ilTorinese

Comitato Dora Spina Tre: “Ex Paracchi, via l’amianto ma non basta”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata all’Assessore all’Urbanistica e al Presidente della Circoscrizione 4

 

Apprezziamo l’effettuazione della bonifica amianto dei tetti dell’edificio in via Pianezza angolo via Pessinetto, di fronte al comprensorio abitativo Paracchi di Spina 3. Un intervento, annunciato in questi giorni dal Comune e sollecitato da un decennio dai cittadini e anche dal nostro Comitato.

Ci chiediamo ancora perché questo lavoro indispensabile debba essere infine eseguito a spese della collettività (il Comune di Torino risulta essere ancora proprietario dell’edificio, seppur alla ricerca di acquirenti) e non dell’ex proprietà.

Per le potenzialità che l’edificio offre, continuiamo a pensare che l’ex Paracchi di via Pessinetto non sia solamente un problema di alienazione a fini bilanciali e che restino aperte alcune questioni:

– sono arrivate offerte di acquisto?- se sì. per quali scopi?

– si è tenuto conto dei “vincoli sociali” apposti in merito all’uso civico di alcuni locali?

Riprendiamo a questo proposito quanto scritto nella nostra lettera del gennaio 2019: :

“Ricordiamo che la stessa documentazione allegata al bando di vendita precisa, tra le vincolanti prescrizioni ministeriali (decreto 102/2015) che autorizzano l’alienazione dell’edificio, che “in considerazione della situazione conseguente alle precedenti destinazioni d’uso, dovrà essere garantita, particolarmente in occasioni finalizzate alla conoscenza del territorio, la pubblica fruizione del bene”. La nostra interpretazione di quanto sopra chiaramente descritto (lo si evince dall’utilizzo del termine “particolarmente” e non “esclusivamente”) continua ad essere che una parte dell’edificio, non solamente in occasione delle, supponiamo, rare visite culturali, debba essere destinata a fini sociali di quartiere. Se ciò non si verificherà, la vendita dell’ex Paracchi, che peraltro risulterebbe avvenire a prezzi di saldo di fine stagione, rappresenterebbe un perdita per la collettività”.

In attesa di una vostra cortese risposta, chiediamo che i cittadini siano informati sull’evolversi della vicenda e che siano tutelate le legittime aspettative di un utilizzo  parzialmente civico di questo edificio. Questione che si pone anche per altri immobili dismessi in Spina 3, un quartiere dove è forte la necessità di luoghi di aggregazione culturale.

Cordiali saluti

COMITATO DORA SPINA TRE

comitatodoraspina3@tiscali.it

www.comitatodoraspina3.it

Film Fund, la Regione sostiene cinema e tv

La Regione ha confermato anche per quest’anno il sostegno al programma «Piemonte Film Tv Fund» dedicato alle imprese di produzione audiovisiva, cinematografica e televisiva con una dotazione di 1,5 milioni di euro. La delibera, approvata questa mattina dalla Giunta, porta la firma degli assessori alle Pmi, Andrea Tronzano e alla Cultura, Vittoria Poggio: entro metà aprile sarà pubblicato sul sito della Regione l’avviso con i criteri e i requisiti per partecipare alla selezione.

L’ASSESSORE ALLA CULTURA, VITTORIA POGGIO: «SEGMENTO IN ESPANSIONE CHE HA PRODOTTO RICADUTE DI 21 MILIONI NEGLI ANNI PRECEDENTI»

«In questi anni il consumo di prodotti televisivi e cinematografici da parte delle famiglie è aumentato moltissimo – ha sottolineato l’assessore Poggio – In questo periodo sono presenti in Piemonte numerose troupe impegnate nella realizzazione di riprese per il cinema e per la tv. Si tratta, quindi, di un segmento in grande espansione da sostenere come industria a cui dare valore per aiutare le aziende e allo stesso tempo per mantenere viva la cultura audiovisiva e cinematografica nata proprio a Torino assieme con la Rai».

«Un comparto quello delle attività audiovisive – aggiunge l’Assessore Tronzano – che esprime, come ho potuto verificare di persona nel corso delle visite alle aziende, professionalità eccellenti nel nostro territorio, con un numero multiforme di micro piccole e medie imprese che operano con grande qualità. Piemonte Film Tv Fund si conferma uno strumento valido per favorire lo sviluppo economico e professionale del settore della produzione cinematografica e televisiva.

Il provvedimento rientra nel pacchetto di misure a sostegno del comparto della Cultura. Il progetto «Piemonte Film Tv Fund» già avviato negli anni precedenti ha dato origine a ricadute economiche di 21 milioni di euro a fronte dei 4 assegnati dalla Regione a titolo di contributo.

«L’esperienza di “Piemonte Film Tv Fund” – ha aggiunto l’assessore Poggio – nel triennio 2018-2020 è stata molto positiva: a fronte di 27 opere finanziate e di 4 milioni di euro di contributi a fondo perduto concessi alle imprese, vi è stata una ricaduta in termini complessivi sul Piemonte tra personale, beni e servizi e strutture ricettive superiore ai 21 milioni di euro».

