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Oggetto delle sue attenzioni una giovane donna, inquilina di un appartamento il cui balcone affaccia sullo stesso cortile condominiale dell’uomo. Attraverso le imposte, il sessantaseienne, per mesi, spia la giovane ogni qual volta questa si trovi sul terrazzo o in camera da letto. Ben presto la vittima prende consapevolezza delle attenzioni a lei riservate e decide di intervenire, “disturbando” la visuale con l’installazione di tende nelle stanze interessate. Lo stratagemma messo in atto non muta l’atteggiamento dell’uomo, bensì lo ossessiona ulteriormente. In alcune occasioni questi, dopo averla vista prepararsi, era poi sceso rapidamente in strada e l’aveva seguita, cercando di approcciarla. Episodi che generano nella giovane uno stato d’ansia e paura, sentendosi costretta a lasciare la propria casa per qualche giorno, a cambiare tragitto per andare a lavoro e a farsi accompagnare nelle proprie commissioni.
Dopo l’ennesimo episodio, la denuncia al personale del commissariato Dora Vanchiglia. Gli agenti effettuano una serie di servizi di osservazione, volti ad appurare il comportamento dell’uomo.
Giovedì, l’arresto. La vittima, poco prima di uscire di casa, si reca sul balcone ma, a differenza delle altre volte, non trova nessuno affacciato. Pochi attimi ed un movimento involontario lo tradisce: il sessantaseienne è lì, dietro la porta finestra, che la sta spiando. La donna esce, dopo poco l’uomo si fa trovare in strada; l’ha anticipata nella speranza di farle credere che l’incontro sia casuale. Immediata la telefonata al 112 NUE. Alla vista dei poliziotti, il reo tenta di dileguarsi, senza successo.
Nel perquisire l’abitazione, gli agenti rinvengono diverso materiale informatico contenente anche fotografie della vittima sul proprio balcone.
È il negozio Biraghi di piazza San Carlo a Torino il primo punto vendita a ospitare la nuova referenza in vaschetta da 90 grammi del prosciutto Crudo di Cuneo DOP. La collaborazione tra le due realtà cuneesi, dopo una prima fase di test, ha preso ufficialmente avvio in queste settimane, registrando un’ottima risposta da parte del pubblico, che ha potuto acquistare il Crudo di Cuneo sia in negozio sia sul sito biraghiacasa.it.
Il Consorzio di Tutela e Promozione del Crudo di Cuneo ha ottenuto il riconoscimento di Denominazione di Origine Protetta (DOP) per il prodotto nel dicembre 2009 e da allora ha sempre lavorato con l’obiettivo di valorizzare l’elevato numero di suini allevati nell’area di produzione, compresa tra la provincia di Cuneo, la provincia di Asti e 54 comuni della provincia di Torino. In queste zone avvengono tutte le fasi del ciclo produttivo, dalla nascita all’allevamento dei suini, dalla macellazione alla trasformazione, passando per la stagionatura, il confezionamento e l’affettatura. Inoltre, ogni singolo prosciutto è altamente tracciato perché accompagnato da una carta di identità con un QR Code che raccoglie tutte le informazioni sul prodotto, ad esempio come è stato allevato il maiale, cosa ha mangiato e dove è stato macellato.
Biraghi, che a ottobre 2019 ha riaperto i locali dell’ex F.lli Paissa a Torino, ospita per la prima volta il prosciutto Crudo di Cuneo DOP in una nuova vaschetta che garantisce al consumatore la massima freschezza del prodotto e una più alta conservabilità. Il Crudo di Cuneo va ad arricchire l’ampio catalogo del negozio Biraghi che, con oltre 600 prodotti in vendita – tra i quali spiccano più di 130 etichette di vini piemontesi, 120 liquori del territorio e un assortimento di birre regionali che a breve supererà le 150 referenze – raccoglie in un unico luogo le eccellenze enogastronomiche di tutto il Piemonte, vicine per filosofia e vocazione all’azienda.
