ilTorinese

Sinistra Ecologista: Ecco le candidature, energie nuove per cambiare aria in città

Caro direttore, combattere la precarietà, cambiare tempi e orari del lavoro, alzare i salari, “uscire insieme” dalla pandemia, per combattere la crisi climatica, per costruire una Torino solidale e inclusiva, contro ogni discriminazione. SINISTRA ECOLOGISTA è nata per questo. La sera di mercoledì 25  Sinistra Ecologista ha iniziato  la raccolta delle firme necessarie per la presentazione delle liste al Consiglio comunale e alle Circoscrizioni.

LE PAROLE DEI CANDIDATI

“Siamo molto soddisfatti della squadra che si è creata, a dimostrazione della fiducia che c’è attorno al nostro progetto rosso-verde” dichiarano Jacopo Rosatelli e Alice Ravinale, portavoce del gruppo che ha fra i suoi promotori il consigliere regionale Marco Grimaldi.
La testa di lista è formata da 6 persone. Apre la 21enne Sara Diena, la più giovane, una delle leader dei Fridays for future torinesi, a seguire. l’insegnante, collaboratore de “il manifesto” e dirigente Arci Jacopo Rosatelli, l’avvocata Alice Ravinale, l’attivista lgbtqi+ Emanuele Busconi, l’insegnante architetta e già assessora all’istruzione Federica Patti e Beppe Piras, architetto e anima del “Bike Pride” per la mobilità sostenibile.
“Per testimoniare la nostra fortissima impronta ecologista ci teniamo a sottolineare la presenza della giornalista Claudia Apostolo, per anni inviata del settimanale Rai Ambiente Italia, delle docenti universitarie Silvana Dalmazzone e Cristina Caimotto, e del fondatore del comitato Torino Respira Roberto Mezzalama, che fra l’altro è anche autore di uno dei libri più importanti sulla crisi climatica in Italia uscito quest’anno per Einaudi”, affermano i portavoce della lista.
“La prossima Giunta dovrà curare le ferite economiche e ambientali e, allo stesso tempo, offrire una nuova prospettiva di rilancio di Torino come capitale della qualità della vita e del progresso civile e sociale in Italia e in Europa, sapendo coinvolgere le sue energie migliori come abbiamo provato a fare noi. Ecco quaranta persone di generazioni diverse e  impegnate socialmente e politicamente in modo diverso, ma tutte unite da due valori: giustizia sociale e giustizia climatica” afferma il consigliere regionale Grimaldi, che ricorda il contributo dei partiti Sinistra Italiana e Possibile.
“Per rappresentare i bisogni della cittadinanza candidiamo persone che sono quotidianamente a contatto con la gente, che ne conoscono i problemi, ma anche che ne condividono l’impegno nelle tante associazioni di volontariato, nei sindacati, nei circoli ricreativi che in questo periodo di pandemia hanno dato il meglio di loro stesse”, concludono i portavoce Rosatelli e Ravinale.

La gentilezza nella letteratura per i bambini

BELLEZZA TRA LE RIGHE

Il futuro lo si costruisce nel presente: dialogo con Anna Peiretti

Una chiacchierata in giardino sulla letteratura per bambini, indagata dalla lente della gentilezza. Domenica 29 agosto alle 17 nel giardino di Casa Lajolo a Piossasco interviene Anna Peiretti, scrittrice, caporedattrice della rivista “La Giostra”, responsabile del progetto “Libri per tutti” della Fondazione Paideia, curatrice di progetti di promozione alla lettura e di educazione alla cittadinanza, formatrice sui temi del narrare.

Moderata da Sante Altizio, partirà da una provocazione: bambini gentili, adulti gentili. Di lì, una chiacchierata, nel fresco del giardino, sul futuro che non è ineluttabile, lo si costruisce nel presente. Se come genitori, insegnati, educatori sapremo vivere, coltivare e comunicare la gentilezza, costruiremo un futuro prossimo fatto di donne e uomini consapevoli del valore che ha una relazione gentile, rispettosa, serena.