Questo settore, soltanto per quanto riguarda la filiera cinematografica tra produttori, distributori, industrie tecniche, esercenti, produttori di apparecchi cinematografici genera un giro d’affari di circa 4 miliardi di euro in Italia e vede attive oltre 2.000 aziende, in prevalenza di piccole dimensioni il 97% delle quali è sotto i 10 milioni di fatturato.

Il lato artistico del “Dantedì”: quando l’arte incontra Dante

Da poco è passato il “Dantedì”, ossia la giornata nazionale dedicata al “Sommo Poeta”. La data -25 marzo- è stata approvata in vista del settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri, avvenuta il 14 settembre 1321, e in corrispondenza dello stesso giorno del 1300 in cui, secondo tradizione, l’autore fiorentino si smarrisce “nella selva oscura”.

È stata di Paolo di Stefano, giornalista e scrittore, l’idea che il padre della lingua italiana avesse un giorno “tutto suo” sul calendario, così come James Joyce (1882-1941) ha il proprio “Bloomsday”. Per James Joyce si tratta della commemorazione annuale dello scrittore irlandese, che si tiene ogni 16 giugno ed è sentita in particolar modo a Dublino; la data scelta rimanda agli eventi dell’ “Ulisse”(1922), che si svolgono tutti nel medesimo dì, proprio il 16 giugno del 1904.

Come docente di Arte, quest’anno ho partecipato attivamente al ricordo dantesco con le mie classi, e, avvalendomi dell’indiscusso potere delle immagini, ho preparato una lezione dedicata a “Dante nell’arte”, per riflettere con i miei studenti su quanto l’autore preso in esame abbia ispirato l’immaginario collettivo.
È la “Commedia” di certo l’opera che è stata maggiormente ripresa da pittori, scultori, illustratori ma anche da registi teatrali e cinematografici, soprattutto per quanto riguarda l’ “Inferno”; la narrazione dantesca degli Inferi, con le sue terrificanti atmosfere e i suoi suggestivi personaggi, si presta forse più facilmente delle altre due cantiche (“Purgatorio” e “Paradiso”) a rielaborazioni suggestive e turbanti.
Lo ammetto, ho usato lo stesso “escamotage”.
Ogni argomento necessita di una contestualizzazione, senza entrare nei dettagli e sempre con supporto iconografico, ho ripercorso brevemente per i miei studenti la struttura dell’opera dantesca e ho richiamato alla mente alcuni concetti essenziali. Per tale introduzione ho proiettato sulla superficie della LIM le illustrazioni dal carattere didascalico che Botticelli eseguì tra il 1480 e il 1495 su richiesta della famiglia Medici.

Dopo il debito preludio esplicativo, finalmente sono entrata nel vivo della lezione. Mi sono soffermata volutamente sull’iconografia legata all’“Inferno” e ho mostrato alla classe diversi dipinti e alcune sculture dal carattere alquanto inquieto e orrorifico, sia per ottenere l’attenzione, sia per dimostrare da subito che la lezione dantesca non ha limiti temporali e ancora oggi vi sono artisti viventi che si rifanno ai suoi versi.
Come non cominciare chiamando in causa “Caron dimonio, con occhi di bragia” (III,109), nella specifica incisione di Gustave Doré (1832-1883), pubblicata nel 1861, sicuramente una delle interpretazioni che ottenne più riconoscimenti in Europa e che resta tutt’oggi una delle immagini maggiormente conosciute.
Siamo nel Canto III dell’ “Inferno” (vv. 82-111), e per illustrare il mostruoso traghettatore il Doré si attiene con precisione al testo dantesco; Dante riprende l’aspetto di Caronte dalla descrizione presente nel libro VI dell’“Eneide” virgiliana, accentuandone però i tratti demoniaci. Nell’incisione il mefistofelico nocchiero appare come un vecchio nerboruto, con lunghi capelli e barba bianchi, intento a battere violentemente con il remo le anime che indugiano (“batte col remo qualunque s’adagia”, v. 111).
Innumerevoli sono coloro i quali hanno voluto cimentarsi nella rielaborazione dell’immaginario del “Sommo Poeta”; tra le rivisitazioni più conosciute troviamo, oltre a quella del Doré come sopra indicato, l’interpretazione di William Blake- a cui accennerò più avanti – né va dimenticata la versione surrealista del 1957 di Salvador Dalì (1904-1989).
Non è questa la sede, ma è chiaro che la “Commedia” ha influito sull’attività creativa di molti artisti, già a partire da Michelangelo (1475-1564) e Signorelli, (1441-1523), per quel che concerne la raffigurazione del “Giudizio Universale”; Eugène Delacroix, (1798-1863), che dipinge “La barca di Dante”, o ancora Giuseppe Frascheri (1809-1886) che raffigura “Francesca da Rimini”. Tempo dopo, rimanendo sulla tematica del giudizio delle anime, Auguste Rodin, (1840-1917), realizza la “Porta dell’Inferno”, opera “maledetta” a cui l’artista dedica gli ultimi trent’anni della sua vita, non riuscendo comunque a completarla. I versi di Dante, ricolmi di creature mostruose, colpiscono anche la fantasia di autori fiamminghi, come dimostra il colossale “Trittico del giardino delle delizie” (1503–1515) di Hieronymus Bosch (1453-1516).
Non mi soffermo sulle celebri incisioni di Doré, tanto meravigliose quanto conosciute, né sulla particolarissima rivisitazione di Dalì, che richiederebbe un’analisi a sé stante proprio per la sua unicità, al contrario vorrei spendere qualche parola sul lavoro di uno dei massimi esponenti della pittura inglese.

