ilTorinese

Misure antismog, cala la concentrazione di PM10. Da martedì 1 febbraio nessun blocco ai diesel Euro 5

In base ai dati previsionali di PM10 forniti oggi da Arpa Piemonte, da domani – martedì 1 febbraio – le misure di limitazione del traffico veicolare passeranno al livello bianco del semaforo antismog.

Torneranno pertanto in vigore le sole misure permanenti: fermi tutto il giorno (compresi i festivi) gli autoveicoli per il trasporto persone e merci Euro 0 e Euro 1 (tutte le alimentazioni: benzina, diesel, metano, gpl); il divieto è esteso agli Euro 2 per i motori a benzina e diesel. Circolazione vietata anche per ciclomotori e motocicli Euro 0 e Euro 1 (divieto dalle 0 alle 24 di tutti i giorni) e per i veicoli diesel Euro 3 e Euro 4, per il trasporto di persone o merci, per i quali lo stop è in vigore dal lunedì al venerdì con orario dalle 8 alle 19.

Con il livello bianco sono nuovamente attive le esenzioni ai blocchi per i veicoli dotati del dispositivo “Move-In”.

Il prossimo giorno di controllo sarà mercoledì 2 febbraio; eventuali variazioni del semaforo, con relative misure di limitazione del traffico, entreranno in vigore il giorno successivo.

L’elenco completo delle misure antismog, delle esenzioni e dei percorsi stradali esclusi dai blocchi sono disponibili alla pagina: www.comune.torino.it/emergenzaambientale.

Vandalizzato l’Igloo di Mario Merz

Brutto risveglio per gli amanti dell’arte a Torino. L’igloo di Mario Merz in Corso Mediterraneo è stato vandalizzato con due scritte a bomboletta spray.

In gergo si chiamano writer e quello comparso sull’igloo in pietra, è un TAG, una “firma” che identifica l’autore o la crew, la banda, che così marca il territorio urbano. Il primo fu Taki 183 che negli anni 70, nella metropolitana di New York, insieme a Rammellzee letteralmente dà il via a quello che oggi è chiamato graffitismo che poi sfocerà nella Street Art. Molto noto a Roma è GECO, i cui tag raggiungono posizioni impossibili su edifici e ponti. In Europa invece si fanno notare gli 1Up, che da Berlino hanno viaggiato per tutto il mondo e son riusciti a trasformare i loro tag in attivismo politico e denuncia sociale.

I tag e i graffiti fanno parte di un vero e proprio linguaggio. Imbrattare il murales di un altro artista significa “spaccarlo” e rivendicare il proprio “dominio” su una zona. Lo sa bene Banksy, che divenne noto per una vera e propria guerra con King Robbo, iniziata proprio con l’imbrattamento di un’opera di quest’ultimo e terminata con un murales di commiato che Banksy dedicò all’avversario prematuramente scomparso.

Qui però non assistiamo a uno street artist che rivendica il proprio ruolo su una zona o su un altro street artist in un dialogo fatto di scritte e disegni che non devono mai deturpare opere d’arte preesistenti o edifici storici. Parliamo del lavoro di Mario Merz, un grande artista italiano, esponente dell’arte povera.  Difficile vedere in quei segni blu null’altro se non un atto vandalico. Ma il dibattito è tutt’altro che scontato.

Gec è uno street artist e visual artist molto attivo sulla scena Piemontese ma non solo. Chi meglio di lui può dirci qualcosa su quanto successo.

Gec, riconosci quel tag? 

No.

Un anno fa mi parlavi di una crew che realizza tag su furgoni e mezzi privati. Sono ancora attivi? 

Credo di si, il passaggio delle tag dai muri e dai treni ai mezzi privati storicamente è avvenuto quando il sindaco di New York ha optato per la linea dura contro il writing newyorkese sulla linea metropolitana, spostando così inevitabilmente i graffiti dai vagoni della metro ai furgoni su strada. Stiamo parlando di un fenomeno di diversi decenni fa, un discorso lunghissimo e molto più complesso di quanto sembra.

Cosa pensi di un’azione del genere? 

Il writing non è un fenomeno artistico che mira a piacere ad un pubblico generalista, le opere di arte pubblica invece sì, si potrebbe dibattere per molte ore sulle finalità dei gesti senza arrivare ad una conclusione comune.

Sicuramente il dibattito più interessante nascerebbe da una discussione sul come le opere di arte pubblica nate per dialogare con i fruitori e con chi vive realmente gli spazi pubblici delle nostre città, siano davvero in grado di accettare, sopportare o comprendere fenomeni inevitabili nel tempo come questo.

