ilTorinese

Il bollettino Covid di venerdì 30 aprile

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 1.036 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 105 dopo test antigenico), pari al 4,0% di 25.706 tamponi eseguiti, di cui 15. 782 antigenici. Dei 1.036 nuovi casi, gli asintomatici sono 408 (39,4%).

I casi sono così ripartiti: 141screening, 633 contatti di caso, 262 con indagine in corso; per ambito: 13 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 133 scolastico, 890 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 349.421 così suddivisi su base provinciale: 28.190 Alessandria, 16.752 Asti, 10.748 Biella, 50.224 Cuneo, 26.902 Novara, 187.336 Torino, 12.957 Vercelli, 12.377 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.455 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2480 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 210 (-10 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.111 (– 59 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 13.378

I tamponi diagnostici finora processati sono 4.377.145 (+ 25.706 rispetto a ieri), di cui 1.497.038 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO11.255

Sono 18 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 4 verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 11.255 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.531 Alessandria, 694 Asti, 419 Biella, 1.373 Cuneo, 927 Novara, 5.357 Torino, 499 Vercelli, 363 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 92 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

322.467 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 322.467 (+1.440 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 25.687 Alessandria, 15.568 Asti, 9.785 Biella, 46.186 Cuneo, 24.962 Novara, 173.036 Torino, 12.001 Vercelli, 11.602 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.351 extraregione e 2.289 in fase di definizione.

Comune di Torino: multe 2021 più 30%, ma sulle motivazioni c’è una novità

A cura di lineaitaliapiemonte.it

Di Carlo Manacorda

Perchè il Comune di Torino ha assegnato ai “civich” l’obiettivo di aumentare le multe del 30%? Lo svela il loro Comandante: perchè lo chiedono i cittadini. Forse l’amministrazione comunale dovrebbe spiegare un po’ meglio la questione, posto che decidere a priori di sanzionare di più significa dare per scontato che i cittadini sono sempre e comunque indisciplinati e quindi vanno puniti. E posto che la scelta della materia delle multe, per stabilire gli obiettivi da assegnare ai Vigili, non sembra affatto la più appropriata…

… continua a leggere: https://www.lineaitaliapiemonte.it/2021/04/30/leggi-notizia/argomenti/economia-allo-specchio/articolo/comune-di-torino-multe-2021-piu-30-ma-sulle-motivazioni-ce-una-novita-di-carlo-manacorda.html

Traffico bloccato sulla tangenziale per la protesta dei giostrai

Il traffico è stato  rallentato, questa mattina sulla tangenziale di Torino dalla protesta degli esercenti dei luna park e dei circhi

I rappresentanti delle categorie chiedono di poter riaprire dopo 13 mesi di sosta forzata. Un centinaio di automezzi dello spettacolo viaggiante si sono messo su due file a passo d’uomo creando dietro di loro chilometri di coda.

“Ci troviamo costretti a creare questo disagio – spiega all’Ansa  il presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Esercenti Spettacolo Viaggiante, Ferdinando Uga – perché il governo deve attivarsi per affrontare la  situazione, dato che la decisione di posticipare la nostra riapertura al primo luglio è una condanna al fallimento di centinaia e centinaia di imprese. I giostrai e i circensi chiedono di tornare a lavorare in sicurezza”.

Club Privè chiuso per 5 giorni Non rispettate le norme anti covid

Martedì pomeriggio personale della Divisione Polizia Amministrativa ha proceduto al controllo di un circolo privato sito nel quartiere Mirafiori. La riapertura del locale, prevista proprio per il pomeriggio del 27 aprile,  era stata ampiamente pubblicizzata sulla pagina facebook del club.

Giunti sul posto, gli operatori hanno proceduto al controllo dei locali del circolo privato,  in cui venivano somministrati alimenti e bevande alcoliche e svolte attività di vario genere. All’interno  erano presenti  40 persone, alcune delle quali in accappatoio, assembrate nei diversi locali. Infatti, la sauna e la piscina risultavano perfettamente in funzione, in violazione della normativa anti-covid. I poliziotti procedevano pertanto a sanzionare il titolare e disporre la chiusura provvisoria dell’attività per 5 giorni.

Terroristi estradati già a casa. Una vergogna

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

La notizia appare una vera presa in giro: i magistrati francesi hanno consentito il giorno dopo dell’arresto per l’estradizione in Italia, il ritorno alla loro casa parigina ai sette terroristi rossi che godono di protezione da parte del governo francese da circa una quarantina d’anni.

