ilTorinese

Il volto dell’amore

Con “Il volto dell’amore” Graziella Minotti Beretta ha aperto il cassetto del suo cuore davanti agli occhi del lettore trasformando in versi i suoi sentimenti più segreti.

Una silloge tutta dedicata alle poesie d’amore ( 98 per la precisione) non è impresa da poco, soprattutto quando si intende comunicare, con garbo e leggerezza ma senza pudori quel grumo di sensazioni che la vita a volte regala senza guardare in faccia a nessuno, infischiandosene dell’età e delle convenzioni. Graziella Minotti Beretta, classe ’42, alla dodicesima pubblicazione ha scelto la poesia per palesare il sentimento più  profondo e viscerale che difficilmente si può condensare in un breve momento. Quando si è innamorati spesso e volentieri non si trovano le parole per esprimere il sentimento che si prova nei confronti del proprio partner. Ecco allora il soccorso della poesia che aiuta a sentirsi vivi, a comunicare emozioni e passioni. Il sentimento amoroso trova la sua espressione letteraria più elevata nelle poesie d’amore, in quei componimenti che riescono a sintetizzare passione, sofferenza, innamoramento, affanno e una travolgente, incontenibile felicità. I poeti, da quelli famosi ai meno noti, hanno spesso scelto le liriche in versi per rendere omaggio  alle compagne e i compagni di vita, esaltando i propri sentimenti, rendendo pubblici i sentimenti che maggiormente segnano l’esistenza, regalano emozioni uniche e inimitabili. In questo contesto le  poesie di Graziella Minotti sono capaci di grande generosità e non possono fare a meno di scavare nell’anima, ricercandone le dimensioni ignote e inesplorate. Nelle sue liriche l’autrice esprime pensieri, gioie e  angosce legate all’amore con grande energia. Sembra che dica, parafrasando uno dei sonetti più celebrati di Pablo Neruda, tra le parole e gli spazi di ogni riga: “t’amo senza sapere come, né quando, né da dove, t’amo direttamente senza problemi né orgoglio: così ti amo perché non so amare altrimenti”. Anche le immagini delle sculture di Luigi Biagiotti  proposte nelle ultime pagine del libro non si discostano dal tema, proponendolo in forme diverse. Molti poeti e scrittori si sono cimentati con questo tema universale con toni e sfumature diverse. C’è chi è capace di mettere in versi sensazioni fisiche, sguardi, percezioni: una vera e propria fenomenologia dell’amore. Altri capaci di slanci lirici delicati, pieni di musicalità. In ogni caso occorre un certo coraggio e una non comune sensibilità. Quindi, complimenti a Graziella Minotti.

Marco Travaglini

Gobino e Baronetto danno vita all’ ‘Uovo Im-Perfetto

Simbolo di delicatezza e resilienza, l’uovo è da sempre una delle figure più legate al concetto  di vita e di nascita.

 

Dalla coppia Matteo Baronetto e Guido Gobino arriva una proposta artigianale e originale, dove la vera sorpresa dell’uovo sta nel suo gusto particolare e delizioso.

Ho avuto il piacere di condividere con Matteo l’idea di lavorare al suo Uovo, – aggiunge Guido Gobinoprogetto nato nel 2018, simbolo della sua visione di sensibilità e resilienza. Realizzato con tecniche e materiali diversi ed è stato per me una sfida riuscire a replicare fedelmente ogni cretto, ogni segno di rottura del primo Uovo di Matteo modellandolo con il “nostro elemento” per eccellenza: il Cioccolato”.

L’uovo ha una simbologia importante, da sempre uno dei simboli più legati al concetto di vita e di nascita: così fragile e precario da potersi rompere in qualunque istante, tanto forte e resistente da proteggere la vita che vi è ospitata. L’ambivalenza dell’uovo affascina sin dalla più tenera età Matteo Baronetto, executive chef dello stellato Del Cambio di Torino, tanto da diventare un oggetto di forte valenza simbolica sia nel suo percorso di vita che in quello gastronomico.

Il mio Uovo è la materializzazione della ricerca di perfezione che mi caratterizza fin da bambino – racconta Matteo BaronettoEro un osservatore, i giochi li conservavo con cura per contemplarli, è un inno alla realtà, im-perfetta per definizione”.

Nasce così l’Uovo Im-perfetto una reinterpretazione del concept in chiave gourmet ed espressione di un viaggio in continua evoluzione. Un vero e proprio percorso sensoriale attraverso sperimentazioni artistiche e variazioni sul tema, per raggiungere oggi un nuovo traguardo, che integra all’esperienza visiva e tattile con quella del piacere del gusto.