L’emblematico William Blake(1757-1827), si dedica a partire dal 1824 a uno studio sistematico della “Commedia” dantesca; ha sessantacinque anni quando inizia la sua opera illustrativa, purtroppo muore pochi mesi dopo aver cominciato l’impresa, lasciando il lavoro incompiuto. Egli studia con attenzione le varie cantiche, le rielabora secondo la sua personalissima visione e concretizza settantadue tavole per l’”Inferno”, venti per il “Purgatorio” e dieci per il “Paradiso”. Sono ovviamente i versi dell’”Inferno” a colpire maggiormente la fantasia onirica dell’artista, le immagini dedicate a tale parte si succedono in una sequenza serrata, un unico canto viene illustrato anche con più disegni, mentre per il “Purgatorio” e il “Paradiso” i disegni si riferiscono a canti sparsi ma ben precisati.
La raccolta alterna illustrazioni in cui è evidente un preciso riferimento ai versi danteschi, come nella tavola raffigurante la boscaglia del settimo cerchio, dove si trovano le Arpie e le anime dei suicidi, e disegni decisamente più visionari, in cui emerge l’immaginazione teatrale dell’artista, come nella tavola dedicata al trentunesimo canto, in cui Dante e Virgilio sono calati “lievemente” dal Gigante Anteo sul ghiaccio del Cocito.

Torniamo ora ad un discorso più generico: come abbiamo appurato tutta la “Commedia” affascina e colpisce, ma vi sono alcuni personaggi che rimangono più impressi di altri.
Un esempio per tutti: il Canto V dell’”Inferno”. Dante e Virgilio si sono lasciati alle spalle il Limbo e si trovano ora nel secondo cerchio; qui incontrano il terribile Minosse, giudice infernale che secondo il numero degli avvolgimenti della sua coda, stabilisce il cerchio in cui i peccatori devono scontare la propria pena. È in questo canto che troviamo alcuni dei versi più famosi, “Vuolsi così colà dove si puote / ciò che si vuole, e più non dimandare”, espressione di cui si avvale più volte (“Inf.”, V, 22-24; VII, 10-12) Virgilio per rammentare a chi si oppone all’incedere di Dante che il “fatale andare” del poeta è voluto da Dio. I peccatori che si trovano nel V canto sono i “lussuriosi”, travolti e tormentati dalla “bufera infernal che mai non resta” (v.31), tra di essi si trovano tra gli altri Didone, Cleopatra, Elena e Tristano. Nella schiera di Didone si distinguono due anime che procedono unite e sembrano volare così leggere nell’infuriare del vento: si tratta di Paolo Malatesta e Francesca da Rimini.
Francesca, sposata con Gianciotto Malatesta, signore di Rimini, zoppo e deforme, si innamora di Paolo, detto “il bello”, fratello del marito. Entrambi scontano con la morte l’adulterio: vengono sorpresi e uccisi da Gianciotto. È appurato che la vicenda dei due cognati abbia un fondamento storico, anche se la documentazione rinvenuta riporta pochi dati effettivamente riscontrabili.
Nella narrazione dantesca la coppia si specchia nelle vicende d’amore di Lancillotto e Ginevra, narrate nel libro “galeotto”, la cui lettura conduce Paolo e Francesca al cedimento amoroso: “Quando leggemmo il disiato riso/ esser baciato da cotanto amante, /questi, che mai da me non fia diviso, / la bocca mi baciò tutto tremante” (vv. 133-136).

Mentre Paolo piange, Francesca racconta, sottraendo l’impulso primo del peccato ad una responsabilità individuale per trasferirlo sul piano della forza trascendente e irresistibile di Amore.
L’episodio letterario ha larga eco e diventa uno dei soggetti prediletti in ambito artistico, soprattutto durante l’Ottocento. I pittori romantici non possono resistere alle tematiche della passione, del binomio “eros” e “thanatos” e del dramma che caratterizzano la triste storia di Paolo e Francesca.
È opportuno sottolineare come ogni pittore decida di rappresentare uno specifico segmento narrativo della vicenda; tale scelta definisce il messaggio di cui l’opera si fa portatrice, messaggio che si adatta intelligentemente alla sensibilità del pubblico e del comune senso del pudore, entrambi in perenne mutamento a seconda dei diversi periodi storici.
Anselm Feuerbach, (1829-1880), pittore tedesco neoclassico, per esempio, sceglie di rappresentare un momento di dolce tranquillità apollinea, egli realizza una struttura composta, in cui l’intensità emotiva risulta contenuta, se non quasi assente. Nel quadro “Paolo e Francesca”, (1864), i due innamorati si presentano senza alcun ardore, essi sono immersi in un giardino fiorito, non si guardano nemmeno, al contrario ambedue sono assorti nel testo che li porterà a non leggere più oltre (“Quel giorno più non vi leggemmo avante”, v. 138).