«In questo periodo di lockdown a singhiozzo, dovuto alla pandemia da COVID-19 – spiega Chiara Astesana, Presidente del Consorzio di Tutela e Promozione del Crudo di Cuneo – nel quale diventa difficile anche fare la spesa, l’opzione del Crudo di Cuneo DOP in vaschetta diventa una bella opportunità per il consumatore. La vaschetta garantisce al consumatore la massima sicurezza sanitaria, la massima freschezza e fragranza del prosciutto (quando si apre la confezione) e una perfetta conservabilità del prodotto. Per i produttori e i negozianti si apre una nuova prospettiva di vendita, infatti consente di proporre il prosciutto anche in negozi che non sono attrezzati di banco salumi con servizio al taglio, come il negozio Biraghi in piazza San Carlo a Torino che, grazie al punto vendita e al servizio di consegna a domicilio, consente di farlo arrivare fresco direttamente a casa del consumatore».
«Siamo orgogliosi di essere presenti con il nostro prodotto all’interno del negozio Biraghi di Piazza San Carlo – ha dichiarato Marco Cocito, Direttore commerciale di Carni Dock, l’azienda produttrice unica del Prosciutto Crudo di Cuneo DOP – e siamo rimasti piacevolmente sorpresi dall’entusiasmo con cui i consumatori hanno da subito accolto il nostro prodotto. Avere l’opportunità di collaborare con Biraghi e di poter portare, grazie a questa partnership, un’eccellenza come il Crudo di Cuneo nel cuore di Torino, in quello che viene definito il “salotto” della città, è per noi motivo di grande soddisfazione».
«Nel nostro negozio di Torino abbiamo scelto di mettere a disposizione dei torinesi e dei turisti eccellenze provenienti da tutto il Piemonte – dichiara Claudio Testa, Direttore Marketing e Strategie Commerciali della Biraghi SpA –. Ospitare quindi la nuova confezione del Crudo di Cuneo rappresenta per noi una scelta naturale e in linea con la nostra filosofia, attenta al territorio e alle sue eccellenze».
COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30
LA SITUAZIONE DEI CONTAGI
Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 2.298nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 312dopo test antigenico), pari al 8,8% dei 26.085tamponi eseguiti, di cui 12.233 antigenici. Dei 2.298nuovi casi, gli asintomatici sono 904 (39,3%).
I casi sono così ripartiti: 363 screening, 1.395 contatti di caso, 540 con indagine in corso; per ambito: 35RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 144 scolastico, 2.119popolazione generale.
Il totale dei casi positivi diventa quindi 313.308così suddivisi su base provinciale: 25.483 Alessandria, 15.114Asti, 9.744 Biella, 44.180 Cuneo, 24.330 Novara, 167.447Torino, 11.855 Vercelli, 11.437 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.372 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.346 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.
I ricoverati in terapia intensiva sono 376(+7rispetto a ieri).
I ricoverati non in terapia intensiva sono 3.873(+18 rispetto a ieri).
Le persone in isolamento domiciliare sono 30.810.
I tamponi diagnostici finora processati sono 3.736.232(+26.085rispetto a ieri), di cui 1.354.361risultati negativi.
I DECESSI DIVENTANO 10.308
Sono 39 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 4verificatisioggi(si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).
Il totale è ora di 10.308deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.473 Alessandria, 641 Asti, 394 Biella, 1.242 Cuneo, 846 Novara, 4.815 Torino, 467Vercelli, 341 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 89 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.
265.324 GUARITI
I pazienti guariti sono complessivamente 267.941(+2.617rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 22.244 Alessandria, 13.200 Asti,8.676Biella, 36.699 Cuneo, 20.856 Novara, 142.696 Torino, 10.068 Vercelli, 10.248 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.233extraregione e 2.021 in fase di definizione.
Francesca Lavazza è la nuova Presidente del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea: lo ha stabilito l’Assemblea dei Soci dell’Ente, riunitasi questa mattina in videoconferenza assieme con l’assessorato regionale alla Cultura.
