ilTorinese

Iren Luce Gas e Servizi è la prima multiutility green

Energia proveniente al 100%  dagli impianti idroelettrici del Gruppo

 

Iren Luce Gas e Servizi è la prima multiutility in Italia che sceglie di vendere sul mercato libero solo energia verde proveniente al 100% dagli impianti idroelettrici del Gruppo.

 

L’iniziativa si inserisce nella strategia del Gruppo Iren che pone la sostenibilità al centro del proprio percorso di sviluppo con oltre 2,25 miliardi di investimenti sostenibili previsti al 2025 e con il costante e crescente impegno di Iren Luce Gas e Servizi a favore del cambiamento dei comportamenti verso il rispetto dell’ambiente.

 

La fornitura di energia green vale sia per i nuovi clienti retail, che acquisteranno solo energia verde prodotta dal Gruppo, sia per tutti i clienti esistenti, oltre 600mila, per i quali, a partire dal 1° maggio 2021, è stata avviata la conversione della fornitura in energia verde senza costi aggiuntivi. Questa operazione consentirà di risparmiare in un anno 530.000 tonnellate di CO2, dato che è stato stimato in base ai consumi effettivi dei clienti Iren Luce Gas e Servizi nel 2020.

 

La continua attenzione verso la sostenibilità è testimoniata dai risultati del ‘multicircle index’ elaborato da The European House – Ambrosetti (fonte “Il valore della multicircle economy per lo sviluppo sostenibile del Paese” realizzato da The European House – Ambrosetti) secondo il quale Iren è la 1a multiutility italiana in termini di sviluppo e integrazione dei principi dell’economia circolare nei diversi ambiti di attività in cui è presente.

 

Iren, infatti, realizza questo approccio in maniera completa e perfettamente integrata in tutta la filiera: dalla produzione di energia elettrica del Gruppo esclusivamente proveniente da fonti rinnovabili 100% green fino all’offerta commerciale di energia per la casa, ma anche di prodotti di domotica per il controllo e la riduzione dei consumi energetici e di una gamma di soluzioni per una mobilità smart leggera e green a zero emissioni.

 

Per promuovere l’iniziativa, Iren Luce Gas e Servizi ha dato il via a una nuova campagna adv multicanale che racconterà la conversione green della customer base e la nuova offerta dedicata ai nuovi clienti.

 

 

 

Il bollettino Covid di martedì 25 maggio

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16:30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 274 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 33 dopo test antigenico), pari al 1,1% di 24.752 tamponi eseguiti, di cui 9.937 antigenici. Dei 274 nuovi casi, gli asintomatici sono 115 (42,0%).

I casi sono così ripartiti: 37 screening, 185 contatti di caso, 52 con indagine in corso; per ambito: 2 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 46 scolastico, 226 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 362.867 così suddivisi su base provinciale: 29.277 Alessandria, 17.316 Asti, 11.372 Biella, 52.320 Cuneo, 27.870 Novara, 194.328 Torino, 13.527 Vercelli, 12.856 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.487 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.514 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 94 (-7 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 808 ( -24 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 6299

I tamponi diagnostici finora processati sono 4.856.966 (+24.752 rispetto a ieri), di cui 1.613.714  risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 11.600

Sono 13 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 0 verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 11.600 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.566 Alessandria, 702 Asti, 428 Biella, 1.440 Cuneo, 938 Novara, 5.541 Torino, 519 Vercelli, 370 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 96 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

344.066 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 344.066 (+ 722 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 27.276 Alessandria, 16.409 Asti, 10.552 Biella, 49.747 Cuneo, 26.453 Novara, 184.890 Torino, 12.683 Vercelli, 12.261 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.403 extraregione e 2.392 in fase di definizione.