Totalmente differente è l’interpretazione di Ary Scheffer, (1795-1858), intitolata “Dante e Virgilio incontrano le ombre di Francesca da Rimini e Paolo Malatesta nell’Oltretomba” (1855). Il pittore incentra il suo quadro su un senso di erotismo dolce e disperato, egli decide di esaltare la permanenza della passione fisica e spirituale che “ancor non m’abbandona”(v.105) -dice Francesca – rifacendosi al concetto tanto caro ai romantici dell’amore che sopravvive alla morte. I corpi nudi e candidi di Paolo e Francesca emergono da uno sfondo scuro, dove si intravvedono le figure di Dante e Virgilio; elemento centrale della composizione è il lenzuolo bianco, che avvolge i giovani e che rimanda sia al giaciglio amoroso, sia al mortale sudario.
Jean-Auguste Dominique Ingres, (1780-1867), invece, nell’opera “Francesca da Rimini e Paolo Malatesta” (1819), propone una versione puramente narrativa della vicenda e non inserisce elementi interpretativi. L’atmosfera è tipica della commedia teatrale, gli innamorati sono caratterizzati da una purezza quasi infantile ed è assente ogni rimando ad una dimensione sensuale. Inoltre, come assistessimo “ad un colpo di scena”, da un lato si intravvede Gianciotto, rappresentato proprio nell’atto di sguainare la spada per colpire entrambi.
Passa il tempo e l’approccio al racconto muta, come si evince dalle due tele che Gaetano Previati realizza tra il 1887 e il 1909. La prima, “Paolo e Francesca” del 1887 presenta ancora dei rimandi romantici: i protagonisti sono raffigurati trafitti dalla medesima spada mentre giacciono ai piedi di un letto che richiama la “liaison erotica”. Vent’anni dopo è invece evidente l’influsso del Futurismo: Paolo e Francesca sono gettati nel turbinio del vento e i loro corpi sono visibilmente caratterizzati da una forte energia, quasi attraversati dal fremito della corrente elettrica.
“Il sogno di Paolo e Francesca” di Boccioni è ormai tutto futurista, non vi è traccia della narrazione dell’episodio, i due soggetti perdono la loro storica identità, e si trasformano in una “lux aeterna”, tutta la scena non è altro che un abbraccio elettrico fonte di calore e di energia.

È opportuno sottolineare che non solo l’ambito pittorico si è interessato alla rappresentazione del tragico amore, anche il mondo del teatro si dimostra un più che adatto contesto per continuare a narrare il mesto e meraviglioso episodio dantesco.
Nel 1901 D’Annunzio scrive “Francesca da Rimini” per la bella e “divina” attrice Eleonora Duse, che successivamente diventerà sua amante. Si tratta di una tragedia in versi e suddivisa in cinque atti. La prima rappresentazione avviene al tetro Costanzi di Roma, il 9 dicembre dello stesso anno; l’opera viene poi eseguita nel 1914 al Teatro Regio di Torino, in quest’occasione musicata da Riccardo Zandonai.
Il cartellone pubblicitario deve attrarre il pubblico: Paolo e Francesca sono rappresentati come innamorati appassionati, l’illustrazione deve enfatizzare l’aspetto tragico e peccaminoso della vicenda, così come il sottotitolo “Storia di sangue e di lussuria”. D’Annunzio per l’occasione mette in scena usi, costumi e scenografie che possano rimandare al XIII secolo, elementi che però risultano più leziosi che storici, secondo il tipico gusto “revival neogotico” che caratterizza il finire dell’Ottocento. La Duse riceve un’ottima critica, forse motivo per cui di lì a poco viene scritta un’opera omonima per la sua rivale Sarah Bernhardt, “étoile” dei teatri parigini.