In ogni caso ci vorranno due o tre anni per estradare in Italia i terroristi rossi- condannati in Italia con sentenza definitiva- che sulla carta non godono più degli effetti dell’indegna dottrina Mitterrand che aiuto’in modo vergognoso circa 200 terroristi italiani ,garantendo loro impunità in Francia, ben oltre la morte del celebrato presidente socialista, con altri presidenti come Chirac e Sarkozy. La famosa Carla’ fu la paladina abominevole e snob dei terroristi, come l’alta borghesia milanese che brindo’ al ferimento di Montanelli. Protesse finché pote’ anche Cesare Battisti.

Con il governo Draghi almeno per 7 terroristi forse le cose dovranno cambiare, sia pure con una lentezza non accettabile. Uno di loro è tra gli assassini del commissario Calabresi. Il cui figlio giornalista, ancora una volta, è come se avesse rinnegato suo padre, preoccupandosi della salute del suo assassino e proclamandosi contrario alla sua detenzione in cella. Il fatto che suo padre Luigi non sia arrivato all’età dell’assassino Bompressi, per Calabresi pare un fatto del tutto marginale. Anche sua moglie Caterina Levi, militante politica, sarà forse della stessa idea del marito perché sua madre Natalia firmo’ il manifesto infame contro il commissario Calabresi, una macchia indelebile per tanti intellettuali che armarono la mano con le loro parole agli assassini del Commissario e del loro mandante Adriano Sofri, oggi considerato un venerato maestro che pontifica sui giornali.

Questa notizia – soprattutto quella dell’immediato ritorno in libertà in Francia dei 7 brigatisti – fa rimescolare di rabbia e suscita ricordi incandescenti in noi che abbiamo lottato contro il terrorismo, rischiando di persona. Troppi anni di impunità sostenuti e vezzeggiati dalla gauche porteranno ad un nulla di fatto perché le pastoie della giustizia ingiusta completeranno l’opera di Mitterand e dei suoi successori. La Francia non ha difeso il diritto di asilo a dei perseguitati politici, ma a delinquenti che si macchiarono di gravissimi reati di sangue.

La promessa di estradizione e’ apparsa sui giornali italiani come un’ottima cosa che chiuderebbe gli anni di piombo; invece essa nasconde le decine di anni di connivenza con i terroristi rossi e neri, anche se il numero altissimo dei rossi non è confrontabile con quello dei fascisti. Io sono stato attaccato da veri imbecilli in malafede che sostengono il perdono come unica scelta possibile, anche se non sono credenti.  Siamo all’assurdo che ai fascisti come tali, a prescindere dal loro operato, deve valere una damnatio memoriae senza fine. Ai comunisti delle Br e di Lotta continua vanno invece usati i guanti bianchi, dimenticandosi dei crimini commessi. Finora non ho ancora letto di qualche anima pia che offre il perdono cristiano, ma arriverà sicuramente anche chi perdona per conto terzi con la coscienza degli altri.  Il perdono non va confuso con il perdonismo a buon mercato per mostrare una generosità che non si possiede.

In nome di Carlo Casalegno e di Francesco  Coco, tanto per citare due nomi a noi molto cari, noi non ci riteniamo soddisfatti, ma siamo, al contrario, indignati come lo fummo, quando vennero ammazzate le loro vittime  Le operazioni di facciata che servono a fare propaganda, sono orribili e mostrano solo cinismo. Quello è un passato che non passa. Solo la nuova ministra della Giustizia italiana merita il nostro grazie, ma la sua opera rischia di naufragare già il giorno dopo. Tutti i suoi predecessori si rivelarono dei debosciati , salvo chi riporto‘ in tempi brevi l’infame Cesare Battisti dopo anni di protezione del dittatore Lula che forse confondeva Battisti con l’eroe della Grande Guerra.

Qui c’è gente condannata all’ergastolo che ha mai scontato un giorno di galera. I sostenitori di questi assassini sono gli stessi che applicano il garantismo a corrente alternata e diventano truci giacobini pronti a mozzare le teste solo degli avversari, anzi dei nemici politici. Questi 7 terroristi cercarono di minare alle radici la democrazia in Italia ed ebbero la protezione di un Presidente socialista che aveva militato nella Repubblica filonazista di Vichi.  L’umanitarismo socialista e’ un’altra cosa e non c’entra nulla con la complicità a favore di gente che non ha mai fatto cenno per pentirsi e per risarcire le famiglie delle proprie vittime. Queste sono le due condizioni per richiedere il perdono, i signorotti del crimine protetti dalla Francia sono persino orgogliosi del proprio passato criminale.