L’incontro fa parte di “Bellezza tra le righe”, la rassegna firmata da Fondazione Casa Lajolo e Fondazione Cosso con il contributo della Regione Piemonte, nata per guardare al domani con uno spirito nuovo. La volontà è quella di condurre il pubblico in luoghi di rara bellezza, ovvero i giardini di due dimore storiche della provincia di Torino, Casa Lajolo, a Piossasco, e il Castello di Miradolo, a San Secondo di Pinerolo: qui, nella pace che si respira poco prima della sera, andranno in scena, fino al 17ottobre, conversazioni con alcuni protagonisti del presente.

Per chi vuole, a seguire (ore 18,30) aperitivo nel parco.

Ingresso alla dimora storica comprensivo di visita guidata 8 euro. Conversazioni e incontri comprese nel biglietto di ingresso. Biglietto ridotto 6 euro per under 25. Gratuito under 10 e Abbonamento Musei. Prenotazione a info@casalajolo.it o 333. 3270586.

Torino: latitante individuato dalla Polizia

Arrestato trentaduenne gabonese 

 

Lo hanno visto all’intersezione fra via Rossini e via Verdi lo scorso giovedì mattina ed hanno deciso di sottoporlo a controllo di polizia. E’ così che è finita la latitanza di un trentaduenne di nazionalità senegalese, irregolare sul territorio nazionale. L’uomo era stato colpito esattamente da un mese da un ordine di esecuzione per la carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino per l’espiazione di una pena di oltre 2 anni per reati inerenti agli stupefacenti. Il trentaduenne è stato portato in carcere dagli agenti del Commissariato Centro che lo hanno individuato.

 

Il Piemonte resta in zona bianca

Nella settimana 16-22 agosto, in Piemonte, il numero dei nuovi casi segnalati risulta in riduzione rispetto alla settimana precedente. La percentuale di positività dei tamponi resta al 2%, mentre l’Rt puntuale calcolato sulla data di inizio sintomi cresce leggermente passando da 0.99 a 1.05. Il tasso di occupazione dei letti in terapia intensiva si riduce da 2% a 1%, mentre resta stabile al 2% quello dei posti letto ordinari. Aumentano i focolai attivi, mentre si riducono i nuovi e il numero di persone non collegate a catene di trasmissione note. Il valore dell’incidenza e il numero dei ricoveri ancora contenuti concorrono favorevolmente a mantenere la nostra regione in zona bianca.

​IN PIEMONTE NON E’ VACCINATO IL 75% DEI PAZIENTI COVID IN OSPEDALE

In Piemonte il 75% dei pazienti Covid che si trovano in questo momento ricoverati in ospedale non e’ vaccinato. In particolare dei 12 ricoveri attuali in terapia intensiva 9 riguardano pazienti non vaccinati, altri tre sono invece pazienti vaccinati ma con un quadro clinico serio per patologie pregresse. Dei 144 ricoveri in terapia ordinaria 108 non sono vaccinati.

PROSEGUIRÀ ANCHE A SETTEMBRE IL POTENZIAMENTO DEI CONTROLLI SUI PASSEGGERI IN ARRIVO NEGLI AEROPORTI PIEMONTESI

In Piemonte continuerà anche per tutto il mese di settembre il potenziamento dei controlli a campione avviato ad agosto negli aeroporti di Torino-Caselle e Cuneo-Levaldigi sui passeggeri dei voli provenienti dai Paesi Schengen.

Verrà inoltre attivato un controllo a campione anche sui voli nazionali rispetto alle nuove disposizioni sul green pass per chi si mette in viaggio.
In particolare, per potenziare le attività di controllo sull’Aeroporto di Torino, che ha visto ad agosto una media di circa 10.000 passeggeri al giorno, è stato siglato un accordo tra Prefettura di Torino, Regione Piemonte, Enac, Sagat, Azienda ospedaliero universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino, Polizia di Frontiera aerea e Usmaf (Ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera del Ministero della Salute).

Nell’Aeroporto di Cuneo-Levaldigi i controlli sono stati intensificati e sono svolti in collaborazione fra la Geac, società che gestisce lo scalo, la Polizia di Frontiera e il presidio sanitario locale formato da personale dell’Asl e da istituti medici convenzionati con la Geac.