Loredana Barozzino

La foto dell’Igloo è di Silvio Salvo. L’immagine nell’articolo: GEC _ Bomba di merda d’artista_Omaggio a Piero Manzoni

Il bollettino Covid di lunedì 31 gennaio

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COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 6.241 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 5.167 dopo test antigenico), pari al 9% di69.607 tamponi eseguiti, di cui 62.925 antigenici. Dei 6.241 nuovi casi gli asintomatici sono 5.339 (85,5%).

I casi sono così ripartiti: 4.921 screening, 1.050 contatti di caso, 270 con indagine in corso.

Il totale dei casi positivi diventa 877.892, così suddivisi su base provinciale: 71.634 Alessandria, 40.344 Asti, 33.524 Biella, 120.773 Cuneo, 67.760 Novara, 462.675 Torino, 31.068 Vercelli, 31.769 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 4.289 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 14.056 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono127 (+2 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.111 (+28 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 138.003

I tamponi diagnostici finora processati sono 14.294.418 (+69.607 rispetto a ieri).

I DECESSI DIVENTANO 12.601

Sono 18, tra i quali 2 di oggi, idecessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa quindi 12.601deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.659 Alessandria, 768 Asti, 479 Biella, 1.554 Cuneo, 1.018 Novara, 6.015 Torino, 580 Vercelli, 406 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 122 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

725.050 GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 725.050 (+14.497rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 61.374 Alessandria, 35.101 Asti, 27.326 Biella, 102.450 Cuneo, 59.424 Novara, 378.155 Torino, 25.723 Vercelli, 27.457 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 2.698 extraregione e 5.342 in fase di definizione.

Banca di Caraglio apre a San Salvario

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La Banca di Caraglio rafforza la sua presenza a Torino. 

Da lunedì 7 febbraio in piazza De Amicis 76, sarà operativa la terza filiale dell’istituto di credito nel capoluogo piemontese diretta da Dino Faccia. Questa apertura nel cuore del quartiere San Salvario avviene a pochi mesi dall’inaugurazione della seconda filiale torinese in corso Sebastopoli 235, in zona Santa Rita, operativa dal luglio scorso e segue il cammino intrapreso nel 2015 con la sede distaccata di Corso Stati Uniti, 13/B (quartiere Crocetta). La nuova filiale sarà aperta al pubblico dal lunedì al venerdì, per operazioni di sportello, dalle 8,30 alle 13,20, e per attività di consulenza, dalle 8,30 alle ore 13,20 e dalle 14,30 alle 16,50. Con questi nuovi sportelli salgono così a 30 le sedi o filiali della Banca di Caraglio sparse sui territori delle province di Cuneo (19), Imperia (8) e Torino (3)

Giorno del Ricordo, Salizzoni: “No a rappresentazioni grottesche”

Non condivido questo modo di rappresentare il Giorno del Ricordo da parte della Regione Piemonte. Un modo conflittuale, a senso unico, con le stelle rosse armate che cacciano civili perbene terrorizzati.

È chiaro l’intento di riaccendere polemiche, che ci riportano indietro ad un clima da anni Cinquanta, con i buoni da una parte e i cattivi dall’altra. Non sposo posizioni ‘giustificazioniste’, non giustifico niente, semplicemente vorrei che si raccontassero i fatti dall’una e dall’altra parte, senza rappresentazioni grottesche”: con queste parole il vice Presidente del Consiglio regionale Mauro SALIZZONI commenta il manifesto della Regione Piemonte in occasione della commemorazione del Giorno del Ricordo del 10 febbraio.

Bennato re del rock di scena al Colosseo

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Nel 2020 si sono festeggiati i 40 anni del leggendario “Sono solo canzonette”, l’album che consacrò il successo di Bennato portandolo, come primo italiano, a riempire gli stadi con i suoi concerti.

 

EDOARDO BENNATO 

PETER PAN 

ROCK ‘N’ ROLL TOUR 

Il re italiano del rock

torna a teatro per un nuovo tour

LUNEDì 7 FEBBRAIO – TEATRO COLOSSEO

Via Madama Cristina, 71 – Torino

 

La pandemia non ha permesso la realizzazione del tour, che si sposta direttamente al 2022, con ancora maggiore energia, maturata in due anni, dell’artista.
Edoardo si prepara quindi a tornare sul palco con due ore di pura energia.
Con grinta, passione e tanta voglia ancora di trascinare il pubblico, sarà la volta di “PETER PAN ROCK’N’ROLL TOUR”, nei teatri più prestigiosi d’Italia.
Un concerto ad alto contenuto rock & blues: dai brani dell’album “Solo solo canzonette” ai grandi classici di Bennato.
On stage la Be Band, la formazione ormai consolidata, formata da Giuseppe Scarpato (chitarre), Raffaele Lopez (tastiere), Gennaro Porcelli (chitarre), Arduino Lopez (basso), Roberto Perrone (batteria). E a completare il quadro di grande musica il Quartetto Flegreo.
Bennato arriva a Torino in data lunedì 7 febbraio alle ore 21 al Teatro Colosseo per una data che si prospetta ennesimo SOLD OUT come tutte le date di Bennato organizzate da Dimensione Eventi.