Il cioccolato al 75% dell’Uovo Im-perfetto fonde cacao di tre origini diverse, ognuna delle quali emerge per una nota specifica: dolcezza dal Venezuela Rio Caribe, nota tostata dall’Ecuador, fresca acidità dei frutti rossi dalla Tanzania” spiega Guido Gobino.

Inoltre, la scelta del colore non è per niente casuale: “Il colore si esprime nella massima purezza del bianco, in cui si tocca l’innocenza e la pienezza del pensiero libero”, aggiunge Matteo Baronetto.

A completare il quadro di esperienze sensoriali dell’Uovo, anche la componente uditiva, qui rappresentata dalla sorpresa edibile: l’azione dello scuotere l’uovo produce suoni che si “amplificano” all’assaggio e il contenuto destruttura la degustazione e fornisce gli elementi salienti delle diverse origini del cacao per ricostruire l’aroma identificativo del cioccolato.

L’Uovo Im-perfetto di Matteo Baronetto e Guido Gobino è disponibile in very Limited Edition (solo 100 pezzi) presso la Farmacia Del Cambio, in Piazza Carignano 2 a Torino ed è acquistabile anche online attraverso shop.delcambio.it

 

Guido Gobino è un artigiano che unisce il rispetto verso la tradizione con slancio verso l’innovazione, coniugando creatività, gusto e passione per il cioccolato di alta qualità. Un’innovazione fatta di un’attenta selezione delle materie prime, di una lavorazione all’avanguardia, di una sperimentazione ininterrotta che ha come fine il raggiungimento di una qualità assoluta. Nel 2017 la passione del cioccolato unita a quella per il caffè dà vita ad un connubio all’insegna del gusto: due eccellenze del Made in Italy, Guido Gobino e Lavazza insieme in occasione della presentazione il flagship store Lavazza di Milano. Da gennaio 2019 l’azienda sigla un accordo di licenza pluriennale con Armani/Dolci, per la produzione e la distribuzione in tutto il mondo della linea Armani/Dolci by Guido Gobino. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti ed è distribuito in oltre 24 paesi, dal Giappone agli Emirati Arabi, dall’Arabia Saudita alla Germania, dalla Francia all’Australia. Nell’autunno del 2020, in occasione del 25° anniversario del Tourinot®, viene presentato “5 grammi di felicità”, il libro scritto da Giuseppe Culicchia ed edito da Slow Food Editore che racconta la storia del celebre Tourinot, il Giandujotto di Torino diventato simbolo della città nato dall’intuizione, dalla creatività e dal gusto di Guido Gobino. Nel 2021 Guido Gobino ha redatto il primo Bilancio di Sostenibilità per divulgare l’attenzione di anni all’eccellenza e al suo impatto nel mondo. La storica azienda di famiglia è nata a Torino oltre 50 anni fa. guidogobino.it

Nasce a Torino il Bosco degli “altri” intitolato a Lia Varesio

È un progetto di Agroinnova e della Città di Torino con il sostegno di Iren e Università di Torino

 

Al via la costituzione del bosco di weTree a Torino. Nascerà a Palazzo Nuovo, nell’area verde finora trascurata davanti alle aule, il Bosco degli “altri”, intitolato a Lia Varesio, per promuovere un nuovo equilibrio tra uomini e natura.

 

La collaborazione tra Agroinnova, Centro di Competenza per l’innovazione in campo agro-ambientale dell’Università di Torino, e la Città di Torino, grazie al sostegno di Iren e dell’Università di Torino, porterà a riqualificare uno spazio dell’Università all’interno del comprensorio di Palazzo Nuovo.

 

La struttura, tra via Verdi e Corso San Maurizio, ospita la Scuola di Scienze Umanistiche e i relativi Dipartimenti. Lo spazio individuato per il bosco fa parte dell’area verde che caratterizza la facciata principale di Palazzo Nuovo e rappresenta l’ultimo step per la completa riqualificazione ‘green’ della struttura.

 

“Siamo davvero soddisfatte – dichiara Maria Lodovica Gullino, Direttore di Agroinnova, Vicerettore dell’Università e portavoce di weTree – in un momento così difficile per la nostra società. Il 2020 è stato l’Anno Internazionale della Salute delle Piante e questo progetto è il giusto lascito agli anni a venire. La collaborazione con Ilaria Capua e Ilaria Borletti Buitoni ha portato alla fondazione dell’Associazione weTree e all’immediata azione in alcune città italiane. Speriamo che il messaggio di weTree possa presto conquistare altri centri urbani importanti. Speriamo nascano tanti piccoli boschi in tutta Italia e che vengano mantenuti sani nel tempo. Il nostro paese è ricco di donne volenterose e all’avanguardia. La Pandemia ci ha insegnato sicuramente una cosa importante: ripartiamo dalle donne, dalla ricerca e dalla natura”.

