ilTorinese

“Flashback” Torna la fiera dove “l’arte è tutta contemporanea”

Nell’ex “Caserma Dogali” (via Asti, 22), da giovedì 4 a domenica 7 novembre

La novità, non da poco, di questa IX edizione di “Flashback, l’arte è tutta contemporanea” è il cambio di sede. La fiera si terrà, infatti, quest’anno nell’antica “Caserma Dogali”, meglio conosciuta come la Caserma di via Asti, ampia location che permetterà di fatto di duplicare gli spazi espositivi per meglio accogliere gallerie e pubblico e per dare maggior respiro alle varie iniziative che la connotano, come  le “Flashback exhibition”, i “Flashback talk”, i “Flashback video” e i “Flashback Lab”. Parola  d’ordine per l’evento di quest’anno “Zona Franca”, come inno alla libertà espressiva della ricerca artistica, uno spazio libero che accoglie le diversità, un luogo al di là della norma, del consueto, che per queste sue caratteristiche, rappresenta uno spazio di confronto. “Flashback – dichiarano le direttrici Ginevra Pucci e Stefania Poddighe si è contraddistinto fin dalla nascita come un format innovativo e in divenire che si concentra sulla capacità di guardare a ciò che già esiste, a ciò che è stato trascurato per ribadirne l’esistenza e la forza. Questo è il compito che ci siamo poste e che realizziamo anche grazie a tutte le gallerie e gli artisti che partecipano al progetto. Ci interessa quello che è stato dimenticato. Una modalità di azione fondamentale soprattutto in un momento storico come quello attuale dove la mancanza di memoria e di attenzione minano la costruzione del nostro futuro. Ecco che la nuova sede, una caserma in disuso, s’inserisce perfettamente nel format, uno spazio trascurato denso di storia e significato riafferma con forza la propria attualità per fornirci gli strumenti per comprendere il nostro presente”. Anche l’immagine-guida  scelta per il tema di quest’anno si sintonizza con la linea della manifestazione perché si tratta di una fotografia dimenticata, “scartata”, parte di un più ampio progetto di ritrovamento e raccolta dal titolo “Miracoli” dell’artista livornese (oggi residente a Parigi) Enrico Bertelli. In quest’ottica, anche tutte le gallerie partecipanti (30, di cui 13 torinesi) hanno lavorato per presentare opere che, benché siano di periodi storici diversi, abbiano in comune il senso della ricerca e la volontà di riscoprire elementi significativi trascurati. In rassegna troviamo dipinti, sculture, oggetti di design, arredi e gioielli di varie epoche, provenienze e tecniche accomunati dall’attualità del loro significato. Il percorso è davvero lungo e ricco di non poche suggestioni. Si parte da opere datate fra il 1940 e la fine degli anni ’50, a firma di mostri sacri dell’arte “ribelle” alle forme codificate, come quella di Mario Sironi, Gino Severini, Alberto Burri e Giulio Turcato per continuare con la poetica libertà del gesto di Medardo Rosso e con le pagine della “Transavanguardia” di Sandro Chia e Mimmo Paladino. L’iter ci porta poi, solo per citare alcune significative presenze, ai “Tappeti stesi”, olio su eraclite del 1992 di Aldo Mondino a “Shodoshima” di George Rousse presentato dalla torinese Galleria “Photo & Contemporary”, fino – piccola incursione nell’illustrazione – a “La lecon de danse” di Carle Vernet, portata sotto la Mole dalla “Miriam di Penta Fine Arts” di Roma. E come non ricordare Dante nel 700esimo anno dalla morte? A pensarci è stata la libreria antiquaria “Il Cartiglio” di Torino, presentando in fiera la veneziana “Commedia” di Alighieri Dante (1265-1321) –Boccaccio Giovanni (1313-1375), commento di Iacomo della Lana e correzioni di Cristoforo Berardi, del 1477. Da segnalare anche l’opera più antica presente in rassegna, risalente alla dinastia Tang che governò la Cina dal 618 al 907 d. C.: la scultura “Suonatrice a cavallo”, presentata da “Schreiber Collezioni”.

E, in chiusura, uno sguardo trasversale (e dovuto) su Torino con l’olio su tela “Il Po a Torino” di Marco Calderini, ricordato come il più piemontese di tutti gli artisti, e “Qui  nascono”, opera realizzata nel ’54 da Carlo Levi ed esposta, in quell’anno, alla XXVII “Biennale di Venezia”. Come da tradizione, infine, “Flashback” animerà le giornate di fiera con una proposta di exhibition, video, talk e lab. Ci saranno, inoltre, una mostra monografica dell’artista Enrico Bertelli, autore (come detto) dell’immagine guida di questa edizione della rassegna,  la presentazione dei manifesti di “Opera Viva Barriera di Milano” e del progetto “Artista di Quartiere”.

