ilTorinese

Il Padiglione misterioso di Palazzo Carignano

Nell’ormai lontano 2017, in seguito alla documentata inchiesta di “Torino storia”, Il “Torinese” riprese ed approfondì un mistero subalpino  che resta anche oggi senza spiegazioni. Ma oggi il padiglione vuoto e inutilizzato potrebbe venir utilizzato come fermata sotterranea  della linea 2 della Metropolitana che consentirebbe un ingresso diretto  al Museo del Risorgimento, un po’ come l’accesso al Louvre di Parigi. Gli autori di quel padiglione inutilizzato sono tutti morti e quindi val  la pena tentare di dare risposta agli interrogativi all’articolo che qui ripubblichiamo. Allora cercammo appoggio in una nota trasmissione televisiva specializzata negli “scandali“ italiani, ma la trasmissione nicchiò , dicendo che chiudevano per ferie. Che oggi si intenda utilizzare quello spazio è cosa molto importante e positiva, ma il silenzio  tombale dagli Anni 80 ad oggi  insospettisce anche i più ingenui.  ( Pfq )
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Palazzo Carignano, il mistero del padiglione sotterraneo dimenticato

Di  Pier Franco Quaglieni*

Il numero di maggio 2017  del mensile “Torino storia” “dedica il suo principale articolo ad un fatto scandaloso: l’esistenza di un padiglione creato negli anni ’80 dall’architetto Andrea Bruno, progettista di fama internazionale, sotto il cortile di palazzo Carignano “sepolto  e dimenticato” da molti anni. Si tratta di un padiglione modernissimo da 300 posti a sedere o 700 persone in piedi. Era un’idea che aveva iniziato a prendere forma per iniziativa del Presidente della Regione Aldo Viglione, così attento al restauro e al rilancio del patrimonio storico-artistico del Piemonte, a cominciare dalle residenze sabaude e dal Museo del Risorgimento. Ne parlò lo stesso prof. Bruno, quando venne a ricordare Viglione al Centro “Pannunzio” una decina di anni fa. Il lavoro costò 13.945.000 euro e si protrasse dal 1987 al 1994,scoperchiando il cortile di palazzo Carignano e scavando fino a 11 metri. Viglione morì nel dicembre 1988. E’ diventato un pezzo modernissimo  di archeologia sommersa, come ironicamente afferma il prof. Bruno. Venne infatti ricoperto da pesanti lastroni di metallo per occultare i lucernari, in modo da impedire che si potesse vedere dall’esterno la sua esistenza.  La spesa dell’opera, il suo non utilizzo per tanti anni che ha privato palazzo Carignano di una struttura molto importante, l’occultamento del lavoro ci portano necessariamente a pensare a precise responsabilità. Non sappiamo di chi siano state, ma sicuramente ci sono. Se l’opera non venne utilizzata neppure un giorno, non fu un fatto casuale, ma il frutto di una scelta . Chi fece questa questa scelta? Quali sono stati i motivi dell’occultamento? Qualcuno si accorse che il lavoro era inutile e che furono gettati al vento ingenti fondi pubblici? E perché ,invece di far porre lastroni, non ha segnalato la cosa alla Procura della Repubblica ? Noi chiediamo che il Consiglio Regionale si faccia carico, in primis, di far chiarezza. Il Museo del Risorgimento rimase chiuso per anni per lavori di rifacimento per presentarsi con un nuovo allestimento in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia nel 2011.Si spesero fondi ingenti. Sarebbe importante-ribadiamo – stabilire  chi fece  mettere i lastroni metallici per occultare il padiglione sotterraneo inutilizzato. Ad un certo momento la dott. Cristina Vernizzi direttrice del Museo per molti anni venne improvvisamente sostituita, non si è mai saputo in base a quali motivi. La sua rimozione suscitò scalpore. La democrazia comporta chiarezza e non consente zone d’ombra. Noi chiediamo che il numero di “Torino Storia” n. 18 venga acquisito agli atti e venga ascoltato in seduta pubblica  il prof. Andrea Bruno. Grazie per l’attenzione e molti cordiali saluti. Siamo certi che un fatto del genere  non verrà sottovalutato nella sua gravità.                                                       