“La moda della vacanza”, storia e costume all’Unione industriale

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SETTIMANA CULTURALE DAL 24 al 29 maggio

Incontri di Primavera 2021

L’ultimo incontro, martedì 25 maggio ore 15.00, celebrerà il periodo dell’anno che da sempre mette d’accordo adulti e piccini, mariti e mogli, genitori e figli: il momento della vacanza. Lo si farà attraverso il libro di Alessandro Martini e Maurizio Francesconi, “La moda della vacanza. Luoghi e storie 1860-1939” – Einaudi editore – a partire dal quale risulteranno spontanee riflessioni e accostamenti con due particolari e insoliti periodi di vacanza: l’estate passata e quella che deve ancora arrivare. A moderare l’incontro Damiano Cortese, docente di Economia Aziendale dell’ Università degli Studi di Torino.

Ci si chiederà come è cambiata nei secoli la concezione di vacanza, quali erano i protagonisti del trionfo del turismo tra Otto e Novecento attraverso l’architettura e la moda. E ancora, quali similitudini e quali differenze possono essere colte tra quel periodo e quello attuale.

Se in una crisi sanitaria come quella che stiamo vivendo siamo stati capaci di rinunciare a molte delle nostre libertà, cercheremo di comprendere quali ricadute ci possono essere su un’economia in gran parte basata sul turismo come quella italiana e cosa potremo aspettarci dall’estate 2

Tragedia del Mottarone: alla ricerca della cause

Un drammatico e tragico evento annichilisce l’apertura domenicale e la voglia di libertà negata fino ad oggi causa pandemia. La funivia che da Stresa conduce fino alle pendici del Monte Mottarone è precipitata nel vuoto togliendo la vita a 14 dei 15 passeggeri presenti in quel momento in cabina.

L’unico superstite è un bimbo, in gravissime condizioni, ricoverato al Regina Margherita di Torino, l’Ospedale di riferimento per i piccoli futuri uomini. Fin qui la cronaca. Da qui in poi le perizie, le responsabilità, la dinamica dei fatti, le cause e le conseguenze. Sui fatti indaga la procura e, da lontano, in assenza di sopralluoghi diretti, possiamo soltanto supporre delle ipotesi tecniche sull’accaduto.

Ciò che si conosce dalle ultime ricostruzioni e dalle informazioni dei principali telegiornali nazionali è che la causa del tutto sia stato il cedimento della fune traente della cabina nel tratto in salita alla stazione di Mottarone.

Per i non addetti ai lavori, anche se ormai sono cose riportate da ogni voce giunta sul luogo dell’incidente, proviamo a fare chiarezza su cosa sono e come funzionano questi sistemi di trasporto a fune.

Il pensiero di queste nozioni mi porta indietro nel tempo, molto indietro. Da studente all’ultimo anno di ingegneria, al Politecnico di Torino, avevo preso la specializzazione in Trasporti e Strade, Ferrovie e Aeroporti. All’interno di quel pacchetto di esami avevo inserito anche gli impianti a fune, proprio quelli del tipo di cui oggi parliamo, e ricordo che, all’Esame di Stato, uno dei temi della nostra specializzazione era proprio il progetto di un impianto a fune. Argomento che toccai ancora da vicino quando, qualche anno fa, venni chiamato dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Torino a fare da commissario agli Esami di Stato per la sezione trasporti e un tema d’esame che proponemmo riguardava proprio questa tipologia di impianti.

La funivia oggetto di studio è del tipo a “va e vieni. Le funivie a va e vieni sono impianti a fune ideali per terreni impervi. In questo sistema, le cabine viaggiano in servizio alternato tra le stazioni terminali e vengono movimentate da una fune traente. Normalmente scorrono su una o due funi portanti e, in alcuni casi possono essere monofuni.

