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La tradizione del presepe rivive da Peraga

In questo Natale così diverso rispetto al solito, dove si sente forte la mancanza di mercatini, fiere e presepi viventi, uno dei luoghi incantati dove poter finalmente respirare l’atmosfera natalizia con tutta la famiglia è Peraga, uno dei Garden Center più grandi d’Italia che sotto le feste si trasforma in un grande villaggio di Natale.

Un luogo magico e incredibile, ricco di attrazioni assolutamente da non perdere, come i presepi semoventi e una delle più grandi e affascinanti esposizioni Lemax d’Europa: un villaggio fiammingo alto più di tre metri dall’atmosfera dolce e romantica, capace di stregare chiunque. 6 ambientazioni, un vero e proprio villaggio formato mignon, estremamente particolareggiato, dipinto a mano e realizzato fin nei più piccoli dettagli, un incantevole mondo in miniatura, composto da una moltitudine di paesaggi, colori, personaggi, attrazioni ed edifici che prendono vita attraverso luci e suoni.

Per gli amanti della tradizione, da Peraga c’è da perdersi tra le migliaia di statuine e le opere d’arte di artigiani e dei celebri maestri napoletani. Statuette, luci, muschi e capanne, da Peraga c’è tutto l’occorrente per creare il proprio Presepe perfetto ma non solo: sono tantissime le ambientazioni già allestite, da usare come ispirazione o anche solo per rifarsi gli occhi e lasciarsi avvolgere dalla magia delle feste.

Tradizione, bellezza, artigianalità, maestria… in Italia quella per il Presepe è una vera e propria passione e rappresenta un momento intimo, atteso da grandi e piccini, un’occasione per riunirsi in famiglia e dar vita alla storia delle storie: quella della Natività.

Il Natale da Peraga: https://www.youtube.com/watch?v=bAEuB0TGSLg&t=1s&ab_channel=PeragaGardenCenter

Tav, Sim carabinieri: “tutelare le forze dell’ordine”

“Ancora una volta un pomeriggio di scontri presso il cantiere TAV della Val Susa, quello che si è vissuto nel pomeriggio del 13 dicembre, da non poter più essere definiti “attimi di tensione”.

Un copione già visto, con una manifestazione autorizzata nei pressi del campo sportivo di Giaglione ma che poi, senza autorizzazione alcuna, si è spostata lungo i sentieri in prossimità della zona rossa del cantiere, dove i soliti noti hanno sfogato il loro dissenso con lanci di bombe carta e pietre nei confronti delle Forze dell’Ordine impegnate nel servizio di ordine pubblico. Un impiego estremamente delicato, in scenari non certo consueti, quali i boschi esterni al cantiere stesso, ove è già abbastanza impegnativo fronteggiare le condizioni climatiche avverse e il precario equilibrio di percorsi montani, reso ulteriormente disagevole e pericoloso da quelli che stanno diventando ormai sistematici attacchi alle Forze dell’Ordine, nella più totale indifferenza generale. E così l’ennesimo bilancio della giornata fa registrare, ancora una volta, tre feriti fra gli operatori. Vogliamo  ricordare a tutti che noi non siamo carne da macello, nè vogliamo diventare la valvola di sfogo di coloro che, a quanto pare, non conoscono forme legali e democratiche per manifestare il proprio dissenso. Questo è il motivo per il quale da parte degli uomini e donne in uniforme, che questa sigla sindacale rappresenta, si alza forte la richiesta di un intervento politico serio e risolutore, con regole d’impiego che tutelino concretamente e seriamente gli operatori di Polizia impegnati in questi delicati servizi. Ai colleghi feriti va la solidarietà di tutta la Segreteria unitamente agli auspici per una completa e pronta guarigione.

SIM CARABINIERI

Antonio Serpi
Segretario Generale Nazionale SIM Carabinieri

Pier Luigi Capra
Segretario Generale SIMCC
Regione Piemonte e Valle d’Aosta

Costanzo (M5S): “Pininfarina Engineering valuti sospensione procedura licenziamento”

“Domani mi auguro che all’esito dell’incontro in Regione con i vertici della Pininfarina Engineering e sindacati si arrivi alla sospensione della procedura di licenziamento.

