ilTorinese

Muore investita dall’auto guidata dall’amica

E’ morta a 78 anni nei pressi di Pinerolo

Al momento di rientrare a casa dopo aver passato il pomeriggio da un’amica sale sull’ auto e finisce  contro un muro. Nell’inserire  la retromarcia  ha travolto l’amica. Secondo una prima ricostruzione la donna avrebbe avuto difficoltà con il cambio automatico della vettura.

Tennis & Friends, Salute e Sport  al “Circolo della Stampa Sporting”

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Manifestazione Nazionale di Prevenzione Official Charity delle Nitto ATP Finals di Torino 2021

Sabato 25 e Domenica 26 settembre 2021 Corso Giovanni Agnelli 67/A

 

Torino, 25 settembre. TENNIS & FRIENDS – Salute e Sport, il progetto sociale che arriva per la prima volta nel capoluogo piemontese, per sostenere la prevenzione in veste di ”Official Charity” delle Nitto ATP Finals di Torino, ha inaugurato oggi il suo “Villaggio della Salute e dello Sport”, all’interno del quale il meglio dell’eccellenza sanitaria piemontese esegue oggi e domani dalle 10.00 alle 18.00 consulti medici, prestazioni specialistiche gratuite e vaccinazioni anti Covid 19.

Le famiglie possono usufruire di molteplici attività di intrattenimento: grazie alle Forze Armate è possibile sperimentare il free climbing su parete, mentre l’Aereonautica Militare mette a disposizione un simulatore di volo; da non perdere i match dei Tornei di Tennis e di Padel Celebrity.

Dallo Stadio del Tennis del prestigioso Circolo della Stampa Sporting, Veronica Maya, madrina storica di TENNIS & FRIENDS, affiancata dalla madrina della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, Cristina Chiabotto e dal Vice Presidente del Circolo della Stampa Sporting Andrea Pellisier ha presentato l’evento e illustrato il programma della due giorni, introducendo il discorso di apertura del Prof. Giorgio Meneschincherimedico specialista in Medicina Preventiva, Docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e Fondatore di Tennis & Friends; che ha evidenziato quanto segue: “Bisogna recuperare quanto la pandemia ha bloccato in questo periodo attraverso gli screenigs e sostenere ed incentivare la popolazione a riattivarsi alla pratica sportiva, limitata dall’emergenza sanitaria mondiale”.

All’incontro con la Stampa, moderato dal giornalista sportivo e Vice Presidente del Circolo della Stampa Sporting Marco Francalanci, sono intervenuti Chiara Appendino, Sindaca della Città metropolitana di Torino; Fabrizio Ricca, Assessore allo Sport Regione Piemonte; Alberto Sacco, Assessore Commercio e Turismo Città di Torino; Dott. Giovanni Di Perri, Direttore SCdU Malattie Infettive, Ospedale Amedeo di Savoia; Dott. Carlo Picco, Direttore Generale ASL Città di Torino; Dott. Giuseppe Banna, Ricercatore in Oncologia Clinica Translazionale Fondazione Candiolo, Dott. Piero Fenu, Direttore Sanitario Istituto di Candiolo, IRCCS; Dott. Giovanni La Valle, Direttore Generale AOU, Città della Salute e della Scienza di Torino; Dott. Luca Stefanini, Direttore generale J Medical; Dott.ssa Elsa Viora, Presidente di AOGOI – Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani; Gianni Ocleppo, Presidente del Comitato d’Onore delle Nitto ATP Finals di Torino.

La Sindaca Chiara Appendino ha sottolineato l’importanza di accogliere a Torino la manifestazione TENNIS & FRIENDS che da 10 anni si occupa di prevenzione“Un appuntamento pienamente in linea con l’impegno delle istituzioni cittadine in tema di cura della persona e tutela della salute: obiettivi da favorire anche con iniziative di sensibilizzazione sull’adozione di stili di vita corretti e, elemento molto importante, promuovendo la pratica di attività sportive.Tennis & Friends – aggiunge la Sindaca – coniuga alla perfezione gli aspetti della salute e dello sport. Il suo programma, infatti, propone diversi eventi dedicati proprio a quelle tematiche ma, soprattutto, offre a tutti l’occasione di avvicinarsi, conoscere e provare uno sport, insieme all’opportunità di sottoporsi a un controllo di medicina sportiva e di ricevere tante informazioni utili al fine di condurre una vita sana.”