 

Il primo bosco a Torino verrà intitolato a Lia Varesio, grande donna torinese che ha passato la vita, tra mille difficoltà, a occuparsi degli “altri”, i più bisognosi. Già Cavaliere della Repubblica Italiana, fondò nel 1979 l’associazione Bartolomeo & C. che oggi ne porta avanti ideali e speranze.

 

La riqualificazione, ad opera delle agronome paesaggiste Stefania Naretto e Chiara Otella, fondatrici dello studio LineeVerdi, stimolerà così una consapevolezza ambientale in prospettiva circolare, realizzando un’area verde intitolata a una donna che si è distinta con le sue attività per una società torinese migliore.

 

“Per un professore non c’è soddisfazione più grande del veder crescere i propri studenti – afferma Elena Accati, già Professore Ordinario dell’Università di Torino e promotrice di weTree Torino – Vedere Stefania e Chiara oggi professioniste affermate mi fa davvero ben sperare per le nuove generazioni. Sembra ieri che partecipavano alla Scuola di Specializzazione in ‘Parchi e Giardini’ della ormai ex Facoltà di Agraria. E, vedendo il progetto che hanno disegnato per weTree, sono certa che faranno ancora molta strada”.

 

Il Comitato Promotore di weTree Torino è composto da: Giulia Anastasia Carluccio – Prorettrice dell’Università degli Studi di Torino; Patrizia Sandretto Re Rebaudengo – Presidente della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e Ambasciatore delle eccellenze torinesi nel mondo; Antonella Parigi – già Assessore alla Cultura della Regione Piemonte; Elena Accati – già Professore Ordinario dell’Università di Torino; Stefania Naretto e Chiara Otella – paesaggiste titolari di LineeVerdi.

 

“Già a neanche venti giorni dal suo lancio il progetto weTree sta crescendo: sono certa – è il commento di Ilaria Borletti Buitoni, Presidente di weTree e Vicepresidente del Fondo Ambiente Italiano – che il futuro di questa iniziativa, inaugurata grazie alla visione di Ilaria Capua e alla competenza di Maria Lodovica Gullino, attraverserà molte città del nostro paese. Il contesto nel quale vivono le persone è fatto di natura e di identità culturale e solo l’equilibrio tra questi ambiti può contribuire alla qualità dell’ambiente e quindi alla salute dei cittadini presso le Istituzioni e le Università, producendo tanti piccoli boschi in tutte le città del nostro Bel Paese”.

 

Il cuore di weTree è racchiuso e sintetizzato nel suo Patto. I Sindaci delle città che aderiranno, infatti, si impegnano a realizzare almeno quattro dei seguenti otto punti: promuovere lo sviluppo di nuove aree verdi pubbliche, curandone anche la manutenzione; valorizzare in tutte le iniziative la parità di genere e la competenza femminile; sollecitare con appelli e incentivi i privati (commercianti, cittadini, …) affinché contribuiscano con il verde all’abbellimento degli spazi  di loro competenza visibili; favorire con campagne di sensibilizzazione una mobilità sostenibile (in particolare camminare per raggiungere la propria destinazione) con l’obiettivo di stimolare uno stile di vita più sano; patrocinare e promuovere programmi di educazione ambientale nelle scuole favorendo  collaborazioni/accordi stabili con gli atenei della propria città; sensibilizzare e promuovere tra i cittadini la raccolta differenziata, la cura e il rispetto degli spazi comuni e promuovere il riciclo e il recupero come alternativa allo spreco e al disuso; istituire un Premio annuale “weTree” all’associazione o ai cittadini meritevoli di aver contribuito alla manutenzione e all’incremento del verde nella propria città; favorire una maggiore consapevolezza tra i cittadini di una visione circolare che unisca ambiente e salute per  il benessere della comunità  e delle future generazioni.

 

Otto punti essenziali, otto azioni concrete per sostenere una rinnovata sostenibilità. La Sindaca di Torino Chiara Appendino è stata tra i primi Sindaci a sottoscrivere questo patto, un vero e proprio impegno verso l’ambiente. Tra le altre città già impegnate: Milano, Perugia e Palermo.

 

“Siamo lieti di aderire al Patto weTree – ha dichiarato la Sindaca Chiara Appendinoe concordiamo pienamente con le finalità e gli obiettivi del progetto. Diffondere e promuovere buone pratiche ambientali è, infatti, un impegno prioritario per la nostra Amministrazione, condotto nella consapevolezza che ogni azione indirizzata a tal fine è indispensabile per garantire sostenibilità allo sviluppo della città. Negli ultimi anni, in particolare, Torino ha avviato e sta realizzando un importante programma di forestazione urbana e di messa a dimora di nuovi alberi, che consente di incrementare ulteriormente il patrimonio verde cittadino, già cospicuo e di inestimabile valore. Un bene prezioso, che abbiamo il dovere di curare e salvaguardare per il benessere della comunità e delle future generazioni”.