Gianni Milani

“Flashback, l’arte è tutta contemporanea”

Caserma Dogali, via Asti 22, Torino

Da giovedì 4 a domenica 7 novembre

Per info: tel. 393/6455301 o www.flashback.to.it

Nelle foto

–         Caserma Dogali

–         Enrico Bertelli: “Miracoli”

–         Stefania Poddighe e Ginevra Pucci, direttrici “Flashback”

Logistica e infrastrutture. Regione e Confindustria si confrontano

Confindustria Piemonte presenta il position paper su logistica e infrastrutture alla Regione  per allineare richieste e risposte tra imprese e istituzioni. 10 linee di lavoro condivise  per dare al Piemonte un sistema di mobilità funzionale allo sviluppo del territorio

 

Il 6% della forza lavoro, 49 grandi opere da concludere entro dieci anni e 7,5 miliardi di fondi del Pnrr da spendere entro il 2026. Sono questi alcuni dei numeri contenuti nel position paper dedicato a logistica e infrastrutture della Commissione Logistica di Confindustria Piemonte, realizzato con il contributo di Unioncamere Piemonte, che  è stato condiviso con la Regione Piemonte. L’obiettivo è contribuire al completamento entro la fine dell’anno del Piano Regionale Mobilità e Trasporti (Prmt) lanciato nel 2018. Due i piani di settore, previsti dal Prmt, su cui la commissione si è concentrata nelle riunioni del suo primo anno di operatività: il Piano Regionale della Logistica (PrLog) e il Piano Regionale per la Mobilità delle Persone (PrMop). Dall’analisi e dall’ascolto dei contributi ricevuti, la commissione ha tratto dieci proposte per rendere più competitivo e attrattivo il sistema regionale.

 

“Una logistica efficiente e infrastrutture moderne di visione nazionale rafforzano le imprese del territorio e incentivano nuovi investimenti in Piemonte. Grazie alla connessione con la Liguria, la nostra regione è uno degli sbocchi strategici per le merci in arrivo dall’Asia e dall’Africa, oltre a essere al centro del continente europeo. In questi mesi di pandemia, tutti hanno compreso come la logistica sia centrale per la nostra economia. Ora abbiamo la possibilità di farne una leva di sviluppo” commenta il presidente di Confindustria Piemonte, Marco Gay.

 

“L’attuale amministrazione regionale sostiene fin dal primo giorno la centralità della logistica e delle infrastrutture nel futuro del Piemonte. Un settore di sicuro sviluppo che passa attraverso la realizzazione del Nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione e del Terzo Valico e che vede i territori nel sud del Piemonte quali preferenziali ambiti retroportuali del sistema portuale ligure, oltre naturalmente al miglioramento di tutta la rete infrastrutturale regionale ed extraregionale. Come già dimostrato sul tema della gestione dei fondi del Pnrr, la Regione Piemonte è al fianco di Confindustria per realizzare piani e strategie che possano rispondere alle necessità delle imprese, che, nel caso della logistica e delle infrastrutture, devono poter pensare al loro futuro in un quadro quanto più definito possibile di realizzazione di reti materiali e immateriali. Il dialogo instaurato con Confindustria Piemonte rappresenta lo strumento più alto e più efficace per dare risposte concrete alle imprese” sottolineano il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio e l’assessore ai Trasporti e Infrastrutture Marco Gabusi.

 

In Piemonte ci sono 14.000 aziende di logistica che contano 83.146 addetti, pari al 6,1% del totale degli occupati piemontesi. Confindustria Piemonte ne rappresenta più di 200 che sommano 18.000 addetti. Da questo comparto arriva la richiesta di valorizzare i nodi logistici consolidati di Novara come crocevia del traffico Nord Sud, Rivalta Scrivia come retroporto delle merci in arrivo da Genova, Savona e Vado, Orbassano come hub logistico torinese. Anche il Pnrr verrà in supporto, finanziando l’asse del Terzo valico Appenninico verso Milano e il collegamento ferroviario con Tortona e Alessandria. Sono invece fermi al palo alcuni altri tasselli fondamenti della rete ferroviaria, come il potenziamento della Torino-Savona ferroviaria, la Fossano Cuneo, la variante di Demonte. Sono invece 11 le opere che il documento, analizzando i dati dell’osservatorio Oti, ritiene saranno ultimate entro il 2023, altre sette saranno pronte nel 2026, tre entro il 2030 e infine la Torino-Lione che potrebbe entrare in esercizio nel 2032, come annunciato recentemente.

 

“Gli obiettivi che si pone il Prmt sono molto vasti, e infatti fissano il 2050 come termine per realizzarli. Dalla sicurezza all’accessibilità delle reti, dall’efficacia all’attenzione degli impatti energetici e ambientali, in un anno di lavoro abbiamo toccato ambiti molto diversi cercando però fin da subito di garantire un sostegno alle imprese. Senza logistica e infrastrutture adeguate, infatti, il nostro export non potrà continuare a crescere con i ritmi attuali, che entro metà 2022 ci consentiranno di recuperare quanto perso durante la pandemia” commenta Iames Pinganipresidente della Commissione Logistica di Confindustria Piemonte.