Nell’ambito dell’evento vengono premiate le Strutture Sanitarie: ASL Città di Torino, Istituto di Candiolo – IRCCS, Città della Salute e della Scienza, J Medical, SIGO – Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia per ringraziare il Personale Medico che, volontariamente, si è messo a disposizione per la realizzazione dei check up gratuiti e in generale per la dedizione alla professione medica profusa in questi mesi difficili connotati dalla pandemia.

Ha poi avuto luogo, la Cerimonia ufficiale di inaugurazione con il taglio del nastro, sempre alla presenza delle Istituzioni, delle Autorità, del Presidente Onorario di Tennis & Friends, Nicola Pietrangeli, del Presidente del Comitato Regionale Piemonte FIT, Vito Di Luca e dei Main Sponsor Eni, Intesa San Paolo e Peugeot; a conclusione la Fanfara delle Forze Armate ha eseguito l’Alzabandiera.

Molti i sostenitori e gli amici di TENNIS & FRIENDS presenti all’evento torinese:
Max Brigante, Vittorio Brumotti, Cristina Chiabotto, Piero Chiambretti, Nicolò De Vitiis, Emanuela Falletti, Junior Cally, Ciro Ferrara, Max Giusti, Fernanda Lessa, Veronica Maja, Claudio Marchisio, Massimo Mauro, Stefano Meloccaro, Matteo Monaco, Diego Nargiso, Pavel Nedved, Stefano Pescosolido, Nicola Pietrangeli, Alessandro Rosina, Mara Santangelo, Gabriele Simonetti, Graziano Siligardi, Marco Tardelli.

Il Tour 2021 di TENNIS & FRIENDS si concluderà il 9 e 10 ottobre a Roma, nella prestigiosa cornice del Foro Italico, con i festeggiamenti del decimo anno di attività. A questo link alcune anticipazioni sull’evento che potrà contare su numerose presenze istituzionali, culturali, del mondo dello sport e dello spettacolo.

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Candidati al Comune di Roma: ci sono anche 32 piemontesi

Una candidata al Campidoglio, nata a Torino, ha quasi 92 anni 

Per il Comune di Roma e per i suoi quindici Municipi corrono candidati nati in tutte le regioni italiane, ad esclusione della sola Valle d’Aosta. Dominano i meridionali, quasi mille in tutto: il gruppo più nutrito è quello dei 340 campani (110 per il Comune, 230 per i Municipi), seguito da 216 calabresi (62 per il Campidoglio e 154 per i Municipi) e 183 pugliesi (40 e 143). Quindi 126 siciliani (37 e 89), 52 lucani (10 per il Campidoglio) e 16 molisani. Particolarmente presenti anche gli abruzzesi: sono 97 tra Comune e Municipi. I sardi sono 40.

Ad effettuare il mini-censimento, estrapolando i dati, è stata l’associazione culturale “Forche Caudine”, lo storico circolo dei molisani a Roma, che pubblica le schede riferite a tutte le regioni sul proprio sito (www.forchecaudine.com).

Per le altre regioni, 94 sono coloro che sono nati in Lombardia, 82 toscani, 49 emiliano-romagnoli, 40 veneti, 39 marchigiani, 39 umbri, 33 liguri, 32 piemontesi e 22 friulani. Infine quattro in rappresentanza del Trentino-Alto Adige.

Per il Piemonte la provincia più rappresentata è Torino, seguita da Cuneo, quindi Alessandria e Novara. Certamente il dato più curioso è l’età di una candidata al Comune: i quasi 92 anni (a marzo) della signora Nelly Patroncini, nata a Torino nel 1930. La più giovane è invece Aurora Deriu, 23 anni, nata ad Alessandria.

Infine in netta crescita, rispetto alle precedenti amministrative, coloro che sono nati all’estero: sono oltre trecento, con i romeni quale gruppo più numeroso. “Un quadro che rispecchia le dinamiche sociali in atto nella capitale e, in fondo, in tutta Italia – commenta Giampiero Castellotti, presidente dell’associazione culturale.

