Molto Positivo il fondo governativo per il risarcimento alle imprese che collaborano al cantiere della TAV colpite da assalti dei NOTAV. Come proposi già il 24 gennaio scorso, in una lettera pubblicata da IL TORINESE, essendo la TAV un’opera di interesse nazionale, i danni causati dagli assalti dei NOTAV debbono essere risarciti, in particolare la parte non coperta dalle Assicurazioni. Ora sarà importantissima la accelerazione dei lavori che porteranno gli occupati del cantiere lato Italia dai 300 attuali alle mille unità. Chi attacca il cantiere della TAV va contro l’interesse nazionale e contro il diritto del lavoro che vorrei ricordare alla Signora Schlein e ai cattolici NoTav e’ il primo diritto riconosciuto dalla Costituzione. La TAV rappresentera’ la più importante spinta al rilancio economico della Bassa Valle di Susa il cui PIL è sceso negli ultimi anni ai livelli delle regioni del Sud e del Piemonte.
Mino GIACHINO

Una delle forme peggiori di arroganza di buona parte degli intellettuali italiani è stato il ricorso ai manifesti con decine se non centinaia di firme a sostegno delle più disparate cause. Già tanti anni fa Mario Pannunzio ironizzava su queste firme raccattate spesso attraverso una telefonata o catene di Sant’Antonio letterarie. Già cent’anni fa nel 1925 iniziò Giovanni Gentile con il manifesto degli intellettuali fascisti a cui doverosamente rispose Benedetto Croce con il manifesto dei non fascisti. Anzi aveva iniziato Marinetti con il Futurismo ,ma si trattava in tutti e tre i casi di cose serie, non confrontabili con le mode successive dell’impegno firmaiolo. Con la formazione del fronte popolare in Italia, in vista delle elezioni del 1948 ,gli intellettuali vennero reclutati a frotte per sostenere l’alleanza socialcomunista. I vari Natalino Sapegno, Luigi Russo, Carlo Salinari insieme ai resti filocomunisti e gobettiani del partito d’azione reclutarono plotoni di professori che firmarono il proprio sostegno di fatto allo Stalinismo. Solo pochi intellettuali come Silone e Pannunzio come Flaiano e Brancati steccarono nel coro nel solco tracciato da Benedetto Croce e crearono l’associazione per la libertà della cultura che ebbe un ruolo importante nel chiarire quale fosse la scelta giusta. Poi nel corso dei decenni ci furono tanti manifesti, naturalmente sempre schierati a senso unico, con le solite firme da Moravia a Bocca , da Brass a Fellini , sulle più disparate questioni, in primis la guerra in Viet Nam, ignorando cosa accadeva in URSS e nei paesi satelliti, in Cina o a Cuba. Furono intellettuali strabici che finirono di squalificare la parola stessa intellettuali che Giordano Bruno Guerri rifiuta. Clamoroso fu il manifesto contro il commissario Calabresi che armò la mano ai suoi assassini di “Lotta Continua”. Furono 757 i firmatari tra cui anche uomini come Bobbio e Amendola. Bobbio anni dopo chiese scusa di quella firma. Poi la moda passò ed era in netto declino da un po’ di anni. E‘ ripresa nella confusione più totale dell’agosto 2025 dominato da Gaza e Putin, in cui prevalgono le teste calde e le teste vuote, con un “manifestino” di intellettuali ebrei italiani contro Israele accusata ovviamente di Genocidio. Saviano e Ginzburg, la solita Anna Foa e il solito Gad Lerner esibiscono le solite tiritere che trasudano di antisemitismo, con la richiesta del riconoscimento unilaterale di uno Stato palestinese che oggi non esiste, a meno di volerlo identificare con Hamas. Ho ammirato la senatrice a vita Segre che per fortuna non è un intellettuale e che non ha firmato ,dimostrando coraggio e subendo insulti vergognosi. Ambienti della comunità ebraica definiscono questi intellettuali “ ingenui pacifisti “. Persino la piccola scrittrice Carmen Moravia non ha firmato il manifestino dicendo che “per creare lo stato di Palestina deve sparire Hamas“. Chissà cosa direbbe oggi il firmaiolo per antonomasia Alberto Moravia? Magari starebbe con la sua terza moglie o magari starebbe con Saviano? Ma soprattutto mi piacerebbe sapere cosa direbbe Marco Pannella che ebbe sempre per Israele un’attenzione speciale, seguendo in questo Pannunzio che fece saltare per aria il primo partito radicale per un episodio di antisemitismo. Oggi manca una grande coscienza laica e liberale come la sua, capace di andare controcorrente con onestà e coerenza. Sui firmatari grava l’ombra severa e irridente di Marco che certo non sarebbe dalla parte dei firmatari del manifestino anti -israeliano.