«Esprimo grande soddisfazione per la scelta di Francesca Lavazza – ha sottolineato l’assessore alla Cultura, Vittoria Poggio – un profilo di grande competenza e di spessore, propedeutico per lo svolgimento delle attività di questo Ente a cui la Regione conferma fiducia e sostegno per allargare il ventaglio dell’offerta culturale verso un pubblico sempre più internazionale».
Francesca Lavazza succede a Fiorenzo Alfieri recentemente scomparso e rimasto in carica dal 2019 al 2020.
«Sono felice di accettare l’incarico di Presidente del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea – ha detto Francesca Lavazza – e, nel farlo, permettetemi di ringraziare tutti coloro che hanno calorosamente sostenuto la mia candidatura. Ricoprire il ruolo che è stato di Fiorenzo Alfieri e proseguire il lavoro svolto fino ad ora tenendo salda la rotta da lui segnata in ambito culturale, così importante per visione e portata, è per me un enorme privilegio. Una cultura di rete, una propensione internazionale, un’arte narrata e condivisa che ritrovo nel percorso intrapreso con Lavazza in questi anni, fondato proprio sul concetto di attrattività e stimolo per un pubblico eterogeneo nel quale le generazioni più giovani giocano un ruolo fondamentale e ispiratore. Insieme al Direttore Carolyn Christov-Bakargiev e a tutto il gruppo di lavoro del Castello di Rivoli, lavoreremo per confermare questo nostro orizzonte: costruire cultura con impegno e visione, nella speranza che si possa tornare presto a riaprire gli spazi del Museo».
Entrerà in vigore divieto di recarsi nelle seconde case per i non residenti in regione.
Queste secondo quanto si apprende dalla Regione, le misure in programma nelle imminenti festività pasquali.
Il presidente Cirio ne discuterà domani in un incontro con i Comuni piemontesi.
In Piemonte solo il 2,76% della popolazione di tale fascia Giuseppe Falcocchio (Presidente ANAP Piemonte): “Ci appelliamo al senso di responsabilità dei politici per mettere al sicuro la popolazione maggiormente esposta al contagio attraverso un piano vaccinale più veloce e organizzato. I trasferimenti forzati da una casa di riposo all’altra sono l’altra faccia della pandemia”.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO / “Gli anziani continuano a pagare un tributo troppo elevato, in termini di vite umane, a causa della pandemia. Il piano di vaccinazione, tenuto conto della volontà del Governo, si sta lentamente potenziando grazie anche all’intervento del Premier Mario Draghi che ha tenuto a sottolineare alle Regioni l’insufficiente attenzione per gli anziani, molti dei quali in attesa di essere vaccinati e che dunque continuano ad essere sempre i più esposti”.
E’questo il pensiero dell’ANAP Piemonte, l’Associazione dei pensionati artigiani di Confartigianato, che, attraverso il Presidente Giuseppe Falcocchio, ha da tempo evidenziato l’esigenza di tutelare gli over 80 e le persone con età compresa tra i 70-79 anni ovvero la parte di popolazione più fragile ed esposta.
Leggiamo dai giornali che in Italia sono ancora 8 milioni gli anziani da vaccinare, in Piemonte gli over 80 che hanno ricevuto la prima dose del vaccino sono il 52,36%, mentre il 21,97% ha ricevuto entrambe le somministrazioni (il 47,64% è in attesa ancora della prima dose).
Se si guarda alla fascia 70-79 anni della popolazione da vaccinare i numeri precipitano: in Piemonte solo il 2,76% ha ricevuto la prima dose (al di sotto della media nazionale che è di 5,81%) e il 2,22% ha ricevuto entrambe le somministrazioni (i dati riportati si riferiscono a quelli di domenica 28 marzo).
“Ci appelliamo -riprende Falcocchio – al senso di responsabilità dei politici per mettere al sicuro la popolazione maggiormente esposta al contagio attraverso un piano vaccinale più veloce e organizzato. Se si guardano gli esigui numeri relativi alle vaccinazioni effettuate sulla fascia di popolazione tra 70-79 anni non nascondiamo la nostra preoccupazione e la paura che il virus possa essere loro trasmesso.”