Dobbiamo considerare che i 75 giorni di concertazione per tentare di ricollocare i lavoratori scadranno il 15 gennaio, ma l’obiettivo deve necessariamente essere quello di raggiungere prima un accordo tra azienda e parti sociali. Siccome si tratta, lo voglio specificare, di una contrazione parziale, e non di una interruzione totale delle attività della controllata Pininfarina Engineering, occorre richiedere immediatamente la sospensione dei licenziamenti.
La sottosegretaria al MISE Alessandra Todde è già al corrente della situazione e io sto depositando un’interrogazione al riguardo. Esistono misure alternative alla procedura di licenziamento pensate apposta per venire incontro alle necessità delle aziende in sofferenza durante la pandemia. Certo, deve esserci la volontà e la sensibilizzazione da parte dell’indiana Mahindra di mantenere i livelli occupazionali e produttivi sul territorio torinese, visto che si tratta di un marchio storico. Penso naturalmente al Recovery Fund, al fondo SURE a sostegno degli ammortizzatori sociali e delle altre misure per l’occupazione attivate in risposta alla crisi del Covid-19, fino agli incentivi dell’eco-bonus che indirettamente si ripercuotono su tutto il settore dell’automotive, compreso ovviamente l’indotto. Pininfarina Engineering è specializzata nel mercato automobilistico dello sviluppo prodotto «chiavi in mano» e le commesse non mancano.
I comportamenti recenti della casa madre indiana, che ha richiamato a sé le commesse di lavoro già assegnate lasciando senza lavoro i progettisti o quelli della nuova unità di ingegneria di Pininfarina Spa che ha ingaggiato progettisti esterni, nonostante i lavoratori della Engineering fossero in cassa Covid, non possono essere ignorati.
In aggiunta dopo la richiesta di liquidazione, Pininfarina ha chiesto alla controllata il distacco di 54 dipendenti per portare avanti le attività riacquisite dopo la decisione di metterla in liquidazione. Ciò conferma – continua Costanzo – che una vera cessazione dell’attività non c’è mai stata.
Auspico quindi un serio e collegiale lavoro di squadra a tutti i livelli istituzionali e produttivi. Così in una nota la  deputata torinese Jessica Costanzo in commissione Lavoro

Classifica del Sole 24 Ore: il Covid incide poco sulla qualità della vita in Piemonte

Pare che l’effetto Covid non pesi troppo sulla qualità della vita in Piemonte, rispetto alle altre regioni del Nord Italia

E’ quanto emerge dalla classifica del Sole 24 Ore sul benessere nei territori. A perdere  posizioni solo Novara, che è 42esima (-4), Biella, 57esima (-2) e Asti, 70esima (-4).

 Torino migliora e si posiziona, 21esima (-12) dopo Cuneo, che migliora di una posizione e si conferma il capoluogo di provincia dove si vive meglio nella nostra regione.

Verbania registra il miglioramento più significativo, con 18 posizioni guadagnate, collocandosi al 50esimo posto della classifica. Migliora di nove posizioni  Vercelli, che è 53esima, Alessandria sale di 8 posizioni:  è 75esima.

 

I DATI NAZIONALI: QUALITÀ DELLA VITA 2020: NELL’ANNO PIÙ DIFFICILE VINCE BOLOGNA. EFFETTO COVID SUL NORD MA IL SUD NON RECUPERA


Bolzano e Trento in seconda e terza posizione

Colpite duramente le grandi aeree metropolitane come Milano (12ª, -11 posizioni), Roma (32ª, -14), Firenze (27ª, -12) e Venezia (33ª, – 24).

Crescono Verona, Udine, Cagliari, Siena e Genova.

L’indagine fotografa il benessere nelle province italiane con 90 indicatori, di cui

60 aggiornati al 2020. 25 nuovi indicatori documentano le principali conseguenze del Covid-19 su salute, attività economiche e vita sociale

 

Tra contagi, decessi, crisi economiche, lockdown e quarantene come si misura la qualità della vita? La 31esima indagine del Sole 24 Ore sul benessere nei territori, presentata sul Sole Ore di lunedì 14 dicembre, parte proprio da questo interrogativo.