* Direttore del Centro “Pannunzio”

“Ti lascio perché mi fai salire il cortisolo” con Giulia Pont


Un monologo su amori che finiscono e vita che ricomincia,  la musica leggera che ci ha rovinato con i suoi testi romantici,
le app di dating e le avventure che regalano,  le donne single che ancora vengono viste come “mancanti di un pezzo”

 

Se i divorzi sono in aumento, credere nella coppia è un progetto fallimentare? Se Emma Bovary avesse avuto Tinder, come sarebbe finita? E’ il Teatro San Sipario a San Sicario (Cesana) a fare da cornice allo spettacolo di Giulia Pont: venerdì 8 agosto alle 21 presenta “Ti lascio perché mi fai salire il cortisolo”, per la regia di Carla Carucci. Fa parte della rassegna estiva organizzata da Onda Larsen in collaborazione con l’Associazione Non Solo Neve, partner del progetto: i biglietti (10 euro) sono in vendita su www.ticket.it e alla cassa.

 

Giulia Pont snocciola una mitragliata di domande. Come si fa a pensare di aver trovato l’anima gemella al supermercato sotto casa se siamo 7 miliardi sulla Terra? Avranno ragione i poliamorosi? E ancora: la musica leggera ha rovinato la nostra idea di amore?

E se stare da soli, alla fin fine, fosse meglio?

 

Pont, che ha scritto il testo e che lo interpreta sola sul palco per 70 minuti ininterrotti, spiega: «”Ti lascio perché mi fai salire il cortisolo” nasce come sequel dello spettacolo “Ti lascio perché ho finito l’ossitocina”, monologo che ha debuttato nel 2013 durante la prima stagione del Torino Fringe Festival e che è stato lo spettacolo più visto di quell’edizione». Racconta: «Si riallaccia al tema della fine dell’amore per raccontare, però, un punto di vista nuovo. Narra infatti come la fine possa essere, in realtà, un nuovo inizio: scoperta di se stessi, della propria individualità e liberazione».

In un mondo in cui ancora troppo spesso una donna single è considerata come “mancante di un pezzo”, la protagonista lotta contro i pregiudizi della società e della famiglia per affermare se stessa e i suoi desideri nonostante un padre patriarca, una mamma sessantottina pentita e una zia con l’hobby delle domande inopportune.

«Nel suo percorso di scoperta di sé stessa si confronta anche con un mondo estremamente avventuroso e talvolta insidioso: l’universo del dating, spesso popolato da “casi umani”. Un viaggio nel quale la accompagna una controversa psicologa» sorride Pont.

Tra ritratti di personaggi bizzarri, momenti di stand-up comedy e canzoni, la protagonista affronta anche il tema della ricerca del piacere femminile. Scoprendo, con ironia ed eleganza, le carte di un gioco che per anni alle donne non è stato concesso.

 

Lo spettacolo ha vinto il Bando Residenze 2022 del Teatro della Caduta. La regia del monologo è di Carla Carucci, che ha già firmato altri due spettacoli della Pont: il monologo “Non tutto il male viene per nuocere ma questo sì” e la commedia “Effetti indesiderati anche gravi” che ha debuttato nel 2018 nella stagione del Teatro Stabile di Torino per “Il Cielo su Torino”.

 

Palazzina di Caccia di Stupinigi: Le reali villeggiature

Domenica 10 agosto, ore 15.45

La Palazzina di Caccia di Stupinigi è stata dal 1909 al 1919 il rifugio estivo della prima vera Regina d’Italia, Margherita di Savoia, l’ultima illustre e regale abitante della Palazzina.