“Un altro aspetto che ci preme evidenziare – continua Falcocchio – sono i trasferimenti repentini e forzati da una casa di riposo all’altra che si stanno verificando in alcune RSA del Piemonte con un preavviso temporale minimo e nessuna possibilità di scelta. Vogliamo inoltre capire se gli anziani trasferiti hanno rispettato i giorni di quarantena utili per scongiurare un eventuale contagio. La lotta al virus COVID-19 si deve fare sul campo con atti finalizzati, veloci e chiari che rassicurino i cittadini sulla volontà delle istituzioni di essere efficaci ed efficienti”.
Torino. Controlli dei carabinieri, arrestate 6 persone e sequestrate 6 armi da fuoco e munizioni
Torino, 31 marzo. Nell’ambito di un servizio straordinario di controllo del territorio disposto dal Comando Provinciale nell’area nord dell’hinterland torinese, i carabinieri hanno arrestato 6 persone per detenzione di armi e rissa.
In particolare a Caselle Torinese i militari della compagnia di Venaria Reale hanno rinvenuto all’interno di un casolare quattro fucili, una carabina e 40 cartucce illegalmente detenuti. Fermati i proprietari dell’immobile, padre e figlio di 60 e 32 anni, che sono stati sottoposti agli arresti domiciliari.
A Leinì stessa sorte è toccata a un uomo di 80 anni, con precedenti penali, nella cui abitazione i carabinieri hanno trovato un fucile con matricola abrasa, 32 cartucce compatibili con l’arma e una daga piemontese.
Infine a Venaria Reale, le gazzelle dell’Arma sono intervenute nel piazzale di un condominio dove era stata segnalata una violenta rissa che ha visto coinvolti due uomini di Moncalieri (TO) e un geometra del luogo. La discussione, nata per un debito di diverse migliaia di euro che il professionista non avrebbe saldato, è ben presto degenerata tanto che è stata utilizzata una mazza da baseball ed anche un machete che fortunatamente non ha colpito alcuno dei partecipanti. Il pronto intervento dei carabinieri ha consentito di bloccare i tre uomini evitando che riportassero gravi conseguenze fisiche.
Tutte le armi sono state sequestrate e quelle da fuoco sono state inviate al Ris di Parma per verificarne l’utilizzo in episodi delittuosi.
Viviamo in uno stato di costante allerta, avvolti nell’incertezza di un futuro che non riusciamo ad immaginare e confinati all’interno dei nostri rifugi domestici non sempre così sicuri, come dimostra il significativo incremento delle chiamate effettuate al numero 1522 (numero antiviolenza da comporre per richiedere aiuto o segnalare casi di violenza domestica): questo stile di vita, che snatura gli elementi essenziali di un’esistenza funzionale, ci sta richiedendo un forte spirito di adattamento che spesso dobbiamo pagare a caro prezzo in termini di benessere psicologico.
In questo scenario così complesso, risulta evidente come un evento pandemico possa causare numerosi effetti anche sul piano della psiche.
Spesso il malessere provato dalle persone viene descritto come uno stato costellato da molteplici sensazioni confuse, in cui albergano prevalentemente emozioni di ansia, tristezza, abulia e frustrazione, spesso apparentemente immotivato e al quale le persone non riescono a dare un significato preciso.
L’emozione che ricorre con maggiore frequenza è la paura del contagio, che può portare a sperimentare stati d’ansia più o meno intensi; a quest’ansia si può poi aggiungere quella che nasce dall’incertezza verso un futuro che non riusciamo ad immaginare, soprattutto se si vive già in una situazione economicamente precaria; inoltre, i cambiamenti adattivi che abbiamo dovuto affrontare all’interno delle nostre giornate possono ulteriormente incrementare lo stato d’ansia, portando a sperimentare una sensazione di irrequietezza causata dalla mancata possibilità di utilizzare le proprie risorse in modo funzionale poichè viviamo ricorrentemente confinati all’interno delle nostre case.