Tutti i dati:
https://www.forchecaudine.com/https-www-forchecaudine-com-curiosita-candida=
ti-al-comune-di-roma-quasi-2-000-i-non-romani-in-testa-campani-e-calabresi/

Accoltella decine di volte la compagna e tenta il suicidio con la varichina

Un uomo ha tentato  di uccidere la compagna con decine di coltellate a Caluso, nella casa in cui abitavano da pochi giorni

23 anni, nigeriano, il giovane è stato arrestato prima che tentasse di uccidersi ingerendo varichina. La compagna, una connazionale, 21 anni, è gravemente ferita. I vicini hanno sentito le urla  e hanno chiamato i carabinieri. L’aggressore stava scrivendo una lettera spiegando il gesto.

Cancro al seno, possibili nuovi test in Piemonte

In Piemonte sarà possibile effettuare i test genomici per il carcinoma mammario ormonoresponsivo in stadio precoce, a carico del servizio sanitario. Lo stabilisce la delibera di Giunta approvata , su proposta dell’assessore alla Sanità, che recepisce e fornisce attuazione alle indicazioni del Decreto del Ministro della Salute del 18 maggio 2021.

 

Il cancro al seno rappresenta un importante problema di salute pubblica: in Italia nel 2020 sono stati stimati quasi 55.000 casi nella popolazione femminile, il 30% di tutte le forme. Anche nella nostra regione gli ultimi dati disponibili sono allineati su questi numeri, con circa 4.500 casi.

 

Il test genomico consente di individuare la biologia individuale del tumore fornendo informazioni riguardanti l’aggressività in stadio precoce, nonché la sua capacità di crescita e di diffusione. I test multigenici molecolari sono in grado di fornire indicazioni utili a prevenire in oltre il 50% dei casi un sovratrattamento adiuvante e soprattutto i rischi di tossicità legati alla chemioterapia. Sono importanti per definire la terapia più appropriata per le pazienti e rappresentano un passo avanti verso la medicina personalizzata.

 

Il presidente della Regione e l’assessore alla Sanità sottolineano l’importanza dei test genomici per la prevenzione precoce, che è da tempo una delle priorità, con i programmi di screening specifici che sono particolarmente utili per individuare la malattia. Promuovere la qualità delle cure oncologiche e la ricerca e l’innovazione sono tra gli obiettivi della nuova Rete oncologica costituita nel mese di luglio, con un nuovo modello organizzativo e funzionale che pone sempre di più al centro il paziente.

 

La delibera prevede che saranno oltre 800 all’anno le pazienti che potranno accedere ai test genomici: i costi previsti sono di 1 milione e 600mila euro, finanziati dal Ministero della Salute. I test saranno prescritti dalle Breast Unit presenti sul territorio, mentre i centri di esecuzione del test saranno individuati dalla Giunta con un prossimo provvedimento amministrativo.

 

In Piemonte il 74% dei pazienti Covid in terapia intensiva non è vaccinato

Dai dati aggiornati a venerdì 24 settembre in Piemonte il 74% dei pazienti Covid che si trovano in questo momento ricoverati in terapia intensiva non è vaccinato.

In particolare dei 23 ricoveri attuali in terapia intensiva 17 riguardano pazienti non vaccinati (13 uomini e 4 donne), altri 6 sono invece pazienti vaccinati ma con un quadro clinico serio per patologie pregresse (3 uomini e 3 donne). Dei 180 ricoveri in terapia ordinaria i pazienti non vaccinati sono 107.

 

Fratoianni in Piemonte per le Comunali

Riceviamo e pubblichiamo i comunicati stampa e i taccuini elettorali delle forze politiche, delle liste e dei candidati alle elezioni comunali: scrivere a redazioneweb@iltorinese.it

On. Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana)   sabato 25 settembre  Novara, Pinerolo, Rivalta, Nichelino, Torino

Il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni sarà  sabato 25 settembre in Piemonte per una serie di iniziative pubbliche.

