ilTorinese

Marello e Rossi  (Pd) chiedono la proroga delle scadenze per il settore vitivinicolo

I Consiglieri regionali Maurizio Marello e Domenico Rossi (Pd) hanno presentato un ordine del giorno avente per oggetto la proroga delle scadenze per il settore vitivinicolo.

«L’attuale situazione di emergenza ha determinato una forte crisi economica con una contrazione degli sbocchi di mercato e una conseguente inflessione delle vendite e delle capacità di reinvestimento delle aziende vitivinicole» spiegano congiuntamente Marello e Rossi.

Indicano, inoltre, nel testo dell’Odg: «Ad oggi il Regolamento CE 2220/2020 ha prorogato le scadenze relative alle Autorizzazioni di Nuovo impianto e di Reimpianto in scadenza amministrativa nel 2020 alla fine del 2021, tuttavia il provvedimento è riduttivo in quanto occorrerebbe una proroga ulteriore almeno a fine 2022 e in tal modo ricomprendendo anche tutte le Autorizzazioni di ogni tipo in scadenza amministrativa nel 2021». «La stessa situazione si verifica per quanto riguarda la ristrutturazione e riconversione dei vigneti per cui la scadenza amministrativa del 20 giugno 2020 è stata prorogata al 20 giugno 2021: occorrerebbe una proroga al 20 giugno 2022 mettendo le aziende in condizione di operare in modo più elastico e sereno, ricomprendendo anche qui le domande in scadenza amministrativa al 20/06/2021».  «Anche per le domande OCM Vino investimenti è necessaria una proroga al 2022» aggiungono.

In particolare, dunque, i consiglieri chiedono a la Giunta regionale a prorogare al 2022 le scadenze relative alle misure di sua competenza e ad attivarsi presso il Ministero affinché si provveda a prorogare le scadenze del settore per le attività al 2022 e si mettano in campo tutte le azioni necessarie, anche con le istituzioni sovra-ordinate, per rendere operative le proroghe.

«Ci auguriamo che la maggioranza condivida con noi queste posizioni e che l’atto di indirizzo venga discusso al più presto in Consiglio Regionale» concludono i Consiglieri.

Scuola, potenziata la didattica a distanza

SCUOLA – DA LUNEDÌ 8 MARZO IN PIEMONTE POTENZIATA LA DIDATTICA A DISTANZA

CON DUE FASCE DI INTERVENTO: 

DAD AL 100% PER TUTTE LE SCUOLE IN ALCUNE AREE PIÙ CRITICHE DELLE PROVINCE DI ASTI, CUNEO, TORINO, VERCELLI E VCO 

E DAD DALLA SECONDA MEDIA IN SU NEL RESTO DEL PIEMONTE

Le misure più restrittive riguardano anche materne ed elementari dove l’incidenza dei contagi supera la soglia di allerta

Vietato in tutto il Piemonte l’utilizzo delle aree gioco e sport in parchi e giardini pubblici

 

A partire da lunedì 8 marzo, in attuazione del Dpcm del 2 marzo, viene potenziata la didattica a distanza su tutto il territorio piemontese secondo due fasce di rischio.

 

FASCIA DI RISCHIO 

 

In tutti i comuni appartenenti ai seguenti distretti sanitari del Piemonte è sospesa l’attività didattica in presenza, con attivazione della didattica a distanza al 100%, nelle scuole di ogni ordine e grado (ad eccezione di nidi e micronidi, dell’attività scolastica per i disabili e dei laboratori).

La misura si rende necessaria alla luce di quanto previsto dall’ultimo Dpcm nelle aree dove l’incidenza dei contagi supera la soglia di allerta, con un tasso di incidenza uguale o superiore ai 250 casi ogni 100.000 abitanti o dove si è registrato un raddoppio dei nuovi casi nel corso dell’ultima settimana, rispetto al periodo precedente.