L’incontro di domenica 10 agosto “Le reali villeggiature a Stupinigi” è un viaggio nella vita di corte di inizio Novecento per scoprire, di sala in sala, i segreti del luogo di villeggiatura e loisir dove i reali trascorrevano le vacanze all’inizio del secolo scorso.

 

INFO

Palazzina di Caccia di Stupinigi

Piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (TO)

Domenica 10 agosto, ore 15.45

Le reali villeggiature a Stupinigi

Prezzo attività: 5 euro + biglietto di ingresso

Biglietto di ingresso: intero 12 euro; ridotto 8 euro

Gratuito: minori di 6 anni e possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Royal Card

Prenotazione obbligatoria per l’attività entro il venerdì precedente

(Per prenotazioni via e-mail attendere sempre una conferma scritta, controllare anche lo spam)

Info: 011 6200601 stupinigi@biglietteria.ordinemauriziano.it

www.ordinemauriziano.it

Detenuto si toglie la vita nel carcere di Torino

Un detenuto  di 45 anni, originario di Genova, questo pomeriggio  si è impiccato  nella prima sezione del padiglione C del carcere torinese.  Avrebbe utilizzato un cappio ricavato da un lenzuolo. La sua condanna era diventata da poco definitiva. Il corpo senza vita è stato scoperto dagli agenti di polizia penitenziaria in servizio.

Più di 95mila veicoli transitati nel tunnel del Tenda

Il tunnel è sempre monitorato e presidiato dal  personale sul posto e dalla Sala Operativa di Torino

Sono oltre 95 mila i veicoli transitati all’interno della nuova canna del tunnel di Tenda dal giorno dell’apertura al traffico. Il periodo di riferimento è compreso tra sabato 28 giugno e domenica 3 agosto.
Il dato emerge dalle relazioni settimanali di Anas che tengono conto dei passaggi di autovetture e motocicli transitati sia in direzione Italia e che in direzione Francia.
Durante i sei fine settimana compresi nello stesso periodo di riferimento il dato medio dei passaggi si attesta sulle 8.300 unità.
“L’apertura del tunnel di Tenda ha rappresentato un passaggio decisivo per il rilancio dell’intero territorio. A poco più di un mese dalla riapertura, registriamo con soddisfazione un incremento degli afflussi turistici superiore al 40% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno – ha dichiarato il Sindaco di Limone Piemonte Massimo Riberi –. Non solo il nostro Comune, ma tutta la valle Vermenagna e la città di Cuneo stanno beneficiando in maniera significativa di questo collegamento strategico. Le attività ricettive, i ristoranti, gli alberghi e gli operatori del turismo segnalano un netto miglioramento della stagione estiva grazie a una rinnovata accessibilità e a un costante flusso di visitatori provenienti anche dalla Francia.”
A partire da sabato 28 giugno, il giorno dell’apertura al traffico, il volume di traffico attraverso il nuovo tunnel di Tenda ha registrato un progressivo aumento passando da circa 14 mila veicoli nella prima settimana tra fine giugno e inizio luglio ai circa 21 mila e 500 nella settimana tra lunedì 28 luglio e domenica 3 agosto.
Il flusso crescente dei veicoli si registra non solo durante il fine settimana ma anche nei giorni feriali per via dell’aumento del numero dei vacanzieri verso le località di villeggiatura. Lo scorso venerdì 1° agosto sono transitati nel tunnel 3.700 veicoli a fronte dei circa 2.400 transitati venerdì 25 luglio.
“Si tratta di dati di assoluto rilievo – ha dichiarato l’Amministratore Delegato di Anas Claudio Andrea Gemme – danno un’idea chiara e concreta del valore del collegamento internazionale ripristinato e restituito ai cittadini e agli utenti. Il tunnel è sempre monitorato e presidiato dal nostro personale sul posto e dalla Sala Operativa di Torino.”.
I dati di traffico hanno fatto registrare fino a oggi un passaggio di quasi 50 mila veicoli dall’Italia in direzione Francia a fronte di un transito in senso opposto pari a oltre 45 mila veicoli.
A partire da venerdì 18 luglio il nuovo tunnel di Tenda è aperto al traffico dalle 6:00 alle 21:00 con il senso unico alternato. Tale assetto orario resterà in vigore fino a domenica 14 settembre e consentirà di fluidificare il traffico transfrontaliero in concomitanza con il picco degli spostamenti estivi.
Il tavolo binazionale Italia-Francia si riunirà nuovamente nei primi giorni di settembre per deliberare le fasce di apertura del tunnel a decorrere da lunedì 15 settembre.
cs