 

Il progetto weTree a Torino ha già cominciato a espandersi.

 

“Sono onorata di far parte del Comitato promotore di weTree Torino – commenta Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Presidente dell’omonima Fondazione – Nel giardino pubblico davanti alla sede della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino, verranno messi a dimora nuovi alberi, dando vita a un bosco ornamentale dedicato alle artiste. Chiederemo al pubblico di scegliere le artiste a cui dedicare gli alberi, attraverso un contest. Il Dipartimento Educativo della Fondazione si prenderà cura di questo bosco e lo farà vivere e abitare, svolgendo tra gli alberi delle artiste attività e laboratori per i bambini, per le famiglie, per gli adulti e per le persone vulnerabili”.

 

Il progetto weTree sarà promosso particolarmente nelle scuole, tra studenti e insegnanti, affinché soprattutto le nuove generazioni ne portino avanti i concreti messaggi. Non a caso il progetto del Bosco di Torino si svolge in stretta collaborazione con il progetto Otonga del Professor Renato Grimaldi, ospite nel 2018 della Fondazione di Padre Onore in Ecuador, grazie alla quale è stata acquisita e salvaguardata una parte di foresta ecuadoriana. Durante la missione, Grimaldi ha svolto ricerche sulla sostenibilità ambientale, sviluppando l’educazione dei giovani studenti e insegnando loro il rispetto della foresta, fornendo al tempo stesso strumenti di competenze per il loro futuro. A sottolineare una volta ancora il ruolo dell’educazione e dell’Università all’interno di weTree.

“M’illumino di Meno 2021” Anche Chieri aderisce alla campagna

Da venerdì 26 a domenica 28 marzo

L’amministrazione chierese, guidata dal sindaco Alessandro Sicchiero, viaggia a pieni giri sul tema ambientale. Tema che da Palazzo Civico è stato posto in primo piano e fra le priorità dei suoi interventi sul territorio a favore della cittadinanza. A confermarlo, ancora una volta, la sua convinta adesione anche quest’anno a “M’illumino di Meno”, la campagna di sensibilizzazione radiofonica sul “Risparmio Energetico” promossa dalla trasmissione “RAI RADIO 2 Caterpillar”.


Così, nelle serate di venerdì 26, sabato 27 e domenica 28 marzo saranno spenti i fari che illuminano il campanile della Chiesa di San Giorgio, la facciata romanico-gotica della Collegiata di Santa Maria della Scala (Duomo) e quella della Chiesa di San Domenico.
“Ancora una volta – commenta l’assessore all’Ambiente e all’Energia Massimo Ceppi – aderiamo senza riserve a questa iniziativa nata per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di ridurre l’inquinamento luminoso e per promuovere uno stile di vita più sostenibile incentrato sul risparmio energetico”. “Aderire a ‘M’illumino di Meno’ – prosegue Ceppi – è anche un modo per ribadire e confermare l’impegno dell’amministrazione a promuovere ogni iniziativa che possa informare e rendere i cittadini protagonisti di buone pratiche volte a salvaguardare l’ambiente. Tra queste il risparmio energetico è sicuramente fondamentale ed è alla portata di tutti, anche se l’emergenza climatica richiama, senza dubbio, ad azioni ancora più decise e sostanziali”. Affermazioni che vogliono a chiare lettere sottolineare l’importanza, per l’amministrazione cittadina, del tema ambientale in senso lato ed energetico e climatico nello specifico, come vuole altresì dimostrare l’avvio, proprio in questi giorni della campagna di comunicazione “Come fai a non vederlo?”, tesa a lanciare “l’allarme sul collasso ambientale che rischia di colpire in nostro Pianeta”. “Peraltro – conclude l’assessore – stiamo anche lavorando per una riduzione della potenza impiegata negli impianti di illuminazione pubblica, sempre nel rispetto dei limiti normativi e della necessità di garantire la sicurezza dei cittadini. Ma senza sprechi”.

g. m.

“Venaria in corto” seconda edizione

21.0 GIOVANI E TECNOLOGIA. IL MONDO DEL DIGITALE È IL TEMA DELLA SECONDA EDIZIONE DI “VENARIA IN CORTO”

Pubblicato il bando per la partecipazione al concorso di cortometraggi

“Venaria in corto” lancia la sua seconda edizione, dal titolo “Giovani 21.0”. Quest’anno, il concorso di cortometraggi, promosso dalla Città di Venaria Reale in collaborazione con la Factory della Creatività, è infatti dedicato al rapporto fra giovani e tecnologia nella dimensione del web e della comunicazione. La partecipazione è rivolta agli under 35, sia italiani sia stranieri.