I 21 distretti individuati nelle province di Asti, Cuneo, Torino, Vercelli e Vco sono i seguenti: AT – Asti sud (Nizza M.to);

CN1 Nord-est (Fossano), CN1 – Nord-ovest (Saluzzo), CN1 – Sud-est (Mondovì), CN1 – Sud-ovest (Cuneo), CN2 – Alba, CN2 – Bra;

TO3 – Centro-Collegno, TO3 – Pinerolese-Pinerolo, TO3 – Sud-Orbassano;

TO4 – Chivasso-San Mauro, TO4 – Ciriè, TO4 – Cuorgnè, TO4 – Ivrea, TO4 – Settimo Torinese;

TO5 – Carmagnola, TO5 – Moncalieri, TO5 – Nichelino;

VC – Vercelli;

VCO – Domodossola, VCO – Verbania.

 

FASCIA DI RISCHIO 2

(in allegato l’elenco dei singoli comuni in Fascia 2)

 

Nel resto del territorio piemontese, alla luce della situazione di eccezionale peggioramento dimostrata dai numeri dei contagi in forte crescita e da una capillare presenza della variante inglese (che ha una elevatissima velocità di diffusione e colpisce di più anche le fasce giovani della popolazione), a partire da lunedì 8 marzo l’attività didattica proseguirà in presenza per nidi, micronidi, materne, elementari e prima media, mentre dalla seconda media in su – incluse scuole superiori e atenei universitari – le lezioni si svolgeranno in dad al 100% (sempre ad eccezione dell’attività scolastica per i disabili e dei laboratori).

Al fine di limitare la possibilità di occasioni di assembramento, a partire da martedì 9 marzo, in tutto il Piemonte non sarà consentito l’utilizzo delle aree attrezzate per gioco e sport, come ad esempio scivoli, altalene, campi di basket, aree skate, in aree pubbliche e all’interno di parchi e giardini pubblici (fatta salva la possibilità di fruizione da parte di soggetti con disabilità).

Inoltre domani sabato 6 marzo, l’accesso alle attività commerciali sarà consentito ad un solo componente per nucleo familiare (ad eccezione della necessità di portare con sé minori, disabili o anziani).

Inoltre si raccomanda fortemente per le attività di ristorazione la vendita con consegna a domicilio, rispetto all’asporto.

Tutte le misure saranno valide fino al 20 marzo incluso.

Covid, il bollettino di venerdì 5 marzo

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 2.283 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 317 dopo test antigenico), pari al 6,0% dei 37.508 tamponi eseguiti, di cui 22.809 antigenici. Dei 2.283 nuovi casi, gli asintomatici sono 850 (39,2%).

I casi sono così ripartiti: 512 screening, 1.122 contatti di caso, 649 con indagine in corso; per ambito: 35 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 213 scolastico, 2.035 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 259.913, così suddivisi su base provinciale: 22.403 Alessandria, 13.120 Asti, 8.745 Biella, 35.152 Cuneo, 20.053 Novara, 137.691 Torino, 9.689 Vercelli, 9.769 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.240 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.051 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 185 (3 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.223 (+52 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 18.080.

I tamponi diagnostici finora processati sono 3.112.690 (+37.508 rispetto a ieri), di cui 1.190.744risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 9.461

Sono 24 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 5 oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 9.461 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.420 Alessandria, 604 Asti, 382 Biella, 1.114 Cuneo, 787 Novara, 4.323 Torino, 428 Vercelli, 318 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 85 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

229.964 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 229.964 (+915 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 19.938 Alessandria, 11.874 Asti,7.834Biella, 31.408 Cuneo, 17.973 Novara, 121.153 Torino, 8.391 Vercelli, 8.468 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.128 extraregione e 1.797 in fase di definizione.

Piemonte ancora arancione ma sull’orlo della zona rossa

Il Piemonte rimane al momento arancione, anche se gli indicatori  peggiorano.

I dati del Ministero della Salute fissano  l’indice Rt del Piemonte a 1,15 nel caso dell’Rt puntale che era a  1.02 nel report precedente. Invece a  1.18 nel caso dell’Rt medio (era  fissato a 1.03). La soglia di 1,25 determina automaticamente il passaggio alla zona rossa. Intanto sale la pressione sugli ospedali, dove l’occupazione delle terapie intensive è passata dal 23 al 29 per cento.