Per essere più chiari si immagini un sistema in cui una (due nel caso di specie) corda ancorata ai due poli con particolari sistemi (si spiega il concetto, non la tecnologia ovviamente) trattiene il peso della cabina con i passeggeri mentre un’altra fune, detta traente,“tira” letteralmente la cabina verso la stazione a monte. Non me ne vogliano i puristi e gli altri colleghi ingegneri per la estrema semplificazione ma è per meglio permettere la comprensione del concetto della struttura del sistema. Stando alle dichiarazioni, se veramente si fosse tranciata la traente, sarebbe venuta a mancare la forza motrice e quindi la cabina avrebbe cominciato a ridiscendere il pendio in senso opposto a quello di progetto (in quel tratto la percorrenza è in salita verso la stazione di monte). Conoscendo gli impianti ci si aspetterebbe che il freno di emergenza, in assenza di altri fattori di segnalazione delle eventuali anomalie, intervenga e freni la cabina fino ad arrestarla e permettere l’intervento dei soccorsi in sicurezza, seppure in emergenza. Invece, la più triste e angosciante delle ipotesi si avvera e, oltre ai sistemi di monitoraggio, anche il freno di emergenza non interviene. La cabina scivola sempre più velocemente all’indietro fino a impattare il traliccio appena percorso, venendo quindi sbalzata fuori dai cavi di sostegno. Come riportano le Autorità intervenute sul luogo questi i due motivi principali dell’evento: rottura del cavo traente e mancato funzionamento del freno di emergenza che, pare, sia invece intervenuto sulla cabina a valle, in discesa, la quale, infatti, si è fermata appesa al cavo portante. La prima cosa che verrebbe da pensare è la manutenzione che questi impianti devono subire per essere eserciti in sicurezza. Da questo punto di vista posso assicurare che la normativa di settore è molto severa ed è anche applicata con diversi e importanti livelli di controllo. Altro punto fondamentale è che la funivia è stata sottoposta nel 2016 a importanti lavori di manutenzione da Azienda leader mondiale nel settore per la progettazione e la realizzazione di questo tipo di sistemi di trasporto a fune. Non solo, l’ultima verifica dei cavi e delle funi è avvenuta a novembre scorso. Eppure, è successo. Accavallamento della traente sui rulli o lungo la scarpata dell’ultimo sostegno, sensori di controllo che non rilevano anomalie di funzionamento, fune che si rompe…questo è un elemento importante per poterne comprendere meglio le cause. Si è tranciata di netto, quindi per effetto di un oggetto contundente capace di tanto oppure la rottura è da ricercarsi in una impalmatura della fune che ha ceduto? Un altro elemento da verificare è se il cedimento della fune sia stato causato dall’arresto del sistema (blocco della ruota a valle o di qualche elemento/ingranaggio non perfettamente lubrificato) per cause ancora da definire con il motore che, funzionando a pieno regime, abbia sforzato a tal punto da stressare la fune fino a farla cedere, sottoponendola ad una tensione maggiore rispetto alle sue capacità meccaniche. Supposizioni al buio evidentemente…però. Tre tipi di cavi: quello traente, quello portante e quello di soccorso. Il cavo portante è fisso, realizzato interamente in trefoli di acciaio, ancorato nelle due stazioni di monte e di valle. Anche l’anello portante è realizzato in trefoli di acciaio e si muove in senso orario e antiorario mentre il carrello è la struttura che tiene la cabina ancorata al cavo ed è agganciata al cavo portante. Revisione nel 2016 eseguita dalla Leitner costata quattro milioni di euro. Controlli non distruttivi recenti sulle funi (esame magnetoscopico ad esempio) che non fanno rilevare difetti o non conformità. Sistemi di controllo lungo la linea e sul quadro comando che non rilevano anomalie di alcun genere. Cavo traente che si rompe. Freni automatici che non intervengono. Sembra impossibile che non ci sia stato un segnale di cedimento e che tutta la catena tecnica di controllo e comando di emergenza non sia intervenuta per spezzare la continuità di questa drammatica vicenda. Veramente umiliante, per un tecnico, non riuscire a rispondere o a fare supposizioni su una tragedia così sconvolgente. Rimangono i luoghi comuni di queste morti che, forse si potevano evitare. Errore umano nelle varie fasi della manutenzione delle strutture e dei sistemi elettronici ed elettromeccanici, eventi atmosferici particolari (fulmini), mancanza dei controlli, atto doloso (da elencare ma, speriamo, sicuramente da escludere)? Non possiamo rispondere, oggi, ma rimaniamo in attesa che la Procura di Verbania, incaricata delle indagini, faccia il suo lavoro con la speranza che tutte queste morti bianche, dal Ponte Morandi, alle morti sul lavoro, non vedano sommarsi le altre morti delle vacanze. In questo caso tutto si può dire ma, stando alle prime informazioni, non che fosse una tragedia annunciata.