L’obiettivo dell’edizione 2020 – che analizza 90 indicatoriper la maggior parte (circa 60) aggiornati al 2020 in base agli ultimi dati disponibili – è raccontare in presa diretta il differente impatto della pandemia da coronavirus sui territori. L’impostazione della ricerca conferma le sei aree tematiche di analisi che fotografano la complessità della vita nelle province italiane: 1. Ricchezza e consumi; 2. Demografia e salute; 3. Affari e lavoro; 4. Ambiente e servizi; 5. Giustizia e sicurezza; 6. Cultura e tempo libero. Con una scelta di campo importante: all’interno di queste aree sono stati inseriti 25 indicatori che documentano le principali conseguenze del Covid-19 su salute, attività economiche e vita sociale. Tra questi nuovi parametri, ad esempio, ci sono i casi Covid in rapporto alla popolazione, l’unico indice il cui punteggio è stato pesato maggiormente nella determinazione della classifica finale proprio per testimoniare l’eccezionalità di questi mesi sulla vita quotidiana di tutti gli italiani.

La classifica generale premia Bologna, al primo posto, che guadagna ben 13 posizioni e traina un po’ tutte le province dell’Emilia Romagna. Ben cinque su nove si incontrano tra le prime venti: oltre al capoluogo, Parma (8ª), Forlì Cesena (14ª), Modena (15ª) e Reggio Emilia (17ª). In particolare, Bologna è prima in livello di Ricchezza e Consumi, quarta in Affari e Lavoro, seconda in Ambiente e Servizi, terza in Cultura e Tempo Libero. Di contro non brilla per Sicurezza e gestione della giustizia (106ª): è nella parte bassa della graduatoria nazionale per denunce di furti, estorsioni, frodi, violenze sessuali, comune denominatore di molte città universitarie con un’alta presenza di fuorisede.

Covid-19, il duro colpo al Nord “affonda” Milano

Sul podio ci sono Bolzano (2ª) e Trento (3ª), habitué della top 5 della Qualità della vita, che hanno saputo tenere le posizioni anche nell’anno della pandemia, benché siano ora attese alla prova di un inverno difficile per l’economia della montagna. A parte queste due province, dall’indagine risulta come soprattutto il Nord della Penisola esca penalizzato dagli effetti su larga scala del virus: qui, infatti, si registra la diffusione più elevata del Sars-Cov-2 in rapporto alla popolazione residente. Le province lombarde hanno segno negativo, in peggioramento rispetto allo scorso anno, ad eccezione di Sondrio e Mantova. Colpita anche Milano – vincitrice sia nel 2018 sia nel 2019 – che perde 11 posizioni, dove pesa il crollo del Pil pro capite in base alle stime 2020, ma anche il nuovo indicatore sullo spazio abitativo medio a disposizione (con una media di 51 mq per famiglia).

Penalizzate grandi città e località turistiche

La crisi penalizza le aree metropolitane più turistiche, come Venezia (33ª, in calo di 24 posizioni), Roma (32ª, -14), Firenze (27ª, -12) oppure Napoli (92ª, -11). E della mancanza di turisti risentono anche le località di marepeggiorano le province di Puglia e Sardegna (fatta eccezione per Cagliari e Foggia), Rimini (36ª, perde 19 posizioni rispetto allo scorso anno), Salerno, Siracusa e RagusaIn controtendenza solo la Liguria, tutta in miglioramento, dove addirittura Genova (19ª) celebra con una buona performance la riapertura del viadotto sul Polcevera dopo il crollo del ponte Morandi recuperando 26 posizioni. A registrare “scatti di crescita”, piazzandosi nella top ten, sono anche altre province di medie dimensioni come Verona (, +3 posizioni), Udine (, +10 che ottiene la sua migliore performance in Giustizia e sicurezza) e Cagliari (, +11, regina della categoria Demografia e salute).

Il Nord scende, ma il Sud non scala la classifica

I bilanci post pandemia sono ancora prematuri. Ma per il momento, pur colpendo soprattutto i territori che tradizionalmente occupano la parte più alta della graduatoria, non è riuscito a trascinarli sul fondo. Il Sud, infatti, resta fermo nella parte bassa della classifica, con i sui problemi di sempre. Le aree metropolitane del Mezzogiorno guadagnano posizioni al capitolo Demografia e salute, proprio perché il virus ha picchiato più duro altrove, ma restano sul fondo nelle altre categorie dove pesano i divari strutturali ereditati dal passato. Questo anno chiude la classifica Crotone, preceduta da Caltanissetta, ultima lo scorso anno.