Ufficiale: Cristiano Ronaldo al Manchester United, Pobega al Toro

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Sabato 28 agosto ore 20.45
Seconda giornata di campionato

Fiorentina-Torino
Juventus-Empoli

Calciomercato col botto.Cristiano Ronaldo al Manchester United,lascia la Juve dopo 3 stagioni.Costo dell’operazione 28 milioni che incasserà la società bianconera.La Juve sta trattando Icardi col Paris Saint Germain.
Il fuoriclasse portoghese lascia Torino dopo aver vinto coi bianconeri 2 scudetti,2 supercoppe italiane ed 1 coppa Italia.Ha totalizzato in tutte le competizioni 134 presenze realizzando 101 gol.
Intanto in casa granata è arrivato il centrocampista centrale Pobega(dal Milan in prestito secco)obiettivo di Juric e della società granata.Il ds Vagnati acquisterà ancora 1 difensore centrale ed un altro trequartista.
A fronte di altre uscite che saranno numerose, probabilmente arriverà un altro difensore centrale,forse Becao.Obiettivo per la trequarti sempre Messias dal Crotone. Oggi c’è stato un avvicinamento importante tra le 2 società torinese e calabrese.

Vincenzo Grassano

(foto Claudio Benedetto)

Covid, il bollettino di venerdì 27 agosto

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 302 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 19 dopo test antigenico), pari all’1,4% di 21.873 tamponi eseguiti, di cui 17.248 antigenici. Dei 302 nuovi casi, gli asintomatici sono 121 ( 40,1%).

I casi sono così ripartiti: 40 screening, 186 contatti di caso, 76 con indagine in corso; 7 Rsa/Strutture Socio-Assistenziali. Casi importati : 9 ( di cui 5 dall’estero)

Il totale dei casi positivi diventa quindi 375.797 così suddivisi su base provinciale: 30.645 Alessandria, 17.745 Asti, 11.824 Biella, 54.140 Cuneo, 29.279 Novara, 200.500 Torino, 14.043 Vercelli, 13.434 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.548 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.639 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 12 (+2 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 144 (+ 2 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 3519.

I tamponi diagnostici finora processati sono 6.350.811(+ 21.873 rispetto a ieri), di cui 2.000.648 risultati negativi.

I DECESSI RESTANO 11.713

Nessun decesso di persona positiva al test del Covid-19 è stato comunicato dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte.

Il totale è quindi 11.713 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.569 Alessandria, 713 Asti, 433 Biella, 1.454 Cuneo, 945 Novara, 5.597 Torino, 528 Vercelli, 374 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 100 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

360.409 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 360.409(+214 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 28.747 Alessandria, 16.942 Asti, 11.234 Biella, 52.187 Cuneo, 28.072 Novara, 193.011 Torino, 13.388 Vercelli, 12.923 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.455 extraregione e 2.450 in fase di definizione.

 Rapina in via Stradella: un pugno in faccia e gli rubano il borsello

Gli agenti del Commissariato Madonna di Campagna arrestano l’autore

Ha avvicinato un ventenne, suo connazionale, che stava chiacchierando con degli amici fuori da un locale di via Stradella, e gli ha chiesto una sigaretta. Ma era solo una scusa: l’uomo, un ventinovenne nigeriano, con la complicità di altre persone che accerchiavano la vittima, gli strappava violentemente il borsello di dosso e , dopo averlo colpito con un pugno al volto, si allontanava.  Il rapinato, ripresosi dal colpo ricevuto, cercava aiuto e lo trovava in una pattuglia della Polizia di Stato che stava transitando  a poca distanza. Gli agenti inseguivano immediatamente l’autore del fatto: questi, vistosi raggiunto, impugnava delle bottiglie di vino che aveva con sè e le brandiva contro gli operatori. Cercava di colpirli in modo da guadagnare la fuga ma con non poca difficoltà veniva reso inoffensivo. Nella colluttazione, un agente riportava delle escoriazioni al braccio. Una volta all’interno della Volante di servizio, il ventinovenne continuava la sua azione violenta, danneggiando con i piedi gli interni della vettura e sputando all’indirizzo dei poliziotti: questi ultimi riuscivano a riconsegnare alla vittima il borsello, dal quale però mancavano delle banconote per un valore complessivo di 200 €. Il ventinovenne è stato arrestato per rapina, resistenza e lesioni a P.U., danneggiamento aggravato.

Profughi a Chieri: quali modalità di accoglienza?