Dalle ore 10.30 sarà a Novara presso il Mercato Coperto (Viale Dante Alighieri) , per sostenere la lista di Novara in Comune. Per l’occasione si raccoglieranno anche le firme a sostegno della proposta di legge di iniziativa Popolare “Next generation tax”, per un fisco più equo e progressivo. Alle ore 12.30 pranzo di sostegno alla lista e presentazione dei candidati, presso il Circolo Operaio Agricolo Bicocca (via Sforzesca 99).

Quindi  a  Pinerolo alle  ore 16 al Teatro del Lavoro in Via Chiappero 12, dove verrà presentata la lista di Pinerolo in Comune che sostiene la  candidatura di Silvia Lorenzino a sindaca.
A Rivalta (Torino) alle ore 18 al Bicigrill Parco Nigra (via Piossasco 81) a sostegno della lista “InSIeme con Muro”.
E poi Nichelino alle ore 19, aperitivo a sostegno della lista “Nichelino in Comune” al circolo Primo Maggio in via S. Francesco 56.
Infine a Torino al Cap 10100 (Corso Moncalieri 18) alle ore 21: “Andrà tutto bene se tutto cambierà: il lavoro e la giustizia sociale dopo la pandemia”. Giuseppe Provenzano (vice segretario nazionale del PD) dialoga con Nicola Fratoianni (Segretario di Sinistra Italiana) intervistati da Rosa Fioravante, Anita Marafioti e Alessandra Quarta.

 
Fratoianni domenica 26 settembre sarà in Campania e lunedi 27 settembre in Calabria
Lo rende noto l’ufficio stampa di SI 

Gelsomini, palme e… marijuana in giardino

60enne arrestato dai carabinieri

Nell’ambito dei servizi di controllo del territorio disposti dal Comando Provinciale per contrastare lo spaccio di stupefacenti, a Rosta i carabinieri hanno individuato un “vivaio di marijuana” nel giardino di una ditta. I militari della stazione di Rivoli, coadiuvati dai colleghi della Sezione Radiomobile della locale Compagnia, durante dei controlli nell’azienda all’interno del giardino, tra edere, palme, pomodori e gelsomini, hanno scoperto 22 piante di marijuana alte circa 2 metri.
In una successiva perquisizione svolta nell’abitazione del proprietario, oltre a diverse armi regolarmente denunciate, i carabinieri hanno anche rinvenuto e sequestrato una canna avente lunghezza pari a 53 cm, su cui era stato saldato un otturatore artigianale, e una pistola marca “Very” mod. 00, a cui era stata applicata artigianalmente una canna avente lunghezza pari a 60 cm. L’uomo è stato collocato ai domiciliari.

Quando Kṛṣṇa visita Torino. L’esotica mostra al MAO

È piccolissima la mostra “Kṛṣṇa, il divino amante”, adibita presso il MAO di Torino, su questo non c’è dubbio. Ma è altrettanto vero che si tratta di un’occasione imperdibile, quindi, se qualcuno non l’avesse ancora visionata, sarebbe opportuno che si affrettasse, poiché l’esibizione, iniziata lo scorso 28 aprile, terminerà il 26 settembre 2021.

L’esposizione occupa giusto una sala, quella che si trova a destra del Buddha d’ingresso; l’aprirsi di una semplice porta scorrevole ci proietta in una dimensione lontana, vagheggiata, dal sapore speziato, un solo passo ed eccoci nell’esotica India.

Sulle pareti nivee si tagliano quattro dipinti religiosi (“picchavai”) incentrati sulla figura di Kṛṣṇa, il dio indiano generalmente raffigurato con la carnagione blu – Kṛṣṇa o Krishna, lo “scuro”- l’ottava e la più venerata tra le incarnazioni di Viṣṇu, solitamente ritratto mentre suona il flauto.
Alle pitture si affiancano alcuni componimenti poetici, ascrivibili alla corrente della “bachti”, termine che indica la devozione completa e fidente verso la divinità, per immedesimarsi con essa e ottenere la salvazione, un atteggiamento emotivo che stabilisce fra il dio, che è dio di amore e di grazia, e il suo fedele un rapporto diretto a carattere universalistico, ricchissimo di umanità.
Tali componimenti hanno lo scopo di essere chiave di lettura evocativa e di esaltare il concetto tutto indiano di “rasa” ossia un particolare stato emozionale secondo cui una qualsiasi opera visiva suscita nel fruitore un sentimento che non può essere descritto; ci si riferisce all’essenza entusiasmante elaborata nell’opera dall’autore e apprezzata da uno “spettatore sensibile” (“sahṛdaya”, ossia “colui che ha cuore”) in grado di connettersi a tale opera con trasporto.
Una volta entrati nella piccola stanza dobbiamo fare lo sforzo di immedesimarci in un universo fatto di intricati precetti, di numerosissime divinità, in cui la materia e lo spirito, la sensualità e il misticismo fanno parte di un medesimo cosmo.