L’effetto Covid in 25 indicatori

Per comprendere meglio l’impatto della pandemia che ha sconvolto il 2020 – e inevitabilmente ha influito sulla la qualità della vita nelle province – l’indagine del Sole 24 Ore propone anche un focus su 25 indicatori, aggiornati tra il 30 giugno e ottobre di quest’anno. Tra questi: il Pil pro capite; le ore di cassa integrazione autorizzate; il Reddito di cittadinanza; i decessi e le nascite; le iscrizioni e le cancellazioni all’anagrafe e al registro imprese; il numero di bar e ristoranti; la litigiosità in tribunale.

Dall’analisi dei 25 parametri emerge la profondità della crisi economica e sociale, per ora tenuta a bada da ammortizzatori, contributi e ristori statali. Il Reddito di cittadinanza, per esempio, aumenta nelle grandi metropoli e al Sud: a Milano, dove gli assegni sono poco meno di 13 ogni 1.000 abitanti, tra dicembre 2019 e agosto 2020 ne sono stati emessi il 40,3% in più. A Napoli e Palermo si tocca quota 49 e 51,5 contributi ogni 1,000 abitanti, in salita del 36% e del 33,2 per cento. Tra gennaio e settembre 2020, invece, le ore medie di cassa integrazione autorizzate sul territorio nazionale per ciascuna impresa sono salite del 5.975,21 per cento, con la situazione aspra in tutte le province d’Italia.

Alcune aree hanno incrementato la spesa sociale per rispondere a bisogni come l’assistenza domiciliare e il trasporto di anziani e disabili. Lo rilevano i primi dati comunicati alla banca dati Siope (anche se bisognerà aspettare i bilanci consuntivi): Bologna registra un aumento pro capite del 53,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ci sono, tuttavia, territori in cui, tra gennaio e giugno, la spesa sociale sembrerebbe calata molto rispetto allo stesso periodo 2019.

Il dinamismo imprenditoriale, poi, caratterizza alcuni territori più inclini a cogliere le opportunità anche nella pandemia. In particolare, a Lecco (+30,77%), Prato (+29,69%), Brindisi (+26,61%), e Matera (+26,23%) sono aumentate le imprese che fanno e-commerce, mentre il boom di start up si registra a Imperia (+200%), Viterbo (+66,67%), Arezzo (+54,55%) e Siena (+50%).

Focus sul digitale con 10 parametri: chi eccelle nella svolta digitale

L’analisi dei dati territoriali 2020 presenti nella Qualità della vita permette di rilevare – attraverso un’ulteriore selezione di dieci dei 90 indicatori – i divari esistenti nel Paese sul fronte dell’evoluzione digitale, che ha registrato una spinta senza precedenti e rappresentato un’àncora di salvezza per tanti settori, diventando un asset sempre più importante per il futuro. La geografia dell’Italia digitale, però, non è per niente scontata. E l’arrivo del virus non ha trovato tutti pronti allo stesso modo. Tra i primati si rileva Firenze, premiata dall’indice di trasformazione digitale elaborato dal Forum Pa, mentre Viterbo è in testa per il numero di Spid erogate ogni mille abitantiMonza e Brianza per la quota di enti pubblici che si affidano alla piattaforma unica Pago Pa e, infine, Milano per l’incidenza di imprese che fanno ecommerce sul totale.

Dati consultabili e scaricabili online

Per la prima volta in trentuno edizioni della Qualità della vita verranno pubblicati i dati raccolti quest’anno per elaborare le classifiche: un contributo di valore che Il Sole 24 Ore vuole dare a chiunque legge nei numeri tendenze e correlazioni per “misurare” la crisi economica e sociale in corso, allo scopo di orientare al meglio i processi decisionali.