 

L’obiettivo è attuare una delle grandi priorità anche del Pnrr, ovvero creare un’alternativa al trasporto su gomma, che il 77,3% delle imprese piemontesi ancora utilizza prevalentemente, nonostante sia la soluzione meno conveniente. Per interrompere questo corto circuito, tra le richieste fatte dalla regione per il Piano nazionale di ripartenza e resilienza, 349 rientrano nella Missione 3 denominata “Infrastrutture per una mobilità sostenibile”. Il valore complessivo di questi interventi ammonterebbe, se finanziati, a 7,464 miliardi di cui 6,561 miliardi per l’alta velocità ferroviaria e strade sicure, mentre 0,9 miliardi servirebbero all’intermodalità e la logistica integrata. Altrettanto cruciale, sarà lo sviluppo delle infrastrutture immateriali, come sostegno alla transizione delle imprese verso l’industria 4.0 e la sostenibilità ambientale. Per rispettare i tempi, il documento propone quattro elementi: procedure parallele e non sequenziali nella realizzazione di un’opera; project management moderni; tempi rigorosi agli enti pubblici; selezione del vincitore della gara d’appalto rinunciando alla predisposizione delle graduatorie per evitare al minimo i ricorsi al TAR, causa di ritardi nella realizzazione delle opere.

 

Alessandro Bulgini: ecco il settimo manifesto di Opera Viva Barriera di Milano

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Flashback, l’arte è tutta contemporanea presenta The flashback special project Opera Viva Barriera di Milano, il Manifesto

Alessandro Bulgini
Servomuto, d’après Fabio Mauri (2021)

Inaugurazione mercoledì 27 ottobre, alle ore 18.30
 Piazza Bottesini, Torino
e in diretta Facebook (@flashbackfair)

Mercoledì 27 ottobre alle ore 18.30 si inaugura in piazza Bottesini e in diretta Facebook – @flashbackfair – il settimo manifesto di Opera Viva Barriera di Milano, progetto ideato da Alessandro Bulgini, curato da Christian Caliandro che prosegue, come ogni anno in coincidenza della fiera, con il manifesto dello stesso Bulgini.


Questa settima puntata offre una riflessione sofisticata e puntuta che integra il racconto svolto finora dalla sequenzadi opere presentate con Servomuto, d’après Fabio Mauri diAlessandro Bulgini.

Sul fondo bianco, racchiuso da due semplici bande rosse orizzontali in alto e in basso (il rosso è da sempre il colore distintivo del macro-progetto Opera Viva), Bulgini scrive in nero SERVO MUTO. Il termine servomuto identificava nel XVIII secolo un tavolino a più piani, che nel servidorveneziano erano attraversati da un’asta verticale: quando le signore si ritiravano dopo la cena, i tavolini così strutturati venivano collocati dai camerieri alle due estremità del tavolo, carichi di bevande e liquori, in modo che i signori potessero servirsi da soli: il personale dunque si ritirava, e la conversazione proseguiva senza la presenza di orecchie indiscrete. All’inizio del XX secolo, invece, presso le case dell’alta borghesia gli abiti svolgevano un importante ruolo sociale: soprattutto in campo femminile, era determinante poter indossare in maniera rapida differenti abbigliamenti, adatti alle diverse situazioni di vita. Ecco che il servomuto diventa nel secolo scorso quindi il porta-abiti: con tale funzione, l’oggetto è stato utilizzato anche nel 1995 da Fabio Mauri all’interno della sua mostra Ariano – controcanto della precedente Ebrea – in cui il razzista si appoggia al senso di sicurezza e di appartenenza alla comunità che gli garantiscono i suoi abiti ‘perbene’ (come adesione dunque a un sistema di valori fondato sull’ipocrisia e sul pregiudizio.)

Oggi, per Bulgini, il “servomuto” è l’artista.

L’artista-servomuto può essere – come purtroppo avviene costantemente – un elemento del tutto decorativo e ornamentale, l’equivalente creativo di un tavolino dei liquori che contempla tacendo le dinamiche del potere, una figura deputata al tempo libero, al lusso, e non a quella trasformazione della vita che è il compito principale dell’arte in ogni epoca – e che è stato il tema sotterraneo di tutta la serie dei manifesti elaborati quest’anno.

Oppure, l’artista che funziona come un servomuto può avere un senso e un ruolo molto più positivo, e decisivo. In un’epoca di ipersemplificazione strutturale e di incapacità di comprendere l’altro come quella attuale, in un’epoca di egocentrismo, egoismo, individualismo e autorappresentazione spinti all’eccesso, dominata dalla la ricerca costante e spasmodica del “consenso” (i like, e i loro equivalenti nella vita reale…), l’artista-servomuto può essere colei o colui che si mette realmente al servizio della comunità e del territorio – dell’Altro e degli altri – in un silenzio operoso ma non servile né rinunciatario. Il silenzio di chi preferisce continuare a costruire invece di dedicarsi a inutili polemiche.

Il manifesto con la sua scritta si presenta in maniera volutamente ambigua e contraddittoria, aprendosi alle interpretazioni di una riflessione che, come sempre, fuoriesce dall’angusto mondo dell’arte e si estende all’intera realtà sociale che ci circonda e in cui viviamo immersi.