I quattro “picchavai” – grandi dipinti devozionali su tela, tipici delle scuole del Rajasthan – colpiscono per la quantità di dettagli, per i colori accesi ma armoniosi, per la sinuosità delle forme e per quel peculiare modo di percepire l’amore come qualcosa di totalizzante, che non può dividere l’aspetto fisico da quello spirituale.
Nell’ “Adorazione di Madana Mohanji presso il tempio di Karauli” osserviamo un cielo trapuntato di stelle, che avvolge un’architettura dorata riccamente adorna di lampade elaborate, mentre individui dai ricchi mantelli raggiungono il dio, posto al centro dell’opera, intento a suonare il flauto, come la tradizione iconografica vuole.
Nelle altre pitture, fanno capolino affascinanti fanciulle, vicine al nostro immaginario stereotipato, esse fanno fluttuare con grazia i veli con cui si abbigliano, mentre i gioelli indossati brillano e si confondono con i dettagli floreali di una natura che richiama il sogno.
La tela “Kṛṣṇa suona il flauto omaggiato da due gopi” mostra il dio, inconfondibile per la sua colorazione epiteliale, è posto al centro della composizione, nell’atto di deliziare le giovani mandriane – le “gopi” – con il suono delicato dello strumento. L’opera avvampa di un rosso passionale, reso ancora più avvolgente dall’abbondante utilizzo della foglia d’oro su cotone.
Tre le pitture esposte vi sono ancora “Kṛṣṇa, Rādhā, e le gopi”, in cui dominano i toni del verde, i tratti decisi che definiscono gli occhi truccati delle giovani fanciulle e il brillio delle perle da loro indossate; vi è poi “Gopi in attesa”, in cui l’ “horror vacui” dei dettagli assorbe l’osservatore in un dedalo di foglie, frutti, monili, strumenti musicali e persino un inaspettato uccellino rosso vermiglio.
I quadri affissi sono inscrivibili nell’iconografia delle “Raslila”, immagini dedicate alla giovinezza del dio e in particolare ai giochi amorosi intessuti tra lo stesso Kṛṣṇa e le giovani fanciulle incontrate tra i boschi di Vrindavan; la parola “lila” (“gioco”), nell’ambito della “bhakti”, assume significato simbolico ed esprime lo specifico concetto secondo cui le anime umane sono viste come “amanti” passionali del dio “amato”.

Le “picchavai” sono solitamente esposte all’interno di templi dedicati alla stessa divinità e hanno come tematiche la vita terrena di Kṛṣṇa, gli episodi raffigurati variano nel corso dell’anno, seguendo il calendario delle festività relative al dio.
Tra i versi poetici che accompagnano le iconografie, il più antico risale alla “Bhagavad-gita”, il più importante dei testi sacri della tradizione hindu, che celebra la maestosità del “Beato”, epiteto di Kṛṣṇa; gli altri componimenti invece risalgono al XV-XVI secolo, quando l’India settentrionale è sotto la dominazione islamica.
Come poter gustare a pieno questa breve ma intensa mostra? Forse con l’indicazione di qualche piccola nota.
“Hare Kṛṣṇa Hare Kṛṣṇa/ Kṛṣṇa Kṛṣṇa Hare Hare/ Hare Rāma Hare Rāma/ Rāma Rāma Hare Hare”.
Questa è la ripetizione dei sedici nomi per distruggere il male del Kali-yuga.
Il mantra upaniṣadico predicato nella “Kalisaṃtaraṇopaniṣad”, è praticato in numerose scuole visnuite, soprattutto in quelle conosciute come “gauḍīya”, di origine bengalese. Nel “mahā-mantra” (“mahā” significa “grande”) vengono citate diverse divinità come Hare, Rāma, Bhagavat e Kṛṣṇa, tutte figure appartenenti all’affollato pantheon induista, che vanta ben trentatré milioni di nomi tra dei e dee.