Dopo la prima edizione vinta dal regista Marco Mingolla con “Dalia”, a cui hanno partecipato 29 cortometraggi provenienti da tutta Italia, l’obiettivo della rassegna 2021 è di dare ai partecipanti la possibilità di confrontarsi con il tema del digitale, nelle sue molteplici forme, raccontando come le giovani generazioni vi si relazionano.

Dichiara il sindaco di Venaria Reale, Fabio Giulivi: «Gli elaborati dovranno avere come tema il rapporto tra i giovani e il digitale, tema molto attuale, soprattutto nell’anno della pandemia che ha sconvolto il mondo nella modalità dello svolgimento delle lezioni attraverso la DAD, ma anche nella modalità di svolgimento del lavoro attraverso lo smart working. È cambiato il rapporto dei giovani per quanto riguarda la socializzazione: i nuovi mezzi di comunicazione oggi possono unire, ma sappiamo anche che possono dividere. Quindi il rapporto fra giovani e digitale diventa un tema all’attenzione anche dalle cronache, con tutto quello che riguarda il cyber-bullismo e gli altri problemi che abbiamo visto in questo periodo».

L’assessore alle Politiche giovanili, Paola Marchese ha inoltre sottolineato il ruolo di centralità che la Città di Venaria Reale dà ai giovani attraverso questa iniziativa: «Gli strumenti tecnologici hanno modificato sostanzialmente la quotidianità di tutti noi, per questo vogliamo sapere cosa pensano e qual è il punto di vista dei giovani di questo processo di cambiamento. A loro chiediamo di partecipare a questo concorso perché per noi è importante che i giovani del nostro territorio, ma non solo, si possano confrontare con queste iniziative».

Importante novità di quest’anno in tema di partecipazione giovanile, è la scelta di aprire il concorso anche alle scuole. Gli studenti appassionati di cinematografia sono infatti chiamati a confrontarsi con la telecamera attraverso il supporto di un docente di riferimento che ne coordinerà le attività di regia.

A seconda dell’età dei candidati a “Venaria in corto”, si potrà concorrere per la sezione riservata agli studenti delle scuole superiori di secondo grado in qualità di gruppo classe o inter-classe, oppure per la sezione riservata ai giovani registi fra i 18 e i 35 anni che potranno partecipare anche nella forma di gruppo come regia collettiva. Chi adotterà la Città di Venaria Reale come ambientazione del cortometraggio, inoltre, avrà la possibilità di concorrere anche per il premio “Menzione Città di Venaria Reale”.

I premi saranno così suddivisi:

•    Miglior cortometraggio – buono acquisto di € 750 e targa celebrativa;
•    Menzione scuole – buono acquisto di € 250 e targa celebrativa (premio riservato alle scuole superiori di secondo grado);
•    Menzione Città di Venaria Reale – buono acquisto di € 250 e targa celebrativa.

Il concorso è aperto a cortometraggi della durata massima di 20 minuti, in lingua italiana o straniera con sottotitoli in italiano. I lavori presentati devono essere stati realizzati da non più di tre anni e non aver ricevuto premi o menzioni in altri concorsi. Il termine ultimo per poter inviare i propri lavori è previsto il 31 maggio 2021, l’iscrizione è gratuita.

Il bando è pubblicato sul sito www.comune.venariareale.to.it
Per maggiori informazioni è possibile scrivere a venariaincorto@comune.venariareale.to.it
La prima edizione è visibile su  www.venaria.tv . Altre informazioni sulle pagine Facebook Città di Venaria Reale e Factory Venaria Reale.

Da Torino parte il primo abbonamento di scarpe per bimbi

Shone è il primo brand a lanciare in Italia la formula dell’abbonamento per calzature da bambini. Acquistando la vip card al costo di 29,90 euro si entra a far parte della community Shone con la possibilità di scegliere per un anno intero tutti i modelli a catalogo al prezzo speciale di 9.90 Euro, con una percentuale di sconto che arriva fino al 75% per ogni acquisto.

 

Shone, il brand torinese di calzature per bambini distribuito esclusivamente sul mercato digitale, lancia la formula di abbonamento SHONE KIDS VIP CLUB, una vera e propria novità per il mercato italiano.

I bambini crescono in fretta e il turn over nella scarpiera è inarrestabile ma ciò non deve necessariamente significare la rinuncia a calzature di qualità, comode e adatte al loro corretto sviluppo.