Appare indecente e persino ridicolo il solito manifesto di quattro intellettualoidi francesi che definiscono i sette latitanti come degli “esuli” e chiedono a Macron di mantenere i privilegi loro accordati da Mitterand. Ed appare ancora più incredibile che la cultura italiana, sempre disposta a firmare qualcosa, taccia su quanto sta accadendo.Di cultura vera e’ rimasto molto poco ed è quasi naturale che il culturame stile Murgia, taccia. Magari invece sta già preparando un corposo appello con Erri De Luca sull’ esempio francese a sostegno degli “esuli”. Craxi venne considerato un latitante e non un esule, ma per Bompressi e compagni che hanno ucciso,  tutto diventa lecito e possibile.

Per la festa dei lavoratori arriva il bus Ugl

Oggi venerdì 30 aprile arriva a Torino, in Piazza Castello, alle ore 10.30, la trentunesima tappa del tour itinerante promosso dall’UGL, a bordo di un bus, in occasione della Festa del Lavoro col motto “Il Lavoro Cambia anche Noi!”.

Il sindacato ha deciso di essere al fianco dei lavoratori con oltre 30 appuntamenti che si snoderanno lungo l’Italia e che si concluderanno sabato primo maggio a Milano.

 

L’obiettivo è quello di raggiungere nei singoli territori i propri iscritti, i dirigenti e tutti i lavoratori alle prese con una crisi economico-sociale che sta acuendo le disuguaglianze. All’incontro, tra gli altri, prenderanno parte: Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, Armando Murella Segretario Regionale UGL Piemonte .

 

L’idea nasce dalla volontà dell’UGL di rivendicare la centralità del lavoro, andando nelle piazze, nelle fabbriche e nelle realtà produttive di tutto il Paese.

 

«Siamo qui a Torino per affrontare due temi che incidono profondamente sul tessuto sociale del territorio: le infrastrutture e la delocalizzazione. Occorrono, pertanto, nuovi criteri per monitorare la realizzazione delle opere infrastrutturali, per sistemi e settori. In tal senso è fondamentale garantire una corretta informazione alle imprese e cittadini sulle tempistiche di avvio e attuazione delle opere nei vari territori. A causa dei confini europei “sempre più mobili”, inoltre, assistiamo ad una lenta delocalizzazione che si muove su tre direzioni. La prima, secondo cui le fonti sono prodotte sempre più al livello locale e regionale, la seconda che registra il ruolo sempre più dominante, nel nostro ordinamento, delle fonti europee e la terza che vede la nascita di centri di produzione normativa diversi da quelli previsti in Costituzione. Come UGL riteniamo necessario promuovere la stipula di contratti di insediamento tra le imprese e la Regione Piemonte attraverso i quali si impegnano le aziende al mantenimento dell’attività per almeno sette anni dall’erogazione del contributo regionale. Purtroppo la vertenza-esempio, che ancora persiste e che coinvolge non solo il Piemonte è quella della Ex-Embraco per la quale l’UGL chiede che venga fatta chiarezza al più presto dopo oltre tre anni di assoluta incertezza per lavoratori e famiglie». Lo hanno dichiarato in una nota congiunta il Segretario Generale UGL, Paolo Capone e Armando Murella Segretario Regionale UGL Piemonte.

 

Dopo Roma, Napoli, Messina, Reggio Calabria, Matera, Brindisi, Bari, Campobasso, San Salvo, Pescara, L’Aquila, Frosinone, Fiumicino, Cagliari, Rieti, Terni, Arezzo, Firenze, Casette D’Ete, Ancona, Ferrara, Venezia, Trieste, Monfalcone, Verona, Trento, Riva del Garda, Piacenza, Genova, Aosta e Torino il viaggio lungo le realtà italiane si concluderà sabato 1 maggio a Milano.