Il consigliere comunale Rachele Sacco di progetto Per Chieri – Salviamo l’ospedale Insieme ha scritto al Prefetto Palomba e al Sindaco di Chieri Sicchiero per avere maggiori informazioni e dettagli sulla modalità di accoglienza dei profughi afghani in città a seguito delle dichiarazioni del Sindaco che dava disponibilità da parte di Chieri ad accoglierli. Ecco il testo integrale della missiva (la lettera è stata inviata lunedì ma ad oggi non è pervenuta risposta da nessuno dei destinatari):

Vi scrivo a seguito della comunicazione, su diversi siti di informazione, della volontà espressa dal Sindaco di Chieri Alessandro Sicchiero di accogliere nella città di Chieri i profughi provenienti dall’Afghanistan a seguito della recente crisi umanitaria.
Pur condividendo, in linea di principio, lo spirito solidale e umanitario espresso dal Sindaco, gradirei conoscere gli aspetti più pratici e pragmatici delle conseguenze, eventuali, di questa disponibilità.
Sia ben chiaro che nessuno mette in dubbio la necessità di soccorrere ed aiutare le persone che fuggiranno dagli orrori della guerra civile che sta sconvolgendo quel Paese, ma sarebbe opportuno, al di là dello slancio solidaristico, porci necessarie questioni di ordine concreto.
La prima è chi gestirà tale emergenza. Se al pari dell’accoglienza fino ad oggi gestita, anche per i profughi afghani, a procedere sarà direttamente la Prefettura per conto del Ministero degli Interni, ed eventualmente quali competenze potrebbero essere in capo direttamente al Comune di Chieri.
Mi chiedo se al momento siano state fatte ipotesi sulla consistenza numerica dei profughi, sulla capacità della nostra città di accoglierli e, quindi, questione ben più importante, su dove e come saranno accolti. Quali strutture idonee vanta la nostra città per accogliere e gestire adeguatamente i profughi e in quale misura e per quanto tempo.
Infine, con quali risorse saranno gestiti i profughi, con fondi locali o fondi nazionali appositamente stanziati per gestire questo flusso eccezionale?
Io credo che i cittadini di Chieri, che rappresento in qualità di consigliere comunale, debbano avere chiari anche questi elementi prima di “fare la loro parte”.
Infine, capisco quanto prematura possa essere la questione, ma credo che molti concittadini vorrebbero avere garanzie che ad essere soccorsi siano soprattutto donne e bambini, soggetti molto più vulnerabili alla violenza talebana. Capisco quanto possa essere difficile porre un discriminante su chi merita o meno di essere accolto e soccorso, ma tutti sappiamo che proprio le donne saranno le più perseguitate dall’estremismo islamico e, quindi, se Chieri accoglierà chiederei di dare precedenza soprattutto a queste persone.

Montagna, dopo gli incentivi i servizi essenziali

“L’iniziativa intrapresa dalla Regione Piemonte per incentivare i giovani, e non solo, a vivere in montagna non può che essere salutata positivamente e va sicuramente incoraggiata e condivisa. Lo stanziamento già individuato e la finalità che persegue l’iniziativa rappresentano un aiuto concreto a privilegiare un territorio, la montagna appunto, da troppo tempo non sufficientemente valorizzato e, di conseguenza, relegato ai margini dei grandi investimenti decisi dalle istituzioni. Nazionali e locali. Forse è giunto il momento, anche e soprattutto dopo la terribile pandemia, di invertire la rotta.

E, sotto questo versante, per evitare che il potenziale trasferimento in montagna si riduca solo ad un fatto burocratico e protocollare – ormai quasi una prassi legata alla richiesta della residenza – deve partire contemporaneamente una politica mirata all’attivazione dei servizi necessari ed essenziali per garantire uno stile di vita adeguato, cioè normale. E quindi, dai trasporti alla mobilità, dai servizi postali a quelli bancari ai servizi commerciali. In una sola parola, alla garanzia della cosiddetta multifunzionalità. Insomma, a quella rete di servizi che sono e restano indispensabili anche e soprattutto nei territori montani per poter condurre una vita all’insegna della normalità e della tranquillità.

Comunque sia, la scelta politica della Regione Piemonte va nella giusta direzione. Ora si tratta di qualificarla e rafforzarla anche sul versante dei servizi essenziali per la vita delle persone”.

Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Assessore Comunicazione Unione Montana Comuni Olimpici Via Lattea.

Sandro Doglio a 90 anni dalla nascita. Giornalista, uomo libero e gastronomo fuori ordinanza

Di Pier Franco Quaglieni

Novant’ anni fa nasceva uno straordinario personaggio che il Piemonte dovrebbe onorare per la poliedricità dei suoi interessi che lo hanno portato a vivere esperienze professionali e di vita  diverse, sempre ricche di significato.

Forse di lui resta intatto il ricordo del gastronomo, ma sarebbe errato scrivere di Sandro Doglio ricordando solo i suoi interessi per quella che  Veronelli chiamava la «cultura del cibo» e il suo amore per la campagna e le cose naturali. Sì, è stato anche un eccellente  gastronomo, ma lo è stato come lo fu Mario Soldati che, in televisione, tra un film e un romanzo, andava alla ricerca dei «cibi genuini» nella Valle del Po. Infatti, se parliamo di Sandro Doglio (nato a Torino nel 1931), non possiamo dimenticare che fu un giornalista a tutto tondo. Aveva esordito giovanissimo sulla storica Gazzetta del Popolo, che fu una vera e propria scuola di giornalismo per intere generazioni, per poi passare undici anni dopo  alla Settimana Incom, un settimanale in cui si rispecchiava l’Italia degli anni ’60.

Dal 1962 al 1970 divenne corrispondente della Stampa da Bruxelles, chiamato al giornale da Giulio De Benedetti, un direttore-despota  che ha rappresentato una pagina eccezionale del giornalismo italiano. Doglio, anche per la sua preparazione nel campo dell’economia, era stato scelto come corrispondente da Bruxelles che, tra mille difficoltà e mille contraddizioni, stava diventando la capitale della nascente Europa. La scelta di De Benedetti venne confermata dal nuovo direttore Alberto Ronchey che tese subito a modificare, soprattutto a livello di corrispondenti esteri, lo staff creato dal suo predecessore. Resta degli otto anni trascorsi a Bruxelles la testimonianza di un libro (Europa senza domani,1968) che Doglio ebbe il coraggio di scrivere, dimostrando lungimiranza rispetto ad un europeismo di maniera, destinato a naufragare nell’utopia perché incapace di fare i conti con le difficoltà di conciliare un’Europa molto meno unita ed omogenea di quanto pensassero i Padri nobili dell’europeismo post –bellico. Doglio comprendeva le difficoltà di un’unità politica neppure oggi raggiunta . Ebbi spesso occasione di parlarne con lui  negli Anni 70 perché  fui per cinque anni vicepresidente del Consiglio italiano del Movimento Europeo e seguivo da vicino il dibattito europeista che aveva in Sergio Pistone ,mio maestro all’ Università e mio caro amico,un punto di riferimento molto importante.

Nel 1970 Doglio aderì’  all’invito di Umberto Agnelli che gli scrisse  testualmente: «La Fiat deve fornire l’immagine profonda di tutte le sue attività. Mi occorre non una, ma una serie di pubblicazioni specializzate, ben fatte, curate da giornalisti e coordinate da un ufficio che raccolga le informazioni dentro e fuori l’azienda. Lei è l’uomo adatto ad impostare e dirigere questo settore». Era finita l’era  di Valletta e con essa l’imperium della mitica signorina  Maria Rubiolo all’ufficio stampa della Fiat. Umberto Agnelli voleva qualcosa di più. A 39 anni Doglio si trova a capo della direzione stampa e relazioni esterne di corso Marconi. Ronchey l’avrebbe voluto corrispondente della Stampa da Mosca, ma l’invito di Agnelli ebbe prevalenza e Doglio rimase 6 anni in Fiat.