Alessandro Bulgini

Alessandro Bulgini è nato a Taranto nel 1962, vive e lavora a Torino. Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Carrara in scenografia teatrale, ha vissuto in numerose città Italiane, Roma, Milano, Livorno, Venezia, Genova, Taranto, alle quali deve l’assoluta indipendenza e individualità del lavoro. Difficilmente assimilabile e inquadrabile in alcuna corrente artistica, Bulgini utilizza un ampio spettro di mezzi per raccontare e agire con e sulla lateralità, la diversità, la periferia fisica e culturale. Pittura, fotografia, video, performance e nuovi media sono tutti mezzi per parlare dell’invisibile e per mostrare quanto lo sguardo obliquo possa mostrare altri percorsi, diversi e possibili. Numerose le mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero con i cicli di lavori: “Le Déjeuner sur l’Herbe” a partire dal 1993 e “Hairetikos” dal 2001 tra cui ricordiamo Fondazione Volume!, Roma – Centre International d’accueil et d’echanges des Recollets, Parigi, Dena Foundation for Contemporary Art, Paris, New York – Fondazione Pastificio Cerere, Roma – Castello di Rivara, Rivara – Sound Art Museum, Zerynthia, Roma – CIAC, Castello Colonna, Genazzano – Castello Sforzesco, Milano – Castello Cavour, Santena – Cordy House, Londra – Fondazione 107, Torino – La Triennale, Milano – Frost Art Museum, Miami, Florida – Loft Project Etagi, San Pietroburgo, Russia – Museo Ettore Fico, Torino – HVCCA, Peekskill, NY- Biennale Democrazia, Torino. Nel 2008 l’opera pittorica Hairetikos compie un ulteriore spostamento con l’aggiunta del ciclo Opera Viva dal quale il 15 novembre 2008, con la sua iscrizione, arriva anche su facebook. Opera Viva, tutt’ora in essere, è un’opera social (sociale) che si avvale del contributo attivo di tutti i suoi partecipanti, opera mediante la quale l’artista sviluppa varie modalità innovative d’utilizzo artistico del network e del territorio. Da qui l’inaugurazione del progetto B.A.R.L.U.I.G.I. (Opera Viva): da un bar di periferia enuncia le semplici regole per poter trasformare spazi preesistenti, (quali bar, macellerie, case private o paesi interi) in spazi di accoglienza creativa senza filtri, gratuiti e no profit connessi fra di loro in rete tramite pagine personali facebook, sotto la stessa egida del logo b.a.r.l.u.i.g.i.. Se ne sono contati 19 nel mondo. Con la chiusura della base di b.a.r.l.u.i.g.i. riversa ancor di più le sue attività sui territori con l’intenzione di contribuire alla loro maggior conoscenza. Partendo dal proprio quartiere, Barriera di Milano a Torino, del quale incomincia a “decorare” i marciapiedi con i gessetti (Decoro Urbano in Barriera di Milano 2014, 2015) e non solo (Opera Viva, Tatuaggio per Barriera, 2018), (Opera Viva, Orto Urbano in Barriera di Milano, 2018), (Opera Viva Barriera di Milano, Affissione, 2015, 2016, 2017, 2018) etc, Opera viva successivamente si attiva in maniera variegata per le città di Taranto (Taranto Opera Viva), Cosenza (Cosenza Opera Viva), (Opera Viva, The Legends of Peekskill, NY. A shot for a wish) Peekskill – New York, USA, Livorno e poi ancora per il Palazzo di Via Cuneo 5 bis (Torino, quartiere Aurora) con il progetto Arte In-Stabile, per l’ospedale S. Anna di Torino, per la città di Imlil in Marocco, per il campo profughi la Jungle di Calais (Opera viva, the Jungle), per scuole medie ed elementari (Opera Viva, Scuola di Volo) e per tutti quei territori che ne hanno e ne avranno necessità sviluppando una metodologia innovativa che vanta elementi di arte pubblica e arte relazionale un impegno nei confronti della collettività che deve essere coinvolta e rappresentata nella convinzione che l’arte debba inoltrarsi nella quotidianità per ri-generare ed essere realmente “viva”.

Opera Viva Barriera di Milano, il Manifesto, VII edizione
Un progetto di Alessandro Bulgini
A cura di Christian Caliandro
7° artista: Alessandro Bulgini, Servomuto, d’après Fabio Mauri (2021)
Cimasa 50530 – Piazza Bottesini, Torino
Inaugurazione, 27 ottobre ore 18.30 e in diretta @flashbackfair
Dal 27 ottobre – fino al 22 novembre 2021

Con il supporto di Città di Torino, Camera di Commercio di Torino e Fondazione CRT
Con il Patrocino della Città di Torino e della Circoscrizione 6

Flashback, l’arte è tutta contemporanea
4 / 7 novembre 2021
Ex Caserma Dogali, via Asti, 22, Torino

Per informazioni:
e. info@flashback.to.it
e. operaviva@flashback.to.it
http://www.flashback.to.it

L’Ippodromo di Vinovo ancora una volta pista da grandi eventi

Un antipasto sostanzioso e un piatto ricco nel giro di soli quattro giorni. L’Ippodromo di Vinovo ancora una volta conferma di essere pista da grandi eventi: lo farà mercoledì 27 ottobre con una giornata da otto corse per 83 partenti totali. Ancora di più lunedì 1° novembre, con il ritorno del ‘Gran Premio Orsi Mangelli’, che riporterà i migliori cavalli di tre anni in circolazione.