La politica è una cosa seria

FRECCIATE   L’ex calciatore Marchisio rifiuta il corteggiamento del Pd e da’ una lezione a Zingaretti: la politica – dice – è  una cosa seria.

L’arciere

Juvarra, la grande mostra dei disegni

Giovedì 4 marzo, è stata inaugurata alle ore 11 in streaming sul sito www.juvarrallanazionale.it la mostra “ Filippo Juvarra regista di corti e capitali dalla Sicilia al Piemonte all’Europa “,

che rimarrà aperta fino al 31 maggio 2021 presso la Biblioteca Nazionale Univesitaria di Torino ( Piazza Carlo Alberto 3 – Sala Mostre Juvarra ).

La mostra è organizzata con il Patrocinio della Città di Torino. A cura di Maria Vittoria Cattaneo, Chiara Devoti, Elena Gianasso, Gustavo Mola di Nomaglio, Franca Porticelli, Costanza Roggero, Fabio Uliana.

La mostra aprirà al pubblico non appena il Piemonte tornerà in fasci gialla con apertura dal lunedì al venerdì ore 10-16 . Ingresso libero. Prenotazione prioritaria. Capienza sala 15 visitatori.  Helen Alterio

(Foto di Beppe Sacchetto)

Torino, città nella quale Filippo Juvarra ebbe un ruolo di primo piano per quasi 20 anni e che conserva la più grande collezione al mondo di opere juvarriane presso la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino con il nome di “ Corpus juvarrianum “, dedica al grande architetto messinese la mostra “ Filippo Juvarra regista di corti e capitali dalla Sicilia al Piemonte all’Europa”.

La mostra inaugura nella sala mostre Juvarra della Biblioteca giovedì 4 marzo alle ore 11 ( diretta streaming sul sito www.juvarrallanazionale.it ) e aprirà al pubblico venerdì 5 marzo e fino al 31 maggio ( ingresso libero dalle 10 alle 16, dal lunedì al venerdì) . L’esposizione è organizzata, oltre che dalla biblioteca Nazionale, dal Centro Studi Piemontesi, dall’Associazione Amici della Biblioteca Nazionale universitaria di Torino e dal Dipartimento Interateneo di Scienze di Politecnico e Università degli Studi di Torino , Progetto e Politiche del Territorio con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo e Cassa di Risparmio di Torino e il patrocinio del Comune di Torino, Regione e Consiglio Regionale Piemonte.

La Biblioteca Nazionale Universitaria coglie l’occasione della mostra per celebrare la ricorrenza del suo trecentesimo anniversario , esponendo per la prima volta nella sua interezza il Corpus juvarrianum, che conserva tra le sue raccolte il più consistente fondo esistente di disegni del “Primo Architetto civile di S.M.”, come venne nominato da Vittorio Amedeo II. Tre sono i principali filoni nei quali si dipana il percorso espositivo, arricchito da un apparato multimediale che permette lo sfoglio di tutto il Corpus su monitor a parete : il primo dedicato agli studi di Juvarra e dei suoi collaboratori più specificatamente legati alle architetture, religiose e civili ; il secondo ripercorre l’attività di Juvarra scenografo, in particolare negli anni romani, tra il 1709 e il 1714, mentre la terza sessione si incentra sul legame storico – politico tra Sicilia, Piemonte ed Europa.


Alla mostra si accompagna una corposa pubblicazione , che include per la prima volta l’inventario aggiornato dell’intero corpus juvarrianum, oltre a una serie di saggi importanti per l’inquadramento storico, artistico e culturale della produzione juvarriana .L’inaugurazione della mostra è anche occasione per tre eventi simbolici . Il primo è l’emissione di un Annullo Postale Speciale dedicato a Filippo Juvarra. Il secondo è l’intitolazione a Filippo Juvarra della sala mostre, che si affianca all’Auditorium Vivaldi.Il terzo è la possibilità di visitare, a fianco della mostra, l’antico laboratorio di restauro del libro della Biblioteca Nazionale, il primo in Italia in una biblioteca pubblica statale, allestito a seguito dell’incendio del 1904.