Ing. Massimo Rivalta

Consulente del Giudice
Presidente ANIMAC

Associazione Nazionale Installatori e Manutentori Aria Compressa

 

Il bollettino Covid di lunedì 24 maggio

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16:30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 106 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 19 dopo test antigenico), pari allo 0,9% di 11.236 tamponi eseguiti, di cui 5.359 antigenici. Dei 106 nuovi casi, gli asintomatici sono 53 (50%).

I casi sono così ripartiti: 22 screening, 68 contatti di caso, 16 con indagine in corso; per ambito: 0 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 13 scolastico, 93 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 362.593 così suddivisi su base provinciale: 29.270 Alessandria, 17.309 Asti, 11.358 Biella, 52.258 Cuneo, 27.837 Novara, 194.200 Torino, 13.511 Vercelli, 12.849 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.485 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.516 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 101 (-7 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 832 (-29 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 6729.

I tamponi diagnostici finora processati sono 4.832.214 (+11.236 rispetto a ieri), di cui 1.609.323 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 11.587

Sono 8 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 2 verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 11.587 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.565 Alessandria, 701 Asti, 428 Biella, 1.438 Cuneo, 938 Novara, 5.534 Torino, 518 Vercelli, 369 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 96 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

343.344 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 343.344 (+ 364 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 27.249 Alessandria, 16.387 Asti, 10.512 Biella, 49.612 Cuneo, 26.396 Novara, 184.503 Torino, 12.646 Vercelli, 12.245 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.401 extraregione e 2.393 in fase di definizione.

A Palazzo Lascaris Lidia Maksymowicz, deportata da bambina ad Auschwitz

Lidia Maksymowicz è stata vittima del dottor Mengele, “l’angelo della morte”, che usava i bambini come cavie per le sue tragiche sperimentazioni.
Il racconto del documentario prende spunto da un suo recente viaggio sui luoghi di Giovanni Paolo II in valle d’Aosta a Introd, in cui viene invitata a raccontare la sua storia a studenti e insegnanti canavesani di Castellamonte, e da lì si sviluppa la sua testimonianza della deportazione e dei campi di sterminio alternando immagini girate in Polonia, a Cracovia e Oswiecim, nei campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau, con quelle in Italia fra Introd, il Parco Nazionale del Gran Paradiso e Castellamonte.
“Ad Auschwitz erano imprigionati circa 200 mila bambini, solo pochissimi sono in vita oggi – è il suo commosso ricordo – tutta la mia vita è stata segnata da questa esperienza. Sono grata al Piemonte che mi ha permesso di organizzare tutti gli incontri di questi giorni, nonostante la mia età continuo a raccontare la mia storia ai giovani di tutto il mondo che ho la fortuna di incontrare. Non possiamo dimenticare quello che è successo, chiedo a tutti di ricordare e fare in modo che quella tragedia non possa più ripetersi”.
“Ascoltare il racconto degli anni drammatici delle deportazioni e dei campi di sterminio direttamente da chi, come Lidia, li ha vissuti in prima persona e ne è testimonianza vivente, è un esperienza umana tra le più toccanti che ha il potere di trasformarci.
È un rinnovare e condividere con i sopravvissuti e con chi non ce l’ha fatta, quelle memorie e quel dolore, ma anche, dinanzi a queste sofferenze e atrocità, l’impegno a custodire questa memoria, a tramandarla ai più giovani, a portarla con sé nel proprio presente e nel progettare il proprio futuro sempre vigili e consapevoli che tutto ciò che hanno vissuto le vittime della Shoah non accada mai più e non venga mai dimenticato”, è la conclusione del presidente Stefano Allasia.fmalagnino

Svaligiano una villa ma vengono sorpresi dai carabinieri

Torino, 24 maggio Nell’ambito dei servizi di controllo del territorio disposti dal Comando Provinciale per contrastare i reati predatori, i carabinieri hanno arrestato tre autori di un furto in villa. 