 

Nuoto, le gare del weekend a Torino

Al Palazzo del Nuoto di Torino, via Filadelfia 89, si svolgeranno le seguenti manifestazioni:

Sabato 1 Maggio – Prima prova di qualificazione Campionato Esordienti B su base regionale, con inizio gare alle ore 9 e prosecuzione per l’intera giornata. Tutte le info qui: https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/home_new/appro_new.asp?menu=agonismo&id_info=20210414110216&area=1&read=nuoto

Domenica 2 Maggio – Prova valida per la qualificazione al Trofeo delle Regioni – Esordienti A, con inizio gare ore 9.10 e 15. Tutte le info qui: https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/home_new/appro_new.asp?menu=agonismo&id_info=20210414111236&area=1&read=nuoto

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Domenica 2 Maggio

Nuoto Sincronizzato – Alla Piscina Stadio Monumentale di Torino, corso Galileo Ferraris 294, Campionato Italiano su base regionale – Propaganda – Tutte le Categorie. Inizio gare alle ore 9.10. Tutte le info qui: https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/home_new/appro_new.asp?menu=agonismo&id_info=20210407110726&area=4&read=sincro

Pallanuoto femminile – Alla Piscina Vassallo di Bogliasco (GE), il primo concentramento del campionato Under 16. Due le partite che le pallanuotiste di Aquatica Torino disputeranno: alle ore 10 contro Sori Pool Beach e alle ore 11.45 contro U.S. Locatelli.

Le gare, come ormai di consueto, a porte chiuse.

(foto LC Zone)

Covid, negli ospedali riprendono gradualmente le attività ordinarie

Le Aziende sanitarie regionali possono “procedere e consolidare il ripristino delle attività ordinarie programmate e di screening- istituzionali ed in regime di libera professione intramuraria- nel rispetto delle norme, delle linee guida e delle buone prassi di riferimento per la prevenzione della infezione da Covid19”.

 

Così la nota che il Dirmei (Dipartimento interaziendale funzionale a valenza regionale “Malattie ed emergenze infettive”) e l’Unità di Crisi regionale per l’emergenza Covid hanno inviato in queste ore alle Direzioni generali delle Aziende sanitarie.

 

Per il Commissario dell’Area sanitaria dell’Unità di Crisi, dottor Emilpaolo Manno“L’attuale situazione epidemiologica, con il calo dei contagi, la riduzione del tasso di occupazione dei posti letto ordinari- scesi sotto la soglia del 40%- e del tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva, seppur ancora superiore al livello di soglia, consentono ed in qualche modo impongono un graduale ritorno verso la normalità, anche in attesa di esaminare nel dettaglio i programmi predisposti dalle Aziende sanitarie.”

 

La sospensione temporanea di esami e visite, tranne quelli per urgenze, patologie oncologiche e percorso nascita, era stata decisa dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte il 9 marzo scorso, a causa dell’aggravarsi della pandemia e della necessità di ulteriori misure per garantire sufficienti posti letto a disposizione dei pazienti Covid. Con l’attuale situazione epidemiologica è possibile tornare ad una graduale situazione di normalità negli ospedali.

 

“Con l’attuale situazione epidemica – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi – è possibile tornare ad una graduale situazione di normalità negli ospedali, utilizzando via via tutti i reparti non più occupati da pazienti Covid. Le Aziende sanitarie locali sono organizzate per provvedere al riordino delle attività ospedaliere ordinarie,  in sicurezza e in rapporto alle necessità.”

 

Gli arresti in Francia e la Torino degli anni di piombo

Io sono contento che abbiano arrestato i terroristi rossi in Francia e che i latitanti vengano arrestati.  Io disprezzo i terroristi siano di destra sia che si autodichiarino comunisti.  Siano islamici o di altre religioni. Aborro il termine stesso terrorismo. E non da oggi,  sia ben chiaro.

C’ è anche un pezzettino di mia vita politica nel combatterli con gli strumenti della legalità. Mi sono stupito nel 1988 quando Adriano Sofri venne accusato da Leonardo Marino di essere il mandante dell’omicidio del commissario Calabresi.  Marino era famoso negli ambienti della sinistra extraparlamentare di Torino,  anche perché tra i pochi operai di lotta continua.