Ecco come sarà la nuova piazza Bengasi

Ad oggi, piazza Bengasi (con l’accento sulla “e” come si dice a Torino) è una delle zone rosse della città per ragioni legate alla sicurezza. Proprio in quest’area, strategica per la mobilità cittadina, è stato da poco avviato un importante intervento di riqualificazione che prevede la realizzazione di un parcheggio sotterraneo di interscambio da 605 posti auto, gestito da GTT e collegato direttamente alla fermata della metropolitana. In superficie, invece, è previsto il ritorno delle bancarelle del mercato, che da 13 anni sono state trasferite in via Onorato Vigliani.

L’intervento ha un costo complessivo di 32 milioni e 263 mila euro, interamente finanziati dal bilancio comunale di Torino.

Il cantiere, appena aperto, interesserà l’area tra Torino e Moncalieri e si svilupperà nell’arco di due anni. Salvo imprevisti, la conclusione dei lavori è prevista per il 2027. Tuttavia, il Comune assicura che le bancarelle potrebbero tornare in piazza già dall’autunno del 2026, mentre i lavori per l’autorimessa proseguiranno nel sottosuolo.

Sui 14mila metri quadri della futura piazza pedonale troveranno spazio 173 banchi, immersi in 2mila metri quadri di aree verdi. Il progetto prevede inoltre 15 stalli — con possibilità di estensione fino a 80 — per la ricarica di auto elettriche, 80 posti dedicati a moto e ciclomotori, due depositi coperti per biciclette e monopattini, oltre a due aree di sosta bici esterne direttamente sulla piazza.

A settembre il cantiere entrerà nel vivo, con la chiusura della piazza al traffico veicolare per consentire l’avvio dello scavo.

Operazione “Cuore di ghiaccio”: oltre 500 episodi di spaccio anche con bebè a bordo

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I militari della Compagnia di Moncalieri supportati da personale specializzato delle Aliquote di Primo Intervento (API) del Comando Provinciale di Torino e del Nucleo Cinofili di Volpiano (TO), hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di cittadini di nazionalità albanese e italiana, dediti al traffico di sostanze stupefacenti.
L’operazione, convenzionalmente denominata “cuore di ghiaccio” – dal nome salvato nella rubrica telefonica di uno degli acquirenti e poi ricollegato a uno degli indagati, una donna di 42 anni – è stata condotta dalla Sezione Operativa del Comando Compagnia Carabinieri di Moncalieri e coordinata dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Asti.
La complessa ed articolata attività investigativa – realizzata anche mediante intercettazioni telefoniche ed ambientali – si è sviluppata nell’arco temporale di circa un anno e ha consentito di accertare l’esistenza di un gruppo criminale ben organizzato, radicato nel territorio e “a gestione familiare”, volto allo spaccio di sostanze stupefacenti nella provincia di Torino, prevalentemente nel territorio di Carmagnola (TO) e comuni limitrofi.
Nel corso dell’indagine sono stati:
– accertati oltre 500 episodi di compravendita di sostanza stupefacente, in prevalenza cocaina, con consegne che avvenivano ad ogni ora del giorno, sia a domicilio che in luoghi pubblici o aperti al pubblico (come supermercati), molte delle quali anche di notte e in presenza della figlia di due degli indagati, all’epoca dei fatti di pochi mesi;
– effettuati ulteriori due arresti in flagranza di reato per spaccio;
– recuperati e sequestrati 1 kg di “cocaina” più altri tipi di sostanze stupefacenti varie.
L’indagine ha quindi portato all’attuazione di misure cautelari personali in carcere a carico di 9 soggetti, di cui 7 uomini e 2 donne. I soggetti coinvolti, 6 italiani e 3 di origine albanese, sono tutti residenti nel Comune di Carmagnola; il più giovane ha 22 anni.