Dalla pittura al teatro e dal teatro al cinema, nonostante il trascorrere del tempo il pubblico pare ancora interessato alla vicenda. Sappiamo che nel 1906 viene prodotto un primo film italiano sul tema, di cui però non resta alcuna traccia; nel 1908 invece compare sul grande schermo un film dal discreto successo di cui viene realizzata una riedizione l’anno successivo. La protagonista della pellicola è nuovamente la Duse, che ancora raccoglie i frutti delle sue mirabili interpretazioni teatrali. Mi piace ricordare, in tempi relativamente più recenti, “Paolo e Francesca” di Raffaello Matarazzo, distribuito nelle sale nel 1950 e l’omonimo lungometraggio del 1971, diretto da Gianni Vernuccio.
Va tuttavia precisato che un anno particolarmente sentito per la cinematografia dantesca è stato il 1911, quando in Italia vengono distribuiti “Visioni Infernali” della Helios Film e “Inferno” della Milano Film, entrambe le pellicole chiaramente ispirate alle incisioni di Dorè, per quel che riguarda composizione e struttura scenica, forme e atteggiamenti ricorrenti dei personaggi.
L’”Inferno” dantesco viene ovviamente ripreso nel corso degli anni e ciò si evidenzia soprattutto nell’emblematica figura di Lucifero, presentato con le medesime caratteristiche che ormai è difficile modificare.

Per sottolineare la trasversalità dell’insegnamento del Sommo Poeta vorrei citare ancora alcuni esempi artistici che esulano dai campi fino ad ora presi in esame: il viaggio di Dante all’ “Inferno” ispira l’Album musicale di Clever Gold e Murubutu del 2020, intitolato non a caso “Infernum”, mentre nel mondo della danza sono due scenografici e spettacolari musical a risentire dell’influsso del padre della lingua italiana: il musical “La Divina Commedia” di Manolo Casalino, Maurizio Colombi e Marco Frisina, ospitato all’Arena di Verona nel 2010 e la seconda parte della trilogia “Divina Commedia: dall’Inferno al Paradiso” della No Gravity Dance Company, portata in scena al Teatro Open Air Giuseppe di Stefano di Trapani nell’agosto del 2019 e l’anno successivo.
L’arte continua ininterrottamente a ispirarsi all’opera dantesca, ne è un chiaro esempio la mostra che si è appena conclusa “Verso il 2021. Dante nell’arte contemporanea italiana”, promossa dalla Società Dante Alighieri con il Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo in collaborazione con il Comune e il Comitato Dantesco di Foligno. L’esposizione propone i lavori di quindici artisti contemporanei esponenti della Transavanguardia, della Scuola di San Lorenzo, dell’Anacronismo e dell’Ipermanierismo, tra cui Mimmo Paladino, Enzo Cucci e Emilio Isgrò. L’iniziativa non si limita a proporre “semplici” illustrazioni di un Aldilà che è stato già largamente descritto, al contrario propone una doppia riflessione, sugli eterni temi presenti nella “Commedia” e sulle infinite suggestioni che ancora possono colpire gli artisti di oggi.
Arrivata a questo punto, è certo che il discorso potrebbe dilungarsi ancora di un bel po’, esattamente come la lezione che ho svolto a scuola sarebbe potuta durare ben più a lungo, ma non sto scrivendo un saggio né voglio tenere una conferenza.
Questo mio pezzo vuole solo avere lo stesso scopo delle lezioni che tengo a scuola: proporre spunti di riflessione, mostrare “cose” che magari non si conoscevano e dare a ciascuno la possibilità di aprire la propria mente e imparare a guardare da diverse prospettive e angolazioni. D’altronde credo sia questo il “sommo” scopo della cultura.

Alessia Cagnotto

 

Arrestato dopo aver scippato il cellulare a una donna

Il fatto è accaduto nel centro di Torino

 

Un cittadino algerino del 1980, irregolare sul territorio nazionale e con precedenti di polizia, è stato arrestato mercoledì pomeriggio in centro città per furto con strappo e false attestazioni sull’identità personale.

Intorno alle 19.30, gli agenti della Squadra Volante odono le urla di una donna provenire da via Garibaldi. Quest’ultima è stata appena scippata del cellulare, mentre stava parlando al telefono con un’amica, da un uomo che sta fuggendo lungo via XX Settembre in direzione di corso Regina Margherita. Inseguito dalla polizia, il reo getta il cellulare in un cestino dei rifiuti, poco dopo viene anche fermato dai poliziotti che lo arrestano per il furto appena perpetrato.

Confagricoltura a Cirio: collaborazione per  la ripresa del Piemonte

Enrico Allasia: l’agricoltura è impegnata in prima linea per sostenere la ripresa con un ruolo ativo nella realizzazione dei progetti del Recovery Plan

 

Il presidente regionale di Confagricoltura Enrico Allasia è intervenuto ieri pomeriggio (25 marzo) alla videoconferenza presieduta dal governatore del Piemonte Alberto Cirio per una valutazione generale con le categorie economiche sulle proposte che il Piemonte presenterà al Governo in materia di interventi da adottare nell’ambito del cosiddetto Recovery Plan, ovvero il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Nel suo intervento Allasia ha ricordato al presidente Cirio la stagione di profondi cambiamenti che sta vivendo la nostra agricoltura, anche per effetto della pandemia; le difficoltà del settore provato dalla crisi, acuita dalla situazione contingente che si è innestata su un sistema economico già strutturalmente debole e la necessità di interventi urgenti per migliorare competitività, innovazione e sostenibilità del nostro sistema produttivo.