E quel giorno ci sarà anche un gemellaggio da non perdere tra trotto e paradressage, con la premiazione dell’atleta olimpica torinese Carola Semperboni, la più giovane della spedizione azzurra a Tokyo 2020.

Il 27 ottobre la corsa più importante sarà il Premio Utah, doppio km con i cavalli su tre nastri. In fondo Zar Ross, allievo di Andrea Guzzinati, e Apocalypto che rientra in Italia portato dal suo proprietario Renè Legati. Da seguire anche Urora con Marco Smorgon, e Gambit Brodde del team Gocciadoro, rientrato anche lui dalla Svezia.

Nelle altre sette corse, che prenderanno il via alle 14,30, bello il Premio Elsinore, per due anni: Duma Neh D’Asti, il pupillo di Franco Ferrero al rientro dal mese di agosto, ma anche Due Italia, Dada Baba e Dhuhafirst. Da seguire anche anche la corsa riservata alla categoria dei gentlemen, che vedrà 11 cavalli impegnati dietro le ali dell’autostart sui due giri di pista.

Poi l’attenzione si sposterà sul ‘Gran Premio Paolo e Osino Orsi Mangelli’, Gruppo 1 da 300mila euro complessivi. Dopo il Derby, i 3 anni tornano e per la prima volta affronteranno batterie (intitolate alla memoria di Giuseppe e Vittorio Guzzinati) e finali.

Al via il ‘Derby Winner’ Charmant De Zack: l’allievo di Marco Smorgon non ha trovato un numero favorevole ma con Antonio Di Nardo non dovrebbe avere problemi. Nella batteria B invece Callmethebreeze, sempre con la guida di Andrea Guzzinati. Nella stessa corsa Capital Mail, team Mario Minopoli Jr. e Corazon Bar che questa volta Alessandro Gocciadoro affiderà a Santino Mollo. Il team Gocciadoro porterà a Vinovo anche Cronos Degli Dei, in questa prova con lo stesso Alessandro Gocciadoro al sulky, Cash Top con V.P. Dell’Annunziata, Cobra Killer Gar (ancora Gocciadoro), Cash Maker con Massimiliano Castaldo e Caramel Club con Santino Mollo. Ma attenzione pure a attenzione e Chuky Roc insieme a Filippo Rocca e Caio Titus Bond affidato ad Enrico Bellei.

Nel Mangelli Filly occhio a Calypso Di Poggio, ottama nelle recenti Oaks romane, oltre a Cash Bank Bigi, Clarissa e Cathrinelle. Tutte belle corse, da non perdere.

CAROLA SEMPERBONI: “A TOKYO HO ROTTO IL GHIACCIO”

Stella in mezzo alle stelle del trotto, Carola Semperboni sarà ospite d’onore nella giornata dell’Orsi Mangelli a Vinovo. Diciotto anni, a fine agosto ha vissuto l’emozione della sua prima Paralimpiade sfiorando insieme al fidato Paul l’ingresso in finale: “Sinceramente ero alla mia prima esperienza in un palcoscenico così importante e posso dire di essere soddisfatta. Certo però, a mente fredda, il nostro livello tecnico poteva essere migliore, ma è anche con queste esperienza che si cresce. Io poi sono una perfezionista, voglio sempre il meglio e so che con Paul posso ottenerlo. L’obiettivo adesso è continuare a crescere per presentarci a Parigi 2024 più forti e carichi”. A Vinovo intanto sarà festa: “Ci sono già stata, ma mai per assistere ad una riunione intera di trotto, C’è sempre una prima volta, come a Tokyo, e sono molto curiosa di scoprire questo mondo”.

