenza giovanile nella nostra città. Ma non si può ridurre la violenza in città ad un’unica matrice.

Fabrizio Ricca (Lega) ritiene che ormai ogni manifestazione per qualcuno è una scusa per devastare e distruggere. Una pessima abitudine. Serve che le istituzioni facciano sentire i muscoli. Non certo i manganelli, che non c’è, per Ricca, arma più forte della penna. Servono atti che si traducano in provvedimenti per la legalità che in questa città deve vincere sempre.

Silvio Viale (+Europa e Radicali) ritiene insopportabile che questo Consiglio comunale non abbia ancora preso una decisione, emesso un documento di condanna. Il consigliere chiede poi un sopralluogo nei locali di Askatasuna e di audire i cinque garanti di quel progetto. Bisogna sbloccare quella situazione.

Anche Valentina Sganga (M5S) condanna le degenerazioni violente, tanto più perché forniscono un alibi alle forze di centrodestra per non parlare delle rivendicazioni al centro dello sciopero e di quelle manifestazioni. Sostegno allora ai lavoratori del trasporto pubblico. Per Sganga, la retorica contro la violenza è strumentale e ipocrita, utile per fare la lezioncina in Aula sui centri sociali ma inesistente quando si affrontano il tema della giustizia sociale per i lavoratori o questioni fondamentali per l’umanità come il genocidio palestinese.

Per Domenico Garcea (Forza Italia) i violenti che hanno devastato la città, sono delinquenti che hanno un nome e un cognome. Ma Askatasuna, per Garcea non si può toccare perché la maggioranza che governa la città è ricattata da una parte della sinistra che siede in Sala Rossa e difende quei delinquenti.

Nel suo intervento, Sara Diena (Sinistra Ecologista) ha dichiarato che la retorica della destra è sempre la stessa, mette il focus su quello che è possibile raccontare ai giornalisti e sui social. E’ da tre anni che parliamo solo di questo perché da tre anni non arrivano altri stimoli dal centrodestra. Occorre capire perché il disagio giovanile si manifesti così. Non ci sono spazi di partecipazione e nel mondo va tutto male. Vedere giovani che esprimono disagio verso un mondo che va al collasso è la vera domanda che bisognerebbe porsi.

Ha chiuso la serie degli interventi il Sindaco Stefano Lo Russo, che ha ribadito come non ci debba essere alcuna ambiguità nella condanna delle forme di violenza che abbiamo visto: “La cosa che rammarica è che noi oggi ci troviamo a discutere gli atti e violenti e questo ha clamorosamente offuscato lo sciopero generale che ha avuto una forte una forte adesione che però ha avuto oggettivamente una piattaforma di contrasto e di contestazione rispetto a un impianto di manovra finanziaria. E questo elemento – ha sottolineato il sindaco – è stato un elemento che ha danneggiato le lavoratrici e i lavoratori che hanno aderito allo scioperoIo credo che questo sia un Paese in cui deve essere sempre e senza alcuna ambiguità garantito il diritto di manifestare purché questo avvenga nel quadro delle regole democratiche senza alcuna forma di violenza. Questo vale anche per il diritto di sciopero”.

Lo Russo ha quindi ribadito come la responsabilità penale è sempre soggettiva e che non è compito del sindaco accertare le responsabilità penali dei cittadini o delle cittadine che si rendono responsabili di reati ma ci sono istituzioni preposte per questi compiti, per l’accertamento dell’identificazione di coloro che si rendono colpevoli di reati e l’accertamento di eventuali misure restrittive. Sugli sgomberi, Lo Russo ha sottolineato che esistono le autorità preposte per effettuarli nel caso si ravvisino situazioni che richiedano interventi per la tutela dell’incolumità pubblica o di ordine pubblico. L’Amministrazione comunale deve occuparsi della corretta gestione di quel bene e ha avviato un percorso anche se difficile e complesso.

AVS, Disturbi comportamento alimentare: chi può paga e si cura, chi non può resta senza 

La Regione Piemonte è stata negli anni pioniera nei servizi di cura offerti alle persone affette da disturbi del comportamento alimentare, oggi invece le prestazioni dietistiche non sono più considerate nemmeno nell’ambito extra Lea e la condizione materiale per qualunque paziente abbia bisogno di una terapia dietistica è quella di non potervi accedere in ambulatorio. I centri per le cure dei DCA sono del tutto insufficienti, a partire da quello delle Molinette che continua ad avere solo sette posti letto. Ma c’è di più: i pazienti una volta dimessi non hanno nemmeno il servizio del fondamentale controllo ambulatoriale durante il percorso di recupero. Ancora una volta chi può paga e si cura, chi non può resta senza prestazioni fondamentali. Crediamo che non sia accettabile, i disturbi del comportamento alimentare sono aumentati in Piemonte del 112% nel periodo post pandemico, come ci hanno spiegato le dietiste audite. In Italia i disturbi del comportamento alimentare, come anoressia e bulimia, sono la seconda causa di morte nella fascia dei giovanissimi, chi ha tra i 14 e i 18 anni. In cura ci sono oltre 3 milioni di persone. Le associazioni che quotidianamente si occupano del tema, come fiocchetto Lilla, chiedono al governo che vengano finalmente compiutamente inseriti nei Lea i disturbi alimentari, con percorsi specifici e linee guida chiare che possano garantire un diritto alla cura paritario in tutto il territorio nazionale. Alcune regioni, in attesa dell’inserimento nel nomenclatore nazionale, stanno garantendo il servizio inserendo le prestazioni dietistiche nel proprio nomenclatore regionale, per permettere di dare risposte adeguate alle persone che ne hanno bisogno.