Sin dalla sua nascita Shone ha puntato sull’alta qualità delle proprie scarpe: tutti i modelli hanno una calzata comoda, sono facili da indossare grazie ai lacci elastici, alle zip e alle chiusure velcro, sono dotati di speciali solette memory foam che prendono la forma del piede e di suole sportive, leggere e robuste. Praticamente indistruttibili, fashion e super convenienti.

La Shone Kids Vip Card è acquistabile a € 29,90 direttamente dal sito www.shonekids.com e, una volta attivata, permette di acquistare tutta la collezione a 9,90€ per 12 mesi.

E se i bambini cambiano numero nel corso dell’anno, nessun problema. Sul sito è presente una spiegazione di come scoprire la taglia esatta a partire da un pdf, da scaricare gratuitamente, sul quale sono presenti la forma del piedino e la micrometrica. Uno strumento utile per i genitori, un gioco divertente per i più piccoli.

Carlo Tafuri, CEO e Founder di IDT S.p.A., società torinese di distribuzione del brand Shone spiega:

Il mercato delle calzature per bambini e ragazzi vale in Italia circa 100 Milioni di Euro. Shone ha debuttato on line nel 2020 e, ad un anno dal lancio, possiamo già contare oltre 5.ooo clienti attivi. Dal 24 al 39, vestiamo migliaia di bambini. Il modello dell’abbonamento che lanciamo in questi giorni in Italia è quello già largamente utilizzato dai colossi del beauty, oltre che da Amazon. Vogliamo costruire la fedeltà della nostra community e al tempo stesso aiutare le famiglie. La crisi le ha penalizzate riducendone il potere d’acquisto; la nostra formula punta a rendere democratica la qualità.

Nel 2020 abbiamo trasformato la distribuzione del brand, digitalizzandola, abbattendo la filiera distributiva per offrire prodotti di qualità al prezzo più basso. Oggi, dopo aver recepito le esigenze delle famiglie, facciamo un ulteriore passo avanti per avvicinarci a loro. La customer satisfaction è alla base del nostro modello di business.” 

www.shonekids.com

Un nuovo logo per il Politecnico di Torino

È il primo passo di un grande progetto di revisione dell’immagine dell’Ateneo e della sua presenza online, per rappresentare un’Università che guarda al futuro e ai bisogni della società rimanendo ben connessa con le sue radici

 “Il Politecnico di Torino ha un’identità forte, con radici ben salde nella storia accademica, economica e sociale del nostro territorio e del nostro Paese. Tuttavia tutte le identità evolvono e noi non facciamo eccezione, tanto più in un periodo di grandi cambiamenti come quello che stiamo vivendo e con un Politecnico che da tre anni si è aperto a dimensioni in parte nuove nel modo di intendere le sue missioni istituzionali e il suo rapporto con la società. Abbiamo così sentito l’esigenza di avviare un grande progetto non solo di revisione dell’immagine dell’Ateneo, ma anche della sua ampia e articolata presenza online, oggi più importante che mai. Il primo risultato di questo progetto che – con grande piacere – condividiamo col pubblico è la presentazione del nuovo   logo dell’Ateneo. Per la nostra comunità accademica, intesa in senso lato, quindi per esempio anche tutti i nostri laureati e laureate in giro per l’Italia e per il mondo, il logo è una componente importante della nostra identità collettiva, un’immagine che in maniera compatta rappresenta le nostre radici, i nostri valori, le nostre missioni.  Crediamo che questo nuovo logo rappresenti molto bene tutto questo, ma – rispetto al precedente – con una sensibilità molto più contemporanea, molto più aperta al futuro”. Il professor Juan Carlos De Martin, Vice Rettore per la Cultura e la Comunicazione, spiega così le ragioni che hanno portato il Politecnico di Torino a intraprendere un percorso di revisione della sua immagine, che parte dal logo, ma riguarderà il complesso delle modalità con cui l’Ateneo si presenta ai propri interlocutori e che riguarderà anche tutta la presenza online dell’Ateneo, con un nuovo sito che verrà presentato nei prossimi mesi. Per questo progetto, l’Ateneo si è affidato al lavoro di due società esperte di comunicazione e digitale: la digital agency milanese Wellnet e l’agenzia di comunicazione torinese Sixeleven.

Un nuovo logo, quindi, che mira a valorizzare la tradizione, valore fondante dell’Ateneo, recuperando gli elementi più importanti del sigillo storico, rivisti però in chiave più moderna, con un tratto più chiaro e leggibile e adatto agli attuali utilizzi di comunicazione.