Per Confagricoltura è necessario mettere in campo interventi per colmare le lacune legate al ritardo organizzativo e tecnologico del Piemonte; rafforzare le nostre filiere produttive; potenziare le infrastrutture logistiche e digitali; efficientare il sistema delle risorse idriche; riformare la Pubblica Amministrazione; sostenere la multifunzionalità dell’agricoltura nell’ottica della transizione ecologica ed energetica grazie al riutilizzo dei sottoprodotti per fini energetici, quali biogas, biometano ed idrogeno, sostenere le produzioni integrate e biologiche; contrastare il cambiamento climatico e il dissesto idrogeologico e  sensibilizzare l’opinione pubblica per favorire la consapevolezza dei consumatori e valorizzare il ruolo dell’agricoltura. “Manifestiamo il  pieno impegno di Confagricoltura a collaborare – ha concluso Enrico Allasia – e chiediamo alla Regione di essere coinvolti in modo attivo nella definizione degli impegni e nella realizzazione delle azioni progettate”.

 

 

Il comandante del Nas intervistato a Parlaconme

I carabinieri del NAS e le loro attività nel settore agroalimentare saranno il focus della trasmissione PARLACONME di giovedì 1 aprile, condotta da Simona Riccio

 

I carabinieri del NAS e le loro attività nel settore agroalimentare costituiranno il tema della puntata del primo aprile prossimo della trasmissione PARLACONME,  in onda sulla Radio web Radiovidanetwork e condotta dall’Agrifood & Organic Specialist Simona Riccio.

A intervenire sarà  il Maggiore Francesco Giangreco, Comandante del NAS Carabinieri di Torino, che spiegherà in maniera chiara e semplice le attività  di questo Corpo dei Carabinieri nei vari settori. Nel corso degli anni, la competenza del NAS, oltre alla storica missione di controllo sulla salubrità degli alimenti, si è  decisamente ampliata, venendo a comprendere tutti i settori riguardanti la tutela della salute pubblica. I Carabinieri del NAS sono diventati paladini della salute dei cittadini; il Corpo, istituito il 15 ottobre 1962, rappresenta la risposta dell’Arma dei Carabinieri alla minaccia rappresentata dai reati contro la salute pubblica. Dapprima costituito da un Ufficiale Superiore distaccato  presso il Gabinetto del Ministero della Sanità e da quaranta sottufficiali, il Corpo dei Carabinieri del NAS si è andatoampliando nella sua presenza sul territorio, fino al momento nel quale ha acquisito la denominazione di Comando dei Carabinieri per la tutela della Salute.

Con il Comandante del NAS Maggiore Francesco Giangreco, Simona Riccio affronterà, oltre alla spiegazione sul ruolo del NASe sulle modalità attraverso cui questo nucleo dei Carabinieri si attiva, anche l’illustrazione del modo in cui questi vengono percepiti dagli imprenditori e il rapporto tra i Carabinieri del NAS e i cittadini. Infine la trasmissione concentrerà il suo focus sul settore ortofrutticolo.

La trasmissione è  ascoltabile in diretta radio web su Radio Vidanetwork,  collegandosi al sito www.vidanetwork.it, o attraverso la app ufficiale scaricabile per Ios e Android o su speaker Alexa e Google Home.

Replica il giorno successivo venerdì alle ore 9

E il sabato mattina della settimana successiva alle ore 11.30

Mara Martellotta 

Grande attesa per il derby Toro-Juve

Qui Juve: dopo aver dominato per 9 anni vincendo ininterrottamente lo scudetto dal 2012 ad oggi sembra  una Juve a fine ciclo:ma non è così perché la squadra bianconera è composta da 19 titolari ottimi giocatori con la ciliegina sulla classica torta e parliamo del fuoriclasse portoghese Cristiano Ronaldo che è capace,da solo,di spostare gli equilibri di una gara in qualsiasi momento nell’arco dei 95 minuti complessivi. La squadra di Andrea Pirlo sta svolgendo una preparazione feroce in attesa del derby contro il Toro dove i 3 punti conteranno tantissimo per entrambe le squadre. La Juve sta aspettando il rientro dei vari giocatori impegnati nelle rispettive nazionali ed intanto ha pienamente recuperato Alex Sandro,Cuadrado e Dybala.Quindi una Juve che non concederà nulla ai granata:questa stagione i bianconeri hanno già conquistato la Supercoppa italiana e sono in finale di Coppa Italia contro l’Atalanta, la gara si disputerà a maggio.
Quindi tutt’altro che una stagione fallimentare visto anche il momentaneo terzo posto in campionato alle spalle delle rinate Inter e Milan.