Tutti i 90 indicatori, in particolare i dati alla base dei punteggi attribuiti dalla redazione, e i trend relativi ai 25 parametri utilizzati per raccontare l’effetto del Covid sui territori saranno per la prima volta accessibili e scaricabili online su qualitadellavita.ilsole24ore.com con mappe interattive e pagelle per ogni cittàI dati saranno disponibili in formato machine readable per consentirne il riuso e la rielaborazione (eccetto l’uso commerciale), in una pagina GitHub del Sole 24 Ore – https://github.com/IlSole24Ore – e riutilizzabili dalla comunità di cittadini, ricercatori, media e decisori. Si tratta di dati raccolti da fonti istituzionali o forniti alla redazione da realtà certificate.

Sorteggio ottavi di finale Champions League con turno, sulla carta, abbordabile per la Juve

Porto-Juventus 17 febbraio 2021.h.21
Juventus-Porto. 9 marzo 2021 h.21

Turno infrasettimanale di campionato con 2 gare molto importanti per Juve e Toro
Juventus-Atalanta mercoledì 16 dicembre ore 18.30
Roma-Torino giovedì 17 dicembre ore 20.45

Qui Juve: c’era grande attesa,oggi,in casa bianconera per il sorteggio degli ottavi di finale di Champions League.È andata decisamente bene:avversario i portoghesi del Porto,squadra valida ma non al livello della Juve di Pirlo,squadra, quest’ultima,favorita per la vittoria finale della Champions League.Ora massima concentrazione in campionato con la vetta che si fa sempre più vicina,visto il mezzo passo falso del Milan ieri sera,2-2 in casa contro il Parma.Mercoledi supersfida contro l’ottima Atalanta di Gasperini,squadra rivelazione dell’ultimo quinquennio calcistico nazionale ed europeo.Urge un’altra vittoria per non perdere di vista il campionato,visto che la Champions League riprenderà a febbraio.Tutti a disposizione i bianconeri tranne i difensori Chiellini e Demiral.

Qui Toro: giovedì a Roma ci sarà il confronto tra la Roma più forte ed equilibrata degli ultimi 5 anni contro il Torino peggiore degli ultimi 17 anni.Solo una grande prova d’orgoglio ed un ribaltamento della squadra,già nella testa del mister Giampaolo,permetterà al torello d’uscire indenne dall’olimpico di Roma.Fuori i vari Sirigu,Izzo, N’Kolou,Lyanco,Verdi e Zaza con la testa altrove e desiderosi di cambiare aria da tempo.Dentro il portierone Milinkovic Savic,Bremer, Buongiorno,Gojak,Bonazzoli grintosi,volitivi e dediti alla causa.Buona notizia il recupero del portiere Ujkani guarito dal covid.Quasi totalmente ristabilitosi il centrocampista Daniele Baselli,da considerare come un nuovo acquisto.Probabile la sua convocazione per Roma.Squadra in ritiro permanente per preparare al meglio la sfida contro i giallorossi:ultima spiaggia per il tecnico granata Giampaolo.

Vincenzo Grassano

Bollettino Covid: circa 500 i nuovi contagi, oltre tremila i guariti

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 528 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19, pari al 6,1 % degli 8.647 tamponi eseguiti.
Dei 528 nuovi casi, gli asintomatici sono 226, pari al 42,8%.
I casi sono così ripartiti: 196 screening, 229 contatti di caso, 103 con indagine in corso; per ambito: 93 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 25 scolastico, 410 popolazione generale.
Il totale dei casi positivi diventa quindi 186.066, così suddivisi su base provinciale: 16.383 Alessandria, 8.922 Asti, 6.422 Biella, 25.665 Cuneo, 14.485 Novara, 98.376 Torino, 7.020 Vercelli, 6.214 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 988 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1.591 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.
I ricoverati in terapia intensiva sono 278 (-13 rispetto a ieri).
I ricoverati non in terapia intensiva sono 3.856 (+21 rispetto a ieri).
Le persone in isolamento domiciliare sono 49.202
I tamponi diagnostici finora processati sono 1.766.116 (+ 8.647 rispetto a ieri), di cui 853.530 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 7.136

Sono 48 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 6 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).
Il totale è ora di 7.136 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1088 Alessandria, 430 Asti, 309 Biella, 774 Cuneo, 601 Novara, 3.299 Torino, 336 Vercelli, 229 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 70 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

125.594 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 125.594 (+3.118 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 10.323 Alessandria, 6.587 Asti, 4.020 Biella, 15.855 Cuneo, 9.473 Novara, 69.152 Torino, 4.689 Vercelli, 4.264 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 605 extraregione e 626 in fase di definizione.