Il logo è il primo risultato di un percorso che ha visto un’articolata fase di analisi preliminare, i cui risultati sono diventati il riferimento per un più complessivo intervento sulla “brand identity”. Attraverso quasi 5.000 questionari, la comunità del Politecnico è stata interpellata per capire quali valori avrebbe dovuto rappresentare: docenti, studenti, alumni, aziende, ricercatori hanno avuto l’opportunità di esprimere la loro opinione. Decine di interviste one to one con le figure cardine dell’Ateneo, 9 focus group, l’analisi di circa 400 recensioni raccolte online hanno completato una raccolta ampia di dati e suggestioni utili a impostare il lavoro.

Si è deciso di operare un “restyle”, per confermare quel patrimonio di conoscenze e tradizione che il precedente “sigillo” di stile pittorico rappresentava. Allo stesso tempo, nella creazione di un vero e proprio “logo”, le scelte compiute a livello estetico e di linguaggio grafico hanno voluto raccontare la direzione del Politecnico di oggi e di domani: un’istituzione rivolta al futuro, all’innovazione, all’apertura verso nuove prospettivealla costruzione di un nuovo umanesimo tecnico-scientifico.

Alcune scelte sono state all’insegna della razionalizzazione: su tutte, il mantenimento di una sola scritta “Politecnico di Torino”, come logotipo, e di un’unica data, il 1859, l’inizio della storia dell’Ateneo. Altre decisioni hanno guidato la ricerca di razionalizzazione e sintesi del logo stesso, con l’eliminazione di alcuni elementi giudicati non così centrali.

Le scelte più rilevanti sono state compiute nella valorizzazione dei tasselli fondamentali. Il Castello del Valentino, sede fin dalle origini della Scuola di Applicazione degli Ingegneri, ha ora una maggiore centralità ed è stata completamente ridisegnata. La testa di Minerva Galeata, dea della saggezza, dell’ingegno e delle arti utili, riacquista rispetto alla versione precedente anche l’elemento della lancia. Il ramo di alloro baccato e di quercia, elementi tradizionali dell’araldica, simbolo rispettivamente di gloria e forza morale e del titolo di laurea conferito agli studenti dell’Ateneo, chiudono in un cerchio perfetto gli altri elementi, in sostituzione del precedente doppio cerchio.

Anche il colore ha subito un restyle: è rimasto il blu, ma in una tonalità differente, che sostenesse l’idea di contemporaneità nella continuità. Il blu di Prussia rende il logo più attuale; noto anche come Blu degli ingegneri, era usato in una speciale miscela per verificare la regolarità di una superficie. Il colore secondario è l’arancione, complementare del blu.

Il lettering della scritta “Politecnico di Torino” ha smussato alcune rigidità precedenti, mettendosi maggiormente in dialogo con il logo, come ad esempio nella scelta del cerchio perfetto che simboleggia unità e inclusione, presente nella figura geometrica – che idealmente racchiude gli elementi grafici – e anche nelle “o” e nei puntini delle “i” del logotipo. I font hanno un aspetto più tecnico ma anche di apertura, di proposizione verso il futuro, grazie ai tagli di alcune lettere che puntano verso l’alto e in avanti, a simboleggiare la direzione intrapresa dal Politecnico.

“Si è trattato di mettere maggiormente in evidenza elementi fondanti e tuttora centrali per il Politecnico di Torino – racconta Gabriele Pinzin, Direttore creativo dell’agenzia Sixeleven che si è occupata del restyle – dandogli un maggiore respiro, valorizzandoli e trasmettendo un senso complessivo di progresso, di avanzamento, di potenzialità future”.

“Viviamo una stagione in cui alle Università si chiede di rispondere a sfide nuove, che ci vengono poste dalla società, dai nostri studenti, dall’economia”, conclude il Rettore Guido Saracco: “Anche il nostro Ateneo si sta trasformando e l’avvio del processo di rinnovamento della nostra immagine è stato un’occasione per la nostra comunità politecnica di interrogarsi su questi cambiamenti e sulla direzione che vogliamo intraprendere: ringrazio tutti i colleghi, gli studenti e tutti gli altri  nostri interlocutori   che hanno portato il loro contributo in termini di idee e di suggerimenti. Con questo progetto di ridefinizione della nostra immagine e della sempre più importante presenza online dell’Ateneo vogliamo comunicare a tutti la direzione in cui si sta muovendo il Politecnico. Sono certo che tutta la nostra grande comunità si riconoscerà in questo nuovo logo, e sarà orgogliosa di portarlo nel mondo come simbolo della nostra capacità di rinnovarci, al passo coi tempi ma rimanendo sempre ben connessi con le nostre radici”.