Canone Rai, i rischi per chi non onora la bolletta della luce

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Il canone di abbonamento alla televisione, noto impropriamente come canone Rai, deve essere pagato una volta all’anno da tutte le famiglie che possiedono un apparecchio televisivo. Dal 2016 è inserito automaticamente nella fattura elettrica, perché il legislatore presume che ogni casa con la corrente abbia anche un televisore.
L’importo del canone televisivo è pari a 90 euro annui, divisi in 10 rate mensili presenti nelle bollette che vanno da gennaio a ottobre. Chi non possiede un’utenza della luce intestata, può versare il corrispettivo attraverso un modello F24.
In passato il canone Rai veniva pagato tramite bollettino postale, e, considerati i controlli effettuati a campione, erano molti gli italiani che evadevano questa tassa. Con la nuova modalità di pagamento automatico è diventato più difficile sottrarsi a questo onere.
Esistono però casi specifici in cui gli utenti non sono tenuti al versamento dei 90 euro. Per richiedere l’esenzione è necessario presentare una dichiarazione sostitutiva per comunicare di averne diritto ed evitare l’addebito nella fattura della luce.
Hanno diritto all’esenzione le seguenti categorie: i contribuenti con utenze domestiche a uso residenziale che dichiarano di non possedere un apparecchio tv; gli eredi di un contribuente deceduto a cui sono ancora intestate le bollette e nella cui abitazione non è più presente una televisione; cittadini sopra i 75 anni con reddito annuo proprio e del coniuge non superiore agli 8 mila euro e senza conviventi titolari di reddito proprio, a eccezione di collaboratori domestici come colf e badanti; agenti diplomatici, i funzionari e gli impiegati consolari, i funzionari di organizzazioni internazionali, i militari di cittadinanza non italiana e il personale civile non residente in Italia e di cittadinanza non italiana delle forze NATO.
Può capitare erroneamente di presentare la domanda di esenzione senza però rientrare in queste categorie, di voler provare volontariamente a eludere il Fisco per non pagare il canone per il possesso della tv o di trovarsi nella posizione di non poter pagare le bollette. In caso di accertamento della Guardia di Finanza i contribuenti che non hanno versato il canone posso incorrere in sanzioni fino a 6 volte l’importo dell’imposta, quindi fino a 540 euro, oltre al pagamento degli arretrati e degli eventuali interessi.

 

Milan-Torino 1-0

Decima giornata Milan-Torino 1-0
Giroud(M)

Il solito ottimo Toro perde nell’unica disattenzione della difesa che permette al centravanti rossonero Giroud di fare  un gol di rapina. Alla squadra di Pioli basta per guadagnare i tre punti e portarsi in testa alla classifica in attesa di cosa farà il Napoli. Una partita dai due volti, quella del Milan, che concede poco al Toro nel primo tempo,con i granata che giocano prevalentemente nella metacampo rossonera, ma cala pericolosamente nella ripresa, dove è fortunato a non subire la rimonta di un ottimo Torino, che nel secondo tempo ha creato diverse occasioni pericolose, mancando il pari per pochissimo con le nitide palle gol di Praet e Sanabria.I granata di Juric giocano bene,ma perdono ancora di misura per 1-0 in una fotocopia di partita come contro il Napoli e la Juve.Questa squadra non può fare altro che crescere:recuperare al più presto i 3 titolari di qualità come Pjaca,Mandragora ed Ansaldi ed al mercato di gennaio vendere i 6 giocatori fuori dal progetto di Juric Baselli,Rincon,Izzo,Verdi,Zaza e Belotti,si proprio il capitano granata anche stasera nullo,solo lontanissimo parente del giocatore di 3 anni fa. Acquistare 3 giocatori di qualità:1 difensore(Kumbulla),1 centrocampista(Amrabat oppure Lobotka),1 attaccante(Lapadula).
Dopodiché questo Toro farà un bel campionato non solo dal punto di vista del gioco ma anche dei risultati,cercando di salire il più in alto possibile in classifica ma,intanto,subito testa alla gara di sabato sera contro la Sampdoria all’olimpico Grande Torino:i 3 punti sono un obbligo!

Vincenzo Grassano

Tv, per il Piemonte il passaggio all’Mpeg-4 a gennaio

Marco Bosticco (Presidente antennisti di Confartigianato Piemonte): “la seconda rivoluzione del digitale terrestre con il cambio delle frequenze televisive sta diventandouna corsa ad ostacoli.”

 

“La comunicazione è stata poco chiara: molti cittadini hanno capito di dover cambiare la televisione quando, invece, non è  detto che sarà necessario.”

 

“Quella che sarebbe dovuta essere la seconda rivoluzione del digitale terrestre con il cambio delle frequenze televisive sta diventando, invece, una corsa ad ostacoli.

Molti sono i problemi che gli utenti stanno affrontando e ad aver capito come andranno le cose sono davvero pochi.” A lanciare l’allarme è Marco Bosticco, Presidente antennisti di Confartigianato Piemonte.

Per il Piemonte il passaggio all’Mpeg-4 è previsto per il prossimo mese di gennaio. Ricordiamo che dal primo Switch-off dello scorso 20 ottobre, 15 canali tra Rai e Mediaset potrebbero non essere più visibili dai televisori. 

 Per la Rai potrebbero risultare invisibili: Rai 4, Rai 5, Rai Movie, Rai Yoyo, Rai Sport + HD, Rai Storia, Rai Gulp, Rai Premium e Rai Scuola.

Per Mediaset, invece, potrebbero risultare invisibili: TgCom24, Mediaset Italia 2, Boing Plus, Radio 105, R101 TV e Virgin Radio TV.

 I canali Rai1, Rai2, Rai3 e Rai News 24 invece si continueranno a ricevere (temporaneamente) su tutti i televisori.