Quest’ansia spesso ci accompagna fino al momento del sonno e spesso ne conseguono difficoltà ad addormentarsi, frequenti risvegli notturni e veri e propri cambiamenti nei ritmi sonno-veglia fino a sperimentare il bisogno di dormire durante il giorno.
Inoltre, questo confinamento domiciliare può provocare frustrazione e rabbia per l’impossibilità di vivere la vita secondo i propri bisogni, soprattutto in quelle persone che in questa condizione si sentono ostacolate nel raggiungere degli obbiettivi personali e/o lavorativi.
Un altro aspetto molto importante è caratterizzato dall’impossibilità di mantenere una vita sociale significativa e dal dover ricorrere ai dispositivi digitali per sopperire a tale mancanza, ritrovandoci costantemente connessi e disponibili digitalmente ma emotivamente sempre più svuotati e carenti: un vuoto affettivo non trascurabile provocato proprio dalla mancanza della presenza fisica dell’altro e dall’impossibilità di poter vivere quello scambio di sensazioni ed emozioni che caratterizzano e rendono unici gli incontri di persona.
Ed è proprio in questo vuoto affettivo che le nostre emozioni si sono appiattite sino a diventare assenti, dal momento che non è più possibile poter celebrare dignitosamente né la vita, né la morte: compleanni, funerali e ogni sorta di cerimonia che segna un momento di passaggio per le nostre vite viene a sterilizzarsi emotivamente incrementando il senso di vuoto e di tristezza. In alcuni casi, come accade per molti matrimoni, l’evento stesso viene rimandato ad una data ipotetica, generando smarrimento e delusione.
In queste giornate accompagnate dallo stesso ritmo, dove la musica sembra quasi sospesa, ci mancano quegli spazi e quelle abitudini “rigeneranti” cui eravamo soliti nei momenti di tempo libero e lo stress ha assunto sempre più un ruolo da solista all’interno delle nostre sinfonie.
Pertanto, è importante trovare dei momenti e degli spazi vitali che diano un significato alle nostre giornate, sfruttando al meglio tutto ciò che la nostra creatività ci suggerisce.
Ora più che mai è necessario resistere dal lasciarsi andare alla rassegnazione, la pandemia ci richiede di pazientare ancora un po’ e di continuare a costruire speranza, soprattutto verso quelle generazioni più giovani che di questo evento traumatico ne conserveranno a lungo la memoria.
Irene Cane
Video integrato all’articolo pubblicato sul giornale “Il Torinese” https://www.iltorinese.it
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Giovedì pomeriggio gli agenti del Commissariato San Donato dovevano notificarle un’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere, quando hanno citofonato alla porta del suo appartamento. A rispondere è stata un’amica la quale dichiarava ai poliziotti che la donna ricercata non era in casa; ma il comportamento vago e l’evidente stato di agitazione della ragazza hanno fatto insospettire gli operatori, che hanno proceduto ad un accurato controllo. In effetti la ricercata era in casa, si era nascosta all’interno del vano contenitore del letto.
La donna, un’italiana di 43 anni, a febbraio aveva tentato un furto in concorso con un’altra persona ai danni di un bar in via Antica di Rivoli. Nello specifico la quarantatreenne aveva fatto da palo mentre il complice aveva infranto con un tombino la vetrata del locale nel tentativo di asportare il registratore di cassa. I due, in quella circostanza, erano stati arrestati ed a seguito di convalida la donna era stata sottoposta alla misura cautelare degli arresti domiciliari.
Qualche giorno fa, durante un servizio di controllo del territorio, gli agenti del Commissariato San Donato hanno intercettato la donna in corso Vercelli. Erano passate le 23 e stava passeggiando in compagnia di un uomo, non solo incurante delle attuali disposizioni in materia di contenimento della pandemia ma anche evadendo dagli arresti domiciliari. Nel pomeriggio della stessa giornata non era stata trovata in casa durante un controllo di Polizia e anche due giorni prima non si era fatta trovare dagli agenti che dovevano accompagnarla in Tribunale per l’udienza. La donna è stata, pertanto, arrestata per evasione. La sua amica è stata denunciata per favoreggiamento personale