Difficile leggere queste parole senza tramutarle di primo acchito in una nenia priva di significato, che si intrufola fastiosa nella nostra mente e si piazza lì come rumore di sottofondo.
A diffondere questo mantra in occidente è il maestro spirituale indiano A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, fondatore, a partire dal 1966, del “Movimento Hare Kṛṣṇa”, meglio noto come “International Society for Kṛṣṇa Consciousness”. L’associazione ha sede a New York e porta avanti la medesima dottrina della scuola gauḍīya: si tratta di un credo religioso assai complesso, basato sull’idea di una continua e attiva azione missionaria; al centro di tale pensiero vi sono: Kṛṣṇa, inteso come “Bhagavat” (“persona suprema”), e la sua “paredra” Rādhā. “Paredra” è termine di origine greca, traducibile con “chi siede accanto” e va ad indicare una divinità il cui culto è associato a un’altra, generalmente di sesso opposto.
Proviamo ora ad analizzare più da vicino questi pochi versi. Nel “grande mantra” viene citato Kṛṣṇa, qui inteso come avatāra della “Persona suprema”, questa indicata come Viṣṇu; Rāma corrisponde invece all’ avatāra di Kṛṣṇa/Viṣṇu, celebrato nel Rāmāyaṇa, ma può intendere anche Balarāma, il fratello di Kṛṣṇa e avatāra o “espansione” di Kṛṣṇa/Viṣṇu; vi è poi Hare, termine dalle diverse interpretazioni, tra cui quella di “Hari” (il“Fulvo”), epiteto di Kṛṣṇa o “Hara” (“affascinante”) vocativo collegato a Rādhā.
Cari “semplici” monoteisti occidentali, un po’ di confusione, nevvero? Benissimo, ora assaporate questa sensazione di totale caos, moltiplicatela per trentatré milioni e canticchiate un “Hare Kṛṣṇa” a testa in giù, e avrete solo una lieve percezione della complessità della cultura dell’India, meravigliosa e intrigante ma davvero distante da noi.
È opportuno specificare che quando si parla di “cultura indiana” ci riferiamo ad un insieme di sub-culture, assai differenti tra loro e molto arcaiche. Gli studiosi indicano tale bacino culturale come “la più antica civiltà della Terra”, che affonda le sue radici ai tempi dei Veda, i cui testi sembrano risalire dalla prima metà del II millennio al V-IV sec. a.C.
Vediamo di districarci in questo dedalo di tradizioni, divinità e spezie, esplicando per sommi capi le nozioni essenziali per comprendere – almeno un po’ di più – questo mondo così colorato, che ancora oggi rimane avvolto da un’aura di magia mistica, apparentemente impermeabile al grigiore industriale che sta inghiottendo il globo.

Data l’ampiezza della materia, mi affretto a restringere il campo e sottolineo fin da ora che in questa sede vedrò di fornirvi alcune brevi indicazioni riguardanti l’arte indiana, tralasciando, per ovvi motivi, le altre questioni.
L’arte antica del subcontinente indiano comprende le architetture, le sculture e i dipinti dei territori della Repubblica dell’India, del Pakistan, del Bangladesh, dell’Afghanistan, del Nepal, del Bhutan e dell’isola di Sri Lanka; ad oggi l’organizzazione “Archaeological Survey of India” afferma di tutelare all’incirca tremilaseicento monumenti. La maggior parte dei reperti sono architetture e sculture ben conservate, che manifestano con chiarezza le caratteristiche dei vari periodi storici. Della pittura ci rimane invece ben poco, le condizioni climatiche avverse hanno reso i pochi dipinti pervenuti difficilmente classificabili, sia per quel che riguarda la cronologia che lo stile; altre cause che hanno portato alla perdita della produzione pittorica sono state le molte guerre fra regni rivali e, in seguito, le invasioni islamiche.
Quasi la totalità delle opere d’arte indiane antiche può essere classificata come arte religiosa, si tratta di produzioni il cui scopo principale è quello di veicolare significati metafisici. Sculture, monumenti e dipinti si ispirano a tematiche induiste, buddhiste e jainiste.
Buddhismo e Jainismo si diffondono sul territorio a partire dal VI sec. a.C., più complicata è la questione dell’Induismo, che si presenta come un fenomeno articolato e complesso, le cui prime manifestazioni sono riconducibili al culto della Grande Madre, tipico della civiltà della Valle dell’Indo. Alla Grande Madre si affianca successivamente uno sposo; nel periodo Arya, invece, iniziano a fiorire divinità multiple, spesso associate a fenomeni cosmici.