 “Il motivo della «scomparsa» dei canali è semplice in quanto dallo scorso 20 ottobre sono visibili solo i canali in Hd, ovvero in alta definizione. – spiega Bosticco – Chi ha un televisore o un decoder compatibili dovrà solamente risintonizzarli, procedura che in questo periodo di cambiamento sarà necessario ripetere, probabilmente, anche più volte.”

Per sapere se il proprio televisore o il proprio decoder sono compatibili con l’Hd, basterà sintonizzarsi su un canale in alta definizione come 501 (Raiuno Hd), 505 (Canale 5 Hd) o 507 (La7 Hd). Se sarà possibile ricevere anche solo un canale, per continuare a vedere i canali oscurati sarà sufficiente risintonizzare il tv (ammesso ovviamente che non ci siano problemi all’antenna).

 Se l’apparecchio non ha problemi di ricezione, al termine della ricerca sarà creata una lista di canali ordinata.

 

Il passaggio all’Hd (o più precisamente il passaggio dalla codifica Mpeg-2 all’Mpeg-4) è solo il primo passaggio tecnologico che vedrà protagonista la Tv.

Con il secondo, e più importante, si passerà dal sistema Dvb-T al Dvb-T2, il vero e proprio nuovo digitale terrestre, e tutti i vecchi canali saranno «spenti» a favore dei nuovi. Un televisore compatibile con l’Hd quindi non è detto che lo sia anche con quest’ultimo. Sarà necessario quindi adeguare il televisore o il decoder ma c’è tempo: Il processo di spegnimento dei vecchi impianti avverrà gradualmente e sarà definitivo nel 2023.

“Per sapere se i dispositivi sono già pronti si deve procedere con la verifica di due canali di test, il 100 per la Rai e il 200 per Mediaset -continua Bosticco –Se nei canali appare il cartello «Test HEVC Main10», il Tv o il decoder sono compatibili anche con il nuovo digitale terrestre e non ci sarà bisogno di sostituirli. L’importante, nell’eseguire il test, è che si vedano correttamente Raiuno sul canale 1 e/o Canale 5 sul quinto canale. Se, infatti, non sono ricevibili correttamente i canali tradizionali, non si vedranno neanche quelli di test. Anche qui il consiglio è di risintonizzare Tv o decoder ed eseguire di nuovo il controllo.”

La comunicazione è stata poco chiara – conclude Bosticco – perché molti cittadini hanno capito di dover cambiare la televisione quando, invece, non è  detto che sarà necessario. Sono state invogliate a cambiare tv molte più persone di quante effettivamente lo necessiterebbero. Il tecnico antennista potrà supportare gli utenti in questa seconda trasformazione tecnologica della televisione in quanto è un professionista in grado di progettare un impianto per la tv, sostituire un’antenna, installare una parabolica ecc.”

Il bollettino Covid di mercoledì 27 ottobre

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 228 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 88dopo test antigenico), pari allo 0,5% di 48.272 tamponi eseguiti, di cui 41.272 antigenici. Dei 228 nuovi casi, gli asintomatici sono 115 (50,4%).

I casi sono così ripartiti: 101 screening, 93 contatti di caso, 34 con indagine in corso.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 387.989,così suddivisi su base provinciale: 31.943 Alessandria, 18.558 Asti, 12.215 Biella, 55.903 Cuneo, 30.063 Novara, 206.651 Torino, 14.440 Vercelli, 13.782 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.602 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.832 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 17 (invariato rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 184 (invariato rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 3.696

I tamponi diagnostici finora processati sono 8.138.208(+48.272rispetto a ieri), di cui 2.349.464risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 11.807

Un decesso di persona positiva al test del Covid-19, 0 di oggi, è stato comunicato dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa 11.807 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.581 Alessandria, 722 Asti, 436 Biella, 1.467 Cuneo, 950 Novara,5.641 Torino, 533 Vercelli, 376 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 101 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

372.285 GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 372.285 (+184 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 30.028 Alessandria, 17.662 Asti, 11.715 Biella, 53.833 Cuneo, 28.983 Novara, 198.917 Torino, 13.759 Vercelli, 13.335 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.509 extraregione e 2.544 in fase di definizione.

Il Popolo della Famiglia chiede al sindaco investimenti per le famiglie

Lucianella Presta, Coordinatore regionale del PdF Piemonte: «Torino ha bisogno non di un nuovo museo per tutelare una minoranza già più che garantita, ma investimenti a sostegno delle famiglie»

Il Popolo della Famiglia, preso atto della iniziativa promossa dalla fondazione FUORI, mirante ad ottenere l’istituzione di un museo della storia dell’omosessualità, consapevole di rappresentare una minoranza che si è espressa tuttavia con un importante consenso a Torino e nelle altre città in cui si è votato, invia una lettera aperta al Sindaco neo eletto e al governatore della Regione. Ecco il testo

 

All’Attenzione del presidente della Regione Piemonte

Alberto Cirio

e del sindaco di Torino

Stefano Lo Russo

Il Popolo della Famiglia, partito non ancora presente in Parlamento ma attivo dal 2016 anche nella nostra città e Regione, in nome dei consensi ottenuti in questi ultimi 5 anni, da parte di migliaia di cittadini torinesi e italiani, tali da accreditarlo come il partito extraparlamentare attualmente più forte, consapevole di essere l’unico partito che dà voce alla “minoranza” delle centinaia di migliaia di famiglie torinesi e piemontesi, oscurata in termini di influenza mediatica, ma non in determinazione e convinzione, si rivolge alla Vostra attenzione avanzando le seguenti proposte con un preciso obiettivo: rendere Torino la capitale della famiglia per l’anno 2022.