Giorgetto Giugiaro, un compleanno diverso

Un compleanno diverso, che profuma di vita, di coraggio e di quella meravigliosa ostinazione a continuare a scrivere – e riscrivere – la storia.

Il 7 agosto, per molti italiani, segna l’inizio delle ferie: una pausa, un momento di riposo, una parentesi di leggerezza. Ma in Piemonte – e, in verità, in tutta Italia – questa data meriterebbe ben altro rilievo. Perché troppo spesso celebriamo compleanni e anniversari legati al ricordo di chi non c’è più, di chi la vita ci ha tolto. È giusto, è umano. Ma quanto sarebbe importante imparare a onorare anche chi è ancora tra noi? Chi, giorno dopo giorno, con il proprio genio e la propria determinazione, ha plasmato il nostro tempo?

Sappiamo tutti quando è nato Leonardo Da Vinci. Gli abbiamo intitolato la giornata del Made in Italy – un gesto nobile, simbolico, necessario. Ma se iniziassimo a fare lo stesso con chi ha cambiato il mondo nel nostro presente, con chi ha saputo ridisegnare le forme del futuro quando il futuro era ancora un sogno?

Oggi è il compleanno di Giorgetto Giugiaro.
Non un semplice designer, ma il “Designer del Secolo”. Un uomo che con le sue matite e la sua visione ha disegnato il mondo. Le sue linee sono diventate icone, le sue intuizioni simboli del progresso, della funzionalità, della bellezza senza tempo. Non si tratta solo di automobili: si tratta di un modo di pensare. Di un’estetica del vivere, dell’abitare, del muoversi. Di un approccio alla tecnologia e alla mobilità che ha saputo coniugare emozione, accessibilità e rivoluzione.

Pensare che l’estate – quella del 2025 – stava per portarcelo via. Un attimo, una preoccupazione, poi una voce che torna a parlare. Non per sé, ma per la gente. Per quelle donne e quegli uomini che hanno imparato a guidare con una Panda. Per coloro che non si muovono a bordo di auto dai valori esorbitanti, ma che vivono la propria macchina come una compagna indispensabile, un’estensione della propria possibilità di esistere. Per chi l’auto non la ostenta, ma la utilizza. Perché senza di essa non lavora, non si sposta, non vive.

Oggi non festeggiamo solo un compleanno.
Celebriamo la storia italiana nella sua forma più pura: quella che non si ferma, che non si compiace, ma che evolve. Celebriamo la tenacia di un uomo che, a 87 anni, ha ancora voglia di creare, di disegnare, di sorprendere. Un uomo che non ha mai confuso il successo con la fine del percorso, ma lo ha sempre vissuto come stimolo a fare di più, meglio, ancora.

Giorgetto Giugiaro è la prova vivente che la grandezza non sta solo nel talento, ma nella volontà di continuare a mettersi in discussione.
Che la bellezza non è solo estetica, ma è funzione, è accesso, è pensiero democratico. Che la creatività, quella vera, non ha età. Oggi, in questo compleanno speciale, celebriamo la vita di un uomo che ha cambiato le nostre strade, i nostri paesaggi, il nostro modo di vedere le cose. Un uomo che, dopo aver fatto la storia del design, ha ancora “tanta voglia di disegnare”.

Ed è questo che ci insegna, più di tutto: che il tempo non si misura in anni, ma in idee. E che la storia, a volte, si può ancora scrivere con una matita in mano.