Qui Toro: a parte la gara,forse,da recuperare contro la Lazio, i granata di Davide Nicola sono attesi da altre  10 finali a partire dal derby. Non si può più sbagliare a cominciare dalla gara di sabato prossimo ore 18 contro la Juve che, in questo momento, non più la squadra imbattibile dei passati 9 anni in cui ha vinto lo scudetto consecutivamente. I granata sentono il profumo dell’impresa e quindi stanno preparando, minuziosamente, la gara senza tralasciare nessun particolare. A parte gli 8 nazionali, assenti giustificati per le gare che stanno disputando con le proprie rappresentative, gli altri 15 giocatori in organico sono tutti disponibili compreso il difensore N’Kolou guarito dal covid. Il modulo dei granata potrebbe cambiare e diventare 4-4-2 per sorprendere la squadra bianconera. La Juve patisce il gioco sulle fasce laterali e questo modulo potrebbe crearle seri grattacapi. Il tecnico granata le sta studiando tutte pur di vincere o come minimo pareggiare il derby n.202.

Vincenzo Grassano

Spacciatore di lungo corso arrestato dalla Squadra Volante

Aveva in casa della cocaina purissima

Il sessantaduenne, che si trovava a casa nel suo appartamento in Piazza della Repubblica insieme a moglie e figlio,  è stato controllato la scorsa domenica da personale della Squadra Volante che aveva fondato motivo di ritenere che nell’alloggio in questione passassero ingenti quantitativi di cocaina. In effetti, all’interno di un borsone nella camera da letto, gli agenti hanno rinvenuto la somma di denaro contante di 2130 €, 8 involucri termosaldati “a paracadute” contenenti cocaina,  una busta di grosse dimensioni contenente 86 grammi del medesimo stupefacente, materiale vario utile al confezionamento, 2 cellulari e 1 scheda sim.  L’uomo, che ha numerosi precedenti specifici proprio per droga, è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

“Slogan, errori e promesse non mantenute dalla Giunta piemontese”

Caro Direttore, i dati relativi ai contagi, alla lentezza della campagna vaccinale ed alla percentuale di occupazione dei posti di Terapia Intensiva in Piemonte, pubblicati in questi giorni evidenziano ancora una volta, tutti gli evidenti errori di gestione messi in atto dalla nostra Giunta Regionale.

L’analisi dei tassi di incidenza dei contagi delle ultime tre settimane, indicano il Piemonte come una delle regioni con le peggiori performance, superato in questa classica dal solo Friuli. Infatti, sebbene a livello nazionale si sia registrato un miglioramento del livello del rischio complessivo, in alcune regioni, tra cui la nostra, il rischio, nonostante le vigenti norma restrittive, è addirittura aumentato, ponendo pesanti dubbi circa la possibilità di un allentamento delle restrizioni dopo la prossima Pasqua. Il Piemonte, quindi, già classificato rosso scuro nella mappa del rischio redatta dall’UE, vedrà il mantenimento della propria zona rossa ancora per parecchie settimane, con tutte le conseguenze sociali ed economiche relative.

Dal bollettino emanato dall’unità di crisi regionale, non emergono dati incoraggianti, con un numero di contagiati complessivi in costante aumento ed un tasso di occupazione dei posti letto di terapia intensiva preoccupante. Ad oggi, infatti, si contano 358 ricoverati nei posti letto intensivi della Regione, pari ad un tasso del 55% circa. Questo, però, porta a chiedersi che fine abbiano fatto i posti letto promessi dall’Assessore Icardi il 13 Dicembre scorso quando, elogiando i grandi sforzi messi in campo e previsti per affrontare la terza ondata, prevedeva l’aggiunta di 299 posti letto ai 774 già esistenti. Purtroppo, di questi posti letto, promessi lo scorso Dicembre, ad oggi non vi è ancora traccia, nonostante siano passati più di 3 mesi da quella dichiarazione. Quasi 300 posti letto che, se fossero già stati resi operativi, porterebbero oggi il tasso di occupazione intorno al 35%, decisamente inferiore all’attuale.

Ma non è solo il mancato potenziamento della rete ospedaliera a preoccupare: infatti, la lentezza pachidermica con cui si sta portando avanti la campagna vaccinale nei nostri territori, rischia di costare cara sia in termini di vite umane che a livello economico per tutte le attività costrette, ancora per lungo termine, a mantenere chiusi i battenti. In questi giorni si è sottolineato più volte come solo il 55% degli ultra ottantenni piemontesi abbia ricevuto la prima dose di vaccino e solamente il 13% sia stato sottoposto a doppia inoculazione. Dati scoraggianti, che portano il traguardo dell’immunità di gregge a divenire una chimera da raggiungere, forse, tra qualche anno. Nonostante le dichiarazioni rilasciate più volte dal Governatore Cirio e dall’Assessore Icardi, riguardo accordi, accelerazioni e progetti per velocizzare la campagna, non è stato raggiunto alcun risultato concreto, rendendo evidente l’utilizzo di queste uscite come puro slogan degno di una campagna elettorale.

Oggi più che mai è necessario che la politica torni a fare la politica, lontana da atteggiamenti meramente propagandistici, per tornare a prendere decisioni serie e piani coerenti con la situazione corrente.