Liberi elettori e Mpp: “Biblioteca Bodrero”

SALUZZO:  “INTITOLATE LA BIBLIOTECA CIVICA AD ANTONIO BODRERO”

‘Signor Sindaco intitoli la Biblioteca di Saluzzo ad Antonio Bodrero’.

La richiesta viene dal Movimento Progetto Piemonte e dai Liberi Elettori Piemonte ed è contenuta in una lettera inviata al primo cittadino di Saluzzo, Mauro Calderoni. Massimo Iaretti, presidente di MPP e consigliere comunale di Villamiroglio con delega all’Identità Piemontese (unica del genere in Piemonte) ed Emiliano Racca, saluzzese, segretario dei Liberi Elettori Piemonte nella missiva l’importanza del ruolo di Bodrero nella cultura piemontese, della Provincia di Cuneo e della Città di Saluzzo.

L’intitolazione della Biblioteca di Saluzzo ad Antonio Bodrero – dicono Massimo Iaretti ed Emiliano Racca – sarebbe un giusto riconoscimento ad una persona che molto ha dato alla cultura piemontese nel secolo scorso. L’auspicio è che l’amministrazione comunale di Saluzzo tenga conto di questa indicazione”.

 

Ecco alcuni dati su Antonio Bodrero:

Antonio Bodrero (Barbo Toni Bodrìe) è forse il più grande visionario della poesia dialettale(piemontese e provenzale) del Novecento. Nella sua opera aleggia un sentimento profondo per la natura, un animismo cristiano che coglie in ogni minimo fenomeno l’epifania del Dio evangelico, laconferma del suo amore verso le creature.

Con Bodrìe – come già era avvenuto con Mistral nell’Ottocento – l’antica lingua d’oc dei trovatori esce dal sonno di tanti secoli bui e ritrova prodigiosamente lo splendore delle corti duecentesche.

Nativo della Val Varaita, fu a lungo legato a Saluzzo, dove risiedeva con la famiglia, e alla cultura del territorio del già Marchesato di Saluzzo. Fu prima insegnante di storia dell’arte al Liceo Classico di Saluzzo, poi direttore della Biblioteca Civica di Saluzzo stessa.

Vinse numerosi premi di letteratura e concorsi di poesia, i premi poetici rimasero per tutta la sua vita una delle sue passioni, una concessione alla vanità.

Una volta in pensione, continuò a dedicarsi alla poesia, alla vita culturale e politica, avendo fondato prima il Movimento Autonomista Occitano, militando poi nei movimenti piemontesisti con cui venne eletto ancheconsigliere regionale. Ma è alla riscoperta, valorizzazione ed elaborazione della cultura occitana e piemontese – poetica, letteraria, artistica e politica -, che Bodrero dedicò tutta la sua vita itinerante

Tra le sue opere principali: Cristina, poema sacro (Operaia, Saluzzo 1958); La gioia dei giorni(Santa Maria degli Angeli, Verzuolo 1966); Solestrelh òucitan (Movimento autonomista occitano, Cuneo 1971); Val d’Inghildon (Centro studi piemontesi, Torino 1974); Sust (Ël pèilo, Mondovì 1985); Dal prim uch a l’aluch (Centro studi piemontesi, Torino 2000); Grinor(Primalpe, Boves 2000); Opera poetica occitana (Bompiani, Milano 2011).

Villamiroglio/Saluzzo, 13 dicembre 2020

Massimo Iaretti   Consigliere delegato all’Identità Piemontese  del Comune di Villamiroglio ​Presidente MPP – Movimento Progetto Piemonte


Emiliano Racca
 Consigliere del Comune di Villamiroglio Segretario dei Liberi Elettori Piemonte

 

 

I maestri di sci: “La mancata stagione e’ un disastro” Cirio: “fondi in arrivo”

I maestri di sci in Piemonte sono circa tremila, anche loro penalizzati dalla situazione economica causata dal Covid

Questa mattina una folta delegazione di circa 300 rappresentanti della categoria si è presentata in tuta e sci sotto il palazzo della Regione in piazza Castello a Torino.