Per prenotazioni:
– www.juvarrallanazionale.it- info@juvarrallanazionale.it o11 8101125
Biblioteca Nazionale Universitaria: bu-to@beniculturali.it www.bnto.librari.beniculturali 011 8101113

Helen Alterio

Medicina generale, una legge per le forme associative

Il Consiglio regionale, presieduto da Stefano Allasia, ha approvato a maggioranza la legge per lo sviluppo delle forme associative della Medicina generale.

Il provvedimento, presentato per la Giunta dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi, prevede – per il biennio 2021-2022 – uno stanziamento di 10 milioni di euro annui per potenziare le attuali forme associative di “medicina di gruppo” e “medicina di rete” della Medicina generale. I medici che sceglieranno di lavorare in una di queste due modalità associative potranno essere supportati da personale di studio. In particolare, il 60 per cento dei medici potrà disporre di personale di segreteria (oggi sono il 43%) e il 40 per cento di personale infermieristico (oggi sono il 19%). Si prevede inoltre che la Regione adotti un Piano di assistenza territoriale con la costituzione di servizi a gestione infermieristica nell’ambito distrettuale delle Asl e con il potenziamento della figura dell’infermiere di famiglia e di comunità per implementare i servizi territoriali e domiciliari.

Chieri si mobilita sulla crisi umanitaria nei Balcani

Il Consiglio Comunale approva un ordine del giorno presentato in merito

Avviare corridoi umanitari, soccorrere i profughi della “Rotta Balcanica” ( migranti e richiedenti asilo – sono migliaia – provenienti per lo più da Afghanistan, Pakistan, Siria e Iraq in fuga da violenze e conflitti per raggiungere l’Unione Europea), supportare le realtà del volontariato e del Terzo Settore del Piemonte, che si sono mobilitate per fornire aiuti, sollecitare le istituzioni regionali, nazionali ed europee ad adoperarsi per trovare soluzioni durature basate sul rispetto dei diritti umani: è quanto previsto nell’Ordine del Giorno sulla “Crisi umanitaria in Bosnia Erzegovina”, approvata nei giorni scorsi dal Consiglio comunale di Chieri (tre voti contrari e due astenuti), primi firmatari i consiglieri FrancoBosco (Sicchiero per Chieri Si), Manuela Olia (Partito democratico) e MariellaTagliavia (Chieri Ecosolidale).
“Ringrazio il Consiglio comunale, i consiglieri di maggioranza e di minoranza, che hanno approvato questo Ordine del Giorno che assume una posizione netta e chiara commenta il sindaco Alessandro Sicchiero – sul dramma che si sta consumando al confine tra Croazia e Bosnia, coerente con la tradizione di solidarietà e di aiuto umanitario che contraddistingue Chieri e il Piemonte. Siamo di fronte a una drammatica emergenza umanitaria e ad una sistematica violazione dei fondamentali diritti umani di migliaia di persone, che sta avvenendo nel cuore dell’Europa. Non possiamo restare indifferenti di fronte a donne, uomini e bambini braccati nei boschi, presi a bastonate, derubati, torturati, violentati. Credevamo che uomini armati in divisa nera che inseguono con i cani, tra la neve, altri uomini, fossero scene di un’epoca lontana”.
g. m.