Le diverse filosofie orientali, basate su un rapporto intimo ed emozionale con la divinità, offrono da sempre numerosi stimoli e spunti raffigurativi.
Tali concezioni si incentrano sulla ricerca della soluzione al paradosso dell’esistenza, in base al quale tempo ed eternità, immanenza e trascendenza operano in modo opposto ma come parti integranti di un unico processo. Secondo questo ragionamento la creazione non può essere distinta dal creatore e il tempo diventa comprensibile solo come eternità. Trasponiamo ora il concetto all’ambito artistico, l’esperienza estetica si divide in tre elementi tra loro distinti ma correlati: i sensi, le emozioni e lo spirito.
La produzione artistica indiana non distingue tra materia e spirito, al contrario, attraverso un complesso simbolismo di forme volutamente sensuali e voluttose, fonde insieme i due elementi. In questo modo, il profilo serpentino di una danzatrice diviene espressione del mistero della creazione, e colei che nell’iconografia appare una semplice sposa, diviene in realtà rappresentazione dell’Eterna Madre.
I motivi che ricorrono nell’iconografia indiana sono pochi e semplici: la silhouette femminile, l’albero, l’acqua, il leone, l’elefante. Gli elementi si costituiscono in composizioni elementari ma vigorose, che esprimono vitalità sensuale, energia, realismo e ritmo.
La fase classica dell’arte pittorica indiana è quella del periodo “gupta”. Le produzioni artistiche di tale fase sono caratterizzate da componimenti insieme sereni e spirituali, ma anche energici e voluttuosi.
Particolarmente apprezzate sono le tematiche riguardanti le azioni malevole e benevole e le rispettive conseguenze.
Vi sono poi le miniature, diffuse soprattutto nel periodo “moghul”, d’impronta persiana e gradite particolarmente presso le corti. I soggetti miniati sono di varia tipologia e comprendono ritratti, scene storiche e momenti di vita secolare; lo stile si fa in queste produzioni più drammatico, come testimoniano i dettagli realistici di matrice occidentale.
Verso l’Ottocento la pittura tradizionale è surclassata da opere di stampo sempre più europeo, che devono rispondere ai gusti della nuova classe dominante, gli Inglesi.
Discorso a sé stante si dovrebbe affrontare a riguardo dell’arte moderna e contemporanea, ora incentrata sulla riscoperta di quella che è la più antica delle civiltà, complice di questa rievocazione è l’archeologia, con i molti cantieri adibiti a riscoprire le origini del mondo indiano.

Al contrario dei reperti pittorici, i reperti scultorei sono assai numerosi. Si tratta di sculture in pietra, terracotta, avorio, rame e oro, i soggetti sono i più disparati, tra cui animali, attrezzi agricoli, sigilli, divinità femminili e maschili.
Nel III secolo a.C., con l’affermarsi del Buddhismo e con il conseguente sviluppo di architetture monumentali, la scultura diviene un importante elemento decorativo, le composizioni si fanno affollate, vivaci e ritmiche: si sviluppa lo stile tipico della scultura indiana.
Il dominio musulmano (IX-XIII sec.) obbliga ad alcune modifiche, non solo a livello politico e sociale ma anche artistico e culturale. Le composizioni tendono alla linearizzazione e piano piano la scultura in genere viene messa in subordine rispetto all’architettura.
È proprio l’architettura infatti la tipologia artistica meglio conservata e anche la più conosciuta, un esempio per tutti il maestoso Tāj Maḥal, mausoleo di indescrivibile bellezza, edificato nel 1632 per volere dell’imperatore moghul Shāh Jahān in memoria dell’amatissima moglie Arjumand Banu Begum.
Gli stili storici compaiono a partire dal 250 a.C., quando il re Aśoka si converte al Buddhismo e inizia a dare grande importanza all’architettura religiosa.
L’edificio tipico buddhista è lo “stupa”, una costruzione emisferica o a forma di campana, in pietra, generalmente recintata, adibita a tempio o reliquiario. A partire dal V secolo il gusto comune predilige le decorazioni a bande, mentre le scene che adornano le pareti si gremiscono di figure ad alto rilievo.