Furono anni di un’esperienza straordinaria , ma estremamente difficile perché essi coincisero con un clima arroventato in termini sindacali e politici, dentro e fuori la Fiat. Doglio non venne risparmiato e fu accusato di essere un giornalista prezzolato al soldo degli Agnelli: una definizione che avrebbe potuto portarlo davanti  al piombo del terrorismo eversivo nascente, come capitò, in fondo, per molto meno, a Carlo Casalegno. Ma Doglio non era certo uomo da arrendersi facilmente . Era un duro, un uomo capace di tenere salde le sue posizioni. Dal 1978 succedette a Ennio Caretto alla direzione di Stampa sera, il quotidiano del pomeriggio che stava affrontando la sfida per la sopravvivenza di fronte all’incalzare dell’informazione televisiva. Nel 1981 cedette la direzione a Michele Torre e Doglio si apprestò ad occuparsi, dopo tanti anni di giornalismo militante, di altre cose. La sua direzione del quotidiano rivelo ‘  anche qui la sua grinta e ricordo che non fu  sempre facile intrattenere rapporti con lui . Era un direttore che in tempi di prevaricazioni sindacali da parte dei giornalisti , sapeva farsi rispettare . E furono anni in cui  quel giornale divenne un covo di estremisti  simpatizzanti con le ali  politiche più estreme  , se non  con ambienti vicini al terrorismo , come denuncio ‘ con coraggio Vittorio Messori . Anche Doglio poteva essere un obiettivo dei terroristi .

Il suo ritiro a Montiglio d’Asti  gli consentì di dedicarsi ai piaceri semplici a cui aveva dovuto rinunciare .

Chi lo  ha conosciuto, sa che non si trattò di un’improvvisazione perché il culto della gastronomia, della vita agreste e ritirata era un qualcosa che lui sentiva profondamente e rappresentava quasi il contrappeso ad un impegno giornalistico  stressante che lo portava spesso a viaggiare lontano da casa . Quando poté ritirarsi a vivere nella sua casa  di campagna astigiana,  come è stato scritto, «tra i suoi cani, i suoi fiori, le piante da frutta, le uova d’anatra, l’acqua del pozzo, gli alambicchi stillanti, il pane del forno», Doglio visse in qualche modo una nuova giovinezza.

Incominciò a scrivere una fortunata rubrica, Il gentiluomo di campagna, in cui poté esprimere questo aspetto inedito di sé. In essa dispensava apparentemente dei consigli per la campagna, gli animali da cortile, i cani, i fiori, i vigneti, i vini, i formaggi tipici, le piante da frutto e tanti altri aspetti dalla vita in campagna. Se però si sapeva leggere tra le righe, si capiva che la rubrica era un pretesto per poter parlare di un mondo contadino in cui Doglio aveva saputo ritrovare elementi autentici per cui valeva vivere. Nelle sue pagine si respirava la poesia della nebbia delle sue colline del Monferrato con un lirismo che sarebbe stato difficile intuire in un uomo con la sua esperienza e con un carattere piuttosto difficile. Solo Edoardo Ballone, anche lui legato al Monferrato, a Moncalvo per la precisione, ha saputo, come Doglio, far rivivere certe atmosfere contadine che fanno pensare ad alcune pagine del Carducci e del Pascoli, due poeti molto distanti tra loro, ma ambedue sensibili al mondo della natura.

È la civiltà contadina del vecchio Piemonte, quello eternato da certe pagine di Filippo Burzio e di Arrigo Cajumi, un Piemonte ormai definitivamente scomparso di cui Doglio è stato uno degli ultimi interpreti. Scrivere di tradizioni piemontesi e di cucina ha significato per Doglio recuperare quanto poteva ancora essere salvaguardato dal diluvio imminente della “globalizzazione” che avrebbe reso tutto scialbo e banale perché standardizzato, ripetitivo, industriale. Perdere le ragioni della civiltà contadina è stato un grave arretramento in termini di civiltà. Mario Soldati l’aveva già capito molti anni prima, mettendo in evidenza come ormai la qualità fosse rintracciabile solo in provincia, nelle zone rimaste vergini rispetto a un certo apparente progresso. Doglio, che vive in un’altra epoca, cerca disperatamente di salvare ciò che è salvabile di un mondo che tra gli anni ’80 e ’90 sta per essere travolto. Il tanto celebrato Carlin Petrini non ha inventato nulla perché si è messo sulla scia dei Soldati e dei Doglio con indubbie capacità organizzative e tantissimi consensi che gli hanno permesso persino di diventare professore universitario  per chiara fama  e di fondare una università a Pollenzo.