Come Buona Destra sollecitiamo le Istituzioni, nazionali e locali, a compiere con pragmatismo, concretezza e decisione le scelte opportune per il necessario cambio di passo, volto a portar fuori il nostro Paese ed i nostri territori dalla situazione drammatica che stiamo vivendo.

La politica deve tornare al più presto ad occupare quel ruolo di guida delle comunità, abbandonare la propaganda e riprendere in mano con decisione le redini di una situazione ampiamente fuori controllo. Lo richiedono le comunità, lo richiede l’economia, lo richiede il rispetto per la salute delle persone e di coloro che l’hanno persa.

Basta slogan, basta dichiarazioni ridondanti, la Buona Destra sollecita la Giunta Regionale del Piemonte a decidere, a programmare, ad essere pragmatica, indicando soluzioni concrete e realizzabili ai molti problemi con cui, oggi, i piemontesi continuano a doversi confrontare.

Claudio Desirò

Coordinatore Buona Destra Piemonte 

Pasqua gustosa con le attività locali a Carmagnola

Dal 3 al 5 aprile   Iniziativa a sostegno dei settori locali della ristorazione e della vendita di prodotti alimentari sostenuta dall’amministrazione comunale, dall’Ascom Carmagnola e dal Laboratorio Gourmet Carmagnola.

Acquistando prodotti o menù da asporto e/o delivery si riceverà un kit omaggio con tovaglia e la borsa di carta con il logo “Carmagnola, città di agricoltura, commercio e mercati”.

Si potranno inoltre ricevere gustose sorprese partecipando alla creazione di una community virtuale.

Sito internet del Comune: www.comune.carmagnola.to.it

Gruppo Facebook dell’iniziativa: www.facebook.com/groups/tinvitoacarmagnola

Visto il perdurare dell’emergenza sanitaria, L’amministrazione comunale di Carmagnola ha accolto con favore la proposta che Ascom Carmagnola e Laboratorio Gourmet Carmagnola hanno pensato per le festività Pasquali.

Dato che non sarà possibile organizzare gite fuori porta e picnic all’area aperta nei giorni di Pasqua e Pasquetta, con l’iniziativa Picniclick si propone ai cittadini di Carmagnola di preparare i pasti delle festività sostenendo i settori locali della ristorazione e della vendita di prodotti alimentari, formando inoltre una comunità virtuale attraverso la quale creare condivisione anche a distanza.

Un invito a fare la spesa nei negozi di alimentari della città o a scegliere con un click i menù tra le varie proposte di delivery e asporto di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie e agriturismo della città che aderiscono all’iniziativa, con elenco consultabile nel sito del Comune www.comune.carmagnola.to.it e nella pagina Facebook https://www.facebook.com/cuorinvetrinacarmagnola

Nei negozi di alimentari il kit Picniclick potrà essere prenotato e ritirato, o direttamente acquistato, nella giornata di sabato 3 aprile.

Le proposte di piatti e menù da ordinare alle attività di somministrazione per asporto e/o delivery, potranno essere ritirate nelle giornate di Pasqua e Pasquetta in tutti gli esercizi aderenti che resteranno aperti.

Gli acquirenti riceveranno la Picniclick Box con l’omaggio di una tovaglia e di una borsa con il logo “Carmagnola, città di agricoltura, commercio e mercati”, offerte dall’amministrazione comunale e dall’Ascom Carmagnola sino ad esaurimento delle scorte disponibili.

Inoltre, in collaborazione con Pasta Berruto si è pensato di creare una “Community PicNic Virtuale” attraverso la quale condividere i propri festeggiamenti e sentirsi vicini anche a distanza, i promotori invitano gli acquirenti di Picniclick a postare fotografie sul gruppo Facebook www.facebook.com/groups/tinvitoacarmagnola oppure sui propri Facebook e Instagram con l’hashtag #picniclick, riservando delle gustose sorprese alle più simpatiche e creative.

I negozi di alimentari e le attività di ristorazione che intendono aderire all’iniziativa devono contattare il signor Marco Fedele al numero 3494179852 o all’indirizzo di posta elettronica fedelemarco14@gmail.com

Le attività aderenti verranno dotate di sacchetti di carta personalizzati per asporto-delivery e di tovaglie PicNic in tessuto da regalare agli acquirenti, offerte dal Comune sino ad esaurimento delle scorte disponibili.

Commentano il Sindaco Ivana Gaveglio e l’Assessore al commercio Gian Luigi Surra: “purtroppo il perdurare della pandemia impone delle limitazioni anche in occasione delle festività Pasquali di quest’anno. Vengono quindi a mancare tutti i momenti conviviali quali la tradizionale gita fuori porta con il picnic in occasione della Pasquetta. Grave anche il danno economico alle attività del settore della ristorazione e dei prodotti alimentari.  Ci auguriamo che l’iniziativa, che vuole in qualche modo preservare questa tradizione, sia accolta con favore dai concittadini che potranno così aiutare e sostenere le attività e l’economia della nostra città”.