Lamentano il mancato o parziale arrivo dei ristori sui conti correnti.

“Perdere le vacanze natalizie – affermano – per noi è un disastro, significa perdere la maggior parte degli introiti dell’anno”.

Il presidente Cirio a stretto giro di posta annuncia un contributo di 2000 euro per ogni maestro di sci “È una delle misure del Bonus Montagna che presenteremo la prossima settimana a sostegno di tutto il comparto invernale e del suo indotto”

 

«La Regione Piemonte erogherà un contributo ai maestri di sci, come bonus per compensare i mancati incassi dei 15 giorni delle vacanze natalizie, che per molti di loro vogliono dire anche il 50% del fatturato annuale»: lo ha annunciato il presidente Alberto Cirio ai rappresentanti delle scuole di sci che questa mattina hanno manifestato davanti al Palazzo della Regione per testimoniare le difficoltà che la mancata partenza della stagione invernale, a causa delle misure di contenimento del Covid, sta provocando a un settore che rappresenta in Piemonte il primo prodotto turistico e una industria che dà lavoro a migliaia di persone.

Sono 3000 in Piemonte in maestri di sci iscritti all’albo. La misura della Regione prevede un bonus fino a 2000 euro per i circa 1500 impegnati nella professione *a tempo pieno, ma anche un ristoro per chi la esercita in modo saltuario. Nei prossimi giorni verrà definita con la categoria il meccanismo tecnico di attribuzione, in modo da garantire la massima equità al provvedimento.

Il bonus per i maestri di sci è una delle misure del Bonus Montagna predisposto dalla Regione Piemonte a sostegno di tutto il comparto invernale e del suo indotto, che verrà presentato la prossima settimana.

«Lo sci non è solo sport, hobby e divertimento, è anche un mestiere dietro il quale ci sono tante famiglie, tanti posti di lavoro, attività di ristorazione e turistiche che non possono essere dimenticate – sottolineano il presidente Cirio e il vicepresidente Fabio Carosso con delega alla Montagna –. Se da una parte incalziamo il Governo perché i ristori devono essere certi e immediati, dall’altra abbiamo voluto fare la nostra parte. Abbiamo pronta una misura a sostegno di tutto il comparto che coinvolge i nostri maestri di sci e gli impianti, ma anche migliaia di attività economiche che sono la vita delle nostre montagne. Inoltre, c’è l’impegno di continuare a lavorare sulla possibilità di trovare una modalità in sicurezza per avere da gennaio piste e impianti operativi, perché stiamo parlando del primo prodotto turistico del Piemonte».

L’assessore regionale al Turismo Vittoria Poggio aggiunge che «i maestri di sci hanno giustamente richiamato l’attenzione di tutti su un problema vero e reale. La loro attività, con le chiusure imposte, sono fortemente compromesse. In questo periodo dell’anno si basa la metà del fatturato del loro anno. Per questo come Regione abbiamo deciso di sostenerle fortemente con un contributo».

Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore regionale allo Sport Fabrizio Ricca: «Le montagne sono le spiagge del Piemonte. Il comparto invernale, con i suoi sport e il suo turismo, sono uno snodo strategico indispensabile per l’economia del nostro territorio. Per questo chiediamo che il Governo si impegni attivamente per garantire le migliaia di posti di lavoro che gli ruotano intorno».

«La montagna da sempre è una parte importante dell’economia piemontese – aggiunge l’assessore alle Attività produttive Andrea Tronzano –, pensiamo anche a tutte le botteghe artigiane e ai mille e più saperi e tradizioni che albergano nelle nostre vallate e che sono un patrimonio che va tutelato e tramandato».

(fotoservizio IL TORINESE)

 

Valle (Pd): “Ammalarsi non è un reato”

 Da Palazzo Lascaris / Il Consigliere VALLE (PD) ha presentato un’interrogazione all’Assessore Icardi per fare luce sulla gestione dei cittadini stranieri che accedono ai pronto soccorso. Il caso è stato sollevato la settimana scorsa da una nota del Direttore Sanitario dei P.O. Maria Vittoria e Amedeo di Savoia che prevede un iter per l’identificazione degli stranieri privi di documento di identità ricoverati presso i due ospedali con l’intervento della polizia locale.