I diversi credo religiosi influiscono sulle tipologie costruttive, facendo sì che i vari edifici siano visivamente riconducibili alle filosofie. Gli edifici jainisti sono caratterizzati da alte cupole concentriche edificate in pietre a modiglioni; lo stile indù si contraddistingue per un vasto impiego della decorazione, coperture piramidali, pinnacoli e porte a torre (“gopura”).
A partire dal XIII sec. l’architettura islamica si amalgama con gli elementi locali, dando vita ad edifici cinti da colonnati, balconi sorretti da mensole e riccamente ornati. L’Islam introduce inoltre l’uso dell’arco a tutto sesto, i motivi geometrici, i mosaici e i minareti. L’architettura musualmana e quella indiana si fondono in una sintesi armoniosa, particolarmente individuabile in alcuni stili regionali.
Anche in questo ambito l’occidente, impietoso, scalza le arcaiche abitudini tradizionali, l’influsso eurocentrico porta alla costruzione di imponenti edifici pubblici, industriali e alberghi, strutture che ormai non presentano più nulla delle antiche forme architettoniche. Un caso evidente, e particolare, è quello della città di New Delhi, interamente progettata in stile neoclassico dagli archietetti britannici tra il 1912 eil 1929.
I tempi cambiano, il mercato, l’economia, il consumismo divorano i vecchi mondi, talvolta il misticismo del passato si mescola con l’industrializzazione, e così il luogo dove ancora vengono venerati trentratré milioni di dei è anche il secondo paese al mondo per la produzione di cellulari.
Eccoci dunque, cari lettori occidentali, arrivati alle riflessioni finali di un lungo pezzo, attraverso cui vorrei solo consigliarvi di andare a vedere una mostra che ci conduce in un’altra realtà, non solo culturale o geografica, ma anche temporale. Lasciamoci allora trasportare in un passato di difficile datazione, a metà tra storia e magia, dove sicuramente i telefoni non prendono e il dolce suono del flauto di Kṛṣṇa ci potrebbe accompagne tra gli ombrosi alberi del Vrindavan.

Alessia Cagnotto

 

Musica ebraica, cristiana e islamica domenica in San Massimo

Per iniziativa del Centro Federico Peirone domenica 26 settembre alle ore 20,30 nella chiesa di San Massimo, via Mazzini angolo via San Massimo, a Torino, si terrà il concerto: Tre fedi, un solo Dio, con musiche delle tradizioni Ebraica, Cristiana e Islamica. Creato a conclusione delle due mostre sulle “Tre religioni del libro” e “I luoghi di pellegrinaggio” questo unico e raffinato concerto unisce la tradizione musicale vocale delle tre grandi religioni monoteiste per esplorare rispettivamente la musica della parte mistica, sufica, dell’Islam, della Chiesa cristiana maronita d’Oriente e della tradizione ebraica sefardita. Si esibiranno Françoise Atlan voce, percussioni, Patrizia Bovi voce, arpa, direzione, Fadia Tomb El Hage, voce, Gabriele Miracle, percussioni salterio, Peppe Frana, oud, liuto. Ingresso a inviti, per invito scrivere a info@centro-peirone.it (Offerta libera per parrocchia San Massimo). Per l’ingresso saranno osservate le norme anti-Covid.

La serata sarà introdotta da don Tino Negri presidente del Centro Pejrone e da Giampiero Leo portavoce del Coordinamento interconfessionale del Piemonte 
“Noi siamo con voi”.