  • Torino è la capitale dei diritti, a partire da quello naturale: deve quindi valorizzare l’istituto della famiglia che costituisce la prima società feconda e solidale, fondamento della collettività cittadina e regionale.
  • Il Popolo della Famiglia intende rappresentare le istanze di migliaia di famiglie nella necessità e nell’abbandono, sfiduciate e deluse, mortificate e sacrificate. Questa realtà non è custodita negli archivi, rappresenta piuttosto il “museo a cielo aperto” cui la nuova Amministrazione comunale insieme a quella regionale non può né deve volgere le spalle, dirottando capitali da investire a sostegno di questa emergenza verso iniziative già ampiamente tutelate e destinate ad essere appannaggio di pochi.
  • Il Popolo della Famiglia chiede che vengano promosse e finanziate iniziative organizzate a favore della famiglie: dai centri di ascolto nelle circoscrizioni, all’incremento delle associazioni di volontariato ma anche all’istituzione di nuove occupazioni a servizio delle famiglie con disabili e anziani, stanziamenti di fondi, serie politiche famigliari a favore della natalità, come quelle attuate in altre nazione europee. Tali misure riscuoterebbero grande successo nel benessere incrementato e nella speranza restituita a migliaia di cittadini.
  • Il mondo della cultura torinese dovrebbe coltivare e aumentare la consapevolezza nei propri cittadini, e non solo, di come la storia italiana del secondo ‘900 sia radicata in un processo di affermazione dei valori democratici radicati a loro volta nel fertile terreno di una città che ha conosciuto la presenza nel secolo precedente dei santi sociali. Il loro esempio potrebbe bastare per indurre i nostri Amministratori a promuovere misure che favoriscano l’occupazione giovanile e la formazione di coscienze deste e operative.
  • Tra un anno a Torino si terrà una manifestazione della famiglia strutturata in modo tale da indicare percorsi attuabili per uscire dalla crisi in cui la visione mortifera di chi ci governa ci vuole rinchiudere.
  • Da secoli il Piemonte è una regione produttiva, solidamente ancorata alle proprie tradizioni che l’hanno resa leader dell’economia nazionale, europea, mondiale. Deve solo proseguire su questa strada puntando sulla piccola e media impresa famigliare, favorendo il made in Italy.

Chiediamo pertanto a codesta Amministrazione di non trascurare quanto una minoranza convinta può con tenacia perseguire. Ci attendiamo ascolto e collaborazione affinché le famiglie torinesi siano considerate come effettivi destinatari degli impegni assunti in campagna elettorale, tenendo presente le reali emergenze e non improvvisate manovre propagandistiche pensate per drenare il denaro dei contribuenti a vantaggio di chi già si avvale di enormi contributi, anche a livello internazionale.

Vi invitiamo infine con convinta determinazione a farvi carico, in particolare, di tutte quelle centinaia di migliaia di torinesi che non sono andati a votare. Credo che a questi nostri concittadini e connazionali si debba rendere giustizia di un bene lasciato loro con il sacrificio dei nostri padri e ora gettato alle ortiche.

 

Per il Popolo della Famiglia Piemonte

Lucianella Presta

Coordinatore regionale

Il bollettino Covid di martedì 26 ottobre

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 260 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 146 dopo test antigenico), pari allo 0,4% di 60.924 tamponi eseguiti, di cui 54.218 antigenici. Dei 260 nuovi casi, gli asintomatici sono 170 (65,4%).

I casi sono così ripartiti: 157 screening, 87 contatti di caso, 16 con indagine in corso.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 387.761,così suddivisi su base provinciale: 31.918 Alessandria, 18.544 Asti, 12.211 Biella, 55.866 Cuneo, 30.057 Novara, 206.530 Torino, 14.430 Vercelli, 13.778 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.599 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.828 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 17 (-rispetto aieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 184(rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 3.553

I tamponi diagnostici finora processati sono 8.089.936 (+60.924 rispetto a ieri), di cui 2.344.583 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 11.806

Un decesso di persona positiva al test del Covid-19, 0 di oggi, è stato comunicato dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa 11.80deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.581 Alessandria, 722Asti, 436 Biella, 1.467 Cuneo, 950 Novara,5.640 Torino, 533 Vercelli, 376 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 101 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

372.101 GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 372.101(+169 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 30.013 Alessandria, 17.655 Asti, 11.714 Biella, 53.803 Cuneo, 28.970 Novara, 198.815 Torino, 13.750 Vercelli, 13.329 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.508 extraregione e 2.544 in fase di definizione.