Eppure l’art. 35, co. 5 del d.lgs. 286/98 (Testo Unico Immigrazione), prevede che “l’accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all’autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano”.

“Ammalarsi non è un reato, non esiste alcuna legge che colleghi il ricovero in ospedale con l’identificazione da parte delle forze dell’ordine. La salute è un diritto assoluto e universale nel nostro paese, quindi è importante ribadire che non esiste alcuna legge che subordini o colleghi il diritto alla cura al diritto all’identificazione del paziente”, dichiara Valle.

“Per questo ho presentato nel Consiglio regionale di domani un’interrogazione urgente a risposta immediata all’Assessore Icardi in cui chiedo quali siano le indicazioni della Regione al riguardo. Non possiamo lasciare che persone si ammalino senza la possibilità di essere curate, né disincentivare l’accesso alle strutture sanitarie in un momento tanto delicato, diventando un pericolo per sé stessi e per gli altri. Gli ospedali dovrebbero essere rifugio, ricovero, luogo di salvezza” conclude Valle.

Natale a Palazzo Lascaris con albero e presepi

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Campeggia anche quest’anno, nel cortile interno dello storico palazzo barocco di via Alfieri 15, a Torino, il grande pino “vestito a festa” con decorazioni e addobbi sui toni del bianco e del rosso. Si tratta dell’albero che ormai da alcuni anni è stato “adottato” dal Consiglio regionale e che, al termine delle festività, ritornerà al suo vivaio.

Nelle vetrine dell’Urp, in via Arsenale 14, è invece allestita una mostra di presepi tradizionali della collezione privata dell’architetto Roberto Nivolo e curata dal Centro studi piemontesi – Ca dë studi piemontèis. Per consentire al maggior numero di cittadini possibile di ammirarla, le vetrine resteranno illuminate ogni sera fino alle 21. Ed è anche prevista – in prossimità dei giorni del Natale – la proiezione di un’immagine della Natività sulla pavimentazione davanti al portone d’ingresso di Palazzo Lascaris.

L’Assemblea regionale ha inoltre concesso il patrocinio a cinque presepi piemontesi allestiti e visitabili all’aperto a Bousson, Rocca di Cavour, Moncalieri (To), Bene Vagienna (Cn) e Postua (Vc).

Quello di Bousson – frazione di Cesana Torinese – è composto da oltre 40 figure a grandezza naturale, dipinte dall’artista Valeria Tommasi, che popolano la “via dei mestieri” della borgata. I “protagonisti” dell’edizione 2020 – la ventesima – sono otto imponenti angeli alti circa 2,5 metri. È visitabile fino al 31 gennaio.

Un “Presepe in vetta” è quello realizzato per il terzo anno sulla Rocca di Cavour, visitabile fino al 6 gennaio anche di notte grazie a un percorso luminoso a basso impatto. La rappresentazione delle scene legate alla Natività è affidata a una serie di statue lignee ad altezza d’uomo scolpite dal giovane artista cavourese Fabio Moriena.

Sono “Presepi dal mondo” i circa 40, provenienti da ogni angolo del globo, allestiti dalla Famija Moncaliereisa lungo le vie del centro storico di Moncalieri. In mostra nelle vetrine dei negozi, sui terrazzi e negli angoli caratteristici della città, danno vita a un percorso segnato che ne evidenzia le principali caratteristiche.

Si può invece ammirare dietro una lastra di vetro il “Presepe artistico” che l’Associazione Amici di Bene ha allestito nella chiesa dei Disciplinati bianchi, che si affaccia sui portici di via Roma, a Bene Vagienna. Costituito da antiche statue lignee policrome, ha quest’anno come sfondo scenografico il santuario della Madonna della Gorra, nel bicentenario della costruzione. È aperto fino al 24 gennaio.

Si visitano infine a bordo di un trenino i presepi allestiti per il trentaseiesimo anno lungo la strada principale di Postua. A ogni fermata, lungo le sue frazioni, è possibile ammirare i presepi esposti all’aperto, fuori dalle abitazioni.