Il video di presentazione del nuovo logo

Migranti, Brescia (M5S): “600 mila euro in arrivo a Bardonecchia”

“Grazie a un mio emendamento alla legge di bilancio, sono stati stanziati 5 milioni di euro per i comuni più coinvolti dalla gestione dei flussi migratori.

Con l’intesa della Conferenza Stato-Città, dopo il gran lavoro del Viminale, registriamo il primo via libera al riparto tra 48 comuni. Bardonecchia riceverà circa 600mila euro.” lo annuncia Giuseppe Brescia, presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera e deputato del MoVimento 5 Stelle, che ha scritto una lettera al sindaco di Bardonecchia, Francesco Avato.

Nella lettera Brescia ha scritto ad Avato: “Con questo stanziamento intendiamo riconoscere l’impegno e gli sforzi fatti dai comuni come il suo. Valuteremo insieme questa misura e decideremo se renderla un contributo strutturale a fronte di un fenomeno altrettanto strutturale come l’immigrazione.”

In uno scambio di mail molto cordiale, il presidente Brescia ha assicurato al sindaco che non appena possibile visiterà Bardonecchia.

Bardonecchia è tra i 12 comuni di frontiera terrestre destinatari in totale di 2,3 milioni di euro.

Aggredisce la sua ex in auto

Arrestato stalker dagli agenti della Squadra Volante

Un cinquantanovenne italiano è stato arrestato dagli agenti della Squadra Volante, mercoledì, a seguito della chiamata di una donna che riferiva di essere stata picchiata per strada nel quartiere Santa Rita dall’ex compagno.

Agli agenti intervenuti, la donna racconta di aver trascorso il pomeriggio con il suo ex compagno con il quale, pur avendo interrotto da tempo la relazione sentimentale, ha una frequentazione occasionale. Nello specifico, mercoledì pomeriggio, l’uomo in sua compagnia litiga per strada con una persona; una volta in auto, le ire dell’uomo si rivolgono verso la sua ex che sta cercando di calmarlo. L’aggressione, dapprima verbale, si trasforma in fisica: nella circostanza, infatti, il cinquantanovenne colpisce la vittima schiaffeggiandola e tirandola per i capelli. La donna riesce ad attirare l’attenzione di alcuni passanti che riescono a tirarla fuori dall’auto, mentre il reo si allontana con l’auto dal luogo dei fatti. Agli agenti, la vittima racconta anche che tali comportamenti violenti non erano una novità spesso dovuti all’abuso dell’alcol.

Mentre gli agenti della Squadra Volante stanno raccogliendo il racconto della donna, a quest’ultima arriva una chiamata da parte del suo ex che le indica di incontrarsi nei pressi di una fermata GTT di corso Agnelli. La donna acconsente ma ad attendere l’uomo ci sono, però, gli agenti della Squadra Volante che fermano l’aggressore.

L’uomo si presenta agli agenti in stato di ebrezza, le successive verifiche del tasso alcolemico riporteranno valori pari a 1,49. Dai controlli esperiti, emerge che il cinquantanovenne è alla guida dell’auto, pur avendo la patente sospesa.

Alla luce dei fatti, lo stalker viene arrestato per atti persecutori e sanzionato amministrativamente per la guida con patente sospesa e per il possesso di sostanza stupefacente che il soggetto aveva con sé.

Covid, il bollettino di venerdì 26 marzo: nuovi positivi sempre oltre quota 2000

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 2.117nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 327dopo test antigenico), pari al 6,6% dei 32.115tamponi eseguiti, di cui 18.135 antigenici. Dei 2.117nuovi casi, gli asintomatici sono 693(32,7%).

I casi sono così ripartiti: 233 screening, 1.212 contatti di caso, 672 con indagine in corso; per ambito: 34 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 138 scolastico, 1.945 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 303.466così suddivisi su base provinciale: 24.704 Alessandria, 14.592 Asti, 9.524 Biella, 42.601 Cuneo, 23.563 Novara, 162.108 Torino, 11.540 Vercelli, 11.185 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.347 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.302 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 358(+1rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 3.759(+82 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 31.018

I tamponi diagnostici finora processati sono 3.623.157(+32.115rispetto a ieri), di cui 1.326.266risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 10.131

Sono 38 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 4 verificatisioggi(si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 11.131deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.462 Alessandria, 628 Asti, 394 Biella, 1.214 Cuneo, 834 Novara, 4.719 Torino, 455 Vercelli, 337 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 88 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

258.200 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 258.200(+ 2.236rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 21.789 Alessandria, 12.780 Asti,8.479Biella, 35.144 Cuneo, 20.067 Novara, 137.135 Torino, 9.695 Vercelli, 9.934 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.207 extraregione e 1.970 in fase di definizione.