Buon compleanno, Maestro!

PIETRO RUSPA

Torino, Brescia, Suzzara e Foggia unite per chiedere un confronto su Iveco

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Le amministrazioni dei Comuni in cui sono presenti stabilimenti Iveco si uniscono per far sentire la propria voce, chiedendo al Governo di sedersi ai Tavoli di lavoro nazionali, per portare le istanze dei territori. Ieri, alla presenza della Sindaca di Brescia Laura Castelletti, del sindaco di Suzzara Alessandro Guastalli, della Vicesindaca di Torino Michela Favaro, dell’assessore alle attività produttive di Foggia Lorenzo Frattarolo e dell’assessore alle attività produttive del Comune di Brescia Andrea Poli, si è tenuto il primo incontro tra gli Enti, al fine di avviare un confronto e un coordinamento in questa fase di transizione che vede coinvolti migliaia di lavoratori in tutta Italia.

Le amministrazioni concordano e convengono di dare vita a un coordinamento dei comuni sedi dei principali stabilimenti Iveco in Italia. L’obiettivo è quello di affiancare il Governo nel confronto con le parti interessate, per poter perseguire l’interesse nazionale, attraverso un coinvolgimento dei Comuni ai tavoli di lavoro.

Da un primo confronto, è emersa la volontà di richiedere un incontro con azienda, sindacati e Governo per avere garanzie sulle prospettive produttive e occupazionali del Gruppo, sulle intenzioni del Governo rispetto all’attivazione del Golden Power e sulle condizioni che il Paese sente il dovere di porre a tutela dell’industria italiana.

Il punto di vista delle comunità locali è fondamentale per poter prevedere, gestire e non subire le conseguenze di scelte industriali che riguardano tutto il Paese. L’azione intrapresa dalle amministrazioni e il loro coordinamento non devono essere né interpretati, né vissuti come un atto ostile, bensì come una naturale e opportuna forma di solidarietà tra sindaci e comunità.

Abbandonando qualsivoglia logica competitiva o di conflitto tra i diversi territori è possibile sviluppare insieme una strategia comune che difenda tutti i siti produttivi, rafforzando così l’azione del Governo nella difesa del ruolo centrale che l’Italia deve continuare ad avere per il gruppo Iveco e i suoi siti produttivi, condizione imprescindibile per la salvaguardia dell’occupazione

TORINO CLICK

Rapine con monopattino, un arresto

La Polizia di Stato ha sottoposto a fermo d’iniziativa un giovane gravemente indiziato in merito a una rapina e a un furto con strappo commessi a Torino nelle scorse settimane; si tratta di un ventitreenne tunisino.

Infatti, nei giorni scorsi, personale del Comm.to di P.S. “Madonna di Campagna”, intervenuto in via Sospello a seguito della segnalazione di uno scippo, nei pressi di una pizzeria kebab poco distante, ha notato la presenza di due giovani maghrebini, uno dei quali risultava già segnalato dagli uffici investigativi del Commissariato quale probabile autore di una rapina e di uno scippo, commessi a bordo di un monopattino nelle scorse settimane.

Questi veniva accompagnato per i successivi accertamenti negli uffici di Polizia, ove la vittima di un furto risalente a fine giugno, un uomo di circa 70 anni, che era stato scippato della propria collanina d’oro in via Pietro Cossa da un ragazzo a bordo di monopattino, lo riconosceva quale autore del fatto.

Peraltro, nei giorni precedenti, lo stesso straniero era stato riconosciuto, tramite individuazione fotografica, da un’altra persona, che aveva subito la rapina della collanina d’oro all’uscita da un supermercato di via Verolengo, dopo essere stato immobilizzato con la forza. Anche in questo caso, l’autore era fuggito a bordo di un monopattino.

Il fermo è stato convalidato dall’Autorità Giudiziaria, che ha disposto per il ventitreenne la misura della custodia cautelare in carcere.