Visto per allora questo Marino era considerato un facinoroso e violento e facilmente manipolabile. Ma da qui ad essere il palo per un omicidio ce ne passava. Ma sullo sfondo il servizio d’ordine di lotta continua. Direi proprio la via militare al socialismo.  Con loro comparvero per la prima volta i barotti (manici di piccone) camuffati da aste per bandiere. I caschi integrali e le chiavi inglesi.
Si seppe dopo che organizzavano collette per comprare armi. Alcuni di loro cominciarono ad esercitarsi in montagna per prepararsi all’immancabile rivoluzione. Molto attivo il circolo della val di Susa. Alcuni figli di ex partigiani si vantavano di utilizzare le armi nascoste dai padri. Molti di questi fondarono o aderirono a Prima Linea, organizzazione terroristica in competizione con le Brigate Rosse. Con due “filosofie” politiche diverse. Diciamola in questo modo. Prima Linea più spontaneista e dunque tragicamente naif.
Le Br più organizzate in clandestinità e autodefinizione di avanguardia delle masse popolari. Torino,  con la Fiat e la moltitudine di classe operaia era per loro miele. Curcio,  Mara Cagol vi si trasferirono per, appunto,  fare la rivoluzione. Ma c’erano le condizioni per farla? Assolutamente no.   Velocemente e tragicamente scivolarono dalla azione politica alla delinquenza comune. Addirittura ci fu chi fece , diciamo così,  il processo inverso.  Da detenuto,  conoscendo i ” politici ” in carcere , disse di passare dalla delinquenza alla rivoluzione socialista. Si pensi in quale infernale bolgia l’ideologia era finita. Nuclei Armati Proletari, da Torino  a Napoli,  andata e ritorno. Unica risposta per chi si opponeva al loro fare,  bene che andasse , veniva gambizzato. Sì, proprio così,  a Torino dal ’77 in avanti c’era da aver paura. E per due anni ogni mattina ci si svegliava con un fatto di sangue tra omicidi ed atti di violenza. Addirittura Massimo Mila,  partigiano,   legato al Partito Comunista ( era stato azionista ) invocò la pena di morte per questi reati. Sbagliava , ma interpretava un diffusa esasperazione.
Con buona pace di Adriano Sofri,  che oggi parla di inutile retata,  tra lui e Mario Calabresi e sua madre io sono felice e contento di essere dalla parte del commissario Calabresi.
Molti sostengono che è tutto inutile perché sono passati 40 anni. Ovviamente la prima obiezione è: meglio tardi che mai. Ma poi,  devono scontare la pena perché condannati dalla giustizia italiana. Senza se e senza ma. C’ è una decisa diversità tra vendetta e giustizia. La vendetta è intimidire. La mafia e il terrorismo sono la concretizzazione della vendetta. Lo Stato no.  Prima indaga , poi eventualmente giudica e condanna,  e poi punisce.  Appunto questa si chiama giustizia. Torino ha retto.  È stata dura ma ci è riuscita nel liberarsi della mostruosità del terrorismo rosso. Vero c’è ancora l’ombra della pagina del terrorismo nero.  Della collusione tra servizi segreti e  stragi,  le stragi di Stato. Vero perché sono due fenomeni complementari e speculari.
La democrazia è,  almeno per ora,  l’unico sistema che ( con tutti i suoi difetti )che  funziona. Teniamocela stretta.
Con in nostro dovere,  di chi c’ era, di ricordare  e continuare a raccontare.

Patrizio Tosetto

“Camera doppia”, la grottesca e ruvida realtà di strada di Lisette Model

“CAMERA DOPPIA” In mostra al “Centro Italiano per la Fotografia” di Torino, la grottesca e ruvida realtà di strada di Lisette Model, contrapposta alla perfezione delle immagini glamour di Horst P. Horst. Fino al 4 luglio

Di certo non è proprio una silfide la giovane paciosa bagnante colta sulla spiaggia di Coney Island nell’estate del ’39. Ma lei stessa è la prima a non farsene un cruccio, affrontando con un largo sorriso la sfida della macchina fotografica. Di tutt’altra pasta l’armoniosa studiata perfezione del corpo della giovane modella in costume da bagno rigorosamente d’epoca – con cuffia e un’enorme palla rossa tenuta in aria dalle gambe sollevate – apparsa in copertina di “American Vogue” il 15 maggio del ’41.

A firmare i due scatti due assoluti geni della fotografia mondiale del secolo scorso: Lisette Model (Vienna, 1901 – New York, 1983) e Horst P. Horst (al secolo Horst Paul Albert Bohrmann, 1906 – 1999), tedesco naturalizzato statunitense. Assolutamente diversi fra loro, pur nella comune e totale grandezza. Ironica e dissacrante “street photographer” lei e genio della fotografia di moda lui, massime icone entrambi nel proprio specifico genere fotografico e autentici maestri e ispiratori per intere generazioni. A loro, “CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia”, di via delle Rosine a Torino, dedica attraverso il format “CAMERA DOPPIA”, le personali “Lisette Model.Street Life” e “Horst P. Horst. Style and Glamour”. Anime diverse. Poetiche che fanno a pugni. Unite però nella suggestione di un miracolo creativo che nasce e cresce vieppiù in ogni immagine.