L’invidia sociale e le seconde case

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni  Viene qualche volta da pensare allo sfogo di Umberto Eco sui babbei che su Facebook sentenziano su tutto e su tutti.
Forse aveva davvero ragione il semiologo che, potendo scrivere sui giornali, si rivelava intransigente classista nel giudicare sprezzantemente i leoni e i leoncini da tastiera. Io stesso mi diletto da anni a scrivere su Fb e forse ,a volte, mi sono manifestato anch’io un babbeo, lasciandomi andare a giudizi affrettati o ad emozioni non meditate. Ho seguito casualmente su Facebook un dibattito molto  animato su diverse pagine  dai vedovi di Conte che piangono la sua dipartita politica, attaccando Draghi, quasi fosse possibile fare dei confronti tra l’oscuro avvocato pugliese e un uomo di livello internazionale come l’ex Presidente della BCE che viene considerato l’uomo che difende i ricchi (sic), ignorando le ragioni dei poveri, come se fosse la riedizione del Governo di Mario Monti. In particolare, c’è chi se la prende con chi ha le seconde case, quasi come esse fossero un furto e fosse moralmente e socialmente disdicevole trasferirsi nelle medesime, come prevede il decreto Draghi. Forse costoro dimenticano che fu proprio Conte con un suo decreto a consentire questi spostamenti, senza peraltro sollevare clamori. Si tratta di diritti costituzionali conculcati per mesi senza ragioni che Conte, il fine giurista, alla fine ritenne, bontà sua e del comunista Speranza,  di ripristinare. La proprietà privata è ancora garantita dalla Costituzione insieme alla libertà di trasferirsi liberamente. Conte consentì a chi usufruisce di una seconda casa, non necessariamente di proprietà , di trasferirsi a casa sua. Draghi, in linea di continuità con Conte e avendo come Ministro della Salute lo stesso Speranza (che avrebbe dovuto liquidare come ha fatto con Arcuri), ha mantenuto la possibilità di trasferirsi a casa propria che non appare un privilegio, ma un diritto. Io non voglio difendere a priori Draghi e può darsi che, in una maggioranza di Governo con la presenza di grillini, Pd e comunisti, abbia dovuto cedere a Speranza ed alla gravità oggettiva della situazione. In quindici giorni non si cambiano gli errori di oltre un anno. Ma incolparlo di aver replicato un tardivo provvedimento di Conte che consente a molti anziani privi di vaccino – va sottolineato –  di cercare di evitare i gravi pericoli di contagio di una grande città, andando al mare (molti anziani avevano da anni l’abitudine o persino la necessità prescritta dal medico di svernare al mare , magari perché affetti da una bronchite cronica), appare una forma di  demagogia ed esprime quella invidia sociale che, seminata a larghe mani dai grillini per anni, si manifesta come una delle conseguenze più nefaste e socialmente disgreganti  della pandemia. Mieli, da vero storico di razza, sosteneva un anno fa che la pandemia avrebbe creato condizioni sociali migliori e il suo superamento avrebbe addirittura  determinato  una scossa positiva economica, come accadde dopo le pestilenze del passato. Non è stato profeta degno di fede perché sta emergendo un odio sociale che già devasta la società italiana. Altro che i fessi che sventolavano il tricolore sui balconi e cantavano l’inno nazionale un anno fa. Qui si è arrivati a contestare con linguaggio giacobino il diritto di poter fruire di casa propria , spesso non frutto di  facili eredità, ma di  sudati risparmi. Per fortuna il devastante Governo più a sinistra della storia italiana ha finito la sua corsa. Oggi Di Maio incredibilmente si dice “liberale e moderato”, peccato che il suo partito abbia sovvertito in modo devastante alcuni valori che neppure il PCI  si sarebbe mai sognato di lambire perché molti comunisti con i loro risparmi si erano comprati una seconda casa. Il clima che i grillini hanno creato e che la pandemia ha aggravato è quello dell’invidia sociale nei confronti di quel  poco che resta della borghesia, la classe sociale più tartassata e schernita da tutti i sessantottini di 50 anni fa e da quelli  di ritorno, ma anche la classe sociale che ha fatto l’Italia e l’ha ricostruita dopo la seconda guerra mondiale. Machiavelli scriveva che la Chiesa con i suoi vizi rendeva gli italiani “captivi “. Questa parola mi è tornata alla mente leggendo certe critiche che rivelano astio, se non odio. Si era detto che bisognava combattere gli odiatori , ma quelli di classe che segnarono cent’anni fa la nascita del PCI e che la saggezza di Togliatti finì di smorzare, sembrano oggi risorti a nuova vita come  un frutto avvelenato della devastazione della pandemia e di una ubriacatura politica che riporta tristemente indietro di un secolo i quadranti della storia. Chissà cosa penserebbero di certi dibattiti su Fb i radical – chic che hanno la seconda casa , spesso una villona, a Capalbio. Sarebbe interessante conoscere la loro opinione. Loro e il loro snobismo intollerabile (e non i pensionati che godono di un alloggetto  al mare) andrebbero fustigati come una vergogna nazionale sia in tempi normali, sia in tempi di pandemia.