Il Piemonte cosa fa? Per ora c’è “un’interlocuzione aperta” con l’assessore alla sanità, intanto però i e le pazienti, anche chi per gravità necessita il ricovero, una volta dimesso dall’ospedale non sa a chi rivolgersi.
Noi di AVS abbiamo presentato un emendamento alla variazione di bilancio in Regione che chiedeva di utilizzare i finanziamenti a fondo vita nascente per i disturbi alimentari, ritenendo decisamente più utile impiegare denaro pubblico per prendersi cura delle persone che soffrono invece che regalarli ad associazioni antiscelta che arbitrariamente decidono a chi assegnarli: la maggioranza lo ha respinto.

C’è bisogno di risposte concrete subito, i percorsi di cura per prevenire, contrastare e curare i disturbi del comportamento alimentare sono sempre più necessari e non possiamo permetterci di arretrare in termini di politiche messe in campo mentre il fenomeno inesorabilmente avanza sul territorio piemontese.

Alice Ravinale capogruppo AVS Regione Piemonte
Valentina Cera consigliera AVS Regione Piemonte
Giulia Marro consigliera AVS Regione Piemonte

Dopo il successo del Tour de France a Torino e in Piemonte arriva la Vuelta

/

Come successo per il Tour de France, che quest’anno ha visto il Piemonte protagonista della ‘Grand Départ’, anche le 4 tappe della ‘Gran Salida’ della Vuelta a España 2025 coinvolgeranno il territorio subalpino.

 

Dopo Lisbona nel 1997, Assen nel 2009, Nîmes nel 2017, Utrecht nel 2022 e Lisbona Oeiras e Cascais nel 2024, il prossimo 23 agosto la Vuelta partirà da Torino-Venaria Reale, già teatro quest’anno dell’avvio del Giro d’Italia, dopo la presentazione dei team e delle squadre a Torino in una location da definire.

 

La Vuelta 25 entra nel parterre dei grandi eventi sportivi internazionali in Piemonte e si unisce alle competizioni ospitate nel 2024: la Frecciarossa Final Eight di basket, il Fencing Grand Prix Trofeo Inalpi di scherma, le Final Six di ginnastica ritmica, il Giro d’Italia, il Tour de France, le Nitto ATP Finals di tennis e l’Italia vs All Blacks di rugby.

La tappa inaugurale partirà da Torino-Venaria Realepasserà per Torino, con il “Km 0”, e si dirigerà a Novara su un percorso di 183 chilometri. La seconda inizierà ad Alba (Cn) e finirà 157 chilometri dopo a Limone Piemonte (Cn), segnando il primo arrivo in vetta della corsa. La terza si svolgerà da San Maurizio Canavese (To) a Ceres (To), per 139 chilometri. La quarta e ultima tappa italiana, con arrivo in Francia, partirà da Susa (To).

 

Grazie all’investimento di 4,5 milioni di euro (più Iva) della Regione Piemonte, l’ 80ª edizione della Vuelta, a 90 anni dalla nascita della manifestazione – che offrirà alla gara scenari unici tra città d’arte, colline e montagne -, determinerà sul territorio una doppia ricaduta, economica e promozionale.

 

La Vuelta a España – inserita dall’Unione Ciclistica Internazionale nel circuito professionistico del World Tour – dura tre settimane nel periodo agosto-settembre ed è seguita da circa 200 broadcast al mondo con oltre 15mila ore prodotte in tutti i Paesi e, in Spagna, l’audience media in televisione è pari a 1milione e 300mila spettatori giornalieri. Inoltre, il sito internet della Vuelta registra oltre 18 milioni di contatti annui e sui social media raggiunge quasi 13milioni di visualizzazioni con oltre 2milioni di follower.

 

Il Piemonte è l’unica regione italiana a ospitare le grandi partenze di tutte e tre le più importanti corse mondiali a tappe ciclistiche su strada – dichiarano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore regionale allo Sport, Cultura e Turismo, Marina Chiarelli -. Dopo il Giro d’Italia e il Tour de France, il cui impatto economico sul territorio è stato di 84,5 milioni di euro, il prossimo anno saranno gli atleti della Vuelta a pedalare sul nostro territorio. L’arrivo della gara spagnola conferma la vocazione della regione a ospitare grandi eventi sportivi di rilevanza internazionale e, grazie anche all’elevata esposizione mediatica, la competizione ci porterà nuovamente sulla ribalta mondiale.