A Lisette interessano soggetti “raccattati” per strada, in disaccordo con la vita, quella in particolare dei borghesi benpensanti e benestanti, soggetti che quasi diventano “caricature di se’ stessi” (come la bizzarra “Donna col velo” ritratta a San Francisco nel ’49), spiriti liberi a loro totale agio in una società “goffa e decadente”; Horst, invece, è fotografo-scultore di classiche armonie femminili, genio del “glamour” e le sue modelle ci si pongono davanti in tutta la loro spietata e statuaria bellezza. Di Lisette si diceva che scattasse fotografie con tutto il suo corpo e che della strada prediligesse cogliere al volo i momenti più curiosi e grotteschi, mentre il tedesco Horst respingeva per cultura e per mestiere tutto ciò che non fosse cura e perfezione e dettaglio. “E’ facile immaginare – sosteneva la fotografa – quanto sia noiso dipingere un bel corpo. Ma un corpo brutto è molto affascinante”.

Teoria ben sviluppata nelle sue 130 fotografie esposte nella mostra (curata da Monica Poggi) a “CAMERA”, la prima antologica realizzata in Italia. Ad affiancarle, le 150 firmate da Horst in un’ampia antologica presentata con la saggia curatela di Giangavino Pazzola. Accostamento non facile, ma nel complesso riuscito perché in un caso e nell’altro sempre di grandi opere trattasi. La “CAMERA DOPPIA” si presta dunque bene a contenerle tutte quante, senza rischiare d’inciampare in spiacevoli paragoni che non troverebbero ragion d’essere nella logica delle cose. Per entrambi gli artisti, l’avvicinamento al mondo della fotografia inizia a Parigi negli anni Trenta. Nel ’37 Lisette sposa il pittore Evsa Model e con lui si trasferisce a New York, dove le sue fotografie iniziano sistematicamente ad apparire su riviste come “Harper’s Bazaar”, “P. M. Magazine”, “Vogue” e “The Saturday Evening Post”.

A stregarla è la grande città con tutte le sue nevrosi, il passeggio sguaiato osservato con sfrontatezza e dissacrante ironia, è lei stessa a ritrarsi attraverso i riflessi creati dalle vetrine dei negozi e attraverso le gambe di frenetici passanti. “Le merci e gli edifici si fondono e confondono con le persone che passeggiano in un insieme che è al contempo surreale e documentario”. Non mancano anche gli scatti realizzati all’interno dei locali di musica jazz ad alcuni grandi come Count Basie, Dizzy Gillespie, Ella Fitzgerald e Louis Armstrong. Per Horst, la mostra presenta sessant’anni di carriera: dai primi successi con “France Vogue” nell’Europa fra le due guerre (1931 – 1939), all’affermazione negli States dove ottiene la cittadinanza nel ’43, fino ad arrivare al termine della carriera negli anni Ottanta. A fare da “trait d’union” le sorprendenti immagini d’interni, case e giardini di personaggi celebri commissionatigli da “Vogue”.

In Italia, Horst realizza scatti superbi all’appartamento romano dell’artista Cy Twombly e alla tenuta Agnelli di Villar Perosa, all’interno della quale posa un’elegantissima Marella. Cui il fotografo certamente si riferiva nel dire: “La moda è espressione del proprio tempo. L’eleganza è un’altra cosa”.

Gianni Milani

“Lisette Model. Street Lyfe – Horst P. Horst. Style and Glamour”
CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, via delle Rosine 18, Torino; tel. 011/ 0881150 o www.camera.to
Fino al 4 luglio Orari: lun. merc. ven. sab. e dom. 11/19; giov. 11/21

Nelle foto:

– Lisette Model: “Coney Island Bather”, New York, ca. 1939
– Horst P. Horst: “American Vogue Cover”, 15 May, 1941
– Lisette Model: “Woman with veil”, San Francisco, 1949
– Horst P. Horst: “Madame Bernon, corset by Detolle for Mainbocher”, Paris, 1939