Il fatto si è verificato a Moncalieri, nell’hinterland torinese, dove i tre uomini si sono prima recati nei pressi di un ristorante rubando da una vettura parcheggiata le chiavi dell’abitazione e poi, sicuri di non trovare nessuno all’interno, sono entrati per depredarla.
Durante il furto però i proprietari si sono accorti della presenza di estranei in casa dalle immagini di videosorveglianza trasmesse in remoto sui loro telefonini e hanno dunque allertato i carabinieri, che prontamente intervenuti hanno intercettato i ladri. Il palo era ancora seduto in auto mentre i due complici sono stati bloccati mentre stavano uscendo dall’immobile scavalcando la recinzione. Recuperati diversi monili in oro appena asportati che sono stati subito riconsegnati ai legittimi proprietari. Rinvenute inoltre diverse somme di denaro la cui provenienza è in corso di accertamento. Infine all’interno di uno scomparto ricavato nel cruscotto della vettura in uso ai ladri sono stati rinvenuti arnesi da scasso, passamontagna e radio trasmittenti portatili.

Medici e operatori sanitari: solo l’1,41 per cento contagiato dopo il vaccino

Sono 168 su un totale di 11.910 gli operatori sanitari torinesi che hanno contratto il Covid dopo la vaccinazione.

Ne dà notizia l’Ordine dei medici del capoluogo piemontese  a fronte di un monitoraggio interno.

Si tratta dell’1,41% di tutti i partecipanti all’indagine, alla quale hanno aderito 4.600 medici e odontoiatri,  2.500 infermieri,  1.500 psicologi, circa 700 veterinari, più di 500 farmacisti, circa 400 fisioterapisti, 350 educatori professionali e  1.300 da tutte le altre professioni sanitarie. La  maggioranza di loro ha ricevuto il vaccino Pfizer.

I dati,  secondo  l’Ordine,  confermano l’efficacia dei vaccini nel fermare la malattia anche nella categoria  dei sanitari, più esposta al rischio di contagio.

Denatalità e futuro, conferenza del “Pannunzio” su Zoom

Mercoledì 26 maggio alle ore 21, per le conferenze on line del Centro “Pannunzio” si svolgerà sulla piattaforma Zoom un dibattito sul tema: “Denatalità e futuro”.

Intervengono  la Presidente del Centro “Pannunzio” Chiara Soldati, il giornalista Edoardo Massimo Fiammotto, lo storico Pier Franco Quaglieni.

Coordina la giornalista Mara Antonaccio, redattore capo di “Pannunzio Magazine”. Per collegarsi:   https://us02web.zoom.us/j/5545579464

(nella foto una iniziativa del Centro Pannunzio)

Tresso partecipa alle primarie: oltre il 60% in più delle firme

VERSO IL VOTO / CENTROSINISTRA

Abbiamo consegnato i moduli sottoscritti da oltre 6500 torinesi che credono nella nostra idea di politica e di “Torino Domani”.

Quella che sembrava una sfida ostica si è rivelata un eccezionale volano di entusiasmo e partecipazione. I vincoli sanitari e le prescrizioni del regolamento avrebbero potuto limitare un esercizio democratico che invece ha trovato nella complessità del momento energie e stimoli. 
Sono state tre settimane intense: abbiamo incontrato centinaia di cittadini che vogliono avvicinarsi alla politica. In una forma più trasparente e inclusiva e che si discosti dalle dinamiche dei partiti.
Torino ha bisogno di cambiamenti profondi che consentano di rispondere a bisogni vecchi e nuovi.
Nelle prossime settimane – sempre in sella alla bicicletta con cui ho pedalato per 300 km nei quartieri – presenterò ai torinesi il mio programma che ruota intorno ad alcuni temi decisivi: welfare e giustizia sociale, il recupero dell’eccellenza manifatturiera e dell’occupazione, il sostegno al settore culturale e l’ambiente.
Sarà un percorso impegnativo e stimolante. Faccio un “in bocca al lupo” a Igor, Enzo e Stefano perché – non dimentichiamolo – l’obiettivo finale è offrire alla nostra città una guida di centro – sinistra.