Il libro I buoni indirizzi – La guida di Sandro Doglio Piemonte, Liguria, Costa Azzurra, Valle d’Aosta, 1996 resta un piccolo classico di come si possa salvare un mondo che stava e sta definitivamente scomparendo sotto i colpi dei supermercati, delle pizzerie e delle tavole calde. Indirizzi di ristoranti e di trattorie ma anche enoteche, panetterie, negozi di alimentari, pasticcerie, macellerie ecc. che, come ha scritto Piero Bianucci, rappresenta «una carta geografica mirata esclusivamente  alla buona tavola e ai cibi genuini». Doglio nella sua guida rifiuta l’uso di stelle, cappelli, forchette e cuori. A lui non interessa attribuire dei voti, ma fornire una informazione il più oggettiva possibile: per i ristoranti segna prezzo medio, tipo di cucina, arredo, parcheggio, specialità, piatti particolari, indicazione sui vini. Se lo ritiene necessario, aggiunge qualche notazione storica e qualche cenno su chi gestisce il locale o sta in cucina. Ma non dà giudizi, perché è il lettore che deve scegliere e poi giudicare. Rispetto a tante altre guide, quelle di Doglio brillano per il rigore informativo e il rifiuto di scelte trancianti.

Quando scrisse una sorta di rassegna annuale delle principali guide (erano gli anni in cui, ad esempio, stava  affermandosi Vissani, il cuoco di d’Alema) tenne conto delle principali sei, ma senza ricalcarne i giudizi, anzi mantenendo una voluta neutralità. Il modello a cui si ispirava Doglio era quello di Ruth Rechi, critica–gastronoma del New York Time che «cerca sempre  di mantenere l’incognito, mascherandosi anche con parrucche di diverso colore» e che prima di dare un giudizio su un locale «ci deve aver mangiato almeno quattro volte». Doglio, senza fare polemiche con gli autori delle diverse guide, si limitò ironicamente a osservare che «l’America è lontana», anche se con quella frase diede un giudizio sferzante assai eloquente. Nel Dizionario della gastronomia piemontese fa un’opera quasi di ricostruzione filologica di un mondo sconosciuto ai più .

Doglio mori nel luglio 1998. Così in qualche modo si interruppe  il senso di un lavoro  importante per la tutela di una tradizione e di una cultura che costituiscono uno dei titoli di maggiore orgoglio della  erra piemontese. Ma certo egli è stato un antesignano di quel “gusto”, anzi di quel buongusto che faceva di lui, oltre che un giornalista cosmopolita, un gentiluomo di campagna. Oggi dimenticato e travolto dall’egemonia Slow Food e da Eataly, la gastronomia politicamente corretta che ha trionfato ed ha predominato all’Expo di Milano. A volte, durante la rassegna milanese, ho pensato cosa avrebbe potuto scrivere Doglio di tanti miti e di tante sciocchezze celebrate nel corso del 2015 e che si sono rivelati fuochi fatui.

L’altra sera pranzando amabilmente ad Albenga ,ospite di Silvio Fasano, con Edoardo Raspelli ,il più grande ,vero ed unico gastronomo italiano d’oggi , mi è tornata alla mente ( erano quasi le tre del mattino ) la figura di Doglio . Avrei voluto chiedere a Raspelli un suo ricordo di Sandro  ,mentre  invece abbiamo parlato  di un grande giornalista e  comune amico, Franco Pierini  , un altro grande dimenticato ,in primis da un giornalismo che ha perso la sua vera dimensione professionale e civile . Poi ci siamo scritti e Raspelli mi ha detto che fu un suo grande amico .

Chissà se qualcuno si ricorderà di  lui almeno a novant’anni dalla sua nascita? Molti ne hanno abbastanza delle prediche di Petrini e degli affari di Farinetti . Riandare a Doglio significa pensare alla semplicità di una vita che non c’è più . Una volta gli raccontai della mia “ infanzia dorata “ nel castello di Camerano Casasco a contatto con i cavalli ,i pulcini ,le anitre ,i conigli e mi disse che ero stato un privilegiato.E in effetti oggi che vivo prevalentemente “tra il cordame dei velieri” come diceva Gozzano, desidero con crescente nostalgia  quelle colline che  Doglio amava ed a cui ha dedicato pagine  cariche di una profonda evocazione, anche poetica, per il tempo che fu .E ‘ scandaloso che non sia stato possibile reperire neppure una sua fotografia almeno a Montiglio .