 

Un altro grande evento ciclistico attraverserà Torino e l’area metropolitana torinese e ne siamo davvero molto contenti – sottolinea Stefano Lo Russo sindaco della Città Metropolitana e della Città di Torino -. Sono sempre di più i grandi eventi sportivi che scelgono Torino e il Piemonte, attrarli è un obiettivo cui, di concerto con la Regione, stiamo lavorando molto e i numeri confermano che siamo sulla strada giusta. Durante le tappe del Giro d’Italia e del Tour de France 20milioni di spettatori hanno ammirato le bellezze del nostro territorio sugli schermi televisivi e centinaia di migliaia di appassionati sono arrivati a seguito delle carovane dei ciclisti generando un impatto economico di oltre 30milioni per le attività commerciali e il turismo. Senza dimenticare il grande valore, più difficile da misurare ma altrettanto importante, di promozione della pratica sportiva, specie tra i più giovani, che queste grandi competizioni sportive generano”.

 

La Vuelta 25 partirà dal Piemonte, ai piedi delle montagne e con lo splendido scenario delle Alpi, in un’edizione davvero speciale che celebra il 90° anniversario della corsa e l’80^ edizione – afferma Javier Guillen, direttore generale La Vuelta -. Con questa regione si amplia l’elenco delle località internazionali visitate dalla ronda española e rafforza ulteriormente i legami tra i grandi Paesi del ciclismo europeo. Nel corso dei suoi novant’anni di storia, La Vuelta ha attraversato paesi con forti tradizioni ciclistiche, come Francia, Belgio e Paesi Bassi. Siamo felici che con la prossima edizione a questi si aggiunga l’Italia, e in particolare il Piemonte, terra di grandi campioni”.

 

 

Impatto economico in Piemonte del Giro d’Italia e del Tour de France 2024

La ricerca “Analisi e monitoraggio delle ricadute economiche generate dal Giro d’Italia e dal Tour de France 2024 nella Regione Piemonte” commissionata dalla Regione e affidata al dipartimento di management dell’Università degli Studi di Torino, rileva che gli eventi sportivi hanno un impatto economico significativo sul territorio, generano entrate, attraverso il flusso degli spettatori e dei partecipanti (atleti, organizzatori, ospiti, media accreditati), creano opportunità di lavoro e di investimento per la città e per la regione ospitante.

 

Lo studio presenta i risultati di un questionario distribuito nei comuni durante la partenza e l’arrivo delle singole tappe. Un sondaggio che ha permesso di raccogliere dati diretti dalle attività commerciali e dai turisti di prossimità presenti agli eventi, fornendo una panoramica dettagliata delle ricadute economiche sul territorio.

 

Numeri del Giro d’Italia: oltre 7.500 persone coinvolte nell’evento (pubblico escluso) di cui 802 atleti professionisti e componenti del team; 836 dell’organizzazione, oltre 620 staff sponsor; oltre 80 fotografi; 280 giornalisti; 262 official broadcaster; 173 TV production e 4 mila ospiti. Impatto mediatico nazionale e internazionale: 21 mila ore trasmesse; 701 milioni di spettatori ci cui 21 milioni nelle 4 tappe piemontesi; 5 milioni gli utenti delle social community; oltre 241 milioni di video visti sui canali ufficiali.

 

Numeri del Tour de France – oltre 7 mila persone coinvolte nell’evento (pubblico escluso) di cui 1.800 atleti professionisti e componenti del team; 500 addetti al villaggio; 2.250 addetti logistica; 450 tra fotografi e giornalisti; 2 mila ospiti. Impatto mediatico nazionale e internazionale: oltre 1 miliardo di ore trasmesse; 12 milioni i telespettatori di ogni tappa; 12 milioni di followers sui social network; oltre 300 milioni di video visti sui canali ufficiali.

 

Prudenzialmente la ricerca ha stimato la presenza di circa 300 mila persone per il Giro d’Italia e 75 mila per il Tour de France.

 

L’impatto economico diretto dei partecipanti è stato di oltre 34 milioni di euro27,5 milioni per il Giro d’Italia e 6,88 milioni per il Tour de France, con una spesa media giornaliera degli spettatori di 115,19 euro.

 

Partendo da questo dato, la ricerca ha analizzato l’impatto economico generale sommando effetto diretto (spese sostenute per l’organizzazione degli eventi sportivi e dal pubblico sul territorio), effetto indiretto (ricadute in altri settori) ed effetto indotto (impatto sui ricavi generati in tutti i settori).

 

Per avere l’impatto economico netto a questa cifra va sottratta la spesa iniziale pari a 11 milioni di euro sostenuta dalle istituzioni per l’organizzazione degli eventi.

 

Ne deriva che l’impatto economico netto immediato delle Grandi partenze del Giro d’Italia e del Tour de France 2024 in Piemonte è stato di 84 milioni e 500 mila di euro. Ovvero, ogni euro investito ne ha generati circa 8.

Tra gli effetti positivi della ricaduta economica dei due importanti appuntamenti sportivi si evidenziano: benefici economici per le attività commerciali nelle zone limitrofe agli eventi; maggiore diffusione della pratica sportiva; promozione mediatica internazionale; valorizzazione turistica del territorio benefici sociali.