I biglietti di tutte le date sono in vendita:
Per maggiori informazioni contattare
on-line su www.ticketone.it
la produzione Dimensione Eventi al
in tutti i punti vendita affiliati Ticket One
numero 011/19214730, dal lunedì al venerdì,
on-line su www.teatrocolosseo.it
dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 18.30
e presso la biglietteria del teatro

Moncenisio saluta il Capo dello Stato

Dal Comune di Moncenisio gli auguri del secondo incarico al Presidente Sergio Mattarella
MONCENISIO – Dal Comune di Moncenisio arrivano gli auguri del secondo incarico al Presidente Sergio Mattarella. Spiega il sindaco Mauro Carena. “La foto del Presidente Mattarella rimane dunque appesa nel mio ufficio di Sindaco. In questa vicenda in cui proprio il Presidente uscente aveva spiegato che non andava bene diventare il Presidente entrante, in molti nelle votazioni svoltesi hanno perso, ma nessuno ha vinto. L’immagine del Parlamento ne è stata ulteriormente danneggiata, i partiti si sono dimostrati nella quasi totalità incapaci di idealità, di progetti, di proposte. E, se il Parlamento è lo specchio della società, allora chi si occupa di politica e non è un disonesto o un incapace, e ce ne sono, deve battere un colpo, deve farsi sentire. Perché ne abbiamo bisogno adesso”. Dice l’avvocato dal Comune di Moncenisio. “Parlamento, enti e associazioni pubblici, non possono essere occupati soltanto da persone che non hanno un mestiere, neanche lo cercano, e tirano a campare pronte a tutto e al contrario di tutto o, ancor meglio, a far niente pur di mantenersi posizioni e ruoli. Dunque, perché non si finisca nel qualunquismo, la vicenda di un Parlamento incapace di eleggere un Presidente e di misurarsi su contenuti non riguarda la satira o l’insoddisfazione fine a se stessa, ma ci riguarda tutti e chi – e, ripeto, ce ne sono – si occupa di politica e di amministrazione pubblica e non si riconosce nella pochezza e nel tirare a campare deve dirlo e saltar fuori adesso, momento in cui il nostro debito pubblico crescerà enormemente per investimenti che, se sbagliati o persi, ci condizioneranno per generazioni. A me interessa che non succeda e, sono sicuro, anche a tanti altri”.

Calciomercato: Juve e Toro contro!

A poche ore dalla chiusura della finestra invernale del calciomercato, lunedì 31 gennaio ore 20, ancora protagoniste Juve e Toro ma questa volta contro!

Tutto comincia dal rifiuto del presidente granata Cairo di non vendere il difensore Bremer ai bianconeri che si vendicano acquistando il promettente difensore centrale Federico Gatti dal Frosinone,in procinto di passare ai granata da subito,mancavano solo le firme.Un vero e proprio sgarbo che mette a rischio la buona collaborazione tra granata e bianconeri visti gli affari fatti in passato e con Mandragora e Pjaca da riscattare proprio dalla Juve che aspetta d’incassare a giugno i 12 milioni pattuiti per entrambi i giocatori.Cosa accadrà?difficile da dire ma sicuramente si troverà una soluzione. Il rancore calcistico non porta nulla di positivo a nessuna società,specie durante questo periodo difficile,dove il mutuo soccorso tra i presidenti di serie A e B diventa fondamentale.

Enzo Grassano

Tra il vecchio luna park e l’elegante New York, una discesa verso gli inferi

Sugli schermi “La fiera delle illusioni” di Guillermo del Toro

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

All’origine, nel 1946, il romanzo “Nightmare Alley” scritto da William Lindsay Gresham, già l’anno successivo portato sullo schermo da Edmund Goulding con Tyrone Power quale protagonista, film peraltro bocciato dal pubblico che non accettò di vedere sullo schermo uno dei suoi attori preferiti, romantico e irreprensibile, rivestire un personaggio così fortemente negativo. Con “La fiera delle illusioni” la storia è ripresa oggi da Guillermo del Toro, felicemente, ancora una prova vinta (anche se per una certa scrittura “di troppo” la perfezione della “Forma dell’acqua” forse non è così prossima), ancora un riallacciarsi o trovare ispirazione nel cinema americano degli anni Quaranta e Cinquanta, ancora la volontà di rendere minacciose o torpide le acque, un gran falò che tutto consuma e distrugge all’interno di una casa sperduta in qualche angolo d’America, da cui il protagonista Stan Carlisle fugge via, lasciandosi alle spalle un cadavere con parole di odio e conflitti tra un padre e un figlio mai sopiti.


Nel buio di una notte, tra insegne colorate (stanno circolando negli States poche edizioni in bianco e nero: chissà quali altre immagini, piene d’effetti e di nuove suggestioni) e scrosci di pioggia che, con l’altra presenza che sono i fiocchi densi di neve, non abbandoneranno mai l’intera vicenda, l’uomo, passato angoscioso e tanta ambizione, tanta prontezza nell’apprendere l’arrangiarsi della vita, arriva ad un vecchio luna park che sarebbe certo piaciuto a Fellini, incontrando Molly (Rooney Mara), la ragazza elettrica, che ha i sapori e l’innocenza di Gelsomina, o quanti sono corrotti anche nel corpo, quei freaks che anche Gabriele Mainetti ha saggiato di recente, il nano che alimenta tanti trucchi e l’Uomo Bestia, chiuso nel lerciume di una gabbia a succhiare il sangue dal collo squarciato di una gallina, come una intera umanità di farabutti e imbroglioni che furbescamente sbarcano il lunario vivendo nella e sulla menzogna, sospetti e bugie, il gioco spudorato e sempre sull’orlo del precipizio del mentalismo e dello spiritismo, che aleggiano in ogni angolo, non ultimi quelli dell’impresario che è Willem Defoe e della coppia Toni Collette/David Stratheim, ambigua di sguardi e di povere illusioni (lui perfetto nei suoi sogni del tempo ormai andato, lei bravissima come sempre ma con poco spazio a sua disposizione).

Illusioni per pochi soldi, il contatto con i morti a cui guardare con fiducia, un comodo mondo per allocchi o gente con nessuna speranza che nessuno vede. Incubi che a poco a poco prendono falsamente corpo, sotto quei tanti occhi che come in un vecchio film surrealista ti seguono, ti catturano, ti manovrano.

Poi il regista abbandona quel mondo slabbrato, quei tendoni attraverso i quali, pur tra gli inganni, circola ancora un minimo di umanità. Ed è uno spartiacque dal quale non è dato tornare indietro la fuga di Stan e Molly, come se avesse inizio un altro film. Una storia nuova che si sposta tra i grattacieli newyorkesi e le suite di lusso e i locali mollemente frequentati, gli studi di psichiatri dalla perfetta eleganza, i divani le scrivanie le lampade il mobile bar la libreria in legno prezioso, tutto è bellezza, tutto è ostentata signorilità, tutto è un successo per la coppia che s’è formata di recente, che maneggia ancora tarocchi e segreti catturati con false parole e subdole promesse.

È entrata in scena, non certo da comparsa ma bensì da primadonna, la femme fatale che ha i tratti di Cate Blanchett, la Lilith priva di scrupoli, algida e spietata, bionda peccaminosa, una sorta di Barbara Stanwick o di Veronica Lake, una immagine che può ricordare la Kim Basinger di “L.A. Confidential”. Lilith senza scrupoli e in grado di dimostrarsi più capace di Stan, più abile negli inganni, più veloce a tenderli e a portarli a termine. Il dark s’è fatto thriller nello sguardo lento di Guillermo del Toro, un lento racconto che cattura ogni più piccolo particolare, il buio dell’inizio se possibile è cresciuto, i colpi di pistola e il sangue hanno il loro primo piano. Si affastellano sull’orlo di un precipizio che porta Stan, assassinio e colpevolezza usciti da un romanzo di Dostojevski, dritto dentro il proprio inferno.


Senza possibilità di ritorno. Del Toro, messi da parte i tenui tratti che non convincono, costruisce ancora un’opera ardimentosa e intrigante, ci porge su di un piatto d’argento i legami che collegano il cinema e le regole della sua illusioretà a richiamare i giochi della vita, ha dalla sua e guida egregiamente una squadra d’attori di magnifico spessore, laddove Bradley Cooper eccelle in quella sembianza enigmatica e nel correre sempre più disumanizzato incontro alla tragedia finale, nella concretezza di una parabola che nasce e muore nell’ombra della menzogna.